Passang Dhondup
I genitori di un 19enne tibetano che si è dato fuoco a Varanasi il 14 luglio scorso, supplicano i giovani tibetani a non ricorrere all’auto-immolazione, ma a lottare per la loro causa attraverso l’educazione e la non violenza.
Un tibetano si è dato fuoco ed è deceduto a Dharamsala il 29 luglio. E’ il secondo caso di autoimmolazione in India nell’arco di due settimane.
Passang Dhondup, 49 anni, decoratore di oggetti in legno presso il prestigioso centro artigianale del Norbulingka si è dato fuoco al Lingkor, il sentiero attorno al tempio principale di Dharamsala che i tibetani e i praticanti buddhisti sono soliti circumambulare in segno di devozione.
Nato nel Tibet centrale, Dhondup era arrivato in India nel 1991. A causa delle gravissime ustioni e della sua natura solitaria (nessuno ne ha denunciato la scomparsa), non è stato facile identificare il nuovo autoimmolato tibetano le cui generalità sono state rese note solo il 31 luglio. La polizia indiana ha trovato nelle vicinanze dei suoi resti carbonizzati un ombrello, una bandiera tibetana, le chiavi di casa e due bottiglie vuote di kerosene. Dawa Rinchen, responsabile ufficiale dell’insediamento di Dharamsala, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa che questi elementi e le dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni oculari confermano che Dhondup ha dato la sua vita per il Tibet. Con Passang Dhondup sale a dieci il numero dei tibetani che hanno dato la loro vita in esilio per la libertà del Tibet.
Fonte : The Tibet Post International, http://www.italiatibet.org/2017/07/31/un-tibetano-si-autoimmola-a-dharamsala/
Dharamsala (AsiaNews/Agenzie) – I genitori di un 19enne tibetano che si è dato fuoco a Varanasi il 14 luglio scorso, supplicano i giovani tibetani a non ricorrere all’auto-immolazione, ma a lottare per la loro causa attraverso l’educazione e la non violenza.
Ngawang Khedup e Tashi Yangzom, il padre e la madre di Tenzin Choeying, hanno parlato ai media, ricevendo ieri il corpo del loro figlio morto di ustioni. Quest’oggi la salma di Tenzin viene cremata, dopo una preghiera a Lhagyal-Ri, a Dharamsala, capitale del governo tibetano in esilio e sede ufficiale del Dalai Lama.
Il padre del defunto ha detto: “Tibetani anziani o giovani, abbiamo tutti una responsabilità collettiva. Per le future generazioni io chiedo loro con insistenza di continuare a lottare per la causa tibetana con una piena educazione perché è un peccato perdere anche una sola vita tibetana”.
Tashi Yangzom, la madre, ha chiesto ai giovani di non attentare alla loro stessa vita, sottolineando l’importanza di preservare l’eredità della cultura e della lingua tibetane.
Il 19enne Tenzin Choeying, di Dhondenling (Kollegal), si è auto-immolato lo scorso 14 luglio durante un incontro con altri giovani ad una conferenza tenuta da Sikyong Lobsang Sangay. È stato subito ricoverato all’ospedale di Varanasi, ma poi trasferito in aereo a New Delhi. Le sue condizioni da subito sono apparse molto critiche perché il corpo presentava ustioni al 90%. Il giovane è morto il 22 luglio scorso.
Ieri tutti i negozi tibetani di Dhondenling sono rimasti chiusi in segno di rispetto. Secondo il cugino, le ultime parole di Tenzin sono state “Bod, Bod (Tibet, Tibet)”.
Dall’inizio delle autoimmolazioni nel 2009, il Dalai Lama ha esortato i giovani che compiono questo gesto disperato a non farlo perché perdendo la vita, essi perdono l’occasione di contribuire in modo positivo alla rinascita del Tibet. Egli afferma che questi gesti disperati sono frutto del “genocidio culturale” a cui la Cina sottomette la popolazione tibetana. In tutti questi anni si contano più di 150 immolazioni.
http://www.asianews.it/notizie-it/Genitori-di-un-auto-immolato:-Giovani-tibetani,-non-fatevi-del-male,-lottate-con-l%E2%80%99educazione-e-la-cultura-41379.html