SIDEBAR
»
S
I
D
E
B
A
R
«
Guida allo stile di vita del Bodhisattva 2° giorno
Dicembre 5th, 2018 by admin

Sua Santità il Dalai Lama durante la conferenza stampa presso il suo hotel a Sankisa, India, il 4 dicembre 2018. Foto di Lobsang Tsering

4 dicembre 2018. Sankisa, India – Prima degli insegnamenti di questa mattina, Sua Santità il Dalai Lama ha incontrato i rappresentanti dei media locali nel giardino del suo hotel e ha esordito dicendo:

“Prima di tutto, voglio salutare ciascuno di voi. Come dico spesso, scherzando con i miei amici indiani, anche se sono fisicamente tibetano, la mia mente probabilmente è più indiana della vostra. Potreste non conoscere l’antica saggezza indiana a cui mi sono dedicato. Nell’antica India le pratiche per coltivare una mente calma e una visione profonda (shamatha e vipashyana) esistevano già prima della comparsa del Buddha. Queste pratiche continuano ad essere rilevanti ancora oggi.

“Oggi ci troviamo di fronte a problemi di cui, per la maggior parte, siamo gli autori. Diamo troppa enfasi a differenze trascurabili come la nazionalità, la fede religiosa e la razza, quando fondamentalmente, come esseri umani, siamo tutti uguali. Siamo nati allo stesso modo. Le nostre madri ci hanno accudito allo stesso modo.

Ma a causa degli obiettivi materialistici che ci sono stati trasmessi con l’educazione non diamo peso ai valori interiori. Ciò che dobbiamo ricordare invece è che a un livello più profondo siamo tutti uguali. Tutti vogliamo essere felici, nessuno vuole essere infelice. E dal momento che possiamo aiutare gli altri esseri umani e comunicare con loro, è a questo che ho dedicato la mia vita”.

“Come buddhista ammiro il modo in cui le diverse tradizioni religiose convivono in questo paese e cerco di promuovere l’armonia interreligiosa ovunque io vada, ispirato dall’esempio dell’India”.

“Per quanto riguarda il Tibet, mi sono ritirato dalle responsabilità politiche nel 2001, quando la leadership è stata eletta per la prima volta democraticamente. Ora, la mia principale preoccupazione è la preservazione della cultura e della religione tibetana e la protezione dell’ambiente naturale del Tibet, dove si trova la maggior parte delle sorgenti che garantiscono l’approvvigionamento idrico dell’Asia”.

Sua Santità rispondendo a una domanda sulla politica estera indiana nei confronti della Cina ha ripetuto ciò che aveva detto ai giornalisti durante la crisi di Doklam. Dal punto di vista economico e in termini di dimensioni demografica, sia l’India sia la Cina sono importanti. Nessuna delle due può distruggere l’altra. Devono vivere insieme. Interrogato sulle differenze tra laa questioni del Kashmir e quella del Tibet, Sua Santità ha citato il Ministro degli Esteri Chagla che gli ha detto che sono totalmente diverse. L’India contemporanea è un’unione di stati differenti con lingue, tradizioni e culture diverse che scelgono di vivere insieme. Ha ricordato l’idea di Vinoba Bhave di un’unione dell’Asia meridionale, aggiungendo che se un piano così lungimirante fosse stato realizzato avrebbe portato a una maggiore pace nell’intera regione. Il Dalai Lama ha ribadito la sua ammirazione per l’Unione europea, che da settant’anni anni garantisce la pace nel vecchio continente.

Con riferimento al Tibet, Sua Santità ha riferito che Narasimha Rao gli disse che l’India considerava il Tibet come una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese, piuttosto che come una “parte della Cina”. Gli stessi documenti cinesi testimoniano il fatto che nel VII, VIII e IX secolo la Mongolia, la Cina e il Tibet erano imperi indipendenti. Ha aggiunto che storicamente la Grande Muraglia segnava il confine cinese e che la Manciuria, la Mongolia e il Tibet erano al di là di quel confine. Nel XX secolo la Cina faceva distinzione tra Tibet interno ed esterno, considerando il Tibet interno, compreso il luogo di nascita di Sua Santità ad Amdo, parte della Cina.

Per quanto riguarda la ragione per cui la questione del Tibet non è viene sollevata nei forum internazionali, Sua Santità ha ricordato che per ben tre volte la questione è stata sottoposta all’ONU, ma che il rappresentante dell’India si è astenuto dal voto. Nehru, che Sua Santità considera un uomo saggio, era del parere che la questione tibetana non potesse essere risolta in questo modo e che i tibetani avrebbero dovuto negoziare direttamente con i cinesi.

Sua Santità ha accennato all’ex ministro degli Esteri Jagat S. Mehta che gli riferì che durante una riunione di gabinetto per discutere dell’imminente arrivo del Dalai Lama in India, Krishna Menon si era opposto alla concessione dell’asilo, mentre Nehru era fortemente a favore.

Presso la sede degli insegnamenti la folla in attesa era ulteriormente aumentata rispetto alla giornata precedente: più di quaranta mila persone, la maggior parte delle quali provenienti da un raggio di un centinaio di chilometri da Sankisa, oltre a pellegrini provenienti da Rajasthan, Maharashtra, Delhi, Haryana, Punjab, Madhya Pradesh, Bihar e Uttarakhand. La maggior parte di queste persone si considera appartenente al clan dei Shakya, di cui faceva il Buddha. Alla questa folla si sono aggiunte oltre quattrocento persone giunte da trentacinque paesi diversi.

La sessione odierna è iniziata nuovamente con i bambini delle scuole che hanno recitato il Mangala Sutta in Pali, seguiti da Sua Santità che ha recitato diversi versi di omaggio, com’è sua consuetudine.

“Ieri abbiamo fatto un’introduzione generale degli insegnamenti del Buddha. Oggi, riprenderemo il libro di Shantideva, anche se non c’è abbastanza tempo per spiegarlo versetto per versetto. Il Buddha ha detto che ognuno è padrone di se stesso; che il dolore o il piacere che si prova sta nelle nostre mani. La strofa seguente riassume il suo consiglio:

Non commettere azioni non virtuose,
pratica solo la perfetta virtù,
doma completamente la tua mente.
Questo è l’insegnamento del Buddha.

“Il punto fondamentale è domare completamente la mente. Se siete tranquilli, non farete del male ad alcuno. Qualunque siano i vostri problemi, è meglio affrontarli con una mente calma. La “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” contiene importanti consigli su come raggiungere questo obiettivo.

“Ho ricevuto una trasmissione orale e la spiegazione di questo testo nel 1967 dal maestro di Kinnauri, Khunu Lama Rinpoche, che mi chiese di insegnarlo a mia volta molto spesso. Di conseguenza, lo leggo, lo insegno e lo porto con me ovunque io vada. Ho una relazione simile anche con la “Saggezza fondamentale della via di mezzo” di Nagarjuna. Sono due dei più importanti trattati indiani tradotti in tibetano”.

“Che si pratichi o meno il buddhismo, bisognerebbe sviluppare amore e compassione. La religione non consiste nella costruzione di luoghi di culto, ma nella disciplina che trasforma la mente, integrando le istruzioni che sentite dentro di voi. E’ qualcosa che chiunque può fare”.

Sua Santità ha ripreso il testo, a partire dal titolo in sanscrito e tibetano, dall’omaggio e dalla dedica dell’autore: “Scrivo questo testo per familiarizzare la mia mente. Se, tuttavia, queste (parole) sono considerate importanti anche da altri, può essere che saranno utili (anche per loro)”.

“Ciò che questo libro spiega è come usare al massimo l’intelligenza e della ragione per superare le afflizioni mentali come la rabbia. Inizia con capitoli che chiariscono i benefici della mente del risveglio di bodhicitta, la confessione delle proprie mancanze e la completa accettazione della mente dell’Illuminazione. Tutti i Buddha, che hanno meditato per molti eoni, hanno compreso che solo la mente del risveglio è di beneficio”.

Arrivato alla strofa che dice “In breve, la mente del risveglio è di due tipi: la mente che aspira all’illuminazione e la mente che agisce per ottenerla”, Sua Santità ha detto che il giorno successivo avrebbe tenuto la cerimonia per la generazione della bodhicitta dell’aspirazione e dato i voti del bodhisattva. Poi ha citato una strofa che lui stesso recita quotidianamente:

Nel Buddha, nel Dharma e nella Comunità Suprema
fino all’illuminazione prendo rifugio.
Per il merito accumulato attraverso la generosità e così via,
Possa io ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri.

Poi il Dalai Lama ha invitato il pubblico a recitare insieme a lui il capitolo 2 e il capitolo 3, fino alla strofa 22, come rito preparatorio. Sua Santità ha concluso gli insegnamenti con la strofa finale del terzo capitolo:

Oggi, alla presenza di tutti i Protettori,
Invito come ospiti gli esseri migratori
a godere di ogni beatitudine, fino a quella ultima dei Sugata.
Possano gli dei, i semidei e tutti gli altri gioire di tutto ciò.

Sua Santità ha poi pranzato con gli organizzatori dell’evento, i membri della Youth Buddhist Society. Gli insegnamenti proseguiranno domani.

http://it.dalailama.com/news/2018/guida-allo-stile-di-vita-del-bodhisattva-secondo-giorno


Comments are closed

»  Substance:WordPress   »  Style:Ahren Ahimsa