Sua Santità il Dalai Lama mentre rilascia un’intervista alla TV lettone, Riga, 25 settembre 2017. Foto di Tenzin Choejor
Riga, Lettonia – Prima di lasciare l’hotel per raggiungere la Skonto Hall per l’ultima sessione di insegnamenti, Sua Santità il Dalai Lama ha rilasciato un’intervista a Gundars Reders della TV Lettone, conduttore della striscia quotidiana “One to One”. Reders ha subito chiesto al Dalai Lama che cosa intende quando afferma che oggi il mondo è in crisi.
“C’è molta paura e rabbia, bisogni non soddisfatti e sfruttamento, un enorme divario tra ricchi e poveri, bambini che soffrono di malnutrizione. Molti dei problemi che l’umanità si trova ad dover affrontare li abbiamo creati noi”.
Reders ha poi chiesto se sia davvero possibile contrastare il terrorismo attraverso la compassione o se non si tratti di un’utopia. Sua Santità ha risposto che tutti i nostri problemi possono veramente essere risolti grazie alla compassione, cominciando per esempio con il ricordare che anche le persone che li creano sono esseri umani come noi. Ricorrere all’uso della forza non fa altro che creare nuovi terroristi. E’ un approccio ormai obsoleto, che riflette una sistema educativo focalizzato esclusivamente su traguardi materiali e che dedica troppo poco spazio ai valori interiori. Ha poi citato i costanti sforzi per la creazione di un curriculum che introduca l’etica secolare nell’approccio educativo contemporaneo.
Il Dalai Lama ha poi ammesso di essere impossibilitato a visitare la Russia e le Repubbliche buddhiste di Calmucchia, Tuva e Buriazia a causa delle relazioni che esistono tra Russia e Cina. Di fatto, oggi, a parte il Giappone, non c’è nessun altro paese buddhista dove possa recarsi in visita. Il giornalista ha poi fatto notare che non avverrà neppure un incontro ufficiale con il Presidente della Lettonia.
“Non c’è problema – ha risposto Sua santità – la mia visita non ha alcun carattere politico. Non sono contrariato da questo fatto. Il mondo appartiene ai suoi sette miliardi di abitanti e ciascun paese appartiene al suo popolo, per cui considero la gente più importante”.
Rivolgendo a Sua Santità un paio di domande che il giornalista aveva ricevuto attraverso i social media, Reders ha chiesto se Sua Santità possedesse uno smartphone e se avesse mai desiderato sposarsi. A entrambe ha risposto con un netto “no”. Tuttavia, alla domanda riguardante il modo di ottenere una felicità duratura, ha risposto che come studente della tradizione indiana del Nalanda, il suo metodo consiste nell’utilizzo della ragione e della analisi e che questo metodo lo ha portato a concludere che ciò che vanifica la nostra pace interiore sono le emozioni disturbanti, come la rabbia e la paura. La soluzione, dunque, è trovare ed applicare i giusti antidoti.
Un breve tragitto in auto ha condotto il Dalai Lama dall’hotel alla Skonto Hall. Arrivato sul palco e salutato il pubblico, Sua Santità ha annunciato che avrebbe iniziato con il dare qualche spiegazione riguardo agli insegnamenti previsti durante la giornata. Ha detto che gli insegnamenti e le tradizioni introdotti in Tibet, prima e subito dopo il regno di Lotsawa Rinchen Sangpo, nell’XI secolo, vengono considerati come appartenenti alla scuola Nyingma o “degli antichi”.
All’interno della scuola Nyingma, gli insegnamenti buddhisti sono suddivisi in nove veicoli. Tre veicoli esterni, basati sulle Quattro Nobili Verità; tre Tantra esterni e tre Tantra interni. I veicoli esterni – i veicoli degli Uditori, dei Realizzatori Solitari e dei Bodhisattva – hanno a che fare con gli antidoti alle emozioni negative in relazione ai Tre Addestramenti. I Tantra esteriori – kriya, upa e yoga – riguardano l’ascetismo di derivazione Vedica, come le abluzioni e il digiuno.
I Tantra interiori, metodi trasformativi davvero potenti, sono Maha, Anu e Yoga. Il Maha Yoga include lo stadio di generazione; l’Anu Yoga lo stadio del completamento e l’Ati Yoga, il sommo yoga, che impiega la mente innata di chiara luce, porta la pura consapevolezza nel sentiero; implica la realizzazione che tutti i fenomeni non sono altro che apparenze del sorgere naturale della saggezza primordiale che è sempre esistita al di là del sorgere e del cessare. Sua Santità ha aggiunto che si possono fare dei raffronti con quanto è descritto nei tantra di Guhyasamaja e Kalachakra.
Sua Santità ha poi menzionato altri due testi, i “Sette Tesori” di Longchen Rabjampa e la “Trilogia per trovare pace e benessere”, che gli furono insegnati da Trulshik Rinpoche e di cui sollecita lo studio e la preservazione da parte dei centri Nyingma. Ha poi aggiunto di aver ricevuto la trasmissione del “Tesoro di Dharmadhatu” e portato a termine i cento giorni di ritiro previsti dalla pratica.
Il Dalai Lama ha fatto notare che Je Tzongkhapa ebbe una particolare connessione con la tradizione Nyingma a causa degli insegnamenti che egli ricevette dal Grande Adepto di Lhodrak. Egli ebbe anche una visione di Vajrapani e ricevette insegnamenti da Manjushri stesso. Gyalwa Gendun Drup, discepolo di Je Tzongkhapa, il primo Dalai Lama e il suo successore, il Secondo, il Terzo, il Quinto e il Tredicesimo furono tutti non settari nel loro approccio alla pratica.
“Nella prima fase della mia vita – ha continuato Sua Santità – ho seguito esclusivamente la tradizione Gelug. Ma poi arrivò un momento in cui desiderai ricevere il Guhyagarbha Tantra – la Profonda Essenza Segreta – da Khunu Lama Rinpoche, che inizialmente si dimostrò reticente perchè all’epoca propiziavo Dolgyal. In seguito, appresi che il Quinto Dalai Lama aveva scritto che Dolgyal era uno spirito malvagio, sorto da preghiere distorte e che il suo unico scopo era quello di danneggiare gli insegnamenti del Buddha e gli esseri senzienti. Così abbandonai quella pratica”.
“Fu solo allora che che ricevetti gli insegnamenti su Guhyagarbha Tantra e il relativo commentario di Rongzom da Dilgo Khyentse Rinpoche e da Trulshik Rinpoche. Ironia della sorte, quando ancora propiziavo Dolgyal la mia libertà religiosa era limitata, mentre ora che ho vietato questa pratica sono i suoi sostenitori a lamentarsi che la loro pratica viene limitata”.
“Non sono particolarmente abile nelle pratiche di Dzogchen, ma faccio le pratiche di Vajrakilaya, Hevajra, le cinque divinità di Heruka, Vajrayogini, che provengono dalla tradizione Sakya, Kurukulla e Kagye Chidril, composto dal Quinto Dalai Lama. Rigzin Pema Trinley mi raccomandò “anche se trascuri gli altri insegnamenti, non abbandonare mai quelli del Kagye”. E così mi impegno a leggere quotidianamente il “Tesoro di Dharmadhatu” e farò lo stesso oggi, insieme a voi”.
Terminata la lettura del primo capitolo, il Dalai Lama ha continuato con la lettura de “L’unicità del saggio glorioso monarca: le tre chiavi per penetrare l’essenza” di Dza Patrul Rinpoche.
E poi ha concluso dicendo: “Negli ultimi due giorni ho dato insegnamenti che appartengono alla struttura generale, derivata dalla tradizione del Nalanda. Ho ricevuto la trasmissione degli Stadi della meditazione da Sangye Tenzin, Abate Sakya, e da Ling Rinpoche, Trijang Rinpoche; da Tagdrak Rinpoche la versione concisa degli “Stadi del Sentiero”. Gli insegnamenti di oggi, che fanno parte degli insegnamenti speciali, li ho ricevuti da Dilgo Khyentse Rinpoche e li ho discussi con grande beneficio con l’abate Sakya Khenpo Rinchen. Spero che queste istruzioni vi saranno di una qualche utilità”.
Ritornato alla Skonto Hall dopo il pranzo, il Dalai Lama ha intrattenuto una conversazione con il cantautore Boris Grebenschikov, con il regista Vitaly Mansky e il direttore teatrale Alvis Hermanis, moderata dal regista e attore Ivan Vyrypaev. Insieme hanno affrontato il tema dell’etica secolare quale mezzo utile per sviluppare, a livello universale, i valori interiori.
Invitato a esprimere la sua opinione sui principali problemi del mondo contemporaneo, il Dalai Lama ha citato la paura, la rabbia e la scarsa lungimiranza, che sorgono tutte proprio a causa dell’assenza di compassione e di valori interiori. Ha detto che il modo migliore per soddisfare i nostri interessi è coltivare un buon cuore. Ha sottolineato che la compassione porta ad avere una mente calma e fiducia in se stessi e, di conseguenza, a una riduzione dell’ansia e della paura. La sincera preoccupazione per gli altri e per il loro benessere fanno spontaneamente sorgere la fiducia e questa è il fondamento dell’amicizia.
Ha fatto anche notare che un medico non ci consiglierà mai di essere più arrabbiati, più nervosi, ma al contrario ci suggerirà di rilassarci. Il che non significa semplicemente permettere al nostro corpo di riposarsi, ma anche alla nostra mente di trovare un po’ di pace. Lo scopo della nostra vita è essere felici, ha detto. Facciamo programmi per la prossima settimana, per il prossimo anno o addirittura per il prossimo secolo, ma non c’è alcuna garanzia che si realizzeranno. Siamo sostenuti dalla speranza di qualche cosa di buono.
Rispondendo a una domanda di una persona del pubblico di origini ucraine che chiedeva se il mondo sta migliorando, Sua Santità ha detto che agli inizi del XX secolo, quando le nazioni si dichiaravano guerra, la gente si arruolava nell’esercito senza esitazione, disposta a combattere. Ma per la fine dello stesso secolo, questo atteggiamento era completamente cambiato. La gente ha iniziato prima protestando contro la guerra in Vietnam e poi, in centinaia di migliaia, contro l’invasione dell’Iraq. Le persone sono stanche della violenza e il desiderio di pace si sta diffondendo ovunque.
Infine, per rispondere a come affrontare problemi e difficoltà, il Dalai Lama ha detto di trovare utile e ancora estremamente attuale il consiglio del grande maestro indiano dell’VIII secolo Shantideva. Bisogna analizzare il problema e verificare se si è in grado di risolverlo. In caso affermativo, non c’è ragione di preoccuparsi; in caso negativo, preoccuparsi non è di alcuna utilità.
Al termine della conferenza pubblica, Natasha Inozemtseva ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile questo evento straordinario: lo staff, i volontari, il personale di sicurezza, i traduttori e così via. Sua Santità ha quindi lasciato la Lettonia per fare ritorno, il giorno successivo, in India.
http://it.dalailama.com/news/2017/insegnamenti-di-dzogchen-e-conferenza-pubblica