Guerra fredda tra Cina ed India?
Dal 7 all’8 agosto si è svolto a Nuova Delhi il 13esimo incontro tra i rappresentanti speciali di India e Cina per la questione dei confini. Read the rest of this entry »
I monaci disertano la propaganda cinese
Si fa sempre più ardua la possibilità dei monaci tibetani di praticare la loro fede in Tibet.
I monaci disertano la propaganda cinese, cacciato il religioso “responsabile”
Nel monastero Amdo Jaqung (Qinghai) i circa 400 monaci non partecipano alla sessione di indottrinamento patriottico. L’ufficio propaganda espelle il monaco responsabile per la disciplina. Fallisce la campagna di “rieducazione patriottica” dei monaci del monastero di Amdo Jaqung nella contea Bayen (prefettura di Tsoshar nel Qinghai). Per reazione, le autorità cinesi cacciano Lobsang Tsultrim, responsabile per la disciplina del monastero. Il 27 giugno funzionari dell’Ufficio affari religiosi di Bayen (in cinese: Hualong) e della polizia sono arrivati al monastero Amdo Jaqung per una sessione di “Educazione legale”, come ora è chiamata la ex “Educazione patriottica”, vere sedute di indottrinamento per convincere i monaci ad essere fedeli a Pechino piuttosto che al Dalai Lama. I funzionari hanno ordinato a Lobsang di riunire tutti i circa 400 monaci per la sessione di indottrinamento. Li ha chiamati, ma non è venuto nessuno. Read the rest of this entry »
Monaco condannato all’ergastolo
Si fa sempre più difficile la vita dei monaci tibetani in Tibet.
Ai tibetani è impedito di avere un avvocato di fiducia, i legali sono allontanati ed è loro negato di vedere i clienti. In processi a porte chiuse, senza difesa di fiducia, continuano le gravi condanne contro chi in Tibet ha osato protestare o inneggiare al Dalai Lama. Il Tribunale non ammette l’avvocato, perché il cliente già ne ha uno nominato d’ufficio: condannato all’ergastolo. Li Dunyong, legale di Pechino, insieme ad altri da tempo si è dichiarato pronto a difendere i tibetani. E’ stato nominato dalle famiglie per difendere i monaci Tsultrim Gyatso e Thabkey Gyatso del monastero di Labrang (Gansu), arrestati per avere partecipato a una protesta politica. Li spiega che le autorità gli hanno risposto che la sua opera non era necessaria, perché i monaci “già avevano un avvocato”. I due monaci, dopo che è stata loro negata la difesa, di recente sono stati rispettivamente condannati all’ergastolo e a 15 anni di carcere per “avere cercato di dividere il Paese”. L’agenzia Radio Free Asia ha denunciato ieri vari casi in cui il tribunale non ha accettato i legali officiati dagli imputati tibetani. Read the rest of this entry »
Autonomy? Think again
Sul quotidiano indiano in lingua inglese “The Times of India” del 20 luglio 2009 è uscito questo interessante contributo del tibetologo Elliot Sperling che si propone di prendere vivamente in considerazione, sia pure non tradotto, vista l’importanza delle sue analisi.
Autonomy? Think Again ( By Elliot Sperling, “Times of India”, July 20, 2009 ) Read the rest of this entry »
lo Xinjiang oggi come il Tibet un anno fa
Soldati cinesi in marcia
Gruppi di tibetani in esilio evidenziano analogie tra quanto accade oggi nello Xinjiang e la repressione in Tibet dopo le proteste del marzo 2008. Il timore è che ci siano sparizioni, condanne a morte e all’ergastolo, una costante legge marziale di fatto.
Solidarietà dai tibetani in esilio agli uighuri, per i tragici eventi di questi giorni con la polizia che spara sulla folla che protesta nella capitale Urumqi e causa centinaia di morti e un numero imprecisato di feriti. Una calma irreale è ora mantenuta da oltre 20mila soldati che presidiano la città. Il governo ha aggiornato ieri sera il bilancio degli scontri fra uiguri e polizia e fra uiguri e cinesi han. Secondo Pechino i morti sono 184 (da 156) , di cui 137 sono cinesi; i feriti più di mille. Ma secondo esuli uiguri vi sono migliaia di vittime uiguri. Cinque tra i maggiori gruppi di esuli tibetani hanno chiesto a Pechino di rilasciare chi è stato arrestato per avere protestato in modo pacifico, di ripristinare le comunicazioni internet e telefoniche con Urumqi, di consentire l’ingresso ai media, di cessare la campagna di propaganda che vuole colpevolizzare i manifestanti ma favorisce nuove violenze, di permettere un’indagine indipendente delle Nazioni Unite. Read the rest of this entry »
Xinjiang: le preghiere di S.S. il Dalai Lama
Sua Santità il Dalai Lama
Dichiarazione di Sua Santità il Dalai Lama
Sono profondamente rattristato e preoccupato, per l’aggravarsi della situazione nel Turkestan orientale (Xinjiang), in particolare per la tragica perdita di vite umane.
Esorto vivamente le autorità cinesi a dar prova di moderazione nell’affrontare la situazione in uno spirito di comprensione e lungimiranza.
Porgo le mie preghiere per coloro che hanno perso le loro vite, le loro famiglie ed altri colpiti da questa triste svolta degli eventi.
IL DALAI LAMA
Arrestato e scomparso nel nulla da due mesi un altro monaco tibetano
Prosegue la sistematica persecuzione delle autorità cinesi contro i monaci del monastero di Labrang. La polizia l’ha portato via incappucciato come in pericoloso criminale e da allora è scomparso. Tsayul Kelsang Gyatso, monaco del monastero di Labrang nella contea Sangchu (in cinese: Xiahe Xian) è stato arrestato in modo arbitrario lo scorso maggio ed è detenuto da oltre due mesi. Lo ha denunciato solo ora il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia (Tchrd ). Il monaco è stato portato via, con la testa incappucciata, durante un’incursione improvvisa di un gran numero di poliziotti, lo scorso 22 maggio. Si ignora dove sia, come pure le sue condizioni di salute. Non sono formalizzate accuse, ma pare che sia sospettato di avere partecipato alle proteste avvenuta a Labrang nel 2008. Prima dell’arresto, da tempo era sorvegliato a vista dalla polizia. Il Tchrd ricorda come la polizia attui una vera persecuzione contro i monaci del monastero di Labrang. Il 14 maggio scorso due monaci sono stati portati via dalla polizia e da allora sono scomparsi. I tibetani accusano le autorità cinesi di una persecuzione anche religiosa, che colpisce in specie i monaci e i fedeli, ai quali è persino proibito tenere foto o scritti del Dalai Lama, loro guida spirituale, pena l’arresto. (NC) (AsiaNews)
Uiguri e tibetani sotto la stessa repressione
La protesta delle donne Uigur
Caccia all’uomo, uiguri nel mirino. Le violenze della polizia ad Urumqi sono simili a quelle di Lhasa nel marzo 2008. Pechino dovrebbe “imparare una lezione” dai moti dello Xinjiang: risolvere il problema tibetano in accordo con il Dalai Lama. Il capo spirituale dei tibetani esorta sempre alla non violenza, ma alla sua morte la frustrazione dei tibetani potrebbe sfociare in rivolta. “La politica del governo cinese verso gli uiguri è molto simile a quella verso il popolo tibetano. Uiguri e tibetani soffrono sotto la stessa occupazione, entrambi sono repressi e dominati e devono sopportare le stesse umiliazioni”. È il commento di Urgen Tenzin, direttore esecutivo del centro tibetani per i diritti umani e la democrazia (Tchrd) ad AsiaNews , sulla e la repressione della polizia cinese verso le manifestazioni di Urumqi e in altre città dello Xinjiang. L’unica differenza – spiega Tenzin – è che “a differenza degli Uiguri, il popolo tibetano ha una guida spirituale e morale nel Dalai Lama che di continuo sottolinea e invita tutti i tibetani a risolvere il problema del Tibet in modo non violento”. Le manifestazioni e gli scontri di questi giorni ricordano molto da vicino quanto è successo lo scorso anno in Tibet. Manifestazioni a Lhasa e in altre aree tibetane si sono trasformate in rivolte e violenze contro l’esercito e la popolazione han. Pechino ha accusato i tibetani di terrorismo e di voler minare le Olimpiadi con la violenza. Read the rest of this entry »
Parlamentari nepalesi incontrano il Dalai Lama: è polemica con Pechino
Immediate proteste di Pechino. Il governo nepalese sente perfino il dovere di ribadire la sa posizione filocinese. Intanto oggi sono attese grandi manifestazioni in India per il 74° compleanno del Dalai Lama. E’ polemica in Nepal per l’incontro dei giorni scorsi tra il Dalai Lama, leader tibetano in esilio, e 6 parlamentari dei diversi partiti, anche di governo. Intanto oggi, per il 74° compleanno del Dalai Lama, sono attese manifestazioni di piazza dei tibetani in esilio in India e in Nepal, ma Kathmandu avverte che non saranno ammesse proteste anticinesi. Ai 6 parlamentari nepalesi, il Dalai Lama ha chiesto “di sostenere il movimento per un Tibet libero in Nepal e premere sul governo perché tratti gli esuli tibetani nello stesso modo in cui tratta quelli del Bhutan”. Il parlamentare B.P. Yadav ha assicurato il massimo impegno a questo fine, sia presso il premier che il presidente del Paese. In Nepal ci sono decine di migliaia di profughi tibetani e il governo, favorevole alla Cina, stronca con forza qualsiasi manifestazione anticinese. Immediata la reazione di Si Hui, vicecapo dell’ambasciata cinese in Nepal, che ha espresso “grande preoccupazione” per la visita e convocato presso di sé il ministro nepalese degli esteri. In risposta, il governo nepalese ha distribuito tra i parlamentari una lettera in cui ribadisce che esso riconosce il governo di Pechino come unico legittimo rappresentante di tutti i cinesi. Read the rest of this entry »
La nuova Dalai Lama che Pechino teme
La leader della maggioranza turcofona dello Xinjiang è stata incarcerata e poi espulsa. Gira il mondo diffondendo le ragioni del suo popolo: inaccettabile per la Cina. Rebiya Kadeer, la regina degli Uiguri. La nuova Dalai Lama che Pechino teme. Ex imprenditrice di successo, un tempo utilizzata dal regime come “esempio” di pacifica convivenza oggi è considerata una pericolosa sovversiva, Read the rest of this entry »