Sua Santità il Dalai Lama prima dell’iniziazione di Avalokiteshvara a Padum, Zanskar, India, il 23 luglio 2018. Foto di Tenzin Choejor
23 luglio 2018. Padum, Zanskar, India – Il cielo era coperto e una brezza costante soffiava lungo la valle quando questa mattina Sua Santità il Dalai Lama è uscito sulla veranda del Phodrang per salutare le persone che si erano riunite davanti al cancello principale per vederlo. Mentre ieri il Dalai Lama era stato accompagnato dai monaci del Monastero di Karsha, oggi è stato il turno dei monaci del vicino monastero Drukpa Kagyu di Bardön di condurlo fino alla sede degli insegnamenti. Mentre camminava verso la sede degli insegnamenti, Sua Santità si è fermato a salutare e a parlare con la gente, soprattutto con i tanti bambini che lo aspettavano, con gli occhi spalancati e le mani giunte.
Preso posto sul trono, il Dalai Lama ha esordito dicendo:
“Oggi, prima di dare l’iniziazione, il maestro deve fare l’auto-iniziazione, entrare nel mandala e rinnovare i voti del bodhisattva e i voti tantrici. Mentre io mi occupo di questi rituali preparatori voi potete recitare il mantra in sei sillabe di Avalokiteshvara”.
Sua Santità ha recitato una preghiera che invoca Avalokiteshvara e il verso seguente:
Possa la preziosa mente del risveglio sorgere
In coloro in cui non è ancora sorta
E dove è già sorta, non cessare mai di esistere
Ma crescere e aumentare sempre di più.
Completati i riti preparatori, Sua Santità ha ripreso il suo discorso:
“Come sapete, Buddha Shakyamuni visse circa 2600 anni fa. Non è nato illuminato, all’inizio era un essere ordinario come noi. Avendo però incontrato le giuste condizioni ed essendosi impegnato per molti eoni nell’accumulazione di meriti e saggezza, è diventato un Buddha. Il ‘Continuum Sublime’ di Maitreya fa riferimento ai quattro corpi di un Buddha: il corpo di verità della natura, il corpo di verità della saggezza, il corpo di godimento e il corpo di emanazione”.
“Tutto nell’universo è privo di esistenza intrinseca e anche le nostre menti non hanno esistenza intrinseca. Ma poiché ci aggrappiamo a un senso di esistenza oggettiva e inerente, sorgono l’attaccamento, la brama e la rabbia, che sono la nostra rovina. Emozioni distruttive come queste sono radicate nell’ignoranza. Ciò che ci permette di superarle è il fatto che la nostra mente è priva di qualsiasi esistenza intrinseca”.
“Il completo assorbimento dei Buddha nella meditazione sulla vacuità è il corpo della saggezza attraverso cui possono manifestarsi in diverse forme. Il corpo di godimento è accessibile solo ai bodhisattva, ma il corpo di emanazione è visibile a tutti. Buddha Shakyamuni era un corpo di emanazione. Avalokiteshvara, Manjushri e Vajrapani, che incarnano la compassione, la saggezza e le attività positive sono aspetti del corpo di godimento”.
“Come ho accennato precedentemente, ci sono insegnamenti che appartengono alla struttura generale della dottrina del Buddha e altri specifici per alcuni discepoli. Questa pratica di Avalokiteshvara appartiene alla seconda categoria. Il Buddha profetizzò che Avalokiteshvara sarebbe apparso come divinità protettrice del Tibet e che i suoi insegnamenti si sarebbero propagati da nord a sud. Un aspetto del legame speciale tra Tibet e Avalokiteshvara è il fatto che alcuni dei sovrani sono considerati sue emanazioni: Songtsen Gampo, che per primo introdusse il buddhismo, e Trisong Detsen che invitò in Tibet i grandi eruditi del Nalanda. Avalokiteshvara è qualcuno su cui possiamo tranquillamente fare affidamento”.
“Anche il lignaggio dei Dalai Lama ha una profonda connessione con Avalokiteshvara. Il II Dalai Lama, Gendun Gyatso, ha manifestato chiari segni di essere la reincarnazione del Gendun Drup. I successivi Dalai Lama hanno una speciale affinità con il popolo tibetano”.
“Sono nato nella regione di Kumbum, nell’Amdo e sono stato riconosciuto dal reggente Reting Rinpoche. Come parte del processo di ritrovamento e riconoscimento, furono fatte ricerche anche al monastero di Chökhor-gyal, fondato da Gendun Gyatso, sulle rive del Lhamo Latso, un lago dedicato a Palden Lhamo”.
“Palden Lhamo ha una connessione speciale con i Dalai Lama. Quando il Primo, Gendun Drup, nel 1447 fondò il monastero di Tashi Lhunpo, fu lei a indicare il nome “Lhunpo”. Una volta Kachen Zöpa mi disse che i Dalai Lama appartengono a Tashi Lhunpo e io ridendo gli chiesi chi avesse impedito al II Dalai Lama di soggiornarvi. Di conseguenza, il II Dalai Lama si trasferì nel Tibet centrale ed estese la sua influenza oltre lo Tsang. Divenne abate dei monasteri di Drepung e di Sera e le gesta illuminate di Dalai Lama si diffusero in tutto il Tibet”.
“Il III Dalai Lama, Sonam Gyatso, andò in Mongolia, dove nacque il IV, Yönten Gyatso. Successivamente, agli inizi del Seicento, il V Dalai Lama divenne leader sia politico sia spirituale del Tibet, inaugurando una tradizione a cui io ho messo fine”.
“Reting Rinpoche vide tre lettere -A, Ka e Ma – e altre indicazioni del mio luogo di nascita sulla superficie del lago Lhamo Latso. Interpretò la A come l’indicazione dell’Amdo, la Ka come indicazione di Kumbum e Ma come indicazione o di un monastero vicino, fondato dal Karmapa Rolpai Dorje, o del fatto che il bambino che stavano cercando aveva un nome femminile: il mio nome infatti era Lhamo Dhondup”.
“In America e altrove spesso ho scherzato sul fatto che tutti i precedenti Dalai Lama, compreso il mio predecessore, il XIII, hanno avuto delle visioni, mentre io no, e nonostante questo sono diventato il più famoso di tutti. E’ un tipico esempio di “origine dipendente”: ho perso il Tibet e come conseguenza abbiamo creato legami con il resto del mondo”.
“Non ho capacità particolari, ma pratico sinceramente, affidandomi alle opere di Nagarjuna e Shantideva. La mia fede è basata sulla ragione. Come essere ordinario sono stato in grado di servire il Dharma e gli esseri senzienti. Avalokiteshvara ha mille occhi e mille mani, ma in un’occasione come questa deve agire attraverso di me”.
“Anche i popoli dell’Himalaya hanno una forte connessione con Avalokiteshvara. Non so se sarò in grado di tornare qui, quindi ho pensato di dare questa iniziazione. Ho fatto una divinazione per decidere e si è rivelata positiva”.
“È chiaro che ho un forte legame, dovuto al karma e alle preghiere, con il lignaggio dei Dalai Lama, ma non sono stato in grado di dedicare la mia vita alla pratica. Tuttavia, ho sviluppato una certa familiarità con la saggezza e la bodhicitta che mi hanno permesso di essere al servizio degli esseri in questo mondo, cosa che sarebbe stata impossibile senza quella connessione karmica”.
Nel corso dell’iniziazione, Sua Santità ha trasmesso i voti del Bodhisattva e ha guidato i presenti nello Yoga supremo con il quale vengono introdotti ad un’esperienza di altruismo e vacuità. Il Dalai Lama ha sottolineato la necessità di imparare, ascoltando o leggendo gli insegnamenti, riflettendo su di essi e acquisendo fiducia in essi. Ciò richiede l’uso della logica e della ragione piuttosto che della semplice fede. Inoltre, ha aggiunto, è essenziale per sviluppare il buon cuore.
Terminata l’iniziazione di Avalokiteshvara, Sua Santità ha voluto leggere la preghiera di Manjushri e la trasmissione del suo mantra agli alunni delle scuole che stavano di fronte a lui, spiegando loro che gli erano stati utili a coltivare la sua intelligenza quando era giovane come loro.
Rivolgendosi ancora una volta al pubblico, Sua Santità ha esortato tutti a comprendere l’importanza dell’amicizia, dell’armonia e del buon cuore e di coltivarli soprattutto se a volte sono venuti meno.
Poi ha avuto inizio la cerimonia delle offerte e delle preghiere per la lunga vita di Sua Santità, a partire dalla recitazione della “Lode ai 17 Maestri del Nalanda”. Al termine della cerimonia, alcune donne in costume tradizionale Zanskari hanno cantato e danzato davanti al palco.
“Voi avete fatto questa preghiera per la mia lunga vita con incrollabile devozione” ha detto Sua Santità “e questa devozione darà i suoi frutti. Poiché l’amicizia e la buona volontà sono veramente importanti, ricordate che come esseri umani siamo tutti uguali. Non serve a nulla pensare in termini di “noi” e “loro”. Se i seguaci delle diverse tradizioni spirituali praticano sinceramente, l’armonia inevitabilmente prevarrà”.
“Spesso sottolineo che l’India è l’esempio vivente di come tradizioni religiose differenti possano convivere in amicizia e rispetto reciproco. E se in India è così da ormai mille anni, vuol dire che si può fare anche anche in altre parti del mondo”.
“Qui a Zanskar ci sono state delle incomprensioni tra la comunità musulmana e quella buddhista. Non permettete che piccole divergenze disturbino l’amicizia tra di voi. Sono lieto di aver saputo che durante un recente incontro tra i rappresentanti di entrambe le parti, si è convenuto di superare e riconciliare i dissapori ed è stata sottoscritta una dichiarazione a sancire l’accordo. Apprezzo molto i vostri sforzi”.
Poi a Sua Santità è stata scattata una fotografia insieme a tutti rappresentanti delle diverse comunità.
“Anche a Leh in passato ho sentito che i musicisti tradizionali erano umiliati e trattati con disprezzo. Mi oppongo a tali discriminazioni di casta. Nel buddhismo la casta e la discendenza familiare non hanno alcuna importanza. Il Buddha ha detto che ciò che conta veramente è la pratica dell’insegnamento. Grazie”.
Dopo aver salutato tutti, Sua Santità ha fatto ritorno a piedi alla sua residenza nel Phodrang.
http://it.dalailama.com/news/2018/iniziazione-di-avalokiteshvara-e-offerta-di-lunga-vita-1