Mobilitazione mondialeper liberare Tenzin Delek Rinpoche
Tibetani, giornata mondiale di mobilitazione per liberare Tenzin Delek Rinpoche
Sono 40mila le firme raccolte in tutto il mondo per chiedere al governo cinese l’immediato rilascio del monaco tibetano. Il “difensore della cultura, della religione e della libertà tibetana” era stato condannato a morte, poi all’ergastolo nel 2002 sulla base di accuse mai provate. I tibetani e i loro sostenitori hanno partecipato ieri a una giornata mondiale di mobilitazione per il rilascio di Tenzin Delek Rinpoche, rispettato leader religioso e responsabile della comunità dal Tibet dell’est, che sta scontando l’ergastolo in una prigione cinese. I dimostranti hanno raccolto 40mila firme in città di ogni parte del mondo per una petizione che verrà inviata alle ambasciate e ai consolati per denunciare l’ingiusto imprigionamento del monaco. … Read the rest of this entry »
Arrestato un cantante tibetano.
Tashi Dhondup sta scontando 15 mesi di lavori forzati per quei canti che le autorità chiamano “canzoni sovversive”.
“ L’occupazione è la privazione della libertà, è una tortura senza tracce”. “Martiri coraggiosi hanno sacrificato le loro vite per il Tibet, il mio cuore soffre se penso a loro e lacrime sgorgano dai miei occhi”. Per aver scritto e musicato questi versi coraggiosi è stato arrestato alla fine dello scorso anno e condannato, nel gennaio 2010, a quindici mesi di lavori forzati. Tashi era molto popolare tra i tibetani che in gran numero ascoltavano i suoi CD. Diffondeva le sue canzoni anche attraverso internet e il telefono cellulare. “L’occupazione del Tibet, la negazione della libertà
questa è tortura che non lascia tracce”
Da una canzone dell’artista tibetano Tashi Dhondup. Non è un testo “sottile”, scrive a ragione la Bbc . Ma all’autore è costato 15 mesi di lavori forzati. Queste parole ribelli sono costate la libertà a chi le ha scritte. Il cantante, Tashi Dhondup, è stato arrestato in Cina alla fine dello scorso anno, e, nel mese di gennaio, è stato condannato a 15 mesi di lavori forzati. Ma il suo vero delitto potrebbe essere semplicemente stato la sua grande popolarità. … Read the rest of this entry »
Gesù riposa in India?
A nord della penisola indiana, in Kashmir, c’è un santuario che ospita due tombe, una delle quali sarebbe quella di Gesù.
Gesù è morto come un uomo comune e giace in una tomba a Srinagar, capitale dello Stato indiano del Kashmir. Sembra la sceneggiatura di un romanzo di Dan Brown, e invece è la Lonely Planet, famosa collana di guide turistiche, che riporta la descrizione della “tomba di Gesù”, nel sito sepolcrale di Roza Bal, il cui significato deriva dal kashmiro Rauza-Bal, “tomba del profeta”. A nulla è servita la presa di distanza pubblicata nella più recente edizione della guida sull’India: la tomba è ormai meta di pellegrinaggio da parte di stranieri curiosi e di teorici della cospirazione. … Read the rest of this entry »
L’ambientalista tibetano Karma Samdrup condannato a 15 anni
Karma Samdrup, un noto ambientalista e uomo d’affari tibetano recentemente condannato.
Karma Samdrup, un noto ambientalista e uomo d’affari tibetano, in passato pubblicamente lodato dalle autorità cinesi per il suo impegno in campo filantropico e umanitario e riconosciuto nel 2006 come filantropo dell’anno dalla televisione cinese, è comparso il 22 giugno, davanti a un tribunale dello Xinjiang sotto l’accusa di essersi appropriato e aver venduto pezzi d’antiquariato. Il reato gli era stato contestato nel 1998 ma non era mai stato arrestato. Il suo arresto è invece avvenuto il 3 gennaio del corrente anno, a Chengdu, nel Sichuan, dopo l’intervento di Karma Samdrup a difesa di due suoi fratelli, Rinchen Samdrup e Jigme Namgyal, entrambi ambientalisti, arrestati nell’agosto 2009 sotto l’accusa di aver complottato contro la sicurezza dello stato. Namgyal sta scontando la condanna a ventuno anni di lavori forzati. Il processo di Rinchen è stato invece rinviato. Al termine di un processo durato tre giorni, l’ambientalista tibetano Karma Samdrup, è stato condannato a quindici anni di carcere in quanto riconosciuto colpevole di furto e smercio di pezzi d’antiquariato, accusa che gli era stata contestata nel lontano 1999 ma che non aveva mai comportato alcun procedimento penale. Esperti e analisti sono concordi nel ritenere che la vera causa della condanna di Karma sia da ricercare nella sua attività di attento e critico attivista in campo ambientale. Oltre a subire la pena di un lungo periodo di detenzione, Karma Samdrup è stato privato dei diritti politici per cinque anni e condannato a pagare una multa di 10.000 yuan (circa 1500 dollari). La moglie di Karma ha fatto sapere che, appreso il verdetto, il marito ha immediatamente espresso la volontà di ricorrere in appello. “Non lo riconosco più” – ha dichiarato la signora – “solo la sua voce è la stessa, prima era un uomo alto e forte, ora sembra così fragile…”. In aula, Karma Samdrup, quarantatre anni, è apparso dimagrito e molto provato, tanto che la moglie, che non lo vedeva dal 3 gennaio, ha fatto fatica a riconoscerlo. … Read the rest of this entry »
Gli scioperi, ultima possibilità per la giustizia e l’economia della Cina
di Wei Jingsheng AsiaNews – Un’ondata di scioperi – cominciate alla Foxconn e alla Honda – sta dilagando ormai in molte ditte cinesi. I lavoratori della Honda Lock di Zhongshan (Guangdong) hanno ripreso oggi a lavorare dopo una settimana di sciopero. Ma, secondo un portavoce della direzione, gli operai stanno “rallentando artificialmente” le operazioni. Nel fine settimana l’azienda ha offerto aumenti salariali di 200 yuan (circa 20 euro) al mese per ogni dipendente, ed ha annunciato che oggi il lavoro sarebbero ripreso regolarmente. Invece i dipendenti hanno incrociato le braccia e manifestato davanti alla fabbrica. … Read the rest of this entry »
Terremoto Jyekundo: i tibetani non vogliono farsi espropriare delle loro terre
Sono oltre 10.000, stando alle fonti tibetane, i morti del terremoto di Yushu, che qui vediamo in una delle cremazioni di massa.
I tibetani residenti a Jyekundo, la città più vicina all’epicentro del terremoto che lo scorso 14 aprile ha devastato la regione del Qinghai, sono contrari ai progetti di ricostruzione decisi dalle autorità di Pechino. La popolazione locale afferma, infatti, che la collocazione dei nuovi edifici governativi e scolastici priverà i cittadini di importanti parti del territorio urbano e di abitazioni centrali, rendendo più difficili le operazioni di carattere commerciale. Nel dare la notizia, l’organizzazione Tibet Watch riferisce inoltre che la popolazione locale, costituita al 97% da tibetani, non è stata coinvolta o consultata circa i piani di ristrutturazione e si è fatta un’idea di quanto i cinesi vanno progettando solo attraverso le immagini e le mappe che compaiono nei cartelloni appesi nelle strade, senza possibilità alcuna di leggere le didascalie che le accompagnano essendo scritte in cinese, una lingua che la maggior parte dei tibetani non conoscono. Le immagini , alcune particolarmente forti e drammatiche, delle devastazioni e delle operazioni di soccorso e cremazioni fatte dai monaci ai siti:
http://www.indybay.org/newsitems/2010/04/17/18644975.php e
http://picasaweb.google.com.au/aenpokyabgon/AllKyegu2010EarthquakePhotos?feat=directlink#5460974429686004722 .
Sosteniamo i superstiti tramite le associazioni italiane impegnate nei soccorsi con operatori direttamente sul posto: ROKP A Italia onlus info@rokpaitalia.it www.rokpaitalia.it – www.rokpa.org ROKPA YUSHU Earthquake BLOG: http://rokpa-yushu-relief.org/wordpress/ ; ASIA Onlus http://www.asia-onlus.org/ ; S.O.S. TIBET http://www.sostibet.org/ email: info@sostibet.org .. Read the rest of this entry »
Vice ministro cinese: dialogo sempre aperto
Nonostante i fatti smentiscano le parole, i burocrati cinesi continuano a proclamare la completa apertura della Cina al dialogo con il Dalai Lama sulla questione del Tibet. Tale disponibilità è stata ribadita a Oslo il 7 giugno 2010 dal Vice Ministro per gli Affari Esteri, signora Fu Ying, in occasione di un discorso tenuto presso l’Istituto Norvegese per gli Affari Internazionali. “La porta per il dialogo è sempre aperta e lo è da anni” – ha dichiarato Fu Ying – “vi sono delle difficoltà ma da parte cinese la volontà di proseguire i colloqui è sincera”. “Il Tibet è una regione lontana ed è importante che trovi una sua specifica via all’attuazione del progresso economico che le consenta, allo stesso tempo, di conservare la sua cultura e le sue tradizioni.”, ha proseguito il Vice Ministro specificando che si tratta di un processo difficile. “La cultura tibetana è unica e di grande valore”, ha affermato. “Recentemente, si è tenuta una Conferenza Nazionale sul Progresso in Tibet e sono stati decisi molti investimenti e aiuti. Per preservare l’ambiente, il 37% del territorio tibetano è già stato dichiarato Riserva Naturale protetta. Amo il Tibet e questa estate intendo trascorrervi le mie vacanze”. … Read the rest of this entry »
Attivista tibetano: “Tiananmen, una ferita per tutto il mondo”
L’anonimo ed eroico “ragazzo col sacchetto”che fermò per alcuni minuti i carri armati del governo mandati in piazza contro i manifestanti.
A 21 anni dal massacro del movimento studentesco, il direttore del TCHRD Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia dice ad AsiaNews: “Celebriamo l’anniversario pregando, affinché i desideri del movimento studentesco possano un giorno divenire realtà”. I tibetani “ricordano il massacro avvenuto in piazza Tiananmen pregando “affinché i desideri del movimento studentesco possano un giorno divenire realtà. Le Madri di Tiananmen chiedono al governo cinese che parli sul massacro. In 150mila a Hong Kong ricordano il massacro di Tiananmen. Li Peng, “macellaio di Tiananmen” era “pronto a morire” contro il caos degli studenti.
Democrazia e diritti umani sono correlati fra loro e, fino ad oggi, la popolazione cinese ha vissuto sotto il tallone di un regime repressivo che ha portato avanti delle continue violazioni ai diritti umani”. Lo dice ad AsiaNews Urgen Tenzin, direttore del Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia, in occasione del 21° anniversario della strage del 4 giugno 1989. Secondo l’attivista tibetano, il massacro è una cartina di tornasole per la situazione del Tibet: “Pechino ha ordinato e condotto una strage contro la propria gente, davanti agli occhi dell’umanità intera, nella piazza centrale della sua capitale. … Read the rest of this entry »