Oltre 30mila devoti buddhisti hanno ascoltato questa mattina la preghiera recitata dal Dalai Lama nel monastero di Tawang, cittadina dello Stato settentrionale dell’Arunachal Pradesh al confine fra il Tibet e l’India.
Arunachal Pradesh, Sua Santità il Dalai Lama ha sottolineato che la sua è una visita non politica ed ha ricordato la prima visita nel monastero di Tawang, durante il viaggio che lo ha portato via dal Tibet nel 1959. Pechino: “È una provocazione”. Oltre 30mila devoti buddhisti hanno ascoltato questa mattina la preghiera recitata dal Dalai Lama nel monastero di Tawang, cittadina dello Stato settentrionale dell’Arunachal Pradesh al confine fra il Tibet e l’India. Il leader religioso ha ribadito che la sua è una visita “non politica”, mentre Pechino l’ha definita “altamente provocatoria”.
Nelle scorse settimane, infatti, Pechino ha accusato il Dalai Lama di fomentare la ribellione e di sfidare il dominio cinese sulla regione tibetana con questa sua visita nello Stato di confine indiano. Il premier indiano Manmohan Singh ha invece risposto alla Cina definendo il Premio Nobel per la pace “un ospite d’onore” per l’India.
I fedeli hanno viaggiato per giorni per non mancare all’incontro con il leader spirituale tibetano: alcuni sono arrivati anche dal vicino Buthan. Sono state appese per le strade di Tawang bandiere e striscioni tibetani. Tuttavia le autorità indiane, per tentare di contenere la protesta cinese e minimizzare la tensione, hanno limitato l’ingresso alla stampa per la copertura del viaggio del Dalai Lama.
Tawang è uno dei luoghi più importanti per il buddhismo tibetano: ospita infatti un monastero vecchio di quattro secoli, il primo nel quale si rifugiò il Dalai Lama 50 anni fa mentre era in fuga dal Tibet. Aprendo la preghiera, il Dalai Lama ha detto: “La mia visita non ha uno scopo politico e vuole promuovere la fratellanza universale, nient’altro. Ma la Cina usa sempre i miei viaggi per parlare male di me”.
Tawang, ha aggiunto il leader religioso, “ha per me un’importanza particolare. Ho molte emozioni diverse, mentre mi trovo qui davanti a voi. Quando ci sono venuto per la prima volta ero mentalmente e fisicamente molto provato. All’epoca, Pechino ancora non mi attaccava”.
Nell’ultimo anno si sono intensificati gli attacchi alla guida spirituale del buddismo tibetano. Nell’agosto di quest’anno il Dalai Lama, 74 anni, ha effettuato un’altra controversa visita a Taiwan, regione considerata dalla Cina parte integrante del suo territorio: Pechino lo ha accusato di voler incitare il mondo cinese alla secessione. (AsiaNews/Agenzie)