militari a Lhasa
5 aprile 2018. Le religioni devono sostenere il Partito Comunista ed essere subordinate agli interessi della nazione: questo il contenuto del libro bianco reso pubblico il 3 aprile dalle autorità di Pechino.
Il documento, intitolato “Le politiche e le procedure cinesi sulla protezione della libertà religiosa”, afferma la necessità che le religioni si adattino ad una società socialista e come si debbano sviluppare nel contesto della Cina. “Essere parte attiva nell’adattare le religioni alla società socialista significa sviluppare nei credenti l’amore per il loro paese ed insegnare loro come essere subordinati e servire gli interessi della nazione e del popolo cinese”. “Significa inoltre” – prosegue il libro bianco – “adoperarsi affinché i gruppi religiosi difendano e si attengano al socialismo con caratteristiche cinesi e ne abbraccino i valori”.
Ufficialmente la Cina riconosce cinque religioni: il Buddhismo, il Cattolicesimo, il Protestantesimo, il Taoismo e l’Islam. Nonostante la Costituzione garantisca la libertà religiosa, di fatto tale libertà è assai limitata se non inesistente. In un rapporto pubblicato lo scorso anno dall’organizzazione statunitense Freedom House si legge che sotto il governo di Xi Jinping i controlli e le persecuzioni religiose si sono intensificati in tutto il paese. Le comunità religiose colpite più duramente sono quelle dei Cristiani Protestanti, dei Buddhisti tibetani e dei mussulmani Hui e Uiguri.
Fonte: hidustantimes, http://www.italiatibet.org/2018/04/05/pechino-le-religioni-devono-essere-al-servizio-del-partito-comunista/