Sua Santità il Dalai lama accende la lampada votiva all’apertura della Conferenza sulla pace globale. Dharamsala, 2 dicembre 2017. Foto di Lobsang Tsering
Dharamsala 2 dicembre 2017 – Questa mattina Sua Santità il Dalai Lama ha raggiunto il Government College di Dharamsala, su invito della fondazione Gandhi Smriti e Darshan Samiti, il cui scopo è preservare e diffondere il messaggio, il pensiero e la vita del Mahatma Gandhi, per partecipare alla sessione della Conferenza sulla pace Globale dedicata al sentiero di Buddha e di Gandhi.
Parlando in hindi, il vice rettore della Central University of Himachal Pradesh, Kuldip Chand Agnihotri, ha ricordato che oggi parlare di Buddha e di Gandhi può contribuire alla pace mondiale perché l’essenza del Dharma è amisha, la non violenza. Shri Laxmi Dass della Gandhi Smriti e Darshan Samiti ha sottolineato quali sono i rischi dei conflitti e della diffidenza in un mondo dove esistono armi nucleari, mentre il professor Samdhong Rinpoche ha espresso la speranza che questo incontro riesca ad orientare le giovani generazioni nella giusta direzione. Ha citato come esempio il dalai lama che da sempre ha basato la sua lotta per la libertà del Tibet sulla non violenza.
“I fratelli e le sorelle più grandi e, in particolare i fratelli e le sorelle più giovani – ha esordito Sua Santità – mi rivolgo sempre alle persone in questo modo perché in quanto esseri umani siamo tutti uguali. Le differenze di fede religiosa, razza o nazionalità sono di secondaria importanza rispetto al fatto che siamo tutti essere umani. Concentrarsi su tali differenze secondarie dà luogo a conflitti. Questo è il modo con cui creiamo problemi per noi stessi e ridurre i problemi è responsabilità di ciascuno di noi”.
“In questi giorni, quando mi sveglio al mattino e inizio la meditazione, mi chiedo spesso quante persone sono state uccise e quanti bambini sono morti di fame mentre dormivo pacificamente.
Le persone creano questi problemi e le persone devono risolverli. Quelli di noi che appartengono al XX secolo fra dieci o quindici anni non ci saranno più, ma quelli di voi che appartengono al XXI secolo devono lavorare per rendere il mondo più felice. Avete l’opportunità e la responsabilità di farlo. Iniziate con il coltivare la vostra pace interiore. La pace nel mondo non può essere creata dalla rabbia, dall’odio e dalla gelosia”.
“Sia Buddha Shakyamuni che Mahatma Gandhi erano indiani, si erano formati sulle tradizioni indiane che conducono alla trasformazione del mondo interiore. Non hanno raggiunto la pace interiore solo con le preghiere, ma affrontando le loro emozioni negative. Queste tradizioni, che insegnano a coltivare la pace della mente, sono importanti oggi. Anche noi dobbiamo capire che cosa dà origine alla pace interiore e che cosa la distrugge”.
Sua Santità ha detto di aver sentito parlare di Sadhu che meditano nudi, in zone remote sulle montagne e là coltivano il calore interiore attraverso la pratica, ma non ha ancora avuto l’opportunità di incontrarli e parlare con qualcuno di loro. Ha ribadito che per raggiungere la pace della mente, dobbiamo affrontare le nostre emozioni negative. L’antica psicologia indiana aveva una profonda comprensione di come raggiungere questo obiettivo e ha raccomandato di avvicinarci a tale conoscenza non tanto con un approccio religioso quanto piuttosto da un punto di vista pratico, laico e accademico.
Citando il famoso detto del Buddha: “Come saggio testa l’oro bruciandolo, tagliandolo e sfregandolo, così, bhikshu, dovreste accettare le mie parole dopo averle testate, e non solo per rispetto per me”. Sua Santità ha confermato che i maestri dell’Università del Nalanda esaminarono ciò che il Buddha insegnò alla luce della ragione. Le conoscenze che hanno trasmesso sono contenute negli oltre 300 volumi, tradotti per lo più dal sanscrito in tibetano. Ha annunciato che i compendi che da questi testi derivano, saranno tradotti in hindi, inglese e altre lingue.
“L’India moderna sta raggiungendo un buon sviluppo materiale, tuttavia tende a trascurare il suo patrimonio di conoscenze antiche. Fortunatamente, noi tibetani, chela (discepoli) dei guru indiani, abbiamo conservato gran parte di questa tradizione. Oggi, ciò che è importante è coniugare la moderna istruzione e gli sviluppi tecnologici con l’antica conoscenza del funzionamento della mente e delle emozioni che hanno plasmato il Buddha e il Mahatma Gandhi. L’India è l’unico paese in cui ciò può essere fatto”.
“Nelle mie discussioni con gli scienziati moderni ho imparato a conoscere le nuove intuizioni della fisica quantistica. Tuttavia, il grande fisico Raja Ramana mi disse che queste scoperte erano state anticipate secoli dagli scritti di Nagarjuna. Allo stesso modo, là ove gli scienziati moderni tendono a vedere la mente solo in termini di coscienza sensoriale, l’antica saggezza indiana aveva raggiunto una comprensione altamente sviluppata della profondità della coscienza mentale”.
“Sulla base della vostra antica eredità, credo che voi indiani abbiate il potenziale per dare un grande contributo al benessere dell’umanità. Buddha Shakyamuni ha sottolineato l’origine dipendente dei fenomeni (pratityasamutpada), ma ha anche l’importanza di karuna, la compassione. Il Mahatma Gandhi sembrava un mendicante, ma era molto istruito e saggio. Abbiamo l’opportunità di seguire le antiche tradizioni indiane che hanno dato origine a queste figure esemplari. E’ qualcosa che possiamo fare. Questo è tutto, grazie “.
Sua Santità ha poi fatto ritorno alla sua residenza, ma la Convention for Global Peace dedicata al sentiero del Buddha e di Gandhi continuerà per altri due giorni.
http://it.dalailama.com/news/2017/sul-sentiero-di-buddha-e-gandhi