Debelliamo la lebbra, aiutiamo Maitri
S.S. il Dalai Lama ed il Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoche in visita a MAITRI
Il 30 gennaio 2011 ricorre la GIORNATA MONDIALE DELLA LEBBRA . La lebbra è con noi da migliaia di anni, endemica in continenti interi. Pur avendo devastato i paesi europei per centinaia di anni, l’ambiente ideale per il bacillo della lebbra, il Mycobacterium leprae, sembra essere il clima tropicale e subtropicale, in cui le persone sono in costante contato con altri, per lo più in dubbie condizioni igieniche, in tal modo facilmente disseminando l’infezione. L’aver riconosciuto tale fatto potrebbe aver evitato il perseguimento di politiche non realistiche ed alla fin fine la sofferenza di migliaia di persone. Da molti anni MAITRI Charitable Trust http://www.maitri-bodhgaya.org/ , un’organizzazione filantropica volontaria i cui servizi ed attività vengono sostenuti esclusivamente con donazioni, svolge un’encomiabile assistenza ai malati di lebbra a Bodhgaya, nel luogo dove il Buddha conseguiò l’illuminazione. Come spiega la rivista The Leprosy Review dell’organizzazione Lepra nel numero di marzo 2009: “Nel 2000 l’India era tra i 12 paesi con un tasso di prevalenza superiore al livello di eliminazione e contava il 64% del totale globale dei casi di lebbra. […] Nell’India agricola la prevalenza era del 5,04.” Nonostante ciò l’India intraprese con determinazione il cammino verso l’integrazione allo scopo di raggiungere il “traguardo dell’eliminazione” al più` presto ed includere la cura della lebbra nel numero delle altre malattie del sistema sanitario. In tal modo il Ministro della Sanità del Governo indiano ufficialmente annunciò nel 2006 che “l’India ha eliminato la lebbra.” Read the rest of this entry »
Fermiamo le esecuzioni in Tibet
Loyak, il giovane tibetano di soli 25 anni fucilato il 20 ottobre 2009.
Aderiamo alla campagna di raccolta firme promossa dall’Associazione Italia-Tibet
Il 10 marzo 2008 la frustrazione della popolazione di Lhasa esplose in una serie di manifestazioni che, partite dai tre grandi monasteri di Drepung, Sera e Ganden, infiammarono ben presto tutta la città. L’ondata delle proteste si estese rapidamente in tutto il Tibet e, tra i mesi di marzo e aprile 2008, l’intero altipiano insorse contro lo strapotere e l’arroganza dell’occupante cinese. L’insurrezione popolare dilagò fino alle province orientali del Tibet. Religiosi e laici, uomini e donne, giovani e anziani chiesero di essere liberi e di vedere rispettate le loro fondamentali libertà.
La reazione cinese fu durissima. A Lhasa fu imposto il coprifuoco. Polizia ed esercito posero la città in stato d’assedio, il paese fu chiuso alla stampa e agli osservatori stranieri. Iniziarono le uccisioni, le deportazioni e gli arresti di massa, con perquisizioni e irruzioni casa per casa. Si contarono oltre duecento morti, centinaia di feriti, migliaia di persone tratte in arresto o scomparse. … Read the rest of this entry »
Obama a Hu: più rispetto per i diritti umani
Obama a Hu: più rispetto per i diritti umani
( di Massimo Gaggi, Corriere della Sera – 20 gennaio 2011)
Barack Obama chiede alla Cina un maggior rispetto dei diritti umani: “Abbiamo storie e culture molto diverse, ma riconoscere la libertà di parola, religiosa e di riunione contribuirà alla prosperità e al successo del vostro popolo”. Hu Jintao, prima schiva la domanda di un giornalista americano trincerandosi dietro il cattivo funzionamento della traduzione simultanea. Poi, nuovamente incalzato durante la conferenza stampa, spiega che, nei limiti di un sistema assai diverso da quelli occidentali, la Cina vuole rispettare i diritti umani fondamentali e si propone di fare altri progressi in questa direzione. Ma non accetta pressioni straniere su quella ch considera una sua questione interna. Read the rest of this entry »
Nel 2010 è peggiorata la repressione in Tibet
Polizia cinese che presidia militarmente Lhasa
Il rapporto del Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (TCHRD) sottolinea: colpiti intellettuali, monaci e studenti. Pechino vuole chiudere la partita tibetana con violenza e leggi repressive, e nello scorso anno ha stretto ancora di più il pugno repressivo.
Arresti arbitrari e tortura
Nel 2010 non si sono registrati segnali di apertura da parte del governo cinese. “Al 30 dicembre 2010 si ha notizia della detenzione, in Tibet, di 831 prigionieri politici di cui 360 processati dai tribunali”, riferisce il rapporto. I condannati all’ergastolo sono stati 12. Nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati effettuati 188 arresti: di questi, 71 sono stati condannati da un giudice, gli altri sono ancora in attesa di giudizio. Si legge inoltre che lo scorso anno sono stati condannati a morte, con sospensione della pena per due anni, Sonam Tsering, Pema Yeshi, Lama Lhaga e Sonam Dorjee. Il Venerabile Jampel Wangchuk, del monastero di Drepung, Dorjee Tashi, proprietario della “ Yak Guest House” , Sonam Gompo e Tsewang Rinchen sono stati condannati all’ergastolo. Tsewang Gyatso, Tashi Rabten e l’ambientalista e uomo d’affari Karma Sandup dovranno scontare 15 anni di prigione. Continua anche la repressione contro intellettuali e personalità della cultura. Il rapporto denuncia inoltre l’arresto, a partire dal 2008, di almeno sessanta tra intellettuali, scrittori e blogger tibetani. Tre di questi – Sonam Tsering e i lama Lhaka e Sodor del monastero di Koli – sono stati condannati a morte. Tuttavia, tutte queste condanne cozzano contro la nuova legge – approvata da Pechino a maggio – che vieta di ottenere confessioni tramite tortura. In Tibet la tortura è una pratica conosciuta e praticata in tutti i centri di detenzione. … Read the rest of this entry »
Il Kalon Tripa: Il Dalai Lama sarà sempre con i tibetani
Il Primo Ministro tibetano Samdhong Rinpoche ha tranquillizzato i tibetani sul tema del prossimo ritiro del Dalai Lama dalla scena politica. “A parte alcuni cambiamenti circa i suoi impegni istituzionali nella vita di ogni giorno, Sua Santità ha esplicitamente affermato che continuerà a lavorare per la causa del Tibet perché il 99% dei tibetani ha fede in lui”. (Phayul) .
Il Tibet al Dalai Lama: “Non abbandonare la politica”
Sua Santità il Dalai Lama da sempre ha sostenuto lo sviluppo democratico del sistema politico tibetano
Il leader spirituale del buddismo ha più volte sottolineato la propria intenzione di ritirarsi dalla vita pubblica e assumere un ruolo puramente spirituale. Oggi il suo popolo lo implora: “La democrazia è una vostra battaglia, non lasciateci da soli”.
Il popolo tibetano “implora e prega con tutto il cuore, con la maggiore devozione possibile, che il Dalai Lama non decida un ritiro totale o parziale dalla vita pubblica. Sua Santità ha guidato i tibetani sulla strada della democrazia, e questo è stato un viaggio così importante che nessuno vorrebbe vederlo concluso senza la Sua guida”. E’ questo, sostanzialmente, il testo dell’appello pubblico inviato al leader del buddismo tibetano dai massimi leader politici del governo tibetano in esilio in India.
Il testo è stato pubblicato ieri con la firma di Penpa Tsering, presidente del Parlamento tibetano in esilio, e dal suo vice Dolma Gyari. Ma rappresenta l’opinione di tutti coloro che, da Dharamsala e nel Tibet stesso, ritengono che sia sbagliata la decisione presa dal Dalai Lama di sparire dalla vita pubblica della diaspora tibetana. Il capo della “setta gialla” del buddismo, infatti, ha annunciato alcune settimane fa la propria intenzione di delegare del tutto il proprio potere temporale a rappresentanti eletti dalla popolazione e concentrarsi sul lato spirituale.
La figura del Dalai Lama è molto particolare nel mondo delle religioni mondiali. Al suo ruolo puramente religioso, infatti, i quattordici leader buddisti che si sono susseguiti alla guida della regione hanno aggiunto un potere politico di tipo assolutistico. Il leader buddista è infatti definito dagli storici della religione “il dio-re”, perché nel tempo ha guidato proprio come un monarca il Tibet: diverso è il caso di quest’ultima incarnazione, Tenzin Gyatso, che da sempre ha sostenuto lo sviluppo democratico del sistema politico tibetano. … Read the rest of this entry »
Primo ministro tibetano: “Il papa indica la via per la pace”
Sua Santità il Dalai Lama col Primo Ministro Prof. Samdhong Rinpoche
Samdhong Rinpoche, leader politico della diaspora tibetana in India, commenta il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace di Benedetto XVI: “Le violenze contro i cristiani ci addolorano, felici per il nuovo incontro di Assisi”.
Il popolo e il governo tibetano in esilio “sono completamente d’accordo con il Papa: la libertà religiosa è il sentiero che porta alla pace”. Lo dice ad AsiaNews Samdhong Rinpoche, primo ministro della diaspora tibetana, commentando il Messaggio mondiale per la Giornata della Pace firmato da Benedetto XVI in occasione della Giornata, che tradizionalmente viene celebrata il 1° gennaio. Nel testo, dal titolo “Libertà religiosa, via per la Pace”, il pontefice scrive: “Anche l’anno che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa”. Secondo il professor Rinpoche, “è particolarmente felice la scelta del Papa di convocare un nuovo incontro dei leader religiosi ad Assisi. Questo approccio, molto positivo, aiuterà a promuovere la pace fra le religioni e quindi fra le nazioni”. Read the rest of this entry »