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Insegnamenti per il 601° anniversario della scomparsa di Jé Tsongkhapa
Dicembre 12th, 2020 by admin

Sua Santità il Dalai Lama legge dal testo di Jé Tsongkhapa durante i suoi insegnamenti virtuali dalla sua residenza a Dharamsala, HP, India, il 10 dicembre 2020. Foto di Ven Tenzin Jamphel

10 dicembre 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Oggi è il ‘Ganden Ngamchö’, l’anniversario della scomparsa di Jé Tsongkhapa. Mentre Sua Santità il Dalai Lama entra nella stanza della sua residenza da cui parla al mondo via internet, il canto costante delle lodi “Mig-tse-ma” https://www.sangye.it/altro/?p=1415 a Tsongkhapa si ode da uno dei monasteri dell’India meridionale. In seguito Sua Santità si è unito al “Canto delle Montagne nevose Orientali” la lode a Tsongkhapa di Gendun Drup, il Primo Dalai Lama.

“Oggi commemoriamo l’anniversario della scomparsa di Jé Rinpoché” https://www.sangye.it/altro/?p=942 ha dichiarato Sua Santità. “È stato il principale commentatore tibetano degli insegnamenti essenziali del Buddha”. La sua qualità eccezionale è stata quella di aver acquisito una grande conoscenza e di mettere in pratica ciò che ha imparato. E qualsiasi cosa abbia sperimentato come risultato, l’ha condivisa con noi.
“Tra tutti i grandi maestri del Tibet, Jé Rinpoché era uno di quelli che si concentrava sui punti difficili della dottrina. Lo vediamo in quello che ha scritto, soprattutto nelle sue cinque opere che trattano della vacuità secondo la visione Madhyamaka: la sezione della visione speciale del “Grande trattato del lam rim” https://www.sangye.it/altro/?cat=110 ; la sezione della visione speciale del “Trattato
intermedio del lam rim”; “Oceano dei ragionamenti” – il suo commentario alla “Saggezza fondamentale della via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna e “Illuminazione del pensiero” – il suo commentario all'”Entrata nella via di mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti, così come all'”Essenza della vera eloquenza”.

In quest’ultimo testo Jé Rinpoché ha evidenziato tre strofe (n. 34, 35 e 36) dal sesto capitolo di ‘Entrare nella via di mezzo’ che descrivono le quattro logiche fallaci che ne deriverebbero se le cose avessero un’esistenza oggettiva in sé e per sé. Ogni giorno recito queste tre strofe per me stesso”.
Sua Santità ha citato un verso del “Destino compiuto” di Tsongkhapa, che illustra la sua attitudine allo studio e
d alla pratica.
All’inizio, ho cercato di imparare molto.
Nel mezzo, tutti gli insegnamenti mi sono sorti come istruzioni spirituali.
Alla fine, ho praticato giorno e notte.
Ho dedicato tutta questa virtù affinché il
Dharma fiorisse.

Un altra strofa della famosa preghiera, “Cento divinità della Terra della Gioia”, lo descrive così:
In quest’epoca degenerata,

ti sei sforzato di apprendere e meditare a lungo,
Abbandonando le otto preoccupazioni mondane,

hai dato un senso a questa vita di libertà e ricchezze.
O Signore Protettore,
rallegriamoci sinceramente
Delle tue azioni prodigiose.
“Come suoi seguaci – ha osservato Sua Santità –
questo è il modo in cui anche noi dovremmo praticare. Studiate i grandi trattati, specialmente i cinque testi sulla Madhyamaka che ho già citato, ma ricordate che lo scopo è di integrare dentro di noi gli insegnamenti.

“Qui, in esilio, abbiamo riedificato i tre grandi monasteri di Drepung, Ganden e Sera, ed altri centri di studio, dove monaci e monache approfondiscono i cinque grandi temi. Questo è ciò che ci qualifica come custodi della Tradizione di Nalanda. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista la necessità di integrare nella pratica ciò che abbiamo imparato”.
All’apertura delle pagine d
ella “Lode alla relazione dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=1657 Sua Santità ha citato per la prima volta una strofa alla fine del testo che illustra ulteriormente le ammirevoli qualità di Tsongkhapa.
Ricevere l’ordinazione alla via del Buddha
senza pigrizia nello studio delle sue parole,
e con la pratica meditativa d
ella grande determinazione,
questo monaco si dedica a quel grande rivelatore di realtà.

Mentre leggeva velocemente i versi, ha
accennato ai Dodici Anelli del Sorgere Dipendente https://www.sangye.it/altro/?p=6603, https://www.sangye.it/altro/?p=3430, https://www.sangye.it/altro/?p=6858 che mostrano, non solo come rimaniamo intrappolati nell’esistenza ciclica, ma anche come, per liberarcene, possiamo superare l’ignoranza. Sua Santità ha osservato che, se le cose avessero un’esistenza intrinseca, nulla potrebbe cambiare e che, per quanto riguarda l’interdipendenza, Choné Lama Rinpoché ha detto che la dipendenza non nega il vacuità, e che “sorgere” significa che le cose sono conformi alle convenzioni del mondo.
Sua Santità ha osservato che non abbiamo bisogno di resoconti storici della vita di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 per sapere com’era, l’importante è leggere ciò che ha scritto e
d abbiamo le opere di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 per aiutarci a capirlo.
Prima di iniziare a leggere il “Cantico dell’Esperienza Spirituale” https://www.sangye.it/altro/?p=1654 che è una sintesi del lam rim, Sua Santità ha sottolineato che questo genere è iniziato con Atisha https://www.sangye.it/altro/?cat=96 che ha presentato il sentiero in termini di persone
dalle tre capacità. Egli ha sottolineato che lo scopo dello studio e della pratica non è solo quello di superare le nostre afflizioni mentali, ma anche le oscurazioni cognitive che esse lasciano. Questo è il modo di praticare il sentiero completo.

Toccando la generazione della mente del risveglio di bodhicitta, Sua Santità ne ha menzionato due approcci: l’uno di Una Causa ed Un Effetto in Sette Punti https://www.sangye.it/altro/?p=6610 e l’altro di Eguagliare e Scambiare Sé stessi con gli Altri https://www.sangye.it/altro/?p=6607, https://www.sangye.it/altro/?p=2184. Quest’ultimo metodo è esplicitamente insegnato nella “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?cat=15 di Shantideva, ma, ha osservato Sua Santità, la sua popolarità era diminuita nel Tibet centrale. Questo è uno dei motivi per cui ha voluto ricevere una spiegazione da Khunu Lama Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=6403 dopo essere arrivato in India.
Agli ultimi versi del testo, Sua Santità ha osservato che, seguendo il ragionamento di Chandrakirti, non si può trovare nulla che abbia un’esistenza oggettiva.
Il terzo testo letto da Sua Santità, i “Tre aspetti principali del sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489 è stato composto in risposta ad una richiesta di Tsakho Ngawang Drakpa. Venendo ai versi che nominalmente trattano della generazione della mente del risveglio, Sua Santità ha accennato al fatto che, applicandoli a sè stesso, li trova un potente stimolo per generare la determinazione alla liberazione dal samsara.
Per quanto riguarda la visione corretta, Tsongkhapa è succinto: le apparenze confutano l’estremo dell’esistenza, eternalismo, la vacuità confuta l’estremo della non esistenza, nichilismo; quando si comprende il sorgere di causa ed effetto dal punto di vista della vacuità, non si è catturati da nessuna delle due visioni estreme.
Dopo aver letto tre opere chiave di Jé Rinpoché, Sua Santità ha condotto una breve cerimonia per generare la mente del risveglio di bodhichitta. Alla fine ha chiesto ai suoi ascoltatori di impegnarsi a praticare come Jé Rinpoché ha insegnato, ed a integrare ciò che imparano.
Di tre tulku che hanno posto brevi domande che hanno ricevuto brevi risposte, Lelung Rinpoché ha rivelato che ha dei sogni in cui gli si chiede di pregare per la lunga vita di Sua Santità e di chiedergli di continuare a dare insegnamenti sul profondo e vasto.

“Quando vedo delle immagini del Tibet – ha risposto Sua Santità – e sono consapevole della devozione del popolo tibetano, sento l’urgenza di vivere a lungo”. Il popolo tibetano ha riposto in me una tale speranza e fiducia che vivrò a lungo.
“Quando siamo venuti in esilio, all’esterno non si sapeva molto del buddismo tibetano. Da allora la situazione è cambiata e credo che abbiamo dato il nostro contributo.
“Mi è stato detto che Kathok Getsé, uno studioso all’epoca del Settimo Dalai Lama, predisse che avrei vissuto fino all’età di 113 anni. A causa della devozione dei tibetani sento che potrei vivere fino a 110 anni e prego di vivere così a lungo – e tutti voi dovreste unirvi a me in queste preghiere”.
Mentre era in corso la preghiera di dedica Sua Santità ha indossato il cappello da pandit, e così è terminato l’incontro.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14471 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. http://it.dalailama.com/videos/lode-alla-relazione-dipendente-di-tsongkhapa-e-il-sentiero-verso-lilluminazione-conciso-traduzione-italiana, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/145745596974570, https://www.facebook.com/DalaiLama/videos/418796825921864,


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