Valentino Giacomin presenta il suo nuovo libro “Etica Universale” a Sua Santità il Dalai Lama all’inizio del dialogo con gli studenti organizzato dalla sua ONG Alice Project a Bodhgaya, Bihar, India il 25 gennaio 2018. Foto di Lobsang Tsering
Bodhgaya, Bihar, India – Sembrava autentico tifo da stadio il tipo di accoglienza che gli oltre 7.000 studenti del Bihar hanno riservato a Sua Santità il Dalai Lama mentre saliva sul palco al Kalachakra Maidan, questa mattina, su invito della ONG italiana Alice Project.
Dopo le offerte di benvenuto, Sua Santità è stato invitato a presentare l’ultimo libro di Valentino Giacomin, insegnante trevigiano e fondatore dell’organizzazione, intitolato “Etica Universale”. Giacomin ha poi tenuto un breve discorso in cui ha ricordato il suo primo incontro con Sua Santità a Dharamsala, più di 30 anni fa, e che all’epoca il Dalai Lama gli disse che sarebbe stato eccellente se avesse voluto continuare a lavorare nell’ambito educativo anche in India. Così è nato, il progetto Alice, incentrato su un’educazione sostenibile e su una cultura della pace, in una scuola interculturale e interreligiosa inaugurata a Sarnath nel 1994 e, successivamente, anche a Bodhgaya e nell’Arunachal Pradesh.
Giacomin ha detto che uno degli obiettivi del progetto è trovare una soluzione all’attuale crisi dell’istruzione e che si traduce in scarsa disciplina, scarsa attenzione e un calo generale delle prestazioni accademiche degli studenti. Uno dei motivi di questa crisi è che l’educazione moderna tende ad avere scopi materialistici e dedica troppo poco tempo ai valori interiori. Le scuole del Progetto Alice danno invece ai ragazzi l’opportunità di meditare ed esplorare quali sono i modi per condurre una vita felice.
“Dobbiamo conoscere le nostre menti e andare oltre i limiti dell’egoismo” ha detto Giacomin “e anche renderci conto che non esistono barriere tra noi e gli altri. Ci concentriamo sulla trasformazione interiore, da cui nascono disciplina e altruismo e che consentono di migliorare i risultati accademici. È possibile, come ha esortato più volte Sua Santità, far rivivere l’antica saggezza dell’India e combinarla con l’educazione moderna. A nome degli studenti e del personale delle nostre scuole, desidero ringraziare il Dalai Lama per averci incontrato qui, in questo luogo sacro”.
“Buongiorno a tutti, avete dormito bene ieri sera?” ha chiesto Sua Santità dal podio agli studenti “spero che la mente di voi tutti sia fresca e vigile”.
“E’ un grande onore per me essere qui e sono felice di incontrare tanti rappresentanti delle generazioni più giovani, ma anche il mio vecchio amico italiano che ha cercato di tradurre in realtà i nostri obiettivi educativi”.
“Il tempo è sempre in movimento, non si ferma mai. Il passato è andato, ne rimane solo il ricordo, e il futuro non è ancora arrivato, il che ci dà l’opportunità di creare un mondo migliore. Voi giovani rappresentate il futuro, che sta nelle vostre mani e sulle vostre spalle”.
“Fondamentalmente, per essere felici, tutti gli esseri viventi, anche questi fiori che pure non hanno una mente, vogliono sopravvivere. Per gli esseri umani e gli animali, cercare di sopravvivere è parte del tentativo di essere felici. Tutti noi vogliamo condurre una vita felice. Dal momento che noi esseri umani abbiamo un’intelligenza così meravigliosa abbiamo la capacità di pensare al passato, di imparare da esso e di pianificare il futuro. Siamo anche in grado di guardare alla realtà da diverse angolazioni. Quindi, abbiamo bisogno di usare il nostro intelletto per analizzare e comprendere ciò che ci porta infelicità e sofferenza e ciò che al contrario ci rende felici”
“In questa ricerca, l’istruzione riveste un ruolo chiave perché migliora la nostra capacità di pensare e analizzare il modo in cui le cose avvengono. Anche se nessuno di noi vuole problemi, ce ne troviamo di fronte una moltitudine e maggior parte è di nostra creazione. L’istruzione moderna è inadeguata a garantire la felicità degli individui, delle famiglie e delle comunità. Dobbiamo riflettere seriamente su questo fatto. Una delle ragioni di questa inadeguatezza è che i sistemi educativi attuali tendono ad avere obiettivi materialistici, mentre la felicità dell’essere umano dipende dalla pace della mente. Dobbiamo riflettere seriamente su come integrare i valori interiori nella nostra educazione, in modo laico e secolare”.
“Recentemente ho assunto l’impegno di cercare di far rivivere l’antica saggezza indiana sul funzionamento della mente e delle emozioni. Dobbiamo capire meglio come affrontare le nostre emozioni negative attraverso la ragione e l’analisi, da un punto di vista strettamente secolare”.
“Esiste una lunga tradizione di karuna e ahimsa in questo paese e uno dei modi in cui esse si manifestano è nel prosperare dell’armonia religiosa. Allo stesso tempo, la posizione secolare e laica dell’India nel mostrare pari rispetto per tutte le tradizioni religiose e spirituali ne fa un modello da seguire per tutti gli altri paesi”.
“Voi, giovani studenti, non dovreste limitarvi ad accettare ciò che vi viene insegnato: dovreste rifletterci su, analizzarlo, esaminarne le ragioni e confrontarlo con altri punti di vista. Questo era lo spirito del Nalanda, la grande Università che fiorì nel Bihar. Pensate a come tutto dipende da altri fattori”.
“Come ho detto, il futuro è nelle vostre mani. Voi giovani avete l’opportunità di rendere il mondo un posto migliore, ma dovrete impegnarvi. Potrei non vivere abbastanza a lungo per vederlo, ma se fate un tentativo, in 20-30 anni il mondo potrebbe diventare un posto molto più pacifico. L’istruzione è uno dei fattori che possono contribuire a raggiungere questo obiettivo, ma dobbiamo prestare anche maggiore attenzione e affrontare le nostre emozioni distruttive, adottando una sorta di “igiene emotiva” che corrisponde all’igiene con cui proteggiamo la nostra salute fisica”.
Rispondendo alle domande degli studenti, Sua Santità ha sottolineato che la coscienza non ha alcun inizio e che la nostra esperienza di felicità e sofferenza è dovuta al nostro karma. Ha confermato che la rabbia è il fattore che più spesso disturba la nostra pace interiore, mentre karuna, ovvero la compassione, è il suo opposto e antidoto. Per quanto riguarda la pratica religiosa, il Dalai Lama ha detto che va bene, a livello individuale, pensare nei termini di “una fede e un’unica verità”, ma per quanto riguarda la comunità in senso lato, dobbiamo accettare che vi siano diverse fedi e che la verità abbia molte sfaccettature. Ha ricordato anche ai presenti la sua ammirazione per l’India, l’unico paese in cui tutte le principali tradizioni religiose del mondo convivono in armonia.
Le pratiche di shamatha e vipashyana, comuni a molte delle tradizioni spirituali autoctone dell’India, hanno permesso di sperimentare la possibilità di trasformare la mente. Si è compreso che la sofferenza deriva da afflizioni mentali come la rabbia e l’odio; che la loro fonte è l’ignoranza e che per contrastare l’ignoranza è necessario coltivare la saggezza.
Sua Santità ha lasciato il palco tra applausi scroscianti degli studenti. Ha poi raggiunto il vicino tempio Wat Pa Buddhagaya Vanaram della Thai Bharat Society, nei pressi del quartiere del Mahabodhi Stupa. Qui il Dalai Lama è stato ricevuto da Phra Bhodhinandhamunee e da Ratneswar Chakma e si è soffermato ad ammirare l’esibizione di alcune danzatrici thailandesi.
Sua Santità ha rifiutato l’offerta di essere portato in rickshaw e ha fatto la circumambulazione del tempio a piedi, insieme ai suoi ospiti. Lungo il percorso ha benedetto il Sangharaja Kuti. Entrato nel nuovo tempio, riccamente decorato con statue dorate del Buddha e degli Arhat e scene della vita del Buddha dipinte sulle pareti, Sua Santità ha preso posto con i monaci più anziani. Mentre le danzatrici si esibivano ancora una volta, sono stati recitati il Rifugio e il Mangala Sutta.
Il dottor Ratneswar Chakma ha formalmente dato il benvenuto a Sua Santità, che ha descritto come un modello di compassione. Phra Bhodhinandhamunee ha espresso l’intenzione della Thai Bharat Society di offrire l’opportunità a tutti i visitatori di imparare e praticare la meditazione nel nuovo tempio.
Quando è stato il momento di Sua Santità di intervenire, il Dalai Lama ha riconosciuto che, dal punto di vista storico, la Tradizione Pali deriva direttamente dai primi insegnamenti del Buddha e questo fa dei suoi seguaci i discepoli più antichi. I seguaci della Tradizione Sanscrita si affidano anche agli insegnamenti della Perfezione della Saggezza, derivati dal secondo giro della ruota del dharma.
“Ho grande rispetto per tutte le trasmissioni del Dharma, così come rispetto sia le tradizioni religiose teistiche che quelle non teistiche, perché da ciascuna l’umanità può trarne beneficio. Oggi, anche gli scienziati stanno dimostrando un notevole interesse per ciò che il buddhismo ha da dire sulla mente e sulle emozioni. La conoscenza che abbiamo mantenuto in vita per secoli è sempre attuale e rilevante perché può contribuire a ridurre le nostre emozioni negative e il potere che esercitano su di noi”.
“Le discussioni che ho avuto con gli scienziati sono state di reciproco aiuto. Una delle poche “vittime” di questi dialoghi è stata la mia fede nella cosmologia buddhista tradizionale. Tuttavia, è chiaro che il Buddha è venuto per insegnare le Quattro Verità Nobili e non per mappare o misurare l’universo. Il Buddha ha introdotto un approccio alla sofferenza che è realistico e scientifico. Mi piacerebbe un giorno vedere studiosi, scienziati e praticanti riunirsi qui e sedersi in cerchio per discutere il contenuto dei Tripitaka, le tre raccolte delle Scritture”.
Dobbiamo studiare se vogliamo capire che cosa sono il Buddha, il Dharma e il Sangha, che cosa è la cessazione della sofferenza, come raggiungerla e che cosa implica il sentiero. Naturalmente, dobbiamo anche comprendere che cos’è l’assenza del sé”.
“Negli anni Settanta, alcuni nostri monaci andarono a Bangkok dove impararono il thailandese e parteciparono a varie pratiche. Loro ormai sono anziani, ma potremmo inviare di nuovo giovani monaci e a nostra volta accogliere i monaci thailandesi nei nostri monasteri. I tibetani potrebbero imparare il thailandese e i thailandesi potrebbero imparare il tibetano. Ci sono insegnamenti buddhisti disponibili solo in Pali e altri disponibili solo nella tradizione sanscrita. Dovremmo quindi impegnarci nella ricerca e nello scambio di esperienze. Abbiamo bisogno di relazioni più strette e di uno sforzo condiviso per portare il buddhismo nel XXI secolo”.
“L’essenza del buddismo è la compassione o karuna. Dal momento che il mondo ha bisogno di più compassione dovremmo esaminare come noi buddhisti possiamo dare il nostro contributo. Non si tratta di convertire gli altri al buddhismo, ma di vedere in che modo possiamo favorire la pace della mente umana mostrando, ad esempio, come affrontare le nostre emozioni negative. Sarebbe veramente un vantaggio per l’intera umanità”.
Dopo i ringraziamenti e lo scambio di doni, tutti i presenti sono stati invitati a prendere parte ad un sontuoso pranzo a base di piatti thailandesi e indiani, al termine del quale sono state scattate numerose foto ricordo insieme a Sua Santità. Il Dalai lama ha fatto poi ritorno al tempio tibetano e domani ha in programma di ordinare 60 nuovi monaci. http://it.dalailama.com/news/2018/discorso-agli-studenti-del-bihar-e-inaugurazione-del-tempio-wat-pa-buddhagaya-vanaram