Il fuoco dei monaci tibetani nel buio del mondo
Il fuoco dei monaci tibetani nel buio del mondo; di Enzo Bianchi. La Stampa 31/3/2012.
Ancora un monaco tibetano che muore dopo essersi dato fuoco per denunciare il pugno di ferro della Cina contro il popolo e le tradizioni religiose tibetane. Ancora un giro di vite di funzionari ed esercito per controllare, prevenire e reprimere espressioni di dissenso che scaturiscono dai monasteri buddisti. Ancora una volta le fiamme dell’immolazione che non riescono ad accendere la solidarietà di quanti potrebbero e dovrebbero alzare la voce in difesa degli indifesi. Diventiamo sempre più sordi e muti di fronte all’oppressione operata dal più forte, dal troppo forte contro il più debole, il troppo debole, l’inerme. Eppure, la disarmante testimonianza di chi usa violenza contro se stesso per denunciare quella compiuta quotidianamente contro il proprio popolo non cessa di gridare: con più si cerca di soffocarla e con più la brace coperta dalle ceneri lascia sprigionare l’ardore di chi sa di battersi per una causa giusta. Read the rest of this entry »
Like a butter lamp in the wind
Like a butter lamp in the wind
March 31, 2012 11:41 am. By Amitava Sanyal, Hindustan Times
By all accounts, Jamphel Yeshi was an ordinary man. His father, a farmer in the Sichuan province of east Tibet, passed away when Jamphel was young. At 22, to obey his mother’s wishes Jamphel used up some savings to bribe Chinese officials and cross over to India, leaving behind three brothers and a sister. In India he joined a four-year course at the Tibetan Transit School in Dharamsala. As a part of the course, he came to Delhi to learn computers at an academy in Pitampura. In recent months Jamphel, who had turned 27, was based in Majnu ka Tila, the Tibetan settlement in north Delhi, and was helping other newcomers with translations and finding their way around Delhi. Read the rest of this entry »
Tutti i monasteri tibetani finiscono sotto il controllo del governo cinese
Manifestazione di monaci tibetani in un monastero in Tibet.
Pechino invia 20mila uomini “per parlare con le persone”. Ma la tensione è crescente: altri due monaci si danno fuoco.
di Ilaria Maria Sala 31/03/2012 La Stampa, Hong Kong.
Il tetto del mondo è in fiamme: ieri, altri due giovani tibetani si sono immolati, bevendo cherosene e poi dandosi fuoco. Sono Thenpa Dhargyal, di 22 anni, e Chime Palden, di 21, entrambi monaci al monastero di Kirti, nella regione di Ngaba (Aba in cinese) parte delle zone tibetane del Sichuan.
Mentre bruciavano, secondo quanto dichiarato da testimoni che hanno inviato informazioni a gruppi di tibetani in esilio in India, i due hanno gridato slogan anti-cinesi e chiesto il ritorno del Dalai Lama. La tragedia di ieri ha portato a 33 le immolazioni, iniziate lo scorso anno. Read the rest of this entry »
La meditazione «spegne» i pensieri nocivi
La meditazione «spegne» i pensieri nocivi. La meditazione per ridurre l’ansia e prevenire l’Alzheimer. Gli effetti di antiche tecniche svelati dalle nuove tecnologie.
La meditazione per ridurre ansie e pensieri negativi che diminuiscono la qualità della nostra vita e rappresentano un campanello d’allarme per l’insorgenza della depressione . Il potere delle pratiche meditative si conosce da millenni, giunge ora dalla prestigiosa Yale University uno studio che conferma le proprietà calmanti di alcune tecniche.
La ricerca ha coinvolto 23 volontari , di cui 13 meditatori. Tramite risonanza magnetica funzionale si è registrata l’attività di un’area specifica del nostro cervello, chiamata DMN (default mode network). Questa è responsabile dell’elaborazione di paure e pensieri angosciosi , che affiorano nel corso della giornata in mono autonomo. Read the rest of this entry »
Tibet: due monaci buddisti si autoimmolano
Tibet orientale: due monaci buddisti si autoimmolano in Sichuan. Ngaba, due monaci tibetani Tenpa Dhargyal e Chime Palden si danno fuoco. La polizia blocca i soccorsi. La doppia autoimmolazione è avvenuta a Barkham (Contea di Ngaba, Sichuan). I due erano entrambi del monastero di Kirti. Dopo il gesto le autorità hanno portato i corpi in un luogo segreto. Dubbi sulle loro condizioni di salute. Lhasa (AsiaNews) – Continuano le auto-immolazioni dei tibetani per il ritorno del Dalai Lama e la fine dell’occupazione cinese. Read the rest of this entry »
Sua Santità il Dalai Lama vince il premio Templeton 2012
Sua Santità il Dalai Lama è stato insignito col premio Templeton per il suo lavoro relativo a scienza e religione.
New York (New York, Usa), 29 mar. (LaPresse /AP) – Il Dalai Lama ha vinto il premio Templeton 2012, uno dei più importanti riconoscimenti religiosi al mondo. Il leader spirituale del buddismo tibetano è stato premiato per il suo lavoro relativo a scienza e religione, per cui si è aggiudicato l’onorificenza dalla fondazione John Templeton assieme a una somma di denaro di 1,7 milioni di dollari. Il Dalai Lama è il fondatore del centro Mind & Life, istituto per la ricerca della scienza e del buddismo. Una serie di suoi interventi a conferenze della Stanford University ha portato inoltre alla creazione del Centro per la formazione e la ricerca della compassione e dell’altruismo, che riunisce scienziati e studiosi di religione. Il riconoscimento sarà consegnato il 14 maggio durante una cerimonia ufficiale a Londra. Read the rest of this entry »
Historic opportunity for Hu Jintao to engage Dalai Lama
By divesting political powers specifically invested in the person of the Dalai Lama to the new elected leadership, Tenzin Gyatso has already sent a strong signal to China that he would remain only a spiritual face of Tibet who has no intentions of controlling the lives of close to six million Tibetans.
By Mayank Chhaya; India Vision (An Informative site on India)
History beckons China’s President Hu Jintao during his India visit if he sheds entrenched antipathies and chooses to directly engage the Dalai Lama with a specific intention of initiating the process of resolving the festering problem of the Tibetan region that is in turmoil and have been aflame with self-immolations, that spread to Delhi Monday with a 26-year-old youth setting himself on fire.
Although Hu is visiting to attend the 4th summit of Brazil, Russia, India, China, South Africa (BRICS) on March 29, its sidelines are fraught with an opportunity for him to make a statesmen-like gesture by meeting the Dalai Lama.
With 29 self-immolations in the past one year of which 22 have been fatal and seven in the past three weeks alone, Hu could soothe the growing unrest in a region which he once controlled with an iron fist as the political commissar of the People’s Liberation Army units. He was also the Communist Party’s Regional Committee Secretary of the Tibetan Autonomous Region (TAR) in 1988. If there is one individual in the Chinese establishment who could make a bold gesture on Tibet, it is Hu. Seven years younger than the Dalai Lama, President Hu has the political and administrative weight to break some outdated moulds and at least initiate the process of direct engagement with the Tibetan leader. Realistically, there is no prospect of the meeting taking place of course, but that is precisely where it requires the Chinese leader to do something entirely unexpected. Starting later this year and over a period of six months Hu is expected to give up at least two of his three powerful positions as president of the People’s Republic of China, chair of the Central Military Commission, and party secretary of the Chinese Communist Party (CCP). There could not be a more opportune time for him to exercise gumption. Read the rest of this entry »
‘Escape from the Land of Snows’: A Portrait of Tibetan Faith Amid Crisis
His Holiness the Dalai Lama escaping from Tibet in 1959
‘Escape from the Land of Snows’: A Portrait of Tibetan Faith Amid Crisis
By Stephan Talty; The Huffington Post 03.29.12
Tibet is, in the West, a story of a small, occupied country. It’s a story we understand perfectly: a weak nation taken over and occupied by a more powerful one. This is, in a way, the American theme, the theme of 1776, when we threw off our own band of occupiers. The narrative has been repeated so many times in so many guises, from our own misguided take-overs of places like Cuba, to our fight to free France and Poland in World War II, that any American can understand Tibet in a phrase.
When I went to Lhasa in 2009 to research my book on the Dalai Lama’s escape to freedom, I expected to be meet patriots almost exclusively. But I was wrong. The story of modern Tibet is in many ways the story not of nationalism but of Buddhism. Read the rest of this entry »
Il monaco 20enne Lobsang Sherab si dà fuoco e muore
Lobsang Sherab si è auto-immolato nella cittadina di Chara, contea di Ngaba, nella zona orientale tibetana.
L’ultimo rogo ieri sera, nella cittadina di Chara. Il giovane è morto sul posto e la polizia cinese ha sequestrato il cadavere, blindando tutta l’area. Chiuse le attività commerciali. Direttrice di Free Tibet: il sacrificio dei tibetani per la libertà, nel silenzio assordante della comunità internazionale. Dharamsala (AsiaNews) – Un monaco 20enne è morto ieri dopo essersi dato fuoco, nell’ultimo atto di una lunga scia di immolazioni che stanno caratterizzando la “Primavera tibetana”. Fonti locali raccontano che alle 7.10 di sera il giovane monaco Lobsang Sherab si è auto-immolato nella cittadina di Chara, contea di Ngaba, nella zona orientale tibetana, compresa nella provincia cinese del Sichuan. Prima di darsi fuoco, il 20enne appartenente al monastero di Kirti – teatro di numerose proteste e roghi negli ultimi mesi – ha lanciato slogan contro le politiche “discriminatorie” di Pechino nei confronti dei tibetani; egli è morto sul colpo. Lobsang Sherab era stato ordinato monaco all’età di nove anni nel monastero di Gendun-Tempheling nel villaggio di Raru per poi trasferirsi nell’ottobre scorso nel Collegio di Dialettica nel monastero di Kirti. Fonti locali riferiscono che “due tibetani presenti nella zona hanno cercato di rimuovere il cadavere”, ma sono intervenute le forze di sicurezza cinesi “che hanno impedito loro di prendere il corpo, portandoselo via”. Gli agenti hanno anche ordinato la chiusura dei negozi e delle attività commerciali nell’area per “motivi precauzionali”. Quella di ieri sera è la seconda auto-immolazione nella cittadina di Chara, circa 70 km da Ngaba, in questo mese. Il 5 marzo scorso un 18enne di nome Dorjee si è dato fuoco ed è morto. Read the rest of this entry »
Young Tibetan Monk Self-Immolates in Ngaba
The 20-year old Tibetan Lobsang Sherab set himself on fire. Situation in Ngaba region currently remains tense as Beijing continues to heighten its crackdowns, arbitrary beatings and detentions in Ngaba
A 20-year old Tibetan set himself on fire Wednesday evening around 7:10 pm in Changsha township of Ngaba in eastern Tibet (Chinese: Aba County, Aba Autonomous Prefecture, Sichuan Province). Lobsang Sherab , a monk of restive Kirti monastery died as a result of self-immolation protest against China, says spokesperson of Kirti monastery in India. Chinese paramilitary troops reportedly took his body despite pleas by Tibetan crowds to have it send to his family. Sherab is known to have ordained as a monk at the age of nine at Gendun-Tempheling monastery in Raru village. In October last year, he joined Ngaba’s Kirti monastery’s dialectic college. Reports say heavy Chinese security forces have been deployed at the Changsha township after the self-immolation.
Crackdown in Ngaba
The latest self-immolation from Tibet comes amid series of self-immolations by Tibetan monks and nuns from Tibetan regions, mostly from Ngaba. Read the rest of this entry »
BRICS Leaders Should Raise Issue of Tibet With Hu Jintao
Speaker Penpa Tsering and Deputy Speaker Khenpo Sonam Tenphel of the Tibetan Parliament-in-Exile at the press conference.
Press Release – Taking opportunity of the visit of President Hu Jintao of PRC to India to take part in the 4th BRICS Summit, the Tibetan Parliament in Exile wish to remind all the BRICS members that the situation in Tibet continue to deteriorate and China continue to implement inhuman brutal methods to suppress the peaceful Tibetans inside Tibet. So far 30 Tibetans have self immolated in Tibet out of which 22 have succumbed to their injuries. Three more Tibetans self immolated in India and Nepal, the latest being Jampel Yeshi who burnt himself on the 26th of this month in New Delhi and died this morning. 8 others were killed by indiscriminate police firings in Tibet. We urge the BRICS leaders to raise the Issue of Tibet with President Hu Jintao along with Syria and Iran. Read the rest of this entry »
New Delhi: è morto Jamphel Yyeshi, il 31° eroe tibetano. Arresti preventivi a Delhi per l’arrivo di Hhu Jjintao
New Delhi, 28 marzo 2012. Non è sopravvissuto alle ustioni ed è deceduto questa mattina, alle 7.30 (ora locale) all’ospedale Ram Manohar Lohia Jamphel Yeshi, il tibetano che due giorni fa si è arso con il fuoco a New Delhi, a Jantar Mantar, non lontano dal Parlamento indiano. “E’ morto, ce l’ha detto un medico” ha dichiarato a un giornale francese un famigliare di Jamphel. Subito dopo, l’annuncio ufficiale del Tibetan Youth Congress. Per due lunghi giorni i medici hanno lottato per tenere in vita questo nuovo eroe tibetano che presentava ustioni sul 98% del suo corpo. Per facilitarne la respirazione gli era stata praticata una tracheotomia ma le sue condizioni erano subito apparse gravissime. Si era dato fuoco alle 12.30 del 26 marzo mentre, assieme ad altri seicento tibetani, partecipava alla protesta contro l’imminente arrivo nella capitale indiana del presidente cinese Hu Jintao che, domani, prenderà parte al Brics, un summit dei paesi emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Jamphel Jeshi aveva con sé una bottiglia di benzina: si è allontanato dai compagni e l’ha versata sul suo corpo. Prima di crollare a terra ha corso per una cinquantina di metri. Le immagini della sua corsa, con il corpo avvolto dalle fiamme e la bocca aperta in un prolungato spasmo di dolore sono veramente scioccanti. Read the rest of this entry »
Jamphel Yeshi A Tibetan Hero Dies
Jamphel Yeshi A Tibetan Hero Dies
With great sadness the Tibetan Youth Congress announces the demise of Martyr Jamphel Yeshi who set his body on fire for the cause of Tibet on 26 March 2012 in New Delhi. Doctors announced Martyr Jamphel Yeshi, 27, clinically dead at 7:30 am (local time) today.He is survived by his mother and four siblings, all in Tibet. Martyr Jamphel Yeshi set himself on fire today at around 12:30 pm on March 26, in an apparent protest against the continued Chinese occupation of Tibet in front of hundreds of Tibetans who had converged from all over India at Jantar Mantar to protest Chinese President Hu Jintao’s visit. Read the rest of this entry »
In fiamme per il Tibet: il sacrificio che fa commuovere il mondo.
In fiamme per il Tibet: il sacrificio che fa commuovere il mondo.
Fonte: Vittorio Zucconi – la Repubblica, Martedì 27 Marzo 2012.
Ventisei anni, Yampa Jeshi si è dato alle fiamme a New Delhi prima dell’arrivo del presidente cinese Il suo volto contratto ha fatto il giro del pianeta via Internet. Un´immagine che richiama i martiri della storia. Nella Russia ortodossa interi villaggi si autodivoravano nel fuoco. Jan Palach fu l´eroe della Primavera di Praga, il tunisino Buazizi ha lanciato la rivolta araba.
Washington – Morire senza uccidere altri, soltanto per testimoniare la propria fede o la propria disperazione, come il giovane monaco tibetano Jampa Yeshi nel falò di se stesso. È la definizione del martirio vero. Non c´è stato neppure bisogno di attendere l´avvento di Internet, che ha subito reso «virale», dunque visto da milioni di persone, la smorfia di questo tibetano di ventisei anni immolatosi per segnalare ancora una volta l´infamia della oppressione cinese nel Tibet. Il suo volto distorto in un spasmo orrifico che sembra grottescamente un sorriso si aggiunge a una galleria di immagini che esplosero per la prima volta nella coscienza del mondo cinquant´anni or sono, nel falò del «bonzo», come allora erano definiti, Quang Duc, in una strada di Saigon per protestare contro il despota cattolico Ngo Dinh Diem, poi fatto fuori per ordine di Washington. Read the rest of this entry »
Il testamento di Tawu Jamphel Yeshi
16 marzo 2012 – Testamento di Tawu Jamphel Yeshi
Testamento di Tawu Jamphel Yeshi 16 marzo 2012
16 marzo 2012 – Testamento di Tawu Jamphel Yeshi
1. Lunga vita al Premio Nobel Sua Santità il Dalai Lama! Ritorno di S.S. il Dalai Lama in Tibet! Prego e credo fermamente che i fratelli e le sorelle tibetani in Tibet e fuori dal Tibet possano ricongiungersi davanti al Palazzo Potala per cantare l’inno nazionale come il fragore di un tuono.
2. Cari fratelli e sorelle, per avere un futuro prospero e felicità è importante avere un’identità nazionale. Essa è il soffio vitale di un popolo, l’orgoglio per lottare per la verità, ciò che ci trascina verso un futuro prospero. Cari fratelli e sorelle, se aspiriamo ad un mondo di uguaglianza e felicità, dobbiamo salvaguardare e non dimenticare la nostra identità nazionale, attraverso azioni determinate, piccole o grandi che siano. Più in generale l’identità nazionale è la saggezza che discerne la verità dalle falsità.
3. La libertà è la base della felicità degli esseri viventi. Senza libertà essi sono come una fiamma traballante al vento, come i sei milioni di tibetani.
Se i fratelli e le sorelle delle tre province tibetane saranno unite nello sforzo, saremo certi
del risultato. Perciò non scoraggiamoci.
4. Queste che ho appena descritto sono le condizioni dei sei milioni di tibetani. È arrivato il momento critico per chi ha di più, di dare; per chi è istruito, di servire al meglio la causa tibetana con le proprie competenze; per chi ha la vita, di dare la vita. Così penso io.
Se nel ventunesimo secolo c’è ancora bisogno di dare la preziosa vita alle fiamme, è un
segnale indelebile del fatto che i sei milioni di tibetani stanno attraversando enormi
sofferenze sotto dure repressioni e non godono dell’uguaglianza dei diritti umani. Se avete compassione e siete solidali con noi, proteggete gli umili e innocenti tibetani.
5. La nostra cultura millenaria, la nostra religione e la nostra lingua hanno bisogno della libertà. Tutti gli uomini hanno bisogno di uguali diritti umani. Chiedo, perciò, il sostegno di tutti i popoli del mondo.
Bod gyalo!
Tawu Jamphel Yeshi
Fonte: www.tibettimes.net
Appello alla RAI per il Tibet
Tawu Jamphel Yeshi che si è immolato ieri colfuoco a Delhi per protestare contro la visita in India del premier cinese Hu Jin Tao.
Appello alla dirigenza RAI per una massima attenzione ai drammatici eventi in corso in Tibet e a New York
Il 19 marzo 2012 alle ore 12:00 una delegazione composta da 11 Associazioni pro Tibet (Comunità Tibetana in Italia, Associazione Donne Tibetane, Associazione Italia Tibet, Associazione AREF International Onlus, Istituto Samantabhadra, Laogai Research Foundation Italia Onlus, Associazione Culturale casa del Tibet, Associazione Tso Pema Non Profit, Associazione Nitobe, Associazione Rimè Onlus, Associazione Culturale Progetto Asia) ha consegnato alla RAI di v.le Mazzini, Roma, Read the rest of this entry »
How many Tibetans must burn to death before we wake up?
How many Tibetans must burn to death before we wake up?
Shobhan Saxena 26 March 2012, Times of India
Today at 12.25 pm, a young Tibetan set himself on fire at a protest rally organized by the Tibetan Youth Congress at Jantar Mantar in the heart of the Capital. The Tibetans were protesting against the forthcoming visit of Chinese President Hu Jintao to India, when Jamphel Yeshi suddenly emerged at the site, with his body covered in flames. Even as the fire ate his flesh and hair, the 27-year-old ran for about 100 metres and fell as some Tibetan activists and Delhi cops tried to douse the leaping flames. As Jampa was being carried to Ram Manohar Lohia hospital in a vehicle, the people at Jantar Mantar could see his badly burnt feet and flesh peeling off with the burns. Jampa is undergoing treatment in the ICU with 98% burns. He is battling for his life.
Japmphel Yeshi escaped from Tibet to India in 2006, and he has been living in New Delhi for the past two years.
Today’s shocking incident happened as Tibetan activists from all over India gathered here to “urge the international community to intervene in the ongoing critical situation in Tibet and also protest against Hu Jintao’s upcoming visit for the 4th Brics summit”. Heads of states of Brazil, Russia, China and South Africa are on their way to take part in the Brics summit hosted by India as a member of the group of emerging economies. Read the rest of this entry »
Seven Reasons Why Beijing is Responsible for the Self-Immolations in Tibet
At Least Seven Reasons Why Beijing is Responsible for the Self-Immolations in Tibet
1. Continuing occupation of Tibet
2. Political repression
3. Patriotic re-education and demonization of H.H. the Dalai Lama
4. Shooting and killing of peaceful Tibetan protesters
5. Economic marginalization and making of Tibetans as second-class citizens in their homeland
6. Cultural assimilation and denial of Tibetan as a medium of instruction
7. Environmental destruction
The Central Tibetan Administration categorically rejects allegations that H.H. the Dalai Lama is “encouraging self-immolations in Tibet and advocating expulsion of Han Chinese from Tibet”. It deplores the usual blame tactics utilized by the Chinese government, instead of accepting responsibility for the increasing number of self-immolations in Tibet and addressing the grievances leading to such actions. Read the rest of this entry »
Tibetano si dà fuoco in India per protesta contro visita cinese Hu
Un giovane tibetano ha cercato di immolarsi col fuoco stamattina a New Delhi India,durante una manifestazione organizzata contro la visita del presidente cinese Hu Jintao. Lo riferisce il website Phayul appartenente alla comunità tibetana in esilio. L’uomo, che vive nella capitale indiana, è stato ricoverato all’ospedale con gravi ustioni. La dimostrazione pacifica dei tibetani si è tenuta un’area vicina al Parlamento, dove è stato schierato un massiccio cordone di sicurezza. Il leader cinese è atteso tra pochi giorni per il vertice dei Paesi Brics (Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica). Il tibetano, che ha 27 anni e che è stato identificato come Jampa Yeshi , ha riportato ustioni sulla maggior parte del corpo, secondo la tv NDTV. Quando si è dato fuoco, i suoi compagni hanno cercato di spegnere le fiamme usando le bandiere che avevano in mano e anche versandogli addosso dell’acqua dalle bottiglie. Circa 600 tibetani si era radunati stamattina per protestare contro Hu Jintao con striscioni a favore della liberazione del Tibet. Read the rest of this entry »
Parliament’s Resolution on Critical Situation in Tibet
Full Text of Parliament’s Resolution on Critical Situation in Tibet
Below is the English translation of the resolution passed by the 15th Tibetan Parliament-in-Exile during its session on 14 March 2012. Speaker Penpa Tsering read out the statement during the joint press conference by the Kashag and Tibetan Parliament in Dharamsala on 23 March. Resolution No. 2012/15/3/4 Document No. 6
Consequent to the hailstorm of political activities that battered Tibet since China’s occupation of Tibet in 1949, around 1.2 million Tibetans lost their lives and around 6000 monasteries were robbed or destroyed. Moreover unscrupulous exploitation of Tibet’s natural resources, including large scale deforestation and forced demographic aggression have gravely affected the land and the fragile Tibetan ecology, endangering the livelihood and survival of the Tibetan people in Tibet. Read the rest of this entry »
Tibetan Self-Immolations Rise as China Tightens Grip
A security camera at a tibetan monastery.
Tibetan Self-Immolations Rise as China Tightens Grip
By Andrew Jacobs Published: March 22, 2012 on New York Time
MAQU, China — Like many children of Tibetan nomads, Tsering Kyi started school relatively late, at age 10, but by all accounts she made up for lost time by studying with zeal. “Even when she was out at pasture with her parents’ flock, there was always a book in her hand,” a cousin said. That passion for learning apparently turned to despair this month when the Maqu County Tibetan Middle School, in Gansu Province near Tibet , switched to Chinese from Tibetan as the language of instruction. The policy shift has incited protests across the high-altitude steppe that is home to five million Tibetans and a far greater number of ethnic Han Chinese. On March 3, a few days before the start of the spring semester, Tsering Kyi, 20, emerged from a public toilet at the town’s produce market, her wispy frame bound in gasoline-soaked blankets that had been encircled with wire, relatives and local residents said. In a flash she was a heap of flames, her fist raised defiantly, before falling to the ground, residents said. She died at the scene. Read the rest of this entry »
La meditazione rafforza il cervello
Precedenti prove della UCLA hanno suggerito che la meditazione esercitata per anni addensa il cervello (in senso buono) e rafforza i collegamenti tra le cellule cerebrali. Ora una nuova relazione da parte dei ricercatori della UCLA suggerisce un ulteriore vantaggio. Eileen Luders, professore assistente presso il Laboratorio di Neuroimaging UCLA, e colleghi hanno scoperto che i meditatori a lungo termine hanno grandi quantità di “gyrification” (ripiegamento della corteccia cerebrale, che può consentire al cervello di elaborare le informazioni velocemente) rispetto alle persone che non meditano. Inoltre, una correlazione diretta è stata trovata tra la quantità di gyrification e il numero di anni di meditazione, fornendo un’ulteriore prova della neuroplasticità del cervello, o la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali. Read the rest of this entry »
L’ONU indagherà su quanto sta succedendo in Tibet
Lo sciopero della fame ad oltranza dei tre tibetani alle Nazioni Unite a New York sta producendo i suoi primi frutti.
ONU: invieremo osservatori in Tibet. Termina lo sciopero della fame dei tibetani a New York
Oggi, 22 marzo, a un mese esatto dall’inizio, è terminato lo sciopero della fame dei tre tibetani. La signora Navi Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani si è recata al presidio dove Shingza Rinpoche e Yeshi Tenzin continuavano, ormai stremati, la loro protesta (Dorjee Gyalpo era stato ricoverato all’ospedale il 19 marzo e da lì continuava la sua protesta) e ha comunicato loro l’impegno della Commissione Diritti Umani dell’ONU alla nomina di osservatori speciali incaricati di verificare quanto sta accadendo in Tibet.
Pubblichiamo la corrispondenza di Piero Verni e Karma Chukey sull’epilogo dello sciopero della fame.
Oggi, al 30° giorno di questo lunghissimo ed estenuante “Indefinite Fast for Tibet” iniziato il 22 febbraio, finalmente è venuto l’atteso segnale positivo dalle Nazioni Unite. Read the rest of this entry »
Dragpo: scomparsi 10 tibetani arrestati
Ovunque posti di blocco e controlli di polizia in Tibet
Lhasa (AsiaNews) – All’appello mancano anche alcuni leader religiosi del locale monastero. Essi erano sfuggiti agli arresti avvenuti durante le proteste del gennaio scorso. Le autorità locali aumentano la sicurezza nella regione per evitare nuove manifestazioni. – La polizia cinese ha sequestrato 10 tibetani arrestati in febbraio dopo le proteste pacifiche di Kardze (contea di Dragpo, Sichuan) organizzate a fine gennaio per chiedere il ritorno del Dalai Lama. La polizia ha sparato sulla folla e negli scontri sono morte sei persone; decine hanno riportato gravi ferite agli arti e all’addome. Gli agenti hanno arrestato oltre 100 persone, fra cui tutti i feriti. Secondo fonti del Tibetan Center for Human Rights Defender (Tchrd), dopo gli scontri la polizia cinese ha battuto palmo a palmo la contea di Dragpo per arrestare i partecipanti alle manifestazioni sfuggiti agli arresti. Molti di loro si sono rifugiati sulle montagne. I feriti hanno evitato gli ospedali presidiati dalle forze di sicurezza. I rastrellamenti sono iniziati il 9 febbraio scorso, quando le autorità cinesi hanno fatto irruzione nei villaggi nomadi di Topolung, Gathag e Gyekong-gang, dove hanno ucciso due persone: Yeshi Rigsel, 40 anni monaco del monastero di Dragpo, e suo fratello Yeshi Samdruo di 42 anni. La loro morte è stata riportata dal Ganzi Daily News , giornale governativo, che però ha omesso il ferimento di tutti i componenti della famiglia dei due, fra cui 5 bambini. La madre di Rigsel ha subito l’amputazione del braccio. Read the rest of this entry »
Why are Tibetans burning In Tibet and starving in New York?
Why are Tibetans burning In Tibet and starving in New York?
Tibetan spiritual leader the Dalai Lama wears a ceremonial yellow hat as he gives a religious talk on the 15th day of the Tibetan New Year in Dharmsala, India, Thursday, March 8, 2012 (Ashwini Bhatia – AP)
by Matteo Pist ono/ The Washington Post
China is on high alert in Tibet every March due to sensitive political anniversaries. Tibetans commemorate the March 1959 uprising against Chinese rule and the flight into exile of their spiritual leader, the Dalai Lama. Beijing annually deploys a massive military force to discourage Tibetans from demonstrating any form of dissent, peaceful or otherwise.
2012 has been different. The entire Tibetan region has been effectively under martial law for months as China rolls tanks and stations paramilitary throughout the region. Tibetans are burning themselves to death in protest of China’s iron grip on their homeland.
The method of self-immolations has been essentially the same. Dousing themselves in gasoline, Tibetans set themselves alight standing in town squares and in front of Chinese government buildings. As they become a human torch, they shout, ‘’Return the Dalai Lama to Tibet,’’ ‘’Freedom in Tibet,’’ and ‘’We want human rights.” Most have succumbed to a gruesome death; others have been taken away by Chinese security personal.
Self-immolations as a form of protest had not occurred in Tibet until two and a half years ago. Since then, thirty Tibetans, mostly monks and nuns, have set themselves on fire.
These extreme forms of protests are a response to China’s extreme repression of Tibetans. For a Mahayanist Buddhist perspective one can examine a letter written over fifty years ago by Thich Nhat Hahn, a leading Buddhist monk from Vietnam, to Martin Luther King, Jr. explaining the self-immolations by Vietnamese monks in 1963. These searing images haunted the world, and Nhat Hahn’s words offer insight into the mind of the protestor. Read the rest of this entry »
Indefinite Fast for Tibet – 29° giorno
Il Ven. Lama Shingza Rinpoche al suo 29° giorno di sciopero della fame davanti al Palazzo di Vetro sede delle Nazioni Unite a New York.
New York, 21 marzo 2012 – Un altro giorno senza cibo per i due scioperanti rimasti al presidio. Un altro giorno freddo e ventoso senza alcuna risposta dell’ONU alle cinque richieste del Tibetan Youth Congress. La salute di Shingza Rinpoche e Yeshe Tenzin continua a peggiorare e questi due eroi tibetani diventano giorno dopo giorno sempre più deboli. Secondo informazioni attendibili che abbiamo raccolto anche Dorje Gyalpo, il più anziano dei tre digiunatori che è stato forzosamente portato in ospedale due giorni fa, continuerebbe a rifiutare il cibo e verrebbe nutrito contro la sua volontà con delle fleboclisi. Oggi è venuta una troupe della Voice of America sezione tibetana per intervistare sia Shingza Rinpoche sia Yeshe Tenzin. Rinpoche ha fatto un discorso molto forte e determinato chiamando a raccolta le poche forze rimaste per parlare davanti alla telecamera. Ha cercato di sforzarsi in ogni modo per trasmettere un’immagine di energia e determinazione ma nonostante ciò si vede che è fortemente provato da questi lunghissimi 29 giorni di digiuno. Oggi sono anche venuti al presidio dieci monaci del monastero di Drepung Loseling che stanno girando gli Stati uniti per rappresentare i cham, le danze rituali della tradizione tibetana. Read the rest of this entry »
Le immolazioni e le manifestazioni continuano nelle aree tibetane
Ritratti di martiri tibetani immolatisi recentemente col fuoco esposti a Dharamsala in India, il luogo dell'esilio del Dalai Lama.
La traduzione dell’articolo di Brice Pedroletti “Les immolations et les manifestations continuent dans les régions tibétaines”, pubblicato sul quotidiano “Le Monde” il 20.03.2012.
Nessuna notizia filtra sui media locali e la popolazione cinese ignora cosa accade a Rebkong (Tongren in cinese), piccolo villaggio tibetano situato all’inizio degli altipiani, circa 200 km. a sud di Xining, capitale dell’immensa provincia del Qinghai. Solo i residenti che abitano lungo la strada che costeggia il Fiume Giallo prima di arrivare in questo centro rinomato per le tanka, le pitture religiose tibetane, hanno potuto vedere i convogli di autocarri militari ricoperti di scritte (“Mantenere la solidarietà tra le minoranze nazionali! Sostenere la direzione del Partito!”), i pullmann carichi di soldati e i blindati anti-sommossa. Read the rest of this entry »
Ricoverato in ospedale uno dei tre digiunatori. Deceduto il monaco ventenne Lobsang Tsultrim
Dorjee Gyalpo, cinquantanove anni, il digiunatore ricoverato in ospedale.
Nel pomeriggio di oggi 19 marzo, 27° giorno dello sciopero della fame iniziato il 22 febbraio da tre attivisti tibetani davanti al palazzo delle Nazioni Unite, la polizia di New York ha chiesto l’intervento del Pronto Soccorso Medico per verificare le condizioni di salute dei tre digiunatori. Preoccupava lo stato di salute di Dorjee Gyalpo, cinquantanove anni, che, molto indebolito, non riusciva ad alzarsi. Nonostante l’opposizione dei tibetani presenti che hanno cercato di impedire il ricovero di Dorjee Gyalpo resistendo alla polizia e bloccando l’ambulanza, e il rifiuto a lasciare i compagni opposto dallo stesso attivista, Gyalpo è stato forzatamente ricoverato. Ha fatto sapere che proseguirà il digiuno in ospedale. Gli altri due digiunatori, Shingza Rinpoche e Yeshi Tenzin, continuano la loro protesta di fronte al Palazzo di Vetro. Read the rest of this entry »
Spetta a Pechino un Atto di Generosità per Fermare i Suicidi in Tibet
Gli atti di coraggio e di generosità spettano al più forte, e nella partita tibetana i più forti abitano a Pechino
Al sangue e al fuoco non si fa l’ abitudine. Venerdì un monaco di vent’ anni si è dato alle fiamme ad Aba, area del Sichuan di cultura tibetana: Lobsang Tsultrim sarebbe stato picchiato dalla polizia o dai paramilitari mentre ardeva ancora. Sabato in Qinghai, secondo il gruppo Free Tibet, un quarantenne padre di tre figli si è ucciso, sempre col fuoco: Sonam Thargyal avrebbe bevuto carburante e gridato slogan pro Tibet prima di autoimmolarsi, con il torso avvolto nel filo spinato per tenere a distanza le forze di sicurezza cinesi. «A migliaia» si sarebbero radunati per rendergli omaggio. I tibetani che in un anno si sono uccisi o hanno tentato di farlo sono ormai una trentina. Religiosi e laici. Uomini e donne. Invocano il Dalai Lama, guida spirituale che Pechino considera un diabolico mestatore. Il governo in esilio, di cui il Dalai Lama non è più il leader politico, assiste con apparente imbarazzo alla carneficina. Non incoraggia le autoimmolazioni – come aveva ribadito al Corriere della Sera il «primo ministro» Lobsang Sangay – però le spiega con la repressione da parte del governo cinese. La scrittrice e attivista Tsering Woeser chiede ai suoi tibetani di fermare l’ auto-ecatombe. Ma le forze contrapposte producono un’ immobilità atroce. Il rischio che si profila è che la questione tibetana si riduca alle parole e agli atti estremi dei due fronti. E la semplificazione manichea è un dramma nel dramma. Pechino mette sotto controllo i monasteri e allarga le tutele previdenziali ai monaci. Chiama chi si brucia «spostato» e «terrorista» benché le azioni non abbiano causato morti né feriti se non tra gli auotoimmolati stessi, mentre mercoledì scorso il premier Wen Jiabao sembrava sincero quando esprimeva «turbamento». Tuttavia serve chi sappia sparigliare le carte, tentare una mossa a sorpresa. E mostrarsi generoso. Read the rest of this entry »
Siamo a trenta autoimmolazioni in Tibet
Il monaco tibetano Lobsang Tsultrim, che si è dato fuoco di fronte al monastero di Kirti
Un giovane monaco del monastero di Kirti, a Ngaba, e un agricoltore di Rebkong si sono auto immolati in Tibet. In migliaia in piazza chiedono libertà. Aggiornamenti sullo sciopero della fame ad oltranza di tre tibetani davanti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York. Sale così a trenta il numero dei tibetani che a partire dal febbraio 2009 si sono dati fuoco come atto estremo di protesta contro l’occupazione cinese e per lanciare al mondo il loro grido d’aiuto. A Ngaba, nella provincia del Sichuan, un monaco ventenne del monastero di Kirti, Lobsang Tsultrim , si è auto immolato il pomeriggio del 16 marzo. A Rebkong, nella contea di Malho, si è dato fuoco questa mattina Sonam Dhargye , un agricoltore di quarantaquattro anni. Riferisce il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia che Lobsang Tsultrim, già avvolto dalle fiamme, camminava lungo la strada principale di Ngaba quando ha visto i funzionari di polizia dirigersi verso la sua direzione. Ha cercato di allontanarsi ma è stato raggiunto, picchiato e gettato a terra. Mentre i poliziotti cercavano di spegnere le fiamme con un estintore, Lobsang ha continuato ad alzare in aria il pugno, in un gesto spesso usato dai tibetani come segno di invocazione della libertà. E’ stato caricato su una camionetta e portato via. Era il maggiore di quattro fratelli. Era diventato monaco all’età di otto anni. Le misure di sicurezza sono state rafforzate in tutta la città e soprattutto all’ingresso del monastero. Lungo la strada principale è stato istituito un nuovo posto di blocco e i tibetani sono fermati e perquisiti. Nella notte tra il 16 e il 17 marzo a nessuno è stato consentito di entrare o uscire da Ngaba. Nella prima mattina di sabato, 17 marzo, un agricoltore di 43 anni, Sonam Dhargye, si è immolato con il fuoco a Rebkong, la città della contea di Malho, regione del Qinghai, teatro solo pochi giorni fa, il 14 marzo, dell’immolazione di Jamyang Palden, un monaco di trentaquattro anni. Read the rest of this entry »
Tibet: appello Dolker, autoimmolazioni smuovano coscienze Occidente
(ASCA) ”La situazione in Tibet e’ veramente terribile”. Lo dice a ‘Start’ Kalsang Dolker, presidente della Comunita’ tibetana in Italia, descrivendo ai microfoni di Rai Radio 1 la drammatica situazione che vivono i tibetani, perche’ il ”controllo cinese e’ strettissimo e mancano le informazioni reali su cio’ che accade”. Affrontando e descrivendo le ‘autoimmolazioni’ dei tibetani che si danno fuoco, Dolker ha spiegato che con il dramma accaduto proprio oggi, in cui un giovane monaco 18enne si e’ dato fuoco nella provincia sud occidentale cinese del Sichuan, ”siamo alla 27esima vittima in tre anni”. Proprio in questi ultimi anni ”la situazione e’ peggiorata perche’ – aggiunge la presidente tibetana – da dopo le Olimpiadi in Cina ci sono state manifestazioni a Lhasa, in Tibet e in Nepal. Manifestazioni a cui il governo di Pechino ha risposto aumentando la repressione e abolendo la liberta’ religiosa”. La presidente dei tibetani in Italia ha spiegato pero’ che il suo popolo in questi 50 anni ”non si e’ piegato. Non si e’ ‘cinesizzato’: una cosa che ha sorpreso le autorita’ cinesi che, proprio per questo, hanno aumentato le repressioni abolendo del tutto la liberta’ religiosa”. Dolker – intervistata da Giulia De Cataldo – ha raccontato che i tibetani rispondono con le ‘autoimmolazioni’. ”Un gesto di estrema disperazione con cui si cerca di smuovere le coscienze internazionali: i governi occidentali facciano pressioni sulla Cina per continuare il dialogo iniziato dal governo tibetano in esilio al fine di arrivare alla vera autonomia. Read the rest of this entry »
Ban Ki Moon: “molto preoccupato” per la salute dei tre digiunatori
Uno dei tre digiunatori, giunti al 24° giorno di sciopero della fame dinnanzi al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York.
Ventiquattresimo giorno di sciopero della fame, a New York, dei tre tibetani che, ormai molto indeboliti e notevolmente dimagriti, sono decisi a portare avanti la loro protesta anche “a costo della vita”. Lunedì scorso, avevano ricevuto la visita dell’Assistente del Segretario Generale, Ivan Simonovic, che si era impegnato a contattare direttamente il Segretario generale Ban Ki Moon e il Commissario per i Diritti Umani Navannethem Pillay per informarli delle richieste avanzate alle Nazioni Unite dai tre attivisti.
Nella giornata di ieri, 14 marzo, un altro segnale che vorremmo considerare positivo e foriero di ulteriori sviluppi è arrivato dal portavoce dello stesso Ban Ki Moon. “Il Segretario Generale afferma il diritto di tutti a protestare pacificamente – ha riferito – ma è molto preoccupato per la salute dei tre digiunatori”. Sembra che Simonovic abbia incontrato sia il Segretario Generale sia il vice ambasciatore cinese alle Nazioni Unite ma nulla è trapelato circa questi incontri. Read the rest of this entry »
La poetessa Tsering Woeser: “No, alle auto-immolazioni in Tibet”
La scrittrice e poetessa tibetana Tsering Woeser ha lanciato un appello agli attivisti che si battono per la libertà del Tibet affinché smettano di compiere gesti di autoimmolazione, poiché non stanno portando alcun beneficio alla causa. La scrittrice, che di fatto vive agli arresti domiciliari, in Cina, a Pechino, ha scritto su internet un appello, in cui si è detta “addolorata” dalla recente serie di immolazioni e ha invitato i tibetani più influenti, tra cui monaci e intellettuali, a fare qualcosa per fermarli. La Woeser ha affermato che i tibetani possono sfidare l’oppressione solo restando vivi. Pechino ha accusato il Dalai Lama, la guida spirituale buddista in esilio, di avere incoraggiato i suicidi. Il leader religioso, 14esima reincarnazione del Buddha, ha risposto affermando che non appoggia tale pratica. La Woeser afferma che tali misure autodistruttive non possono fare nulla per la causa dei diritti dei tibetani. La Cina ha cercato di giustificare l’ondata di immolazioni (di cui solo tre da sabato) come il risultato di orchestrazione esterna piuttosto di ciò che gli attivisti ritengono essere l’angoscia locale per repressione del governo sulla religione e sulla cultura tibetana. Read the rest of this entry »
Qinghai, monaco tibetano si dà fuoco. Scoppia la protesta
Tibet: i monaci protestano e si immolano col fuoco
Qinghai, monaco tibetano si dà fuoco. Scoppia la protesta
di Nirmala Carvalho
Il monaco è sopravvissuto alle fiamme e le autorità lo hanno portato all’ospedale. Ma i monaci lo hanno riportato in monastero temendo per il suo arresto. Centinaia di religiosi tibetani e centinaia di studenti stanno dimostrando, portando anche foto del Dalai Lama. I monasteri vicini giungono in città per mostrare solidarietà. La pubblica sicurezza ha stabilito posti di blocco.
Dharamsala (AsiaNews) – Jamyang Palden , un monaco tibetano sui 30 anni si è dato fuoco oggi a Rongwo (contea di Rebkong, Qinghai) verso le 10.30 di questa mattina. Il religioso si è auto-immolato vicino al monastero di Rongwo, il più grande della contea e secodo le ultime informazioni, è sopravvissuto al gesto. Ma il suo sacrificio ha scatenato una protesta che cresce sempre più. Read the rest of this entry »
Tibet: sciopero della fame
Uno dei digiunatori tibetani ad oltranza davanti al Palazzo delle Nazioni Unite a New York
Tibet libero, sciopero della fame. di Piero Verni Espresso/repubblica.it, 14 marzo 2012
Tre profughi buddisti digiunano da quasi un mese davanti al Palazzo dell’Onu, a New York, All’inizio non se li filava nessuno, ora sta diventando un caso mondiale perché minacciano di lasciarsi morire. E la Cina è furiosa.” Il nostro obiettivo è ottenere l’indipendenza per il Tibet e la democrazia in Cina. Stiamo lottando perché il Dalai Lama possa tornare al più presto in un Tibet libero”. Sono le parole che mi sussurra con un filo di voce Shingza Rinpoche, un importante lama tibetano giunto oggi al 21° giorno di sciopero della fame. Siamo a New York, in uno spiazzo di fronte al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite dove il Tibetan Youth Congress, una delle principali NGO della diaspora tibetana, ha organizzato un “Indefinite Hunger Strike for Tibet” a cui oltre al religioso partecipano due laici, Dorje Gyalpo nato il 5 marzo 1953 nel Tibet meridionale e Yeshi Tenzin nato il 15 marzo 1973 in India. Read the rest of this entry »
La 27° immolazione pro Tibet
Un giovane monaco tibetano si è dato fuoco per protesta contro il dominio cinese nella regione autonoma ed è morto per le gravi ferite riportate. A New York un segnale positivo è arrivato ai tre digiunatori dalle Nazioni Unite. Al 20° giorno dello “sciopero della fame per il Tibet”, davanti al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, l’Assistente al Segretario Generale per i Diritti Umani, Ivan Simonovic, ha invitato formalmente nel suo ufficio il Presidente del Tibetan Youth Congress, Tsewang Rinzin, per discutere sulla situazione in Tibet e lo sciopero della fame davanti all’ONU.
Dharamsala, 13 marzo 2012. Il 10 marzo, giorno del 53° anniversario dell’insurrezione di Lhasa, un altro giovanissimo monaco tibetano si è auto immolato a Ngaba. Gepey , diciotto anni, appartenente al monastero di Kirti, si è dato fuoco alle ore 17.00, ora locale, nelle vicinanze di un campo militare che dagli anni ’50 del secolo scorso ospita i soldati del cosiddetto esercito di liberazione. Il ragazzo è morto all’istante. Read the rest of this entry »
La meditazione aiuta a sviluppare una visione più positiva
Il Prof. Richard J. Davidson con Sua Santità il Dalai Lama
Lo studio dello psicologo Richard J. Davidson mette in luce sei elementi chiave , corrispondenti a precisi schemi di attività in varie aree del nostro cervello, che descrivono la nostra personalità. Questione di stile, anche per le emozioni. Basandosi su più di 30 anni di ricerca d’avanguardia sul cervello, lo psicologo e psichiatria americano Richard J. Davidson dell’University of Wisconsin-Madison, ‘fotografa’ e analizza il modo in cui le emozioni vengono codificate nel nostro cervello, insieme al nostro potere di controllarle. Nel suo libro ‘The Emotional Life of Your Brain’ (Hudson Street Press, scritto insieme a Sharon Begley), l’esperto descrive sei distinte dimensioni emotive, ciascuna caratterizzata da una ‘firma’ neurale misurabile. Ebbene, è proprio la combinazione di queste sei dimensioni a caratterizzare quello che Davidson chiama lo “stile emotivo” di ciascuno : un mix che riassume l’essenza della nostra personalità e il riflesso del nostro modo di vivere e di rispondere alle esperienze positive o negative. Insomma, se siamo più intuitivi, sensibili, empatici o caparbi, la nostra mente lo rileverà . “In decenni di ricerca sulla neurobiologia delle emozioni, ho visto migliaia di persone che condividono esperienze simili rispondere in modi radicalmente diversi alla stessa esperienza. Perché una persona si riprende rapidamente da un divorzio, mentre un’altra rimane impantanata in recriminazioni o disperazione?”, si è chiesto Davidson. Read the rest of this entry »
I monaci abbandonano i monasteri sotto il controllo del regime
Monasteri tibetani sotto il controllo del regime: i monaci preferiscono abbandonarli
di Nirmala Carvalho
Un “gruppo di lavoro” inviato da Pechino paralizza la vita nei templi buddisti, che vengono requisiti con la forza. In risposta, i monaci abbandonano i luoghi di culto e se ne vanno. La popolazione teme la situazione, che non permette più neanche una degna sepoltura per i defunti, ma Pechino la ignora.
Dharamsala (AsiaNews) – Il governo cinese ha prima requisito e poi costretto alla chiusura una serie di monasteri buddisti nella Prefettura di Nagchu, nella Provincia autonoma tibetana. Per cercare di fermare le proteste anti-cinesi, infatti, le autorità hanno inviato nella zona un “gruppo di lavoro” che ha trasferito con la forza tutte le proprietà dei monasteri al governo centrale. Nonostante i luoghi di culto siano privati, i dirigenti comunisti hanno imposto ai monaci un controllo talmente serrato che questi – pur di evitarlo – hanno scelto di abbandonare i monasteri. Read the rest of this entry »
Prosegue a New York lo sciopero della fame ad oltranza di tre tibetani
New York, Palazzo delle Nazioni Unite: I tre tibetani digiunatori ad oltranza per il loro Paese
Prosegue a New York lo sciopero della fame ad oltranza di tre tibetani (nella foto) che, iniziato il 22 febbraio, entra oggi nel 19° giorno. I tre digiunatori sono il Venerabile Shingza Rinpoche, 32 anni – un lama di alto rango che da tempo si batte per la libertà del Tibet, Dorjee Gyalpo, 59 anni, e Yeshi Tenzing, 39 anni, entrambi attivisti del Tibetan Youth Congress, il movimento che ha organizzato il digiuno. I tre tibetani chiedono alle Nazioni Unite di inviare immediatamente in Tibet una delegazione che accerti la reale situazione del paese; di esercitare pressioni sulla Cina affinché ponga fine allo stato di legge marziale di fatto esistente; di chiedere a Pechino di consentire ai media internazionali di verificare e riferire sulle atrocità in atto; di chiedere alla Cina il rilascio di tutti i prigionieri politici, inclusi Gedun Choekyi Nyima e Tenzin Delek Rinpoche e, infine, di chiedere alla Cina di porre fine alle cosiddette campagne di ri-educazione patriottica. Read the rest of this entry »
Discorso di Lobsang Sangay nel 53° anniversario dell’insurrezione del Tibet
Il Kalon Tripa Prof. Lobsang Sangay tiene a Dharamsala il discorso commemorativo in occasione del 53° anniversario dell'insurrezione nazionale tibetana.
DISCORSO DEL KALON TRIPA PROF. LOBSANG SANGAY NEL 53° ANNIVERSARIO DELLA INSURREZIONE NAZIONALE TIBETANA
Oggi, 53°anniversario dell’Insurrezione Nazionale Tibetana e 4°anniversario delle proteste di massa avvenute in Tibet nel 2008, rendo omaggio alla gente coraggiosa che tanto si è sacrificata per il Paese. Nonostante cinquantatre anni di occupazione da parte della Repubblica Popolare Cinese, lo spirito e il senso dell’identità nazionale dei tibetani rimangono intatti.
In questa occasione, rendo omaggio a Sua Santità il Dalai Lama per la sua visione, la sua guida e la sua benevolenza. Esprimo inoltre il più profondo rispetto e la mia gratitudine alle generazioni dei più anziani che, grazie al loro prodigarsi e al loro incessante impegno, hanno reso possibile nell’arco degli ultimi cinquant’anni la crescita e il dinamismo del nostro movimento. Read the rest of this entry »
Il genocidio che l’Occidente finge di ignorare
Il genocidio che l’Occidente finge di ignorare
di: Domenico Vallario // 9 febbraio 2012 // Internazionale
Lhasa, 3650m, Regione Autonoma del Tibet. Nella spianata di cemento antistante il Potala, uno dei palazzi più belli del pianeta, che fu dimora dei Dalai Lama dal 1649 al marzo del 1959, campeggiano due bandiere altissime della Repubblica Popolare Cinese e un obelisco raffigurante dei lavoratori che ricordano al popolo tibetano chi è che comanda sul Tetto del Mondo. E’ solo uno dei drammatici risvolti dell’occupazione (o liberazione come usano chiamarla gli han di Pechino) della culla del buddhismo incastonata tra l’Himalaya e laghi sacri che va avanti da ormai 62 anni.
Tutto ebbe inizio nel 1949 quando Mao Zedong proclamò la fondazione della Repubblica Popolare di Cina, che aveva come primo obiettivo quello di riprendersi i territori che erano stati da sempre sotto l’influenza dell’impero cinese. Un tentativo di accordo stipulato nel 1951 tra il sedicenne Tenzin Gyatso (XIV ed attuale Dalai Lama) e i rappresentanti di Pechino , che riconosceva la sovranità cinese in cambio dell’autonomia interna e religiosa, venne disatteso, e fu così che nel 1959, la rivolta del popolo di Lhasa contro le violenze e la barbarie dell’esercito cinese nei confronti dell’etnia tibetana divenne guerra civile. Le resistenze di un popolo abituato a vivere di tsampa e tè al burro di yak, che non conosceva armi né automobili, vennero represse nel sangue dai militari rossi, che uccisero circa 90.000 tibetani e ne deportarono un numero non definito nelle carceri. Il Tibet divenne così una provincia dell’immensa Repubblica Popolare, alla quale venne riconosciuto statuto speciale nel 1964. Read the rest of this entry »
Dalai Lama: la violenza non risolve i problemi
Sua Santità il Dalai Lama: E 'deprecabile che in questo momento la verità venga violentemente repressa all'interno del Tibet. Nel mondo attuale, la verità sta perdendo di forza
Parlando al termine dei cinque giorni del Monlam Chenmo (Festa della Grande Preghiera) tenuto presso lo Tsug-Khang, il tempio principale di Dharamsala, il Leader spirituale tibetano Sua Santità il Dalai Lama ha affermato che la violenza e l’oppressione non può mai portare ad una soluzione duratura della crisi nel Tibet: “Anche se la violenza e l’oppressione possono apparire forti e definitive, sono solo temporanee. La violenza non può mai portare ad una soluzione duratura e di lungo termine a qualsiasi problema. Considerando che la verità non può essere distrutta, alla fine prevarrà. E la verità è dalla parte del Tibet”.
Offrendo preghiere per le vittime delle violenze e della repressione in Tibet, Sua Santità ha detto che la Cina sta “distruggendo dalle radici” la ricca tradizione religiosa e la cultura tibetana, Read the rest of this entry »
La polizia spara sui dimostranti e uccide a Pema (Golok)
l’Amministrazione Centrale Tibetana chiede al governo cinese di tenere in considerazione le richieste dei tibetani all’interno del Tibet e di trovare una soluzione pacifica del problema.
Un eloquente video girato da un team di SkyNews. Comunicato stampa dell’Amministrazione Centrale Tibetana. Continua lo sciopero della fame ad oltranza al Palazzo dell’ONU a New York da tre digiunatori. Un tibetano è rimasto ucciso e due sono stati feriti il 6 marzo a Pema (Golok) dopo che la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti tibetani che reclamavano la liberazione di un loro connazionale arrestato sotto l’accusa di aver preso parte alle proteste divampate il 25 gennaio nella regione. In quell’occasione i tibetani avevano tolto la bandiera cinese da un ufficio governativo e l’avevano sostituita con una bandiera tibetana. La polizia aveva compiuto numerosi arresti. Molti tibetani avevano lasciato le loro case e si erano nascosti per evitare la cattura. Choeri, 28 anni, è stato colpito in pieno volto ed è morto immediatamente. Due fratelli, Jamphel Lodoe e Karkho sono stai feriti gravemente e si trovano ora all’ospedale. Il 23, 24 e 29 gennaio, rispettivamente a Drango, Serthar e Bharma Shang, la polizia aveva aperto il fuoco sulla folla dei manifestanti uccidendo almeno sei tibetani e ferendone molti altri. Non si conosce il numero delle persone arrestate ma, nella sola Drango, almeno cento tibetani sono stati arrestati o sono scomparsi. Read the rest of this entry »
Sichuan: giovane tibetano si autoimmola, terza vittima in tre giorni
Un ragazzo di nome Dorjee , poco più che maggiorenne, si è dato fuoco nella prefettura di Aba, per protesta contro la repressione di Pechino in Tibet. Il gesto nei pressi di un ufficio governativo cinese. Ieri la notizia della morte di due donne. Intanto la Cina rafforza la sicurezza alla vigilia dell’anniversario della rivolta del 2008. Dharamsala (AsiaNews/Agenzie) – Un giovane poco più che maggiorenne è il terzo tibetano a darsi fuoco questa settimana in Cina, per protesta contro il dominio di Pechino nel Tibet. Lo affermano fonti di un gruppo attivista in esilio, mentre il governo di Pechino ha rafforzato ulteriormente le misure di sicurezza in vista dell’imminente anniversario della rivolta del 2008. Solo lo scorso anno oltre 20 tibetani – in grande maggioranza monaci – si sono auto-immolati nella loro battaglia a difesa dei diritti umani, una maggiore autonomia e piena libertà religiosa. Read the rest of this entry »
Tibet: una studentessa diciottenne si è immolata
Tsering Kyi , una studentessa diciottenne di Nyima, una cittadina della Contea di Machu (Prefettura autonoma di Ganlho), si è data la morte con il fuoco sabato 3 febbraio. Riferisce il gruppo Free Tibet che pochi giorni prima di compiere l’atto estremo Tsering Kyi, a casa per il periodo delle vacanze invernali, aveva detto: “A Ngaba e in altre zone del Tibet i tibetani si danno fuoco, dobbiamo fare qualcosa per il nostro paese perché la vita non ha senso se non facciamo qualcosa per il Tibet”. Tsering Kyi si è recata di prima mattina nella piazza del mercato, si è cosparsa di benzina e si è data fuoco. Avvolta dalle fiamme ha alzato più volte la mano sopra la testa. E’ morta all’istante. Dalle loro bancarelle, i venditori cinesi hanno avvertito la polizia che, giunta sul posto, ha isolato il mercato impedendo a chiunque di lasciare la piazza fino alle 9.00. Le autorità hanno cercato di far credere che la ragazza si è data fuoco non per motivi politici ma per ragioni personali. E’ il primo caso di immolazione avvenuto nella Contea di Machu. Read the rest of this entry »
Madre tibetana si dà fuoco nel Sichuan
La donna, una vedova con quattro figli, ha percorso 80 km per bruciarsi davanti al monastero di Kirti, da un anno sotto controllo. Dharamsala (AsiaNews) – Una donna tibetana, madre di quattro figli, si è immolata col fuoco davanti al monastero di Kirti (Sichuan); una ragazza tibetana si è invece data fuoco in un mercato a Maqu, nel Gansu.
Rinchen , una vedova di 32 anni, si è data fuoco ieri davanti alla stazione di polizia costruita in questi mesi per controllare la porta d’entrata del monastero di Kirti. Secondo testimonianze riportate da Free Tibet, la donna ha gridato “Il Tibet ha bisogno della libertà; Gyalwa Rinpochen [il Dalai Lama ] deve ritornare in Tibet”. Il corpo di Rinchen è stato preso e portato nel monastero. Il marito era morto un anno fa e la donna lascia quattro figli: uno di 13 anni, Gyamo, altri due dei quali non si conosce il nome e un quarto di pochi mesi. Read the rest of this entry »
Morto il “Dalai Lama della Mongolia”
Sua Santità il Dalai Lama presiede alle preghiere per il nono Khalkha Sua Santità Jetsun Dhampa capo spirituale della Mongolia
Morto il “Dalai Lama della Mongolia”, ha combattuto contro Stalin e Mao
Il nono Khalkha Jetsun Dhampa (“Signore dei rifugiati della Mongolia”) ha vissuto 57 anni in esilio forzato, prima per la dominazione sovietica del suo Paese e poi per quella cinese in Tibet. Nonostante le difficoltà ha combattuto per far rivivere la fede fra i mongoli. Il dolore dei leader buddisti.
Ulaan Baatar (AsiaNews) – Il capo spirituale dei buddisti mongoli, vertice della setta Jonang, è morto ieri a 80 anni dopo aver vissuto 57 anni in esilio forzato per colpa prima della dominazione sovietica in Mongolia e poi per quella cinese in Tibet. Sua Eminenza Dhampa Dorjee Chang Jampel Namdrol Choekyi Gyaltsen, il “Dalai Lama della Mongolia”, era stato riconosciuto come il nono Khalkha Jetsun Dhampa ed era molto amato dai suoi fedeli. Read the rest of this entry »
La rivolta tibetana ora punta su Lhasa
La rivolta tibetana ora punta su Lhasa; di Piero Verni, Il Riformista – 29 febbraio 2012
Nelle ultime ore hanno cominciato a circolare voci incontrollabili su un presunto attentato fallito il 26 febbraio di fronte a un edificio governativo di Rinchenling, un villaggio nella prefettura autonoma di Garze della provincia cinese del Sichuan. L’attentatore avrebbe perso la vita.
Secondo fonti più attendibili, si tratterrebbe invece dell’ennesima auto immolazione di un giovane tibetano. E con quest’ultima salirebbe a ventiquattro il numero delle torce umane che negli ultimi mesi hanno illuminato con i loro terribili bagliori il cielo sopra il Tibet. Una cifra impressionante che, indipendentemente da ogni altra considerazione, dovrebbe far comprendere a Pechino quale sia il livello di frustrazione e disperazione del popolo tibetano dopo oltre sessanta anni di occupazione del Tetto del Mondo. Questo nuovo rogo sarebbe dunque avvenuto durante le celebrazioni del Losar, il capodanno lunare, iniziato il 22 febbraio. Read the rest of this entry »