Sua Santità il Dalai Lama: “La rinascita implica la coscienza. La coscienza consiste in una continuità di momenti di coscienza. La sua natura è chiarezza e consapevolezza. Le menti di tutte le creature coscienti sono così. Se proviamo a trovare un inizio alla coscienza, ci scontriamo con la necessità che sorga da una causa compatibile: questa è una coscienza precedente. Pertanto, concludiamo che la coscienza non ha inizio, perché la sua fonte deve essere un momento precedente di coscienza.”
Sua Santità il Dalai Lama dialoga su Come studiare la meditazione con metodi scientifici e risponde alle domande del team di ricerca russo del Progetto di studio della meditazione e degli stati alterati di coscienza nei monasteri buddisti tibetani online dalla sua residenza a Dharamsala, HP, India il 5 maggio 2021, organizzato da Save Tibet Foundation (Mosca) e Tibet Culture and Information Center.
5 maggio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Natalia Inozemtseva, vicedirettore della Save Tibet Foundation, Russia, ha introdotto questa mattina il dialogo tra Sua Santità il Dalai Lama ed un gruppo di neuroscienziati russi, ricordando che, il primo di questa serie di incontri si svolse a Delhi nel 2017 dal titolo: “Conoscenza fondamentale”. Un successivo incontro si tenne a Dharamsala nel 2018. Di conseguenza, gli scienziati russi hanno avviato un progetto di ricerca sul “thukdam”, il fenomeno che a volte si verifica quando un meditatore esperto muore e la sua coscienza sottile rimane nel corpo, anche dopo la morte clinica.
Il prof. Medvedev ha invitato Sua Santità a chiarire quale valore potrebbe avere lo studio del “thukdam” per l’umanità in generale. Sua Santità ha risposto che i buddisti tibetani credono che le persone attraversino un processo di dissoluzione nel corso della morte. Una volta che alcuni meditatori esperti cessano di respirare, il processo di dissoluzione che attraversano include tre visioni: aspetto biancastro, incremento rossastro e conseguimento del quasi nero. Nel corso di questi tre stadi si dissolvono 80 differenti concezioni: 33 durante la visione dell’aspetto biancastro, 40 durante l’incremento rossastro ed infine sette durante lo stadio del raggiungimento del quasi nero.
“Dobbiamo intraprendere più ricerche”, ha detto Sua Santità, “ed indagare su più casi di ‘thukdam’ per stabilire se le visioni siano associate alla dissoluzione degli elementi più grossolani. Poiché si osserva che il corpo di una persona che attraversa questo processo può rimanere caldo, è possibile che la dissoluzione degli elementi terra, acqua e fuoco non coincidano con le tre visioni.
“Quando una persona comune muore, c’è una dissoluzione degli elementi. I buddhisti credono che gli esseri vivano vite passate e future, quindi anche questo ha qualcosa a che fare. Il mio tutor anziano, Ling Rinpoché, rimase in “thukdam” per 13 giorni. Recentemente, un monaco del monastero di Kirti è rimasto in questo stato per 37 giorni. Questa è una realtà osservabile, che dobbiamo essere in grado di spiegare.
“Ci sono prove da osservare e misurare. Possiamo anche trovare una spiegazione dettagliata dell’esperienza interiore soggettiva del processo della morte nei testi di Guhyasamaja Tantra. Spero che gli scienziati possano tenere conto di tutto questo e trovare una spiegazione “.
Il professor Alexander Kaplan, Direttore del Laboratorio di Neurofisiologia ed Interfacce Neuro-computer, Università Statale di Mosca (MSU), ha chiesto quali idee buddiste potrebbero aiutare gli scienziati occidentali a comprendere il funzionamento del cervello? Sua Santità gli risponde che in passato la scienza moderna, così come si era sviluppata in Occidente, tendeva a concentrarsi sui fenomeni esterni, cose che possono essere viste e misurate.
“A poco a poco le persone hanno iniziato a riconoscere che la pace della mente ha un ruolo importante da svolgere nella nostra vita quotidiana. Di conseguenza, anche gli scienziati hanno iniziato a mostrare interesse a come sviluppare la pace della mente. Afflizioni mentali come la rabbia, la paura e le frustrazioni minano la nostra buona salute, quindi, lasciamo perdere la nostra prossima vita od il nostro raggiungimento dell’illuminazione, tutti i sette miliardi di esseri umani in vita oggi hanno bisogno di pace mentale qui e ora.
“Per raggiungere e mantenere la pace della mente, dobbiamo comprendere il funzionamento della mente e l’intero sistema delle emozioni. Il Buddismo delinea 51 fattori mentali in sei categorie: cinque fattori mentali onnipresenti https://www.sangye.it/altro/?p=6510; cinque fattori mentali determinanti https://www.sangye.it/altro/?p=6510; undici fattori mentali positivi https://www.sangye.it/altro/?p=6527 o emozioni costruttive; sei fattori mentali negativi principali https://www.sangye.it/altro/?p=6512 o emozioni e atteggiamenti disturbanti alla radice; venti fattori mentali negativi secondari https://www.sangye.it/altro/?p=6547 o emozioni disturbanti ausiliarie e quattro fattori mentali mutevoli o variabili https://www.sangye.it/altro/?p=6507. Sulla base della comprensione di questi possiamo imparare ad affrontare le emozioni distruttive man mano che si presentano, anche in circostanze difficili. La pace della mente è alla nostra portata.”
Konstantin Anokhin, direttore dell’Istituto per gli Studi Avanzati sul Cervello, MSU, chiedeva di conoscere le prove dell’esistenza di vite passate. Sua Santità gli ha risposto di aver sentito parlare di casi di bambini che appartengono a comunità che non danno credito a vite passate e future, che apparentemente descrivono ricordi di vite passate. Tra gli indiani ed i tibetani, le persone che accettano l’idea di vite passate e future, i bambini con tali ricordi non sono insoliti.
“C’era un ragazzo nato in Tibet, che, una volta che ha potuto parlare, ha insistito con i suoi genitori ‘Questo non è il posto a cui appartengo, voglio andare in India’. Lo portarono in India e vennero a Dharamsala. Ma anche qui disse: “Questo non è il mio posto”. Così, lo portarono all’Insediamento Tibetano di Mundgod nel sud dell’India. Quando raggiunsero il monastero di Ganden, il ragazzo disse loro: “Questo è il luogo a cui appartengo” e li condusse ad una delle case. Entrarono ed indicando un cassetto, disse: “I miei occhiali sono lì”. Aprirono il cassetto e gli occhiali erano proprio lì.
“Nel mio caso, da bambino, riconobbi i monaci nella comitiva alla ricerca della reincarnazione del Dalai Lama. Fui in grado di ricordare i loro nomi. Una delle principali procedure impiegate quando si cerca di riconoscere la reincarnazione di un Lama è mostrare al candidato un certo numero di oggetti. Se un bambino è in grado di riconoscere e selezionare quegli elementi che gli “appartenevano prima “, è considerato un segnale positivo. Tuttavia, questi ricordi svaniscono man mano che i bambini crescono.
“Un’altra cosa che potrebbe essere considerata significativa è che alcuni bambini sono in grado di studiare ed imparare molto più prontamente di altri. Ciò significa che hanno già familiarità col materiale dei loro studi delle loro vite precedenti. Nel mio caso imparai facilmente, il che potrebbe essere un segno di rivedere ciò che avevo imparato prima.”
Yulia Boitsova, ricercatrice presso il Laboratorio di Neurovisualizzazione, Istituto del Cervello Umano di San Pietroburgo, ha chiesto se ci sono segni esterni che rivelano che un praticante è entrato in una profonda meditazione concentrativa. Sua Santità ha prima notato che si possono distinguere due diversi modi di meditazione. La concentrazione univoca rafforza l’abilità mentale e focalizza la mente solitamente dispersa. Questa è una pratica comune. Inoltre, c’è la meditazione analitica che cerca una comprensione profonda.
La meditazione univoca è anche conosciuta come calma dimorante. La mente diventa calma e, di conseguenza, il battito cardiaco si riduce. Il meditante è fisicamente rilassato, il che contribuisce alla sua buona salute.
Geshé Ngawang Norbu del monastero di Sera Jé, dove è supervisore del Russian Science Center, ha chiesto a Sua Santità se esiste una pratica meditativa specifica che genera risultati simili indipendentemente dalla realizzazione spirituale dell’individuo. Sua Santità ha risposto che nelle indagini generali sulla meditazione univoca ed analitica le osservazioni esterne non differiscono molto. Tuttavia, è probabile che sia diverso quando l’oggetto di meditazione è particolarmente sottiile, ad esempio la vacuità,.
Il professor Svyatoslav Medvedev dell’Accademia Russa delle Scienze e fondatore dell’Istituto del Cervello Umano di San Pietroburgo ha comunicato che il suo team finora ha realizzato dei laboratori di ricerca negli insediamenti tibetani a Bylakuppe e Mundgod, esaminando 104 monaci in meditazione e, recentemente, è stato in grado di osservare un monaco al monastero di Gyutö che in “thukdam” per 37 giorni. Hanno invitato un medico legale ad esaminare il corpo fisico in vari stadi dopo la morte. Hanno dimostrato che il corpo di una persona in “thukdam” si trova in uno stato completamente diverso dal corpo di qualcuno che subisce il normale processo di morte. Questa è la loro prima prova scientifica.
Lev Yakovlev, uno studente universitario del Prof Alexander Kaplan, ha chiesto se nella vita ordinaria può essere sperimentato qualcosa di simile alla chiara luce. Sua Santità ha innanzitutto chiarito che l’applicazione di elettrodi all capo ed al corpo del soggetto per misurarne i sottili cambiamenti nel cervello o nella fisionomia non dovrebbe creare problemi.
Ha continuato spiegando che alcuni studiosi affermano che la dissoluzione delle 80 concezioni è seguita dalle tre visioni di aspetto biancastro, incremento rossastro e quasi raggiungimento del nero. Altri affermano che la loro dissoluzione avviene simultaneamente.
“Un modo per identificare i diversi livelli di coscienza”, ha osservato Sua Santità, “è prestare particolare attenzione al sonno, in conseguenza del quale potresti riconoscere la chiara luce del sonno, che è il livello più grossolano della mente di chiara luce.
“Ci sono persone che, mentre si addormentano, possono separare il loro corpo di sogno dal corpo fisico. C’è una storia in Tibet di un’anziana madre che racconta a suo figlio che avrebbe dormito per diversi giorni e gli chiese di non disturbarla durante quel periodo. Il suo corpo di sogno lasciò la sua forma fisica e viaggiò qua e là. Questo è un’abilità che alcune persone hanno, a causa di esperienze nelle loro vite precedenti. Quando si svegliò, fu in grado di descrivere le persone e gli eventi che aveva visto durante i suoi viaggi di cui altrimenti non avrebbe potuto avere esperienza.
Lobsang Phuntsok, un monaco-ricercatore del monastero di Sera Jé, ha chiesto a Sua Santità di commentare la differenza tra le persone che entrano veramente in “thukdam” e le altre la cui coscienza rimane a causa dell’attaccamento. Sua Santità ha convenuto che è possibile che, quando muoiono, la coscienza di alcune persone non se ne vada a causa del loro attaccamento a qualcosa di questa vita. Tuttavia, un vero praticante è in grado di entrare nel “thukdam” come risultato della visualizzazione quotidiana del processo di dissoluzione come parte della propria pratica tantrica. Ciò sarebbe coerente col tipo di vita che ha condotto.
Nikolai Syrov, un altro studente universitario del Prof. Alexander Kaplan, si è chiesto se il diverso ritmo della vita di questi tempi, rispetto ai tempi antichi, potrebbe influenzare la nostra capacità di meditare. La percezione di Sua Santità era che dipende più dal praticante che dalle circostanze. Jetsun Milarepa viveva come un povero mendicante in caverne vuote e questo rafforzò la sua pratica. Il suo maestro, Marpa Lotsawa, d’altra parte, viveva come un capofamiglia, ma era ancora in grado di coltivare una sana pratica di meditazione.
I monaci dovrebbero essere in grado di emulare l’esempio di Jé Tsongkhapa di studiare i testi classici, riflettere su ciò che apprendono e quindi acquisirne esperienza nella meditazione. Sua Santità ha citato l’esempio di Tongpön Rinpoché di Drepung, che fu il maestro di Tehor Kyorpön Rinpoché, che, a sua volta, fu il maestro di Gyen Nyima e Khensur Pema Gyaltsen. Grazie alla sua forte determinazione e forza interiore, fu in grado di mantenere una profonda meditazione anche mentre viveva in un monastero rumoroso e vivace.
Il professor Kaplan ha chiesto consiglio a Sua Santità sull’utilizzo di animali per esperimenti scientifici. Sua Santità ha ammesso che potrebbe essere possibile conoscere la relazione tra la mente, il cervello ed il corpo usando gli animali. Il punto chiave che ha sottolineato è che gli animali non dovrebbero essere danneggiati e dovrebbero essere trattati con compassione. Tali esperimenti dovrebbero far parte di una visione ampia a beneficio di tutti gli esseri viventi.
Konstantin Anokhin ha sollevato un’altra domanda sulla rinascita. Sua Santità ha osservato che per quelli di noi che non ne hanno memoria, le vite passate sono un fenomeno nascosto, giustificato solo dalla ragione. Per chi ha dei ricordi, sono un’esperienza.
“La rinascita implica la coscienza”, ha spiegato Sua Santità. “La coscienza consiste in una continuità di momenti di coscienza. La sua natura è chiarezza e consapevolezza. Le menti di tutte le creature coscienti sono così. Se proviamo a trovare un inizio alla coscienza, ci scontriamo con la necessità che sorga da una causa compatibile: questa è una coscienza precedente. Pertanto, concludiamo che la coscienza non ha inizio, perché la sua fonte deve essere un momento precedente di coscienza.
“Sebbene gli animali possano avere percezioni sensoriali più acute, gli esseri umani hanno un’intelligenza più acuta. Tuttavia, è la coscienza mentale che è cruciale per entrambi. Parliamo di vite passate sulla base della continuità della coscienza. La nostra coscienza più sottile non ha inizio né fine. Quindi, la mente va avanti vita dopo vita fino al raggiungimento della Buddità. “
Sua Santità ha detto a Lobsang Phuntsok che il fattore alla base del potenziale per combinare la scienza buddista con la scienza moderna è che entrambi i sistemi si basano sulla ragione e sulla logica. Ora la scienza è stata introdotta nei monasteri. Drepung Loseling ha un laboratorio di scienza e ricerca. Nel frattempo, lo studio della scienza è stato incluso nel curriculum di Gheshé. Allo stesso tempo, i monaci e le monache buddiste stanno aiutando gli scienziati moderni a comprendere meglio il funzionamento della mente.
Geshé Lodoe Sangpo ha chiesto se ci sono segni fisici evidenti che “thukdam” ha avuto luogo. Sua Santità ha riferito che il suo Tutore, Kyabjé Ling Rinpoché, gli aveva parlato di casi in cui una persona sembrava essere in uno stato di “thukdam”, ma in realtà era stata posseduta da uno spirito. Queste persone venivano facilmente respinte.
Sua Santità ha chiarito che, generalmente qualcuno che si pensa sia entrato in ‘thukdam’, dovrebbe essere noto per aver intrapreso una buona pratica spirituale fondata sui tre principi del sentiero: la determinazione a liberarsi dal samsara, la mente del risveglio o bodhicitta e la comprensione della vacuità d’esistenza intrinseca. Avrebbero dovuto coltivare una sana pratica tantrica che implicasse una coerente familiarità con le tre visioni ed il coinvolgimento dei tre corpi nel sentiero.
Il coordinatore del progetto Telo Tulku Rinpoché ha parlato a nome dell’intero gruppo di neuroscienziati e monaci ricercatori russi dei monasteri di Sera Jé, Sera Mé, Gaden Jangtsé, Shartsé, Drepung Gomang, Loseling, Tashi Lhunpo, Gyumé e Gyutö, esprimendo profonda gratitudine a sua Santità per i suoi consigli e sostegno. Rinpoché ha dichiarato che sarebbe onorato di continuare a servire Sua Santità come suo rappresentante in Russia, Mongolia e paesi della CSI. Ha pregato per la buona salute e la lunga vita di Sua Santità.
Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14736 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/how-to-study-meditation-by-scientific-methods ed il video tradotto in italiano http://it.dalailama.com/videos/come-studiare-la-meditazione-con-metodi-scientifici da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza.