Sua Santità il Dalai Lama: “Filosoficamente, il buddismo è una tradizione profonda e la nostra dipendenza dalla razionalità e dalla logica ci ha permesso di avviare un dialogo fruttuoso con gli scienziati moderni. Incoraggio oggi i seguaci del Buddha ad essere buddisti del 21° secolo, impiegando la ragione e seguendo il percorso dei saggi.”
23 agosto 2019. Manali, Himachal Pradesh, India – Mentre volge al termine il soggiorno di Sua Santità il Dalai Lama a Manali, i monaci del monastero di Ön Ngari lo hanno invitato a visitarli. Dopo aver dato udienza pubblica a diversi gruppi di persone, molti dei quali anziani e malati, Sua Santità è sceso dai suoi alloggi in cima alla nuova ala del monastero ed all’aula didattica. In una breve processione al tempio che include monaci che suonano il corno e un altro che portava un ombrello cerimoniale, lo saluta e lo scorta l‘abate Lobsang Samten. All’interno, Sua Santità, prima di sedersi, si è prostrato davanti alle statue del Buddha e di Avalokiteshvara.
Immediatamente due monaci, uno in piedi ed uno seduto sul pavimento, aprono un dibattito sull’uso della terminologia, come spiegato nel “Compendio della cognizione valida” di Dharmakirti https://www.sangye.it/altro/?p=7077. Li seguono una serie di coppie di giovani monaci, inclusa una coppia che era di giovanissimi, impegnandosi energicamente nel dibattito, che Sua Santità segue con gioia. Successivamente, Sua Santità si unisce ai monaci nelle recitazioni delle Scritture. Iniziano con il primo capitolo dell’ “Ornamento per la Chiara Realizzazione“, cantando nello stile di Gendun Gyatso, il Secondo Dalai Lama, cui segue il secondo capitolo della “Introduzione alla Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3263 di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 e poi dalla sua lode al Grande Compassionevole chiamato l’Inossidabile Conchiglia Bianca.
La recitazione si è conclusa con Gendun Drup, l’invocazione del Primo Dalai Lama dell’ode di Jé Tsongkhapa “Canzone delle montagne di neve dell’est“, che inizia:
Sopra le cime delle montagne orientali innevate
Le nuvole bianche fluttuano in alto nel cielo,
Mi sovviene la visione dei miei maestri.
Ancora e ancora mi viene in mente la loro gentilezza,
ancora e ancora sono commosso dalla fede.
Ad est delle vaganti nuvole bianche
Si trova l’illustre monastero di Ganden, “Eremo di gioia”.
Vi abitano tre preziosi difficili da descrivere,
il mio Padre spirituale, Lobsang Dragpa, e i suoi due discepoli principali.
I monaci presentano a Sua Santità una breve offerta di lunga vita, basata sulla Preghiera ai Sedici Arhat, durante la quale vengono serviti tè e riso dolce. Questa cerimonia si conclude col canto della “Dolce Melodia per la Realizzazione dell’Immortalità”, la Preghiera per la Lunga Vita di Sua Santità composta dai suoi due tutori.
Sua Santità si rivolge ai monaci:
“Oggi siamo qui riuniti, presso il rinnovato monastero di Ön Ngari Dratshang. Questo monastero fu originariamente fondato dal Secondo Dalai Lama, Gendun Gyatso ed ha un legame speciale con la discendenza dei Dalai Lama.
“Ho avuto l’opportunità di insegnare al pubblico ed oggi mi avete offerto una celebrazione di lunga vita. I giovani monaci hanno dimostrato le loro capacità di dibattito, che sono importanti.
La Tradizione di Nalanda consiste nelle basi, nel sentiero e nel risultato: e la base è la comprensione delle Due Verità, il che porta alla comprensione delle Quattro Nobili Verità, in particolare la vera cessazione. È importante essere in grado di dimostrare che è possibile ottenere in noi stessi la vera cessazione. Ciò implica generare fiducia nell’insegnamento sulla base della ragione.
“I milioni di individui che seguono la tradizione Pali non seguono la ragione come noi, ma si affidano all’autorità delle Scritture. I buddisti di altri paesi come la Corea hanno radici buddiste che risalgono alla tradizione di Nalanda, ma senza l’accento sull’uso della ragione e della logica.
“Utilizzare la ragione e la logica è una qualità unica della tradizione tibetana. Nel XII secolo, seguendo le linee guida stabilite dai maestri di Nalanda Dignaga e Dharmakirti, Sakya Pandita compose un approfondito trattato di logica sulla base del quale Chapa Chökyi Sengey definì le regole e lo stile del dibattito che usiamo ancora oggi. Questo approccio fu introdotto nell’VIII secolo quando il re Songtsen Gampo invitò Shantarakshita in Tibet. Da allora l’abbiamo mantenuto in vita.
“Di recente ho incontrato persone provenienti da tutta la regione himalayana che sono determinate a trasformare i loro templi e monasteri in centri di apprendimento. Vorrei ricordarvi che lo studio del buddismo non è limitato a monaci e monache, è pensato per tutti. Qui, in questo monastero avete un solido programma di studio. Vi esorto ad introdurre l’opportunità d’insegnare alla gente locale, a partire da “argomenti sintetici“, usando un paio di testi che li riassumono ed il funzionamento della mente. Questo sarebbe molto utile. “
il maestro principale del monastero riferisce a Sua Santità che avevano già in programma di insegnare in sette diversi luoghi nelle vicinanze.
“Non voglio che facciate proselitismo”, chiarisce Sua Santità, “né sto suggerendo che il buddismo sia migliore delle altre tradizioni spirituali. I seguaci della Scuola della Sola Mente pensano che il loro punto di vista sia il migliore, ma per quelli inclini alla Scuola della Via di Mezzo, sembrano cadere negli estremi. Il Buddha insegnò diversi punti di vista in base alle diverse disposizioni mentali dei suoi discepoli.
“Filosoficamente, il buddismo è una tradizione profonda e la nostra dipendenza dalla razionalità e dalla logica ci ha permesso di avviare un dialogo fruttuoso con gli scienziati moderni. Incoraggio oggi i seguaci del Buddha ad essere buddisti del 21° secolo, impiegando la ragione e seguendo il percorso degli intelligenti.”
Scrutando gli affreschi sulla parete posteriore del tempio, Sua Santità notò una raffigurazione di Nechung, Dorje Drakden da un lato della porta e dei Sedici Arhat dall’altro. Ha chiesto se ci fossero riferimenti ad essi nella Raccolta dei Tengyur e gli è stato risposto che ci sono, ma non sono chiari. Sua Santità ha osservato che i sedici Arhat sono considerati custodi della tradizione buddista e come tali dovrebbero essere vestiti come bhikshu, mentre sono comunemente raffigurati in abiti cinesi.
Per quanto riguarda la tutela dell’insegnamento del Buddha, si tratta di scritture ed esperienze. Preservarlo comporta studio e pratica.
Sua Santità ha ricordato un detto che dice: Se tu sei la vera reincarnazione di un Lama, dovresti essere in grado di contribuire al Dharma. Quando qualcuno viene riconosciuto, adotta un comportamento dignitoso, ma è molto triste, se si rivela un essere disonorevole.
Per quanto riguarda i testi sugli “Stadi del Sentiero”, in particolare il “Sentiero della Beatitudine” di Panchen Rinpoché ed il “Sentiero Rapido”, Sua Santità ha osservato che sembrano guidare i discepoli attraverso un percorso adatto a quelli con meno capacità. Non è sufficiente il genere di testi sugli “Stadi del Sentiero”, ha aggiunto. È necessario capire ciò che il Buddha insegnò sulla base delle Due Verità (relativa ed assoluta), le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 e le qualità dei Tre Gioielli https://www.sangye.it/altro/?p=5798 come è presentato ne “L’ornamento per una chiara realizzazione”. Ha ripetuto che i tibetani in passato sembrano aver seguito percorsi per quelli con facoltà opache.
“Lo studio ed il dibattito sono importanti. Per prima cosa dovete studiare, quindi dovreste riflettere su ciò che avete imparato, giorno e notte, fino a quando non raggiungerete la convinzione. Non si tratta di affermare ciò che leggi, perché è ciò che ha detto l’insegnante. Devi riflettere ancora e ancora, impiegando il Quadruplice ragionamento. Rifletti fino a quando non ottieni la convinzione che non ci sia altra opzione. Supera tutti i tuoi dubbi e dentro di te applica la tua convinzione. Raccogli meriti e perspicacia. Fu attraverso lo studio, la riflessione e la meditazione che Jé Rinpoché ottenne una visione della vacuità.
“Man mano che la sua concentrazione univoca cresceva, aveva visioni di Manjushri. Ciò è avvenuto per la prima volta a Gadhong e gli pose delle domande. Tuttavia, trovava difficile capire le risposte concise di Manjushri. Quando glielo menzionò, Manjushri gli consigliò di impegnarsi nella purificazione e nell’accumulazione. Successivamente, Jé Rinpoché ebbe una visione di Nagarjuna e di cinque suoi discepoli. Tra questi, Buddhapalita fece un passo avanti e con un libro toccò la testa di Jé Rinpoché. Il giorno seguente ricevette una copia del commentario di Buddhapalita sulla “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” di Nagarjuna. Lo lesse e si dice che quando raggiunse il capitolo 18 acquisì l’introspezione. Thukhen Chökyi Nyima suggerisce che si trattava di una sezione diversa del libro, ma che indubbiamente raggiunse l’introspezione.
“Ciò che apprendiamo è che Jé Rinpoché si è impegnato nello studio, nella riflessione e nella meditazione e incrementandoli con pratiche di purificazione ed accumulazione.
“Per quanto mi riguarda, medito sulla vacuità da quando avevo 15 anni, cioè da circa 70 anni. Quando ho ricevuto una spiegazione sulla “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” da Khunu Lama Rinpoché, mi ha davvero aiutato la mia pratica della bodhicitta. Faccio ovviamente lo yoga della divinità, ma il mio obiettivo principale è coltivare la bodhicitta e la comprensione del vacuità. Se mi sforzo, posso ottenere qualche esperienza. Se ci provate, potete riuscirvi. Questo è tutto ciò che ho da dirvi: grazie. “
L’evento si è concluso con la recita della preghiera di Trulshik Rinpoché che racconta le reincarnazioni di Avalokiteshvara in India ed in Tibet, la preghiera a Palden Lhamo, una preghiera ad Amitayus, le “Parole di Verità” https://www.sangye.it/wordpress2/?p=715 e la preghiera per la fioritura del Dharma.
I monaci del monastero si radunano attorno a Sua Santità per farsi fotografare insieme a lui, così come i volontari ed altri nel cortile esterno. Sua Santità saluta la folla di persone che, per vederlo, premono contro il cancello. Domani partirà da Manali per Delhi.
Tradotto dal Dr. Luciano Villa, nell’ambito del Programma Free Dalai Lama Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=13562