17 giugno 2018. Riga, Lettonia – Questa mattina, prima che Sua Santità venisse nuovamente accompagnato alla Skonto Hall, quasi duecento persone hanno affollato l’atrio dell’hotel in attesa di vederlo: molti desideravano scattargli una foto, altri avevano portato degli oggetti sacri per farli benedire. Il personale di sicurezza ha avuto il suo bel da fare a mantenere un cordone di sicurezza attorno a Sua Santità. Una volta raggiunta la Skonto Hall, Sua Santità ha esordito dicendo che il Buddha ci ha insegnato a domare le nostre menti.
“Potete farlo utilizzando il vostro senso critico e analizzando la situazione nella quale vi trovate. Lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative porta alla sofferenza. Pertanto, è importante riconoscere i difetti di una mente indisciplinata e fuori controllo. Se allenate la mente, soffrirete meno, ed è per questo che il Buddha ha messo l’addestramento mentale al centro del suo insegnamento”.
Sua Santità ha sottolineato che la preghiera da sola non è sufficiente a portare la pace nella mente, ma che è molto più efficace capire il funzionamento della mente e imparare ad affrontare le afflizioni mentali che la disturbano.
Sua Santità ha dunque consigliato di studiare la “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15, prestando particolare attenzione al sesto capitolo, dedicato alla pazienza; all’ottavo, che insegna a scambiare se stessi con gli altri e a coltivare la mente del risveglio di bodhichitta, e al capitolo nono sulla saggezza.
“Anche i non buddhisti possono imparare qualcosa di utile dai capitoli sei e otto, perché ciò che insegnano vale per tutti. La spiegazione della pazienza, per esempio, può aiutare a ridurre la rabbia senza dover necessariamente parlare di nirvana o di vite future. I consigli sulla pazienza e sull’altruismo di questi due capitoli si trovano anche in altre tradizioni religiose”.
Sua Santità ha poi ripreso la lettura del “Sutra del diamante” e una volta terminata ha aggiuinto:
“Generalmente mi sento a disagio nel dare insegnamenti buddhisti in paesi che non sono tradizionalmente di questo credo e dove la maggior parte del pubblico proviene da un background giudaico-cristiano. Tuttavia qui non ho questo tipo di preoccupazione perché quasi tutti voi provenite da regioni che hanno una lunga tradizione buddhista”.
Sua Santità ha pranzato ancora una volta con un gruppo di ospiti, dopo di che ha avuto un incontro con l’ambasciatore indiano in Svezia e Lettonia.
Prima di fare ritorno al suo albergo, Sua Santità ha incontrato circa 75 tibetani, venuti da diversi paesi europei per assistere agli insegnamenti. Ha ricordato loro l’importanza di studiare il buddhismo e il ruolo chiave che la lingua tibetana ha in questo contesto. Ha poi concluso dicendo loro di essere certo che la tradizione buddhista tibetana sarà di beneficio anche per la Cina, in futuro.
Ha inoltre accennato brevemente al suo impegno riguardo all’Approccio della Via di Mezzo, in base al quale il Tibet non cerca l’indipendenza, ma è disposto a rimanere parte nella Repubblica popolare cinese, nel quadro però di una soluzione reciprocamente vantaggiosa.
Infine, Sua Santità ha incoraggiato i tibetani ad essere felici e orgogliosi del proprio patrimonio culturale e ai più giovani del gruppo ha detto di non perdere la speranza di poter fare un giorno ritorno in Tibet, ma che nel frattempo era importante che studiassero materie moderne come la scienza e la tecnologia per essere in grado di contribuire al futuro sviluppo della loro patria.
Domani, ultimo giorno di questa serie di insegnamenti, Sua Santità conferirà le iniziazione di Avalokiteshvara dalle Mille Braccia e di Manjushri Bianco.
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