Sua Santità il Dalai Lama ha osservato che un problema di fondo nel mondo di oggi è il divario tra ricchi e poveri. Ha incoraggiato i ricchi a fornire aiuto materiale ai bisognosi, ma anche a provvedere alla loro istruzione.
4 Settembre 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Dopo che Sua Santità il Dalai Lama ha preso posto questa mattina, è stato accolto dalla signora Wee Nee Ng a nome degli studenti buddhisti di sei paesi asiatici: Singapore, Thailandia, Malesia, Indonesia, Vietnam e Hong Kong. Ha spiegato che i monaci di un Centro di meditazione a Chiang Mai, in Thailandia, canteranno per primi il “Mangala Sutta” https://www.sangye.it/altro/?p=1868 in Pali. Saranno seguiti da due monache in un monastero di monache in Malesia, che reciteranno il ‘Sutra del cuore’ https://www.sangye.it/altro/?p=6098 in cinese.
Sua Santità ha iniziato ricordando ai suoi ascoltatori che il Buddha ha girato la ruota del Dharma più di 2500 anni fa. Oggi siamo testimoni di un grande sviluppo materiale, ma la gente è distratta dalla vera fonte della felicità”. Molte persone che seguono una tradizione religiosa trovano utile mantenere un equilibrio emotivo.
Il fondamento degli insegnamenti del Buddha sono le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785. Questo è il caso sia che si segua la tradizione pali che quella sanscrita. Egli ha insegnato la sofferenza, la sua origine, la cessazione e il sentiero. Quando cerchiamo di vedere quali sono le cause della sofferenza, veniamo condotti nel regno della psicologia, del funzionamento della mente. Tra le cause della sofferenza sono significative le emozioni distruttive, come l’attaccamento e la rabbia. Queste non sono della natura della mente. Sorgono a causa del modo in cui ci relazioniamo con l’apparenza delle cose.
“Nagarjuna afferma che le cause della sofferenza sono le azioni e le emozioni distruttive, che, a loro volta, sono radicate nell’ignoranza. Il Buddha ha insegnato che è possibile ottenere la cessazione della sofferenza attraverso l’eliminazione delle emozioni afflittive. Lo ha spiegato in modo molto approfondito nella perfezione della saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=9194 e ha delineato il quintuplice percorso a cui si riferisce il mantra del “Sutra del cuore”.
“Le emozioni distruttive nascono dall’ignoranza: una modalità cognitiva distorta rispetto ai fenomeni. Oggi la fisica quantistica dichiara che le cose non esistono così come appaiono. Nel ‘Sutra del cuore’ troviamo una quadruplice espressione di vacuità:
La forma è vacuità; la vacuità è la forma. La vacuità non è altro che la forma; anche la forma non è altro che vacuità.
“Nel rivelare la genesi dipendente, il Buddha ha mostrato che è possibile superare gli estremi sia dell’eternalismo che del nichilismo.
“Raggiungendo paesi come la Cina, il Vietnam e il Giappone, così come la Birmania, la Thailandia e lo Sri Lanka, gli insegnamenti del Buddha si sono diffusi in tutta l’Asia. Nascono così la tradizione pali e la tradizione sanscrita. Il sanscrito è considerato la lingua degli studiosi e la sua tradizione si basa sull’uso della logica e della ragione. Seguendo il consiglio del Buddha stesso di non accettare ciò che ha detto senza esaminarlo come un orafo prova l’oro, i seguaci della tradizione sanscrita esaminarono anche le istruzioni del Buddha e le classificarono come definitive o come interpretative. Questo è simile ad un approccio scientifico.
“Secondo la spiegazione del Buddha del sorgere dipendente https://www.sangye.it/altro/?p=1657 le cose non esistono in sé e per sé. Esse esistono solo per designazione: di concetti e nomi. La forma non ha un’esistenza intrinseca. Come ricorda il Sutra del Cuore, “La forma è vacuità; la vacuità è la forma. la vacuità non è altro che la forma; anche la forma non è altro che vacuità”. Questo elimina i due estremi dell‘eternalismo e del nichilismo”.
Per quanto riguarda Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?cat=9, Sua Santità ha detto che non dobbiamo fare affidamento sulle biografie per sapere che tipo di persona fosse. Possiamo leggere le sue sei composizioni principali. In seguito, Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 e Buddhapalita, rinomati studiosi, hanno scritto dei commentari alla sua “Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 ed adottarono un approccio dialettico, rifiutando le posizioni altrui, affermando le proprie e respingendo le successive critiche.
Sua Santità ha aggiunto che nei monasteri ristabiliti in India oggi ci sono sempre più monaci e monache che hanno memorizzato la “Saggezza fondamentale di Nagarjuna”. Altri hanno memorizzato l’Ornamento di Chiara Realizzazione” e “Entrando nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259, lui stesso si è incluso tra loro. E, avendo memorizzato questi trattati, questi studenti studiano i commentari di Buddhapalita, Bhavaviveka, Chandrakirti e così via, esaminando ciò che hanno scritto alla luce della ragione. Questo era l’approccio che Shantarakshita raccomandò quando istituì il Buddhismo in Tibet.
Sua Santità ha citato il verso di Chandrakirti “Entrando nella Via di Mezzo” e fa riferimento nel suo autocommentario che critica Vasubandhu, Dignaga e Dharmapala per aver frainteso l’intenzione di Nagarjuna. Non sono riusciti a cogliere il significato reale, perché erano allarmati dalle sue parole e hanno rifiutato il suo insegnamento che trascende il mondo.
Terrorizzati dal colore accecante del vastissimo oceano di saggezza di Nagarjuna,
Alcuni hanno evitato e si sono tenuti a distanza da questa meravigliosa tradizione.
Eppure inumidite dalla rugiada, queste strofe si sono aperte come i boccioli delle ninfee.
Così, le speranze di Chandrakirti si sono ora realizzate. 11.54
Sua Santità ha poi fatto notare che la “Saggezza fondamentale” è stata tradotta in cinese e, di conseguenza, è stata tradotta anche in vietnamita, giapponese e coreano. Tuttavia, la questione cruciale è che ora dobbiamo leggere e studiare ciò che è scritto in essa. Tutti i seguaci della tradizione sanscrita recitano il “Sutra del cuore”, ma pochi lo studiano. Un abate giapponese una volta disse a Sua Santità che, sebbene i suoi monaci e i suoi seguaci cantassero regolarmente il ‘Sutra del cuore’, lo facevano senza capire cosa significasse. Di conseguenza, apprezzò molto il fatto che Sua Santità glielo spiegasse.
Sua Santità ha riferito che quando da bambino memorizzava “Entrare nella Via di Mezzo”, c’era una parola o una frase particolare che trovava difficile. Questo lo fece arrabbiare e cancellò le parole dal libro che stava usando. Più tardi, dopo aver studiato il trattato e aver acquisito una certa comprensione, imparò ad apprezzare il fatto che il sorgere dipendente rivela la relatività delle cose.
“Nel suo testo, i ‘400 versi’, Aryadeva ci dice:
Come il senso del tatto [pervade] il corpo
L’ignoranza è presente in tutte [le emozioni afflittive].
Superando l’ignoranza, si può anche
Superare tutte le emozioni afflittive.
“Ciò significa che, sebbene ci siano modi specifici per contrastare la rabbia e l’attaccamento, arrivando a comprendere la vacuità ed il sorgere dipendente, è possibile sradicare tutte le emozioni distruttive.
“Nagarjuna spiega che giriamo nel samsara a causa delle azioni e delle emozioni distruttive e che la liberazione può essere raggiunta solo eliminando il karma e le emozioni afflittive”. Egli scrive che le afflizioni mentali sono radicate nell’ignoranza che crede che le cose esistano così come appaiono. Le afflizioni mentali nascono da pensieri concettuali che nascono da una fabbricazione esagerata. Tali opinioni sbagliate possono essere eliminate solo comprendendo la realtà.
“Ci aggrappiamo all’idea che le cose esistano intrinsecamente e indipendentemente. Emozioni distruttive come l’attaccamento e la rabbia nascono a causa di questa visione esagerata”.
Sua Santità ha espresso apprezzamento per la possibilità di connettersi con le persone via Internet, soprattutto in un momento in cui la pandemia impedisce d’incontrarsi di persona. Ha osservato che le tradizioni religiose teistiche, come il cristianesimo, aiutano un gran numero di persone perché insegnano l’importanza dell’amore e della compassione. I seguaci del Buddhismo, in particolare quelli che seguono la tradizione sanscrita, dovrebbero unificare l‘addestramento all‘amore ed alla compassione con la comprensione della vacuità.
“La gente vuole trovare la pace della mente”, ha dichiarato, “non c’è nessuno che non voglia la felicità. L’aspetto religioso del Buddhismo è per i buddhisti, ma le idee scientifiche e filosofiche possono essere utili a chiunque”.
Passando alle “37 Pratiche del Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?p=134 Sua Santità ha ricordato che l’autore Gyalsey Thogmé Sangpo era un contemporaneo di Butön Rinchen Drup. Viveva a Ngulchu, ed è per questo che, a volte, questo viene aggiunto al suo nome, la prima parte del quale, ‘Gyalsey’ si riferisce al suo essere stato ampiamente considerato un Bodhisattva. Sua Santità ha chiarito che degli otto stretti discepoli del Buddha, a Lokeshvara è stato affidato il compito di preservare la compassione, perciò il saluto all’inizio di questo testo gli rende omaggio.
Sua Santità ha letto i versi che rivelano che studiare l’insegnamento del Buddha, abbandonare il proprio luogo d’origine, cercare la solitudine per praticare e lasciar andare questa vita sono tra le pratiche del Bodhisattva. Ha citato l’osservazione di Gungthang Rinpoché che gli amici ostili non hanno corna nè zanne, sono quelli che fingono di prendersi cura di te, ma ti portano fuori strada.
La sesta strofa si riferisce all’affidarsi ad un maestro spirituale che necessariamente deve essere non solo colto, ma possedere un’esperienza personale. Jé Tsongkhapa ha osservato che nella sua vita ha studiato molto, è giunto a vedere tutti gli insegnamenti come istruzioni personali, li ha applicati e ne ha generato dentro di sé l’esperienza.
Le strofe successive dicono che, se causi infelicità agli altri incorrerai in conseguenze negative; non sbagliare mai. Aspirare a raggiungere la cessazione. La nona strofa riassume il sentiero comune agli esseri di capacità intermedia. La strofa successiva dice che, grazie alla pratica dell’amore e della compassione, attorno a te si creerà un’atmosfera affettuosa e sarai felice. Sua Santità ha ricordato il consiglio di Shantideva:
Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddhità è certamente irraggiungibile: come potrebbe esserci felicità in un’esistenza ciclica?
Il che viene ripetuto nell’undicesima strofa.
Più sei gentile con gli altri, più ne trarrai beneficio. Tutti noi abbiamo un naturale interesse personale: il modo più saggio di soddisfarlo è quello di servire gli altri.
Le strofe seguenti raccomandano di parlare delle buone qualità altrui e di essere gentili come vostra madre verso coloro che avete aiutato e che vi contraccambiano ostilità, consigliano di non scoraggiarsi e di non diventare presuntuosi, di generare tutta l’energia dell’amorevole gentilezza e di guidare la propria mente. Considerate i piaceri sensoriali come l’acqua salata.
Quando meditate, rimanete nell’assorbimento meditativo come lo spazio, ma nel periodo post-meditativo osservate le cose come illusioni, il cui aspetto è in relazione con la vostra mente. Ricordate che l’aspetto delle cose dipende dall’osservatore. Vedendo anche le attrazioni come illusorie, rinunciate all’attaccamento verso di loro. Queste sono le pratiche dei Bodhisattva.
Sua Santità si è interrotto alla ventitreesima strofa, promettendo di continuare domani. Ha quindi invitato il pubblico a porre domande.
La prima riguardava come assicurarsi buone rinascite future. Nella sua risposta Sua Santità ha citato Maitreya dicendo: “Mi inchino alla bodhicitta che conduce dai regni inferiori a quelli superiori ed infine allo stato privo di morte”. Meno sei egoista, più sarai felice. Se aiuti gli altri, raccoglierai le cause della rinascita superiore. Almeno siate cordiali e non fate del male agli altri.
Rispondendo ad una domanda su come un principiante potrebbe relazionarsi coi Tre Aspetti Principali del Sentiero https://www.sangye.it/altro/?p=489 Sua Santità ha prima di tutto esaminato quali sono: la determinazione alla liberazione dal samsara, la mente del risveglio di bodhicitta e la visione corretta. Ha quindi chiarito che, per comprendere la vera cessazione come una delle quattro nobili verità, è necessario comprendere le Due Verità: la verità convenzionale e la verità ultima. Sua Santità ha osservato di aver pensato a lungo alle Due Verità. Esaminate come esistono le cose. Cambiano perché non sono intrinsecamente esistenti. Quando capirete le Due Verità, capirete che la cessazione della sofferenza è possibile.
Alla domanda su come aiutare le persone che sono eccessivamente soddisfatti di sé, Sua Santità ha risposto che quando gli individui sono troppo egoisti ed arroganti, gli altri sono diffidenti nell’avvicinarsi a loro. Ha aggiunto che, in una certa misura, siamo tutti egoisti, ma, essere saggiamente egoisti, comporta il preoccuparsi degli altri.
Sua Santità ha osservato che un problema di fondo nel mondo di oggi è il divario tra ricchi e poveri. Ha incoraggiato i ricchi a fornire aiuto materiale ai bisognosi, ma anche a provvedere alla loro istruzione. Ha aggiunto che da quando ha conosciuto il socialismo in Cina si è considerato un socialista.
Per quanto riguarda la pandemia, ha espresso apprezzamento per le ricerche che si stanno facendo per trovare dei rimedi. Nel frattempo, i cittadini devono continuare a prendere tutte le precauzioni necessarie per proteggere sè stessi e gli altri.
In risposta alla domanda di garantire che i bambini crescano felici Sua Santità ha ribadito l’importanza dell’educazione. L’educazione moderna, con le sue origini in Occidente, si concentra in gran parte sullo sviluppo materiale. Tuttavia, in India ed in altre società asiatiche, c’è una tradizione di imparare a pacificare le emozioni negative. Per fare questo è importante imparare a conoscere il funzionamento della mente e delle emozioni, così come imparare ad affrontarle in un modo che Sua Santità chiama coltivare l’igiene emotiva. I bambini tendono ad essere naturalmente puri e di cuore aperto. Sua Santità ha sottolineato l’importanza di preservare e valorizzare queste qualità.
Infine, Sua Santità alla richiesta di un consiglio sugli sviluppi a Hong Kong, ha iniziato osservando che, oltre a tutti gli altri problemi che abbiamo di fronte, ci sono anche i problemi causati dai politici. L’influenza cinese a Hong Kong sta crescendo, tuttavia ha esortato gli hongkonesi a non diventare emotivamente disturbati. “Cercate soluzioni ai problemi che avete di fronte”. Se c’è un rimedio, non c’è bisogno di preoccuparsi. Se non c’è rimedio, preoccuparsi non serve a nulla. Di fronte a un problema è necessario trovare un modo per superarlo. Nel caso di una sfida come il cambiamento climatico, può essere al di fuori del nostro controllo. Tuttavia, avete un cervello acuto ed un cuore coraggioso: non perdete la determinazione a superare gli ostacoli che incontrate”.
Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14309 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/323338842414266, http://it.dalailama.com/videos/trentasette-pratiche-dei-figli-dei-vittoriosi-e-i-tre-aspetti-principali-del-sentiero