Tibet: Mecacci. Oltre 30 deputati presentano interpellanza urgente assedio monastero di Kirti.
Dichiarazione di Matteo Mecacci, deputato radicale-pd e presidente dell’intergruppo parlamentare sul Tibet.
Il 23 maggio 2011, 38 deputati dei gruppi parlamentari radicali – Pd, Pd, Pdl, Udc, Fli, Misto hanno presentato al Ministro degli affari esteri un’interpellanza urgente sulla grave situazione, in cui si trova dallo scorso 19 marzo il monastero di Kirti situato nella regione sudoccidentale del Sichuan all’interno della Repubblica popolare cinese. Read the rest of this entry »
Meditazione: ottima pratica anti-invecchiamento
E’ sempre impressionante scoprire le potenzialità della mente , così, ogni volta che la scienza le osserva, ne rimane sbalordita. Appartengono a studi degli scorsi anni le tesi secondo cui praticare la meditazione può prevenire alcuni disturbi di salute comuni come le malattie cardiache e la depressione , e così il 2011 si apre con una nuova scoperta: potrebbe avere effetto anche sulla longevità .
Ad ipotizzarlo sono i ricercatori della University of California di Davis, i quali hanno confrontato un gruppo di 30 persone che frequentavano corsi di meditazione in ritiro presso il Centro Shambhala Mountain in Colorado, con un gruppo di controllo che non ha partecipato al ritiro, ma che erano in lista di attesa. Nei “meditatori”, che hanno trascorso sei ore al giorno per tre mesi a respirare ed effettuare le altre pratiche in armonia con il mondo sono stati trovati livelli di circa il 30% superiori di un enzima chiamato telomerasi , rispetto a coloro che non erano andati in ritiro. Read the rest of this entry »
Yoga e meditazione possono disattivare i geni dello stress
I numerosi studi, molti dei quali a lungo termine, hanno evidenziato come il benessere che deriva dallo yoga non sia esclusivamente un fatto mentale, ma dipenda dalla disattivazione di alcuni geni , proprio come ci spiega il dottor Herbert Benson , presidente emerito del Benson-Henry Institute for Mind-Body Medicine al Massachusetts General Hospital e professore associato di medicina all’ Harvard Medical School. Per proteggerci dall’accumulo di energia negativa e disattivare i geni coinvolti nello stress , il dottor Benson consiglia pertanto venti minuti di rilassamento e meditazione ogni giorno.
Il benessere non è soltanto nella testa. Abbiamo scoperto che quando si evoca una risposta di rilassatezza gli stessi geni che sono attivati e disattivati dallo stress , vengono coinvolti nel processo e “spenti”.
La mente riesce a disattivare e ad attivare i geni e non è affatto separata dal corpo. La mente riesce a disattivare e ad attivare i geni e non è affatto separata dal corpo.
Genomic Counter-Stress Changes Induced by the Relaxation Response Jeffery A. Dusek 1 ,2 ,3 ,6 # , Hasan H. Otu 3 ,4 # , Ann L. Wohlhueter 1 , Manoj Bhasin 3 ,4 , Luiz F. Zerbini 3 ,4 , Marie G. Joseph 4 , Herbert Benson 1 ,3 ,5 * , Towia A. Libermann 3 ,4 *
1 Benson-Henry Institute for Mind Body Medicine at Massachusetts General Hospital, Chestnut Hill, Massachusetts, United States of America, 2 Department of Psychiatry, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts, United States of America, 3 Department of Medicine, Division of Interdisciplinary Medicine and Biotechnology, Beth Israel Deaconess Medical Center, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts, United States of America, 4 BIDMC Genomics Center, Beth Israel Deaconess Medical Center, Boston, Massachusetts, United States of America, 5 Department of Medicine, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts, United States of America, 6 Institute for Health and Healing, Abbott Northwestern Hospital, Minneapolis, Minnesota, United States of America Read the rest of this entry »
La meditazione riduce il dolore come i farmaci
La meditazione funziona meglio degli antidolorifici.
Una ricerca del Wake Forest Baptist Medical Center Meditation, diretta dal dottor Fadel Zeidan e pubblicata sul “Journal of Neuroscience” evidenzia che l’attenzione focalizzata disciplina il cervello, riducendo il dolore percepito.La mente comanda il corpo: quando si prova dolore , essa può ridurne l’intensità, in modo simile ai farmaci analgesici. La mente comanda il corpo: quando il secondo prova dolore, essa può ridurne l’intensità, in modo simile ai farmaci analgesici. L’esperienza soggettiva del proprio ambiente è data da interazioni fra processi sensoriali, cognitive e affettive. Per secoli, la meditazione è stata pensata per influenzare i processi tale da consentire una rappresentazione non valutativa di eventi sensoriali.
Altro che analgesici: quando il dolore è troppo forte basta un’ora di meditazione. La capacità di concentrare la propria mente e liberarla dai pensieri negativi, infatti, avrebbe il potere di ridurre l’intensità del dolore fino al 40%. Non solo, abbasserebbe del 57% anche quella sensazione spiacevole che segue la sofferenza. Queste “certezze” sono il punto d’arrivo di uno studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience , secondo il quale la meditazione batte i farmaci perché è in grado di influenzare l’attività delle aree cerebrali che controllano lo stimolo doloroso, regolandone il grado di intensità. In altre parole, dicono i ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem (Usa), la meditazione ha il potere di “assopire” la corteccia somatosensoriale e di “svegliare” il cingolo anteriore, l’insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. Questa azione “combinata” sulle aree che governano la percezione del dolore ha un potere analgesico. Read the rest of this entry »
Il Tai Chi aiuta i cardiopatici
Tai Chi, antica pratica cinese aiuta i malati di insufficienza cardiaca
Il Tai-Chi , quel movimento lento e meditativo che arriva dall’Oriente, potrebbe essere un’attività fisica adatta a quei pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca . A rivelare l’effetto benefico di quest’antica disciplina orientale è una ricerca del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston coordinata dalla dottoressa Gloria Yeh su un campione di 100 pazienti che soffrono di scompenso cardiaco . Lo studio ha coinvolto un centinaio di pazienti diviso in due gruppi. Il primo ha seguito lezioni di Tai Chi per un’ora al giorno con frequenza bisettimanale, per un totale di tre mesi.
Il secondo gruppo ha invece seguito, con la stessa frequenza e durata, delle lezioni condotte da un’infermiera dal tema “educazione alla salute”.
Così in tre mesi di lezioni di tai-chi non si sono riscontrati significativi miglioramenti dei parametri che misurano la funzionalità cardiaca e il livello di ossigenazione ma, ha spiegato la Yeh, il Tai Chi ha avuto un importante impatto nell’umore e nella qualità della vita dei pazienti. Read the rest of this entry »
L’efficacia della meditazione contro la depressione
Sulla scorta di questo studio che vi riferiamo, il dottor Levitan e colleghi ritengono che, almeno in alcuni casi, la meditazione possa costituire alternativa ai farmaci nella gestione della depressione.
Nella cura della depressione, spesso la prima opzione dei medici è la prescrizione di psicofarmaci affiancati da terapia psicologica. Tuttavia, l’uso di sostanze chimiche può non essere indispensabile: queste possono essere sostituite da pratiche di meditazione. Lo ipotizza una ricerca del Centre for Addiction and Mental Health (Canada), diretta dal dottor Robert Levitan e pubblicata su “Archives of General Psychiatry”.
In base ai risultati presentati a dicembre negli “Archives of General Psychiatry”, la terapia basata sulla Mindfulness è risultata avere effetti simili ai farmaci antidepressivi di mantenimento per la prevenzione delle ricadute nei pazienti trattati con successo per la depressione .
Come introduzione all’articolo, gli autori scrivono “Le ricadute e la ricomparsa dei sintomi dopo un percorso di cura del disturbo depressivo maggiore sono eventi comuni e scoraggianti che hanno come conseguenza una serie di costi a livello personale, familiare e sociale” .
Il metodo standard per la prevenzione delle ricadute è una terapia di mantenimento con farmaci antidepressivi . Questa modalità risulta essere funzionale nella misura in cui i pazienti assumono i loro farmaci, ma almeno il 40 per cento di loro non lo fanno. “Un’alternativa alla terapia a lungo termine con antidepressivi, in particolar modo quelle che hanno come obiettivo il miglioramento dell’umore in un contesto di benessere generale, può destare interesse nei pazienti diffidenti rispetto alla terapia farmacologica prolungata”. Read the rest of this entry »
La polizia “sequestra” un altro monaco di Kirti
Il funerale di Phuntsok, monaco di Kirti, si è dato fuoco in protesta contro l’occupazione cinese.
La polizia “sequestra” un altro monaco di Kirti, resisteva all’indottrinamento; di Nirmala Carvalho (AsiaNews) . Si ignora dove è stato portato. Da oltre un mese la polizia occupa il monastero e costringe i monaci alla “rieducazione patriottica”, portando via chi si oppone. Gatsetsang Lobsang Choephel, giovane monaco del monastero di Kirti (contea di Ngaba nel Sichuan tibetano), è stato arrestato il 19 maggio per essersi rifiutato di sottomettersi agli ordini della polizia cinese. Il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia ha denunciato che il religioso è stato portato via per destinazione “ignota”. Da oltre un mese le autorità cinesi hanno “sequestrato” l’intero monastero e sottopongono i monaci a un vero “lavaggio del cervello”, deportano chi si oppone.
Dopo che il 16 marzo Phuntsok, monaco di Kirti, si è dato fuoco in protesta contro l’occupazione cinese, polizia ed esercito hanno preso il pieno controllo del monastero. Dapprima lo hanno circondato per giorni, impedendo a chiunque di entrare o uscire. Poi vi hanno fatto irruzione, nonostante l’opposizione della popolazione locale che ha cercato di opporsi. Due anziani tibetani sono morti per le percosse subite.
Per assicurare “l’ordine e la stabilità”, le autorità hanno imposto ai monaci incontri di “rieducazione patriottica”. Chi si rifiuta di seguirli o di dichiararsi fedele alla “patria cinese”, è arrestato e portato via. Read the rest of this entry »
La seconda assemblea generale tibetana.
Si sono conclusi ieri i lavori della seconda Assemblea Generale Tibetana convocata dal Parlamento in Esilio per presentare e discutere i necessari emendamenti da apportare alla costituzione tibetana dopo l’annuncio del Dalai Lama – lo scorso 10 marzo – di voler rinunciare al suo ruolo di guida politica. L’incontro, iniziato il 21 maggio e in un primo tempo destinato a chiudersi il 23, è stato prolungato di un giorno per consentire a tutti i partecipanti di esprimere il proprio punto di vista su ogni singolo emendamento.
I 418 delegati provenienti da vari paesi, divisi in dieci gruppi di lavoro, sono stati chiamati a discutere la bozza presentata dal Comitato per gli Emendamenti alla Carta Costituzionale presieduto dal Primo Ministro uscente, prof. Samdhong Rinpoche. Nel suo discorso inaugurale, Samdhong Rinpoche ha tra l’altro affermato la necessità che i cambiamenti alla carta costituzionale assicurino la continuità dei legami storici e karmici tra il Dalai Lama e il popolo tibetano e salvaguardino la legittimità a governare dell’Amministrazione Centrale Tibetana ai cui rappresentanti eletti saranno devoluti i poteri. Ha inoltre sottolineato l’importanza che l’Amministrazione Centrale Tibetana sia riconosciuta a livello internazionale e possa stabilire e mantenere contatti con i governi di tutto il mondo. Read the rest of this entry »
Lobsang Sangay: Sfiderò l’oppressione e le ingiustizie
Lobsang Sangay, il nuovo Kalon Tripa del Tibet in esilio.
Lobsang Sangay: Sfiderò l’oppressione e le ingiustizie, cercando il dialogo con Pechino; di Nirmala Carvalho. Il nuovo primo ministro (Kalon Tripa) del governo tibetano in esilio, parla delle sfide che è pronto a raccogliere e del suo ingresso nella politica.
Dharamsala (AsiaNews) – Affrontare e sfidare l’oppressione e le ingiustizie, sempre tenendo aperto il dialogo con la controparte: così il nuovo premier del governo tibetano in esilio vuole lavorare per risolvere la questione tibetana. Per Lobsang Sangay, il nuovo Kalon Tripa, dare sostegno alla causa e al popolo del Tibet è “un onore e un privilegio”. La questione tibetana diviene “predominante” a livello internazionale, ora che India e Cina stanno per affermarsi in maniera definitiva come le due future superpotenze mondiali. Professore universitario di legge all’università di Harvard, Lobsang Sangay, 43 anni, è stato eletto democraticamente lo scorso 20 marzo. Il nuovo primo ministro ha rilevato tutte le funzioni politiche che da secoli sono prerogativa del Dalai Lama. Il XIV “Oceano di saggezza” aveva annunciato la rinuncia ai poteri temporali il 10 marzo scorso. Intanto, Pechino definisce il nuovo premier “illegittimo” e dichiara di non avere alcuna intenzione di trattare con lui o con il suo esecutivo. Read the rest of this entry »
Samdhong Rinpoche: Il Partito comunista cinese ha paura di libertà religiosa e democrazia.
Samdhong Rinpoche: “La campagna di repressione del Tibet continua senza sosta. Sono 60 anni che massacrano la regione, ma noi speriamo che un giorno il nostro spirito possa tornare libero”.
Parla l’ex primo ministro del governo tibetano in esilio, Samdhong Rinpoche: “Le offese continue e ripetitive della Cina nei confronti del Dalai Lama e del nostro sistema politico dimostrano il terrore che Pechino prova nei confronti della democrazia”. Dharmasala (di Nirmala Carvalho, AsiaNews) – La democrazia e la libertà religiosa “sono le minacce maggiori per la sopravvivenza stessa del Partito comunista cinese. Ecco perché i leader cinesi continuano ad offendere il Tibet, il suo nuovo primo ministro e il Dalai Lama: hanno paura”. Lo dice ad AsiaNews l’ex primo ministro del governo tibetano in esilio, Samdhong Rinpoche, che aggiunge: “Parlano del ‘successore’ del Dalai Lama come se potessero sceglierlo. Ma non lo faranno”. L’ex leader dell’esecutivo tibetano è stato rimpiazzato alcune settimane fa da Lobsang Sangay, eletto in maniera democratica dalla diaspora tibetana dopo che il Dalai Lama ha ufficializzato il suo ritiro dalla vita politica e lanciato il processo di democratizzazione del governo, con sede a Dharamsala sin dalla cacciata dal Tibet avvenuta nel 1959. Rinpoche risponde alle accuse mosse da Padma Choling, presidente della Regione autonoma tibetana (l’organismo politico controllato da Pechino che “guida” le politiche del Tibet), secondo cui “il nostro è il solo organo politico per i tibetani. Nessuno al mondo riconosce il governo in esilio”. Il politico, burattino del governo cinese, ha aggiunto: “I colloqui con il Dalai Lama possono ripartire subito, ma deve smetterla di brigare per l’indipendenza. Dice di aver scelto un successore, ma a cosa succede? E da chi prende il potere?”. Per Rinpoche, “queste sono frasi che ripetono da anni e che non meritano neanche una risposta. Non mi sorprende nulla, anche perché Choling deve leggere i testi che gli passa Pechino e semplicemente obbedire ai suoi ordini. Tuttavia, queste frasi dimostrano come la campagna di repressione del Tibet ordinata dai comunisti continua senza sosta. Sono 60 anni che massacrano la regione, ma noi speriamo che un giorno il nostro spirito possa tornare libero”.
Per quanto riguarda la successione al Dalai Lama, l’ex premier dice: “Tutti i tibetani pregano affinché il nostro leader religioso abbia una lunghissima vita, in buona salute. Tuttavia, quando fra molti anni il suo viaggio terreno sarà completato, noi avremo un XV Dalai Lama: e soltanto lui potrà succedere all’attuale”.
Terminato lo sciopero della fame dei tre membri del TYC
Lady Ashton, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Sicurezza, ha per la prima volta pubblicamente manifestato la sua preoccupazione per la situazione creatasi a Ngaba e al monastero di Kirti.
Dopo venticinque giorni di digiuno, i tre membri del Tibetan Youth Congress in sciopero della fame a New Delhi hanno posto fine alla loro protesta e sono stati ricoverati all’ospedale (nella foto mentre parlano con i giornalisti prima del ricovero). Il TYC ha fatto sapere di aver maturato questa decisione alla luce delle pressanti richieste formulate da molti gruppi sia all’interno del Tibet sia nella diaspora, da numerose personalità e, in modo particolare, dalle assicurazioni ricevute da rappresentanti dell’Unione Europea.
Nella prima mattina i tre giovani hanno ricevuto la visita di una delegazione dell’Unione Europea e di rappresentanti di diverse ambasciate che hanno chiesto ai digiunatori di porre fine allo sciopero della fame per non compromettere ulteriormente le loro condizioni di salute. La delegazione dell’Unione Europea, guidata dalla signora Anne Vaughier Chatterjee, era latrice di una lettera firmata da numerosi parlamentari in cui si davano ai tre digiunatori ampie rassicurazioni circa la disponibilità da parte dell’Europa di dare seguito alle loro richieste.
“Noi, membri del Parlamento Europeo”, – si legge tra l’altro nella lettera – “siamo totalmente impegnati nella difesa dei diritti umani nel mondo, comprendiamo le vostre richieste e appoggiamo la vostra pacifica battaglia contro l’oppressione del governo cinese”. “Ribadiamo il nostro impegno a dare alla questione del Tibet un’importanza prioritaria nella nostra agenda”. “Riteniamo inoltre importante l’ingresso in Tibet, assieme ad un gruppo di giornalisti indipendenti, di una delegazione dell’Unione Europea”. Read the rest of this entry »
Karmapa Lama: “Non sono una spia, la Cina massacra il Tibet”
Trinley Thaye Dorje, XVII Karmapa
Trinley Thaye Dorje, XVII Karmapa Lama Il capo del lignaggio del diamante, terzo nella gerarchia del buddismo tibetano, si difende dalle accuse che gli sono state mosse da Pechino e ricorda: “Sono fuggito dal Tibet perché mi sarebbe stato impossibile vivere la mia religione”. Un ringraziamento all’India, “seconda casa dei tibetani”, che sta salvando la cultura e la religione tibetana e un appello: “Salvate la nostra religione dal massacro dei comunisti”. Dharamsala (AsiaNews) – Il Karmapa Lama “non è una spia di Pechino” e le accuse in questo senso “non hanno fondamento”. La sua fuga dal Tibet va collegata “alla mancanza di libertà religiosa nella regione imposta da Pechino”, che avrebbe impedito al giovane leader buddista di completare la sua istruzione spirituale. È il senso del messaggio che lo stesso Karmapa Lama ha inviato al mondo subito dopo la conclusione dell’inchiesta che lo ha visto protagonista.
Alla fine di gennaio, infatti, le autorità indiane sono entrate nel monastero di Gyuto, residenza ufficiale del lama: qui hanno sequestrato valuta indiana e straniera per circa 560mila euro. Il denaro era nascosto in sei valige nella stanza di Shakti Lama, che è il braccio destro del 17esimo Karmapa, noto come il “Lama dal Cappello Nero” e visto come uno dei probabili candidati alla guida dei tibetani dopo la morte del Dalai Lama. Questo raid ha fatto nascere delle enormi speculazioni sul suo ruolo e alcune persone lo hanno accusato di lavorare per la Cina. Ecco la sua auto-difesa.
Da qualche tempo, sono apparsi molti interventi sui media che riguardano il nome e l’istituzione del Karmapa Lama. Non ho risposto a questi interventi perché non volevo aizzare una inutile controversia pubblica durante la fase critica delle indagini. Tuttavia, è arrivato il momento di parlare con molta chiarezza a coloro che ancora nutrono qualche dubbio. Fatemi quindi sottolineare in maniera categorica alcuni punti. Read the rest of this entry »
Pechino: no al dialogo con il nuovo primo ministro tibetano
Pechino ha categoricamente escluso ogni possibilità di dialogo con il nuovo Primo Ministro del Governo in Esilio dichiarando la propria eventuale disponibilità a incontrare solamente i rappresentati personali del Dalai Lama per discutere del futuro del leader spirituale tibetano.
Questa netta presa di posizione è stata resa nota il 13 maggio attraverso il sito web China’s Tibet che ha pubblicato l’intervista rilasciata da Zhu Weiqun, un vice ministro del Dipartimento del Fronte Unito per il Lavoro, all’indomani della dichiarazione di Lobsang Sangay che, in un incontro con la stampa, si era dichiarato pronto a incontrare le autorità cinesi “in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”. Read the rest of this entry »
“Ricominciare a vivere”, lo scopo degli ex detenuti politici tibetani
Lukar Jam ha passato diversi anni in una galera cinese per aver fatto parte di un’organizzazione contraria alle atrocità di Pechino nella regione
“Ricominciare a vivere”, lo scopo degli ex detenuti politici tibetani
Lukar Jam ha passato diversi anni in una galera cinese per aver fatto parte di un’organizzazione contraria alle atrocità di Pechino nella regione. Fuggito in India, ha fondato una Ong che aiuta gli ex carcerati come lui con lezioni di inglese, computer e avviamento professionale: “Così torniamo a vivere”.
Dharamsala (AsiaNews) – Nonostante siano passati quattordici anni da quando è stato rilasciato, Lukar Jam sa ancora recitare tutte le regole imposte ai prigionieri tibetani chiusi nella prigione cinese di Pinang: “Venivamo picchiati tutti i giorni durante la recita di queste regole, che ovviamente doveva avvenire in lingua cinese”. Dei suoi anni in galera gli è rimasta anche una grossa cicatrice sul costato ma soprattutto la voglia di aiutare chi, come lui, è riuscito a scappare in India dopo la prigionia. Oggi è a capo di una Ong con sede a Dharamsala che aiuta gli esuli della diaspora tibetana.
La polizia cinese lo ha fermato una mattina di febbraio del 1992 quando, da Lhasa, era in viaggio per Thengri: “Non mi hanno detto nulla. Soltanto che sapevano chi ero e cosa stessi facendo. Si riferivano alla Dokham Shunu Shithup, un gruppo formato da me e altri cinque amici che protestava contro le atrocità commesse dalla Cina in Tibet. All’epoca ero molto giovane, ma sapevo cosa volevo: maggiore libertà per il mio popolo”.
Più istruito della media dei tibetani residenti nella regione – dove la Cina impone un’educazione in lingua han e non permette che si tramandino lingua e cultura locali – viene arrestato e condannato a cinque anni di prigionia. Uscito di galera, però, riesce a fuggire e a raggiungere Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio e residenza forzata del Dalai Lama, che Pechino costrinse all’esilio dopo l’invasione del 1949.
Oggi la sua esperienza giovanile lo ha portato a fondare insieme ad altri esuli la Go Chu Sum, Organizzazione non politica che sostiene gli ex prigionieri politici che riescono a raggiungere l’India. Lo scopo è quello di fornire un’istruzione di base a chi è stato chiuso in galera: lezioni di inglese, computer e avviamento professionale per formare cittadini validi e utili a loro stessi e alla comunità. Read the rest of this entry »
Delhi: Lobsang Sangay incontra i tre membri del TYC in sciopero della fame
Il nuovo primo ministro del Governo Tibetano in Esilio, Lobsang Sangay
Il nuovo primo ministro del Governo Tibetano in Esilio, Lobsang Sangay, ha reso visita ai tre attivisti tibetani del Tibetan Youth Congress in sciopero della fame a tempo indeterminato per protestare contro la repressione cinese in atto nel monastero di Kirti. Con il loro drammatico gesto, giunto ormai al 18° giorno, i digiunatori chiedono che la Cina ritiri le sue milizie da Kirti, liberi tutti i prigionieri politici e che sia consentito a una delegazione del TYC di recarsi in Tibet per verificare in loco le condizioni dei prigionieri politici. “Sono qui per mostrare ai digiunatori la mia solidarietà, per ringraziarli a nome del popolo tibetano e per esprimere loro la nostra vicinanza” – ha dichiarato ai reporter Lobsang Sangay nel corso di una conferenza stampa indetta dopo l’incontro. “Li conosco da molto tempo e sono a conoscenza del loro il loro impegno e della dedizione alla causa della nostra comunità”. “Stanno rischiando le loro vite per protestare contro l’occupazione del Tibet e, in particolare, contro la tragedia che si sta consumando a Kirti”. Ha inoltre fatto sapere di aver chiesto ai tre digiunatori, ai quali non è ancora arrivata alcuna risposta dalle autorità cinesi, di porre fine allo sciopero della fame. Il Tibetan Youth Congress, di cui Lobsang Sangay è stato tra i dirigenti nel periodo dei suoi studi a New Delhi, denuncia la grave situazione venutasi a creare al monastero dove 2.500 monaci devono quotidianamente sopravvivere con scarse razioni di cibo. Denuncia inoltre l’arresto di oltre 300 monaci, trasferiti in località ignota, e di 44 laici. In data odierna è stata divulgata la notizia dell’arresto di un altro monaco, il ventunenne Lobsang Rinchen. “Sappiamo cosa dovranno affrontare molti dei monaci arrestati” – ha dichiarato il nuovo primo ministro -, molti potrebbero subire la tortura e soffriranno terribilmente”. “I tibetani, siano essi dentro o fuori il Tibet, appartengono tutti alla stessa famiglia, siamo stati separati con la forza, non è stata una nostra scelta, e proviamo grande dolore per i nostri fratelli in Tibet”. Lobsang Sangay, ha dichiarato di non aver avuto finora alcuna comunicazione diretta con le autorità cinesi, ma – ha aggiunto – “da parte nostra siamo pronti a negoziare con la Cina in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”. Read the rest of this entry »
Kirti, 2 monaci buddisti condannati a 3 anni di carcere
un momento di una precedente protesta pacifica, in India, contro l’assedio a Kirti
Da settimane la polizia assedia il monastero, impedisce di entrare e di uscire, ha deportato 300 monaci e costringe gli altri alla “rieducazione patriottica”. I tibetani in esilio in India protestano contro questo assedio e chiedono un intervento della comunità internazionale.
Dharamsala (di Nirmala Carvalho, AsiaNews) – I monaci Lobsang Dhargye e Kunchok Tsultrim del monastero di Kirti, contea di Ngaba in Tibet, sono stati condannati a 3 anni di carcere. Prosegue la durissima repressione cinese contro il monastero, da un mese assediato dalla polizia.
La condanna è del 2 maggio, ma è stata denunciata ieri dal Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia (Tchrd). Lobsang, 31 anni, è stato arrestato durante le proteste anticinesi del 2008, tenuto in carcere per 5 mesi e poi rimandato presso il villaggio natale nella contea di Ngaba, sotto continua sorveglianza della polizia. L’11 aprile scorso la polizia ha fatto irruzione nel monastero di Kirti e lo ha portato via. Read the rest of this entry »
Arrestato un funzionario tibetano
Il digiuno ad oltranza per protesta dei tibetani a Delhi.
Un funzionario tibetano di Thangjuk (Contea di Dzakhog, Tibet orientale) è stato arrestato il 1°maggio per aver scritto su fogli di compensato slogan inneggianti alla libertà del Tibet e di augurio di lunga vita al Dalai Lama. Si tratta del trentaquattrenne Lobsang Palden, sovraintendente alla costruzione di uno stupa nella sua cittadina. All’interno e nelle vicinanze della sua abitazione, perquisita dalla polizia, è stato trovato materiale definito “separatista”. Palden è stato immediatamente tratto in arresto e sembra che la sua famiglia non ne sia ancora stata informata. Le autorità cinesi hanno inoltre fatto sapere che è in corso la ricerca di tre giovani tibetani fuggiti dopo aver dato vita a una manifestazione di protesta con affissione di volantini in cui si chiedeva l’indipendenza del Tibet. Read the rest of this entry »
La polizia cinese brucia i libri tibetani
Il funerale di Phuntsok, il monaco di Kirti morto dopo essersi dato fuoco per protesta contro l’occupazione cinese.
Le autorità cinesi della Contea di Barkham hanno confiscato e dato alle fiamme i testi scolastici in lingua tibetana e qualsiasi altro materiale stampato non autorizzato dal governo. Agli studenti della locale scuola superiore è stato fatto sapere che non è loro consentito il possesso di libri privi dell’ufficiale imprimatur governativo. Gli studenti del liceo di Barkham avevano iniziato il 17 marzo scorso uno sciopero della fame in segno di solidarietà con Phuntsok, il monaco di Kirti morto dopo essersi dato fuoco per protesta contro l’occupazione cinese. Da allora erano stati praticamente reclusi all’interno dell’istituto scolastico, senza alcuna possibilità di comunicare con il mondo esterno. Ai numerosi studenti della Contea di Ngaba iscritti al liceo di Barkham è stato vietato, a tempo indeterminato, il ritorno a casa e saranno quindi trattenuti a Barkham anche in occasione delle imminenti vacanze estive. A Ngaba, il monastero di Kirti è sempre strettamente controllato dalle forze di sicurezza cinesi: polizia e personale militare, in abiti civili, presidiano il monastero e, dalle colline circostanti, spiano i movimenti della popolazione. Parte dei dormitori dei monaci sono stati sequestrati dalle autorità cinesi e fungono ora da alloggio per i graduati dell’esercito e della polizia. Read the rest of this entry »
Kirti: nuovi arresti.
Checkpoint a Ngaba 19 aprile 2011
Le autorità cinesi della Contea di Ngaba hanno arrestato altri cinque monaci del monastero di Kirti dove, dal 12 aprile, un team di funzionari governativi sta sottoponendo i religiosi a sessioni di rieducazione patriottica. Gli ultimi quattro arresti sono stati effettuati il 28 aprile. Un quinto monaco, Tsering Damdul, era stato arrestato qualche giorno prima sotto l’accusa di aver fatto parte del gruppo di religiosi che lo scorso 16 marzo aveva cercato di portare all’interno del monastero, sottraendolo agli agenti di polizia, il corpo di Phuntsok, il monaco che si era dato fuoco in segno di protesta. Non si conosce il luogo della loro detenzione né quello in cui sono stati trasferiti i trecento monaci prelevati dal monastero la notte tra il 21e il 22 aprile. Si è appreso che, il 29 aprile, i genitori e i parenti di alcuni dei monaci arrestati – specificatamente di quelli originari del villaggio di Khangsarma, nella Contea di Chikdril – hanno tentato di raggiungere Ngaba per chiedere alle autorità locali la liberazione dei loro congiunti arbitrariamente arrestati. Mentre viaggiavano alla volta di Ngaba distribuiti su una ventina di auto, sono stati fermati dalle forze di sicurezza, accorse su dieci grossi veicoli militari, a cinque chilometri dalla sede dell’ufficio governativo di Ngaba e consegnati all’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Chikdril. Read the rest of this entry »