Sua Santità il Dalai Lama: “Più vivo, più penso di beneficiare gli altri e di raggiungere l’obiettivo più alto. Al fine di soddisfare non tanto me stesso ma gli interessi degli altri, genero bodhicitta. Questa intenzione altruistica di servire gli altri può contribuire alla longevità. L’egoismo non aiuta a vivere più a lungo. Sono determinato a servire i 7 miliardi di esseri umani oggi viventi e da quest’impegno sembra provenire un qualche tipo di beneficio”.
22 dicembre 2019. Mundgod, Karnataka, India. Quando Sua Santità il Dalai Lama è sceso questa mattina nella Sala dell’Assemblea di Ganden Jangtsé, il detentore del Trono di Ganden, Sharpa e Jangtsé Chöjés e il detentore del Trono di Drepung erano lì a riceverlo. Lo hanno accompagnato nella sala dove ha salutato il pubblico e gli ospiti, ha acceso una lampada davanti alle immagini dell’illuminazione e si è seduto sull’alto trono. Furono recitate preghiere propiziatorie, incluso la “Lode ai 17 Maestri di Nalanda” https://www.sangye.it/wordpress2/?p=1789. Sono stati quindi serviti del tè e del riso dolce.
Seduti sui loro troni di fronte a Sua Santità c’erano il detentore del Trono di Ganden, Sharpa e Jangtsé Chöjés, nonché l’ex detentore del Trono di Ganden, Rizong Rinpoché e Jonang Gyaltsap. Il maestro di canto di Jangtsé guidò i canti alle loro spalle. Alla destra di Sua Santità sedevano Ling Rinpoché, Taktsak Kundeling Rinpoché ed il detentore del Trono di Drepung. Alla sua sinistra c’erano i rappresentanti dei Tre Pilastri della Democrazia Tibetana CTA: il Sikyong, il Giudice Supremo ed il Presidente del Parlamento Tibetano in Esilio.
Prima dell’inizio della cerimonia, Sua Santità si è così rivolto ai presenti.
“Oggi ci sono qui i monaci dei due monasteri di Ganden, di Drepung e Sera. I monaci delle Tre Sedi dell’Apprendimento si sono riuniti per offrire una Cerimonia di Lunga Vita. Come ho accennato ieri, il Primo Dalai Lama, Gendun Drup, così pregava Arya Tara: “Che io possa sforzarmi e perseverare nel preservare la tradizione del buddismo in generale e quella di Jé Tsongkhapa in particolare”.
“Abbiamo rappresentanti della comunità monastica da un lato e dell’Amministrazione Centrale Tibetana (CTA) dall’altro. Poiché questa è un’occasione propizia, ho deciso di indossare questo mantello del Dharma benedetto durante l’ordinazione. Ho anche indossato tutte e tre le vesti di monaco.
“Finché rimarrà lo spazio, prego affinché possa aiutare tutti gli esseri senzienti. Prego che, come i quattro grandi elementi, la terra, lo spazio e così via, possa fornire sostentamento alla moltitudine degli esseri. Cerco di essere pratico nel modo in cui servo l’umanità e tutti gli esseri senzienti.
Aiutarli semplicemente con le labbra non è abbastanza.
“Più vivo, più penso di beneficiare gli altri e di raggiungere l’obiettivo più alto. Al fine di soddisfare non tanto me stesso ma gli interessi degli altri, genero bodhicitta. Questa intenzione altruistica di servire gli altri può contribuire alla longevità. L’egoismo non aiuta a vivere più a lungo. Sono determinato a servire i 7 miliardi di esseri umani oggi viventi e da quest’impegno sembra provenire un qualche tipo di beneficio.
“Abbiamo qui membri della comunità monastica, rappresentanti della CTA e fratelli e sorelle di Dharma delle comunità cinesi.
“Proprio mentre coltivo un’intenzione altruistica, ho avuto dei sogni che vivrò a lungo. In un sogno stavo salendo i gradini, 13 gradini, che ho interpretato in relazione alla previsione che avrei potuto vivere fino all’età di 113 anni” — applausi increspati tra il pubblico. “Sin dai tempi di Gendun Drup, i Dalai Lama hanno avuto stretti rapporti con Palden Lhamo. Ho fatto un sogno in cui mi ha detto che avrei vissuto fino a 110 anni” – altri ulteriori applausi. “Nel frattempo, Trulshik Rinpoché mi ha chiesto di vivere tanto quanto visse Thangtong Gyalpo. Si dice che abbia vissuto fino all’età di 125 anni: posso farlo anch’io.
“Ci sono molti fattori diversi che contribuiscono a vivere a lungo e sono determinato a farlo. In effetti, dato che sono così determinato, potrebbe non esserci molto bisogno di condurre questa Cerimonia di Lunga Vita.
“Come parte della cerimonia, l’oracolo di Nechung andrà in trance. Sin dai tempi del re Trisong Detsen, di Shantarakshita e Guru Padmasambhava gli spiriti del mondo hanno lavorato con le persone per servire il Dharma e gli esseri senzienti. Alcuni di questi protettori provenivano dall’India. Altri, come Nyenchen Thangla, erano autoctoni del Tibet. Poiché gli spiriti senza forma sono privi di forma, non c’è proprio tanto che possano fare. Quelli di noi che hanno una forma fisica possono essere utili agli altri in modi che questi spiriti non possono.
“In questa occasione propizia, in questo luogo propizio, poiché avete con me un legame spirituale, chiedo a tutti di sentirsi a proprio agio.”
Il Maestro del canto di Jangtsé iniziò i canti della Cerimonia di Lunga Vita secondo l’Offerta al Maestro Spirituale (lama chö-pa) e molti degli ospiti si unirono. Ad un certo punto l’Oracolo di Nechung entrò nella Sala attraverso la porta principale e arrivò salendo al trono. Ha mostrato rispetto a Sua Santità, offrendogli un mandala e le triplici rappresentazioni del corpo, della parola e della mente del Buddha. Dopo aver conversato con Sua Santità, ha circumdeambulato il trono e si è precipitato a salutare il detentore del Trono di Ganden, il suo predecessore ed altri alti lama.
Venendo di nuovo davanti a Sua Santità gli offrì un piccolo vajra d’argento attaccato ad un filo multicolore e distribuì simili vajra ad altri lama mantenendone uno per sé. Quindi si sedette su uno sgabello pieghevole, tenendo il vajra al suo cuore, mentre lui e gli altri Lama recitavano una preghiera che Sua Santità aveva scritto per il fiorire di tutte le principali tradizioni del buddismo tibetano. Questo rito serviva a rafforzare il legame tra guru e discepolo. Una volta terminata la recita, l’oracolo si alzò in piedi e lasciò il tempio attraverso una porta laterale.
Sono state quindi fatte le offerte dello Tsog. Il detentore del Trono di Ganden fece una richiesta formale a Sua Santità di vivere a lungo e gli offrì un mandala e le triplici rappresentazioni del corpo, della parola e della mente del Buddha, nonché una serie di altri simboli. Una lunga processione di monaci, laici e donne, tibetani e persone provenienti dall’estero, che trasportavano offerte, attraversava la Sala.
Tra le preghiere conclusive ce n’era una composta da Trulshik Rinpoché che racconta le incarnazioni di Avalokiteshvara in Tibet, culminando nel lignaggio dei Dalai Lama. Un’altra era la preghiera per la lunga vita di Sua Santità composta dai suoi due tutori: Ling Rinpoché e Trijang Rinpoché.
Infine, è stata condotta la cerimonia di distribuzione dei diplomi ai 298 Gheshé Lharampa, che si sono laureati nel 2017, 2018 e 2019. Il detentore del Trono di Ganden ha consegnato a ciascuno di loro il proprio attestato, a seguito di ciò si sono riuniti in gruppi intorno a Sua Santità per farsi fotografare con lui.
Al termine delle cerimonie mattutine, Sua Santità è tornato nei suoi alloggi nella parte superiore dell’edificio.
Traduzione del Dr. Luciano Villa, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=13883 nell’ambito del Progetto Free Dalai Lama’s Teachings a beneficio di tutti gli esseri senzienti.