
Jetsun Pema con suo fratello il XIV Dalai Lama
Jetsun Pema: Piango di dolore per l’amato Tibet
Circa la vostra denuncia dell’oppressione cinese del popolo tibetano, della sua cultura e della religione, lei ha dichiarato all’autore della biografia: «Il tempo è quasi finito, è importante che qualcosa accada finché Sua Santità il Dalai Lama è ancora in vita».
Jetsun Pema «Sua Santità compirà 90 anni l’anno prossimo. Io ne compirò 85. Ci resta poco tempo. Speriamo che qualcosa possa accadere entro un paio d’anni».
Dal 2010 non vi sono più stati contatti ufficiali tra i rappresentanti di Sua Santità e il governo cinese.
Jetsun Pema «Esatto».
Avete segnali dalla Cina che possa profilarsi qualche cambiamento?
Jetsun Pema «Tutti i tibetani sperano che possa esserci qualche cambiamento. Come dice sempre Sua Santità, spera per il meglio e preparati per il peggio. Finché hai speranza nella vita, è una cosa positiva. Per noi tibetani è sempre bene essere ottimisti e sperare che qualcosa accadrà nel futuro, anche nel prossimo futuro».
È un atteggiamento da ricondurre al buddhismo?
Jetsun Pema«Noi buddhisti crediamo che il fatto di essere nati come esseri umani sia un dono molto prezioso. Che dobbiamo usare nel modo migliore. Crediamo anche nella rinascita, naturalmente. In questa vita ci prepariamo per la prossima. E speriamo che qualcosa di buono accada. Dobbiamo fare il meglio con la nostra vita, renderla significativa».
Lei è nata nello stesso anno in cui suo fratello si è insediato sul trono di Lhasa. Cosa vuol dire per lei?
Jetsun Pema «È un grande privilegio. E una grande responsabilità».
Cosa ha significato nella sua vita avere un fratello così importante?
Jetsun Pema «Non ho mai considerato Sua Santità come mio fratello. Quando ero bambina lui abitava già nel Potala (la residenza ufficiale dei Dalai Lama a Lhasa, ndr). Quando andavo a trovarlo con i miei genitori notavo il loro grande rispetto per lui. Fin da bambino rappresentava qualcosa di speciale, di alto. È la mia guida spirituale».
Dopo una lunga separazione, vi incontraste nel 1959 a Siliguri, in India. Lei viveva in India da tempo. Sua Santità era appena riuscito a fuggire da Lhasa durante la rivolta repressa nel sangue dai cinesi. Cosa ricorda di allora?
Jetsun Pema «Dopo un viaggio travagliato era riuscito ad attraversare il confine. Alla stanchezza si univa la depressione per quelle tragiche circostanze. Aveva solo 24 anni, io ero ancora una studentessa. Ero felice che fosse ancora vivo, ma la situazione era molto triste. Aveva dovuto lasciare tutto alle spalle, era un rifugiato in India. Ero preoccupata per lui e per il nostro futuro». Read the rest of this entry »