The Sutra of the Exalted Great Glorified Female Being

bbh2The Sutra of the Exalted Great Glorified Female Being

By The Buddha

In the language of India: Arya Mahalakshinii Sutra
In the language of Tibet: Phagpa päl chhenmoi do
In the language English: The Sutra of the Exalted Great Glorified Female Being

Prostration to all the buddhas and bodhisattvas.

Thus I have heard at one time. The Bhagavan (Destroyer-Qualified Gone Beyond One) was abiding in the Blissful Realm. Then, the bodhisattva mahasattva, the Arya Compassionate Eye Looking One Enriched with Qualities, went to the place where the Bhagavan was, prostrated his head at the feet of the Bhagavan, circumambulated the Bhagavan three times, and sat down to one side. Then, the Bhagavan looked at the Great Glorified Female Being and proclaimed to the Arya Compassionate Eye Looking One Enriched with Qualities as follows: Continue reading »

1 Ven. Gheshe Sonam Chanciub: La Bodhicitta

Ven. Gheshe Sonam Chanciub: Dopo aver compreso la propria sofferenza, bisogna capire che la vita stessa è dolore e questo pensiero può essere utilizzato per abbandonare il desiderio di rinascere nel Samsara, perché fino a quando continueremo a ritornare nella vita, saremo sempre costretti anche a sperimentare dolore.

Ven. Gheshe Sonam Chanciub: Dopo aver compreso la propria sofferenza, bisogna capire che la vita stessa è dolore e questo pensiero può essere utilizzato per abbandonare il desiderio di rinascere nel Samsara, perché fino a quando continueremo a ritornare nella vita, saremo sempre costretti anche a sperimentare dolore.

1 La Bodhicitta

Insegnamento del Ven. Gheshe Sonam Chanciub, Taranto 9 Ottobre 1997.
Traduzione dal tibetano in italiano a cura di Jigme Thupten. Trascrizione a cura di Silvano Scajola.

INTRODUZIONE

Il termine di Bodhicitta, nella lingua italiana, può essere tradotto come il puro desiderio di ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
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2 Ven. Gheshe Sonam Chanciub: La Bodhicitta

Ven. Gheshe Sonam Chanciub: "Ignoranza significa non conoscenza. Ad esempio, se adesso viviamo una vita felice, è perché abbiamo accumulato delle cause positive. Non conoscere una tale legge di causalità, è proprio ignoranza. La saggezza, al contrario, è sapere che se si compiono azioni positive, sarà possibile nel futuro ottenere una buona reincarnazione.

Ven. Gheshe Sonam Chanciub: "Ignoranza significa non conoscenza. Ad esempio, se adesso viviamo una vita felice, è perché abbiamo accumulato delle cause positive. Non conoscere una tale legge di causalità, è proprio ignoranza. La saggezza, al contrario, è sapere che se si compiono azioni positive, sarà possibile nel futuro ottenere una buona reincarnazione.

2 La Bodhicitta. Insegnamento del Ven. Gheshe Sonam Chanciub, Taranto 10 Ottobre 1997.
Traduzione dal tibetano in italiano a cura di Jigme Thupten. Trascrizione a cura di Silvano Scajola.

Lama Tzong Khapa nel suo Lam Rim, il Sentiero Graduale verso l’Illuminazione, ha scritto che per studiare bene, è molto importante ascoltare gli insegnamenti. Il nostro studio avrà come risultato la conoscenza della legge di causa-effetto, ma anche la conoscenza della Vacuità. Il maestro Shantideva ha detto che la nostra ricchezza principale è il nostro studio. Quindi, solo se studieremo bene, accumuleremo vera ricchezza. Inoltre, gli oggetti preziosi e le varie ricchezze materiali potrebbero esserci rubati dai ladri, mentre lo studio da noi compiuto non può esserci sottratto. Ciò che noi possediamo in questa vita, ricchezze e gli altri beni materiali, saremo costretti a lasciarli al momento della nostra morte, mentre il nostro studio rimarrà depositato all’interno del nostro continuum mentale e ci accompagnerà anche nelle vite future.

Un ulteriore effetto dello studio sarà lo sviluppo dell’intelligenza, cosa che tutti quanti desiderano.
Esso sarà poi causa di pace e felicità. Se non studieremo, la nostra ignoranza rimarrà con noi e darà origine a molte sofferenze sia del corpo che della mente. Un esempio di come l’ignoranza sia causa di sofferenza può essere rappresentato dall’esempio degli studenti che vanno a scuola: Essi saranno promossi alla classe successiva solo se avranno studiato; in caso contrario saranno bocciati e, a  causa della bocciatura, sperimenteranno sofferenza. Continue reading »

3 Ven. Gheshe Sonam Chanciub: La Bodhicitta

Ven. Gheshe Sonam Chanciub: "Prima bisogna conoscere e capire cosa sia la propria sofferenza, quale sia la sua causa; poi è necessario pensare che così come io soffro, anche tutti gli altri esseri soffrono; infine generare il desiderio di liberare questi esseri dalla sofferenza. Questa è la Grande Compassione".

Ven. Gheshe Sonam Chanciub: "Prima bisogna conoscere e capire cosa sia la propria sofferenza, quale sia la sua causa; poi è necessario pensare che così come io soffro, anche tutti gli altri esseri soffrono; infine generare il desiderio di liberare questi esseri dalla sofferenza. Questa è la Grande Compassione".

3 La Bodhicitta

Insegnamento del Ven. Gheshe Sonam Chanciub, Taranto l’11 Ottobre 1997.
Traduzione dal tibetano in italiano a cura di Jigme Thupten. Trascrizione a cura di Silvano Scajola.

Lama Tzong Khapa, tra le pagine del Lam Rim, il sentiero graduale, afferma che la nostra vita attuale è un bene molto prezioso, perché ci fornisce una buona occasione per compiere azioni positive. Se paragoniamo una casa ricca e piena di gioielli al nostro corpo, esso è sicuramente più prezioso.  Al momento della morte, però saremo costretti ad abbandonare sia i gioielli più preziosi che abbiamo accumulato, sia il nostro corpo che abbiamo grandemente e pazientemente curato. Continue reading »

4 Ven. Gheshe Sonam Chanciub: La Bodhicitta

Il Ven. Gheshe Sonam Chanciub dopo aver meditato nella Pineta di Primolo in Valtellina SO.

4 La Bodhicitta

Insegnamento del Ven. Gheshe Sonam Chanciub, Taranto il 12 Ottobre 1997.
Traduzione dal tibetano in italiano a cura di Jigme Thupten. Trascrizione a cura di Silvano Scajola.

Domani il Ven. Gheshe Sonam Chanciub concederà l’Iniziazione di lunga vita di Lama Tzong Khapa, ed è perciò molto importante comprendere cosa sia un’Iniziazione (Empowerment). In genere il Buddismo è diviso in due grandi scuole: una è la corrente “Mahayana” e l’altra è quella “Hinayana”.

“Yana” è un termine sanscrito che corrisponde al tibetano “tikpa” che indica un sentiero, che sfocia in felicità, derivato dal compimento di azioni positive. “Tikpa” significa che, se si compie una buona azione, il suo risultato sarà molto positivo; è, di conseguenza, un beneficio studiare le cause della felicità. “Tikpa” è, per pensiero analogico, il risultato positivo generato da una causa positiva, come, per esempio, lo studio. Continue reading »

5 Ven. Gheshe Sonam Chanciub: La Bodhicitta

Sua Santità il Dalai Lama col Ven. Gheshe Sonam Chanciub

Sua Santità il Dalai Lama col Ven. Gheshe Sonam Chanciub

5 La Bodhicitta

Insegnamento del Ven. Gheshe Sonam Chanciub, Taranto 13 Ottobre 1997.
Traduzione dal tibetano in italiano a cura di Jigme Thupten. Trascrizione a cura di Silvano Scajola.

Lama Tzong Khapa, nel Lam Rim Chen-mo ha spiegato quanto sia importante eliminare le nostre negatività e purificare la nostra mente per poter sviluppare le nostre qualità. Per purificare la nostra mente esistono quattro pratiche, chiamate anche i “Quattro poteri opponenti“. Continue reading »

H.H. Sakya Trizin: Emptiness

His Holiness Sakya Trizin: “The meaning of emptiness is not that phenomena do not exist. What is truly meant by emptiness is that everything that appears to our senses, absolutely everything, is interdependent ”.

His Holiness Sakya Trizin:The meaning of emptiness is not that phenomena do not exist. What is truly meant by emptiness is that everything that appears to our senses, absolutely everything, is interdependent ”.

Emptiness as Expressed in the Heart Sutra. A Teaching by His Holiness the Sakya Trizin.

The teachings of the Buddha are the source of all happiness and benefit, in this life as well as in future ones. Life makes many demands on us – we need food, shelter and other basic necessities for our survival. But the most meaningful thing in our lives is to discover the truth of all phenomena. One of the most important teachings that the Buddha gave us is that everything is impermanent, particularly our human life, which faces so many obstacles, and which can be cut short at any time. Whatever gains we attain in this life, whether it be wealth, fame, or prosperity, these gains will only last us during this lifetime, which is a very limited amount of time. This is why Jnanakirti, the great master, said that we must strive to realize truth while we have this great opportunity, as to have such an opportunity is very difficult, and it may not happen again for a very, very long time. And so, the most important, the most meaningful thing that we can do during this lifetime, which provides all the right conditions and is free from all the unfavourable states, is to discover the truth about the nature of reality. Continue reading »

Tilopa: Pith Instructions on Mahamudra

The great Mahasiddha Tilopa

Pith Instructions on Mahamudra from Mahasiddha Tilopa: The Ganges Mahamudra Upadesha 

I bow to Vajra Dakini.
1 Mahamudra cannot be taught, Naropa,

But your devotion to your teacher and the hardships you’ve met

Have made you patient in suffering and also wise:

Take this to heart, my worthy student.

2 For instance, consider space: what depends on what?

Likewise, mahamudra: it doesn’t depend on anything.

Don’t control. Let go and rest naturally.

Let what binds you let go and freedom is not in doubt.

3 When you look into space, seeing stops. Continue reading »

Dudjom Rinpoche: La Spiegazione dalla Supplica dei Versi del Vajra

Sua Santità Dudjom Rinpoche: Possano fiorire gli auspici del benessere e della felicità.

La Spiegazione dalla Supplica dei Versi del Vajra, intitolata “L’ornamento della Mente di Padma” di Sua Santità Dudjom Rinpoche, Jigdrel Yeshe Dorje.

Om Svasti, Avendo reso omaggio al Guru Supremo, il gioiello che esaurisce i desideri che disperde le miserie, solo pensando a Lui, che siano le mie parole capaci di aprire le porte a una piccola comprensione del senso della Supplica dei Versi del Vajra.

È affermato in queste parole:

DUSUM SANGYÉ GURU RINPOCHE

Buddha dei tre tempi, Guru Rinpoche,

NGÖDRUP KUNDAK DEWA CHENPO SHAB

Signore di tutti i siddhi, Grande Beatitudine,

BARCHÉ KUNSEL DÜDÜL DRAKPO TSAL

Disperdi tutti gli ostacoli, Irato soggiogatore di Mara,

SOLWA DEPSO JINGYI LABTU SOL

Ti supplico, concedici le tue benedizioni,

CHINANG SANGWÉ BARCHÉ SHIWA DANG

Pacifica gli ostacoli esterni, interni e segreti,

SAMPA LHUNGYI DRUBPAR JINGYI LOB

E benedicimi con la spontanea realizzazione dei miei desideri. Continue reading »

A. Berzin: Voti secondari del bodhisattva

Voti secondari del bodhisattva

Alexander Berzin, Agosto 1997. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Introduzione

I voti secondari del bodhisattva consistono nell’astenersi da quarantasei azioni errate (nyes-byas). Queste azioni errate sono divise in sette gruppi, ognuno dei quali è nocivo al nostro addestramento nei sei atteggiamenti lungimiranti (pha-rol-tu phyin-pa, sct. paramita, perfezioni) e al nostro essere di beneficio agli altri. Continue reading »

The Everflowing Nectar of Bodhicitta

bh11The Everflowing Nectar of Bodhicitta.
The Practice of Thousand-arm Chenrezig and the Eight Verses of Thought Transformation. The Mahayana Thought Training Annihilating the Demon of the Self-Cherishing Mind.

Tibetan root text by Langri Tangpa Dorje Senghe.

Introduction
What follows is an eight-verse teaching that contains the entire technique for transforming the mind into relative and absolute bodhicitta. It was composed by Langri Tangpa Dorje Senghe, a disciple of the virtuous friend, perfect in all knowledge, Kadampa Potowa Rinchen Sal, who in turn was a disciple of the holy lamp of the teachings, Atisha. Of his guru Potowa’s eight heart-sons, Langri Tangpa was the only one to receive the special instructions on exchanging oneself with others.

The practice of these teachings has three divisions: the preparation, the actual practice, and the completion. Continue reading »

Lama Tsong Khapa: Destino compiuto

Lama Tzong Khapa: All’inizio, ho cercato un ampio apprendimento,
Nel mezzo, tutti gli insegnamenti sono apparsi come istruzione spirituale,
E, alla fine, ho praticato tutto il giorno e tutta la notte:
Tutto questo l’ho dedicato alla diffusione dell’Insegnamento!

Destino compiuto: L’educazione di Tsong Khapa in un canto di realizzazione

OM! Che possiamo avere felicità ed eccellenza!

Gli occhi del mondo per vedere i regni superiori e la libertà della liberazione,
Luogo di riposo per coloro che sono stanchi di vagare sui sentieri dell’esistenza ciclica,

La radice della felicità e delle eccellenze: i miei gentili Guru
E il Nobile Signore Tesoro della Saggezza (Manjushri): mi inchino ai vostri piedi!

Per raccogliere una grande quantità [di merito e saggezza], con poco sforzo,

Gioire nella virtù è lodato come i meglio.
In particolare, per quanto riguarda le virtù passate raccolte da se stessi,
Se sviluppi, senza arroganza, una grande gioia nelle tue virtù del passato,

si dice che queste virtù aumenteranno ancora di più.

Per realizzare questo punto della affermazione del Vittorioso (Buddha),

E anche perché vedo anche molti altri scopi,
Sarebbe bene, o mente, provare una tale gioia!
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Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim – 1

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Il Ven. Ghesce Yesce Tobten con Alessandro Tenzin Villa, il Ven. Lobsang Dondem, Luciano Villa

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione. Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979. Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il benficio di tutti gli esseri senzienti. Prima parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden 30 novembre 1979

Il Dharma è il metodo per distruggere il nemico dei propri difetti mentali, i quali causano la sofferenza nei vari tipi di esistenza ciclica. L’esistenza ciclica è l’esistenza condizionata, caratterizzata da diverse sofferenze, e la causa di queste sofferenze consiste nei difetti mentali che inquinano, come veleni, la nostra mente e che sono a loro volta causa della creazione del karma. Continue reading »

Ghesce Sonam Rinchen: Ostacoli allo sviluppo della concentrazione

Ghesce Sonam Rinchen: Possiamo facilmente perdere la nostra focalizzazione su uno o più componenti della meditazione.

Ghesce Sonam Rinchen: Possiamo facilmente perdere la nostra focalizzazione su uno o più componenti della meditazione.

Ostacoli allo sviluppo della concentrazione, specialmente durante la meditazione di recitazione tantrica

Ghesce Sonam Rinchen, Dharamsala, India, Dicembre 1988. Tradotto e redatto da Alexander Berzin. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Introduzione

Per realizzare uno stato mentale calmo e posato (zhi-gnas, sct. shamatha), l’oggetto di focalizzazione deve restare lo stesso: le istruzioni guida affermano chiaramente che l’oggetto di focalizzazione non dovrebbe cambiare una volta scelto. Questo significa che non soltanto non dobbiamo cambiare il nostro oggetto di focalizzazione per lo sviluppo di shamatha passando, per esempio, dal nostro respiro ad una visualizzazione di Buddha. Significa anche che il nostro oggetto di focalizzazione non dovrebbe cambiare mentre ci stiamo focalizzando su di esso, per esempio nel caso in cui il Buddha che stiamo visualizzando si muove, diventa più grande o più piccolo oppure cambia nel corso della sessione. In questo modo, anche se potremmo raggiungere un eccellente stato di concentrazione di assorbimento (ting-nge-’d zin, sct. samadhi) focalizzandoci su una recitazione tantrica, Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim – 2

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Per eliminare la sofferenza occorre uscire dal samsara, bisogna estirpare la sua radice, la sua causa primaria, i difetti mentali, e per poterli eliminare bisogna saperli riconoscere.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Per eliminare la sofferenza occorre uscire dal samsara, bisogna estirpare la sua radice, la sua causa primaria, i difetti mentali, e per poterli eliminare bisogna saperli riconoscere.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione. Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979.Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il benficio di tutti gli esseri senzienti. Seconda parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden 1 dicembre 1979

Ieri sera abbiamo detto che tutti desideriamo la felicità ed essere liberi dalla sofferenza, e per poter raggiungere questo obiettivo dobbiamo praticare il Dharma. Abbiamo anche detto che la felicità si distingue in felicità di questa vita e in felicità delle vite future, come pure la sofferenza: da sopportare in questa vita e da sopportare nel futuro. Il Dharma è il metodo per sopportare queste sofferenze ed ottenere al felicità. Ma parlando di felicità e sofferenza delle vite future, dobbiamo comprendere l’esistenza di queste vite e ieri sera abbiamo portato le ragioni della loro esistenza, e il processo per poter arrivare a comprendere che esistono. Alcuni affermano che esistono, altri no. Dobbiamo usare la nostra ragione, intelligenza. Poi, verificando che in effetti esistono, accettare questo fatto porta solo vantaggi. Continue reading »

Padmasambhava: Four Teachings to the Dakini

These teachings from Padmasambhava were revealed as a terma treasure by Nyang Ral Nyima Ozer, 1124-1192.

Master Padma said: “You must make sure your Dharma practice becomes the real Dharma. You must make sure your Dharma becomes the real path. You must make sure your path can clarify confusion. You must make sure your confusion dawns as wisdom.”

What does that mean?” the lady Yeshe Tsogyal asked.

When you have understanding free from accepting and rejecting after knowing how to condense all the teachings into a single vehicle, then your Dharma practice becomes the real Dharma.
When in any practice you do you possess refuge and bodhichitta, and have unified the stages of development and completion, and means and knowledge, then your Dharma becomes the real path. Continue reading »

Naropa

Mahasiddha Naropa

Naropa [1016 – 1100] Naropa nacque a Lahore, in India. Fu discepolo di Tilopa e insegnante di Marpa. La famiglia di Naropa era molto ricca e potente. Nei suoi primi anni Naropa studiò tutte le discipline secondo la tradizione brahminica. Privatamente ricevette inoltre gli insegnamenti buddhisti. Un giorno chiese al padre di diventare monaco, ma egli non acconsentì.
Così si sposò e visse come capofamiglia fino a venticinque anni. Poi lui e la moglie decisero di prendere i voti e di andare all’università di Nalanda. Qui Naropa studiò la filosofia buddhista e divenne il più brillante erudito della famosa università. Un giorno, mentre leggeva i suoi testi, una vecchia donna gli si avvicinò e chiese cosa stesse facendo. Egli disse che stava leggendo un tantra. Udendo la risposta di Naropa la donna si rallegrò e iniziò a ballare. Gli chiese se capisse il significato del testo e lui rispose di sì. Continue reading »

Butön Rinpoche: Tre istruzioni essenziali in tre serie

Butön Rinchen Drup (1290–1364) XI abate del monastero di Shalu, fu un grande maestro Sakya del XIV secolo ed un importante leader buddista tibetano.

Butön Rinpoche: Tre istruzioni essenziali in tre serie

Namo Buddhāya!

Sebbene insignificanti siano le tue opere cattive, guardatene quasi fossero un veleno.
Sebbene sia difficile, pratica le virtù con diligenza.
L’afferrarsi al sé e i pensieri, il fondamento, tu distruggili.
Se possederai questi tre, sarai saggio.

Prendi su di te il carico delle opere cattive e delle sofferenze altrui.
Regala agli altri le tue gioie e le tue virtù.
Medita sempre sulla vacuità e sulla compassione.
Se possederai questi tre, sarai bodhisattva.

Conosci tutto ciò che appare come una illusoria forma divina.
La coscienza è beatitudine, luminosità e non concettualità.
Medita sul guru-yoga, questa è la benedizione.
Se possederai questi tre, tu sarai un praticante del tantra.

Queste tre istruzioni essenziali in tre serie sono state redatte e scritte per il Dagpo Rinchen dall’Onnisciente signore del dharma Butön Rinpoche.

(Tratto dal sito https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/buton/advice-in-three-sets-of-three che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Nāgārjuna: Elogio delle dodici opere

Buddha Sakyamuni

Elogio delle dodici opere

di Ārya Nāgārjuna

In lingua indiana: dvādaśakāra-nāma-stotra
In lingua tibetana: 
mdzad pa bcu gnyis kyi tshul la bstod pa
In lingua italiana: 
Elogio delle dodici opere

Si renda omaggio a Buddha Śākyamuni!

Ti loderò tu che all’inizio generasti una mente per l’illuminazione,
Che portasti a compimento le due accumulazioni dei meriti e della sapienza,
Tu che sei, attraverso le grandi opere di questo eone,
Il signore di tutti gli esseri senzienti.
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Consiglio in un’unica frase di Khenpo Ngawang Palzang

Khenchen Ngawang Palzang

Consiglio in un’unica frase di Khenpo Ngawang Palzang

Come trascritto da Nyoshul Khen Rinpoche

Omaggio al lama!

“Qui, nello Dzogpachenpo, ci acquietiamo, senza nulla alterare, in quella che chiamiamo essenza (o volto) della mente: in altri termini, la sua condizione fondamentale lasciata così com’è, la sua natura inerente.

Poi, è detto, “rimanendo non distratti, fate che la mente guardi in se stessa”. Il semplice volgersi all’interno mette a nudo la nostra capacità cognitiva che dimora in modo naturale, la nostra ‘consapevolezza ordinaria (tamal gyi shepa), e la fa sorgere.

Poi, in ogni istante, che sia mentre mangiamo, dormiamo, ci muoviamo o stiamo fermi, se riusciamo ad alimentarla, con presenza mentale e senza dimenticarcene, allora, come un vecchio che guarda un bambino giocare, avendo riconosciuto il dharmakāya che è la fonte della liberazione, riusciremo a condurre i pensieri – che ne sono l’espressione – sul sentiero, ed essi saranno liberati al sorgere, senza lasciar traccia. Continue reading »

Guru Yoga

Guru Yoga di Dudjom Lingpa, Dodrupchen Jikmé Tenpé Nyima e Tertön Sogyal

di Tertön Sogyal Lerab Lingpa

ཧཱུྃ། རིག་པའི་རང་སྣང་འོག་མིན་ཞིང༌།།

hung, rigpé rangnang womin shying

Hūṃ! Il mio rigpa si manifesta come il paradiso di Akaniṣṭha.

གསང་མཆོག་བདེ་ཆེན་ཕོ་བྲང་དུ།།

sang chok dechen podrang du

Qui, nel palazzo supremamente segreto della grande beatitudine,

རང་བྱུང་ངོ་མཚར་མཆོད་སྤྲིན་དབུས།།

rangjung ngotsar chötrin ü

fra favolose nuvole di offerte sorte spontaneamente,

དཔལ་ལྡན་བླ་མ་རྡོ་རྗེ་འཆང༌།།

palden lama dorjé chang

presiede il meraviglioso Vajradhāra Guru,

རྣལ་འབྱོར་རོལ་པའི་ཆས་རྫོགས་ཤིང༌།།

naljor rolpé ché dzok shing

dotato di tutti gli attributi di uno yogīn, Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim, i 51 fattori mentali. – 3

Ven. Ghesce Yesce Tobden

Ven. Ghesce Yesce Tobden

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione. I 51 fattori mentali. Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979.Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il benficio di tutti gli esseri senzienti. Terza parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden 1 dicembre 1979

I 51 fattori mentali principali.

Nella nostra mente vi sono diversi aspetti mentali, alcuni dei quali positivi, meritori, altri negativi, non meritori. È importante perciò conoscere bene la situazione della mente, comprendere bene la sua psicologia. I fattori mentali principali sono 51, alcuni positivi, altri negativi, altri ancora l’uno e l’altro. I primi 5 sono chiamati “ fattori mentali onnipresenti” in quanto si trovano in tutti i tipi di mente primaria, Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Tutto nasce dalla mente.

Lama Thubten Yeshe: Il vostro problema di fondo è il modo in cui fraintendete voi stessi.

Lama Thubten Yeshe: Il vostro problema di fondo è il modo in cui fraintendete voi stessi.

Lama Thubten Yeshe: Tutto nasce dalla mente

Il Buddhismo può essere compreso a diversi livelli e le persone che lo praticano lo fanno gradualmente. Come si passa gradualmente dalle scuole primarie all’università, frequentando di anno in anno, così i praticanti buddhisti procedono passo dopo passo lungo il sentiero verso l’illuminazione. Nel Buddhismo, tuttavia, parliamo anche di diversi livelli della mente. In questo caso ‘più alto’ e ‘più basso’ sono in relazione al progresso spirituale che è stato compiuto.

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Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim – 4

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La persona che si vuole liberare dalla sofferenza degli stati inferiori deve dapprima aver compreso l'esistenza delle vite future.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La persona che si vuole liberare dalla sofferenza degli stati inferiori deve dapprima aver compreso l'esistenza delle vite future.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione.Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979. Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Quarta parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden. 1 dicembre 1979In questo testo scritto da Maitreya si parla degli svantaggi dei fattori mentali negativi, affermando che “sono i nostri peggiori nemici”. In che senso? A causa dell’odio, ci vendichiamo quando ci viene fatto del male, ma la persona si vendicherà a sua volta e da ciò deriveranno moltissimi problemi. I difetti mentali ci portano a danneggiare gli altri, ci portano a distruggere la propria condotta morale. Quando essi prendono il sopravvento sulla nostra mente noi diventeremo oggetto del disprezzo degli altri, saremo criticati per essere irascibili, avidi, labili… Se non si sa controllare la propria mente avremo pochi amici e dovunque andremo coglieremo l’occasione per danneggiare ed offendere, Continue reading »

Lama Yeshe: L’alchimia del Tantra

Lama Yeshe: Secondo il tantra buddhista, noi siamo intrappolati nel cerchio dell’insoddisfazione perché abbiamo una visione della realtà ristretta ed opprimente.

Lama Yeshe: L’alchimia del Tantra

Siamo lieti di poter pubblicare in questo numero di Paramita 28 un altro capitolo dal libro «La via del tantra» delle edizioni Chiara Luce con la collaborazione della Fondazione Maitreya. Altri due capitoli sono già apparsi su Paramita 25 e Paramita 27.

1. Sebbene i nostri desideri abbiano come scopo la felicità, tuttavia continuiamo a ritrovarci insoddisfatti e frustrati. Chi o che cosa è responsabile del costante fallimento nello sperimentare la felicità e la pace, di cui siamo così disperatamente in cerca? Per rispondere a questa domanda osserviamo da vicino il modo in cui funziona il desiderio ordinario. Sentendoci per lo più incompleti, insicuri e irrealizzati, cerchiamo fuori di noi qualcosa o qualcuno che ci faccia sentire completi e proviamo, più o meno consapevolmente, la sensazione che: «Se soltanto avessi questo piuttosto di quello, allora sì che sarei felice!». Spinti da questo pensiero, cerchiamo di possedere qualsiasi oggetto attraente che sembri più adatto ad esaudire il nostro desiderio ed in questo processo trasformiamo l’oggetto in un idolo, sopravvalutando a tal punto le sue qualità positive da farlo assomigliare ben poco alla sua vera natura.

Il tentativo di ottenere il possesso dell’oggetto sopravvalutato dal desiderio può sia riuscire che fallire: se il tentativo non riesce, se l’oggetto rimane al di fuori della nostra portata, allora ovviamente ne saremo frustrati; più aspireremo ad un oggetto, più turbati saremo nel non poterlo ottenere. Ma cosa succede quando trionfiamo, quando riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo? Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim – 5

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Il Dharma è un ottimo metodo per risolvere i propri problemi e per poter aiutare gli altri a risolvere i loro. È anche il metodo migliore per poter far sorgere e generare un buon cuore, per poter essere buoni con tutti, generando amore e compassione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Il Dharma è un ottimo metodo per risolvere i propri problemi e per poter aiutare gli altri a risolvere i loro. È anche il metodo migliore per poter far sorgere e generare un buon cuore, per poter essere buoni con tutti, generando amore e compassione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione. Traduzione  del  Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979. Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Quinta parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: 2 dicembre 1979

Nei giorni scorsi abbiamo riflettuto sul fatto che tutti quanti desideriamo la felicità, ma non è sufficiente avere questo desiderio ed aspettare che arrivi, perché non la si può ottenere se non si fa qualcosa. Allo stesso modo tutti quanti vogliamo essere liberi dalla sofferenza e per poter essere liberi dobbiamo fare qualcosa: non basta desiderare di esserlo ed aspettare. Bisogna, quindi, applicare un metodo per raggiungere la felicità e per liberarci dalla sofferenza. Il metodo consiste nel cambiare la nostra mente. Nella nostra mente ci sono aspetti mentali positivi che devono essere coltivati: in questo modo la nostra mente migliora. Così pure, ci sono aspetti mentali negativi che devono essere eliminati: una volta eliminati gli aspetti mentali negativi, non ci sarà più alcun modo per dover soffrire ancora. Continue reading »

Voti ed impegni

Per essere capaci di ottenere il corpo e la mente puri di un essere evoluto, ci occorre una grande quantità di energia positiva e di saggezza. Per creare una tale riserva possiamo ricorrere a vari metodi: sviluppare bodhicitta, fare offerte ai Tre Gioielli Buddha, Dharma e Sangha; prendere i voti.

Rendendoci conto che ci sono in noi certe tendenze contrarie allo sviluppo spirituale e dannose per gli altri, dobbiamo adottare un modo di vita Continue reading »

The Buddha: The Sutra of Causes and Effects of Actions

bbh4The Buddha: The Sutra of Causes and Effects of Actions

Namo Buddha, namo Dharma, namo Sangha! Thus have I heard:

Once the Buddha was at Sravasti town, in the garden of Jeta, with many monks (sramana) and countless bodhisattvas and gods (devas), and they were with countless other worlds in company. The Chief Sovereign of the World (Lokajyestha) was expounding the Law and the assembly was listening with pure minds.

Thereupon Ananda, on account of these human beings, addressed the Buddha thus:

Chief of the World, now I see that each creature is born alike among people. There are handsome and ugly, strong and weak, rich and poor, happy and sad, noble and base, and their voices are not alike and their words diverse. There is the person who at one hundred years does not die and there is the one who dies at thirty; there is the one, not yet of full age, dies in the womb. There is the person who is handsome but poor, and there is the base and ugly, but who is rich; then there is the noble and strong without dignity and without rank, and there is the weak with dignity and rank, but unhappy. There is the person whose life is long and who is happy, and there is the one whose life is short. Continue reading »

16 Drops of Kadam

16 Drops of Kadam Initiation

At the conclusion of the 2015 Jangchup Lamrim Teachings, His Holiness the Dalai Lama kindly bestowed the Sixteen Drops of Kadam Initiation. Materials related to this initiation can be found below.

Introductory Information

The following excerpt is from the Introduction to The Book of Kadam: The Core Texts, translated by Geshe Thubten Jinpa, which contains more information on the 16 Drops of Kadam Initiation. The Book of Kadam is available from Wisdom Publications https://www.wisdompubs.org/book/book-kadam/introduction Continue reading »

La diffusione del Buddhismo in Asia

La diffusione del Buddhismo in Asia

Originariamente pubblicato come parte di: Berzin, Alexander. Buddhism and Its Impact on Asia. Asian Monographs, no. 8. Cairo: Cairo University, Centre for Asian Studies, June 1996. Traduzione italiana a cura di Julian Piras.

Cenni storici

Benché il Buddhismo non abbia mai sviluppato un movimento missionario, gli insegnamenti del Buddha si diffusero in tutto il subcontinente indiano e, da qui, in tutta l´Asia. I metodi e lo stile del Buddhismo furono modificati in ogni nuova cultura, per adattarsi alla mentalità locale, senza compromettere i punti essenziali della saggezza e della compassione. Inoltre, il Buddhismo non sviluppò mai una gerarchia religiosa globale con un capo supremo. In ogni paese dove il Buddhismo si è diffuso, esso ha sviluppato delle forme e delle strutture religiose specifiche, Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobten: Commentario al Bodhisattvacharyavatara di Shantideva

Ven. Ghesce Yeshe Tobden: Se consideri gli altri più importanti di te stesso, ti impegnerai facilmente nel compiere azioni positive verso di loro, anziché danneggiarli, e queste azioni positive ti torneranno come tuo diretto beneficio.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Commentario al Bodhisattvacharyavatara di Shantideva

(Chiara Luce Edizioni – 2014, 4° Ed.)

Prefazione di Sua Santità il XIV Dalai Lama, per la 2° Edizione del Commentario

Il Bodhisattvacharyavatara è stato composto dal famoso erudito indiano Shantideva, riconosciuto da tutte le scuole buddhiste in Tibet come uno dei maestri più degni di fiducia, e come una fonte di grande ispirazione. Il libro si concentra principalmente sulla coltivazione e l’accrescimento della mente del risveglio di bodhicitta, e in quanto tale è un testo mahayana. Inoltre la visione filosofica di Shantideva, come è rivelato in particolare nel nono capitolo sulla saggezza, segue la tradizione Madhyamaka-Prasangika di Chandrakirti.

L’enfasi maggiore del testo viene posta sul nutrire una mente che desidera beneficiare gli altri esseri senzienti. Nel corso della mia vita ho letto molte volte questo testo e ne ho ascoltato spiegazioni, ho riflettuto a fondo sul suo significato e ho pure avuto la fortuna di insegnarlo io stesso in molte occasioni. Di conseguenza ho una certa esperienza in merito ai consigli che vi sono contenuti e posso certamente affermare che continuano a essere applicabili e utili anche oggi. Se sinceramente cerchiamo di mettere in pratica l’essenza di questi insegnamenti, non avremo dubbi sulla loro efficacia. Continue reading »

Lama Yeshe : We need to eliminate that ego

Lama Yeshe : We need to eliminate that ego because it makes our life sick

From  1981: Public Life and Private Time by Adele Hulse, Big Loveauthor:

In Lama Yeshe’s last week at Chenrezig Institute he taught on Chenrezig guru yoga. He also gave a talk on tantra, conferred a thousand-armed Chenrezig initiation and held a question-and-answer session. On 22 July Lama Yeshe also gave a Mahakala initiation.

When Lama put the vase on my head during that Chenrezig initiation Continue reading »

Tsenzhab Serkong Rinpoche: Extra-bodily States in Buddhism

Tsenzhab Serkong Rinpoche: With proper guidance, a good motivation, and intense meditation practice, such states may be harnessed to expand one’s potentials for helping others and oneself to the benefit of all.

Tsenzhab Serkong Rinpoche: Extra-bodily States in Buddhism

The Buddhist literature and oral tradition record many instances of consciousness traveling with a subtle form outside the rough body.

Such phenomena have also been noted in the West and often labeled as “astral body travel.” Although it is difficult to correlate experiences and identify individual cases from one culture to another within the classification scheme of that other culture, nevertheless it may be useful to outline some varieties of this phenomenon as found in the Buddhist traditions of Indian and Tibet.

Illusory Body

Through intensive, deep meditation practice, it is possible to achieve an illusory body (sgyu-lus) (See:What is Meditation?). This is the result of extremely advanced complete stage (rdzogs-rim, completion stage) practice in the highest class of tantra, anuttarayoga. It is with this body that one gains the nonconceptual realization of voidness with a clear light subtlest mind. In this form, it is possible to travel extensively outside the limitations of one’s physical body, working for the benefit of others.

In order to attain an illusory body, it is necessary to have achieved beforehand renunciation of suffering, a bodhichitta aim to achieve Buddhahood in order to be able to help all others achieve the same, and a correct conceptual understanding of voidness. In addition, one must have attained single-pointed absorbed concentration (ting-nge-‘dzin, Skt. samadhi), received the proper tantric empowerments from a fully qualified tantric master, kept all the vows purely, and attained proficiency in the generation stage (bskyed-rim) and the initial complete stage practices of anuttarayoga tantra.

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1 – Il corpo sottile

chakra1

Il corpo sottile, prima parte.

L’essere umano non è costituito soltanto da un corpo grossolano, tangibile e visibile, come sembrerebbe ad un primo esame. Infatti, all’interno dei confini della nostra forma fisica ordinaria, esiste un altro corpo molto più sottile.In altre parole, nello skandha fisico della forma rientra sia il nostro corpo grossolano che quello sottile: il primo è composto di carne, ossa, ecc., per cui è una struttura statica ed anatomica, il secondo non ha come invece l’altro la forma concreta e tangibile della materia, ma possiede la forma radiante dell’energia. La sua luminosità e densità cambia coi nostri pensieri e sensazioni, e la sua radiosità naturale diventa un colore grigio-fumo in caso di malattia. Continue reading »

2 – Il corpo sottile

guru-maitripaIl corpo sottile, seconda parte.

La respirazione controlla i movimenti del rlun nelle nadi. Rispetto al processo respiratorio, la procedura può esser così sintetizzata: l’aria introdotta con l’inspirazione attraverso le narici gonfia le nadi laterali, dove porta la forza dei klesha (“rlun karmico”). Lo yogi, controllando il proprio respiro, fa entrare questo rlun nell’avadhuti dove si trasforma in consapevolezza e potere trascendentale, cioè diventa il “rlun della saggezza”, che vi viene trattenuto, mentre con l’espirazione espelle i klesha ed i karma negativi. L’unità delle due correnti laterali, cioè lo stato di “due in uno”, costituisce l’integrazione ed il completamento della nostra individualità: la fusione di cuore e mente, di compassione e saggezza, di azione e comprensione, per cui l’uomo diviene un essere armonico, completo, totale e perfetto. Continue reading »

Ghesce Rabten Rinpoche: Morte e Rinascita

Ghesce Rabten Rinpoche:  Quello che dai medici occidentali è assunto come il punto di morte, non è veramente tale fino a quando la coscienza e l’energia sono dentro il corpo.

Ghesce Rabten Rinpoche: Quello che dai medici occidentali è assunto come il punto di morte, non è veramente tale fino a quando la coscienza e l’energia sono dentro il corpo.

Ghesce Rabten Rinpoche: Morte e Rinascita

Il più sottile stato di coscienza

Le coscienze del sonno, se vengono usate correttamente, sono più potenti delle coscienze ordinarie. La ragione di questo fatto è che, mentre si dorme, tutte le altre coscienze sensoriali grossolane sono assorbite: il che produce una concentrazione più profonda e una mente più potente. I benefici di tali stati mentali possono essere compresi facendo uno sforzo per analizzarli con l’intento di farne buon uso. Benché noi dormiamo e sogniamo ogni notte, ciò non ci reca alcun beneficio perché non sappiamo cosa fare di queste coscienze.
Vi sono stati di coscienza ancora più sottili degli stati di sonno e sogno ed essi si presentano nel processo della morte, quando la mente si prepara a separarsi dal corpo. Anzitutto, ai momento della morte le coscienze grossolane sensoriali sono assorbite. Poi la coscienza diventa sempre più fine e sottile. Essa diventa sottile al massimo grado prima del momento della morte e nell’attimo stesso del trapasso è estremamente potente. Durante tutto il processo vi sono vari livelli di sottigliezza mentale è quello finale è chiamato chiara luce della morte. Benché questa coscienza di chiara luce, che è estremamente sottile, sia sempre esistita entro la nostra corrente di coscienza, Continue reading »

Ghesce Rabten Rinpoche: Lo sviluppo del corpo e la meditazione

Ghesce Rabten Rinpoche: Il termine samsara è usato metaforicamente per indicare un luogo, un paese o un pianeta, ma la vera esistenza ciclica è precisamente questo processo di essere sbattuti fra piacere o dolore, ricchezza e povertà, malattia e salute, morte e nascita e così via.

Ghesce Rabten Rinpoche: Il termine samsara è usato metaforicamente per indicare un luogo, un paese o un pianeta, ma la vera esistenza ciclica è precisamente questo processo di essere sbattuti fra piacere o dolore, ricchezza e povertà, malattia e salute, morte e nascita e così via.

Ghesce Rabten Rinpoche: Lo sviluppo del corpo e la meditazione

Lo sviluppo del corpo

In tempi diversi si sviluppano differenti generi di energie che a loro volta completano lo sviluppo dei vari aspetti e funzioni del corpo, stadio dopo stadio.
Il primo stadio è il sorgere dell’energia che sostiene la vita o energia vitale che è l’aria veramente basilare in quanto permette a tutte le altre di svilupparsi a tempo debito. Una parte di questa energia discende nella zona pelvica tra il sesso e l’ano ove diventa: energia discendente che espelle. Il suo lavoro è quello di facilitare la funzione urinaria, ecc. Poi una parte di questa aria sale al chakra dell’ombelico ove diventa energia regolatrice del calore, facilitando pertanto la digestione. Inoltre, una parte dell’aria sale alla regione pettorale, è chiamata energia ascendente e ci permette di parlare, ecc. Ancora una volta, traendo origine dall’aria che sostiene la vita si genera un‘energia pervasiva che si dispone nelle giunture e nelle parti mobili del corpo rendendo possibili i movimenti delle membra e così via.
Queste cinque sono le cinque arie principali e sono derivate essenzialmente dall’aria che sostiene la vita. Da queste cinque sorgono altre cinque arie che sono la base di tutte le esperienze visive, uditive, tattili, gustative e corporee. Quindi da queste arie se ne producono altre ancora più sottili che restano nei diversi centri, ciascuna a compiere la sua particolare funzione. Continue reading »

Lama Yesce: Emotional Ambition

Lama Yesce: Life itself is cyclic existence, samsara.

Lama Yesce: Life itself is cyclic existence, samsara.

Lama Yesce: Emotional Ambition

The whole question is, what makes us happy? What kind of action does not bring an undesirable result? What do we have to do to be happy? That’s what we have to investigate clean clear.

Our usual situation is that we’re either kind of happy, somewhat unhappy or in between. None of these three states is any good. Emotional happiness, the sort we experience when we go out night clubbing or something, the sort that normally makes us say, Continue reading »

Come affrontare la collera

bh-copia-4Gestire le emozioni: come affrontare la collera

Alexander Berzin, Penang, Malesia, luglio 1987 parlando ad un pubblico cinese. Traduzione italiana a cura di Davide Curzio.

Problemi nella vita

Il tema che discuteremo questa sera è “gestire le emozioni: come affrontare la collera.” Suppongo che la ragione per la quale ci siamo trovati per discutere tale questione è che quasi tutti noi abbiamo problemi nella vita. Vogliamo essere felici. Non vogliamo avere alcun problema, ma dobbiamo continuamente affrontare molte difficoltà differenti. Qualche volta siamo depressi; incontriamo difficoltà e ci sentiamo frustrati nel nostro lavoro, Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: I tre principi sacri

Chögyal Namkhai Norbu: è molto importante coordinare e rafforzare l’energia nella nostra condizione.

Chögyal Namkhai Norbu: I tre principi sacri

Buongiorno a tutti dappertutto. Oggi prima di cominciare la pratica vorrei spiegare un po’. Quando facciamo la pratica di Mandarava, iniziamo con le nove respirazioni e anche le visualizzazioni, non solo con le respirazioni. Quando espiriamo immaginiamo che tutte le negatività, gli ostacoli, il karma negativo e tutto questo viene espulso. Così quanto espiriamo integriamo nella vera natura degli elementi. Quando inspiriamo immaginiamo che tutte le sostanze e l’essenza degli elementi sono abbinate alla respirazione, ovvero è ciò che inspiriamo. Quando finiamo l’inspirazione tutto è integrato nella nostra dimensione. Con le nove respirazioni dovremmo fare questo. Poi facciamo l’Ati Guruyoga – ieri ho spiegato come farlo – e quando siamo nello stato dell’Ati Guruyoga siamo rilassati. Ma quando facciamo le pratiche dobbiamo pensare e fare le visualizzazioni. Così, dopo essere stati nello stato della contemplazione, di nuovo entriamo nei pensieri. Dopo facciamo il mantra di purificazione. Continue reading »

Nagarjuna: Seventy Verses on Emptiness

Nagarjuna: Seventy Verses on Emptiness

Nagarjuna (who lived during the second century C.E) is regarded as the founder of the Madhyamaka school of Mahayana Buddhism. His most important work was the Mulamadhyamaka-karika (‘Fundamental Verses on the Middle Way’). Other important works included the Yuktisastika (‘Sixty Verses on Reasoning’), and the Shunyatasaptati (‘Seventy Verses on Emptiness’).

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Gheshe Jampel Senghe: Figli della Kadampa

 

Gheshe Jampel Senghè

I Figli della Kadampa di Gheshe Jampel Senghè

Questi versi soni stati tradotti dal tibetano da Gheshe Jampel Senghe, Lama Fondatore dell’Istituto Samantabhadra, per i suoi primi discepoli romani.

Figli o discendenti della Kadampa sono chiamati i praticanti della Tradizione Vajrayana seguaci della Scuola Kadampa, la più rigorosa per disciplina e dottrina fra le scuote buddhistiche di questa Tradizione, fondata in Tibet intono al 1050 a.C. dal Pandit indiano Atisha Dipamkara Srijnana e riorganizzata nel sec.XV da Je Rimpoce, Lama Tzong Khapa con il nuovo nome di Ghelupa. Una breve opera di Shri Atisha intitolata Bodhipatapradipam (“La Luce sul Sentiero del’illuminazione”, qui disponibile in italiano https://www.sangye.it/altro/?p=81 è considerata tra i testi radice del Dharma Vajrayana nella sua espressione tibetana; i versi che seguono valgono come l’essenza di quell’opera.

Esiste una zona di solitudine,

vuota del pensiero dell’io.

Su di un morbido cuscino di accuratezza e diligenza un uomo sta,

fuggito dall’ignoranza verso l’illuminazione,

immobile,

le gambe incrociate dell’attenzione e del ricordo,

vestito di morbida stoffa di modestia, diligente.

La tazza della mente,

piena del dolce latte d’amore e bodhicitta,

poggia sul solido tavolo della concentrata meditazione;

senza macchia di impurità è la tersa superficie della tavola.

I vivaci colori dei fiori della sapienza brillano tutto intorno;

il loro dolce profumo è l’obbedienza alle leggi del vinaya.

Nel bosco le piante offrono

fragranti frutti d’oro:

il nirvana del mahayana.

Pura moralità e opinioni di dottrina brillano come cristalli.

Questa, in breve, è l’esistenza dei discendenti della kadampa.

Questi versi sono stati pubblicati su Paramita – Quaderni di Buddhismo, n°4, Roma, ott.- dic. ’82, p.5)

Istituto samantabhadra, Roma, marzo 1994 http://www.samantabhadra.org/file/texts/I_Figli_della_Kadampa.pdf

Insegnamenti del 13° Dalai Lama all’età di otto anni

Sua Santità il XIII Dalai Lama Thubten Gyatso

Insegnamenti del 13° Dalai Lama all’età di otto anni

La rivista «Arena» che si stampava a Boston (USA) cent’anni fa per circoli teosofici, ha pubblicato nel 1894 il racconto, con commenti redazionali, dell’incontro che l’esploratore tedesco Heinrich Hènsoldt aveva avuto anni prima a Lhasa con il XIII Dalai Lama (1876-1933), all’epoca di appena 8 anni. Ne pubblichiamo una parte, con le riserve d’uso.

«Quando mi trovavo nell’India del nord, avevo spesso sentito dire dai missionari inglesi e da uomini colti che pretendevano di conoscere perfettamente il Lamaismo, che il Dalai era un semplice bamboccio nelle mani di una banda di intriganti. Un professore inglese molto abile mi aveva anche assicurato, a Darjeeling, che il bambino scelto per fare il Dalai Lama era sempre un povero essere, un debole di spirito, un triste esemplare della più triste umanità, a cui si rendeva l’esistenza insopportabile per la monotonia di un cerimoniale vuoto di senso. Così quando fui condotto davanti al Gran Lama mi aspettavo di incontrare un essere imbecille, col quale ogni conversazione sarebbe stata impossibile. Era, in effetti, un ragazzino di appena otto anni. Ma, al posto della fisionomia indifferente ed inintelligente che credevo di incontrare, trovai uno sguardo che mi riempì di stupore e di timore. Era un viso di una grande simmetria e di una grande bellezza, un viso indimenticabile per la sua singolare espressione di malinconia, che contrastava stranamente coi suoi tratti infantili. Ma ciò che mi colpì di più furono i suoi occhi. Era impossibile che quelli fossero gli occhi di un bambino di otto anni. In verità, il Dalai Lama non è un mortale ordinario. I suoi occhi erano sicuramente quelli di un iniziato superiore dell’esoterismo, così diverso dallo sguardo dei suoi adepti, che non ci si potrebbe sbagliare o dimenticare dopo averli visti una sola volta. Essi avevano qualcosa di sovrumano e apportavano al non iniziato l’impressione di un’età considerevole. Se il viso è, in realtà, l’espressione dello spirito, gli occhi possono essere considerati come la sua vera fonte, e servire a scoprirvi le conoscenze trascendenti o le grandi esperienze mentali … Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Lo scopo della Meditazione

Lama Zopa Rinpoche: La nostra pratica della meditazione, di coltivazione della mente, non dovrà essere passiva. Non potremo spezzare le catene della sofferenza con il solo accettare ciecamente quello che qualcuno, sia pure un grande maestro, ci dice di fare. Dovremo invece usare la nostra intelligenza innata per verificare e vedere se un comportamento che ci viene indicato è efficace. 

Lama Zopa Rinpoche: La nostra pratica della meditazione, di coltivazione della mente, non dovrà essere passiva. Non potremo spezzare le catene della sofferenza con il solo accettare ciecamente quello che qualcuno, sia pure un grande maestro, ci dice di fare. Dovremo invece usare la nostra intelligenza innata per verificare e vedere se un comportamento che ci viene indicato è efficace.


Lama Zopa Rinpoche: Lo scopo della Meditazione

Vorrei brevemente introdurre la pratica della meditazione. Molte persone nel mondo, in occidente così come in oriente, sono molto interessate a meditare; provano attrazione per questa pratica e manifestano grande interesse. Eppure, delle molte persone che praticano la meditazione, solamente alcune ne comprendono veramente lo scopo.

Ciascuno di noi qui possiede un corpo fisico costituito di ossa, carne, sangue eccetera. Attualmente non siamo in grado di esercitare un completo controllo sul corpo, e di conseguenza incorriamo sempre in problemi. Se ci fosse un uomo così ricco che La sua ricchezza fosse pari a quella del mondo intero, nonostante la sua enorme fortuna, nel caso che la sua mente fosse imprigionata in un corpo incontrollabile, egli vivrebbe in continua sofferenza. Ricchi o poveri, nessuno di noi sfugge a questo problema. Per quanto ci proviamo, non riusciamo mai a trovare una soluzione per le nostre difficoltà. Se risolviamo un problema, un’altro immediatamente si presenta. I conflitti e le sofferenze che il mantenimento del nostro corpo fisico comporta sono sempre gli stessi, dovunque noi siamo. Se siamo saggi abbastanza da penetrare in profondità nel cuore di questo impegno e verificare come stanno effettivamente le cose, vediamo subito l’universalità di questa situazione insoddisfacente. Ci appare chiaro anche che se non avessimo un corpo così privo di controllo, non potremmo assolutamente sperimentare le sofferenze che questo comporta.

Il problema principale dì noi tutti è la sofferenza di non riuscire a soddisfare i nostri numerosi desideri. Continue reading »

H.H. Sakya Trizin: Following the Path

His Holiness Sakya Trizin: “The guide is the Buddha, and the Dharma is the path you need to follow to reach the destination.”.

His Holiness Sakya Trizin: “The guide is the Buddha, and the Dharma is the path you need to follow to reach the destination.”.

Following the Path, Reading the Signs.

Teachings given by H.H. Sakya Trizin in Bristol, England, October 1991

Lord Buddha has given many teachings for the benefit of all sentient beings. Since all sentient beings have differing mentalities, propensities and defilements they need very many different types of teaching just as different types of medicine are needed to treat different diseases. Thus in Tibetan Buddhism we have four major schools, which are all a reflection of Buddha’s activity. Every sentient being possesses Buddha Nature and it is for this reason that everyone, (if they work hard) can become a Buddha. Continue reading »

Lama Yesce: A Perfect Object of Refuge

The most profound way of living is with great compassion for all universal living beings.

The most profound way of living is with great compassion for all universal living beings.

Lama Yesce: A Perfect Object of Refuge

How many different religions are there in the world today? I’m not criticizing, but just look at how many followers they have and how these people are practicing their religion. What kind of refuge do they take? Check up.

Forget about materialists, who haven’t discovered any religion; they only take refuge in material things. But even religious people, who have a little better understanding, still mostly take refuge in ridiculous ways. For example, statues of Lord Buddha are material objects; if we take refuge in them, we too are taking refuge in material things. Continue reading »

Lama Yeshe: Bodhicitta, the Perfection of Dharma

Lama Yesce: When you dedicate yourself to others with loving kindness you get a lot more pleasure than you would otherwise.

Lama Yesce: When you dedicate yourself to others with loving kindness you get a lot more pleasure than you would otherwise.

Lama Yeshe: Bodhicitta, the Perfection of Dharma

I think it is absolutely essential for us to have loving kindness towards others. There is no doubt about this. Loving kindness is the essence of bodhicitta, the attitude of the bodhisattva. It is the most comfortable path, the most comfortable meditation. There can be no philosophical, scientific or psychological disagreement with this. With bodhicitta, there’s no East-West conflict. This path is the most comfortable, most perfect, one hundred percent uncomplicated one, free of any danger of leading people to extremes. Without bodhicitta, nothing works. And most of all, your meditation doesn’t work, and realizations don’t come. Continue reading »

Bokar Rimpoce: L’essenza del Vajrayana

Kyabje Bokar Rinpoche: Praticando nel modo giusto i profondi insegnamenti vajrayana, si potranno percorrere rapidamente i diversi sentieri della evoluzione spirituale.

Bokar Rimpoce: L’essenza del Vajrayana

Iniziamo la pubblicazione di alcuni articoli sul vajrayana, apparsi sulla rivista “Dharma” n. 9/90; questo primo articolo è ricavato da un insegnamento che ha avuto luogo all’Istituto Karma Ling di Arvillard (Francia) nel novembre 1988, tradotto dal tibetano in francese da Lama Denis.

Bokar Rimpoce

In linea generale l’evoluzione dell’Universo è ciclica, con una successione di cicli cosmici chiamati Kalpa. Kalpa è il tempo che passa dalla nascita di un Universo alla sua dissoluzione dopo una lunga fase evolutiva; nascita, evoluzione e scomparsa di un Universo formano un ciclo cosmico, un kalpa e dalle lontane origini se ne sono avuti un numero incalcolabile. Alcuni di questi cicli cosmici sono considerati luminosi, altri oscuri: sono luminosi i kalpa nei quali è apparso un Buddha e ha dato l’insegnamento, sono oscuri quelli che non hanno avuto la luce fiammeggiante e l’insegnamento. Questi ultimi sono molto più numerosi dei primi. Il kalpa o ciclo cosmico nel quale viviamo è particolarmente propizio perché è stato predetto che avrebbe avuto l’insegnamento di mille Buddha; questo kalpa è cominciato con dei presagi molto positivi, sotto forma di mille fiori di loto che hanno annunciato l’avvento di mille Buddha nel corso del ciclo. Quattro di questi Buddha sono già apparsi: tre nei millenni passati ed il quarto è Sakyamuni e noi oggi siamo i detentori dei suoi insegnamenti. I tre Buddha del passato hanno trasmesso insegnamenti nella forma dei sutra e non dei tantra. Il quarto Buddha, Sakyamuni, ha trasmesso sia gli insegnamenti dei sutra che gli insegnamenti dei tantra. Tenendo conto che nessuno dei 996 Buddha del futuro trasmetterà insegnamenti di tantra, si comprende facilmente quanto sia rara e preziosa la trasmissione completa che abbiamo a disposizione. Continue reading »

Lama Dagyah Rimpoce: Consigli di un lama a praticanti (e maestri)

Sua Santità il Dalai Lama con Dagyab Rinpoche

Lama Dagyah Rimpoce: Consigli di un lama a praticanti (e maestri)

Questa che pubblichiamo è una parte (lacunosa in alcuni punti per difetti di registrazione) dell’insegnamento svolto in lingua tedesca all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia nell’aprile 1987 dal Lama Dagyab Rimpoce. Questo testo, che in qualche passaggio richiama alla memoria lo stile del lama Thubten Yeshe, affronta con coraggiosa spregiudi:catezza alcuni problemi che stanno emergendo nelle comunità buddhiste dell’Occidente e che sono in genere trascurati o affrontati senza la necessaria obiettività e correttezza. Sono significative in particolare le opinioni di Dagyab Rimpoce (trattandosi per di più di un maestro tantrico tibetano) sui rapporti tra maestro e discepolo, che – per immaturità del discepolo, ma talora anahe per qualche apparenza di presuntuosità nel maestro – non sono sempre improntati a quella confidenza familiare ed amichevole che è necessaria affinché l’insegnamento diventi un aiuto valido nel processo di realizzazione del Risveglio.

Lama Dagyab Rimpoce

1. Il buddhismo si sta rapidamente espandendo in Occidente, ma capita ancora spesso che molti occidentali siano allergici ad esso, perché lo considerano culturalmente superato ed esotico. Questo giudizio trae alimento dall’abuso che si fa spesso negli insegnamenti buddhisti di parole antiche e straniere: sanscrite, tibetane, ecc. Così presentato, accade che l’insegnamento appaia esotico nella sua globalità. Si dimentica che il buddhismo è una dottrina ancorata alle condizioni reali di tutte le persone, è un insegnamento che si collega alla vita di ognuno, alle singole condizioni esistenziali. È quindi importante che sia presentato con un linguaggio comprensibile ed adatto a tutti. Continue reading »

Namkhai Norbu: Rifugio, Bodhicitta e consapevolezza

Sua Santità il Dalai Lama con Namkhai Norbu: Consapevolezza vuol dire comprendere la realtà per quello che essa è, senza modificarla e falsificarla.

Namkhai Norbu: Rifugio, Bodhicitta e consapevolezza

È questo il primo degli insegnamenti presentati durante il ritiro Dzog-chen di Merigar (Arcidosso) nell’aprile 1987.

Che cosa è l’insegnamento Dzog-chen?

Non è solo un sistema di pratiche di visualizzazione; lo scopo fondamentale che ci si propone è l’integrazione dello stato dell’individuo con la pratica continua della contemplazione. Non è una cosa facile, ci vuole molto allenamento prima di raggiungere l’integrazione della contemplazione con la nostra vita. Questo è il motivo per cui ci siamo riuniti qui in ritiro. È molto importante cercare di essere presenti e consapevoli nella nostra vita di ogni giorno, in questo modo si può trovare il vero stato della contemplazione. La contemplazione deve essere parte integrante della vita, non, una pratica da attuare in un tempio, per un periodo limitato.

Uno dei concetti più importanti nell’insegnamento buddhista è quello di Bodhicitta. È qualcosa di cui si parola con molto entusiasmo: il beneficio di tutti gli esseri senzienti. In realtà attuare ciò nella propria vita è veramente qualcosa di straordinario, ma questo non può accadere se semplicemente vengono recitati dei versi o se si allena la mente con questo pensiero. Bodhicitta non è una parola, non è un concetto o qualcosa che si pretende di avere. Bodhicitta vuol dire comprendere in profondità la propria condizione ed attraverso essa comprendere quella di tutti gli esseri. Per questo, qualsiasi pratica si :faccia, comunque, si viene a parlare di Bodhicitta.

In questo caso Bodhicitta vuol dire prima di tutto esaminare quale è la propria intenzione: se la propria intenzione non è corretta, bisogna correggerla. Ad esempio: già partecipare ad un ritiro presuppone un’intenzione precisa. Avere chiaro questo è centinaia, migliaia di volte meglio che recitare qualche verso di Bodhicitta. Quindi prima di iniziare questo ritiro dobbiamo focalizzare bene, le nostre intenzioni e lo scopo che ci proponiamo. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Bodhicitta, The Perfection of Dharma

Lama Thubten Yeshe The Western environment offers lots of suffering conditions that act as causes for our actualizing bodhicitta

Lama Thubten Yeshe The Western environment offers lots of suffering conditions that act as causes for our actualizing bodhicitta

Lama Thubten Yeshe: Bodhicitta, The Perfection of Dharma

By Lama Thubten Yeshe. Kopan Monastery, Nepal 1983 (Archive #395) Lama Yeshe gave this teaching at Kopan Course No. 16, held at Kopan Monastery, Nepal, in Nov-Dec 1983. This was the last public teaching by Lama Yeshe before his tragic passing away in March 1984, so it has a special significance.

I think it is absolutely essential for us to have loving kindness towards others. There is no doubt about this. Loving kindness is the essence of bodhicitta, the attitude of the bodhisattva. It is the most comfortable path, the most comfortable meditation. There can be no philosophical, scientific or psychological disagreement with this. With bodhicitta, there’s no East-West conflict. This path is the most comfortable, most perfect, one hundred percent uncomplicated one, free of any danger of leading people to extremes. Without bodhicitta, nothing works. And most of all, your meditation doesn’t work, and realizations don’t come. Continue reading »

Tibetan Buddhism and Psychotherapy: a conversation with H. H. the Dalai Lama

Tibetan Buddhism and Psychotherapy: a conversation with H. H. the Dalai Lama

David Ross Komito, Amherst, Massachusetts. The Journal of Transpersonal Psychology, 1983, Vol. 15, No.1. From an interview conducted on July 8, 1982.

I came to the town of Dharamsala in northern India to discuss with the monk-scholars, at the Library of Tibetan Works and Archives, several difficult points in a Buddhist philosophical treatise which I was translating. Continue reading »

Lama Yeshe on thousand-armed Avalokiteshvara

Lama Yesce: Carl Jung explained that every group of people living in a common environment develops a kind of individual ego.

Lama Yesce: Carl Jung explained that every group of people living in a common environment develops a kind of individual ego.

Lama Yeshe: We need to eliminate that ego because it makes our life sick.

When Lama put the vase on my head during that Chenrezig initiation I thought I would physically explode,” said one student. “I had to concentrate every ounce of my energy as I felt a force like a blissful thunderbolt, a cyclone, a volcano, synthesize in my head. A few seconds later I was aware that my memory of this experience was already fading in an exponential wave. I knew that if I multiplied whatever memory I could rescue of it by a hundred, it still wouldn’t be anything near the experience. Somehow, that made me feel very secure. It became my personal quality control as the most amazing experience of my life.

That standard of pleasure Lama had set for me didn’t so much make me detached as put pleasure into perspective. Now I find the only way to solve the suffering of attachment to pleasure is certainly not to try and be detached while practicing asceticism, but to experience what real pleasure is. Then the rest can be seen for what it is. For me, no orgasm, however ‘spiritual,’ can come close to a Chenrezig initiation.”

From Lama Yeshe’s teachings on thousand-armed Avalokiteshvara Continue reading »

Padmasambhava: Consapevolezza Rigpa

Padmasambhava

Padmasambhava

Padmasambhava: Consapevolezza Rigpa

di Giuseppe Baroetto

Omaggio alla divinità dai tre corpi, consapevolezza che risplende di luce propria.

Dal “profondo insegnamento sulla liberazione naturale tramite la contemplazione delle divinità pacifiche e irate”:

L’INTRODUZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA

La liberazione naturale tramite la nuda visione.

Si contempli bene la consapevolezza di sé, così come viene indicata in questo insegnamento. O figli fortunati! Samaya. Sigillato, sigillato, sigillato.

Oh! l’unica coscienza, presente sia nella trasmigrazione che nella liberazione, è proprio sé stessi sin dal principio, tuttavia non la si riconosce; la sua chiara consapevolezza è incessante, tuttavia non la si incontra; essa appare ovunque liberamente, tuttavia non la si identifica. Continue reading »

Vth Dalaï Lama: Directions on the Stages of the Path to Enlightenment

5th Dalai Lama

Directions on the Stages of the Path to Enlightenment: Instructions from the Mouth of Mañjuśri1.

by the Vth Dalaï Lama Ngawang Lobsang Gyatso (1617-1682)

(translated by Ilia Durovic)

When I behold the Well-Born from the outer ocean of the twin collection of the State of Union, Method and Wisdom,
Atop the colossal boughs of harmonious major and minor marks,

Peerless Omniscience, ripened fruit of one hundred tastes,
Guru of the migrators, who has become a kin of the sun,
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La Gemma del Cuore per il Fortunato

Guru Rinpoche

Guru Rinpoche

Dudjom Rinpoche: La Gemma del Cuore per il Fortunato

Il Grande Maestro dell’ Oddiyana [Guru Rinpoche] ha detto:

Non tagliate alla radice dei fenomeni, tagliate alla radice della vostra mente.
Tagliate alla radice della vostra mente, quindi conoscendo questa unica cosa, liberate tutto.
Non tagliando alla radice della vostra mente, quindi conoscendo tutto, vi siete persi questa unica cosa.
Pertanto, quando ci impegniamo nella pratica effettiva della verità ultima della mente, raddrizzate il corpo, lasciate fluire il respiro naturalmente, e guardate con occhi semiaperti lo spazio davanti a voi. Continue reading »

Lama Yeshe: Check Your Understanding

Lama Yesce: Everything is constantly changing.

Lama Yesce: Everything is constantly changing.

Lama Yeshe: Check Your Understanding

If your spiritual practice and the demands of your everyday life are not in harmony, it means there’s something wrong with the way you are practicing. Your practice should satisfy your dissatisfied mind while providing solutions to the problems of everyday life. If it doesn’t, check carefully to see what you really understand about your religious practice.

Spirituality and Materialism

People often talk about spirituality and materialism, but what do these terms really mean? You’ll find that, as individuals, each of us has a different view.

Some think they’re opposites, two irreconcilable extremes. Others think you can’t lead a spiritual life while living in a materialistic society, that to do so you have to abandon all enjoyment of material things. Continue reading »

Gampopa: The Very Essence of Mind, Mahamudra

Gampopa

Gampopa: The Very Essence of Mind, Mahamudra, the One Sufficient Path

Homage to the genuine gurus.

The Mahamudra of Gampopa, the One Sufficient Path, has three sections:
1) To Have a Decisive Understanding About the True Nature,
2) The Introduction to the Fundamental Character, and
3) Training on the Path of Suchness.

To Have a Decisive Understanding About the True Nature
Mahamudra has no causes.
Mahamudra has no conditions.
Mahamudra has no methods.
Mahamudra has no path.
Mahamudra has no result.
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Lama Zopa Rirnpoche: meditazioni di purificazione sul respiro.

Lama Zopa Rirnpoche: La mente guarda la mente che si sta concentrando.

Lama Zopa Rirnpoche: La mente guarda la mente che si sta concentrando.

Lama Zopa Rirnpoche: meditazioni di purificazione sul respiro.

Visualizzate il Buddha della Compassione, Tara o il Buddha della Medicina, eccetera. Inalando, una luce che viene dal cuore della divinità, e che è nella natura della grande compassione, benedice tutti gli esseri senzienti. Riempie tutto il vostro e corpo e la mente di grande compassione, nel cuore. Mantenete la mente in questo stato per qualche tempo, in quel sentimento di grande compassione verso ciascun essere senziente. senza discriminazione, sentendo le loro sofferenze e generando il pensiero di liberarli tutti dalle sofferenze e dai problemi, noi da soli.
Poi espirate tutti i
difetti, tutte le illusioni, il karma negativo, le impronte negative e specialmente l’ego. Nell’espirare, tutte le negativici escono fuori nella forma di fumo o di inquinamento. Va oltre questo mondo. In questo modo si usa la meditazione sul respiro per la purificazione. Continue reading »

The final words of Padmasambhava

Padmasambhava

Padmasambhava

The final words of Padmasambhava

Homage to the master.

Lady Tsogyal of Kharchen served the nirmanakaya Orgyen Padmakara from her eighth year, accompanying him like a shadow follows a body. When the master was about to leave Tibet for the land of the rakshas, I, Lady Kharchen, having offered a mandala of gold and turquoise and having arranged a tantric feast, a wheel of gathering, implored:

Great master! You are leaving to tame the rakshas. I am left behind here in Tibet. Although I have served you for a long time, master, this old woman has no confidence about the time of death. So I beseech you to kindly give me an instruction condensing all teachings into one, which is concise and easy to practice.

The great master replied: Devoted one with a faithful and virtuous mind, listen to me. Although there are many profound key points of body, rest free and relaxed as you feel comfortable. Everything is included in simply that. Continue reading »

Ghesce Choe-Khor Tshang Rinpoche: Lo Yoga del Sogno

Gheshe Choe-Khor Tshang Rinpoche col suo maestro S. E. Yongzin Lopön Tenzin Namdak Rinpoche

Lo Yoga del Sogno: Conferenza e Seminario con Ghesce Choe-Khor Tshang Rinpoche a Roma: 19, 20, 21 maggio 2017.

Conferenza con Choekhortshang Rinpoche Roma, 19 maggio 2017.

È la seconda volta che vengo a Roma a dare insegnamenti e ringrazio tutti voi che siete accorsi qui numerosi.

Oggi parliamo dello Yoga del Sogno e molti di voi avranno già ricevuto insegnanti in proposito. Generalmente, nel Buddhismo, il sogno è considerato un illusione. È un illusione correlata con sé stessi. Anche se il sogno è illusorio c’è un modo di collegarlo a qualcosa. Continue reading »

1 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

Lama Thubten Yeshe:  La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

Lama Thubten Yeshe: La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

1 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

Ora cercheremo di concentrarci sulla nostra stessa coscienza. Questo approccio alla concentrazione viene a volte chiamato non-concettualizzazione, non-concezione o non-superstizione; in tibetano, “me togpa”.
A questo punto il
grande yogi Lama Tzong Khapa nel suo lam-rim dice che si dovrebbe contemplare la chiarezza della propria coscienza senza seguire nessun altro tipo di fenomeno, nessun altro oggetto come una divinità o una forma, o colore o suono, sillaba seme o matura. Lama Tzong Khapa dice che dovremmo lasciare da parte queste cose. Così, quando in meditazione arriva una visione particolare, fantastica, se anche venisse il Buddha o qualche altra immagine, non seguitela.
Ha detto il
grande yogi Tilopa “Lasciate la mente sulla sola coscienza, senza aggiungere alcun colore o abito. In questo modo angolose concettualizzazioni divengono chiare, contempliamo la sola coscienza”. Continue reading »

2 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

Lama Thubten Yeshe:  La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

Lama Thubten Yeshe: La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

2 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

I livelli grossolani di concettualizzazione sono come queste vesti, ogni volta che si va più in profondo, sempre di più, si elimina uno strato. Si raggiungono strati più sottili, sempre più sottili. Quando la mente raggiunge lo strato sottile, magari l’inconscio profondo per la psicologia occidentale, così sottile che si può toccare la realtà, è; incredibilmente potente. Dal momento che soggettivamente la vostra saggezza è così incredibilmente sottile, così netta il toccare la realtà è; più potente di una bomba nucleare. Succede così. Nell’approfondire la concentrazione continuate ad eliminare, le concettualizzazioni, j livelli più grossolani della mente.
Ecco il motivo per
cui l’approccio tantrico alla Maharnudra consiste nell’eliminare i livelli grossolani di coscienza e cercare di percepire la coscienza sottile. Continue reading »

Gheshe Rabten: La pratica della meditazione

Ghesce Rabten: La causa radice di tutti i nostri problemi è l’ignoranza. 

Ghesce Rabten: La causa radice di tutti i nostri problemi è l’ignoranza.

Gheshe Rabten: La pratica della meditazione

Durante la meditazione, la concentrazione o calmo dimorare si manifesta quando i nostri fattori mentali sono purificati, e quindi la nostra mente può dimorare pacificamente sull’oggetto.
Vi sono due tipi di meditazione: analitica e concentrativa. Per eliminare le illusioni e raggiungere l’obiettivo è necessario utilizzare entrambi i tipi di meditazione. C’è chi sostiene che la riflessione e lo studio del Dharma non sono meditazione, ma le scritture affermano che anche queste
attività sono in effetti forme di meditazione. Se non riflettiamo attentamente e non conosciamo la natura dell’oggetto, non ci potremo concentrare bene. La confusione della mente è prodotta dalla mente stessa; per pacificarla quindi è richiesta una attività della mente stessa, e nient’altro di esterno. L’attività principale deve essere mentale: su questa base, fattori come un luogo adatto e la postura di meditazione possono essere d’aiuto.
Il luogo in cui pratichiamo la meditazione dovrebbe essere pulito, tranquillo, vicino alla natura, e piacevole ai nostri occhi. Il corpo dovrebbe essere sano, non malato. Anche il sedere nella postura corretta è di aiuto. La postura ideale per la meditazione consta di sette aspetti:
1. se non è dolorosa, la postura migliore è quella del vajra, Continue reading »

Padmasambhava: How to die

Padmasambhava: Have trust and settle in the state of equanimity.

Padmasambhava: How to die

In Insights by Erik Pema Kunsang

Liberation Through Hearing in the Bardo:
From the Six Wonderful Methods for Enlightenment Without Cultivation.

Here I [Padmasambhava] shall explain the profound meaning of liberation through hearing
for the ones who have arrived at the time of death.
Among the three kinds of bardos, the first is the time of the bardo of dying.

Fortunate one of noble family, listen one-point­edly. Pay heed. Do not wander.
Every experience in this world is Mara’s dream-like illusion.
Everything is impermanent, everyone is subject to death.
Noble one, turn away from further painful states.

The experiences of whiteness, redness and blackness are all the magical display of your mind.
These experiences are nothing other than yourself.
Do not be afraid. Do not fear them.
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Purificazione di Vajrasattva

Vajrasattva

Vajrasattva

Purificazione di Vajrasattva

Il potere della fiducia Visualizzate a circa dieci centimetri al di sopra della vostra testa un fiore di loto bianco e aperto con sopra un disco di luna sul quale è seduto Vajrasattva. Vajrasattva è bianco, trasparente e indossa stupendi ornamenti e i suoi abiti sono fatti di sete celestiali. Ogni aspetto di questa visualizzazione è composto di luce. Vajrasattva ha due mani incrociate all’altezza del cuore: la mano destra tiene un vajra, simbolo della grande beatitudine, la sinistra tiene una campana simbolo della saggezza della vacuità. Il vajra e la campana insieme significano che Vajrasattva ha realizzato lo stato illuminato, l’inseparabile unione dei corpo della saggezza e della forma. Al suo cuore c’è un disco di luna al cui centro sta in verticale la sillaba seme hum mentre le lettere del mantra dalle cento sillabe di Vasjrasattva in verticale e disposte in senso antiorario formano una corolla ai bordi del disco lunare.

Mantenendo questa visualizzazione chiara nella vostra mente, recitate la seguente preghiera per la presa di rifugio e la generazione di bodhicitta:

Prendo rifugio nei tre preziosi sublimi;

libererò tutti gli esseri senzienti e li guiderò all’illuminazione.

Per questo genero perfettamente bodhicitta. (x3) Continue reading »

Lama Yeshe: L’autoemanazione

Lama Thubten Yeshe: Anche se abbiamo tutti una natura fondamentalmente pura, non è facile entrare in contatto con essa …

Lama Yeshe: L’autoemanazione

1. – « Perché devo emanare me stesso nell’aspetto di Manjushri o di qualunque altra divinità?», potrete chiedervi. « È già abbastanza difficile per me emanarmi come un uomo, o come una donna. Perciò, perché dovrei cambiare aspetto e mettermi un’altra maschera, la maschera di Manjushri? ». Bisogna ricordare che quando ci emaniamo nell’aspetto di Manjushri non è per manifestarci come qualcosa di diverso da ciò che già siamo. Noi abbiamo già le profonde qualità di una tale manifestazione divina e il motivo per cui pratichiamo l’emanazione di noi stessi nell’aspetto di una divinità è quello di poter riconoscere e coltivare più pienamente queste qualità, piuttosto che restare intrappolati miseramente nelle anguste proiezioni di un atteggiamento autocommiserante: «Sono brutto, stupido, debole ed inutile».

Potreste anche domandarvi: « Ma allora, come può Manjushri, o qualunque altra divinità tantrica essere l’essenza di ciò che io già sono? Non assomiglio a nessuna di queste divinità; non sono arancione, né blu, né verde; non ho che un viso e due braccia, cosa che molte di esse non hanno». Naturalmente, sorgeranno obiezioni simili a queste, ma se vogliamo risolverle una volta per sempre dobbiamo prima di tutto esaminare molto attentamente chi pensiamo di essere veramente. Continue reading »

Gheshe Jampel Senghe, Gheshe Rabten: Lo yoga del sogno

Gheshe Jampel Senghe: “Anche la posizione del corpo è importante per avere un sonno equilibrato e quindi un sogno consapevole, chiaro e completo”.

Gheshe Jampel Senghe: Lo yoga del sogno

È questo il primo di tre articoli su «Sogno, morte e Bardo», una pratica del Buddhismo tantrico, che presentiamo come è stata insegnata dal Gheshe Jampel Senghe, utilizzando anche l’opuscolo «Livelli di coscienza» di Gheshe Rabten Rimpoche, edito da «Ghe Pel Ling – Maitri». Il prossimo articolo sarà dedicato alla meditazione sulla morte e il terzo all’esperienza del Bardo. Questi insegnamenti si basano su testi dei maestri indiani Vasubandu, Nagarjuna e Naropa, nella rielaborazione di Lama Tzong Khapa. Una traduzione italiana del testo attribuito a Naropa sui Sei Yoga (di cui il terzo è lo Yoga del sogno) si trova nel volume Lo Yoga tibetano, curato da Evans-Wentz ed edito da Ubaldini, Roma 1973.

Lo « Yoga del sogno » è una pratica buddhista che i Lama tibetani usano proporre con particolare enfasi per due motivi: è facilmente praticabile anche da principianti e non richiede, almeno nel suo aspetto essoterico, preventive iniziazioni. Questa pratica permette di trasformare il tempo dedicato al sonno in una vera e propria meditazione, che si realizza mentre si sta dormendo. « Adoperare la coscienza del sogno – dice Gheshe Rabten – significa che noi sviluppiamo uno stato mentale di gran lunga più potente di quello attuale… Ciò lascia un’impronta incisiva e profonda nella mente, perché il sogno è uno stato di coscienza molto sottile e concentrato. Avendo completamente sviluppato l’abilità di essere consci nel sogno, possiamo usare questa abilità per meditare sulla vacuità». Continue reading »

Giuseppe Baroetto: Yantra yoga, lo yoga tantrico

Giuseppe Baroetto: Yantra yoga, lo yoga tantrico

Il termine « yoga » è oggi entrato nella lingua comune e, per chi ne sa di più, è quasi sempre sinonimo di Hatha Yoga e del sistema di Patanjali. Su questo Yoga esistono parecchie pubblicazioni e molti sono quelli che lo praticano, chi in una forma chi in un’altra, non riuscendo, spesso, a comprenderne l’ideale di fondo.

Esso sembra aver séguito anche nei centri buddhisti, persino in quelli che si rifanno alle scuole tibetane. La stranezza è che queste scuole si presentano come le dirette continuatrici della tradizione dei Siddha, famosi per le loro realizzazioni yogiche, e quindi dovrebbero possedere un proprio sistema di Yoga anche fisico: se questo sistema esistesse e venisse insegnato, non si ricorrerebbe più ad un metodo, l’Hatha Yoga, la cui finalità è estranea all’orizzonte ideologico del tantrismo buddhista. Continue reading »

Giuseppe Baroetto: Yantra Yoga

Giuseppe Baroetto: Yantra Yoga

Lo Yantra Yoga è un metodo di realizzazione che si fonda sulla conoscenza del «corpo del Vajra » cioè del corpo fisico in quanto supporto del respiro e della mente e, quindi, base della funzione dell’energia sottile. Esso ci conduce alla dottrina del Vajrayana, il terzo Veicolo buddhista che trae origine dalle rivelazioni visionarie contenute nei Tantra – i testi nei quali viene descritta ed interpretata la pura manifestazione di un Realizzato.

Seguendo i Tantra superiori o Anuttara Tantra, il praticante deve riusciere a trasformare realmente, attraverso un processo immaginativo, se stesso e la propria dimensione ordinaria nella forma della manifestazione divina che gli è stata indicata dal Maestro attraverso un’iniziazione; quindi, grazie al processo di perfezionamento, il praticante estende e completa l’esperienza d’integrazione cosicché tutta l’esistenza viene percepita come energia della Vacuità ed ogni dualità è superata. Come mezzo fondamentale per attuare il processo di perfezionamento il praticante dispone di uno Yoga fisico, lo Yantra, e di metodi di controllo dell’energia che possono essere inclusi nel sistema di Yantra o ad esso collegati. Ogni Tantra, quindi, dovrebbe comprendere uno Yantra Yoga più o meno elaborato. Continue reading »

La visione buddhista riguardo le altre religioni

bh5La visione buddhista riguardo le altre religioni

Singapore, 10 agosto 1988. Estratto riveduto da Berzin, Alexander and Chodron, Thubten. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999. Traduzione italiana a cura di Julian Piras

Domanda: Qual è la visione del Buddhismo riguardo l’esistenza delle altre religioni?

Risposta: Dato che non tutti hanno le stesse inclinazioni e gli stessi interessi, Buddha ha insegnato metodi differenti a persone diverse. Citando questo esempio, Sua Santità il Dalai Lama dice che è meraviglioso che al mondo esistano così tante religioni diverse tra di loro. Non c’è un tipo di cibo che attragga tutti e, allo stesso modo, non c’è una religione o un insieme di credenze che possa soddisfare i bisogni di tutti. E’ perciò estremamente positivo che sia disponibile una varietà di diverse religioni tra cui si possa scegliere. Egli ne gioisce ed accoglie favorevolmente questa varietà.

Oggigiorno c’è un crescente dialogo, basato sul rispetto reciproco tra i maestri buddhisti e i leader delle altre religioni. Continue reading »

The Kalacakra Tantra on the Sadhana and Mandala

The Kalacakra Tantra on the Sadhana and Mandala: A Review Article

The Kalacakra Tantra: The Chapter onSadhana, Together with the Vimalaprabha Commentary, Translated from Sanskrit, Tibetan, and Mongolian, Introduced and Annotated by Vesna A. Wallace. (Treasury of the Buddhist Sciences Series, Tengyur Translation Initiative). New York, The American Institute of Buddhist Studies, Columbia University Center for Buddhist Studies, and Tibet House US, 2010.

The Kalacakra Tantra was the last Buddhist tantra to appear in India, before the disappearance of Buddhism there, roughly a thousand years ago. Continue reading »

Ghesce Ngawang Dhargyey: Superare l’egoismo

Ghesce Ngawang Dhargyey

Ghesce Ngawang Dhargyey

Consiglio sul superamento dell’egoismo

Ghesce Ngawang Dhargyey, Dharamsala, India, 1973, tradotto dal tibetano in inglese da Sharpa Tulku, trascritto e lievemente edito da Alexander Berzin, copy editing di Annette Andrews, traduzione in italiano a cura di Davide Curzio.

Ghesce Ngawang Dhargyey

Tu detti le tue regole personali, leggi e costituzioni. Se altri infrangono le tue leggi, li prendi e li punisci. Ma se sei tu stesso a infrangerle, ti concedi di lasciar correre. Gheshe Sharmawa disse: “Finché non riconoscerai come nemici le tue debolezze personali e il tuo ego, non sarai ricettivo verso alcun aiuto.” Continue reading »

Equiparare e scambiare se stessi con gli altri

Tsenshap Serkong Rinpoche I: Pensiamo ai difetti di un atteggiamento egoistico ed ai benefici dell’avere un atteggiamento premuroso verso gli altri.

Tsenciab Serkong Rinpoche I: Equiparare e scambiare i propri atteggiamenti riguardo a se stessi e agli altri.

Tradotto da Alexander Berzin, Dharamsala, India, 4 giugno 1983. Traduzione italiana a cura di Valentina Tamiazzo.

Mera equanimità. La visualizzazione di tre persone. Cessare la repulsione per qualcuno che disprezziamo. Cessare l’attaccamento verso qualcuno che ci piace. Cessare l’indifferenza verso qualcuno di neutrale. L’eminente equanimità del Mahayana. Il modo per attuare l’equanimità che dipende dal proprio punto di vista. Il modo per attuare l’equanimità che dipende dai punti di vista altrui. Il modo per attuare l’equanimità che dipende dal punto di vista più profondo. Le cinque decisioni: 1 Cesserò di essere di parte, 2 Libererò me stesso dall’egoismo, 3 Prendersi cura degli altri sarà la mia pratica principale, 4 Sono certamente in grado di scambiare i miei atteggiamenti riguardo a me stesso e agli altri, 5 Scambierò certamente i miei atteggiamenti riguardo a me stesso e agli altri.

Tsenciab Serkong Rinpoche I

Ci sono due tradizioni sul modo di sviluppare la bodhicitta, un cuore dedicato interamente agli altri e all’ottenimento dell’illuminazione al fine di beneficiarli il più possibile: (1) la tradizione dell’insegnamento di causa ed effetto in sette parti, e (2) la tradizione dell’equiparare e scambiare i propri atteggiamenti verso se stessi e verso gli altri. Continue reading »

Serkong Rinpoche: Il sentiero graduale per l’illuminazione

Tsenciab Serkong Rinpoche: Soltanto il Dharma può aiutarci al momento della morte.

Tsenciab Serkong Rinpoche: Soltanto il Dharma può aiutarci al momento della morte.

Tsenciab Serkong Rinpoche I: Riassunto del sentiero graduale per l’illuminazione.

Dharamsala, India, Ottobre 1976. Traduzione di Alexander Berzin. Revisione di Luke Roberts e Alexander Berzin. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

La preziosa rinascita umana

Perché una preziosa rinascita umana è come una gemma che esaudisce i desideri.

Questo prezioso corpo umano che possediamo è più prezioso di una gemma che esaudisce i desideri. È la base per l’agio, ma l’agio e l’opportunità che sono consentiti dal nostro corpo non sono quelli di sballarci con le droghe, bensì di praticare il Dharma. Perché il prezioso corpo umano è più prezioso di una gemma che esaudisce i desideri? Perché con le gemme che esaudiscono i desideri possiamo ottenere cibo e bevande per questa vita, ma una gemma che esaudisce i desideri non può beneficiarci nelle vite future. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Una proposta tantrica per cristiani

Lama Thubten Yeshe: La vera religione tende alla realizzazione delle più alte potenzialità della persona umana.

Lama Thubten Yeshe: Una proposta tantrica per cristiani

Da «Il Suono del Silenzio» riprendiamo, per gentile concessione dell’editore, l’intervista concessa da Lama Yeshe nel Natale del 1978 ad interlocutori cristiani presso il Manjusri Institute di Ulverston (Inghilterra). Il Suono del Silenzio di Lama Yeshe è disponibile presso l’editore (Chiara Luce Edizioni – Pomaia) al prezzo di lire 12.000.

Domanda: Potreste indicarci in breve una pratica di meditazione adatta a coloro che sono devoti a Gesù?

Lama Yesce: Come pratica quotidiana vi consiglio la seguente: sedetevi o inginocchiatevi in una posizione confortevole, rilassati ma con la schiena dritta.

Visualizzate con l’occhio della mente, Gesù davanti a voi. Il suo volto ha una espressione tranquilla, piena di pace e di amore. Potete usare come modello una immagine del Cristo risorto o del Cristo che insegna. Immaginate poi che dalla sommità del suo capo, circonfuso da una luce intensa, una luce bianca raggiunga la vostra testa. Questa luce bianca corrisponde ad una energia che dà beatitudine ed entrando nel vostro corpo lo purifica dalle contaminazioni fisiche, i peccati, accumulati nel corso di innumerevoli vite. Questa energia bianca, piena di beatitudine, purifica il corpo da ogni malattia, compreso il cancro e riattiva e rinnova il vostro sistema nervoso.

Visualizzate poi una luce rossa che si irradia dalla gola di Gesù ed entra nella vostra, riempiendo il vostro centro vocale di una sensazione di beatitudine. Se nel parlare avete dei problemi, perché dite sempre bugie o parlate male degli altri o usate un linguaggio violento, la luce rossa vi purificherà da queste energie negative e voi scoprirete le qualità divine della parola. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Vita, Morte e Stato Dopo la Morte Bardo

Lama Thubten Yeshe: Vita, Morte e Stato Dopo la Morte Bardo

Ginevra (Svizzera) settembre 1983.

Prima dissertazione

Questa sera inizierò con una breve introduzione sulla realtà umana: morte e bardo dal punto di vista buddhista. Il Buddhismo sostiene che gli esseri umani possiedono qualità molto elevate e, in special modo, i requisiti dell’intuizione e della capacità mentale. Secondo il punto di vista buddhista, il processo di crescita umano è diverso da quello di un vegetale: ogni essere umano ha una storia estesa, un lungo periodo di evoluzione della coscienza umana individuale. Continue reading »

Serkong Rinpoche: Uno sguardo d’insieme al Lam rim

Tsenciab Serkong Rinpoche: Come primo passo verso lo sviluppo di una finalità di bodhicitta, dobbiamo promettere fortemente che non nuoceremo a nessun essere. 

Tsenciab Serkong Rinpoche: Come primo passo verso lo sviluppo di una finalità di bodhicitta, dobbiamo promettere fortemente che non nuoceremo a nessun essere. 

Tsenciab Serkong Rinpoche I: Uno sguardo d’insieme al Lam rim, il sentiero graduale della mente.

Londra, Inghilterra, Ottobre 1982. Traduzione e revisione di Alexander Berzin. Revisione successiva di Pauline Yeats. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Il migliore uso di una preziosa rinascita umana.

Tutti noi abbiamo ottenuto una preziosa rinascita umana, con un prezioso corpo umano che ci permette il maggior progresso spirituale possibile. Non potremmo avere un’opportunità migliore per raggiungere l’illuminazione che in questo momento, come esseri umani – neppure se rinascessimo come Indra, il re degli dei!

Siccome non c’è migliore base di lavoro di quella che abbiamo in questo momento, è importante che conosciamo tutte le procedure per farne l’uso migliore. La maniera più eccellente per avere un progresso spirituale è lo sviluppare dentro di noi, gradualmente sempre di più, un cuore buono e gentile. Continue reading »

Nāgārjuna: In Praise of the Twelve Deeds

Nagarjuna (c. 150-250 CE) the founder of Madhyamika School.

Ārya Nāgārjuna: In Praise of the Twelve Deeds

In the language of India: Dvādaśakāra-nāma-stotra
In the language of Tibet:
mdzad pa bcu gnyis kyi tshul la bstod pa

Homage to the Buddha Śākyamuni!

You I shall praise, who first awakened the mind of enlightenment,
Then completed the accumulations of merit and wisdom,
And now in this age, through the vast sway of your actions,
Have become the lord and protector of living beings.

Homage to you who, having taught the gods,
Knew the time had come to tame the human world, and
Descending from the god realm like a great elephant,
Foresaw the family of your birth and entered the womb of Māyādevī.
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Guru Yoga di Lama Tzong Khapa – Gaden Lha Ghiema

Guru Yoga di Lama Tzong Khapa (Gaden Lha Ghiema)

[Visualizza nello spazio di fronte a te il campo di meriti del rifugio: Guru Shakyamuni Buddha, seduto su un trono sostenuto da leoni, con un loto, un sole e una luna, e circondato dai guru radice e del lignaggio, dagli yidam, dai buddha, dai bodhisattva, dai daka e dalle dakini, dai protettori del Dharma e dai guardiani. Davanti a ognuno di loro c’è un magnifico trono su cui si trova il Dharma scritturale insegnato da ciascuno di loro, nell’aspetto di un testo della natura di luce.]

Rifugio e mente dell’illuminazione

SANG GHIE CIÖ DANG TSOG CHI CIOG NAM LA

Prendo rifugio fino all’illuminazione

GIANG CIUB BAR DU DAG NI CHIAB SU CI

nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Assemblea.

DAG GHI GIN SOG GHYI PE SÖ NAM CHYI

Per il merito derivato dalla generosità e dalle altre perfezioni,

DRO LA PEN CIR SANG GHIE DRUB PAR SCIOG (X3)

possa ottenere lo stato di buddha per il beneficio di tutti gli esseri migratori. (x3)

Quattro incommensurabili

SEM CEN TAM CE DE UA DANG DE UE GHIU DANG DEN PAR GHIUR CIG

Possano tutti gli esseri senzienti ottenere la felicità e le sue cause.

SEM CEN TAM CE DUG NGHEL DANG DUG NGHEL GHI GHIU DANG DREL UAR GHIUR CIG

Possano tutti gli esseri senzienti essere liberi dalla sofferenza e dalle sue cause.

SEM CEN TAM CE DUG NGHEL ME PE DE UA DANG MI DREL UAR GHIUR CIG

Possano tutti gli esseri senzienti essere inseparabili dalla felicità priva di dolore.

SEM CEN TAM CE GNE RING CIAG DANG GNI DANG DREL UE TANG GNOM LA NE PAR GHIUR CIG

Possano tutti gli esseri senzienti dimorare nell’equanimità, liberi dall’attaccamento e dall’odio, che considerano alcuni vicini e altri distanti. Continue reading »

The Brightly Shining Sun

Dza Patrul Rinpoche

The Brightly Shining Sun

A Step-by-Step Guide to Meditating on the Bodhicaryāvatāra

by Patrul Rinpoche

With devotion I pay homage to the buddhas gone to bliss,
To their Dharma body, noble heirs and all worthy of respect.
In accordance with the scriptures, I shall now in brief describe
How to adopt proper conduct, the way of buddhas’ heirs.[1]

In this, there are four sections:

  1. the practitioner, the person who is the support;

  2. the attitude with which one practises;

  3. the practices themselves; and

  4. the result of practising in that way.

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Nāgārjuna: Great Praise of the Twelve Acts of the Buddha

Buddha Sakyamuni

Ārya Nāgārjuna: Great Praise of the Twelve Acts of the Buddha

༈ཐབས་མཁས་ཐུགས་རྗེས་ཤཱཀྱའི་རིགས་སུ་འཁྲུངས།།

tabkhé tukjé shakyé rik su trung

With skilful means and compassion, you were born in the Śākya clan,

གཞན་གྱིས་མི་ཐུབ་བདུད་ཀྱི་དཔུང་འཇོམས་པ།།

shyen gyi mitub dü kyi pung jompa

Unconquerable by others, you vanquished Māra’s hordes,

གསེར་གྱི་ལྷུན་པོ་ལྟ་བུར་བརྗིད་པའི་སྐུ།།

ser gyi lhünpo tabur jipé ku

Your physical form resplendent, like a mountain of gold. Continue reading »

La pratica del rifugio esterno, interno e segreto del Mahāsiddha Thangtong Gyalpo

Mahāsiddha Thangtong Gyalpo

La pratica del rifugio esterno, interno e segreto del Mahāsiddha Thangtong Gyalpo

Rivelata da Ka Ngapa Paljor Sherab

མ་ནམ་མཁའ་དང་མཉམ་པའི་སེམས་ཅན་ཐམས་ཅད་བླ་མ་སངས་རྒྱས་རིན་པོ་ཆེ་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ།།

ma namkha dang nyampé semchen tamché lama sangye rinpoche la kyab su chi o

Tutti gli esseri senzienti simili alle nostre madri e infiniti quanto lo spazio prendono rifugio nel lama, il prezioso buddha.

སངས་རྒྱས་ཆོས་དང་དགེ་འདུན་རྣམས་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ། །

sangye chö dang gendün nam la kyab su chi o

Nel Buddha, Dharma e Sangha, prendiamo rifugio.

བླ་མ་ཡི་དམ་མཁའ་འགྲོའི་ཚོགས་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ། །

lama yidam khandrö tsok la kyab su chi o

Nell’assemblea dei lama, delle deità yidam e delle ḍākinī, prendiamo rifugio.

རང་སེམས་སྟོང་གསལ་ཆོས་ཀྱི་སྐུ་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ།།

rangsem tongsal chö kyi ku la kyab su chi o

Nel dharmakāya, la vacuità e chiarezza inseparabili della nostra mente, prendiamo rifugio.

ཞེས་སྤྱན་རས་གཟིགས་ཀྱིས་ཆོས་རྗེ་བཀའ་ལྔ་པར་གནང་ནས་འདི་དགེ་སློང་བརྩོན་འགྲུས་བཟང་པོ་ཐང་སྟོང་རྒྱལ་པོ་ལ་བྱིན་ཅིག་དེས་འཛམ་གླིང་གི་མི་ལ་བསྒྲགས་ནས། གནས་སྐབས་ནད་གདོན་བར་ཆད་ཐམས་ཅད་བསལ། ངན་སོང་ལས་སྐྱོབ་པར་བྱེད་དོ་གསུངས་པ་བྱིན་རླབས་ཅན་ནོ། །དགེའོ།། །།

Questa preghiera contiene la benedizione di Avalokiteśvara, che la trasmise al Signore del Dharma Ka Ngapa e gli disse di darla a Gelong Tsöndru Zangpo (Thangtong Gyalpo), dicendo che se l’insegnasse alla gente di questo mondo, eliminerebbe immediatamente tutte le malattie, le influenze negative e gli ostacoli, e proteggerebbe ugualmente dai regni inferiori. Virtù! 

https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/thangtong-gyalpo/outer-inner-secret-refuge-thangtong-gyalpo

Patrul Rinpoche: Breve introduzione ai Bardo

Patrul Rinpoche: “Mantenete, senza mai lasciarvela sfuggire, questa forte intenzione, e pensate: “Mi recherò nei regni puri!”.

Dza Patrul Rinpoche: Breve introduzione ai Bardo.

Generalmente, gli esseri dotati di un corpo fisico esperiscono per prima cosa, quando muoiono, le seguenti venti fasi di dissoluzione grossolana:

  1. Con il dissolversi dell’aggregato della forma compaiono gli spasmi agli arti e il corpo perde forza e carisma.

  2. Con il dissolversi della saggezza simile allo specchio la mente si fa più confusa e nebulosa.

  3. Con il dissolversi dell’elemento Terra, il corpo si asciuga.

  4. Con il dissolversi della facoltà dell’occhio, la vista si annebbia e la forma dell’occhio si arrotonda.

  5. Con il dissolversi della forma degli oggetti, il corpo perde vitalità e si indebolisce.

  6. Con il dissolversi dell’aggregato delle sensazioni il morente non può più distinguere le sensazioni.

  7. Con il dissolversi della saggezza dell’uguaglianza, scompare la consapevolezza dei tre tipi di sensazioni (ossia: piacevoli, spiacevoli o neutre).

  8. Con il dissolversi dell’elemento Acqua, le labbra, il sudore, l’urina, il seme e l’ovulo si inaridiscono.

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I preliminari

Vajrasattva come Manifestazione di tutti gli esseri illuminati

Le pratiche preliminari tipiche del Vajrayana costituiscono i “preliminari straordinari” Thun-mon ma-yin-pa’i snon-‘gro bzi, che consistono in 100.000, o, meglio, 111.111:

prostrazioni e prese di Rifugio;
• recitazioni del mantra di Vajrasattva;

offerte del mandala;
• recitazioni del guru-yoga;

da compiersi ovviamente in successive sedute di meditazione.
Nell’Ordine Ghelupa a un praticante possono essere assegnati fino a 9 tipi di “preliminari straordinari”, ossia 9 serie di “centomila”: rifugio, prostrazioni davanti al simbolo dei Tre Gioielli (che costituiscono un ‘preliminare’ a sé stante), offerte d’acqua, offerte del mandala semplice, fabbricazione e offerte di tsa-tsa, mantra lungo di Vajrasattva, mantra dei voti di purificazione (mantra di Vajradakiniu e mantra di Samayavajra), offerta del fuoco, guru-yoga.

I “Preliminari ordinari” sono invece le “4 meditazioni che rivolgono la mente al Dharma”: il prezioso corpo umano, l’impermanenza, la legge del karma, la struttura sofferente del samsara. Continue reading »

Khunu Lama Rinpoche: Commentary on “The Foundation of All Good Qualities”

Khunu Lama Rinpoche: Without bodhicitta we cannot receive enlightenment.

Khunu Lama Rinpoche: Without bodhicitta we cannot receive enlightenment.

Commentary on “The Foundation of All Good Qualities” by Khunu Lama Rinpoche

A teaching given to the monks and nuns of the International Mahayana Institute at Boudhanath, Nepal, 14 February 1975. Edited by Nicholas Ribush. Translated by Lama Zopa Rinpoche.

Khunu Lama Rinpoche

The ultimate purpose of our listening to teachings is to receive enlightenment. Therefore, before listening to [or reading] this teaching on the Foundation of All Good Qualities (Tib: Yön-ten-shir-gyur-ma), it is necessary to cultivate the pure thought of bodhicitta, the main cause of enlightenment.

We receive enlightenment only by practicing Dharma. Without practicing Dharma, there’s no way to receive enlightenment. Enlightenment can be received only through the practice of Dharma.

There are two types of Dharma, outer and inner. Inner Dharma means Buddhadharma; outer Dharma refers to the non-Buddhist religions, the religions followed by non-Buddhists. Of these, there are five divisions. By practicing outer Dharma, you can receive only temporary, samsaric pleasures but you cannot receive enlightenment. To become enlightened, you have to practice inner Dharma, Buddhadharma. Continue reading »

Khunu Lama Rinpoche: Commentary on “A Lamp for the Path to Enlightenment”

Khunu Lama Rinpoche: After generating bodhicitta, our main task is to attain enlightenment.

Khunu Lama Rinpoche: Commentary on “A Lamp for the Path to Enlightenment”
Boudhanath, Nepal, 1975.

Before listening to this teaching, first generate bodhicitta, thinking, “I want to receive enlightenment for the benefit of all mother sentient beings.” In other words, before listening to teachings, it is necessary to think of, to remember, all mother sentient beings.

The subject today is Lam-drön, A Lamp for the Path to Enlightenment, which was written in Tibet by the great Atisha (Dipamkara Shrijnana), who was born about the year 982 in northeast India as the son of a Bengali king.

ATISHA AND THE LATER SPREAD OF DHARMA IN TIBET

Buddhadharma had already been established in Tibet before Atisha’s arrival there, but an evil king called Langdarma (Udumtsen), who was said to have horns growing from his head, hated the Dharma and caused it to degenerate in Tibet. But even though the teachings had been corrupted, they still existed—just not as purely as before. It took about sixty years to restore the teachings to their original purity in what became known as the later spreading of the Dharma in Tibet. Continue reading »

La meditazione sulla morte

La morte delle persone care, la nostra, sono tutti momenti essenziali per meditare su aspetti della nostra realtà che di solito rimuoviamo.

La morte delle persone care, la nostra, sono tutti momenti essenziali per meditare su aspetti della nostra realtà che di solito rimuoviamo.

Silvia Bianchi: La meditazione sulla morte nel buddismo tibetano

Ogni giorno passato senza la consapevolezza della morte è un giorno sprecato” dicono i maestri nel buddismo tibetano.

La morte è una realtà ed è utile rimanere a contatto con la realtà anche quando questa è dolorosa.

Se però sei depresso non è utile meditare sulla morte! E’ invece più utile meditare sulla “ preziosa rinascita umana” gli stessi Lama (maestri) tibetani sono i primi a sottolineare.

La meditazione sulla morte nel buddismo tibetano, come tutte le altre meditazioni, è utilizzata allo scopo di crescere, evolvere verso l’illuminazione. Che cosa significhi “illuminazione” è un argomento complesso ed articolato. In estrema sintesi l’illuminazione è uno stato nel quale non si soffre più e si è in grado di aiutare tutti gli altri ad uscire dalla sofferenza (nel testo Abbhisamayalankara è possibile scoprire nei dettagli quali sono i 173 aspetti della mente illuminata e qual è il sentiero da percorrere per arrivare all’illuminazione1).

Perché meditare sulla morte ci dovrebbe aiutare ad uscire dalla sofferenza? Continue reading »

Kalachakra Guru-Yoga

Kalachakra Guru-Yoga

(Integrating With The Sublime Teacher Kalachakra, Cycles Of Time: An Excellent Vase of Demon-Defying Nectars of Devoid-FormdPal dus-kyi ‘khor-lo’i bla-ma’i rnal-‘byor stong-gzugs bdud-rtsi’i bum-bzang) by Panchen Lama III Continue reading »

Lama Yeshe: The Three Principal Aspects of the Path

Lama Yeshe: True Dharma Practitioners Welcome Trouble
Lama Yeshe: True Dharma Practitioners Welcome Trouble

Lama Yeshe: The Three Principal Aspects of the Path

At Institut Vajra Yogini, during an FPMT sponsored teaching tour of Europe in 1982, His Holiness the Dalai Lama manifested ill health and asked Lama Yeshe to fill in for him for the first day’s teachings. The following teachings ensued…

Lama Yeshe

Today, I’m unfortunate. And today, you’re unfortunate as well, because you have to put up with me, the garbage man. You have to put up with my garbage; I’m the garbage man. Due to circumstance, His Holiness is experiencing some discomfort with his health, so we should all pray for his good health . . . and so that it won’t be necessary to be in this situation, where you have to put up with my garbage. Continue reading »

Lama Zopa: Il sentiero graduale verso l’illuminazione Lam rim

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce: La nostra vita è in costante cambiamento. Quando sperimentiamo felicità diventiamo automaticamente inconsapevoli e non ci interessiamo più del Karma, non ci preoccupiamo più di creare cause Karmiche positive, e siamo controllati dalla mente indisciplinata.

Menzioniamo brevemente le Pratiche Preliminari. Ora non c’è tempo per parlarne in dettaglio, ma chi desidera conoscere meglio come offrire il mandala, come fare prostrazioni, come prendere Rifugio, allora può leggere I testi che ne parlano.

Quando recitiamo la formula del rifugio in tibetano:

La ma sang ghie la ma ciö
De scin la ma ghe dün te
Kün ghyi je po la ma yin
La ma nam la kyab su ci

Il Guru è Buddha, il Guru è Dharma,
il Guru è anche Sangha,
il Guru è creatore dei Tre Gioielli,
in tutti i Guru prendo rifugio.

Possiamo fare due tipi di visualizzazioni, nella prima forma più semplice, pensiamo al campo dei meriti nella forma di Buddha Shakyamuni.

Nella seconda, più complessa, pensiamo al campo dei meriti nella forma di Buddha Shakyamuni circondato dai protettori della dottrina, dalle divinità tantriche, dai testi e così via. La recitazione della formula del rifugio si ripete tre volte. Durante la recitazione del primo verso – La ma sang ghie la ma ciö – pensiamo che dalla visualizzazione semplice di Guru Shakyamuni, dal suo corpo, vengano emessi cinque raggi di luce di colore differente che vengono verso di noi e ci purificano da tutto il Karma negativo creato in relazione con il Guru, ci portano poi tutte le qualità e le realizzazioni del Guru e infine riuniscono il nostro Corpo, Parola e mente con quelli del Guru. Continue reading »

Lama Thubten Zopa: Il sentiero graduale verso l’illuminazione

Lama Zopa Rinpoche: Se una persona durante la sua vita ha praticato una condotta morale pura e ha cercato di danneggiare il meno possibile gli altri con le sue azioni e se, inoltre, ha praticato la generosità, allora queste azioni possono far sì che egli riottenga un prezioso corpo umano dotato delle otto qualità e dei dieci vantaggi, e abbia la possibilità di praticare il Dharma.

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce: Il sentiero graduale verso l’illuminazione

Generalmente, quando uno si accosta alla pratica della meditazione, del Dharma, lo fa per ottenere lui stesso pace mentale, tranquillità mentale, per poter risolvere i suoi problemi attuali. Questo, diciamo, è la motivazione più o meno generale, la motivazione iniziale di tutti gli esseri.

Però, se noi osserviamo questo tipo di motivazione, questo tipo di idea, in se stessa è molto limitata, molto ristretta. Praticare la meditazione solo per ottenere il nostro proprio benessere, la nostra propria felicità è un desiderio, un tipo di sforzo, un tipo di volontà molto limitato.

Se noi prendiamo invece in considerazione anche il benessere degli altri esseri, di tutti gli altri esseri, allora dobbiamo esaminare qual è il beneficio maggiore, qual è la cosa migliore che possiamo dare a loro, la cosa più significativa, il beneficio più grande, perché è questo che noi dovremmo cercare di ottenere per gli altri, di poter dare agli altri.

Nota del traduttore

All’inizio diremo una breve preghiera che contiene il metodo per rendere la nostra pratica efficace e di successo, in modo che si ottengano tutti i risultati che ci prefiggiamo.

Per questa ragione all’inizio dell’insegnamento noi diciamo questa breve preghiera.

Io leggerò la traduzione di un breve testo che si chiama Gli Otto Versi Dell’Addestramento Mentale, oppure L’Addestramento Mentale in Otto Versi. Questo insegnamento appartiene alle cosiddette pratiche dell’Addestramento Mentale del Buddismo Mahayana.

Siccome il corso di quest’anno sarà incentrato su questo tipo di insegnamento, l’Addestramento mentale, ora leggeremo questo breve testo e noi tutti, mentre ascoltiamo queste parole, ci dobbiamo concentrare sul loro significato in modo che questo corso che inizia oggi sia di successo e possiamo realmente, durante questo insegnamento, poterci avvicinare al vero significato di questo insegnamento.

Con l’intenzione di ottenere il beneficio più grande per tutti gli esseri senzienti che superano in preziosità anche il Gioiello che realizza tutti i desideri, possa io considerarli come l’oggetto più caro in ogni istante.

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Lama Zopa Rinpoche: The Purpose of Meditation

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: Our practice of meditation, of mental cultivation, should not be passive.

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: Our practice of meditation, of mental cultivation, should not be passive.

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: The Purpose of Meditation

I would like to say a few words in introduction about the practice of meditation. Many people throughout the world, in the West as well as the East, are very interested in meditating. They are attracted to this practice and express great interest in it. Yet, of all the many people who engage in meditation, only a few really understand its purpose.

Each of us here possesses a physical body made up of bones, flesh, blood and such things. At present we are not able to exert complete control over this body and as a result we always experience problems. There might be a rich man whose wealth is equal to that of the entire world yet despite his enormous fortune, if his mind is tied up in an uncontrolled body, he will live in continual suffering. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim – 6

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La causa dei problemi degli esseri umani sono le afflizioni mentali: una volta che si riesce ad eliminare la causa, automaticamente un essere umano si trova nella pace.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La causa dei problemi degli esseri umani sono le afflizioni mentali: una volta che si riesce ad eliminare la causa, automaticamente un essere umano si trova nella pace.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione.Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979. Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Sesta parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden. 2 dicembre 1979

Visto che tutti noi desideriamo essere felici e allo stesso modo desideriamo evitare la sofferenza, è necessario fare qualcosa: cercare, appunto, di raggiungere la Liberazione completa dal Samsara e meglio ancora raggiungere lo stato di Buddha, completamente illuminato: lo stato in cui non solo noi stesi raggiungiamo la completa felicità, ma possiamo essere di utilità a tutti gli altri. Questo sentiero è stato brevemente spiegato nei giorni scorsi: il riflettere sui punti spiegati, vedere come si susseguono e come ogni punto diventi causa del punto successivo e considerare quali sono le pratiche da farsi è quella che viene chiamata la MEDITAZIONE ANALITICA. Il secondo tipo di meditazione è la MEDITAZIONE CONCENTRATIVA, il cui obiettivo è poter piazzare la mente sull’oggetto di meditazione e lasciarlo senza distrazione. Dal momento in cui la mente può essere piazzata, lasciata su un unico oggetto, l’attenzione può essere trasferita anche su altri oggetti e su ciascuno di questi, la mente può essere fissata senza alcuna altra fluttuazione. La facoltà di poter mantenere la mente perfettamente assorta sul suo oggetto è definita SAMADHI: per poterla ottenere bisogna praticare le tecniche di pacificazione mentale Continue reading »

Homage to Milarepa by Nāropa

Milarepa

Homage to Milarepa by Nāropa

བྱང་ཕྱོགས་མུན་པའི་སྨག་རུམ་ན།།

jangchok münpé makrum na

In the darkness of the lands to the North

གངས་ལ་ཉི་མ་ཤར་འདྲ་བའི།།

gang la nyima shar drawé

Is one just like a snow-capped peak in the rising sun,

ཐོས་པ་དགའ་ཞེས་བྱ་བ་ཡི།།

töpa ga shyé jawa yi

He who is known as Töpa Ga, ‘Joyous to Hear,’

སྐྱེས་བུ་དེ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ།།

kyebu dé la chaktsal lo

To that great being, I pay homage!

Nāropa spontaneously sang this praise to Milarepa. Continue reading »