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La visita del Dalai Lama in Mongolia scatena l’ira di Pechino
Novembre 26th, 2016 by admin

dalai-lama-arrivo-in-mongolia25 novembre 2016. La presenza del Dalai Lama in Mongolia, arrivato a Ulan Bator il 18 novembre per una visita di quattro giorni, ha provocato dure reazioni da parte di Pechino che ha accusato il governo mongolo di mettere a repentaglio i rapporti economici e i legami tra i due paesi.

Alla vigilia dell’arrivo del leader spirituale tibetano, Geng Shuang, un portavoce del Ministero degli Esteri cinese, aveva dichiarato che “al fine di mantenere e incrementare gli accordi bilaterali esistenti, la Mongolia non deve permettere la visita del Dalai Lama né fornire alcuna forma di sostegno o facilitazione alla sua banda”. Irritata per l’ospitalità concessa nonostante le minacce, la Cina ha cancellato alcuni incontri già programmati con delegazioni mongole – tra le quali la visita a Pechino del Vice Primo Ministro -, ha affermato che Ulan Bator ha “sbagliato” consentendo la visita del Dalai Lama e ha auspicato “azioni concrete” da parte del governo per consentire la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi.

Le relazioni tra Cina e Mongolia, riconosciuta da Pechino come stato indipendente e sovrano nel 1949, si sono consolidate nel 1994 quando l’allora Premier Li Peng firmò con Ulan Bator un trattato di amicizia e cooperazione commerciale. Da allora le sorti dell’economia mongola sono strettamente legate a quella dell’economia cinese: secondo i dati forniti nel 2015 da Trading Economics, la Mongolia esporta in Cina l’89% dei suoi prodotti e ne importa il 26%. Acquista quindi particolare significato la ferma posizione del governo mongolo che non si è lasciato piegare dalle minacce e dal ricatto economico di Pechino e ha consentito al monastero buddista di Gandan, autore dell’invito, di accogliere il Dalai Lama pur precisando che la visita “non ha nulla a che fare con la politica ed è di natura puramente religiosa”.

L’ultima visita del leader tibetano in Mongolia risale al 2006: in quell’occasione Pechino ritardò deliberatamente di dodici ore la partenza dell’aereo di Air China per la capitale mongola. In occasione della visita del 2002 la Cina ordinò la chiusura delle linee di collegamento ferroviarie e lo scorso anno, a causa delle pressioni cinesi, la Mongolia fu costretta a cancellare la visita del Dalai Lama e ad accogliere invece il presidente Xi Jinping.

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Un grande numero di fedeli, oltre il 50% della popolazione mongola pratica il buddhismo, ha assistito agli insegnamenti impartiti dal Dalai Lama nel monastero di Gandan Tegchelin e ha affollato, a Ulan Bator, il Buyant Uhaa Sports Complex che ha visto riunite oltre 12.000 persone mentre molte altre erano radunate all’esterno nonostante i 40° sotto zero. Il 22 novembre, nel corso di una conferenza pubblica presso il Centro delle Scienze sul tema “I valori universali e il Buddhismo nel XXI secolo”, il leader religioso tibetano ha riaffermato l’importanza del senso di appartenenza di ogni singolo individuo all’umanità nel suo insieme per fare di questo secolo un mondo migliore e un’era di compassione. Ha inoltre esortato i giovani a non limitarsi ad eseguire i rituali ma ad approfondire i loro studi ed acquisire, tramite l’unione della scienza e della filosofia, una maggiore conoscenza. http://www.italiatibet.org/2016/11/25/la-visita-del-dalai-lama-in-mongolia-scatena-lira-di-pechino/


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