Resoconti indicano repressione in aumento in Tibet in vista del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese
Dharamshala – I rapporti dal Tibet indicano una repressione delle “attività illegali”, che prendono ulteriormente di mira ogni tentativo di esprimere l’identità tibetana.
Una relazione del Tibet Daily ha individuato che la repressione mirata contro la pornografia e altre “attività illegali” ha specificatamente come obiettivo principale la “propaganda per l’indipendenza tibetana”, in vista del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese che si svolgerà quest’autunno.
Secondo la relazione, la campagna è stata lanciata nella Regione Autonoma del Tibet (TAR) al fine di rafforzarne la sicurezza e assicurarne l’allineamento alle politiche del Partito, prima dell’importante riunione che si terrà a Pechino, probabilmente a ottobre. La relazione ufficiale afferma che saranno intraprese ulteriori azioni per “prevenire la distribuzione di informazioni problematiche da parte della cricca del Dalai Lama e da altre forze ostili occidentali, e per rintracciare la circolazione online di informazioni negative, congetture e pettegolezzi”.
Le misure comprendono un’intensificazione della vigilanza su “tutti i tipi di prodotti culturali illegali”, un riferimento a un aumento dei controlli su musica, editoria e stampa. Sono state già adottate misure rigorose in tutto il Tibet per eliminare tutti i libri o materiali che citano il Dalai Lama, che l’articolo del Tibet Daily nomina quale obiettivo principale della repressione. La relazione si riferisce anche al “campo dei media e dell’editoria” al fine di evitare la pubblicazione di “contenuti politici nocivi”.
Cantanti, scrittori e artisti tibetani sono stati imprigionati per aver fatto questo tipo di riferimenti, ma i divieti sono stati applicati anche a canzoni e libri tibetani senza palese contenuto politico. Secondo il Tibet Daily, le autorità cinesi “rafforzeranno la supervisione di programmi di intrattenimento, di musica e di danza”.
La priorità della “stabilità” politica è stata sottolineata anche dalla dirigenza regionale del TAR quando è stata annunciata la selezione dei 29 delegati tibetani del TAR che si recheranno al 19° Congresso del Partito. Nella relazione, il segretario del partito del TAR Wu Yingjie e altri delegati sembra siano stati votati, sebbene la selezione sia basata sull’anzianità e sulla lealtà politica al PCC.
Il Tibet è stato invaso dalla Cina comunista nel 1949. Da quel momento sono stati uccisi oltre 1,2 milioni di tibetani su una popolazione di soli 6 milioni totali; oltre 6000 monasteri sono stati distrutti e omicidi, stupri, prigionie arbitrarie, torture e trattamenti crudeli, disumani e degradanti sono stato inflitti ai tibetani all’interno del Tibet. Pechino continua a chiamare tutto ciò “liberazione pacifica”.
Traduzione di Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus.
Fonte: The Tibet Post International, 14 agosto 2017
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