Sua Santità il Dalai Lama risponde alle domande durante la conferenza stampa per il lancio globale di SEE Learning a Nuova Delhi, India, il 4 aprile 2019. Foto di Tenzin Choejor
4 aprile 2019. Nuova Delhi, India – In questi giorni Sua Santità il Dalai Lama si trova a Delhi per il lancio mondiale del programma di educazione sociale, emozionale ed etica (SEE Learning) (Social, Emotional and Ethical Learning) sviluppato presso la Emory University di Atlanta (Georgia, USA). Oggi, Sua Santità ha innanzi tutto incontrato Venkat Krishnan, fondatore del Daan Utsav – il Festival della Generosità – che gli ha chiesto di lanciare un messaggio a tutti coloro che parteciperanno all’evento, in programma dal 2 all’8 ottobre prossimi. Krishnan ha detto: “Vogliamo che la gente capisca che avere compassione per il prossimo non rende tristi o infelici, ma al contrario porta molta felicità”. Sua Santità ha aggiunto: “Siamo animali sociali e biologicamente abbiamo bisogno di karuna (compassione). Finché proveremo compassione, saremo fisicamente e mentalmente in sani. Si tratta di un’affermazione che oggi anche gli scienziati confermano. Incoraggiare sempre più persone a sperimentare questo stato d’animo è il modo migliore per arrivare ad avere individui, famiglie, comunità e di fatto un’umanità più felice”. “Il Festival della Generosità” è importante perché celebrerà la karuna, ma in realtà la compassione andrebbe mantenuta viva tutto l’anno”.
Dopo questo incontro, il Dalai Lama ha dato udienza a circa ottanta studenti e insegnanti, provenienti dai diversi paesi dell’Asia meridionale, rappresentanti dei 300 ragazzi che avevano partecipato ad alcuni workshop sui valori universali e sull’etica laica. Rajiv Mehrotra, segretario della Fondazione per la responsabilità universale e organizzatore dell’iniziativa, ha fatto una breve presentazione.
L’obiettivo dei workshop – ha detto – era potenziare la capacità dei giovani di sviluppare la compassione, la responsabilità universale e il rispetto della diversità. Gli studenti sono stati incoraggiati ad prendere in considerazione posizioni accettabili sia per le tradizioni religiose sia per gli agnostici, affrontando proprio quelle questioni che creano frequentemente divisioni religiose ed etniche. A causa dei diversi livelli di ricettività dei partecipanti, si sono svolte anche delle full immersion, in modo da aumentare il cambiamento trasformativo.
Mehrotra ha descritto l’educazione ai valori interiori come un processo che dura per tutta la vita e ha suggerito che le scuole e le università diventino luoghi di “guarigione”, prevenendo lo sviluppo di sentimenti di odio e paura, luoghi per un vero sviluppo interiore.
“Quando ho ricevuto il Premio Nobel per la pace” ha detto Sua Santità “ho consegnato metà del premio in denaro a Baba Amte, per sostenere l’eccellente lavoro che stava facendo con i lebbrosi nel suo ashram; l’altra metà l’ho data alla Fondazione per la Responsabilità Universale e ho chiesto a Rajiv di sviluppare questo programma. Ai bambini più piccoli non interessano le differenze di religione o di nazionalità. Ma una volta entrati nel sistema educativo imparano a notare e rimarcare tali differenze. Al tempo stesso, l’educazione attuale non ha molto da dire sui valori interiori”.
“L’India però ha una lunga tradizione di ahimsa e karuna, di non violenza e compassione e le pratiche di shamatha e vipashyana hanno permesso di sviluppare metodi per addestrare la mente. L’educazione moderna fa un meraviglioso lavoro dal punto sviluppo di vista dello sviluppo materiale, ma trascura completamente quest’altro aspetto della conoscenza umana”.
“Gran parte della sofferenza che affligge il mondo contemporaneo è una creazione umana. Tutti vogliono essere felici e nessuno desidera l’infelicità. Persone che esercitano il potere e sfruttano la maggioranza è un retaggio da tempi feudali; eppure viviamo in un mondo in gran parte democratico in cui il potere appartiene al popolo. In un mondo come questo è immorale ordinare agli altri di combattere. Le divergenze tra le persone devono essere risolte attraverso il dialogo perché viviamo in una comunità globale, partecipiamo a un’economia globale e siamo tutti di fronte alla sfida del cambiamento climatico”.
“Dobbiamo eliminare le armi, adottare un approccio non violento seguendo le tradizioni indiane di ahimsa e karuna. Dobbiamo imparare fin dall’asilo in che modo affrontare le emozioni distruttive e combinare la comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni con l’educazione moderna. Se questo traguardo potrà essere raggiunto in India, allora altri lo seguiranno”.
Sua Santità ha detto ad una giovane donna afgana – che voleva sapere in che modo la religione può aiutarci a lavorare per la pace – che la chiave sta nell’istruzione; questo è ciò che è veramente efficace. A uno studente del Bangladesh ha detto che, poiché le emozioni negative sono basate sull’ignoranza, il rimedio è sviluppare la saggezza che comprende la realtà. Sua Santità aggiunto che, a volte, seguire valori laici è la strada più efficace. Quando un giovane kashmiri ha domandato il significato spirituale della libertà, Sua Santità ha risposto dicendo che i problemi del Kashmir nascono dalla divisione interna del Paese. Ha ricordato i legami storici tra il Tibet e il Kashmir. “Continua a essere determinato” ha aggiunto “ma non farti coinvolgere troppo dalle emozioni. Sii realista. Analizza i problemi che devi affrontare da diverse angolazioni. Cerca di distinguere l’apparenza dalla realtà”.
Sua Santità ha poi suggerito a una giovane donna di Manipur, nel nord-est dell’India, che desiderava sapere come coltivare la pace interiore, di leggere la “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” di Shantideva e in particolare la pratica di trasformare i propri atteggiamenti egoistici in sincera preoccupazione per gli altri. Se si è egoisti ed egocentrici, tutti sembrano dei “nemici” mente è molto meglio vederli come amici. L’incontro si è concluso con un delegato del Sikkim che ha fatto un’offerta a Sua Santità a nome dell’intero gruppo di ospiti.
Appena arrivato nella sala stampa, Sua Santità è stato raggiunto dal suo vecchio amico Richard Moore. Riferendosi a lui come “il mio eroe”, il Dalai Lama ha spiegato che Moore è la dimostrazione vivente del fatto che la natura umana è compassionevole. Ha raccontato che da giovane,in Irlanda del Nord, Moore era stato colpito da un proiettile che lo aveva reso cieco e che successivamente, rintracciato il soldato inglese che gli aveva sparato, lo aveva perdonato. Divenuti amici, i due hanno dedicato la loro vita ad aiutare i bambini feriti durante i conflitti.
Rispondendo alle domande di Voice of America, di Radio Free Asia e dei corrispondenti di Voice of Tibet, Sua Santità ha detto che le pratiche di amorevole gentilezza e saggezza che fanno parte della Tradizione Nalanda sono un patrimonio di cui essere orgogliosi e che va mantenuto in vita attraverso lo studio e la pratica, come avviene nei centri di studio ristabiliti nel sud dell’India.
Il dottor Brenda Ozawa de Silva, moderatore dell’incontro con la stampa, ha fatto un’introduzione al posto del dottor Lobsang Tenzin Negi. Ha detto che il rapporto di Sua Santità con la Emory University risale al 1998 e al lancio del Cognitive Based Compassion Training (CBCT). Successivamente, si è instaurata una collaborazione per lo sviluppo della formazione scientifica da adottare nei monasteri tibetani. Il SEE Learning è l’ultimo programma, in ordine di tempo, che cerca di fornire un approccio globale a un’educazione olistica. Sua Santità è stato poi invitato a fare le sue osservazioni.
“Il sistema educativo esistente è inadeguato” ha esordito Sua Santità “non dà alcuna garanzia di condurre alla felicità. L’istruzione dovrebbe includere metodi per rafforzare il buon cuore, messaggio che viene già trasmesso da tutte le tradizioni religiose trasmettono. Oggi però nel mondo almeno un miliardo di persone non ha alcun interesse per la religione”.
“Dall’asilo in poi, abbiamo bisogno di un’educazione che promuova i valori interiori e non solo il perseguimento di obiettivi materiali. Dobbiamo introdurre dei percorsi di igiene emotiva, esattamente come viene insegnata l’igiene fisica. In questo modo sapremo come affrontare alcuni dei problemi che abbiamo dinnanzi, nella speranza di fare di questo secolo un tempo di non violenza”.
Daniel Goleman si è poi collegato via internet per intervenire alla conferenza stampa. “Mi dispiace non essere lì con voi”, ha detto. “Quando ho scritto ‘Intelligenza Emotiva’ ho discusso di self-management, nel SEE Learning si affronta il tema dell’igiene emotiva, della riduzione delle emozioni negative e della promozione quelle positive: significa educare il cuore, addestrare all’attenzione e sviluppare la compassione”.
“Recentemente mi ha colpito osservare un gruppo di bambini in classe: a ognuno era stato chiesto di sdraiarsi con un animaletto di peluche sull’addome per osservare i movimenti del proprio respiro. Poco alla volta tutti hanno raggiunto uno stato di maggiore calma e controllo. Si tratta di un tipo di tecnica che ha effetti di vasta portata sulla capacità dei più piccoli di scoprire e utilizzare il proprio potenziale”.
“Una combinazione di saggezza e compassione è ciò di cui il mondo ha urgente bisogno in questo momento. Per la sopravvivenza della specie umana sarà necessario un mix di compassione e lavoro di squadra. Mi congratulo con Sua Santità per i 20 anni di lavoro che hanno portato allo sviluppo del SEE Learning”.
Anche Linda Lantieri, della Columbia University, è intervenuta all’incontro via internet. “Ho lavorato a lungo per il programma SEE Learning che va nella direzione di un’educazione del cuore. Oggi giorno abbiamo bisogno di un approccio non violento. Desideriamo assistere ad una trasformazione dei bambini, che progressivamente impareranno a sviluppare il loro cuore e la loro mente. Avranno una maggior resilienza interiore che permetterà loro di prepararsi alle sfide e alle opportunità della vita”.
Linda Lantieri ha poi raccontato la storia di un gruppo di adolescenti con cui aveva lavorato in una zona molto povera di New York. Tutti avevano perso un amico o un parente a causa della violenza e a ciascuno era stato chiesto di condividere quale fosse l’obiettivo che avrebbero voluto raggiungere entro i 21 anni. Un ragazzo, Eugene, ha risposto: “Essere ancora vivo”. Non molto tempo dopo, l’insegnante di quei ragazzi ha chiamato la Lantieri per informarla che Eugene era stato colpito da un proiettile, sparato da un’auto di passaggio, e che non avrebbe più camminato.
Quando è andata a trovarlo in ospedale, lo ha trovato in un angolo a parlare con un gruppo di altre persone costrette su sedia a rotelle. “Stavo raccontando quello che mi hai insegnato tu”, ha detto. “Sto bene. Oggi quando mi sono svegliato, ho deciso di perdonare chi mi ha sparato e questo mi fa sentire molto meglio”.
La professoressa Kimberly Schonert-Reichl si è rivolta a Sua Santità, dicendo: “Il vostro sogno di un’educazione del cuore si sta realizzando. Questi programmi possono fare la differenza. Ho iniziato come insegnante, prima di diventare ricercatore, e ho scoperto di non avere nulla alcun punto di riferimento. Non sapevo che cosa fare. Poi ho scoperto che con il SEL gli studenti riuscivano più spesso a concludere gli studi e ad andare avanti con altri risultati. Richie Davidson ha dimostrato che queste abilità possono essere insegnate e le ricerche sulla neuroplasticità ne danno conferma. Ora, SEE Learning, con la sua educazione del cuore, la compassione, la formazione ai sistemi e l’addestramento all’attenzione colma una lacuna di SEL”.
Tra le domande dei giornalisti, la prima riguardava il motivo per cui l’India era stata scelta per il lancio globale della SEE Learning. Brendan Ozawa de Silva ha risposto che il programma è il risultato di una collaborazione ventennale con Sua Santità ed è qui che egli vive. Sua Santità ha aggiunto: “Tra le antiche civiltà, come quelle dell’Egitto e della Cina, quella della Valle dell’Indo ha dato origine a una vasta indagine del funzionamento della mente e delle visioni della realtà. Il Buddha è il risultato di questa tradizione indiana. Oggi l’India ha il potenziale per aiutare l’umanità, combinando quest’antica saggezza con l’istruzione moderna”.
Per quanto riguarda dispositivi come i telefoni cellulari, Sua Santità ha affermato che la tecnologia è di per sé meravigliosa, ma la differenza la fa l’uso che ne fa la gente la usa. Ha anche aggiunto che i leader tendono a essere lo specchio delle società da cui provengono e poiché l’educazione attuale tende a concentrarsi esclusivamente sullo sviluppo materiale, non stupisce se è solo questa la loro motivazione. Ha suggerito che ci potrebbe volere un’intera generazione per cambiare la mentalità di una società.
“Siamo animali sociali: la rabbia ci spinge a separarci, ma la compassione ci unisce. È un peccato che la nostra meravigliosa intelligenza umana venga ancora sprecata per sviluppare e commercializzare armi che servono solo per distruggere”.
Sua Santità ha ricordato la sua ammirazione per Jacinda Ardern e il modo con cui ha affrontato la situazione dopo la recente strage in Nuova Zelanda. Ha apprezzato la sua posizione di non violenza e rispetto reciproco, qualcosa da cui tutti dovrebbero trarre insegnamento.
Un giornalista ha poi chiesto se l’armonia interreligiosa sia davvero così solida come sembra pensare Sua Santità. Il Dalai Lama ha risposto che preferisce analizzare le cose da una prospettiva più ampia: è vero, ci sono ovunque persone con intenzioni malevole e che causano incidenti spiacevoli, tuttavia non sono la maggioranza. Sua Santità ha citato l’esempio della comunità di Parsi, gli zoroastriani della Persia, che oggi conta meno di centomila persone, che vivono tra milioni di indù, musulmani, cristiani e sikh a Bombay tranquillamente, dimostrando senza ombra di dubbio il pluralismo e la tolleranza dell’India.
Per quanto riguarda la propria reincarnazione, Sua Santità ha detto se dovesse vivere per altri 10 o 15 anni per allora la situazione politica in Cina sarà cambiata. Se, invece, dovesse morire l’anno prossimo il governo cinese potrebbe indicare il proprio candidato a succedergli. Ha infine ricordato il I Dalai Lama, che aveva espresso il desiderio di rinascere dove avrebbe potuto essere di maggior beneficio per alleviare le sofferenze altrui.
Domani si svolgerà il lancio ufficiale del programma SEE Learning.
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