I benefici della meditazione camminata
Ajhan Thanavaro in meditazione - Friuli 1991
I benefici della meditazione camminata
Ai nostri ritiri di meditazione gli yogi praticano la consapevolezza in quattro differenti posture. Essi praticano la consapevolezza quando siedono, quando camminano, quando stanno in piedi e quando sono sdraiati. Essi devono mantenere viva la loro consapevolezza sempre e in qualsiasi posizione stiano. La principale postura per la meditazione di consapevolezza, comunque,è quella seduta con le gambe incrociate,ma dato che il corpo umano tollera con difficoltà questa posizione per molte ore consecutive, abbiamo periodi di meditazione camminata che si alternano ai periodi di meditazione seduta. Siccome la meditazione camminata è molto importante, vorrei parlarvi dei suoi significati, della sua natura e dei benefici derivanti dalla sua pratica. La pratica della meditazione consapevolezza può essere paragonata all’acqua che bolle. Se si vuole bollire dell’acqua, bisogna mettere l’acqua in una pentola, mettere la pentola sulla stufa e, infine, accendere il fuoco. Ma se il fuoco viene spento ,anche per un solo istante,il processo di riscaldamento dell’acqua si arresta,anche se più tardi il fuoco viene riacceso. Se continuiamo ad accendere e spegnere il fuoco l’acqua non bollirà mai. Nello stesso modo, se ci sono interruzioni tra i momenti di consapevolezza, è come se ogni volta si perdesse lo slancio, e in questa maniera è ottenere la molto difficile concentrazione. Questo è il motivo per cui gli yogi, ai nostri ritiri, sono istruiti a praticare la consapevolezza per tutto Il tempo in cui sono svegli, dal momento del risveglio a quello in cui giunge il sonno, di conseguenza la meditazione camminata è parte integrante del continuo processo di accumulo della consapevolezza. Purtroppo, ho sentito persone criticare la meditazione camminata, affermando il fatto che essa non porta alcun beneficio. Ma è proprio il Buddha che per primo parlò della meditazione Camminata. Read the rest of this entry »
La meditazione cambia la struttura del cervello
Due mesi di meditazione «cambiano» davvero il cervello
La meditazione fa bene allo spirito, ma produce anche un effetto sinora ignorato: se praticata con continuità, è in grado di cambiare la struttura del cervello, in alcune sue aree, nell’arco di otto settimane. Lo hanno scoperto i ricercatori del Massachusetts General Hospital e lo studio è pubblicata sulla rivista Psychiatry Research. I ricercatori hanno osservato infatti in un campione di soggetti che avevano partecipato ad un training di meditazione della durata di 8 settimane, cambiamenti nelle aree cerebrali associate alla memoria, al senso di sè, all’empatia e allo stress. Si tratta del primo studio che documenti i cambiamenti prodotti nel tempo dalla meditazione sulla materia grigia cerebrale. ‘ Read the rest of this entry »
I neuroni della spiritualità
Scoperti
i neuroni della spiritualità
Uno studio italiano è riuscito a individuare le aree del cervello il cui funzionamento potrebbe spiegare la tendenza alla spiritualità e l’attitudine dell’uomo a superare i confini spazio-temporali del corpo. Approfondimenti: L’arte della consapevolezza La mente infinita . La capacità di immergersi nella meditazione, fino al punto di pensare di essere in un altro mondo e non rendersi conto del tempo che passa, la disponibilità a sacrificarsi per un ideale, la sensazione di far parte di un tutto, la fede nel trascendente e nelle esperienze extrasensoriali: tutti questi comportamenti e queste esperienze hanno la origine a livello cerebrale, ma lo studio empirico del loro substrato neuronale è sempre stato problematico. Read the rest of this entry »
Il Dalai Lama al 50° dell’Associazione medica e astrologica tibetana
Sua Santità il Dalai Lama inaugura la mostra che illustra i 50 anni d’evoluzione dell'istituto, dichiarando: “Bisogna evitare di compiacersi nei risultati, al punto che quest’atteggiamento diventi il principale ostacolo al progresso futuro. Dal punto di vista buddista, il pensiero d’aver raggiunto così tanto e d’essere sostenuti dai vostri successi è d’ostacolo ad ulteriori progressi”.
Il leader tibetano in esilio Sua Santità il Dalai Lama il 24 marzo ’11 ha dichiarato che il sistema della medicina tradizionale tibetana deve evolvere con la ricerca di progetti volti a migliorare la qualità di quell’antico sistema terapeutico. Il 75enne leader del popolo tibetano parlava in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione dell’Associazione medica e astrologica tibetana Men Tze Khang, Istituto fondato in esilio il 23 marzo 1961. Lodando l’Istituto della medicina tibetana in esilio per i suoi successi, Sua Santità il Dalai Lama ha aggiunto che comunque l’Istituto deve continuare a lavorare ancor più per garantire maggiori traguardi nel campo della antica tradizione tibetana di guarigione, aggiungendo: “Bisogna evitare di compiacersi nei risultati, al punto che quest’atteggiamento diventi il principale ostacolo al progresso futuro. Dal punto di vista buddista, il pensiero di aver raggiunto così tanto e d’essere sostenuti dai vostri successi è d’ostacolo ad ulteriori progressi”. Read the rest of this entry »
Il Parlamento Tibetano accetta le dimissioni del Dalai Lama
Sua Santità il Dalai Lama 10.03.11: Fin dai primi anni ’60, ho incessantemente sostenuto che ai tibetani serve un leader, direttamente eletto, al quale devolvere il mio potere. È arrivato il momento di rendere effettivo questo passaggio.
Il Parlamento tibetano in esilio ha accettato ufficialmente la volontà del Dalai Lama di dimettersi da capo politico della comunità e ha deciso di modificare la Costituzione tibetana per introdurre gli emendamenti necessari alla devoluzione dei poteri del leader tibetano a un rappresentante eletto. Secondo quanto ha annunciato il primo ministro Samdong Rinpoche, “a breve sarà costituito un comitato per introdurre gli emendamenti”. Di questo comitato faranno parte membri sia del governo sia del Parlamento. I parlamentari tibetani si sono impegnati a trovare una soluzione al problema della transizione entro il mese di maggio, prima della scadenza del loro mandato e di quello del governo. Read the rest of this entry »
Yoga, la salvezza contro stress e depressione
Secondo un team di ricercatori di diverse università americane la disciplina orientale, che si è diffusa rapidamente anche in Europa, porterebbe benefici anche nella sfera psicologica, alleviando stress, ansia e depressione. Lo Yoga, disciplina orientale sempre più in voga negli ultimi anni, a quanto pare avrebbe grandi benefici oltre a livello fisico anche a livello mentale: alcuni ricercatori della Boston University School Medical College e del Columbia College of Physicians and Surgeons of Medicine di New York hanno infatti osservato come lo Yoga sia un ottimo rimedio contro l’ansia, lo stress, la depressione e perfino le malattie cardiache.
Secondo lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla versione online del Medical Hypotheses, questa disciplina potrebbe affiancare le medicine occidentali per combattere meglio lo stress, ritenuto la fonte sia di problemi menta li che fisici. Chris Streeter, professore associato di psichiatria del Boston Medical Center e principale autore dello studio ha spiegato che “La medicina occidentale e orientale si integrano l’un l’altra. Lo yoga è noto per migliorare gli squilibri del sistema nervoso dovuti allo stress. Questo documento fornisce una teoria, basata sulla neurofisiologia e la neuroanatomia, per capire come lo yoga aiuti i pazienti a sentirsi meglio e alleviare i sintomi di molte comuni malattie”. Read the rest of this entry »
I tibetani al voto per eleggere i nuovi leader
Migliaia di monaci tibetani in fila per esprimmere il loro volto per l'elezione del prossimo governo tibetano in esilio
In India e in tutto il mondo i tibetani si sono recati oggi alle urne per eleggere il nuovo Primo Ministro e i nuovi membri del loro Parlamento in esilio. A Dharamsala e nei suoi dintorni, migliaia di tibetani, inclusi monaci e monache, hanno fatto la coda davanti ai dieci seggi elettorali per esprimere il proprio voto. Queste elezioni sono ritenute di grande significato sia politico sia emotivo in quanto cadono proprio all’indomani della rinuncia del Dalai Lama alla guida politica del popolo tibetano, ritenuto leader indiscusso dalla stragrande maggioranza dei tibetani.
Tre i candidati, usciti vincitori dalle elezioni preliminari, che si contendono il titolo di Primo Ministro: il dottor Lobsang Sangay (43 anni), Tenzin Namgyal Tethong (62 anni) e il parlamentare uscente Tashi Wangdi (64 anni). Lobsang Sangay è il candidato che nelle elezioni preliminari ha ottenuto il maggior numero di preferenze con uno scarto di oltre 10.000 voti su Tenzin Namgyal Tethong, secondo nella graduatoria. Read the rest of this entry »
Il Dalai Lama fermo nella sua decisione
Sua Santità il Dalai Lama
Il Dalai Lama ha confermato la sua decisione di voler rinunciare al suo ruolo politico nonostante la risoluzione adottata venerdì 18 marzo dal Parlamento tibetano nella quale si chiede al leader tibetano di riconsiderare quanto annunciato nel discorso pronunciato il 10 marzo e reiterato nel messaggio inviato ai parlamentari il giorno 14 marzo.
Nella giornata di sabato, 19 marzo 2011, il Dalai Lama si è pubblicamente rivolto ai tibetani, dentro e fuori il Tibet, chiedendo loro di accettare la decisione presa e mirata a garantire alla politica tibetana una guida politica democratica in accordo con i tempi. Riaffermata la sua totale fedeltà alla linea della Via di Mezzo, ha affermato che la scelta non significa un suo totale allontanamento dalla causa del popolo tibetano né la fine dell’istituzione del Dalai Lama. Read the rest of this entry »
Il Parlamento tibetano in esilio non accetta le “dimissioni” del Dalai Lama
Il monaco tibetano Phuntsok, datosi fuoco il 16 marzo per protesta contro la repressione e l’occupazione cinese.
Ieri il parlamento ha invitato il Dalai Lama a ripensarci. Premier tibetano: è stato solo dato voce alla diffusa convinzione della popolazione. Ora la parola torna al Dalai Lama. In migliaia partecipano ieri alla cremazione del monaco Phuntsok, che si è dato fuoco il 16 marzo per protesta contro la repressione e l’occupazione cinese . Il Parlamento tibetano in esilio ieri ha chiesto quasi all’unanimità al Dalai Lama di riconsiderare la decisione di rinunciare al ruolo di capo politico dei tibetani. Samdhong Rinpoche, premier del governo in esilio, in un’intervista esclusiva ad AsiaNews spiega il significato della decisione.
Il Dalai Lama il 10 marzo ha annunciato la decisione di rinunciare al suo ruolo politico, volendo restare solo leader spirituale dei buddisti tibetani. Il 14 marzo ha sottoposta la questione al Parlamento in esilio, che deve fare un emendamento costituzionale per togliere il ruolo di leader politico al Dalai Lama e attribuire maggiori poteri al Parlamento stesso e al governo in esilio. Tra le ragioni della decisione del Dalai Lama, c’è la volontà di favorire il dialogo con Pechino, che lo accusa di essere un terrorista divisionista e rifiuta di parlare con lui, e la volontà che i leader siano scelti con votazioni democratiche. Rinpoche ha spiegato ad AsiaNews che la decisione del Parlamento sarà ora presentata al Dalai Lama. “Il Parlamento tibetano – dice – è attento alla volontà della popolazione e la popolazione non vuole perdere la leadership del Dalai Lama. La riteniamo davvero importante”. “La Questione Tibetana e il Dalai Lama sono diventati quasi sinonimi, e l’unico volto del movimento tibetano è il Dalai Lama, e ci vorrà davvero tanto tempo per costruire una nuova immagine o una nuova faccia. Io capisco che per ogni novità all’inizio ci sono molti ostacoli, ma il governo tibetano non accetterà la rinuncia del Dalai Lama”. Read the rest of this entry »
Un monaco tibetano si dà fuoco per protesta
PECHINO (Reuters) – Un monaco tibetano si è dato fuoco oggi nella Cina occidentale, innescando una protesta per le strade contro i controlli del governo nell’irrequieta regione cinese. Lo ha riferito oggi un gruppo per l’indipendenza del Tibet. Il gesto sembra essere una replica, seppur su scala minore, di quanto successo in Cina nel marzo del 2008, quando monaci buddisti e altri tibetani fedeli al Dalai Lama, il loro leader religioso tradizionale, si sono scontrati con forze di polizia e truppe dell’esercito. Phuntsog, questo il nome del 21enne che si è dato fuoco, era un monaco di Aba, parte della regione del Sichuan dove scoppiarono le rivolte contro il controllo cinese tre anni fa. Il monaco si è “immolato oggi in segno di protesta contro la repressione”, ha detto Kate Sanunders della Campagna Internazionale per il Tibet, un’organizzazione con sede a Londra. “Ha gridato alcuni slogan in favore della libertà quando ha compiuto il gesto”, ha detto Zorgy, ricercatore dell’organizzazione, che ha una sede anche nell’India settentrionale, dove vivono molti tibetani esiliati. Read the rest of this entry »
Il parlamento tibetano in esilio si oppone alla rinuncia del Dalai Lama
Sua Santità il XIV Dalai Lama
Il parlamento deve approvare un emendamento costituzionale che consenta al Dalai Lama di rinunciare al ruolo di capo politico. Ma nel parlamento prevalgono le voci contrarie. E’ problema decisivo anche per decidere la futura linea politica verso Pechino: richiesta di più autonomia o d’indipendenza. Il parlamento tibetano in esilio è incerto se accettare la rinuncia del Dalai Lama da capo politico dei tibetani. Ieri, in una sentita discussione in corso a Dharamsala (India), sede del governo tibetano in esilio, 11 dei 14 parlamentari intervenuti a parlare (su 43 membri) si sono detti contrari all’emendamento costituzionale necessario per consentire la rinuncia. Il parlamentare Ugen Topqyal ha affermato che “la popolazione tibetana non è d’accordo con la decisione di Sua Santità. Mi dimetterò se c’è una proposta di [approvare questo] cambiamento”. Read the rest of this entry »
I tibetani continuano a sperare
Nonostante la morsa di ferro, i tibetani non intendono piegarsi. A più riprese hanno fatto sentire il loro urlo.
La storia spesso riserva sorprese: dopo 52 anni di resistenza i tibetani continuano a sperare
di Francesco Pullia (Il Secolo d’Italia, 9 marzo 2011)
Sono ormai trascorsi ben cinquantadue anni da quando, il 10 marzo 1959, i tibetani si ribellarono apertamente alle gravi conseguenze dell’invasione del 1950 da parte della Cina comunista. La “rivolta di Lhasa”, così come viene ricordata, finì nel sangue. La repressione compiuta dall’esercito cinese fu durissima e segnò una tragica svolta. Il Dalai Lama, non ancora quattordicenne, fu costretto a seguire la via dell’esilio in India dove, dopo un viaggio spossante tra gli insidiosi valichi innevati, trovò ospitalità insieme ad oltre centomila profughi. Lì diede successivamente vita ad un governo democratico, con sede a Dharamsala, nell’Himachal Pradesh, nel Nord dell’India, con lo scopo di sostenere la lotta dei tibetani e la sopravvivenza al genocidio perpetrato da Pechino. Read the rest of this entry »
Il movimento tibetano non finirà dopo le dimissioni del Dalai Lama.
Sua Santità il Dalai Lama col Prof. Samdhong Rinpoche, capo del governo tibetano in esilio
Il Primo Ministro del governo tibetano in esilio Samdhong Rinpoche, ha dichiarato che il movimento teso ad ottenere dalla Cina una “vera autonomia” per il Tibet non scomparirà dopo che il Dalai Lama avrà trasferito la sua autorità ad un leader democraticamente eletto. Anche se la guida del Dalai Lama non può essere “sostituita” da chiunque, i tibetani devono trovare un modo per assumere la leadership politica del movimento, anche senza il suo intervento.
In un’icontro coi giornalisti il giorno dopo che il Dalai Lama ha annunciato le sue dimissioni, Samdhong Rinpoche ha ribadito che i tibetani “non ammorbidiranno né s’irrigidiranno” nella loro ricerca d’una “vera autonomia” come previsto nella Costituzione cinese. “La lotta dei tibetani continuerà finché ci sarà il popolo tibetano. In assenza di Sua Santità il Dalai Lama come capo politico, ci saranno difficoltà e battuta d’arresto. Ma il movimento non ha finirà né scomparirà”, ha ribadito in risposta alle domande sulla decisione del Dalai Lama di rinunciare al suo ruolo politico. Read the rest of this entry »
Il Dalai Lama prega per il Giappone colpito dal terremoto e tzunami
Dolore e lacrime per il disastro che ha prodotto migliaia di vittime ed immani distruzioni per il terremoto e lo tzunami in Giappone.
Sua Santità il Dalai Lama esprime tutta la sua solidarietà alle popolazioni colpite dal recente terremoto e tsunami in Giappone.
In una lettera del 12 marzo 2011 al Primo Ministro del Giappone Naoto Kan, Sua Santità il Dalai Lama ha espresso il suo dolore e solidarietà alla notizia del terremoto di ieri e del successivo tsunami in Giappone. Sua Santità ha offerto le sue preghiere per coloro che hanno perso la vita ed ha offerto la sua solidarietà e condoglianze alle famiglie ed alle popolazioni colpite. Ha ricordato che tutti dobbiamo essere grati al governo giapponese che le misure di prevenzione del disastro hanno impedito che il bilancio di morte e distruzione assumesse proporzioni ben peggiori. Inoltre, come monaco buddista che quotidianamente recita il Sutra del Cuore, Sua Santità ha ritenuto che sarebbe molto auspicabile che i buddisti giapponesi recitino il Sutra del Cuorein questa occasione, il che non solo può essere utile per coloro che hanno perso delle vite preziose, ma può anche aiutare a prevenire nuove catastrofi in futuro. Preghiere di recitazione del Sutra del Cuore per centomila volte sono stati organizzate a Dharamsala per questo scopo. fonte:
http://www.dalailama.com/news/post/656-his-holiness-the-dalai-lama-expresses-his-sadness-over-the-recent-earthquake-and-tsunami-in-japan , che si ringrazia.
Il Tibet raccontato ai ragazzi
Sua Santità il Dalai Lama dichiara tra l'altro di volersi ritirare dalla vita politica nel suo discorso alla comunità tibetana in esilio il 10 marzo 2011 in occasione dell'anniversario della rivolta nazioinale del Tibet contro l'occupazione cinese.
Quando si parla del Tibet bisogna pensare a un paese ampio quanto l’Europa occidentale, ma scarsamente abitato per la natura del territorio; il quale consiste nel vasto altipiano che si distende a nord dell’Himalaya, la catena montuosa più elevata del pianeta, avendo a est le fertili pianure della Cina e a nord ancora i deserti della Mongolia.
Si tratta dunque di una terra che si trova nel cuore dell’Asia, difficilmente accessibile e incombente sull’India, sulla Cina e sulle immense aree dell’Asia centrale. Tutti i grandi fiumi che bagnano l’India, la Cina e l’Indocina scendono dall’altopiano tibetano.
La natura di questa terra e la sua collocazione non potevano non condizionarne la storia. Fin dai tempi più antichi, le pianure fluviali dell’India e della Cina furono sedi di splendide civiltà. In particolare l’India generava una straordinaria cultura religiosa, in cui ogni esigenza dell’anima umana pareva trovar posto.
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Il ritiro del Dalai Lama, “atto d’amore per il Tibet”
Sua Santità il Dalai Lama ha ribadito l'intenzione di ritiraarsi dai suoi impegni politici.
Il leader del buddismo tibetano ha annunciato ieri che è pronto ad abbandonare la vita politica e ha lanciato un processo di democratizzazione per la diaspora in esilio in India. Per la Cina si tratta di “un trucco”, mentre ad AsiaNews Samdhong Rinpoche, Kalon Tripa (primo ministro) del governo tibetano in esilio spiega: “Lo ha deciso per tutti noi, ed è un atto di rinuncia che dà un esempio alla Cina e al mondo”.
“Ho visto il Dalai Lama proprio ieri, e l’ho trovato rilassato e soddisfatto. Era da molto tempo che ragionava su questo annuncio, sul suo ritiro dalla vita pubblica, ed ora che è riuscito a farlo è contento”. Samdhong Rinpoche, Kalon Tripa (primo ministro) del governo tibetano in esilio, commenta ad AsiaNews la decisione annunciata ieri dal leader del buddismo tibetano: ritiro totale dalla vita pubblica e avvio di un processo politico di democratizzazione per la diaspora tibetana e per il Tibet intero. Al momento, dice il politico, “non ho una visione precisa della situazione: dobbiamo sederci, discutere e deliberare con logica e razionalità. Read the rest of this entry »
Negata ai tibetani in Nepal la libertà di culto
La polizia nepalese bastona un monaco tibetano.
La polizia nepalese aggredisce e bastona i tibetani in preghiera. Kathmandu: attivista tibetana stuprata da un soldato.
In occasione del 10 marzo, anniversario della rivolta contro la Cina, i profughi tibetani in Nepal si sono riuniti in un luogo consacrato a Kathmandu per pregare. Ma la polizia li ha caricati, malmenati, arrestati. Monaco buddista: in Nepal non abbiamo neanche la libertà di pregare.
La polizia nepalese ha caricato e bastonato decine di esuli tibetani che avevano organizzato stamane una preghiera nel tempio buddista di Bauddha, a Kathmandu. Il gruppo, il Tibetan Refugee Welfare, aveva organizzato anche ieri una riunione, sempre a Bauddha, per ricordare i 52 anni delle rivolta tibetana del 10marzo 1959 contro la dominazione cinese. Ma la polizia è intervenuta contro la folla per prevenire dimostrazioni per la libertà del Tibet, caricando e colpendo i presenti, con un bilancio di oltre 15 feriti e alcune decine di arresti. Read the rest of this entry »
Tibet: un cambiamento epocale?
11 marzo 2011. Il discorso pronunciato dal Dalai Lama in occasione del 52° anniversario dell’insurrezione di Lhasa del 1952, ha provocato una dura la replica da Pechino, dove la portavoce del ministero degli Esteri, signora Jiang Yu, ha affermato che le parole del leader tibetano non sono altro che “un trucco per ingannare la comunità internazionale”, e che, come sempre, il Premio Nobel per la pace “usa la bandiera della religione” per coprire “attività secessionistiche”. A commento di questo momento cruciale della vicenda tibetana, pubblichiamo l’articolo di Piero Verni apparso in data odierna sul quotidiano Il Riformista. Read the rest of this entry »
Meditare allontana l`ansia e le malattie
Parola di scienziati: meditare allontana l`ansia e le malattie. Negli Usa e nel nord Europa gli antichi esercizi orientali si usano per curare la depressione. ma gli ultimi studi dicono che aiutano anche memoria e sistema immunitario. La prova? I risultati di Tac e Risonanze Magnetiche. Lo studio condotto dall’Università di Washington sui monaci buddhisti ha rilevato un miglioramento temporaneo delle facoltà mnemoniche dopo venti minuti di meditazione yoga. La neurobiologa di Harvard Sara Lazar ha scoperto con la risonanza magnetica che nelle aree del cervello coinvolte nella meditazione c’è un incremento di materia grigia, cioè di neuroni. Richard J. Davidson ha accertato che chi medita ha un giovamento statisticamente significativo anche a livello di sistema immunitario. Uno dei primi esercizi è concentrarsi sul respiro liberando la mente dai pensieri. Calcoli matematici e giochi logici invece sarebbero inutili. Con musica, luce e ribes tutti più intelligenti.
Certi giorni, guidando per tornare a casa dal lavoro, ci si accorge, una volta arrivati, di aver pensato a tutt`altro che alla strada. Il cervello, in pratica, innesca una specie di «pilota automatico», che lascia affluire alla mente i pensieri in libertà, senza badare che questo costituisca un pericolo per l`incolumità. Sviluppare una maggiore capacità di attenzione e presenza a ciò che si fa hic et nunc è da sempre l`obiettivo di esercizi e pratiche meditative, sviluppate nei secoli dalle varie tradizioni. Read the rest of this entry »
Il Dalai Lama rinuncia al suo ruolo politico
Sua Santità il Dalai Lama mentre, in occasione del 52 ° anniversario della rivolta nazionale del popolo tibetano, pronuncia lo storico discorso di rinuncia al suo ruolo politico a Dharamsala, in India, il 10 marzo, 2011.
Rimarrà nel suo ruolo spirituale. Il leader politico del governo tibetano sarà eletto democraticamente. I leader cinesi devono avere più trasparenza e per questo c’è bisogno di libertà di stampa e di espressione.
Nel suo discorso odierno (disponibile in video a http://www.dalailama.com/webcasts/post/172-10th-march-statement-2011 , integralmente sotto riportato in italiano ed in inglese col comunicato del Kashag il Governo Tibetano in esilio) in occasione del 52° anniversario del sollevamento popolare del 1959 contro l’occupazione cinese del Tibet, Read the rest of this entry »
Tibet: 60 anni di “pacifica liberazione” cinese nel sangue
Il Gran Potala di Lhasa
L’11 marzo 1951 l’Esercito del Popolo occupò l’allora Stato indipendente del Tibet, annettendolo. Da allora innumerevoli proteste, decine di migliaia di morti, il genocidio di un popolo e di una cultura. Intervista a dirigente del gruppo Free Tibet.
Secondo Gyaincain Norbu, il Panchen Lama scelto da Pechino, “la pacifica liberazione del Tibet ha reso il popolo il reale protagonista della regione”. L’11 marzo è il 60° anniversario dall’occupazione cinese in Tibet nel 1951, che Pechino definisce “pacifica liberazione”. Ma attivisti per i diritti dei tibetani descrivono una sistematica repressione dei tibetani, esclusi dai posti di potere e incarcerati.
Il Panchen Lama è la seconda carica buddista tibetana. Nel 1995 il Dalai Lama, leader religioso tibetano, indicò il nuovo Panchen Lama in Gedhun Choekyi Nyima, scelto secondo i rituali religiosi e destinato a succedergli. Ma la Cina lo rapì e incarcerò, all’epoca un bambino di 6 anni, che da allora è scomparso insieme alla famiglia. Read the rest of this entry »
La Cina attacca il Dalai Lama
Sua Santità il Dalai Lama
Nell’approssimarsi del terzo anniversario delle manifestazioni scoppiate a Lhasa nel 2008, il massimo dirigente del Partito comunista in Tibet, il cinese Zhang Qingli, ha rivolto nuovi pesanti attacchi alla figura del Dalai Lama definendolo “un lupo travestito da monaco”, un “opportunista” e un “capo secessionista” che vuole la separazione del paese dalla nazione comunista.
“Ho definito il Dalai Lama in questi termini subito dopo la rivolta di Lhasa del 2008”, ha affermato Zhang, “perché ritengo che, sebbene sia un Buddha vivente, le sue azioni vanno ben oltre il suo status”.
Padma Choling, il governatore del Tibet di nomina cinese, ha a sua volta attaccato il Dalai Lama sul piano religioso affermando che il leader tibetano non ha il diritto di scegliere il suo successore ma deve attenersi alla tradizione storica e religiosa della reincarnazione. Rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso dell’annuale sessione del parlamento cinese, Padma Choling ha affermato di non ritenere appropriata la nomina di un successore da parte del Dalai Lama. Read the rest of this entry »
Il mio Tibet libero
È appena uscito il 23 febbraio scorso nella Collana Universale Economica della casa editrice Feltrinelli “Il mio Tibet libero” Gyatso Tenzin, Sua Santità il XIV Dalai Lama che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1989.
In Tibet la figura del Dalai Lama è una figura di grande importanza per ogni ambito della vita. È innanzitutto la guida spirituale dei tibetani, colui che deve aiutare ogni altro a trovare la propria strada, una figura da adorare ma allo stesso tempo da ascoltare con grande attenzione. Ma il Dalai Lama non è solo questo. Il Dalai Lama è anche il capo dello stato.
In questo testo sono raccolti alcuni dei discorsi più significativi che il Dalai Lama ha tenuto incentrati sulla lotta per la libertà che da anni ormai il suo Paese sta vivendo. Si tratta di discorsi intensi e profondi che offrono numerosi spunti di riflessione ma si tratta anche di discorsi di importanza storica che ci permettono di comprendere quale sia la relazione tra buddismo e democrazia, quale sia la connessione tra il potere spirituale e il potere materiale della politica, quale sia quindi il modo di vivere di un paese così lontano e diverso dal nostro. Read the rest of this entry »
E’ ufficiale, meditare fa bene
E’ ufficiale, meditare fa bene; d i Paola Emilia Cicerone, L’Espresso 14 feb 2011.
Rafforza il sistema immunitario, previene le malattie, combatte la depressione e attiva il cervello. Non lo dice qualche guru New Age, ma una ricerca dell’università di San Francisco sul cromosoma
Forse non ci salverà l’anima, ma promette di allungarci la vita e modificare i geni responsabili di molte malattie. La new age non c’entra. A essere sotto esame oggi sono i benefici molto terreni che si possono ottenere con l’antica pratica della meditazione. Read the rest of this entry »
Samdhong Rinpoche: Alle provocazioni della Cina sul Dalai Lama, rispondiamo con la non-violenza
Samdhong Rinpoche, premier del governo tibetano in esilio
Samdhong Rinpoche, premier del governo tibetano in esilio, invita i tibetani a non a cadere nella provocazione per le recenti calunnie cinesi contro il Dalai Lama e a proseguire ad affermare la propria identità in modo non violento. Sulla Rivolta del Gelsomino: la Cina è pronta a stroncare ogni protesta con la violenza. “Non c’è nulla di nuovo, la posizione della Cina contro il Dalai Lama è sempre la stessa”. Il professor Samdhong Rinpoche, Kalon Tripa (primo ministro) del governo tibetano in esilio, commenta in esclusiva ad AsiaNews le dichiarazioni di Jia Qinglin, eminente membro del Politburo comunista cinese, che il 25 febbraio ha incitato la Cina a “rinnovati sforzi contro l’influenza del Dalai Lama” in Tibet. Jia ritiene il Dalai Lama diretto responsabile e fomentatore delle proteste in Tibet contro la dominazione cinese e ha dichiarato che “la cricca del Dalai Lama deve essere fermata prima che possa fare altri danni”. “È necessario per migliorare la vita dei tibetani e rendere più sicura la regione” (vedi AsiaNews del 26.2.2011, Pechino: “Per il bene del Tibet, schiacciamo il Dalai Lama” ). Per Rinpoche, “si tratta appena di una ripetizione delle dichiarazioni dei leader cinesi contro il Dalai Lama”, leader spirituale tibetano in esilio dal 1959, Premio Nobel per la Pace ma che Pechino continua a considerare un pericoloso terrorista istigatore di disordini. Read the rest of this entry »