Le congratulazioni a Lobsang Sangye. Pechino: “Non lo riconosciamo”.
il nuovo Primo Ministro del governo tibetano in esilio, Lobsang Sangay
Messaggi di congratulazione per la sua elezione a nuovo Kalon Tripa del Governo Tibetano in Esilio sono state espresse al dott. Lobsang Sangye dai Gruppi di Sostegno al Tibet nel mondo, da Organizzazioni non Governative tibetane e internazionali e dal Primo Ministro uscente prof. Samdhong Rinpoche. Anche l’Associazione Italia-Tibet ha inviato al nuovo capo dell’esecutivo tibetano un proprio messaggio di felicitazioni. “L’attuale cambio di leadership avviene in un significativo momento di transizione all’interno dell’assetto politico nell’esilio”, ha dichiarato Samdhong Rinpoche a nome del Kashag. “La nomina di un nuovo Kalon Tripa giovane, colto, onesto e determinato è per noi motivo di grande speranza”. La commissione elettorale ha annunciato anche i nomi dei 47 nuovi eletti al Parlamento Tibetano. La cerimonia d’inaugurazione del nuovo Parlamento è stata fissata per il prossimo 15 agosto 2011: il mandato del governo in carica scadrà, infatti, il prossimo 14 agosto. Read the rest of this entry »
Tibet, eletto il nuovo premier del governo in esilio
Lobsang Sangay, 43 anni, docente a Harvard, il nuovo premier del governo in esilio che succede al Dalai Lama.
LOBSANG SANGYE ELETTO NUOVO PRIMO MINISTRO DEL GOVERNO TIBETANO IN ESILIO –
Dharamsala, 27 aprile 2011 . La commissione elettorale del Parlamento Tibetano in Esilio ha reso noti oggi i risultati delle votazioni – tenutesi lo scorso 20 marzo – per l’elezione del nuovo Primo Ministro tibetano e di quindici Parlamentari. Lo spoglio delle schede ha confermato le previsioni ed ha sancito la vittoria del dottor Lobsang Sangye che succederà a Samdhong Rinpoche nella carica di Kalon Tripa. Sul totale dei 49.184 tibetani votanti in tutto il mondo, Lobsang Sangye ha ottenuto 27.051 preferenze (circa il 59%). Gli altri due candidati alla carica di Primo Ministro, Tenzin Namgyal Tethong e Tashi Wangdi, hanno rispettivamente ottenuto 18.405 voti (il 37.42%) e 3.173 voti (il 6.45%).
Nel suo messaggio di ringraziamento, il nuovo Primo Ministro, il terzo direttamente eletto dai tibetani dal 2001 dopo i due mandati consecutivi del prof. Samdhong Rinpoche, ha dichiarato: “Accetto con profonda umiltà la volontà del popolo tibetano e la carica di Kalon Tripa: è incredibile rendersi conto che quasi 50.000 persone in oltre trenta paesi si sono recati alle urne”. “Voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno espresso il loro voto perché la loro partecipazione rafforza la democrazia. Chiedo a tutti i tibetani e agli amici del Tibet di unirsi a me nell’operare per quella che è la nostra causa comune: alleviare le sofferenze dei tibetani nel Tibet occupato e fare in modo che il Dalai Lama possa tornare al Palazzo del Potala, la residenza cui ha diritto”. Read the rest of this entry »
il Panchen Lama rapito: è ancora vivo?
Gedhun Choekyi Nyima, 11ma reincarnazione del Panchen Lama
Gedhun Choekyi Nyima, 11ma reincarnazione del Panchen Lama, è stato rapito dalla polizia nel maggio 1995 e da allora è scomparso, ora avrebbe 22 anni, se è ancora vivo. Inutili le sollecitazioni mondiali per avere almeno sue notizie. Intanto la polizia cinese invade il monastero Kirti, arresta i monaci, uccide chi si oppone. Gedhun Choekyi Nyima, 11° Panchen Lama del Tibet, il 25 aprile ha compiuto 22 anni, 16 dei quali vissuti da detenuto insieme alla sua famiglia. Gedhun, nato il 25 aprile 1989, il 15 maggio 1995 è stato riconosciuto dal Dalai Lama come reincarnazione del 10° Panchen Lama. La polizia cinese lo ha rapito 3 giorni dopo, insieme alla sua famiglia. Aveva 6 anni, da allora manca ogni loro notizia e si ignora persino se siano vivi. Nel marzo 2010 Padma Choling (Pena Thinley), governatore del Tibet nominato da Pechino, ha detto ai giornalisti che “Gedhun Choekyi Nyima e la sua famiglia vivono una buona vita, come normali cittadini del Tibet”, peraltro senza fornire indicazioni o prove. Il Panchen Lama è la seconda autorità dopo il Dalai Lama e alla morte di quest’ultimo, dovrebbe essere propio il Panchen a riconoscere la sua nuova reincarnazione. Pechino, dopo avere rapito Gedhun, ha nominato un proprio Panchen Lama, Gyaincain Norbu, che di recente è anche entrato in politica. I tibetani non lo hanno mai riconosciuto. Lo scorso 8 aprile il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite su Sparizioni Involontarie e Forzate, in un documento ha ricordato la recente ondata di “sparizioni” coatte avvenuta in Cina, a danno di dissidenti e attivisti per i diritti umani, e ha pure ricordato la “sparizione forzata” di Gedhun, notando che “sebbene le autorità cinesi ammettono di averlo portato via, esse hanno sempre rifiutato di dare qualsiasi informazione su di lui o su dove sia”. “Diverse istituzioni, tra cui il Comitato Onu contro la Tortura, quello sui Diritti del Bambino e soprattutto lo Speciale Relatore sulla Libertà Religiosa e di Fede, hanno chiesto di sapere dove fosse tenuto, senza esito”. Read the rest of this entry »
Messaggio del Dalai Lama per la morte di Sai Baba
Il guru indiano Sathya Sai Baba, considerato da milioni di fedeli una divinità vivente.
Messaggio di Sua Santità il Dalai Lama per la morte di Sai Baba
Sua Santità il Dalai Lama ha espresso al popolo indiano il proprio cordoglio per la morte di Sai Baba, il leader spirituale considerato un dio vivente e riverito da milioni di seguaci in India e in tutto il modo. “La sua scomparsa mi addolora” – ha scritto il Dalai Lama – “Le mie condoglianze e preghiere vanno ai suoi seguaci, devoti e simpatizzanti”. In ospedale dal 28 marzo, per problemi respiratori, Sai Baba è spirato alle 7.40 ora indiane (4.10 in Italia) domenica 25 aprile, all’età di 85 anni, per complicazioni cardiache. Le donne che vendevano ghirlande di calendula fuori dall’ashram, nel villaggio di Puttaparthy, nello stato indiano meridionale di Andhra Pradesh, sono scoppiate in lacrime. Sathya Sai Baba, considerato da milioni di fedeli una divinità vivente, aveva milioni di seguaci, con ashram (comunità spirituali) in più 126 Paesi in tutto il mondo.
Preghiere per la lunga vita di Lama Zopa Rinpoche
il ven. Lama Zopa Rinpoche in ospedale: con grande difficoltà raccoglie le mani nel mudra della prostrazione durante la pratica di vasta offerta. Photograph by Holly Ansett
Cari amici,
in Australia a Bendigo, dove stava dando insegnamenti, Lama Zopa Rinpoche è stato colto da un ictus causato da una trombosi, al momento è ricoverato in ospedale dove lo staff medico sta monitorando la situazione.
Il malore ha causato la perdita temporanea della mobilità nella parte destra del corpo inclusa la lingua, quindi Rinpoche ha difficoltà a parlare e a deglutire e comunica tramite un iPad.
Il Dalai Lama è stato informato della situazione ed i Lama del monastero di Kopan stanno facendo puje per Rinpoche.
Il ven Roger che ha dato la notizia fa sapere che, nonostante le serie condizioni di salute, Rinpoche non ha perso il buon umore e continua a fare le sue preghiere rivolto a un altare allestito nella camera dell’ospedale. Le condizioni di Lama Zopa Rinpoche sono in miglioramento: ha già iniziato le sessioni di fisioterapia di riabilitazione motoria e di logopedia per riabilitazione del linguaggio. I medici ed il personale sanitario è rimasto stupito dai sorrisi di Rinpoche e dai primi progressi che ha dimostrato già nella prima sessione di riabilitazione. Seguiamo tutti insieme la salute di Rinpoche, vedi http://feeds.feedburner.com/RinpochesHealth-UpdatesAndPractices dove, oltre agli aggiornamenti potete vedere anche dei suoi filmati girati nella sua stanza in ospedale http://www.youtube.com/watch?v=k9mX1wprIFw e http://www.youtube.com/watch?v=baixwZYmpRw . Tutti i centri sono stati invitati a pregare insieme per la salute di Rinpoche e, in particolare, a organizzare Puje estese al Buddha della Medicina e recitazioni del mantra delle divinità di lunga vita (Tara Bianca e Buddha Amitayus).
Il nostro Centro si unisce alle preghiere di tutti gli studenti ed amici di Rinpoche, in particolare con una Puja al Buddha della Medicina, siete invitati a partecipare, anche da lontano: è molto importante che tutti facciamo delle preghiere per Rinpoche.
Due anziani tibetani ammazzati dalla polizia a Ngaba
Il 21 aprile, due anziani tibetani, un uomo di 60 anni, Dongko e una donna di 65 anni, Sherkyi, sono morti a causa delle percosse ricevute dalla polizia cinese mentre cercavano di impedire che trecento monaci del monastero di Kirti fossero forzatamente fatti salire su automezzi con destinazione ignota. Testimoni oculari hanno raccontato che i laici accorsi in difesa dei religiosi presentavano fratture multiple alle gambe e alle braccia e che “a un’anziana donna con una gamba rotta in tre punti era stata infilata in bocca della stoffa per impedirle di urlare”. Dopo violenti scontri tra le forze di sicurezza e i residenti, la mattina del 22 aprile la polizia ha fatto irruzione nel monastero. Trecento monaci sono stati evacuati e portati via a bordo di camion e pullman. Decine gli arrestati tra la popolazione locale, solo i più anziani sono stati rilasciati il giorno successivo. Read the rest of this entry »
His Holiness speaks to Chinese students in Rochester
Rochester, Minnesota, USA, 22 April, 2012 – This morning His Holiness left the city of Long Beach for Rochester, Minnesota. Gaden Shartse Abbot Jamyang Choeden, Geshe Lobsang Tsultrim, Managing Director, and staff of Gaden Shartse Thubten Dhargye Ling saw him off at the airport.
On his arrival in Rochester, several hundred members of the Tibetan community (Tibetan American Foundation of Minnesota) had gathered to welcome him. His Holiness went around greeting them and advised them to remain at ease. His Holiness was received by officials and doctors of Mayo Clinic and thereafter went to address a gathering of more than a 100 Chinese students and scholars studying in in Minnesota, including from St. Olaf College; University of Minnesota; Macalester College; Carleton College; Normandale College; Mayo High School; Winona State University; and Southwest High School.
His Holiness the Dalai Lama addresses a gathering of Chinese scholars and students in Rochester, Minnesota, on April 22, 2012. Photo/Shenphen Sangpo
His Holiness began by talking about everyone of them being the same human being from the one blue planet. He said if we have such a mindset then we will not see any need to involve in cheating, etc. His Holiness said Han and Tibetans have sufficient reason to fight. Historically, he said for the past 1000 years or so Tibetan and Chinese emperors specially have had a close relationship, including marital ties. He said the ties have sometimes been happy ones and at other times problematic.
He said throughout the world things are changing referring to how the European Union has evolved. In the Tibetan case, the Tibetans have a distinct identity, including our own language and written script, which is closer to the Indian Devnagri script, he said. We must, however, think of the reality, he said. Read the rest of this entry »
L’assedio di Kirti e il nuovo premier tibetano
di Piero Verni (da: “Il Riformista” del 21 aprile 2011)
“Armoniose”, così ieri un portavoce del ministro degli esteri di Pechino ha definito le relazioni tra i circa duemila monaci del monastero buddista di Kirti e le forze di polizia cinesi che da settimane lo stringono d’assedio. In realtà la situazione è tutt’altro che “armoniosa”. L’intera contea di Nagba, oggi parte della regione dello Sichuan ieri della provincia tibetana dell’Amdo, dove si trova Kirti Gonpa è teatro di numerose manifestazioni dopo che lo scorso 16 marzo un giovane monaco di nome Puntsok si è dato fuoco per protesta contro l’occupazione cinese del Tibet per morire il giorno seguente. Read the rest of this entry »
È iniziata la repressione al monastero di Kirti
Il monastero di Kirti strettamente presidiato dalla polizia in assetto antisommossa il 24 marzo 2010.
Le autorità cinesi della Contea di Ngaba hanno sottoposto i monaci del monastero di Kirti a dure sessioni di rieducazione patriottica. Fonti tibetane hanno fatto riferito che sabato 16 aprile sono arrivati a Kirti dalle Contee di Ngaba e di Dzorge molti funzionari governativi che, per diverse ore, hanno interrogato i monaci sulla loro lealtà e fede nel Partito. Ha partecipato al forzato raduno il locale capo del Dipartimento del Fronte Unito per il Lavoro che, con aria minacciosa, ha detto ai monaci: “La chiusura o la distruzione del monastero è nelle vostre mani, dipende dal vostro comportamento”. Ha aggiunto che i religiosi rei di aver dato notizia al mondo esterno delle proteste avvenute sarebbero stati puniti. “A causa delle vostre illegali attività” – ha affermato – “dal 2008 ogni comunità della Contea di Ngaba non ha avuto pace e le vostre proteste hanno vanificato la sicurezza dell’intera regione”. La stessa fonte ha fatto sapere che il giorno seguente, 17 aprile, al termine della nuova sessione di interrogatori, il capo del Dipartimento del Fronte Unito per il Lavoro si è dichiarato insoddisfatto delle risposte ricevute e del comportamento dei monaci e ha fatto sapere che, per questa ragione, il gruppo di lavoro si sarebbe trattenuto ulteriormente nel monastero per proseguire nell’opera di rieducazione. Alle otto di sera è stato imposto il coprifuoco e ai monaci è stato vietato di uscire dai dormitori, impresa peraltro difficile oltre che estremamente rischiosa a causa della presenza di un altissimo numero di guardie. Si parla di almeno 800 tra militari e polizia. Il monastero – riferiscono le fonti tibetane – è, di fatto, “una prigione piena di monaci”, con scarso cibo e nessuna assistenza medica. Read the rest of this entry »
Un Tibet senza il Dalai Lama
UN TIBET SENZA IL DALAI LAMA di Carlo Buldrini.
Articolo apparso su Il Foglio del 13 aprile 2011.
Le elezioni si sono svolte il 20 marzo ma sarà solo il prossimo 27 aprile che si saprà chi, tra i tre candidati Lobsang Sangay, Tenzin Namgyal Tethong e Tashi Wangdi, sarà stato eletto per i prossimi cinque anni “kalon tripa” (primo ministro) del Governo tibetano in esilio. Sarà lui a ereditare, dopo 369 anni, il potere politico che fu già dei Dalai Lama. Read the rest of this entry »
Appello di S.S. il Dalai Lama sulla situazione esplosiva al monastero di Kirti
Dimostrazioni e barricate a Ngaba nel 2008.
La situazione attuale esistente al monastero di Kirti a Ngaba, nel nordest del Tibet è molto triste a causa della situazione di stallo tra le forze militari cinesi e tibetani. Il monastero, gli alloggi di circa 2.500 monaci, tutto è completamente circondato dalle forze armate cinesi, che ad un certo punto hanno impedito pure di far entrare nel complesso monastico gli alimenti vitali ed altre forniture. I tibetani locali, temendo che questo assedio al monastero di Kirti sia un preludio su grande scala alla detenzione dei monaci, hanno circondato i soldati, bloccando il monastero ed hanno affollato le strade in modo d’evitare che camion cinesi e veicoli possano entrare o uscire da Kirti. Il blocco cinese al monastero di Kirti è iniziato il 16 marzo 2011, quando un giovane monaco tibetano del monastero si è tragicamente dato fuoco per ricordare il terzo anniversario delle pacifiche proteste che hanno scosso il Tibet nel 2008. Invece di spegnere le fiamme, la polizia ha percosso il giovane monaco, il che è stata una delle cause della sua tragica morte. Questo atto ha creato un’enorme risentimento tra i monaci, che ha portato a questo blocco massiccio del monastero di Kirti. Read the rest of this entry »
S.S. Dalai Lama offre all’Irlanda la sua gioiosa saggezza
Richard Moore regge con Sua Santità il Dalai Lama la fiamma di Santa Brigida mentre viene accolto il 13 aprile 2011 dai bambini delle scuole di Kildare in Irlanda. Foto / Tenzin Taklha / OHHDL
Sua Santità il Dalai Lama è arrivato nella Repubblica d’Irlanda per iniziare una visita di due giorni che lo vedrà incontrare e indirizzo migliaia di persone in occasione di eventi a Dublino, Kildare e Limerick.
Il 75enne leader del Tibet in esilio, fuggito dal Tibet nel 1959 dopo una fallita rivolta contro il dominio cinese, è stato invitato in Irlanda dall’amico Richard Moore, fondatore dei Figli nella Carità Crossfire. Richard Moore è stato accecato da una pallottola di gomma a Derry, all’età di 10, fece amicizia con il soldato inglese che gli ha sparato. Il Dalai Lama, che descrive il signor Moore come il suo eroe, stringeva le mani calorosamente durante tutta la manifestazione pubblica. “Non c’è nessuno su questo pianeta che avrebbero ispirato più gente, credo, di Sua Santità”, ha detto Moore.Il Dalai Lama ha fatto tre visite nell’Irlanda del Nord nel 2000, 2005 e 2007, ma ora si sta concentrando sulla Repubblica d’Irlanda. Read the rest of this entry »
Sale la tensione al monastero di Kirti assediato
Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha reso noto che, in seguito all’aumentata presenza di forze di sicurezza e truppe paramilitari cinesi, nella Prefettura Autonoma di Ngaba (nella foto una veduta della zona) e attorno al monastero di Kirti la tensione è altissima. La situazione è precipitata dopo la morte di Phuntsok, il monaco che il 16 marzo 2011 si è dato fuoco in segno di protesta contro la repressione cinese del 2008. Da quel giorno, le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza in tutta la zona e hanno circondato il monastero di Kirti, al quale il giovane monaco apparteneva. Il 9 aprile, sono arrivati sul posto 800 agenti di polizia e hanno completamente circondato l’istituto religioso mettendo di conseguenza a rischio, per mancanza di approvvigionamenti alimentari, la vita dei 2.500 monaci residenti. Read the rest of this entry »
Samdhong Rinpoche: “preoccupati e spaventati” per i monaci assediati a Kirti
Fuori dal monastero la polizia cinese attacca i fedeli e lancia contro di loro cani addestrati. Si teme una nuova rivolta di massa, come quella del 16 marzo 2008.
Il monastero di Kirti (Ngaba) è ancora sotto assedio della polizia cinese. Parlando ad AsiaNews , Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo tibetano in esilio, si dice “preoccupato e spaventato” per le vite degli oltre duemila monaci chiusi dentro. A nessuno è permesso entrare né uscire. Ieri la polizia ha attaccato i fedeli tibetani e lanciato sulla folla cani addestrati. Diverse persone sono state morse. I monaci hanno cercato di uscire per aiutare i loro difensori, ma sono stati bloccati da recinzioni di filo spinato e guardie armate. “Stiamo cercando in ogni modo di far arrivare un messaggio all’interno del monastero – spiega – per dire loro di non opporre resistenza, perché la vita umana è preziosa e le misure repressive della Repubblica popolare cinese sono brutali. Ma finora purtroppo non ci siamo riusciti”. “Il governo cinese – aggiunge Rimpoche – considera la religione un nemico e una minaccia al proprio potere. Così vogliono reprimere le istituzioni religiose, per frenare i loro insegnamenti. Read the rest of this entry »
Monastero assediato dai cinesi a Ngaba: 2500 monaci rischiamo la morte per fame
A Gaba in Tibet la situazione è drammatica: il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (Tchrd) ha fatto appello alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite affinché intervengano per fermare questa grossolana violazione dei diritti umani, e gli arresti e detenzioni arbitrarie, e ripristinare la libertà di movimento.
Il monastero è quello del giovane monaco Phuntsok, auto-immolatosi il 16 marzo per ricordare le vittime del 2008 della repressione cinese a Ngaba. I monaci non possono né entrare né uscire, e gli agenti impediscono i rifornimenti alimentari. Un appello alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale da parte del Tibetan Centre for Human Rights and Democracy.
La polizia cinese sta assediando il monastero di Ngaba Kirti, in Tibet, e 2500 monaci rischiano la fame. Il monastero di Kirti è quello da cui è partito il monaco Phuntsok che si è auto-immolato il 16 marzo 2011 in coincidenza con il terzo anniversario della rivolta del 2008 ( 17/03/2011 Giovane monaco tibetano si dà fuoco in ricordo dei morti del marzo 2008 ) . Secondo le ultime informazioni locali, le forze di sicurezza cinesi hanno completamente circondato il monastero, e il 9 aprile circa altri 800 agenti armati sono stati fatti arrivare per rendere totale l’accerchiamento.
Gli spostamenti dei monaci sono totalmente bloccati, e a nessuno è permesso di entrare o di uscire. Delle falle nello sbarramento di filo spinato, nella parte nord del monastero, sono state chiuse con mura di cemento. Le autorità impediscono ai fedeli tibetani dei dintorni di portare offerte di cibo ai monaci, che non possono uscire per procurarsi da mangiare. Se la situazione non cambia, fonti locali affermano che di fronte alla prospettiva di una morte per fame dei monaci vi sarà una rivolta di massa, che potrebbe avere l’esito letale di quella del 16 marzo 2008. I lama e i funzionari del monastero sono riusciti finora a mantenere la pace consigliando ai monaci di restare calmi, a dispetto della repressione crescente.
Subito dopo l’auto-immolazione di Phuntsok, e la solidarietà mostrata verso di lui dai confratelli, le autorità hanno preso misure drastiche per mettere sotto controllo il monastero. Dall’inizio di aprile gli agenti hanno cominciato a pattugliare il terreno, e hanno impedito ai monaci anziani di compiere il percorso intorno al monastero (kora); hanno costruito posti di osservazione e hanno innalzato piattaforme di guardia. Oltre 33 persone sono state arrestate, di cui 22 (otto monaci e 16 laici) sono ancora detenuti. Il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (Tchrd) ha fatto appello alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite affinché intervengano per fermare questa grossolana violazione dei diritti umani, e gli arresti e detenzioni arbitrarie, e ripristinare la libertà di movimento. (N.C.) (AsiaNews)
Kathmandu ignora l’Unione Europea: nessun diritto per i tibetani in esilio
Monaci tibetani caricati dalla polizia in Nepal. L’Ue ha invitato le autorità nepalesi ad astenersi da arresti preventivi e restrizioni su manifestazioni e libertà di parola
In un comunicato il Parlamento europeo aveva chiesto di assicurare libere elezioni ai rifugiati tibetani. Per rispettare gli accordi economici con Pechino le autorità nepalesi si rifiutano.
Il governo nepalese ignora la richiesta dell’Unione Europea (Ue) di assicurare il diritto di voto ai rifugiati tibetani in esilio. Lo scorso 7 aprile Strasburgo ha rilasciato un comunicato, dopo che la Francia ha chiesto a Kathmandu di resistere alle pressioni cinesi e rispettare il diritto del popolo tibetano a eleggere il nuovo governo in esilio. Tuttavia, le autorità nepalesi credono che concedere alla comunità tibetana il diritto di voto e le libere manifestazioni sia una violazione degli accordi economici con la Cina. Gli esuli tibetani in Nepal sono oltre 20mila, giunti dopo l’invasione di Lhasa del 1951 e l’esilio del Dalai Lama in India (1959). Le autorità di polizia stanno arrestando e torturando i rifugiati per impedire loro di votare per il nuovo governo in esilio. Read the rest of this entry »
È morto il monaco tibetano torturato dalla polizia cinese
Il monaco tibetano Jamyang Jinpa morto recentemente a seguito delle percosse e torture dalla polizia cinese. Il 9 aprile 2008 aveva denunciato a un gruppo di giornalisti stranieri, in Tibet la soppressione dei diritti umani e della libertà religiosa.
Il monaco tibetano Jamyang Jinpa che era stato duramente picchiato e torturato dalla polizia cinese per il suo ruolo nella pacifica manifestazione di protesta avvenuta nel monastero di Labrang Tashikyil, nel nord-est del Tibet, nel 2008, è morto in seguito alle ferite e alle conseguenze di quelle percosse. Lo riferisce il governo tibetano in esilio, spiegando che la morte è avvenuta lo scorso 3 aprile ma se ne è avuta notizia solo ieri.
Jamyang Jinpa, 37 anni, era stato tra quei monaci del monastero di Labrang Tashikhyil, che il 9 aprile 2008 aveva parlato apertamente a un gruppo di giornalisti stranieri, in Tibet su invito delle autorità cinesi, della soppressione dei diritti umani e della libertà religiosa, sfidando le forze di sicurezza. Dopo la loro protesta in quel giorno, quasi tutti i monaci andarono a nascondersi per sfuggire alla repressione. Jinpa fu tra i pochi a scegliere di rimanere nel monastero.
La polizia cinese da allora ha fatto ripetutamente irruzione nella sua stanza, torturandolo brutalmente fino a ridurlo quasi in punto di morte. Gli ha rotto le mani e le gambe, picchiandolo di continuo per oltre dieci giorni, per poi affidarlo alla sua famiglia. Read the rest of this entry »
Il modernismo del Dalai Lama
Il modernismo del Dalai Lama e il conservatorismo strategico di Lobsang Sangay
Contro ogni aspettativa iniziale , la proposta di ritiro dalla vita politica presentata dal Dalai Lama Tenzin Gyatso ha ottenuto il consenso da parte del Parlamento esule tibetano . La richiesta, avanzata circa due settimane fa in concomitanza con l’anniversario dell’inizio dell’esilio, aveva colto molti osservatori di sorpresa, malgrado il Dalai Lama avesse manifestato a più riprese la sua volontà di allontanarsi dal potere temporale.
La situazione che si era venuta a creare aveva prodotto una stasi ai limiti del paradossale : nell’anno delle proteste dei gelsomini e delle pressioni popolari per l’avanzamento dei processi di democratizzazione in Medio Oriente, la massima autorità religiosa e temporale tradizionale tibetana, giunta a 75 anni e al potere da secoli attraverso il sistema di reincarnazione, sembrava non riuscisse ad ottenere l’autorizzazione della comunità tibetana per abbandonare il potere politico. Read the rest of this entry »
Continuano i trasferimenti di nomadi in Tibet
I nomadi, sradicati dai loro pascoli e ghettizzati alla periferia di piccole città o lungo alcune arterie di comunicazione, non hanno lavoro e mezzi di sussistenza. Molti si danno al bere o al gioco d’azzardo e la loro condizione è decisamente peggiorata.
Nonostante le dure critiche e le innumerevoli prese di posizione da parte delle Nazioni Unite e di importanti organizzazioni internazionali, le autorità cinesi della provincia del Qinghai – l’antica provincia tibetana dell’Amdo – continuano a portare avanti il processo di trasferimento e urbanizzazione dei nomadi tibetani. Il 27 marzo , il Vicegovernatore della Provincia, Den Bengtai, ha reso noto che nell’anno in corso saranno costruite 25.000 nuove abitazioni. Nel riportare la notizia, l’agenzia di stato Xinhua ha precisato che il governo provinciale spenderà quasi sei miliardi di yuan (quasi 923 milioni di dollari americani) per l’attuazione del progetto quinquennale che, iniziato nel 2009, prevede il trasferimento di 134.000 famiglie nomadi in “abitazioni sicure e confortevoli”. Den Bengtai ha detto che 46.000 alloggi sono già stati completati e che altri 4.000 sono attualmente in fase di costruzione. Le autorità cinesi, contro ogni evidenza, hanno ripetutamente affermato che il trasferimento dei nomadi è attuato allo scopo di migliorare le loro condizioni di vita e di preservare l’integrità e la fertilità dei pascoli. In realtà, i nomadi, ghettizzati alla periferia di piccole città o lungo alcune arterie di comunicazione, non hanno lavoro e mezzi di sussistenza. Molti si danno al bere o al gioco d’azzardo e la loro condizione è decisamente peggiorata. In questo avvilente contesto, le autorità della Regione Autonoma Tibetana hanno festeggiato, il 28 marzo, la giornata di commemorazione dell’emancipazione di un milione di servi della gleba tibetani, festività istituita nel 2009. Gli abitanti di tutte le etnie in Tibet hanno contemporaneamente tenuto la cerimonia d’alzabandiera. Il segretario del comitato municipale del Partito Comunista Cinese di Lhasa, Qin Yizhi, ha spiegato che mezzo secolo fa la riforma democratica ha eliminato il sistema feudale dei servi della gleba più buio, crudele e arretrato, scrivendo una pagina luminosa nella storia mondiale dei diritti umani.