E nel Tibet è scattata la rivolta gandhiana
Monaci tibetani in preghiera per i loro martiri.
di Piero Verni, Il Riformista, 25 novembre 2011. Un’autentica statua di fuoco. In piedi, immobile e avvolta dalle fiamme. Sono le immagini terribili dell’immolazione della monaca Palden Choetso diffuse nei giorni scorsi da un gruppo di sostegno alla causa tibetana. Fotogrammi atroci che più di ogni parola dimostrano quanto la situazione nel Tibet occupato da Pechino sia ben lungi dall’essere normalizzata. Dodici persone che si danno fuoco per protesta in un breve arco di tempo parlano sia della crescente disperazione sia della caparbia volontà dei tibetani di non accettare il dominio cinese. Inoltre domani scadrà l’ultimatum della polizia ai monaci del monastero di Ragya, nella regione settentrionale dell’Amdo (oggi incorporata nella provincia del Qinghai) dove da alcuni giorni è stato esposta una gigantesca effige del Dalai Lama affiancata da due grandi bandiere del Tibet indipendente. Read the rest of this entry »
Morto, forse avvelenato, il lama che ha riconosciuto il Panchen Lama.
Chadrel Jampa Trinley Rinpoche
Chadrel Jampa Trinley Rinpoche, l’abate che ha presieduto la Commissione incaricata di riconoscere l’11esimo Panchen Lama, è morto agli arresti domiciliari dopo 11 anni di detenzione. Fonti di AsiaNews parlano di veleno. L’anno scorso era morto il segretario della Commissione. Chadrel Jampa Trinley Rinpoche, l’abate che ha presieduto la Commissione incaricata di riconoscere l’11esimo Panchen Lama, sarebbe morto a causa di un veleno versatogli da ufficiali del regime cinese che lo controllano sin dal 1995. Il religioso, inviato dal Dalai Lama in Tibet, riconobbe nel piccolo Gedhun Choekyi Nyima la rinascita del Panchen, la seconda carica spirituale per importanza del buddismo tibetano. Arrestato, venne condannato a 6 anni di lavori forzati e a 3 di prigione: scaduta la condanna venne chiuso in casa, condannato di fatto ai domiciliari. Una fonte di AsiaNews conferma la notizia: “Si teme che sia morto. Alcuni dicono che è stato avvelenato nella sua casa di Shigatse, dove era rinchiuso da anni”. Anche il governo tibetano in esilio fa filtrare la notizia: sarebbero in possesso di una registrazione audio, inviata da una loro fonte a Lhasa, che conferma la morte dell’abate e ventila l’ipotesi di un avvelenamento. Il 17 maggio del 1995, Chadrel Jampa Trinley Rinpoche e Jangpa Chung-la vennero arrestatati all’aeroporto di Chengdu. I due erano rispettivamente presidente e segretario della Commissione per la ricerca della reincarnazione del Panchen Lama, la seconda carica spirituale più importante del buddismo tibetano. Read the rest of this entry »
Darsi fuoco per il Tibet
Nell'articolo i video dell'autoimmolazione di Palden Choetso e di un altro monaco non identificato.
Darsi fuoco per il Tibet: il grido di dolore e l’indifferenza del mondo.
I video dei monaci buddisti che si sono auto-immolati con il fuoco per protestare contro la dominazione cinese in Tibet riaprono il dibattito su questa forma di manifestazione. Il Dalai Lama esprime dubbi (anche se prega per le anime dei vivi e dei morti), mentre una fonte tibetana dice ad AsiaNews: “L’Occidente si parla addosso, giudica ma non ha idea di come si viva qui”. Un lama aggiunge: “I monaci morti hanno scelto una strada per affermare la loro fede. Sbagliata, ma imposta dal sistema”.
I monaci buddisti che si sono auto-immoati con il fuoco per protestare contro il dominio cinese in Tibet “hanno una fede molto forte, questo è chiaro. Ma non possiamo sapere quali siano i percorsi che li hanno portati a gesti così estremi, Read the rest of this entry »
Il drammatico video dell’auto immolazione di Palden Choetso
Un filmato reso pubblico dal gruppo Free Tibet mostra le drammatiche immagini dell’auto immolazione di Palden Choetso, la trentacinquenne monaca del monastero di Gaden Choeling, situato nella regione orientale del Kham Tawo, datasi fuoco lo scorso 3 novembre. Nel breve video si vede la religiosa in piedi, immobile, completamente avvolta dalle fiamme e trasformata in una torcia umana. Non un lamento esce dalla sua bocca. Si odono le grida dei passanti. Una donna tibetana si avvicina a Palden Choetso e lancia nella sua direzione una katha, la sciarpa bianca simbolo di omaggio e rispetto. Le brevi immagini successive mostrano la manifestazione di solidarietà delle consorelle. Si ode una voce femminile gridare: “Freedom to Tibet”. Centinaia i tibetani riuniti nella veglia di preghiera in ricordo della monaca la sera prima del suo funerale e altrettanti quelli accorsi a rendere omaggio a Palden il giorno delle esequie mentre le forze di sicurezza, correndo, prendono posizione attorno al monastero. “Nel video si vede non solo la disperazione, ma anche la determinazione dei tibetani pronti a lottare per la loro libertà, a qualsiasi costo”, ha affermato Tenzin Dorjee, direttore esecutivo di Students for a Free Tibet . “In tutto il paese per i tibetani è un momento estremamente difficile”, ha aggiunto. Ricordiamo che la settimana scorsa è stato reso pubblico anche lo sconvolgente filmato degli ultimi istanti di vita di Tsewang Norbu. Dal mese di marzo, sono undici i tibetani che si sono dati fuoco in Tibet. A questi bisogna aggiungere i due tentativi di auto immolazione avvenuti in Nepal dove il 2 e il 10 novembre una donna di cui non si conoscono le generalità e Bhutuk, un tibetano di 45 anni, hanno cercato di immolarsi con il fuoco. Read the rest of this entry »
Dichiarazione di Sua Santità il Dalai Lama sulla propria reincarnazione
Sua Santità il Dalai Lama: Quando sarò vicino ai novant’anni, consulterò i lama elevati della tradizione buddhista tibetana, il popolo tibetano e altre persone che si sentono partecipi di questo evento e seguono il buddhismo tibetano, per riconsiderare se l’istituzione del Dalai Lama debba continuare o no.
Dichiarazione di Sua Santità il Quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, sull’argomento della propria reincarnazione
Introduzione
Miei cari tibetani, dentro e fuori dal Tibet, voi tutti che seguite la tradizione buddhista tibetana e chiunque abbia connessione con il Tibet e i tibetani: grazie alla visione dei nostri antichi re, dei ministri e dei seguaci‐studiosi, l’insegnamento completo del Buddha, inclusi gli insegnamenti scritturali ed esperienziali dei Tre Veicoli e le quattro classi del Tantra, con i rispettivi argomenti e le rispettive discipline, sono largamente fiorite nella Terra delle Nevi.
Per il mondo, il Tibet è stato una sorgente di tradizioni buddhiste e tradizioni culturali correlate. In particolare, ha contribuito in modo significativo alla felicità di innumerevoli esseri viventi in Asia, inclusi quelli in Cina, Tibet e Mongolia. Nel corso del mantenimento della tradizione buddhista in Tibet, abbiamo sviluppato la tradizione tibetana, unica, dell’identificazione delle reincarnazioni di seguaci studiosi che sono stati di immenso aiuto sia al Dharma sia agli esseri senzienti, in particolare alle comunità monastiche.
Fin da quando l’onnisciente Gedun Gyatso fu identificato e confermato come reincarnazione di Gedun Drub, nel 15° secolo, e fu creato il Gaden Phodrang Labrang (l’istituzione del Dalai Lama), sono state identificate le reincarnazioni successive. Il terzo nella successione, Sonam Gyatso, ricevette il titolo di Dalai Lama. Il Quinto Dalai Lama, Ngawang Lobsang Gyatso, fondò nel 1642 il Governo del Podrang di Gaden, diventando il capo spirituale e politico del Tibet. Per oltre 600 anni dal tempo di Gedun Drub, furono identificate una serie di indubbie reincarnazioni. Dal 1642, i Dalai Lama hanno svolto la funzione di capi spirituali e politici del Tibet per 369 anni.
Attualmente ho portato a suo termine questo sistema di mia spontanea volontà, orgoglioso e soddisfatto che possiamo aderire al tipo di sistema di governo democratico che fiorisce ovunque nel mondo. In effetti, fin dal 1969, ho spiegato chiaramente che le persone che ci tengono dovrebbero decidere se le reincarnazioni del Dalai Lama dovrebbero continuare nel futuro. Tuttavia, in assenza di chiare indicazioni, se la gente che ci tiene dovesse esprimere un forte desiderio che i Dalai Lama continuino, ci sarebbe un ovvio rischio che poteri politici forti abusino del sistema della reincarnazione per realizzare il loro programma politico. Read the rest of this entry »
Dalai Lama: la nostra intelligenza va diretta a rendere questo pianeta migliore
Sua Santità il Dalai Lama
Sua Santità il Dalai Lama nella conferenza stampa di commiato nel suo recente viaggio in Giappone, si è così espresso: “Gli esseri umani sono esseri intelligenti in grado di dare un contributo positivo alla società, ma questa intelligenza deve essere guidata dalla giusta motivazione basata sull’etica ed i valori morali. Questo non ha nulla a che fare con la religione. Fondandosi sui valori umani e l’etica, la nostra intelligenza potrebbe essere diretta a rendere questo pianeta un posto migliore in cui vivere. Come cittadino di questo mondo, mi piacerebbe lavorare per la promozione dei valori umani. Inoltre, come un monaco buddista, sto lavorando per la promozione dell’armonia religiosa. Tutte le principali religioni del mondo, nonostante alcune differenze filosofiche, predicano lo stesso messaggio di amore, compassione, perdono e stare insieme. Read the rest of this entry »
Dalai Lama: L’intelligenza deve essere guidata dal buon cuore.
Sua Santità il Dalai Lama: “Se hai troppa paura, troppo attaccamento, la tua mente diventa di parte. Con questo tipo di mente, non puoi vedere la realtà. Hai bisogno di una mente calma per vedere le cose chiaramente."
In una piovosa domenica mattina, Sua Santità il Dalai Lama ha visitato la scuola superiora buddista Gakuen Seiwa a Sendai in Giappone, dove lo hanno accolto centinaia di studenti che reggevano striscioni di benvenuto. “Il futuro è nelle vostre mani,” così Sua Santità si rivolge agli studenti ed aggiunge: “Guardando la violenza del 20° secolo, in buona parte causata dall’impiego distorto dell’intelligenza, adesso, all’inizio del 21° secolo, abbiamo a che fare con qualche errore e negligenza del secolo passato. Poiché la violenza non ha risolto nulla, ha perciò più senso la non-violenza. In un mondo senza confini nazionali: pensate a tutto il pianeta. E non solo al Giappone, ed abbiate una visione che vi dia la capacità di costruire il vostro pianeta blu, per renderlo più felice, più sano e più pacifico. Per questo avete bisogno d’intelligenza, ma l’intelligenza da sola non è sufficiente. L’intelligenza deve essere guidata dal buon cuore. Quando uno studente gli ha chiesto come ha fatto a rimanere così sano, Sua Santità ha sottolineato che, secondo la scienza medica, le fondamenta d’una buona salute è la pace della mente. Read the rest of this entry »
Lo yoga riduce ansia e tachicardie
Lo yoga riduce ansia e tachicardie
Yoga e meditazione per ridurre i sintomi della fibrillazione atriale e dell’ansia
Depressione e ansia sono in costante aumento negli ultimi anni. Ma anche i problemi cardiaci non sono da meno. Tra questi vi è quella che si chiama fibrillazione atriale, contraddistinta da un battito cardiaco irregolare. Oggi, però, grazie ai ricercatori statunitensi dell’University of Kansas Hospital (Kumed), c’è una speranza in più oltre agli antidepressivi, ansiolitici e farmaci specifici per il cuore… una speranza tutta naturale che arriva dallo yoga. Già ricerche precedenti avvaloravano l’ipotesi che lo yoga apportasse diversi benefici per la salute come la riduzione dell’ipertensione e del colesterolo. Ma per la prima volta si associa la pratica orientale alla fibrillazione atriale. Read the rest of this entry »
Il Dalai Lama agli scampati dallo tzunami in Giappone
Sua Santità il Dalai Lama accolto dai bimbi sopravvissuti allo tsunami che devastatò la regione di Ishinomaki, Giappone.
“Come vi sentite?” ha chiesto loro, tendendo la forte mano ed il braccio. “Siete ancora tristi?” a quel punto le donne presenti irrompono in pianto di fronte a Sua Santità, alcune singhiozzando: “Grazie, grazie.” In questa scena di grandissima emozione, Sua Santità ha aggiunto: “Questo è un luogo di grande dolore. E’ ora tutto finito. Non è possibile cambiare quello che è successo. Per favore cambiate il vostro cuore, coraggio. Per favore aiutate tutti gli altri, ed aiutate gli altri a diventare migliori.”
La folla si calma ed annuisce mentre Sua Santità parla: “Troppe persone sono morte. Se vi preoccupate, non potete aiutarli. Per favore impegnatevi a lavorare. Questa è la migliore offerta che possiamo fare ai morti. Sono così felice d’esser potuto venire a trovarvi.”
Mentre si gira, Sua Santità si toglie gli occhiali e s’asciuga qualche lacrima. “Sono venuto a condividere il dolore della gente, Read the rest of this entry »
Karmapa Lama: “Pechino affronti le sue responsabilità in Tibet”
Sua Santità Ogyen Trinley Dorje, il XVII Karmapa Lama
Sua Santità Ogyen Trinley Dorje, XVII Karmapa Lama: “Pechino affronti le sue responsabilità in Tibet”
Il leader della setta del Diamante, il XVII Karmapa scrive un appello al mondo libero e alla Cina: “Le auto-immolazioni sono un dolore enorme per tutti, ma non è con la paura e con la forza che si risolverà la situazione. Basta con la repressione nei nostri monasteri. Dal marzo di quest’anno, 11 coraggiosi tibetani si sono dati fuoco mentre chiedevano libertà per il Tibet e il ritorno a casa di Sua Santità, il Dalai Lama. Questi atti disperati, messi in pratica da persone con motivazioni pure, sono un grido di dolore contro le ingiustizie e le repressioni cui sono costretti. La situazione è difficile in un modo mai verificatosi prima, ma è nelle situazioni difficili che abbiamo bisogno di maggior coraggio e determinazione. Ogni notizia di una auto-immolazione in Tibet ha riempito il mio cuore di dolore. La maggior parte di coloro che sono morti era di giovane età. Avevano un lungo futuro davanti a loro, un’opportunità di contribuire alla causa in modi che ora se ne sono andati per sempre. Nell’insegnamento buddista la vita è preziosa. Per raggiungere una qualsiasi cosa di valore, abbiamo il dovere di preservare le nostre vite. Noi tibetani siamo pochi, di numero, quindi ogni vita tibetana è di valore per la causa del Tibet. Read the rest of this entry »
S.S. Dalai Lama: I benefici derivanti riflettendo sulla nostra sofferenzanza
Sua Santitàil Dalai Lama
È una pratica molto benefica riflettere sulla propria sofferenza, pensare che essa è “ciò che ci viene dal nostro karma” e, in questo modo, coltivare la virtù della pazienza nei confronti delle nostre personali difficoltà. Ma non è utile né tantomeno compassionevole essere pazienti riguardo alle sofferenze degli altri. Infatti, come dice Shantideva, il Bodhisattava non deve assolutamente tollerare le sofferenze degli altri ma sentirle come qualcosa di assolutamente insopportabile.
Per fare un esempio personale, ho detto che io stesso ho realmente tratto beneficio dalla sofferenza causata dalla perdita della mia patria del mio vagare in esilio. E l’ho detto seriamente. L’abilità da rifugiato, la sofferenza e la lotta mi hanno aiutato a crescere. Le difficoltà del mondo possono contribuire ad accelerare la crescita spirituale e a fortificare la mente e personalmente io sono contento del mio destino. Sono stato ispirato a prendere il Buddhadharma seriamente e ho avuto l’opportunità di applicarmi duramente per metterlo in pratica. Non posso lamentare. Tuttavia, la grave situazione del mio popolo, dei 6 milioni di tibetani che guardano a me affinché io li aiuti, è qualcosa di diverso. Non posso dimenticare le loro grida. Come potrei pregare e recitare i voti del Bodhisattva per salvare tutti gli esseri dalla sofferenza ed alle cause della sofferenza e contemporaneamente non cercare con ogni mezzo di aiutare questo popolo che soffre e che è sotto ho la mia immediata responsabilità? Per questo motivo cerco sempre di fare ogni cosa possibile. S.S. il XIV Dalai Lama del Tibet
Torce umane in nome del Tibet, il Dalai Lama: “Genocidio culturale”
Secondo i tibetani in esilio, lo sconforto dei monaci suicidi potrebbe sfociare presto in una incontrollabile strage di massa, con centinaia di sacrifici.
Dieci monaci e una religiosa suicidi contro Pechino. La Cina vuole decidere chi sarà il successore di Gyatso. Ma i buddisti si oppongono. Da mesi i monasteri del Sichuan sono circondati e isolati dall´esercito cinese
Fonte: GIAMPAOLO VISETTI – la Repubblica 08 Novembre 2011.
PECHINO – Nell´indifferenza del mondo, il Tibet consuma la sua ultima tragedia. Monaci e suore dei monasteri buddisti, assediati dall´esercito cinese, non desistono dall´appiccarsi il fuoco per opporsi alla repressione di Pechino, che da marzo ha ripreso a svuotare i conventi fedeli al Dalai Lama. Dodici in poche settimane le vittime di sacrifici: un dramma senza precedenti nella storia della resistenza tibetana, sempre ispirata alla non violenza. «E´ in corso un genocidio culturale – ha denunciato ieri a Tokyo il Dalai Lama – ed è la Cina a essere responsabile delle immolazioni. Da quindici anni in Tibet la situazione è disperata e ai religiosi, per non cedere, ormai non resta che rinunciare alla vita». Sette monaci e una suora sono morti dopo essersi cosparsi di cherosene. Quattro i religiosi salvati in extremis, se pure devastati dalle ustioni. Venerdì gli ultimi due gesti disperati: una suora di 35 anni si è suicidata davanti al monastero di Aba, nel Sichuan, mentre a New Delhi un esule di 25 anni si è dato alle fiamme davanti all´ambasciata cinese in India. Otto morti solo in ottobre: tra i tibetani cresce la disperazione per l´oppressione cinese e il senso di abbandono da parte dell´Occidente, politicamente paralizzato dalla propria crisi economica e dalla crescita del potere globale della Cina. Read the rest of this entry »
L’ultimo giorno del Dalai Lama in Giappone
Sua Santità il Dalai Lama: "I miei scopi principali sono la promozione dei valori umani e l'armonia religiosa".
Sua Santità il Dalai Lama in una conferenza stampa nell’ultimo giorno della sua visita in Giappone il 07.11.11 ha dichiarato:” Gli esseri umani sono esseri intelligenti in grado di dare un contributo positivo alla società, ma questa intelligenza deve essere guidata dalla giusta motivazione basata sull’etica ed i valori morali. Questo non ha nulla a che fare con la religione. Fondandosi sui valori umani e l’etica, la nostra intelligenza potrebbe essere diretta a rendere questo pianeta un posto migliore in cui vivere. Come cittadino di questo mondo, mi piacerebbe lavorare per la promozione dei valori umani. In secondo luogo, come un monaco buddista, sto lavorando per la promozione dell’armonia religiosa . Tutte le principali religioni del mondo, nonostante alcune differenze filosofiche, predicano lo stesso messaggio di amore, compassione, perdono e stare insieme. Read the rest of this entry »
Appello di Amnesty e HRW a Hu Jintao
Alla luce dei ripetuti casi di immolazione dei monaci tibetani, Amnesty International e Human Rights Watch hanno inviato al presidente cinese Hu Jintao una lettera appello in cui le due organizzazioni chiedono tra l’altro alla Cina di riflettere sulle cause che delle drammatiche proteste, fornire notizie sui luoghi di detenzione delle persone arrestate e ridurre la presenza militare attorno ai monasteri di Kirti e Nyitso.
Index: ASA 17/046/2011 – Ref.: TG ASA 17/2011.002, November 3, 2011
Open Letter to the President of the People’s Republic of China on self-immolations in Tibetan populated areas of Sichuan Province Read the rest of this entry »
Dalai Lama: il “genocidio culturale” dei tibetani provoca le autoimmolazioni
Sua Santità il Dalai Lama: “Noi condividiamo in pieno i principi della non-violenza”.
Dura accusa del Dalai Lama contro la Cina, quale causa dei disperati suicidi dei religiosi tibetani. Intanto in Cina 10mila tibetani sfidano la polizia e commemorano la religiosa bruciatasi la scorsa settimana.
Dal Giappone, il Dalai Lama ha dichiarato oggi nel corso di una conferenza stampa che le auto immolazioni dei monaci tibetani sono la conseguenza delle disperate condizioni del popolo tibetano causate dai rigidi controlli di polizia e dal “genocidio culturale” attuato da Pechino. “E’ in atto una sorta di genocidio culturale”, ha denunciato il Dalai Lama, facendo riferimento alle notizie uscite dal Tibet e alle testimonianze di chi lo ha recentemente visitato. “Questa è la causa delle auto immolazioni, conseguenza di una situazione disperata”. Read the rest of this entry »
L’11° immolazione in Tibet
La monaca Palden Choesang, 35 anni, del monastero di Darkar Choeling, a Twu nel Sichuan si è data fuoco gridando “Tibet libero” e “Lunga vita al Dalai Lama” ed è morta per le ustioni.
Un tibetano si dà fuoco a Delhi davanti all’ambasciata cinese e ieri una monaca si era auto-immolata per protestare contro la repressione del governo cinese e per chiedere il ritorno del Dalai Lama. Ieri una monaca tibetana si è data fuoco per protestare contro l’oppressione cinese. Palden Choetso, o Choesang, 35 anni, del monastero di Darkar Choeling, a Twu (cinese Daofu) nella provincial del Sichuan si è data fuoco gridando “Tibet libero”, e “Lunga vita al Dalai Lama”. La monaca è morta in seguito alle ustioni. E’ l’undicesima auto-immolazione dell’anno di monaci e monache in seguito alla repressione più dura da parte degli occupanti cinesi. Sherab TseDor, un tibetano, ha cercato di darsi fuoco oggi a Delhi di fronte all’ambasciata cinese in segno di protesta contro la repressione scatenata nei confronti dei tibetani, che ha provocato undici auto-immolazioni di monaci e suore, l’ultima ieri. E’ stato ricoverato con ustioni sul 10 per cento del corpo. Un comunicato afferma che “vista la disperazione e l’impossibilità di agire, 11 tibetani fra cui due monache si sono auto-immolati dal marzo di quest’anno. Read the rest of this entry »
Torce umane in Tibet: commozione alla manifestazione di Roma
Ieri, mercoledì 2 novembre, si è svolta a Roma davanti alla sede del parlamento, a Montecitorio, la manifestazione “Torce Umane in Tibet”, a sostegno della causa tibetana e a ricordo dei martiri immolatisi per la libertà del loro paese. La manifestazione è stata congiuntamente organizzata dall’Associazione Italia-Tibet e dalla Comunità Tibetana in Italia.
Dalle ore 15.00 sono arrivati a Piazza Montecitorio tibetani, simpatizzanti ed esponenti delle associazioni che hanno aderito alla manifestazione. Davanti all’obelisco sono state dispiegati due enormi drappi realizzati con 60 bandiere tibetane cucite assieme a ricordare gli anni dell’occupazione. Allo stesso tempo si è dato luogo alla performance, di respiro internazionale, “Chalk Tibet”, “il Tibet disegnato con il gesso”, consistente nella raffigurazione sul terreno di sagome di corpi senza vita accanto si quali sono state posti cartelli, fiori e candele accese a ricordare i 10 martiri che si sono immolati col fuoco per protestare contro l’occupazione cinese. Read the rest of this entry »