Sua Santità il Dalai Lama saluta la folla riunita al suo arrivo alla scuola pubblica Spring Dales di Mulbekh, Ladakh, India, il 26 luglio 2018. Foto di Tenzin Choejor
26 luglio 2018. Kargil, Ladakh, India – Questa mattina, durante un incontro con un piccolo gruppo di giornalisti presso il suo hotel di Kargil, Sua Santità ha parlato innanzitutto dei suoi tre impegni. “Come essere umano, so che siamo tutti fisicamente, mentalmente ed emotivamente uguali e che tutti vogliamo vivere una vita felice. Gli scienziati dicono che la nostra natura è essenzialmente compassionevole. È chiaro che l’amore e l’affetto uniscono le persone. Anche gli animali manifestano altruismo verso i propri simili. Gli elefanti, per esempio, sembra piangano quando un membro del loro branco muore”.
“La maggior parte di noi ha goduto fin dalla nascita dell’amore incondizionato della propria madre; è da lei che abbiamo ricevuto il primo seme della compassione. Indipendentemente dal fatto di avere o meno fede nella religione, è bene essere più compassionevoli. La compassione ci rende più felici come individui, con un’influenza positiva sulle nostre famiglie e sul contesto in cui viviamo.
Quando muore qualcuno che è vissuto con gentilezza, la gente ne sente la mancanza e lo dice apertamente; quando invece muore qualcuno che è stato sempre arrabbiato, avido, ambizioso e spietato, si prova un senso di sollievo. Personalmente, cerco di praticare il buon cuore ovunque io vada”.
“Il mio secondo impegno è favorire l’armonia interreligiosa e il terzo è la protezione dell’ambiente naturale. Sono temi su cui ritengo che i media abbiano la grande responsabilità di informare ed educare il pubblico”.
Il primo giornalista ha riferito a Sua Santità quanto fosse felice la gente per la sua seconda visita a Kargil. Il Dalai Lama ha detto di essere rimasto davvero impressionato e commosso dalla grande attenzione che le persone avevano dedicato alle sue parole, all’Hussaini Park, e ha menzionato la possibilità di convocare una Conferenza musulmana in India, per condividere con i fratelli e le sorelle musulmani di altre parti del mondo l’esempio di armonia tra le fedi e l’assenza di conflitti tra sunniti e sciiti in questo Paese.
Una giornalista ha chiesto a Sua Santità di parlare dell’amicizia. Il Dalai Lama ha risposto che la vera amicizia, l’amicizia duratura, si basa sulla fiducia e la fiducia cresce quando si dimostra una sincera preoccupazione per il benessere degli altri. Ha ricordato il consiglio di un sacerdote cristiano, che invita sempre le giovani coppie a non avere fretta di sposarsi, ma di conoscersi bene prima di farlo. Fiducia e rispetto reciproco sono basi molto più solide per un matrimonio duraturo rispetto alla semplice attrazione fisica.
Per quanto riguarda la risoluzione dei conflitti nel mondo, Sua Santità si è fermamente opposto all’uso della forza e ha incoraggiato il dialogo.
Parlando con un gruppo di buddhisti di Kargil, sul prato all’esterno dell’hotel, Sua Santità ha osservato che tra le molte tradizioni religiose quella del Nalanda si distingue per il suo uso della ragione, della logica e del pensiero analitico. Il Buddha, ha detto il Dalai Lama, ha incoraggiato lo scetticismo, invitando i suoi seguaci a non accettare le sue parole per fede cieca, ma di esaminarle, come fa l’orafo con l’oro, e di accettarle solo dopo averne dimostrato il valore.
“Tutte le tradizioni religiose sono in grado di aiutare gli individui a diventare persone migliori perché trasmettono il valore dell’amore e della compassione, della tolleranza e del perdono. Le religioni teistiche credono in un dio creatore, le tradizioni non teistiche, come il giainismo e il buddhismo, non credono in dio e adottano un approccio diverso: sottolineano la responsabilità personale, l’importanza di educare la nostra mente e di ridurre le emozioni distruttive come la rabbia, l’odio e la gelosia”.
“La letteratura buddhista dimostra una vasta e profonda comprensione del funzionamento della mente e del modo con cui affrontare le emozioni distruttive. Ripeto in continuazione che il solo sviluppo materiale non è garanzia di felicità: il fattore chiave è la pace della mente. Come seguaci del Buddha Shakyamuni faremmo bene a prestare maggiore attenzione ai suoi insegnamenti e trasformare la nostra mente”.
“Il maestro del Nalanda dell’VIII secolo, Shantideva, ha scritto la “Guida allo stile di vita del Bodhisattva”, e io ho seguito scrupolosamente i suoi consigli e trasformato le mie emozioni. Il sesto capitolo della Guida, dedicato alla pazienza, fornisce indicazioni di inestimabile valore per ridurre la rabbia. Il capitolo ottavo, invece, spiega le ragioni e i modi per sviluppare la mente del risveglio, la bodhicitta”.
Sua Santità ha distribuito diverse copie del libro in inglese e in hindi.
“Noi buddhisti dovremmo essere buddisti del XXI secolo: dovremmo affidarci meno alla fede e più alla comprensione del modo in cui funziona la mente. La Fondazione Tawang ha recentemente deciso di convertire in centri di apprendimento i templi e i monasteri femminili e maschili che si trovano nella regione himalayana, dal Ladakh al Tawang. Hanno il mio pieno sostegno”.
Sua Santità ha poi viaggiato per circa 40 chilometri da Kargil alla scuola pubblica Spring Dales, fondata nel 1992 a Mulbekh. Una volta arrivato, il Dalai Lama è stato accompagnato sul palco allestito nel cortile della scuola, dove erano già presenti 230 studenti, i loro genitori e parenti, il personale della scuola e il pubblico.
Il direttore Norbu nel dare il benvenuto a Sua Santità ha ricordato quanto tutti si fossero rammaricati, nel 2014, quando il maltempo aveva impedito la sua visita alla scuola, ma non avevano perso la speranza di un nuovo incontro, per il quale, oggi, ringraziano Haji Ali. Il preside ha ricordato che la scuola e i suoi insegnanti sono convinti che offrire un’educazione olistica, in un ambiente amichevole e premuroso, consentirà agli studenti di usare la loro innata creatività per il proprio bene e per quello degli altri.
Ha espresso gratitudine per il sostegno che la scuola ha ricevuto dal Dalai Lama Trust, in particolare per il progetto di un ostello che si prevede amplierà notevolmente le attività didattiche, soprattutto nei freddi mesi invernali. “Siamo impegnati a fornire ai bambini un’educazione di buona qualità – ha detto per concludere il suo intervento – e ringraziamo Sua Santità per l’incoraggiamento e il sostegno”.
Sua Santità ha espresso il suo apprezzamento per la relazione del preside: “State cercando di mettere in pratica ciò di cui parlo sempre, quindi non ho molto da aggiungere”.
“Ora siamo nel XXI secolo, ma quando guardiamo al secolo scorso quanta sofferenza e guerre ci sono state! Mentre io appartengo al XX secolo, voi ragazzi appartenete al XXI. Le crisi a cui assistiamo oggi nel mondo sono dovute a un modo di pensare ormai obsoleto, all’uso delle armi e della forza quali strumenti per risolvere le controversie. Anche se certe cose ora sono cambiate, all’inizio del XX secolo le persone erano orgogliose della potenza dei loro eserciti, così come lo sono state delle loro armi nucleari”.
“Dopo la seconda guerra mondiale, tuttavia, la gente ha iniziato a riconoscere l’importanza della pace. I leader francese e tedesco, de Gaulle e Adenauer, hanno lavorato per fondare quella che è diventata l’Unione europea e da allora il Vecchio Continente vive in pace. La promozione del bene comune, al di là dei ristretti interessi nazionali, è qualcosa che ammiro profondamente”.
“Dopo la seconda guerra mondiale, si è diffuso anche il movimento antinucleare, guidato dal Giappone. Sono stato a Hiroshima e Nagasaki, dove sono state usate queste armi terrificanti. Più recentemente, durante la crisi irachena, molte persone in diverse parti del mondo hanno marciato per protestare contro la violenza e la guerra”.
“Incontrare qui dei volontari provenienti dalla Repubblica Ceca mi ha ricordato il presidente Vaclav Havel, un uomo che ha sostenuto questi movimenti di pace. Quando la Cecoslovacchia divenne indipendente e libera dalla dominazione sovietica mi invitò alle celebrazioni. E’ stato una persona che ho davvero ammirato. La sua morte è stata una grande perdita. Abbiamo bisogno di più leader come lui”.
“Qui in India, il Mahatma Gandhi ha lottato per la libertà attraverso la non violenza. Ha adottato l’antica pratica indiana dell’ahimsa in un contesto politico”.
“All’epoca della crisi irachena, mi fu chiesto di andare a Baghdad per tentare una mediazione, ma non sentivo di avere una connessione sufficiente per poter essere efficace. Scrissi invece al Presidente Havel per suggerire che una delegazione di premi Nobel per la pace, che non avrebbe rappresentato alcun governo ma solo gli interessi della pace, avrebbe potuto influenzare il corso degli eventi. Continuo a pensare che la guerra si sarebbe potuta evitare”.
“Dopo gli attacchi dell’11 settembre a New York e Washington, ho scritto al Presidente Bush per esprimere le mie preghiere e le mie condoglianze. Ma ho anche espresso l’auspicio che qualsiasi risposta fosse non violenta. Oggi c’è un Bin Laden – gli ho scritto – ma se si ricorre alla violenza e all’uso della forza si rischia di creare cento Bin Laden”. La violenza provoca solo violenza, in un ciclo incessante”.
Sua Santità ha aggiunto che ci saranno sempre disaccordi tra gli esseri umani a causa della diversità dei punti di vista, ma il modo per risolverli è il dialogo. Ha sottolineato la necessità di fare di questo secolo un secolo di pace, diventando tutti consapevoli di appartenere alla stessa comunità umana, ma anche ricordando che la pace inizia a livello individuale.
Gli esseri umani sono animali sociali – ha aggiunto il Dalai Lama – l’amore ci unisce, mentre la rabbia ci allontana. Gli scienziati hanno dimostrato che la rabbia e l’odio minano il nostro sistema immunitario, mentre la compassione rafforza il nostro benessere generale. Sua Santità ha ribadito che non si sta riferendo alle prossime vite, al cielo o al nirvana. Per vivere in modo più pacifico e gioioso nella nostra vita quotidiana, abbiamo bisogno di buon cuore.
“Queste sono alcune delle cose che ho notato. Appartengo al XX secolo, ma quelli di voi che appartengono alla generazione del XXI secolo devono tenere conto del mondo nella sua interezza. Cercate di fare di questo secolo un’era di pace. L’educazione moderna dovrebbe prestare attenzione a come sviluppare la pace interiore. Dobbiamo essere fisicamente in forma, ma dobbiamo anche essere mentalmente in forma. Impariamo l’igiene fisica per preservare la nostra salute, ma abbiamo anche bisogno di un’igiene emotiva, ossia conoscere e affrontare le nostre emozioni distruttive”.
“Siamo noi gli artefici della maggior parte dei problemi che ci troviamo a dover affrontare. Creare un mondo più pacifico richiede una mente e un cuore pacifici. Come fratelli e sorelle dobbiamo vivere insieme, nella tolleranza e nell’affetto. Uno dei passi che possiamo compiere per andare in questa direzione è incoraggiare l’armonia interreligiosa. L’India può dimostrare al mondo che le sue tradizioni religiose convivono nell’amicizia e nel rispetto da secoli”.
Sua Santità ha anche parlato della minaccia rappresentata dal cambiamento climatico e dell’urgenza di prestare maggiore attenzione all’ambiente. Le nevicate a Dharamsala, ha detto, negli ultimi 60 anni sono costantemente diminuite. Il risultato sarà una carenza di acqua. Ha ricordato che quando era in Tibet tutti davano per scontato avere a disposizione l’acqua potabile. E’ stato solo in esilio che hanno scoperto che, a causa dell’inquinamento, alcune acque non sono adatte ad essere bevute. Tuttavia, ha affermato, le misure correttive possono avere successo. C’è stato un periodo in cui i fiumi di Stoccolma, in Svezia, erano così inquinati che non vi era più neanche un pesce, ma dopo gli sforzi per eliminare l’inquinamento, i pesci sono tornati.
Infine, Sua Santità ha affermato di essere un buddhista, uno studente della Tradizione del Nalanda, grazie alla quale ha imparato a sviluppare la propria intelligenza critica.
“Il Buddha è stato un grande maestro, ma anche un grande pensatore, un filosofo che ha incoraggiato l’uso della ragione e la sperimentazione. Anche Nagarjuna, Aryadeva, Buddhapalita, Chandrakirti, Dignaga e Dharmakirti sono stati grandi filosofi. Continuiamo a studiare ciò che hanno scritto! La maggior parte degli oltre 300 volumi del Kangyur e del Tengyur è costituita dalle traduzioni dei testi indiani. Durante il processo di traduzione, la lingua tibetana è stata arricchita e affinata. Di conseguenza, oggi il tibetano è il mezzo più accurato per spiegare la filosofia e la psicologia buddhiste. Quindi, vale la pena conoscere questa lingua. Oggi anche gli studiosi cinesi apprezzano l’approccio scientifico della Tradizione del Nalanda che abbiamo mantenuto in vita in Tibet”.
Sua Santità ha concluso il suo discorso dando ai bambini la trasmissione della “Lode a Manjushri” e del suo mantra. Ha ribadito l’importanza dell’educazione, dicendo al pubblico che senza educazione non c’è sviluppo.
Sua Santità si è unito agli studenti della Spring Dales nella recitazione della “Preghiera delle Parole di Verità”, al termine della quale la musicista ceca Iva Bittova ha eseguito una tradizionale canzone ceca.
Dopo il pranzo con i suoi ospiti, Sua Santità ha visitato il nuovo edificio destinato all’ostello e ha posato per le fotografie di rito con gli studenti, i volontari cechi, gli insegnanti e il personale della scuola. Rientrato a Kargil, domani farà ritorno a Leh.
Un particolare ringraziamento alla Dr.ssa Carolina Lami per la sua grande gentilezza.
http://it.dalailama.com/news/2018/visita-alla-scuola-pubblica-spring-dales-di-mulbekh