La moglie e le due figlie dell’ex monaco Tashi Rabten che si è dato fuoco il giorno 8 dicembre sono state torturate dalle autorità cinesi e costrette a firmare un documento dove viene dichiarato che si è auto-immolato a causa di problemi con la famiglia e non per il Tibet.
Tashi Rabten mentre si dava fuoco inneggiava per la libertà per il Tibet, per il ritorno del leader tibetano in esilio sua Santità il Dalai Lama in Tibet e alla liberazione del Panchen Lama, Gendun Choekyi Nyima.
A seguito dell’accaduto, la famiglia ed il pubblico che ha assistito all’orribile scena sono in una difficile situazione con le autorità cinesi. Sono state incarcerate 9 persone: su queste pende l’accusa di aver diffuso nei social media il video dell’uomo mentre si dava fuoco e aver pregato per la vittima.
Nonostante la famiglia avesse espresso il desiderio di cremare i resti del loro congiunto nel monastero Labrang con rito tradizionale, le autorità cinesi non hanno preso in considerazione tale volontà e successivamente hanno consegnato le ceneri.
Traduzione Laogai Research Foundation Italia ONLUS
Radio Free Asia, Dicembre 13, 2016
English article, Radio Free Asia:
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