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2 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama su “La Preziosa Ghirlanda” di Nagarjuna”
Ottobre 5th, 2019 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Se sei egoista, sarai miserabile, anche in questa vita. Più ti dedichi agli altri, più sarai felice. L’egoismo è miope e di mentalità ristretta. Tutti e 7 i miliardi di esseri umani sono uguali nel loro desiderio di essere felici ed evitare la sofferenza. Ma siamo noi umani a causare problemi a noi stessi!”

4 ottobre 2019, Thekchen Chöling, Dharamsala, India – Dopo la recita in cinese del Mangala Sutta e del “Sutra del Cuore” cantato in cinese, Sua Santità il Dalai Lama ha attirato l’attenzione su un verso che i buddisti cinesi aggiungono alla fine.

Possano i tre veleni essere eliminati,

Possa la luce della saggezza risplendere,

Possiamo non affrontare ostacoli interni o esterni

E possiamo addestrarci nel percorso del Bodhisattva.

“Tutte le tradizioni spirituali ci incoraggiano a trattenerci dal danneggiare gli altri e dal cadere vittime di emozioni distruttive”, ha spiegato. “La mente non è invariabilmente inquinata dalle contaminazioni, ma ci siamo abituati ad essere soggetti ai tre veleni da tempo senza inizio. Qui preghiamo di esserne scevri. Il rimedio è coltivare la saggezza, quindi il verso successivo recita che la luce della saggezza risplenda. A supporto di ciò abbiamo bisogno di coltivare la concentrazione univoca, che, a sua volta, si basa sulla disciplina e sull’osservanza dell’etica.

Pertanto, il superamento delle emozioni afflittive coinvolge i tre addestramenti: etica, concentrazione e saggezza. Questi sono rafforzati e potenziati se coltiviamo bodhicitta. Dobbiamo, a tal fine, esprimere tutti i nostri sforzi ed usare la nostra intelligenza. Concentrarsi sull’oggetto che vogliamo capire richiede concentrazione. Generare ciò richiede consapevolezza ed introspezione.

Un Buddha è colui che ha superato tutti i difetti e le carenze. Per raggiungere l’illuminazione abbiamo bisogno della saggezza e della mente risvegliata di bodhicitta. La radice della più alta illuminazione è la compassione, che ci conferisce la determinazione a raggiungere l’illuminazione e la convinzione che è possibile farlo.

Il raggiungimento della Buddità coinvolge il Corpo della Verità e il Corpo della Forma, che si ottengono rispettivamente accumulando saggezza e meriti. L’essenza del Dharma è la mente del risveglio della bodhicitta e della saggezza che comprende la vacuità. La pratica di questi porterà all’illuminazione, qualità che sono comunque utili anche su base giornaliera.

Come scrive Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15 nella sua “Guida allo stile di vita del Bodhisattva”:

Qualunque gioia ci sia in questo mondo

Tutto deriva dal desiderare che gli altri siano felici,

E qualunque sofferenza ci sia in questo mondo

Tutto deriva dal desiderare la felicità solo per me stesso.

Se non scambio davvero la mia felicità

con la sofferenza degli altri,

Non raggiungerò lo stato di Buddità

Ed anche nell’esistenza ciclica non avrò gioia.

“Se sei egoista, sarai miserabile, anche in questa vita. Più ti dedichi agli altri, più sarai felice. L’egoismo è miope e di mentalità ristretta. Tutti e 7 i miliardi di esseri umani sono uguali nel loro desiderio di essere felici ed evitare la sofferenza. Ma siamo noi umani a causare problemi a noi stessi. Se fossimo rimasti come eravamo quando eravamo bambini, il mondo sarebbe più pacifico. Ma crescendo, diventiamo più calcolatori e discriminatori.

Guardate il mondo d’oggi. I conflitti violenti che vediamo qua e là sono un risultato diretto dell’egoismo. Il meccanismo della guerra ha origine in una prospettiva feudale. Nonostante amino le loro care vite, i soldati combattono, uccidono e vengono uccisi perché prendono ordini. Tradizionalmente re e signori hanno dato quegli ordini sulla base di una visione divisiva che vede gli altri in termini di “noi” e “loro”.

Se sei in grado di ridurre il comportamento negativo nella tua vita quotidiana, evitando di danneggiare o maltrattare gli altri e, viceversa, d’acquisire qualche esperienza di bodhicitta, sarai più contento, la tua salute migliorerà e scoprirai che i membri della tua comunità sono più amichevoli verso di te. Fare in modo di aiutare gli altri ovunque sia possibile è una causa per conseguire l’elevato stato descritto nella “Preziosa Ghirlanda” https://www.sangye.it/altro/?p=2788 di Nagarjuna. Dedicarsi al beneficio degli altri porta coraggio e forza interiore.”

Sua Santità osserva che quando il Buddha insegnò le Quattro Nobili Verità, ciò che è la vera sofferenza, vera origine, vera cessazione e vero cammino, spiegò anche la mancanza del sè della persona. Nei successivi discorsi sulla perfezione della saggezza affermò che, non solo le persone mancano di un sé indipendente, ma anche la combinazione mente/corpo, che è la base di una persona, è vuota d’esistenza intrinseca. Questo indica la mancanza del sè dei fenomeni.

Sua Santità ha osservato che la coscienza è la base della designazione del sé e che, per i sostenitori della Scuola della Solo Mente, questa è la coscienza fondamentale. La Scuola della Solo Mente afferma la realtà della mente, ma nega l’esistenza esterna dei fenomeni. La Scuola della Via di Mezzo afferma che nulla ha un’esistenza intrinseca, neppure la mente: le cose esistono solo a titolo di designazione. All’interno della Scuola della Via di Mezzo, gli Autonomisti mantengono un senso di esistenza oggettiva quando dichiarano che l’oggetto di negazione in analisi è la nozione che le cose hanno un’esistenza indipendente senza riferimento alla cognizione. Non giungono a realizzare la vacuità.

Chandrakirti, presentando la posizione conseguenzialista nel suo “Ingresso alla Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3263 afferma che non possiamo affermare alcuna forma di esistenza oggettiva in alcunché, sia esso esterna od interna, altrimenti si incorrerebbe in errori logici.

La chiave è distinguere ciò che è definitivo da ciò che è provvisorio. Testi appartenenti al terzo ciclo di insegnamenti del Buddha, come “Il dipanarsi del pensiero”, suggeriscono che ciò che è stato insegnato nel primo e secondo ciclo è provvisorio, mentre quello che è stato insegnato nel terzo ciclo è definitivo. Il focus del secondo ciclo aveva come oggetto la chiara luce, ma il focus del terzo ciclo era la mente soggettiva della chiara luce. Il contenuto dei tre cicli degli insegnamenti del Buddha – le Quattro Nobili Verità, la Perfezione della Saggezza e la natura del Buddha, la mente luminosa della chiara luce – ti porta progressivamente all’illuminazione, così come salire su una montagna ti porta in vetta.

Poco dopo la sua illuminazione, si dice che il Buddha abbia espresso i suoi pensieri nel modo seguente: ‘Profondo e pacifico, privo di elaborazione, luce chiara non spiegata, ho trovato un Dharma simile ad un nettare. Eppure, se dovessi insegnarlo, nessuno capirebbe quello che ho detto, quindi rimarrò in silenzio qui nella foresta.”

Possiamo capire questi versi come anticipazione degli insegnamenti che diede alla fine. “Profondo e pacifico” si riferisce al primo ciclo degli insegnamenti del Buddha; “privo di complessità” si riferisce al contenuto del secondo ciclo, mentre “luminosità non spiegata” si riferisce al terzo ciclo.

Sua Santità raccoglie la sua copia della “Preziosa Ghirlanda” e inizia a leggerla, iniziando con il titolo in sanscrito: Ratnavali. I versi trattano di come raggiungere uno stato elevato astenendosi dalle dieci azioni non salutari e da altre sei, compresa l’ubriachezza. Lo stato elevato, come la vita di un essere umano libero e fortunato, è la base per raggiungere la bontà ultima, che è definita come liberazione.

Quando Sua Santità si è fermato per la giornata, ha detto al pubblico che domani avrebbe letto il resto del primo capitolo del libro. Condurrà anche una cerimonia per generare la mente del risveglio della bodhicitta e concederà il permesso ad una divinità, Rigpa Macha Chenmo, che è popolare tra i buddisti cinesi e giapponesi. 

Tradotto dall’inglese https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=13660 dal Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dalai Lama Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.


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