Sua Santità il Dalai Lama: “Abbiamo un senso del sé perché parliamo del mio corpo, della mia parola, ma, se ci chiediamo dov’è l’ ‘”io” a cui queste facoltà appartengono, capiamo che l’ “io” è una semplice designazione. Non esiste nel modo in cui appare. Non è che non esista affatto, non esiste intrinsecamente, dal suo lato, di per sé.”
8 febbraio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India. Dopo che Lama Zopa Rinpoché questa mattina lo ha formalmente accolto online da Kathmandu, Sua Santità il Dalai Lama ha annunciato che Rinpoché gli aveva chiesto di insegnare “Riconoscere la madre: Una visione” e lui aveva felicemente acconsentito di farlo.
“Prima di tutto, il punto di vista qui menzionato è l’origine dipendente. Dico spesso che, mentre la nostra visione è l’origine dipendente, la nostra condotta è di non danneggiare gli altri. Entrambe queste idee hanno un’incidenza sulla pace nel mondo. Per quanto riguarda l’autenticità degli insegnamenti del Buddha, si dice che poco dopo la sua illuminazione il Buddha abbia così riflettuto:
Profondo e pacifico, libero da complessità, luminosità assoluta,
Ho trovato un Dharma simile al nettare.
Eppure, se dovessi insegnarlo, nessuno lo capirebbe,
Quindi rimarrò in silenzio qui nella foresta.
“Possiamo capire le parole, ‘profondo e pacifico’ come riferite al Primo giro delle sue istruzioni in cui ha rivelato le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785. “Libero da complessità” indica la perfezione della saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=8002 del secondo ciclo. La “luminosità non composta” si riferisce al contenuto del terzo ciclo di insegnamenti, in particolare la natura del Buddha https://www.sangye.it/altro/?p=8941 e il “Tathagatagarbha-sutra”.
“Nella prima fase dei suoi insegnamenti il Buddha si riferì alla vera sofferenza, alla vera origine, alla vera cessazione ed al vero sentiero. Per quanto riguarda la loro natura, ha dichiarato che la sofferenza deve essere conosciuta, l’origine deve essere eliminata e la cessazione deve essere realizzata coltivando il sentiero. L’origine da eliminare è il karma https://www.sangye.it/altro/?p=9960 e le afflizioni mentali. Per scoprire se la vera cessazione può essere raggiunta, dobbiamo esaminare se la sofferenza può essere superata”.
A questo proposito, Sua Santità ha citato un verso verso la fine del sesto capitolo di “Entrare nella via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259.
6.224 Illuminato dai raggi della luce della saggezza,
Il Bodhisattva vede chiaramente,
così come scorge un acino d’uva spina sul palmo della mano,
che i tre reami nella loro interezza sono non nati dall’inizio,
e, attraverso la forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione.
Poi ha aggiunto una strofa dai “400 versi” di Aryadeva
Come il senso tattile [pervade] il corpo
L’ignoranza è presente in tutte le [afflizioni mentali].
Vincendo l’ignoranza, anche tu
Supererai tutte le afflizioni mentali.
Sua Santità ha osservato che l’ignoranza può essere superata comprendendo l’origine dipendente. Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 allude ulteriormente al Bodhisattva.
Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione,
genera compassione per gli esseri privi di protezione.
Avanzando ulteriormente, con la sua saggezza oltrepasserà anche
tutti quelli nati dalla parola del Buddha e dai Buddha mediani. 6.225
All’apertura di “Entrare nella Via di Mezzo” Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 loda la compassione e la mente del risveglio:
[1.1] I Buddha nascono dai Bodhisattva.
La mente della compassione, la comprensione non dualistica,
e la mente altruistica dell’illuminazione: queste sono le cause dei Bodhisattva.
[1.2] La compassione sola è vista come il seme
del ricco raccolto d’un conquistatore, come l’acqua per la crescita,
e come il maturare a uno stato di gioia duratura,
per questo all’inizio lodo la compassione.
Sua Santità ha chiarito che l’illuminazione si ottiene attraverso l’unione di compassione e saggezza. Impiegando entrambi, tutte le contaminazioni mentali vengono eliminate, le afflizioni mentali e gli oscuramenti cognitivi. Chandrakirti si riferisce a questo alla fine del sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259.
E come il re dei cigni vola davanti ad altri cigni abili,
dispiegando le bianche ali della verità convenzionale ed ultima,
così il Bodhisattva, spinto dai potenti venti della virtù,
va all’eccellente sponda lontana: le qualità oceaniche dei conquistatori. 6.226
Sua Santità ha citato tre strofe chiave (6.34-6) https://www.sangye.it/altro/?p=3259 in cui Chandrakirti delinea i quattro errori logici che si verificherebbero se le cose possedessero un’esistenza oggettiva, se avessero un nucleo essenziale in sé e per sé. Questi sono (1) che l’assorbimento meditativo dell’essere Arya sulla vacuità sarebbe il distruttore dei fenomeni; (2) che sarebbe sbagliato insegnare che le cose mancano di esistenza ultima; (3) che l’esistenza convenzionale delle cose sarebbe in grado di resistere all’analisi finale della natura delle cose, e (4) che sarebbe insostenibile affermare che le cose sono vuote in sé e per sé.
Sua Santità considera questi tre versi molto potenti e li ripete a sé stesso e riflette regolarmente sul loro significato.
Quando si tratta di riflettere sulla natura del sé, un altro verso su cui fa affidamento può essere trovato nella “Saggezza fondamentale della via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906.
Non è gli aggregati né è diverso dagli aggregati
Gli aggregati non dipendono da lui, né dipende dagli aggregati.
Il Tathagata non possiede gli aggregati.
Cos’altro è il Tathagata? 22.1
Sua Santità ha osservato che spesso lo rielabora per riferirsi a sè stesso e ci riflette di conseguenza:
Non sono uno con gli aggregati, né diverso dagli aggregati,
Gli aggregati non sono dipendenti da me, né dipendo da loro.
Non possiedo gli aggregati.
Che altro sono?
“Quando in questo modo cerchi di individuare chi sei, e non riesci a trovare qualcosa che sia il sé, puoi concludere che il sé è una mera designazione. La vacuità è la mera negazione di un sé assoluto”.
Sua Santità ha toccato l’importanza, nello sviluppare una comprensione della visione della Via di Mezzo, di ascoltare un maestro qualificato e riflettere ancora ed ancora su ciò che ha detto. Ha fatto riferimento, in aggiunta, ai testi primari indiani che trattano della Madhyamaka: la “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna, “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti, il suo auto-commentario e “Parole chiare”, nonché i “Quattrocento Versi” di Aryadeva’.
“Nella ‘Lode al Sorgere Dipendente’ https://www.sangye.it/altro/?p=9109 di Jé Tsongkhapa”, ha continuato Sua Santità, “egli dice: “Ricevendo l’ordinazione nella via del Buddha, non essendo rilassato nello studio delle sue parole e con la pratica yoga di grande risolutezza, questo monaco si dedica a quel grande fornitore di verità.”
Sento di essere anch’io così. Ho ricevuto l’ordinazione da novizio davanti alla statua di Jowo a Lhasa e successivamente l’ordinazione a Bhikshu dal mio precettore, Ling Rinpoché.
“Ho studiato la Perfezione della Saggezza ed i testi di Jé Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=942 sulla Via di Mezzo: “Oceano del ragionamento” https://www.sangye.it/altro/?p=11191 – un ampio commentario alla “Saggezza fondamentale” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna; “Il Chiarimento del Pensiero” – un ampio commentario su “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259, la sezione speciale di approfondimento del “Grande Trattato sulle fasi del sentiero” https://www.sangye.it/altro/?cat=110, la sezione speciale di approfondimento del “Trattato di media lunghezza sulle fasi del sentiero” e “Essenza dell’Eloquenza” https://www.sangye.it/altro/?p=1062 – un trattato che differenzia i significati provvisori e definitivi delle scritture.
“Pertanto, spero di poter ottenere una certa esperienza di vera cessazione. Per quanto riguarda il punto di vista della Via di Mezzo, ne ho ricevuto spiegazioni che ho compreso, riflettuto e con cui ho familiarizzato anche nei sogni. Forse non ho raggiunto un’esperienza completa nella meditazione, ma ho acquisito una certa esperienza. Testi come questo “Riconoscere mia madre” ci ricordano questo punto di vista. Un altro lavoro che ho trovato utile è “Debate Between Wisdom and the Reifying Habit” del Panchen Lobsang Chögyan.
“Ho ricevuto spiegazioni su questo testo dal mio tutore, Ling Rinpoché e da Geshé Tenpa Tenzin del monastero di Drepung.”
Sua Santità ha letto vivacemente le strofe, aggiungendo commenti qua e là. Ha notato che la madre qui si riferisce alla vacuità. Poiché le cose non esistono nel modo in cui l’ignoranza erroneamente le concepisce, ecco un’opportunità per noi di comprendere la realtà. La dualità si verifica a causa del nostro attaccamento al malinteso della vera esistenza. Padre, qui, si riferisce all’oggetto da indagare.
Sua Santità ha notato che l’ottavo verso include un’espressione di umiltà e che nel nono verso Manjushrigarbha si riferisce a Tsongkhapa.
Kyörpön Rinpoché ha dichiarato che se studi i cinque trattati di Tsongkhapa sulla Via di Mezzo, non sarai sopraffatto dalla sofferenza. Sua Santità ha chiarito che dobbiamo trovare la vacuità dentro di noi.
Alcuni studiosi presi dalla terminologia sembrano negare la presenza d’una lepre con le corna, lasciando invece intatto l’oggetto dall’aspetto quotidiano di solidità.
Altri studiosi suggeriscono che le cose debbano avere una certa esistenza, altrimenti non sarebbe possibile parlare di cognizione valida e del suo oggetto. Tuttavia, ciò che è chiaro è che le cose esistono, ma non nel modo in cui sembrano.
Sua Santità ha citato l’osservazione di Jé Rinpoché nei “Tre aspetti principali del sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489 che “La realtà apparente confuta l’estremo dell’esistenza o eternalismo, mentre la vacuità rifiuta l’estremo dell’inesistenza o nichilismo“.
La strofa 13 menziona le scuole di pensiero buddhiste dai Vaibhashika fino agli Svatantrika Madhyamaka, che non sono in grado di ipotizzare con precisione l’origine dipendente. I versi seguenti si riferiscono ai modi in cui le diverse tradizioni buddhiste tibetane si riferiscono all’unione di chiarezza e consapevolezza con la vacuità, non solo secondo la spiegazione Sutrayana, ma anche in termini di mente di chiara luce spiegata dai tantra. Questa si manifesta dopo la dissoluzione delle tre visioni ed è la mente impiegata per realizzare la vacuità. I diversi termini che le varie tradizioni usano si riferiscono tutti alla mente più sottile di chiara luce.
Sua Santità ha letto i versi rimanenti dell’ode e ha dichiarato di aver ricevuto l’insegnamento che aveva appena conferito, da Ling Rinpoché. Tra le note di quest’ultimo ci sono dei versi dal “Dibattito tra l’ignoranza e la saggezza” del Panchen Lobsang Chögyan di cui ha letto i seguenti versi.
Quando, osservando gli aggregati, ti nasce un senso di “io”
E puoi accertare attraverso una cognizione valida che questo ‘io’
Non è veramente stabilito come sembra,
Anche se è così che ti sembra,
Quindi puoi distruggere [il fraintendimento della vera esistenza], cosa che altrimenti non potresti fare.
Quando osservi gli aggregati e pensi: “Io sono …”,
E percepisci una negazione non affermativa, la semplice negazione
Di un [‘io’] veramente stabilito – come oggetto appreso [della cognizione della mancanza del sé],
Senza perdere la forza di [questa consapevolezza] e mantenendola con intensa chiarezza,
Sei libero dal torpore mentale e dall’eccitazione, quindi distruggi l’esistenza oggettiva di quell’ ‘io’.
Se, dopo aver osservato gli aggregati,
pensi: “Io non esisto!”
Diventi abile nel sostenere questa percezione della visione.
Il che contrasta il senso di un “io” [concreto, effettivo].
Puoi così respingere il [falso senso di] un ‘io’.
Tuttavia, [coloro che possono farlo] sono rari come le stelle di giorno.
Successivamente, Sua santità ha osservato che, poiché è quasi il Losar, il capodanno tibetano, ha deciso di cogliere l’occasione per condurre una cerimonia per generare la mente di risveglio di bodhicitta. Ha offerto gli auguri di Capodanno ai tibetani ovunque si trovassero, ai ladakhi, alle persone della regione himalayana ed ai mongoli. Ha consigliato ai suoi ascoltatori di controllare le loro menti ed esaminare ciò che hanno ottenuto nell’anno appena trascorso in relazione allo studio, alla riflessione ed alla meditazione. Ha consigliato loro di prendere una risoluzione per fare del loro meglio nel prossimo anno.
Ha aggiunto d’essere in grado di vedere online ed in televisione come i tibetani in Tibet rimangono fortemente devoti ad Avalokiteshvara. È anche consapevole che la fede che hanno in lui porta loro la pace della mente. Ancora una volta, ha offerto loro Tashi Delek per il Losar.
“Oggi, anche gli scienziati hanno sviluppato il rispetto per le tradizioni che abbiamo mantenuto in vita”, ha detto loro. “Voi in Tibet e noi in esilio dobbiamo continuare a preservare la nostra lingua, cultura e religione. Nelle nostre scuole in esilio i nostri studenti imparano anche a conoscere la mente e come usare la ragione. I nostri monasteri riedificati hanno formato migliaia di Geshé. Alcuni di voi potrebbero trovarsi sotto il dominio cinese, ma potete riflettere sul fatto che la conoscenza che abbiamo preservato è un qualcosa che possiamo condividere col popolo cinese. Questo è quello che volevo dirvi per il Losar. “
Sua Santità ha quindi iniziato la cerimonia per generare bodhicitta, ricordando ciò che Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15 aveva da dire sulle sue straordinarie qualità.
Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci anche la felicità nell’esistenza ciclica? 8/131 https://www.sangye.it/altro/?p=2418
Procedendo in questo modo di felicità in felicità, quale persona pensante si dispererebbe, dopo essere salita sulla carrozza, la Mente del Risveglio, che elimina ogni stanchezza e fatica? 7/30 https://www.sangye.it/altro/?p=2412
Ha concluso ribadendo che questo è stato il suo regalo per il Losar, soprattutto ai tibetani in Tibet, il cui spirito rimane imperterrito.
Nel rispondere alle domande dei membri del pubblico di tutto il mondo, Sua Santità ha chiarito che uno dei suoi impegni è portare la pace nel mondo ed in particolare ad incoraggiare l’armonia interreligiosa. Alcune persone credono che tutti siano la creazione di un Dio, che considerano colmo d’amore. Tuttavia, il messaggio principale di tutte le religioni, ha aggiunto, è aiutare gli altri. Anche all’interno della tradizione buddista ci sono sostenitori di diversi punti di vista filosofici, ma il messaggio principale non è fare del male, ma aiutare gli altri ovunque sia possibile.
Ha consigliato che è importante che coloro che sono molto malati o morenti siano in uno stato d’animo pacifico piuttosto che agitato. Pertanto, coloro che si prendono cura di loro farebbero bene a mantenerli calmi. Se la persona malata ha fede, è bene ricordarglielo.
Sua Santità si è detto vicino a coloro che non sono in grado di avere il tipo di interazioni sociali a cui sono abituati a causa della pandemia Covid. Ha suggerito che le restrizioni sociali offrono l’opportunità di leggere e studiare, sottolineando che i praticanti spirituali conducono la loro pratica in solitudine.
Alla domanda su come conciliare l’illuminazione improvvisa con un approccio più graduale, Sua Santità ha spiegato che i praticanti di Mahamudra https://www.sangye.it/altro/?p=10482 e Dzogchen https://www.sangye.it/altro/?p=10888 non si concentrano tanto sugli oggetti esterni quanto sulla vacuità delle loro menti. Dzogchen https://www.sangye.it/altro/?p=10522 si riferisce a “rigpa”, consapevolezza incontaminata ed il praticante cerca di mantenere quella consapevolezza non toccata da concezioni errate dell’esistenza intrinseca. La natura luminosa della mente, la chiarezza e la consapevolezza della mente e la mente chiara e chiara che si manifesta dopo la dissoluzione delle tre visioni hanno tutte a che fare con la vacuità della mente.
La “Lampada per i cinque stadi” afferma che in seguito alla dissoluzione dei costituenti si manifesta la mente di chiara luce. I pensieri discorsivi vengono dismessi. Le ottanta concezioni e le energie del vento vengono ritirate. Tutte le concezioni si dissolvono. Questo è uguale in tutte le tradizioni: Geluk, Sakya, Nyingma e Kagyu.
Sua Santità ad un altro interlocutore ha risposto che abbiamo un senso del sé perché parliamo del mio corpo, della mia parola, ma, se ci chiediamo a dov’è l’ ‘”io” a cui queste facoltà appartengono, capiamo che l’ “io” è una semplice designazione. Non esiste nel modo in cui l’ “io appare. Non è che non esista affatto, non esiste intrinsecamente, dal suo lato, di per sé.
Sua Santità ha riconosciuto la polarizzazione che si può osservare in molti ambienti e l’ha attribuita all’abitudine di vedere gli altri in termini di “noi” e “loro”. I bambini piccoli non fanno queste distinzioni. Imparano solo a riconoscere le differenze tra i loro compagni quando vanno a scuola. Ha sottolineato che tutti sono uguali nel voler essere felici ed evitare la sofferenza. Ha aggiunto che, poiché l’economia globale non conosce confini, e, poiché la crisi climatica ci colpisce tutti, dobbiamo prendere in considerazione l’intera umanità. Ha espresso la sua ammirazione per lo spirito dell’Unione Europea, i cui membri hanno deciso di lavorare per il bene dell’intera unione e di lasciarsi alle spalle le inimicizie del passato.
Chiarendo che la comprensione dell’impermanenza sottile, il riconoscimento che le cose cambiano di momento in momento, aiuta a contrastare il senso che possiamo avere di un sé permanente, Sua Santità ha affermato che non è una base sufficiente per realizzare la vacuità.
Lama Zopa Rinpoché, parlando in tibetano, ha espresso la sua gratitudine a Sua Santità a nome della FPMT per il suo insegnamento odierno e per quelli che ha conferito in molti anni. Ha espresso una dedica formale ed ha offerto un mandala.
In risposta, Sua Santità ha dichiarato: “Lama Zopa Rinpoché ed io ci conosciamo da molto tempo. Siamo amici fidati. Tu e il tuo insegnante Lama Thubten Yeshe avete fondato molti centri in tutto il mondo per aiutare gli altri. Rinpoché, hai fatto del tuo meglio, grazie. Sii determinato a continuare i tuoi sforzi. Quello che hai ottenuto non può essere trascurato. Grazie e Tashi Delek. “
Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14552 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.youtube.com/watch?fbclid=IwAR3oDOEZQTSMWmE1YzqgXCl6wkq5-DL7UbUM9esFvjM80mFui37FZps00-I&v=XRLVAwW78P8&feature=youtu.be, https://www.dalailama.com/videos/recognizing-my-mother-an-experiential-song-on-the-view, guarda il video tradotto in italiano da Fabrizio Pallotti https://www.youtube.com/watch?fbclid=IwAR3oDOEZQTSMWmE1YzqgXCl6wkq5-DL7UbUM9esFvjM80mFui37FZps00-I&v=PqdHdSanGpM&feature=youtu.be