U Gambira: “Vi prego di continuare il movimento pacifico”
Il monaco birmano U Gambira
Messaggio di U Gambira, detenuto nel carcere di Kalay, divisione di Sagaing.
U Gambira, leader della Rivoluzione Zafferano, nel 2008 è stato condannato a 68 anni di prigione dal regime militare birmano in base agli art. 295(a) e 505(b) del Codice Penale. La pena è stata successivamente ridotta a 63 anni per effetto della legge elettronica.
Dal carcere di Insein è stato trasferito a quello di Mandalay, di lì a quello di Sagaing, poi a quello di Khandi, e infine a quello di Kalay, dove attualmente si trova.
Il fratello maggiore di U Gambira, Ko Aung Kyaw, è stato condannato a 14 anni come dissidente politico ed è attualmente detenuto nel carcere di Taung Gyi; il fratello minore, Ko Aung Ko Ko (Lwin), è stato condannato con la stessa imputazione a 5 anni di prigione, che sta scontando nel carcere di Arkan, Kyauk Phyu. Il cognato di Ashin Gambira, Ko Moe Htet Hlan, è stato condannato a 5 anni ed è detenuto nel carcere di Moulmein (Mawlamyaing). … Read the rest of this entry »
Rapporto ONU: la Cina riveda le politiche agricole in Tibet
Nuovo insediamento di nomadi in Tibet.
Olivier De Schutter, Incaricato Speciale delle Nazioni Unite per il Diritto al Cibo e i programmi alimentari, ha concluso il 23 dicembre la sua prima missione ufficiale in Cina su invito del governo di Pechino. Schutter, che ricopre la carica dal 2008 su designazione del Consiglio ONU per i Diritti Umani, ha redatto al suo rientro un dettagliato rapporto di sei pagine in cui, tra l’altro, invita le autorità cinesi a impegnarsi in approfondite consultazioni con le comunità dedite alla pastorizia per “valutare i risultati delle politiche agricole sia correnti sia passate”. Il rapporto prende atto dei “significativi progressi” avvenuti in Cina, in campo economico e sociale, atti a garantire alla popolazione l’accesso ai prodotti alimentari. Sottolinea tuttavia la necessità di assicurare tali benefici anche alle popolazioni maggiormente a rischio e di ridurre il divario economico e sociale esistente tra le aree urbane e rurali. Tra le popolazioni a rischio, De Schutter menziona “i pastori nomadi delle Province Occidentali, soprattutto del Tibet, e delle regioni autonome della Mongolia Interna”. …
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Il Dalai Lama è il Buddha della nostra era
Sua Santità il Dalai Lama col Primo Ministro dello stato Indiano dell’Himachal Pradesh Prem Kumar Dhumal a Dharamsala
Il primo Ministro dello stato Indiano dell’Himachal Pradesh, Prem Kumar Dhumal, parlando ad un ricevimento organizzato dal Parlamento Tibetano in esilio per i membri dell’Assemblea legislativa dell’Himachal Pradesh a Dharamsala il 9 dicembre 2010, ha infatti detto: “Il Dalai Lama è il Buddha della nostra era ed è l’apostolo del messaggio di pace e non violenza del Mahatma Gandhi”. Il primo ministro ha rimarcato che l’India e il Tibet hanno stretti ed antichi legami di cultura e religiosi, ed ha incalzato: “Prego per la lunga vita del Dalai Lama e perché goda sempre di buona salute. Possa la questione tibetana essere risolta rapidamente e il rapporto tra il popolo indiano e tibetano continuare a prosperare”. Lodando i legami indo-tibetani, il Dalai Lama ha detto: “l’India ed il Tibet intrattengono un rapporto d’insegnante ed allievo.” Il leader spirituale buddista ha rivelato che già da studente aveva un legame particolare con l’Himachal Pradesh, in quanto due dei suoi maestri, Khunu Lama Tenzin Gyaltsen e Rigzin Tenpa, provenivano da quello Stato. Ed ha aggiunto che l’Himachal Pradesh si è rivelata molto efficace aiutandolo a promuovere i valori buddisti e ad evidenziare la difficile situazione del popolo tibetano. Il Dalai Lama ha quindi osservato: “Ho visto diversi primi ministri nel corso degli ultimi 50 anni, il che dimostra la forza della democrazia indiana e del mandato del popolo nella scelta di una leadership competente e democratica”. http://dalailama.com/news/post/630-dalai-lama-is-buddha-of-this-era-himachal-pradesh-chief-minister
Il viaggio di Wen Jiabao lascia l’India con l’amaro in bocca
Carta geopolitica dell'India
di Francesca Marino
Il premier cinese ha visitato New Delhi e il Pakistan. Tanti accordi firmati, ma le questioni in sospeso con l’India non sono state risolte. L’alleanza con Islamabad è più solida che mai.
Ha lasciato come al solito un po’ di amaro in bocca all’India la visita del premier cinese Wen Jiabao a New Delhi e in Pakistan .
Le relazioni tra le due superpotenze economiche, finiti ormai i tempi dell’“ hindi-chini bhai-bhai ” di Nehru che cercava di inventare una pretesa fratellanza indo-cinese, sono da tempo piuttosto travagliate.
Due nazioni che hanno economicamente estremo bisogno l’una dell’altra per diversi motivi ma che non riescono a trovare accordi di nessun tipo sulle questioni politiche e, soprattutto, sulle dispute territoriali.
A Delhi, Wen Jiabao e la sua delegazione di quattrocento imprenditori di alto livello hanno riportato a casa contratti per circa sedici miliardi di dollari. I due governi hanno stabilito di aumentare entro il 2015 il volume degli scambi bilaterali tra i due paesi, portando la bilancia dagli attuali sessanta a cento miliardi di dollari. …
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Tre anni di carere al monaco Sungrab Gyatzo
Sungrab Gyatzo
Sungrab Gyatso, un monaco tibetano del monastero di Mura, situato nella Contea di Machu (Amdo), è stato condannato il 16 dicembre 2010 a tre anni di carcere. Ne ha dato notizia, il 21 dicembre, il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia. La pena, pronunciata dalla corte del popolo di Kanlho, gli è stata inflitta sotto l’accusa di avere guidato, la scorsa primavera, le manifestazioni degli studenti della Machu Tibetan Nationality Middle School .
Il 14 marzo 2010, nella ricorrenza del secondo anniversario delle manifestazioni del 2008, una trentina di studenti della Machu Tibetan Nationality Middle School diedero inizio a una pacifica protesta. Presto affiancati da altri cinquecento compagni, gli studenti denunciarono la mancanza di libertà e chiesero l’indipendenza per il loro paese. La scuola fu circondata dalle forze di polizia e gli studenti furono confinati nel campus scolastico. Almeno quaranta giovani furono tratti in arresto. Tra essi Thupten Nyima, arrestato il 6 aprile e processato da un tribunale della Prefettura di Kanlho per aver capeggiato la manifestazione e condannato a due anni di prigione. … Read the rest of this entry »
La meditazione buddista incrementa l’attenzione
I risultati di una ricerca pubblicata su Psychological Science indicano come le tecniche della meditazione buddihsta possono aiutare senz'altro ad affinare e ottimizzare la qualità della propria attenzione.
I risultati di una ricerca pubblicata su Psychological Science indicano come le tecniche della meditazione buddihsta possono aiutare senz’altro ad affinare e ottimizzare la qualità della propria attenzione.
Lo studio ha valutato le performance di alcuni volontari ingaggiati appositamente per «una full immersion di filosofia orientale tra le montagne del Colorado».
L’esperimento è stato organizzato dalla psicologa Katherine A. MacLean dell’Universita’ della California-Davis e della John Hopkins University, negli Usa. L’età medie delle 30 persone osservate si aggirava intorno ai 49 anni. Il gruppo ha svolto un training di tre mesi circa con il noto studioso buddhista Alan B. Wallace .
A 5 mesi di distanza dal ritiro i volontari – che avevano, per l’appunto, appreso tecniche di respirazione e concentrazione – si sono dimostrati più efficienti e brillanti. Le loro prestazioni cerebrali – memoria e attenzione in particolare, sono nettamente migliorate.
Nota
B. Alan Wallace (l’insegnante buddista che ha addestrato i volontari), con una laurea in Fisica, una in Filosofia della scienza, una in Storia delle religioni, pratica il buddhismo dal 1970, ed è uno dei più famosi insegnanti occidentali di filosofia buddhista e di meditazione. Il suo addestramento monastico nel buddhismo è durato quattordici anni, culminando con l’ordinazione ad opera del Dalai Lama, sotto la cui direzione studia da più di trent’anni. È il fondatore del Santa Barbara Institute for Consciousness Studies. http://www.psicozoo.it/index.php/2009/05/15/la-meditazione-migliora-lattenzione-scopri-come/ Read the rest of this entry »
Il premio del Dalai Lama a Rita e Paolo Cantoni
Rita Cantoni riceve il premio dal Dalai Lama
Il premio del Dalai Lama «unisce» Brescia al Tibet
IL RICONOSCIMENTO. Paolo e Rita Cantoni, volontari nel nord dell’India, premiati il 30 ottobre. La coppia lavora da anni per gli orfani tibetani: il premio è stato dedicato a tutta la comunità bresciana
Brescia è da sempre madre feconda di solidarietà e, di certo, tra le sue migliori creature ha partorito Paolo e Rita Cantoni. Per riconoscere lo straordinario contributo umano che questa coppia di sessantenni bresciani offre da oltre dieci anni ai bambini profughi che scappano dal Tibet per rifugiarsi in Dharamsala, nel nord dell’India, il Dalai Lama li ha voluti insignire della più grande onorificenza buddista. Il riconoscimento gli è stato consegnato il 30 ottobre scorso durante i festeggiamenti per il 50esimo anniversario del Tibetan Children Village che oggi ospita più di 16 mila bambini orfani e in fuga dal Tibet. Volontari nel T.C.V da una decina d’anni, Paolo e Rita Cantoni hanno voluto dedicare l’omaggio ricevuto da Sua Santità il Dalai Lama a tutta la città di Brescia e ai tanti amici bresciani che con le proprie donazioni consentono loro di fare molte cose per i piccoli esuli arrivati dal Tibet. È UN LAVORO CHE Rita e Paolo portano avanti senza sosta da quando, dieci anni fa, sono arrivati a Dharamsala e hanno conosciuto il centro T.C.V, punto di riferimento per tutti gli esuli tibetani e luogo in cui, dopo l’invasione cinese del Tibet, si cerca di dare continuità ad una cultura, la tibetana, che rischia ogni giorno di perdere la propria identità, nell’esilio di tutta la sua gente. … Read the rest of this entry »
Wikileaks: la Cina paga il Nepal perché arresti i tibetani. il Dalai Lama: priorità ai problemi ambientali
In un documento americano reso pubblico da Wikileaks si afferma che, tra le varie misure volte a fermare le proteste dei tibetani in Nepal, Pechino paga gli ufficiali di polizia nepalesi far arrestare esponenti della locale comunità tibetana. Secondo una fonte dell’Ambasciata americana a New Delhi, il cui nome è stato oscurato da Wikileaks, “Il governo cinese ricompensa il lavoro delle forze di polizia offrendo incentivi economici ai funzionari che rispediscono oltre frontiera i tibetani che tentano di fuggire dalla Cina”. … Read the rest of this entry »
Ringraziando Claude B. Levenson
Vicina al Dalai Lama, di cui è stata una delle prime traduttrici in francese e di cui rimane uno dei portavoce in Occidente, Claude B. Lavenson racconta l’uomo, al di là della leggenda.
Il buddismo tibetano: Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama – di Claude B. Levenson *
Un vecchio adagio tibetano afferma che solo la fine dell’esperienza permette di giudicare la validità del cammino. Sei volte dodici anni, sei cicli di vita secondo la stessa tradizione, permette però di intravedere il filo rosso di una esistenza umana. Tenzin Gyatso, quattordicesimo del lignaggio dei dalai lama della scuola di Guelugpa, uscita dalla riforma di Tsong Khapa, è entrato nel suo 73° anno senza quasi fermarsi a constatarlo. Non dice forse ridendo “ every day is my birthday ”, come per ricordare che ogni giorno è una nuova avventura, ogni incontro uno scambio, ogni sguardo una apertura?
C’è molta distanza tra il povero villaggio di Taktser, perduto in una valle dalla somma bellezza dell’Amdo, dove, secondo la credenza tibetana, il dalai lama ha scelto di rivenire nel 1935, quinto figlio di una famiglia contadina, e gli scenari del mondo attuale dove il capo spirituale è diventato una sagoma familiare. Riconosciuto dalle sue qualità dopo le prove tradizionali condotte da gerarchi qualificati e da alti funzionari, il bambino è condotto a tre anni al grande monastero di Kumbum, dove viene iniziato la vita monastica. … Read the rest of this entry »
Arrivederci Claude
Claude B. Levenson con Sua Santtà il Dalai Lama
Abbiamo appreso con profondo dolore e costernazione che il 13 dicembre è mancata Claude B. Levenson. Giornalista e scrittrice, Claude ha dedicato la sua vita e il suo lavoro alla difesa dei diritti dei popoli seguendo con particolare attenzione e sensibilità le vicende del popolo tibetano sia in Tibet sia in esilio. Sempre presente ad ogni appuntamento importante, abbiamo imparato a conoscerla e apprezzarla nel corso di questi ultimi vent’anni, dalla fondazione dell’Associazione Italia-Tibet, e i suoi libri – ricordiamo “Tibet, Storia di una Tragedia”, “Il Signore del Loto Bianco” e “Così parla il Dalai Lama” – sono stati per tutti noi fonte di ispirazione e riflessione. Vogliamo ricordarla attraverso le parole di Piero Verni che, in un articolo pubblicato sul suo blog, ne evoca la figura e il lavoro. Non avremmo saputo trovare parole migliori per rendere omaggio alla memoria di Claude e alla sua infaticabile opera a sostegno del popolo tibetano. Arrivederci Claude
Mi è sempre stato difficile scrivere di una persona cara che se n’è appena andata. Nel caso di Claude Levenson, scomparsa ieri dopo una lunga malattia, lo è ancora di più perché all’amicizia e all’affetto personale si aggiunge la forte stima che provavo per lei come giornalista, scrittrice e studiosa del Tibet. In queste occasioni le parole rischiano di avere il sapore metallico della retorica, gli elogi appaiono scontati (“mors omnia solvit”) e i ricordi banali. – … Read the rest of this entry »
Lettera di Natale del Progetto Alice
Studenti chakma che vivono nell’ostello di Bodhgaya del Progetto Alice
Progetto Alice – Lettera di Natale 2010
Cari amici,
sono passati 16 anni da quando partimmo timidamente con il Progetto Alice, a Sarnath. Furono costruite due aule con l’intenzione di portare gli studenti fino alla quinta elementare. C’erano ottanta alunni e tre insegnanti. Questi ultimi sono ancora con noi. Ricordo la profezia del religioso jainista che venne a benedire le aule, dopo le cerimonie dei cristiani (padre Pereira, il frate cappuccino), dei monaci buddisti (Gosel Lama, presidente della nostra società), di un pandit induista e di un mullhah musulmano. Disse il religioso janinista: “Questo terreno non basterà!” Anche Padre Pereira, il frate cappuccino, durante la predica della Messa celebrata nell’aula del sotterraneo, disse che la scuola si sarebbe sviluppata in modo imprevedibile. Ci fece capire che la Provvidenza aveva dei disegni particolari … Allora non pensavamo di sicuro che quelle due aule si sarebbero moltiplicate miracolosamente fino a diventare una trentina. Gli studenti passarono da poche decine agli attuali novecento a Sarnath, 40 a Bodhgaya (residenti nell’ostello), un centinaio nella nuova scuola in Arunachal Pradesh. … Read the rest of this entry »
Wen a New Delhi. Ma non è Cindia
di Matteo Tacconi (Europaquotidiano.it,17 dicembre 2010)
Quattrocento uomini d’affari con il premier cinese. Ma tra i due big asiatici resta la diffidenza.
Una delegazione impressionante, quella che il primo ministro cinese, Wen Jiabao, s’è portato dietro ieri a New Delhi: 400 uomini d’affari. Quasi il doppio dei 215 che avevano seguito Obama durante la sua trasferta di novembre. Sei e dieci volte, rispettivamente, dei 60 e dei 40 che hanno accompagnato in India il presidente francese Nicolas Sarkozy (a New Delhi dieci giorni fa) e il primo ministro britannico David Cameron, giunto a luglio. La più che nutrita pattuglia cinese chiarisce senza lasciare scampo ai dubbi lo scopo della visita di Wen, che durerà tre giorni: affari, affari e ancora affari. … Read the rest of this entry »
Studenti tibetani: “la nostra indipendenza, sicurezza dell’India”
Studenti tibetani e indiani manifestano a delhi per l’arrivo del premier cinese Wen Jiabao.
Studenti tibetani e indiani manifestano per l’arrivo del premier cinese Wen Jiabao: chiedono un Tibet indipendente, anche per rendere sicuri i confini indiani minacciati da Pechino. Leader cristiano chiede il rispetto dei diritti umani e iniziative concrete per la pace nella regione.
Indipendenza per il Tibet, sicurezza per l’India, libertà per Liu Xiaobo, giustizia nei Paesi dell’Asia meridionale. Per la visita del premier cinese Wen Jiabao, che arriva in India, studenti tibetani e indiani e gruppi cristiani ricordano a New Delhi di pensare ai diritti umani e non soltanto al commercio. A New Delhi hanno dimostrato centinaia di tibetani, sventolando bandiere e cantando slogan, per protestare contro “l’occupazione e l’oppressione” cinese in Tibet, come indicano gli organizzatori del Tibetan Youth Congress (nella foto: un momento della manifestazone di ieri davanti all’India Gate, New Delhi).
Altre centinaia di studenti tibetani e indiani hanno steso uno striscione con scritto “Indipendenza del Tibet: Sicurezza dell’India” a Raighat, luogo della cremazione del Mahatma Gandhi, leader del movimento di indipendenza indiano. I giovani di Students for a Free Tibet (Sft ) e gli studenti indiani chiedono a Wen di far finire 60 anni di occupazione in Tibet dal 1949 e circa 50 anni di dispute territoriali con l’India.
Altre centinaia di studenti tibetani e indiani hanno steso uno striscione con scritto “Indipendenza del Tibet: Sicurezza dell’India” a Raighat, luogo della cremazione del Mahatma Gandhi, leader del movimento di indipendenza indiano. I giovani di Students for a Free Tibet (Sft ) e gli studenti indiani chiedono a Wen di far finire 60 anni di occupazione in Tibet dal 1949 e circa 50 anni di dispute territoriali con l’India. … Read the rest of this entry »
Migliaia di contadini scacciati dalle loro terre per la diga di Lhundrub
La diga di Lhundrub
Il progetto idroelettrico sbarrerà tre fiumi della contea di Lhundrub. Migliaia di contadini privati della casa e dei campi da coltivare, non si sa come vivranno. Lo sviluppo economico del Tibet avviene senza alcun rispetto per i diritti dei tibetani. Oltre 4mila residenti a Phodo, contea di Lhundrub poco sopra Lhasa, saranno cacciati da casa per realizzare un progetto idroelettrico nella zona. Lo sviluppo economico del Tibet continua ad avvenire a danno dei tibetani, che godono in minima parte dei vantaggi che vanno al resto della Cina. Fonti locali hanno spiegato all’agenzia Radio Free Asia che “i cinesi stanno costruendo ponti e bloccando il corso del fiume”. “I cinesi hanno già costruito le case per i soldati cinesi che sono arrivati per costruire una diga”. Vicino a Phodo scorrono i fiumi Radreng, Lhaching e Pachoe, si ritiene che la diga li riguarderà tutti. … Read the rest of this entry »
Il 2010 è l’anno nero dei diritti umani in Tibet
La polizia cinese presidia la spianata del Potala, la dimora del Dalai Lama a Lhasa.
2010, anno nero per i diritti umani in Tibet, illuminato dal Nobel a Liu.
Arresti di monaci e intelletuali, condanne a morte e all’ergastolo, tibetano cancellato come lingua di studio scolastico: continua la persecuzione in Tibet. Il premier tibetano in esilio loda il premio a Liu e ricorda l’impegno del Papa a favore della persona umana. – “Sincere congratulazioni” sono state fatte a Liu Xiaobo dal Kashag (Gabinetto) del governo tibetano in esilio, per il conferimento del premio Nobel per la pace 2010. Samdhong Rinpoche, Kalon Tripa (Capo del Governo) spiega ad AsiaNews l’importanza di questo riconoscimento per la lotta di Liu per la libertà, anche con la sottoscrizione del documento Charta 08 che chiede maggiore libertà e democrazia in Cina. Il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia (Tchrd) ricorda le gravi e sistematiche violazioni dei diritti in Tibet. “Le nostre congratulazione – spiega Samdhong Rinpoche – vanno anche al Comitato norvegese per il Nobel, per il suo coraggio”. … Read the rest of this entry »
Tibet perduto
‘ La cancellazione di una cultura millenaria. Parla Stefano Dallari
‘Tibet perduto’ è il titolo del libro fotografico del grande Fosco Maraini che sull’altopiano viaggiò nel ’37 e nel ’48, undici anni prima dell’invasione cinese. Immagini in bianco e nero di paesaggi, architetture, volti e celebrazioni religiose che oggi è difficile ritrovare nell’immenso Paese himalayano. Il Tibet di Fosco, fotografo e viaggiatore scomparso nel giugno scorso, non c’è più. Testimone di questa perdita è un suo caro amico, Stefano Dallari, presidente e fondatore della Casa del Tibet , di ritorno dal viaggio Shanghai – Lhasa – Pechino. Lo abbiamo incontrato in un pomeriggio ancora assolato di autunno a Votigno, incantevole borgo medievale sulle colline reggiane, a due chilometri dal famoso castello di Canossa. Qui, al centro di un panorama mozzafiato, sorge dal 1990 la Casa – unica in Europa – dedicata alla cultura tibetana. … Read the rest of this entry »
Progetto Alice: storia dei “Bambini della pira”
Manikarnika, funerali e pire sulle rive del Gange
Progetto Alice: Varanasi, storia dei “Bambini della pira”. Dai cadaveri a una scuola molto indiana. di Raimondo Bultrini.
Sono i piccoli “paria” che vivono sulle sponde del Gange coinvolti nel business dei funerali. Valentino Giacomin, un insegnante italiano li ha accolti in una struttura scolastica particolare. Dove non si insegna una cultura dominante, ma ognuno approfondisce la sua. Il documentario “I bambini della pira” è diventato da un paio d’anni il loro biglietto da visita, semmai ne avranno mai uno le centinaia di ragazzini cresciuti tra cadaveri e marjuana sulle sponde del sacro Gange. Yogi, Bacha Babu, Manish e Ashish sono quattro dei sette protagonisti, seguiti per mesi da una troupe del regista Rajesh Jala (per una copia del Dvd contattare The Magic Lantern Foundation http://magiclanternfoundation.org/ ) lungo i ghat di Manikarnika a Varanasi, la sacra Benares, dove si bruciano i cadaveri degli hindu per spargere le loro ceneri nel Fiume Madre. … Read the rest of this entry »
Uno strano prof dal Veneto a Varanasi “A insegnare agli indiani la loro cultura”
Il Prof. Valentino Giacomin
Valentino Giacomin ha lasciato la scuola italiana e ne ha fondato un’altra in India basata sul principio che ciascuno deve partire dalle sue radici culturali. E oggi, il progetto Alice, è una reltà vera e forte. Di Raimondo Bultrini
Professor Giacomin, che cosa faceva, e che cosa stava cercando quando ha avviato il suo Progetto Alice per i bambini poveri di Varanasi?
“La scuola in India è la conclusione di un percorso di ricerca personale, spirituale e pedagogica, iniziata trent’anni fa, quando il mio editore, Gianni de Michelis (ex ministro degli esteri durante i governi Craxi, ndr) chiuse il settimanale “Nordest”, di cui ero direttore. Alternavo il lavoro di giornalista a quello di insegnante, ma per dirigere il giornale mi ero licenziato dalla scuola dove avevo insegnato per dieci anni e da un giorno all’altro mi trovai senza lavoro. Fu un periodo di crisi e ripensamenti che mi portò alla scoperta della psicologia transpersonale, della psicosintesi, di Jung, delle filosofie orientali. Tornai allora a insegnare e trovai gli studenti cambiati. In peggio. Tutti i colleghi si lamentavano per l’indisciplina, la disattenzione, il calo del profitto. Tutti cercavano le cause di questo malessere progressivo. Chi sosteneva che era un problema di didattica, di metodo di insegnamento, chi, come me e pochi altri colleghi, sosteneva, invece, che il metodo non c’entrava affatto, ma era un problema di contenuti”. … Read the rest of this entry »
Il Nobel del Dalai Lama
Il Premio Nobel al Dalai Lama
Piero Verni, Il Riformista 10 dicembre 2010
Oslo, dieci dicembre 1989 . Nella grande sala della Universitetets Aula , tradizionale sede della consegna del Premio Nobel per la Pace, a mezzogiorno accompagnato da Egil Aarvik presidente del Comitato Nobel, il Dalai Lama entra nella grande sala. Sorride mentre si drappeggia sulle spalle lo scialle amaranto della tunica monastica. Dopo aver salutato il Primo Ministro e i membri del governo norvegese si siede nella poltrona della prima fila riservata ai vincitori del Premio. Dopo qualche istante arriva re Olaf con l’intera famiglia reale. La cerimonia si apre con le parole di Egil Aarvik che termina invitando il Dalai Lama a salire sul podio per ricevere il Premio Nobel per la Pace, la medaglia d’oro e il diploma. L’Oceano di Saggezza recita una breve preghiera, pronuncia alcune frasi in tibetano in cui propone i temi centrali del suo pensiero e della sua filosofia e poi, passando all’inglese, inizia il suo discorso. Descrive sè stesso come “… un semplice monaco buddhista che segue con profonda convinzione un modo di vita spirituale: il nobile sentiero del Buddha la cui essenza è l’unione della saggezza e della compassione universale”. … Read the rest of this entry »
La meditazione buddista conferisce una completa e superiore stabilità visiva
Fig. 1: Effects of meditation on perceptual switching
Lo stato mentale può influire sull’esperienza visiva cosciente.
Le capacità di meditazione dei monaci buddisti rivelano indizi sui processi mediante i quali il cervello regola l’attenzione e la consapevolezza . Con un’insolita ma fruttuosa collaborazione fra monaci tibetani buddisti e neuroscienziati, alcuni ricercatori hanno svelato indizi su come gli stati mentali – e i meccanismi neurali che vi stanno alla base – possono influire sull’esperienza visiva cosciente. Nello studio, pubblicato sulla rivista “Current Biology “, Olivia Carter e Jack Pettigrew dell’Università del Queensland hanno trovato le prove che le capacità sviluppate dai monaci buddisti nella loro pratica di un certo tipo di meditazione può influenzare fortemente la loro esperienza di un fenomeno, chiamato “rivalità percettiva”, che ha a che fare con l’attenzione e la consapevolezza. La rivalità percettiva ha origine normalmente quando a ciascun occhio vengono presentate due differenti immagini, e si manifesta come una fluttuazione – di solito nell’arco di pochi secondi – nell’immagine “dominante” che viene percepita coscientemente. Gli eventi neurali alla base della rivalità percettiva non sono ancora del tutto compresi, ma si ritiene che siano coinvolti i meccanismi cerebrali che regolano l’attenzione e la consapevolezza. .. Read the rest of this entry »
Kathmandu e Pechino stringono nella morsa i profughi tibetani
La polizia nepalese reprime le manifestazioni di profughi tibetani.
Nepal e Cina si accordano per un maggiore controllo del confine con il Tibet e misure più forti contro le proteste anticinesi organizzate dagli esuli in Nepal. In cambio la Cina faciliterà l’ingresso di lavoratori nepalesi nel suo territorio. Kathmandu e Pechino firmano un accordo per impedire l’ingresso di profughi tibetani in Nepal, regolare la concessione di carte di ingresso nel Paese e tenere sotto controllo le frequenti proteste anticinesi. Il documento composto di 13 punti è stato firmato ieri a Chautara vicino al confine con il Tibet. In cambio del maggiore controllo sugli esuli tibetani, Pechino faciliterà l’ingresso di lavoratori nepalesi nell’area di Tatopani al confine con il Tibet. Dopo l’invasione di Lhasa del 1950 e l’esilio del Dalai Lama in India (1959), il Nepal ha ospitato migliaia di rifugiati in fuga dal Tibet, consentendo ad essi il sostegno del governo in esilio. A tutt’oggi sono oltre 20mila i profughi tibetani ospitati nel Paese. … Read the rest of this entry »
Il buddismo tibetano celebra i 900 anni del Karmapa
Lama Trinley Thaye Dorje, 17mo Karmapa
Lama Trinley Thaye Dorje, 17mo Karmapa, è riconosciuto sia dai tibetani che dal governo cinese. Egli occupa il terzo posto della gerarchia, dopo il Dalai e il Panchen Lama, e vive sotto la “protezione” di New Delhi. La cerimonia di due giorni si terrà il prossimo 8 dicembre a Bodh Gaya, in India.
(AsiaNews) – “Il Karmapa è la più antica e riverita reincarnazione del buddismo tibetano. Ed è anche la più longeva, fra i leader spirituali”. È quanto afferma ad AsiaNews Samdhong Rinpoche, Kalon Tripa – presidente del Consiglio – del governo tibetano in esilio, a pochi giorni dalle celebrazioni per i 900 anni di vita della stirpe del Karmapa. Il Buddha vivente che occupa il terzo posto della gerarchia della Gelupa – dopo il Dalai e il Panchen Lama – vive in India dal 2000 per sfuggire alle mire della Cina ed è considerato il successore “naturale” del Dalai Lama. Il nome di battesimo del 17mo Karmapa Lama è Trinley Thaye Dorje; egli è nato nel 1983 ed è fuggito all’età di 14 anni (nel 1999) dal monastero di Tsurphu (Tibet centrale), dove era controllato da guardie cinesi. Dopo un lungo viaggio tra i monti in pieno inverno, nel gennaio 2000 è giunto in India, che gli ha dato asilo. … Read the rest of this entry »
Un istituto di ricerca sulla compassione
Monaci buddisti in preghiera
Sotto l’impulso degli insegnamenti spirituali del Dalai Lama è stato creato recentemente presso l’Università di Stanford un istituto di ricerca interdisciplinare e di educazione sulla compassione e l’altruismo: The Center for Compassion and Altruism Research and Education (CCARE) che rappresenta la punta più avanzata in questo emergente campo di studi. Negli ultimi anni gli aspetti prosociali del comportamento umano sono divenuti oggetto di indagine scientifica al confine tra evoluzionismo, etologia, genetica, neuroscienze, psicologia, filosofia, economia, sociologia. L’empatia è l’esperienza alla base di tutte le forme attraverso le quali ci accostiamo a un altro. Empatia (letteralmente “sentire”) e compassione (soffrire insieme) costituiscono un circolo affettivo che si autoalimenta e si amplifica, rendendo sempre più ricco ed universale l’ambito di realtà a cui abbiamo accesso, includendo l’insieme degli esseri viventi, le piante, gli animali. E’ una estensione della coscienza, o per dirla con il Dalai Lama, una estensione della nostra mente. Ma come spiegare il movimento interiore che dall’empatia porta alla compassione? … Read the rest of this entry »
Kathmandu: firmato accordo con la Cina per prevenire l’ingresso dei tibetani in Nepal
una tibetana cerca di fermare l’autobus sul quale sono caricati i tibetani per essere riportati oltre frontiera
Allo scopo di impedire l’ingresso dei tibetani in Nepal, il governo cinese e quello nepalese hanno firmato un accordo volto a incrementare le misure di sicurezza lungo il confine tra i rispettivi stati. La decisione è stata presa nel corso di un incontro tra alti funzionari delle due parti svoltosi lo scorso 28 novembre a Chautara, località vicina alla frontiera tibetana, a 125 chilometri da Kathmandu. Nella capitale nepalese e nei suoi immediati dintorni vivono circa ventimila profughi. Il loro esodo dal Tibet è iniziato nel 1959, dopo l’insurrezione di Lhasa e la fuga del Dalai Lama. Da allora si calcola che, ogni anno, circa duemilacinquecento tibetani abbiano varcato la frontiera nepalese nel tentativo di raggiungere l’India ma il loro numero è drasticamente calato dalla primavera del 2008, da quando l’esercito cinese, in seguito alle proteste che infiammarono Lhasa e l’intero Tibet, presidia militarmente tutto l’altopiano. Anche il governo di Kathmandu, pressato dalle richieste di Pechino che fornisce al Nepal importanti aiuti economici per la costruzione di infrastrutture (strade, ospedali, centrali elettriche), da tempo ha adottato la linea dura nei confronti dei tibetani reprimendo duramente qualsiasi manifestazione e arrivando a riconsegnare alle autorità cinesi decine di profughi che a prezzo di rischi enormi valicano la frontiera nepalese nel disperato tentativo di raggiungere l’India. … Read the rest of this entry »