Sua Santità il Dalai Lama durante l’inaugurazione dell’XI Settimana Globale dell’Università di Chitkara a Chandigarh, India, il 14 ottobre 2019. Foto di Tenzin Choejor
14 ottobre 2019. Chandigarh, India, – Ieri Sua Santità il Dalai Lama ha lasciato Dharamsala per Chandigarh, dove è stato invitato ad inaugurare l’undicesima settimana globale dell’Università di Chitkara presso il campus di Rajpura. La Settimana Globale – con docenti provenienti da tutto il mondo – è una piattaforma creata per aumentare la consapevolezza internazionale degli studenti e ampliare la loro esperienza di apprendimento. Sua Santità seduto in prima fila, nell’auditorium, è stato introdotto da Sangeet Jauraa un pubblico di 1.200 studenti e docenti. Cinque donne tibetane hanno eseguito una selezione di canzoni e danze della tradizione operistica tibetana, a partire da una struggente interpretazione dei versi della preghiera per la lunga vita di Sua Santità. Successivamente si sono esibite in una performance di danza Bharatanatyam, originaria dell’India meridionale. Sono state seguite da un gruppo di altre quattro donne indiane che hanno danzato nello stile Kathak, del Nord India. Tutti e tre i gruppi di artiste sono poi scesi dal palco per rendere omaggio a Sua Santità, che ha ringraziato personalmente ciascuna di loro.
Invitato sul palco, Sua Santità è stato affiancato dal Cancelliere e Vice Cancelliere dell’Università nell’accendere una lampada in omaggio a Sarasvati, la divintà della conoscenza, della musica e dell’apprendimento. Poi si è rivolto al pubblico.
“In quanto esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle. Secondo le tradizioni religiose teiste, siamo stati creati da un unico dio che è l’incarnazione dell’amore infinito. Come suoi figli, pertanto, siamo tutti fratelli e sorelle. Da un punto di vista non teistico, invece, la nostra esistenza non ha inizio: siamo nati, vita dopo la vita, e come esseri umani siamo fratelli e sorelle della più ampia famiglia umana”.
“Alcuni dei problemi che affrontiamo, come i disastri naturali, sono oggettivamente al di fuori del nostro controllo. Ma altri – il bullismo, lo sfruttamento, la malevolenza – ce li creaiamo da soli. Tuttavia, gli scienziati hanno trovato la prova che gli esseri umani sono, in generale, compassionevoli per natura e che la rabbia e l’odio riescono a minare il nostro sistema immunitario, mentre il buon cuore cuore fa bene alla nostra salute”.
“Da bambini siamo socievoli e amichevoli con i nostri coetanei, ma a scuola iniziamo a prestare sempre meno attenzione alle nostre emozioni. L’educazione moderna è stata fortemente influenzata dall’Occidente, anche se qui in India abbiamo una lunga tradizione di non violenza, compassione, concentrazione e comprensione della natura della realtà: ‘ahimsa’, ‘karuna’, ‘shamatha’ e ‘vipashyana’. Il giainismo e il buddhismo sono entrambi prodotti di questi valori che oggi dobbiamo ricominciare a trasmettere attraverso l’educazione, non puntando esclusivamente a obiettivi materialistici.
“Dobbiamo imparare ad affrontare le nostre emozioni distruttive. Se lo facciamo, saremo in grado di capire quanto la gentilezza amorevole e la compassione siano alla base della pace nel mondo. Le persone che ricevono solo un’educazione materialistica inevitabilmente sviluppano solo una visione materialistica, hanno solo un’idea limitata di come affrontare i problemi. Così, proprio come insegniamo ai bambini l’importanza dell’igiene personale, dobbiamo formarli a un’equivalente igiene emotiva che comporta la scoperta di come temperare la rabbia e l’attaccamento e coltivare l’altruismo e una sincera preoccupazione per il benessere del nostro prossimo”.
“E’ un mio impegno personale cercare di risvegliare l’interesse per l’antica saggezza indiana sul funzionamento della mente e delle emozioni, e credo che l’India sia attualmente l’unico paese che possa fare da pioniere nella combinazione tra questa saggezza e l’educazione moderna. Proprio come il Mahatma Gandhi, che ha dimostrato il potere della ‘ahimsa’, la non-violenza, nel XX secolo, oggi l’India potrebbe dimostrare l’importanza di affrontare le nostre emozioni distruttive e coltivare la pace interiore. La religione è una faccenda molto privata, ma l’etica laica può essere adottata da tutta l’umanità e attrarre molte più persone di una fede”.
Sua Santità ha poi spiegato che possiamo costruire un’umanità più felice e più pacifica se comprendiamo che la fonte ultima della felicità non sono il denaro e il potere, ma qualcosa che si trova già in noi stessi e ha invitato gli altri relatori ad esprimere il proprio punto di vista, perché è allo scambio costruttivo delle idee che può nascere un pensiero nuovo. Ha ricordato che i maestri della Tradizione del Nalanda, di cui fa parte, hanno sottoposto l’insegnamento del Buddha ad una valutazione critica: là ove gli insegnamenti sembravano contraddire la logica e la ragione, si sono interrogati su quale fosse lo scopo del Buddha nel presentarli in quel modo.
La pace della mente, ha ribadito Sua Santità rispondendo a una domanda, è importante quanto la salute fisica perché permette di mantenere la calma in qualsiasi circostanza. Il maestro indiano dell’VIII secolo Shantideva ha sottolineato che il nostro nemico può essere il nostro più grande maestro. Inoltre, un atteggiamento egocentrico spinge ad essere sospettosi e diffidenti, mentre considerare gli altri esseri umani fratelli e sorelle fa scomparire qualsiasi timore.
Sua Santità ha spiegato che quando affronta una sfida la esamina sempre da diverse angolazioni per valutare se può essere superata. Se è possibile, non c’è bisogno di preoccuparsi. Se invece non è possibile, preoccuparsi non serve a nulla. Spesso quello che inizialmente può sembrare un problema si rivela essere un’opportunità. Se i giovani affrontassero le sfide del mondo contemporaneo con lungimiranza, potrebbero essere incentivati a creare un mondo più felice e più pacifico. Dove l’egocentrismo restringe la mente e induce paura e sospetto, l’altruismo e la preoccupazione per gli altri rafforza la fiducia in se stessi.
Le emozioni distruttive, ha aggiunto il Dalai Lama, sono radicate nell’ignoranza, ovvero considerare le cose come esistenti nel modo in cui appaiono, in altre parole come intrinsecamente esistenti.
Alla domanda su come insegnare i valori umani ai bambini cui mancano persino i beni di prima necessità, Sua Santità ha risposto condannando il divario globale tra ricchi e poveri. Qui in India, ha detto, il sistema delle caste è ormai superato. Più di duemila anni fa, il Buddha si è opposto alle distinzioni sulla base della casta, un’usanza che affondava le sue radici in un atteggiamento feudale, e che è stata cambiata attraverso l’educazione. Ha espresso ammirazione per il pluralismo e la diversità che fioriscono in India e ha osservato che, poiché noi esseri umani siamo animali sociali, dobbiamo trattarci reciprocamente con amorevole gentilezza.
Sua Santità ha accennato alla gravità del riscaldamento globale e della crisi climatica, sottolineando quanto apprezzi gli sforzi di Greta Thunberg per aumentare la consapevolezza della necessità di intraprendere azioni appropriate. Ha riferito che un ambientalista taiwanese gli ha recentemente detto che se le cose non cambiano, tra 80 anni la situazione sarà davvero insostenibile. Sua Santità ha ammesso che è essenziale considerare quale sarà l’impatto per coloro che sono giovani ora.
Detto questo, Sua Santità ha aggiunto che ci sono anche motivi di ottimismo. Il XX secolo è stato un’epoca di guerra e spargimenti di sangue, ma che lo spirito che ha dato origine alla creazione dell’Unione europea, per mettere il bene comune al primo posto, è stato un segno di speranza e maturità umana che dovrebbe essere emulato in Africa, in America Latina e qui in Asia. Andare in quella direzione consentirebbe di ridurre notevolmente le spese militari e di risolvere i conflitti attraverso il dialogo, piuttosto che con la violenza facendo sì che questo diventi un secolo di pace e di smilitarizzazione.
“Gli individui che coltivano la pace della mente portano ad una società più pacifica” ha detto Sua Santità – “che a sua volta contribuisce ad un mondo più pacifico. Tutti gli esseri vogliono essere felici. Dipendiamo dalla speranza, dalla ricerca di qualcosa di buono. Ma dobbiamo usare correttamente il nostro cervello. La vera felicità non dipende dai sensi, ma dalla mente: la chiave è stabilire la pace della mente attraverso la comprensione del suo funzionamento e di quello delle emozioni, comprensione che è stata accuratamente esaminato nell’antica India”.
L’Università di Chitkara ha consegnato a Sua Santità il titolo di Dottore Onorario in riconoscimento del suo ineguagliabile e prezioso contributo all’umanità, alla pace nel mondo e all’educazione. Ha dichiarato formalmente aperta l’XI Settimana Globale di Chitkara e il Vice Cancelliere ha concluso con parole di ringraziamento.
All’esterno dell’auditorium Sua Santità ha inaugurato il Chitkara Centre for Happiness scoprendo una targa e piantando un alberello a ricordo della sua visita. Come ospite del Cancelliere e Vice Cancelliere, si è trattenuto per il pranzo prima di fare ritorno al suo hotel a Chandigarh. http://it.dalailama.com/news/2019/inaugurazione-della-chitkara-universitys-11th-global-week