Richard Davidson, il giorno di apertura della 33a Conferenza Mind & Life – Reimagining Human Flourishing – presso il Tempio Tibetano Principale di Dharamsala, India, il 12 marzo 2018. Foto di Tenzin Choejor
12 marzo 2018 Thekchen Chöling, Dharamsala, India – Questa mattina il Tsuglagkhang, il Tempio Tibetano Principale, adiacente alla residenza di Sua Santità il Dalai Lama, è stata la sede per l’apertura della Conferenza Mind & Life dedicata a “Reimagining Human Flourishing”. I partecipanti, i relatori e i moderatori si sono seduti attorno ad un grande tavolo basso, posto lateralmente nell’area principale del tempio. Insieme a loro, ospiti e osservatori – 100 dal lato Mind & Life e altri 200, molti dei quali monaci e monache, invitati dal Dalai Lama Trust. Quando Sua Santità è arrivato, ha salutato diversi vecchi amici prima di prendere posto a capotavola.
Susan Bauer-Wu, Presidente dell’Istituto Mind & Life, ha esordito dando il benvenuto a tutti i presenti a questo Dialogo Mind & Life, il 33°, e il 13°organizzato a Dharamsala. Ha ringraziato Sua Santità, il Dalai Lama Trust e la Hershey Family Foundation per il loro sostegno che ha reso possibile questo evento. Nel 26°anno dalla sua fondazione, l’obiettivo del Mind & Life Institute continua ad essere quello di lavorare per eliminare la sofferenza e promuovere lo sviluppo del potenziale umano. In questa occasione in particolare, il focus è approfondire ancora una volta in che modo offrire ai giovani una buona educazione, che includa etica secolare, l’attenzione e la compassione, l’amore e il perdono: un’educazione del cuore, che tenga conto del fatto, ormai scientificamente provato, che la compassione può essere insegnata.
Susan Bauer-Wu ha concluso la sua introduzione presentando a Sua Santità una copia di un nuovo libro, “Il Monastero e il Microscopio”, dedicato ai dialoghi che hanno avuto luogo a Mundgod nel 2013.
Thekchen Chöling, Dharamsala, India – Questa mattina il Tsuglagkhang, il Tempio Tibetano Principale, adiacente alla residenza di Sua Santità il Dalai Lama, è stata la sede per l’apertura della Conferenza Mind & Life dedicata a “Reimagining Human Flourishing”. I partecipanti, i relatori e i moderatori si sono seduti attorno ad un grande tavolo basso, posto lateralmente nell’area principale del tempio. Insieme a loro, ospiti e osservatori – 100 dal lato Mind & Life e altri 200, molti dei quali monaci e monache, invitati dal Dalai Lama Trust. Quando Sua Santità è arrivato, ha salutato diversi vecchi amici prima di prendere posto a capotavola.
Susan Bauer-Wu, Presidente dell’Istituto Mind & Life, ha esordito dando il benvenuto a tutti i presenti a questo Dialogo Mind & Life, il 33°, e il 13°organizzato a Dharamsala. Ha ringraziato Sua Santità, il Dalai Lama Trust e la Hershey Family Foundation per il loro sostegno che ha reso possibile questo evento. Nel 26°anno dalla sua fondazione, l’obiettivo del Mind & Life Institute continua ad essere quello di lavorare per eliminare la sofferenza e promuovere lo sviluppo del potenziale umano. In questa occasione in particolare, il focus è approfondire ancora una volta in che modo offrire ai giovani una buona educazione, che includa etica secolare, l’attenzione e la compassione, l’amore e il perdono: un’educazione del cuore, che tenga conto del fatto, ormai scientificamente provato, che la compassione può essere insegnata. Susan Bauer-Wu ha concluso la sua introduzione presentando a Sua Santità una copia di un nuovo libro, “Il Monastero e il Microscopio”, dedicato ai dialoghi che hanno avuto luogo a Mundgod nel 2013.
Il moderatore di questa mattina, Kimberley Schonert-Reichl, ha presentato il primo relatore, Richard Davidson che ha esordito ringraziando Sua Santità per il suo tempo e per essere sempre fonte di grande ispirazione. Davidson ha poi fatto un breve resoconto del contesto storico dell’incontro, sottolineando l’importanza fondamentale di cinque dialoghi, avvenuti precedentemente, che hanno portato a quello odierno: il primo è stato il quinto dialogo Mind & Life, tenutosi nel 1995 a Dharamsala, durante il quale si discusse soprattutto di altruismo, etica e compassione. Poi c’è stato l’ottavo, sempre a Dharamsala, dedicato alle emozioni distruttive e che ha portato Dan Goleman a scrivere un libro che ha catalizzato su di esse un’attenzione del pubblico senza precedenti. In quell’incontro cruciale, ha ricordato Davidson, Sua Santità aveva consigliato ai membri del Mind & Life Institute di studiare modi pratici per coltivare una mente virtuosa e contrastare le emozioni distruttive.
La terza riunione chiave, “Investigare la mente”, ha avuto luogo presso il MIT e fu altrettanto fondamentale perché fu il primo incontro pubblico in cui vennero sollevate delle domande sulla mente e sulle emozioni distruttive in un contesto scientifico. La prestigiosa rivista scientifica “Nature” vi dedicò ampio spazio, attirando l’attenzione del mondo sulla missione del Mind & Life Institute. Il quarto incontro fondamentale, incentrato sulla neuroplasticità, ha rivelato che l’addestramento della mente può cambiare il cervello, mentre il quinto, a Washington DC, ebbe come focus l’educazione di cittadini del mondo.
Dopo aver elencato gli argomenti che saranno discussi nel corso di questa conferenza, Davidson ha iniziato la sua presentazione, sul tema dello sviluppo della prima infanzia e dell’apprendimento sociale ed emozionale. Ha menzionato la neuroplasticità, il ruolo della genetica, i periodi “sensibili” e l’innata bontà di base nello sviluppo della prima infanzia. Ha parlato di sovrapproduzione sinaptica precoce, della formazione e modificazione della corteccia prefrontale nel contesto di una linea temporale di sviluppo cerebrale. Alcuni sviluppi possono portare alla vulnerabilità, mentre altri alla resilienza. Ha anche fatto riferimento a periodi “sensibili” nello sviluppo dell’infanzia, come la nascita, l’inizio della scuola e l’adolescenza.
Riguardo ai pensieri associati ai cambiamenti nel cervello, Sua Santità ha voluto sapere se, in un soggetto è fisicamente sano, viene prima il pensiero o il cambiamento nel cervello. Davidson ha risposto che molti scienziati sostengono che il pensiero e l’attività cerebrale co-occorrono, osservando che ciò si riferisce quella relazione tra mente e cervello su cui però sono stati fatti pochi progressi scientifici per oltre 100 anni. Questo ha spinto Sua Santità a riflettere sullo scopo dei suoi incontri con gli scienziati.
“Uno scopo è quello di ampliare le nostre conoscenze. Diversi decenni di esperienza hanno dimostrato che l’antica comprensione indiana del funzionamento della mente si basa su pratiche che hanno come obiettivo quello di sviluppare concentrazione e analisi, shamatha e vipashyana, e ciò implica la conoscenza del modo – ancora oggi attuale – con cui trasformare le emozioni. D’altra parte, la scienza ha confutato la cosmologia tradizionale indiana, portandomi a respingere pubblicamente la mia fede nel Monte Meru quale centro dell’universo”.
“Tuttavia, poiché la scienza sta solo iniziando a indagare sulla mente, credo che l’antica conoscenza indiana possa dare un contributo importante e far convergere questi due approcci. Nel 1979, nel corso di alcuni colloqui a Mosca, gli scienziati riconobbero senza esitazione l’esistenza delle cinque coscienza sensoriale, ma respinsero l’idea di una coscienza mentale, considerandola di mero interesse religioso”.
“Il secondo scopo di questi incontri è collegato alla crisi delle emozioni di cui siamo testimoni nel mondo contemporaneo e che si manifesta, ad esempio, nella contrapposizione tra la pace di cui godiamo insieme, qui e ora, e l’angoscia che si vive in altre parti del mondo, dove le persone vengono uccise o muoiono di fame. Dobbiamo mostrare maggiore attenzione per il benessere degli altri. Abbiamo bisogno di un maggiore senso di appartenenza come esseri umani e della consapevolezza che tutti facciamo parte della stessa comunità. Dobbiamo promuovere il buon cuore. La religione può dare il suo contributo, ma a volte può portare a ulteriori divisioni. In un tale contesto, la ricerca da parte degli scienziati di prove che dimostrino che la natura umana fondamentale è compassionevole è una fonte di speranza”.
“Questa natura umana di base può generare fiducia in se stessi, fiducia nel prossimo e trasparenza. Ci permette di sorridere. Guardare gli altri con sospetto non è un modo per essere felici. Dei sette miliardi di persone che oggi vivono su questo pianeta, circa un miliardo non ha alcun interesse per la religione, eppure sono esseri umani. Sia noi sia loro abbiamo bisogno di un approccio secolare, che ci permetta di creare un mondo più pacifico e gioioso. La scienza ci mostra, per esempio, che avere buon cuore fa bene persino alla nostra salute fisica”.
“E’ giunto il momento di pensare all’umanità nella sua interezza, non solo alla nostra nazione all’interno dei suoi confini. Anche l’ambiente ci sta dicendo che noi esseri umani dobbiamo lavorare insieme come un’unica comunità, perché questo è l’unico modo in cui potremo affrontare problemi gravi come la crescente carenza di acqua. Sarà necessario un nuovo approccio all’istruzione che tenga conto delle scoperte scientifiche e che permetta di sviluppare le qualità umane sulla base di un approccio scientifico secolare”.
“Questo mondo, con la sua popolazione umana, può durare ancora qualche migliaio di anni, ma dobbiamo incoraggiare la prossima generazione a fare le cose in modo diverso. Ho quasi 83 anni, quindi non ho più così tanto tempo a disposizione e quando non ci sarò più forse andrò in paradiso, se ce n’è uno. Ma potrei anche rinascere su questo pianeta, dato che prego costantemente di tornare per porre fine alle miserie del mondo, finché durerà lo spazio e finché ci saranno esseri viventi”.
“È responsabilità della nostra generazione agire. Abbiamo visto troppe guerre. Abbiamo visto troppi soldi spesi per le armi. Cercare di risolvere i problemi facendo ricorso all’uso della forza è un approccio ormai obsoleto e sbagliato, eppure vediamo che si ripete ancora oggi, all’inizio del XXI secolo. Dobbiamo cambiare, ma il nostro sistema educativo è troppo materialistico. Tuttavia, possiamo migliorarlo e il lavoro che facciamo oggi può influenzare i secoli a venire”.
Richard Davidson ha concluso la sua presentazione facendo notare un aumento della depressione e dei casi di suicidio tra i bambini e i giovani e che eminenti scienziati stanno cominciando a riconoscere il potenziale contributo che l’antica comprensione indiana del funzionamento della mente può dare.
Dopo una pausa di quindici minuti per il tè, Michel Boivin ha esposto la sua relazione riguardante gli studi sullo sviluppo del bambino, in particolare l’indagine sul modo in cui i gemelli si sviluppano. Per rispondere alla questione se sia la natura o la nutrizione ad avere maggiore influenza nello sviluppo del bambino, ha citato un altro esperto in campo chiedendo se sia più importante per un rettangolo, la larghezza o la lunghezza.
Dan Goleman ha detto di considerare l’apprendimento sociale ed emotivo parte integrante della rielaborazione dell’idea stessa di benessere e sviluppo umano. Ha invitato a insegnare ai bambini piccoli a riflettere su che cosa potrebbe migliorare una data situazione e su che cosa, invece, la renderebbe peggiore. Ha ricordato a Sua Santità che il suo amico Paul Ekman aveva definito “maturità” la capacità di ampliare lo spazio che c’è tra stimolo e azione. Tra i vantaggi dell’apprendimento sociale ed emotivo vi è il fatto che conduce ad una maggiore consapevolezza e capacità di auto-regolamentazione, oltre che a processi decisionali etici e responsabili.
Sua Santità ha osservato che la mente può cambiare e che ai bambini si può insegnare ad analizzare, ma – come ricordano gli antichi testi indiani – leggere o ascoltare una spiegazione non è sufficiente. Bisogna riflettere per comprendere davvero. Solo dopo aver compreso profondamente qualcosa, dopo aver acquisito familiarità con un concetto, si può realmente mettere in pratica questa comprensione.
Alla fine della sessione di apertura, Sua Santità ha lasciato il tempio e ha fatto ritorno alla sua residenza. I partecipanti alla conferenza hanno continuato le loro discussioni durante il pomeriggio. Sua Santità si unirà di nuovo a loro domani mattina. http://it.dalailama.com/news/2018/conferenza-mind-life-ripensare-lo-sviluppo-umano-giornata-inaugurale