Sua Santità il Dalai Lama risponde alle domande del pubblico, durante una breve pausa dagli insegnamenti conferiti presso il Tempio Tibetano principale di Dharamsala, 5 ottobre 2017. Foto di Lobsang Tsering
Tempio Tibetano Principale, Dharamsala – Terminata la consueta recitazione del Mangala Sutta, del Sutra del Cuore e delle altre preghiere, Sua Santità il Dalai Lama si è rivolto ai praticanti presenti.
“Tutti gli esseri senzienti, ovunque nello spazio, vogliono la felicità e, tra di essi, gli esseri umani che vivono su questo pianeta possiedono la facoltà del linguaggio e la capacità di comprensione. Eppure continuano a farsi coinvolgere nelle azioni peggiori. Persino gli animali feroci attaccano gli altri solo quando sono affamati, ma noi esseri umani indulgiamo in quella forma di violenza organizzata che è la guerra, e lo facciamo da secoli”.
“Da quando sono nato, nel 1935, è stato un susseguirsi di conflitti. Tuttavia, verso la fine del XX secolo, la gente ha iniziato a far sentire la propria voce e a denunciare le guerre e la violenza. Le persone hanno iniziato a capire che la violenza non porta alcun beneficio. Questo fatto, unito allo spirito di riconciliazione presente in Germania e in Giappone alla fine della II Guerra Mondiale, sono indubbiamente segnali di progresso”.
“Negli anni Sessanta, ho visitato Singapore e ascoltato i monaci cinesi recitare il Sutra del Cuore. Ricordo di aver provato una grande tristezza al pensiero di come il buddhismo sia stato distrutto in Cina. Oggi però le cose sono cambiate e in Cina contiamo oltre 400 milioni di praticanti buddhisti, desiderosi di imparare e studiare di più. Anche in altre parti del mondo moltissime persone, e tra esse numerosi scienziati, stanno sviluppando un sincero interesse verso ciò che il Buddhismo ha da dire”.
“Sebbene ci siano stati notevoli progressi in termini di sviluppo materiale, la pace interiore è qualcosa che dipende dalla mente. Mi sento fortunato a poter dare insegnamenti a voi tutti, oggi, e spero che attraverso una autentica trasformazione interiore potremo contribuire tutti alla pace nel mondo. Dato che gli abitanti di Taiwan sono liberi, essi possono davvero dare un contributo significativo alla rinascita della tradizione buddhista cinese”.
Sua Santità ha poi annunciato che, prima di proseguire il commentario del testo di Chandrakirti, avrebbe dato alcune spiegazioni a proposito del testo di Je Tzongkhapa “La lode al sorgere dipendente”. Ha fatto notare che la visione proposta da Je Tzongkhapa nella fase iniziale della sua vita, e che si accorda con la Via di Mezzo, successivamente subì una ulteriore evoluzione, coerente con quella della Via di Mezzo dei Consequenzialisti. Nel “Rosario Dorato” egli dice che nonostante le cose non abbiano la benché minima esistenza intrinseca, esse comunque esistono in modo convenzionale. Nei “Tre aspetti principali del sentiero” chiarifica come segue il suo pensiero:
Fin quando le due realizzazioni, quella delle apparenze,
ovvero l’infallibilità dell’origine interdipendente,
e quella della vacuità, che è libera da asserzioni,
vengono considerate separate, non vi è ancora
la realizzazione dello scopo del Buddha
Quando le queste due realizzazioni sono simultanee e contemporanee,
dalla semplice percezione dell’infallibilità dell’origine dipendente sorgerà la conoscenza
che distrugge completamente qualsiasi tipo di attaccamento mentale.
Allora l’analisi della visione profonda sarà completa.
Sua Santità ha ricordato che per intercessione di Lama Umapa, Tzongkhapa stesso ebbe una visione di Manjushri a Gadong. Gli apparve in una sfera di luce blu e gli pose delle domande riguardo alla visione della Via di Mezzo. Quando si rese conto di non essere in grado di comprendere le risposte, gli fu consigliato di ampliare la sua esperienza attraverso lo studio e l’analisi.
Sua Santità ha ribadito l’importanza del concetto di origine dipendente perchè l’ignoranza è la causa radice di ogni degenerazione. Vogliamo essere felici, ma le nostre menti indisciplinate sono solo fonte di sofferenza. Le emozioni disturbanti sorgono dalla mancata comprensione di come i fenomeni effettivamente esistono. Amore e compassione possono stemperare alcune nostre emozioni negative, ma il grande fraintendimento – l’attaccarsi all’idea di un’esistenza intrinseca dei fenomeni – quello è ciò a cui dobbiamo prestare più attenzione e per questo il concetto di sorgere dipendente è di massima utilità.
Nel corso della lettura del testo di Je Tzongkhapa, Sua Santità ha dato poi particolare enfasi a due versi, gli stessi che ripete ogni giorno:
Vedendo e parlando dell’origine dipendente
egli fu saggezza suprema, maestro supremo.
Mi prostro e rendo omaggio a colui che ha compreso
e insegnato l’origine dipendente che tutto pervade.
Sommo maestro, sommo protettore
somma eloquenza, suprema guida!
Mi prostro e rendo omaggio
a colui che ha insegnato l’origine dipendente.
In conclusione, Sua Santità ha fatto notare che l’origine dipendente è un concetto perfettamente coerente con il punto di vista scientifico contemporaneo e che possiamo verificarlo direttamente attraverso la nostra esperienza.
Dopo una breve pausa durante la quale è stato servito del tè, Sua Santità il Dalai Lama ha ripreso gli insegnamenti dell’”Ingresso nella Via di Mezzo”. Il secondo capitolo riguarda il secondo terreno del bodhisattva e si concentra sulla perfezione dell’etica. Il terzo capitolo, invece, è dedicato alla perfezione della pazienza e durante il commentario Sua Sanità ha fatto notare che la sola cosa per cui essere ragionevolmente arrabbiati è la rabbia stessa. Completati i capitoli quattro e cinque, molto brevi, al capitolo sei Sua Santità ha detto che non sarebbe riuscito ad ultimare la lettura, ma che l’avrebbe ripresa in una prossima occasione.
La giornata si è conclusa con l’annuncio che il Dalai Lama avrebbe conferito, la mattina successiva, l’iniziazione di lunga vita di Tara Bianca e la cerimonia per la generazione della mente dell’illuminazione di Bodhicitta.
http://it.dalailama.com/news/2017/introduzione-alla-via-di-mezzo-di-chandrakirti-terza-giornata