Sua Santità il Dalai Lama parla all’inaugurazione del Meditation & Science Center presso il Monastero Drepung Loseling, Mundgod, 14 dicembre 2017. Foto di Lobsang Tsering
Mundgod, India 14 dicembre 2017 – Gli edifici principali del nuovo Meditation & Science Center Loseling Drepung, con le loro facciate di mattoni rossi, si trovano oltre il campus del Loseling Drepung. Quando Sua Santità il Dalai Lama è arrivato questa mattina dal monastero di Drepung Lachi, la strada era costeggiata da una folla di tibetani desiderosi di salutarlo al suo passaggio.
All’ingresso del Centro, Sua Santità ha tagliato il nastro inaugurale e recitato versi di buon auspicio, lanciando in aria una manciata di fiori e grano. Una volta entrato, ha acceso la lampada cerimoniale e ha premuto il tasto che ha lanciato il nuovo sito web del Meditation & Science Center.
Il Dalai Lama è stato poi accompagnato a visitare la mostra sulle scienze allestita nel Centro. Accanto ad ogni installazione – dedicata a un principio scientifico chiave, come la gravità, l’elettromagnetismo e le leggi della luce e dell’ottica – si trova una spiegazione dettagliata scritta in tibetano.
Quattrocento monaci e monache, insegnanti, staff e sostenitori hanno poi preso posto nello spazio coperto, a forma di anfiteatro. Geshe Yeshi Kelsang ha dato il benvenuto a Sua Santità, alle altre personalità e agli ospiti. Gelong Thubten Tsering, co-direttore del Progetto Scienza, ha presentato il Centro facendo le veci di Geshe Lobsang Tenzin, impegnato a dare insegnamenti in un’altra sede. Ha spiegato che il monastero di Drepung preserva la tradizione classica dello studio delle dieci scienze maggiori e minori dell’India antica.
Dal 2009, la scienza moderna è stata inserita nel curriculum e visto che la conoscenza della matematica e dell’inglese sono essenziali, sono stati introdotti dei corsi specifici a cui hanno partecipato 400 studenti, su iniziativa di Geshe Lobsang Tenzin. Gli stessi studenti partecipano anche all’Emory Tibet Science Initiative, un progetto unico sviluppato dalla Emory University, dal Monastero di Drepung e dalla Biblioteca di opere e archivi tibetani di Dharamsala.
L’ Abate di Drepung Loseling ha accolto Sua Santità e gli altri ospiti. Ha spiegato che è soprattutto grazie all’incoraggiamento del Dalai Lama che i monasteri tibetani si sono interessati allo studio della scienza. Dal 2016, la scienza è stata formalmente inclusa nei programmi di studio dei tre grandi monasteri di Drepung, Sera e Ganden. L’Abate ha aggiunto che, pur tenendo presente l’importanza dei valori interiori – come amore e compassione – per la felicità umana, con lo studio della scienza moderna, qui al Drepung Loseling, si sta cercando un po’ alla volta di realizzare la visione di Sua Santità. L’intervento dell’Abate si è concluso con le preghiere per la lunga vita di Sua Santità e per la realizzazione dei suoi desideri.
Sua Santità ha iniziato le sue osservazioni esprimendo il suo profondo apprezzamento per la creazione da parte del Monastero Drepung Loseling di questo Centro, un luogo dove la scienza moderna può interagire produttivamente con la scienza e la filosofia che hanno la loro origine nell’India antica.
“Non si tratta di un’iniziativa occasionale, ma di un progetto a lungo termine. Vorrei dunque ringraziare la Emory University e tutti coloro che hanno sostenuto questo prezioso impegno”.
“Ci sono 7 miliardi di persone nel mondo e tutti noi vogliamo essere felici ed evitare la sofferenza. Eppure assistiamo a sofferenze incessanti, persone che si uccidono l’un l’altra, persone che muoiono di fame. Dobbiamo assumerci la responsabilità di capire che cosa si può fare per aiutarle.
In molti paesi ci sono stati grandi progressi nell’educazione, ma un’educazione focalizzata esclusivamente sullo sviluppo materiale e che trascura fattori come l’amore e la compassione – che danno origine alla pace interiore – è inadeguata. Oggi persino la religione viene usata per dividere “noi” da “loro” e come pretesto per comportamenti negativi.
All’inizio del XX secolo si parlava poco di pace nel mondo. Tuttavia, dopo una serie di guerre e lo sviluppo di armi estremamente distruttive, alla fine del secolo l’atteggiamento delle persone era cambiato. La gente si è resa conto che non c’era bisogno di continuare a combattere e desiderava vedere la pace nel mondo. In Europa, ad esempio, nemici storici come Francia e Germania hanno deciso che era meglio lavorare per il bene comune e hanno promosso quella che è diventata l’Unione Europea.
Sempre più persone stanno diventando consapevoli del fatto che non si può creare una pace duratura facendo ricorso alla forza, ma che è necessario un nuovo approccio, fondato su una mente pacificata. E’ necessario identificare i fattori – come l’orgoglio, la rabbia e la gelosia – che sconvolgono la pace interiore e adottare antidoti per contrastarli. Dobbiamo osservare un’igiene emotiva che corrisponda all’igiene fisica che protegge la nostra salute fisica. Creare la pace interiore non implica costruire templi o monasteri, ma lavorare con la mente.
L’attenzione delle tradizioni giudaico-cristiane per la fede in un Dio creatore è stata di grande beneficio per molti, ma dà poco spazio al lavoro sulla mente e sulle emozioni. Il Buddha ha insegnato che felicità e infelicità dipendono da noi, dalla nostra capacità di domare le nostre menti, superando rabbia, attaccamento e ignoranza. Nagarjuna lo ha detto chiaramente:
Attraverso l’ eliminazione del karma e delle afflizioni mentali c’è liberazione;
Il karma e le afflizioni mentali provengono da pensieri concettuali;
Questi, a loro volta, provengono dall’esagerazione mentale;
L’ esagerazione cessa con la vacuità.
Pensare che gli altri siano intrinsecamente esistenti dà luogo ad afflizioni mentali sulla base delle quali ci comportiamo in modo negativo. Nelle tradizioni dell’India antica troviamo spiegate le pratiche della concentrazione su un singolo punto e della meditazione analitica sulla base delle quali possiamo discutere sul funzionamento della mente in modo laico. Spero che gli studiosi indiani possano partecipare a tali discussioni, ma molti indiani contemporanei sono più interessati allo sviluppo materiale che a quello interiore”.
“Grazie alla dedizione di Trisong Detsen, Shantarakshita e Guru Padmasambhava, noi tibetani abbiamo mantenuto viva la gloriosa Tradizione del Nalanda e la sua enfasi sull’uso della ragione e della logica”.
Sua Santità ha poi parlato della crescente conoscenza raggiunta dagli scienziati del funzionamento del cervello. Dopo aver prestato attenzione soprattutto alla coscienza sensoriale, hanno recentemente cominciato ad interessarsi sempre più della coscienza mentale. Molti di loro ora riconoscono, ad esempio, che la meditazione ha un impatto misurabile sulla neuroplasticità. Il Dalai Lama ha quindi espresso soddisfazione per il fatto che questo nuovo Centro includa sia la mediazione sia la scienza.
Ha messo in guardia sul fatto che è necessario distinguere tra ciò che la scienza ha dimostrato di non esistere e ciò che non si è ancora dimostrato esistere. Il fatto che qualcosa non sia apertamente osservabile non basta a negarne l’esistenza. Allo stesso tempo, il Dalai Lama ha esortato coloro che seguono il Buddha ad essere buddhisti del XXI secolo e di non fare affidamento sulla fede cieca, ma su una comprensione fondata sulla ragione.
Sua Santità, ricordando quando Mao Zedong gli disse di avere una mente scientifica e di considerare la religione un veleno, ha scherzosamente aggiunto che se oggi Mao fosse ancora vivo potrebbe convincerlo a fare un’eccezione per la Tradizione del Nalanda.
Il direttore del Loseling ha ringraziato Sua Santità, l’ex Ganden Tripa, l’attuale detentore del trono e gli altri dignitari per aver partecipato all’inaugurazione. Ha dichiarato la ferma intenzione del Centro di mettere le sue strutture a disposizione di altri monaci, attraverso programmi come l’Emory Tibet Science Initiative e l’Emory Tibet Science Initiative for Nuns. Ha concluso con una preghiera, affinché Sua Santità possa presto tornare al Potala.
http://it.dalailama.com/news/2017/inaugurazione-del-meditation-science-center-loseling-drepung