Sua Santità il Dalai Lama: “Sento di aver fatto dei progressi nel trasformare me stesso e voi potete fare lo stesso. Ricordate, i Buddha non lavano via con l’acqua le azioni impure, né rimuovono con le loro mani le sofferenze degli esseri. Né trapiantano la propria realizzazione negli altri. È insegnando la verità della origine dipendente che liberano (gli esseri). Se studiate, riflettete e meditate sugli insegnamenti, la trasformazione è a portata di mano.”
4 ottobre 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – “Oggi vorrei salutare tutti voi”, così dicendo Sua Santità il Dalai Lama ha iniziato il terzo giorno della sua spiegazione della ‘”Essenza della Vera Eloquenza” di Tsongkhapa principalmente per i Buddisti taiwanesi. “La preghiera che recitate alla fine del “Sutra del Cuore” dice” Possa … entrare nelle pratiche di un Bodhisattva”. Forse questa dovrebbe essere più una determinazione che un semplice desiderio: “Entrerò nelle pratiche di un Bodhisattva”. “Per quanto profonda possa avere un’esperienza di vacuità, non ti consentirà di superare gli ostacoli alla conoscenza. Per farlo hai bisogno anche di bodhicitta. “Entrare nella Via di Mezzo” rende omaggio alla compassione perché la compassione, all’inizio è il seme del raggiungimento della Buddità. Nel mezzo, la compassione è il fattore che aumenta la bodhicitta e, quando raggiungi la Buddità, ti spinge a servire gli altri.
“Combinando bodhicitta con la saggezza della comprensione della vacuità supererai tutte le contaminazioni, gli ostacoli alla conoscenza e le emozioni afflittive. Quando vedrai degli esseri senzienti soffrire, non sarai in grado di sopportarlo e ti impegnerai ad aiutarli.
“Riprendiamo a leggere il testo. Verso la fine c’è un esame delle affermazioni dei sostenitori della Via di Mezzo Autonomista e poi delle affermazioni dei Conseguenzialisti. Nella sua “Lode al Buddha per l’insegnamento del sorgere dipendente” https://www.sangye.it/altro/?p=1657 scrive Jé Tsongkhapa: “A causa del ragionamento del sorgere dipendente non ci basiamo su nessuna delle due visioni estreme. Il sorgere dipendente è l’insegnamento più significativo del Buddha”.
Sua Santità alludeva ai quattro errori logici che, nel suo “Entrare nella Via di Mezzo“, Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=3259 spiega che sarebbero derivati se le cose avessero un’esistenza oggettiva: (1) che l’assorbimento meditativo dell’essere Arya sulla vacuità sarebbe il distruttore dei fenomeni; (2) che sarebbe sbagliato insegnare che le cose mancano di esistenza ultima; (3) che l’esistenza convenzionale delle cose sarebbe in grado di resistere all’analisi finale della natura delle cose e (4) che sarebbe insostenibile affermare che le cose sono vuote in sé e per sé.
Sua Santità ha rivelato che riflette su questi quattro punti ogni giorno nella sua meditazione. Che, si pensa al sé della persona, della coscienza o di qualsiasi altra cosa: tutto sembra avere una sorta di esistenza oggettiva e indipendente. Quando l’oggetto della negazione appare alla tua mente e desideri confutarlo, stai conducendo un’analisi di come esistono le cose.
1) La mente dell’essere Arya è assorbita nella vacuità in seguito alla sua stessa analisi sul fatto che le cose abbiano delle caratteristiche intrinseche. Se avessero avuto tali caratteristiche, sarebbero state trovate dalla mente dell’essere Arya. Se le cose avessero un’esistenza intrinseca, l’equilibrio meditativo dell’essere Arya sulla vacuità sarebbe un distruttore di quell’entità – (che è logicamente assurdo).
Se le caratteristiche intrinseche delle cose dovessero sorgere in modo dipendente,
le cose verrebbero distrutte negandole;
la vacuità sarebbe allora causa di distruzione delle cose.
Ma questo è illogico, quindi non esistono entità reali. 6.34
2) Se le cose avessero un’identità intrinseca, senza dipendenza da altri fattori, la realtà convenzionale dovrebbe resistere all’analisi ultima, il che è logicamente assurdo. Se potessimo indicare un’identità, dovrebbe resistere all’analisi finale. Tuttavia, lo Yogi non trova nulla, né questo né quello, da indicare. Altre scuole dicono che un oggetto di cognizione valida deve essere qualcosa di oggettivo là fuori, ma una cognizione valida è una cognizione in base alla quale l’oggetto esiste come percepito.
Le scuole inferiori di pensiero dicono che dovrebbe esserci una cognizione valida con caratteristiche auto-definite. Se così fosse, quell’oggetto resisterebbe all’analisi finale. In effetti, non c’è oggetto che abbia un’esistenza intrinseca, ma è convenzionalmente designato.
Pertanto, quando tali fenomeni vengono analizzati,
nulla si trova come loro natura a parte la talità.
Quindi, la verità convenzionale del mondo quotidiano
non deve essere sottoposto ad analisi approfondite. 6.35
Se le cose avessero un nucleo essenziale in sé e per sé, porterebbero all’errore logico dell’analisi finale della realtà convenzionale.
3) Se le cose con un nucleo essenziale derivassero da una causa, la produzione ultima non potrebbe essere negata. 4) L’insegnamento del Buddha che i fenomeni sono vuoti di auto-natura non sarebbe vero. Quando diciamo che qualcosa è vuoto, si dice che proprio la cosa che stiamo analizzando è vuota di esistenza intrinseca o di auto-natura o di natura propria.
Nel contesto della talità, alcuni ragionamenti non consentono il sorgere
da sé o da qualcos’altro, e quello stesso ragionamento
li impedisce anche a livello convenzionale.
Allora, con quali mezzi viene stabilito il tuo sorgere? 6.36
Cose vuote dipendenti dalle convergenze,
come i riflessi e così via, non sono sconosciute. 6.37
“Le cose non hanno esistenza dal loro lato,” ha chiarito Sua Santità, “sono designate. Sorgono a seconda delle condizioni. Quando parli di vuoto o vacuità di forma, una cosa fisica, la forma viene analizzata e trovata priva di esistenza intrinseca.
“Questi quattro errori logici o assurdità sono menzionati nella “Essenza della Vera Eloquenza” di Jé Rinpoché e nella sezione speciale del “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero” https://www.sangye.it/altro/?cat=110.
La ‘Essenza della Vera Eloquenza’ dice:
Questa (negazione eccezionale) viene realizzata nella “Introduzione alla Via Centrale” (Entrare nella Via di Mezzo / Madhyamakavatara https://www.sangye.it/altro/?p=3259) da tre ragionamenti espressi nei versi di base ed uno nel commentario.
Il primo di questi (è chiamato) “la conseguenza che il santo equilibrio distruggerebbe i fenomeni”, (366)
(Il secondo dei quattro ragionamenti eccezionali è chiamato) la “conseguenza che la realtà convenzionale potrebbe resistere all’analisi” (367)
(Il terzo dei quattro ragionamenti eccezionali è chiamato) “la conseguenza della non negazione della produzione ultima”, (373)
(Il quarto dei quattro ragionamenti eccezionali è chiamato la conseguenza della) “erroneità dell’affermazione (scritturale) che le cose sono vuote di realtà intrinseca”. (374)
“Le cose sono semplicemente designate dal nostro pensiero, linguaggio e concetti. La vacuità non rende i fenomeni vuoti in quanto tali: i fenomeni sono vuoti di realtà intrinseca. Le cose sono di per sé stesse vuote. Non sono vuote di qualcos’altro. Questo è uno dei punti principali di Jé Rinpoché in questo libro.
‘Entrare nella Via di Mezzo’ afferma che quando i Bodhisattva raggiungono il primo terreno, eclissano per lignaggio gli Shravaka ed i Pratyekabuddha. Quando raggiungono il settimo livello, li eclissano grazie all’intelligenza. Chandrakirti lo afferma anche nel suo auto-commentario e, così facendo, afferma che gli esseri Arya, rispetto agli Shravaka ed ai Pratyekabuddha, hanno anche la realizzazione diretta della vacuità.
“Realizzare la mancanza del sé grossolano della persona può aiutare a sopprimere un certo grado di attaccamento ad un sé della persona veramente esistente, ma, come le pratiche non buddiste, non supererà tutte le contaminazioni.
“Per realizzare completamente la mancanza del sé della persona, è necessario realizzare la mancanza del sé dei fenomeni. Chandrakirti cita un verso dalla “Preziosa Ghirlanda” https://www.sangye.it/altro/?p=2788 di Nagarjuna:
Fino a quando si concepiscono gli aggregati (come veramente esistenti)
esiste di conseguenza la concezione dell’io (veramente esistente).
Inoltre, quando esiste la concezione dell’io (veramente esistente),
c’è azione e collegata ad essa c’è anche la nascita. (35)
“Ho avuto una volta un’esperienza leggendo la ‘Illuminazione del pensiero’ di Tsongkhapa, il suo commentario a ‘Entrare nella via di mezzo’, e mi sono sentito come se fossi stato colpito da un fulmine. Sembrava che il sé non avesse una vera esistenza, ma, quando ho fatto riferimento a questi versi della “Preziosa Ghirlanda” ho capito che non è sufficiente sentire che il sé non esiste. Devi essere in grado di vedere che il sé manca di vera esistenza ed è semplicemente designato. Finché non sarai in grado di superare l’oggettivazione degli aggregati, non sarai in grado di realizzare pienamente la mancanza del sè della persona. Questo verso della “Preziosa Ghirlanda” è particolarmente rilevante.
“Ogni giorno rifletto su queste quattro assurdità logiche menzionate nello ‘Entrare nella via di mezzo’ e nella ‘Essenza della Vera Eloquenza’. Noi tibetani siamo inclini a recitare il Mantra di Cenresi, ma faremmo bene a riflettere ogni giorno anche su questi quattro punti.
“Dobbiamo pensare alla vacuità, ma dobbiamo anche coltivare bodhicitta. Il “Bodhicharyavatara” https://www.sangye.it/altro/?cat=15 di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=2340 è il testo migliore per aiutarci a sconfiggere i nostri atteggiamenti egoistici. Afferma abbastanza chiaramente: https://www.sangye.it/altro/?p=2418
129 Tutte le gioie di questo mondo vengono dal desiderio che gli altri raggiungano la felicità, ed ogni sofferenza di questo mondo viene dai desideri egoistici che io esprimo.
130 Necessitano forse altre spiegazioni? Basta guardare la differenza che vi è fra Buddha e gli sciocchi, i primi si preoccupano del bene di tutti, i secondi egoisticamente solo del loro.
131 Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci anche la felicità nell’esistenza ciclica?
“Non vogliamo la sofferenza, vogliamo essere felici, ma creiamo ogni sorta di sofferenza e di problemi nel mondo per egocentrismo. Se permettiamo a noi stessi di essere fuorviati dall’egocentrismo, non raggiungeremo la Buddità.
7/30 Procedendo in questo modo di felicità in felicità, quale persona pensante si dispererebbe, dopo essere salita sulla carrozza, la Mente del Risveglio, che elimina ogni stanchezza e fatica? https://www.sangye.it/altro/?p=2412
“Medito ogni giorno sulla vacuità e sulla bodhicitta. Incoraggio anche voi a farlo. Questi due punti costituiscono la nostra pratica principale. Studiateli, riflettete su di loro e meditateli “.
Sua Santità ha pensato di completare l’attuale serie di insegnamenti con una breve cerimonia per coltivare bodhicitta. Ha quindi raccomandato ai discepoli di immaginare il Buddha Shakyamuni nello spazio sopra di sè accompagnato dagli otto discepoli stretti, i Bodhisattva ed i grandi maestri indiani come Nagarjuna.
Nella sua “Lode alla Bodhichitta”, Khunu Lama Rinpoché scrisse: “Per avere una mente rilassata, dovresti praticare bodhicitta. Avvantaggiare gli altri e ottenere una rinascita elevata nella tua prossima vita sono risultati che derivano dalla coltivazione di bodhicitta. Bodhichitta è l’unico fattore che porta beneficio a sè stessi ed agli altri.
Sua Santità ha recitato i versi essenziali della cerimonia e ha invitato i discepoli a meditare sulla bodhicitta.
Prendo rifugio nei Tre Gioielli;
Confesso ogni singola azione negativa.
Mi rallegro delle virtù di tutti gli esseri.
Prendo a cuore lo stato di Buddità.
Prendo rifugio fino all’illuminazione
Nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Assemblea,
Per realizzare gli obiettivi miei e degli altri
Sviluppo la mente del risveglio.
Avendo sviluppato l’aspirazione alla più alta illuminazione,
Invito tutti gli esseri senzienti come miei ospiti,
Metterò in atto le deliziose pratiche supreme illuminanti.
Possa io diventare un Buddha a beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Per completare la cerimonia, ha ripetuto alcuni versi celebrativi dal Bodhicharyavatara https://www.sangye.it/altro/?cat=15.
26/3 “La mia vita ha dato oggi un grande frutto: avendo avuto la fortuna della preziosa rinascita umana sono nato nella famiglia del Buddha. Ora sono il figlio del Buddha.
27/3 Perciò qualunque atto io compia da oggi in poi esso sarà in accordo con gli insegnamenti di questa nobile famiglia. Mai io porterò disonore a questo lignaggio elevato e puro ne mai lo contaminerò.
28/3 Allo stesso modo in cui un cieco scopra fra i rifiuti una pietra preziosa, nello stesso modo fortunoso ha avuto in me la generazione di bodhicitta.
Sua Santità ha aggiunto che durante le pratiche tantriche è consuetudine impegnarsi in mezzi per scacciare entità potenzialmente interferenti, ma, nel contesto di bodhicitta, non c’è nessuno che si possa considerare un nemico.
Nel rispondere alle domande del pubblico, Sua Santità ha accennato alla mancanza del sè della persona e dei fenomeni. Per quanto riguarda la “sofferenza automatica”, ha spiegato che si riferisce alla sofferenza che continuamente ci accompagna. Abbiamo avuto idee sbagliate sulla vera esistenza per un tempo senza inizio, per cui la sofferenza ci accompagna per tutta l’esistenza ciclica.
In risposta ad una domanda sulla perfetta felicità, ha citato i versi di “Entrare nella via di mezzo”.
Così, illuminato dai raggi della luce della saggezza,
il Bodhisattva vede chiaramente come un’uva spina sul palmo aperto
che i tre reami nella loro interezza sono non nati, non sono prodotti sin dall’inizio,
ed attraverso la forza della verità convenzionale, viaggia verso la cessazione. 6.224
Sebbene la sua mente possa riposare continuamente nella cessazione,
genera anche compassione per gli esseri privi di protezione.
Avanzando ulteriormente, oltrepasserà, grazie alla sua saggezza,
tutti quelli nati dalla parola del Buddha e dai Buddha intermedi. 6.225
E come un re dei cigni che vola davanti ad altri cigni-esseri ordinari,
così il Bodhisattva dispiegando le bianche ali della verità convenzionale ed ultima,
procede alla sponda suprema dell’oceano di qualità di un conquistatore
per la forza del vento della virtù. 6.226
Alla domanda sull’impiego di cavie e così via in esperimenti scientifici, Sua Santità ha suggerito che, se si sta lavorando per portare beneficio agli esseri umani e salvare vite umane, e non vi è alcun tentativo deliberato di causare sofferenza, potrebbe essere accettabile. Ha suggerito che la tecnica di allenamento della mente di immaginare di assumere le sofferenze degli altri non fa realizzare generalmente una differenza pratica. Come ha detto, ci sono innumerevoli Buddha e bodhisattva nello spazio, ma non hanno un effetto diretto sulle sofferenze degli esseri.
Sua Santità ha fatto notare che se, analizzando i fenomeni attraverso il settuplice od il quintuplice ragionamento, non sei in grado di trovare un’entità solida e separata, puoi ottenere una visione profonda della mancanza del sè. Allo stesso modo, come risultato della meditazione sulla vacuità potresti essere in grado di vedere che le persone e le cose sono come illusioni. La Scuola della Via di Mezzo afferma che le cose, fin dal momento in cui appaiono, sono prive di vera esistenza.
“Ho esaminato i punti essenziali di questo libro”, ha dichiarato Sua Santità al termine della sessione. “Per quanto riguarda la pandemia, forse l’anno prossimo finirà e potrò insegnare qui allo Tsuglagkhang e, ancora una volta, a Bodhgaya. È qualcosa che sono determinato a fare quando posso, ma nel frattempo dobbiamo stare tutti attenti.
“Il Buddha ci ha insegnato che siamo i padroni di noi stessi e che il tipo di vita conduciamo è nelle nostre mani. La cosa più importante è praticare il Dharma, che significa coltivare bodhicitta e comprendere la vacuità. Naturalmente, mi dedico anche allo yoga della divinità, ma è la mia pratica di bodhicitta e vacuità che ha davvero determinato in me una trasformazione. I libri cruciali su questi argomenti sono la “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?cat=15, la “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 e “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259.
“Sento di aver fatto dei progressi nel trasformare me stesso e voi potete fare lo stesso. Ricordate, i Buddha non lavano via con l’acqua le azioni impure, né rimuovono con le loro mani le sofferenze degli esseri. Né trapiantano la propria realizzazione negli altri. È insegnando la verità della talità che liberano (gli esseri).
“Se studiate, riflettete e meditate sugli insegnamenti, la trasformazione è a portata di mano.”
Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14371 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. http://it.dalailama.com/videos/lessenza-della-vera-eloquenza-e-entrata-nella-via-di-mezzo, https://www.dalailama.com/videos/essence-of-true-eloquence-entering-the-middle-way, https://www.facebook.com/DalaiLama/videos/620971481908740, https://www.facebook.com/watch/live/?v=620971481908740&ref=watch_permalink,