Sua Santità il Dalai Lama saluta i membri dell’Associazione delle Donne Tibetane al loro arrivo nella sua residenza di Dharamsala, India, 14 maggio 2018. Foto di Tenzin Damchoe
15 maggio 2018 Thekchen Chöling, McLeod Ganj, Dharamsala, India – Sua Santità il Dalai Lama ha incontrato questa mattina 190 membri della Tibetan Women’s Association (TWA), provenienti da 37 diversi insediamenti in India, Nepal, Belgio e Stati Uniti, in occasione della riunione triennale del consiglio d’amministrazione dell’organizzazione. “Siamo diventati dei rifugiati quasi sessant’anni fa” ha esordito Sua Santità. “Durante tutto questo tempo, il mondo ha imparato ad apprezzare la tradizione del buddhismo tibetano. Persino gli scienziati si stanno interessando a ciò che la nostra tradizione ha da dire. Da rifugiati siamo riusciti anche a presentare al mondo la nostra identità tibetana che si esprime attraverso le nostre varie tradizioni religiose, la nostra lingua, il nostro modo di scrivere e così via”.
“Molte persone mi dicono quanto apprezzano la natura compassionevole, allegra e gentile dei tibetani e i loro sorrisi affettuosi. Siamo riusciti a offrire al mondo un’immagine positiva del Tibet”.
“Quando siamo arrivati in India, eravamo all’incirca ottantamila. Molto presto abbiamo iniziato un processo di democratizzazione sistematica del nostro governo in esilio. Con il sostegno del Primo Ministro indiano Jawaharlal Nehru abbiamo creato scuole presso le quali i bambini tibetani potessero ricevere sia un’educazione tradizionale tibetana sia un’istruzione moderna”.
Sua Santità ha espresso il suo orgoglio per essere riuscito a trasferire la responsabilità politica a una leadership eletta direttamente dai tibetani. Ma ha confermato che, nonostante si sia ufficialmente ritirato dalla politica, non ha mai smesso di impegnarsi per la preservazione della cultura tibetana, della religione e dell’ambiente naturale del Tibet. Ha sottolineato che la conservazione dell’ambiente naturale del Tibet non riguarda solo i tibetani, ma anche i milioni di persone, in tutta l’Asia, le cui risorse idriche dipendono proprio dai fiumi che nascono in Tibet.
Parlando specificamente del ruolo delle donne, ha detto:
“Come buddhisti preghiamo sempre per il benessere di tutti gli esseri senzienti, ma da un punto di vista pratico è solo presso gli esseri umani di questo pianeta che possiamo promuovere la compassione e la gentilezza. In questo contesto, gli scienziati hanno dimostrato che le donne sono più sensibili degli uomini al dolore del prossimo. Così, biologicamente, le donne sono più inclini a mostrare compassione”.
“In vita mia, non ho mai visto un’espressione arrabbiata sul volto di mia madre. E’ sempre stata gentile con tutti. La sua compassione traspariva vividamente dal modo in cui i suoi occhi si riempivano di lacrime ogni volta che incontrava qualcuno che stava soffrendo. Mia madre è stata la mia prima maestra di compassione, ed è per questo che credo che è proprio in casa nostra che impariamo per la prima volta a conoscere la gentilezza”.
“Nel momento in cui è in gioco la sopravvivenza stessa del Tibet come nazione, tutte voi avete fatto il possibile per garantire la preservazione del Buddhadharma e della lingua tibetana. I tibetani hanno un legame karmico speciale con l’Avalokiteshvara. Sono sicuro che tutte voi avete accumulato molti meriti per stare a cuore ad Avalokiteshvara e non solo nelle vostre prossime vite, ma per molte rinascite a venire. Chi di noi è in esilio non dovrebbe mai dimenticare i tibetani in Tibet, che non hanno la libertà di cui noi godiamo: noi siamo i loro rappresentanti nel resto del mondo”. http://it.dalailama.com/news/2018/incontro-con-le-rappresentanti-dellassociazione-delle-donne-tibetane