Ghesce Ciampa Ghiatso : l’attaccamento e la morte

il Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatzo

il Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatzo

VEN. LAMA GHESCE CIAMPA GHIATSO : SULL’ATTACCAMENTO

Definizione di attaccamento. Percepisce un fenomeno contaminato interno ed esterno come piacevole, in termini della sua propria entità e, a causa di ciò lo ricerca. Ha la funzione di generare sofferenza. L’attaccamento è entrare in affanno per un qualcosa: può essere paragonato alla macchia d’olio per la sua apparente indivisibilità. Allo stato attuale di esseri ordinari, le sensazioni di piacere fanno aumentare l’attaccamento.

L’attaccamento negli ultimi giorni: Continue reading »

8 – Ven. Geshe Gedun Tharchin: Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Quando si osservano le cose nella loro verità ultima non c’è più spazio per l’attaccamento e l’afferrarsi, non solo agli oggetti esterni, ma anche a se stessi. Tutto diviene più semplice, limpido, facile.

Ven. Geshe Gedun Tharchin: Quando si osservano le cose nella loro verità ultima non c’è più spazio per l’attaccamento e l’afferrarsi, non solo agli oggetti esterni, ma anche a se stessi. Tutto diviene più semplice, limpido, facile.

8 – Commentario sul Sutra del Essenza della Saggezza del Ven. Geshe Gedun Tharchin, Roma 2004.

Il senso letterale del “Sutra del Cuore” si articola in un duplice significato: il primo, diretto, ha come oggetto la vacuità, e il secondo, indiretto, si riferisce al Lam Rim, cioè al percorso graduale dei cinque sentieri. E’ essenziale non perdere mai di vista questi due aspetti che ne costituiscono la caratteristica davvero speciale.

Leggendo le parole sulla vacuità è sempre bene riportare alla mente i cinque sentieri: dell’accumulazione, della preparazione, della visione, della familiarizzazione, e di colui che non deve più apprendere.

Il significato del “Sutra del Cuore” è talmente ampio e completo che è quasi impossibile spiegarlo dettagliatamente in un tempo limitato, vi consiglio quindi di ampliarne la conoscenza tramite la lettura dei numerosi commenti, comparandoli tra loro e cogliendo in ognuno l’aspetto particolarmente approfondito. Continue reading »

Atisha: The Bodhisattva’s Jewel Mala

Atisha

The Bodhisattva’s Jewel Malaa
A Bodhisattva’s Garland of Gems
by Lama Atisha

1 Abandon all doubt,

And earnestly apply yourself to practice.

Abandon laziness, dullness and drowsiness,
And always cultivate joyous effort.
5
With mindfulness, alertness and conscientiousness
Protect the doors of the senses at all times.

During the three times of day and night
Check your mental continuum again and again

Proclaim your own faults,
10
But do not look for the mistakes of others.

Hide your own good qualities,
But proclaim the good qualities of others.

Abandon wealth and honors,
And reject profit and reputation always.
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Lung-Ta: le bandiere di preghiera tibetane

Lung Ta o bandiere di preghiere evocano la saggezza, l'amore, la compassione e la forza.
Lung Ta o bandiere di preghiere evocano la saggezza, l’amore, la compassione e la forza.

Lung-Ta Sono le bandiere di preghiera tibetane. Lung-ta, letteralmente “cavalli (ta) di vento (lung)”, sono rettangoli di stoffa di differenti colori, infilati su lunghe corde, su cui sono stampati diversi mantra (parole sacre). Il vento che le lambisce sparge le benedizioni che contengono verso tutti gli esseri, pertanto tradizionalmente in Tibet venivano appese ai valichi di montagna. Le bandiere di preghiera invocano la compassione, l’armonia, la pace, la saggezza, e forza e protezione contro i pericoli ed il male.

LUNG-TA, le bandierine di cotone stampato e colorato che si vedono ovunque in Himalaya. Il simbolo più riconoscibile agli occhi del viaggiatore, della profondità e della spiritualità dei popoli che vivono le terre più alte del mondo. Il termine tibetano (lung-ta), che porta il gioiello dell’illuminazione che esaudisce i desideri il simbolo più frequentemente riportato sulle bandiere di preghiera. Ovunque sventolano, le tradizionali bandiere tibetane di preghiera creano un’atmosfera di pace, serenità e speranza. Continue reading »

Canto delle quattro consapevolezze

jetzonkapaUna pioggia di ottenimenti.

Un canto ornato con le quattro consapevolezze che illustra la visione Madyamika.

Sul cuscino immutabile, unificazione di metodo e saggezza,

siede il gentile lama, la natura di tutti rifugi

un Buddha che ha completato gli abbandoni e le realizzazioni: è lì.

Avendo abbandonato il concepire difetti in lui,

fagli richieste con una pura apparenza.

Poni la tua mente senza permetterle di vagare

in uno stato di apprezzamento e rispetto per lui. Continue reading »

Il Vajra e la La campana

Il Vajra e la campana

Il Vajra e la campana

Il Vajra e la campana

Il Vajra

Il Vajra può avere nove, cinque o tre raggi. I raggi di un Vajra pacifico si congiungono in punta, mentre quelli di un Vajra adirato sono leggermente allargate in cima. Quando sono accompagnati ad una campana, la loro lunghezza può variare da quattro a ventotto dita. I gruppi superiori di raggi di un Vajra a cinque raggi simbolizzano Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Praticanti saggi

Lama Yesce e Lama Zopa

Lama Thubten Yesce e Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Quando perveniamo spontaneamente e costantemente a vedere il maestro come un Buddha, allora abbiamo sviluppato la realizzazione di devozione al guru”.

Lama Zopa Rinpoche: I praticanti saggi.

I praticanti saggi, quelli che sanno come praticare il Dharma con perizia, prestano la loro attenzione giorno e notte al fatto di votarsi correttamente all’amico virtuoso. Sua Santità Serkong Dorje Chang, che viveva a Swayambhunath in Nepal, una volta disse ai suoi monaci: “Se compite in modo corretto la pratica di devozione all’amico virtuoso, tutto andrà bene, anche se non studiate. Potete rilassarvi e divertirvi, solo mangiare e dormire. Potete godervi la vita.”

Rinpoche ha espresso proprio il cuore della pratica di Dharma. Se pratichiamo bene la devozione al guru, possiamo goderci la vita nel modo migliore, perché la nostra pratica contribuisce ad avere successo ed eliminare tutti gli ostacoli. Continue reading »

Generiamo la mente dell’illuminazione

Sua Santità il Dalai Lama ed Arthur Kaufmann, che ha lasciato il corpo nel dicembre 2011 e che ricordiamo con profondo affetto e stima.

Sua Santità il Dalai Lama ed Arthur Kaufmann, che ha lasciato il corpo nel dicembre 2011 e che ricordiamo con profondo affetto e stima.

Generare la mente dell’illuminazione di Bodhicitta

Il cuore totalmente aperto

1. Riconoscere tutti gli esseri senzienti come proprie madri

Che tutti gli esseri senzienti sono stati mia madre è dimostrato da: Fonte scritturale: Continue reading »

Lama Yeshe: Hinayana e Mahayana

Lama Tubten Yesce

Lama Tubten Yeshe: “La considerazione dei bisogni dei singoli individui è l’elemento saliente degli insegnamenti del Buddha. Questo è il motivo per il quale il Buddhismo accetta la validità di tutte altre religioni”.

Lama Yeshe: Hinayana, Mahayana e il significato di Yana

L’intero sentiero Buddista può essere diviso in due yana, l’Hinayana e il Mahayana. A volte le persone fanno riferimento a tre yana (e con questo intendono riferirsi allo Shravakayana, al Pratyekabuddhayana e al Mahayana—NdE]. Non si sbagliano, ma generalmente si inizia con l’Hinayana e il Mahayana, e successivamente si suddivide il Mahayana nel Paramitayana e Tantrayana, o Mantrayana. Pertanto, il Mahayana include due veicoli.

Cos’è uno yana? E’ un veicolo, qualcosa che vi porta da dove siete a dove volete andare; che vi conduce in un qualche luogo. Le navi e gli aeroplani sono veicoli, ma sono veicoli esteriori. Uno yana è un veicolo interiore, un’attitudine mentale. Per esempio, se volete andare a New York, il desiderio di essere là è il vostro veicolo, è ciò che vi porta a New York. Analogamente, uno yana è ciò che vi conduce alla vostra destinazione spirituale.

Effettivamente, yana è un concetto facile da capire. Abbiamo seguito ogni sorta di veicoli da quando siamo nati. Appena nati, il desiderio di bere il latte di vostra madre per proteggere il vostro corpo è un veicolo. Questo tipo di desiderio permette alla vostra vita di svilupparsi in una maniera integrale. Ottenere un’educazione, ad esempio, rappresenta una funzione del vostro veicolo.

Quando si segue il sentiero Hinayana, si è principalmente interessati alla soluzione dei propri problemi. Ci si vuole liberare dalla propria confusione, e comprendendo le cause radice della propria sofferenza, si entra nel sentiero dell’auto-realizzazione. Chiamiamo questo tipo di attitudine Hinayana. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: Per la rinascita in Sukhavati

Lama Tzong Khapa: Qualunque fonte di virtù abbia conseguito nel corso di tutte le mie vite, tramite azioni fisiche, verbali e mentali, possa tutto ciò servire unicamente come causa di bene altruistico e di pura illuminazione.

Lama Tzong Khapa: Qualunque fonte di virtù abbia conseguito nel corso di tutte le mie vite, tramite azioni fisiche, verbali e mentali, possa tutto ciò servire unicamente come causa di bene altruistico e di pura illuminazione.

Preghiera per la rinascita in Sukhavati

di Je Tzong Khapa, scritta nel 1395.

Rendo omaggio ad Amitayus, vita illimitata,

il maestro degli dei e degli esseri umani!

Le sue straordinarie azioni recano gloria etema agli esseri,

e il semplice ricordare il suo nome

elimina il terrore del Sovrano della Morte.

Amitayus, colui che, con costante amore,

considera ogni essere vivente come suo figlio.

A causa dell’amore che per lui provo, esporrò,

facendo del mio meglio, questa preghiera

per la rinascita nella terra pura di Sukhavati Continue reading »

II Dalai Lama: I Tre Essenziali

Il Secondo Dalai Lama Gendun Gyatzo

Il Secondo Dalai Lama Gendun Gyatzo

Breve testo del secondo Dalai Lama Gedun Ghiatso (1476-1542) distribuito a Dharamasala in occasione del Losar 2008 durante gli insegnamenti di Sua Santità il XIV Dalai Lama, che ha consigliato di farne un uso quotidiano.

LA SCALA CHE PORTA A TUSHITA: GLI STADI DELLA MEDITAZIONE DELLE TRE PRATICHE ESSENZIALI” (letteralmente: “Le tre cose/punti essenziali” o più semplicemente: “I TRE ESSENZIALI”)

Omaggio al grande e nobile Cienrezig!
Mi prostro a Te, il solo protettore degli esseri dei tre mondi ,
conosciuto come Cienrezig,
la saggezza e compassione degli innumerevoli Vittoriosi
che appare in accordo agli esseri da domare.
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Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: Domare la Tigre Interiore

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: Fino a quando la vostra mente non ha l’agilità, per cui riesce ad essere più forte delle condizioni esterne, è chiaro che dovete supplire a questa incapacità con una distanza fisica. Cercate di essere selettivi anche con le persone con le quali vi associate. Ascoltatevi.

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: Fino a quando la vostra mente non ha l’agilità, per cui riesce ad essere più forte delle condizioni esterne, è chiaro che dovete supplire a questa incapacità con una distanza fisica. Cercate di essere selettivi anche con le persone con le quali vi associate. Ascoltatevi.

Insegnamenti sul tema “Domare la Tigre Interiore: Addestramenti per pacificare la mentedel Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 13 14 dicembre 2008. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

E’ importante sviluppare sin dall’inizio una buona motivazione, non soltanto quando ci apprestiamo ad ascoltare gli insegnamenti, o quando si recitano i mantra ma sempre. La motivazione è importante anche quando si pulisce, quando si cucina. Perché lo sviluppo della pace interiore è la cosa più importante di tutte. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: 11 modi per aiutare gli altri

Ci sono così tanti modi per aiutare gli altri. La bravura consiste nel sapere non solo come aiutare e chi aiutare con cosa, ma anche quando offrire tale aiuto e quando farsi da parte.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: 11 modi per aiutare gli altri

Così tante persone e animali soffrono ogni giorno. Ci sono molti modi per aiutarli, ma ciò dipende dal riconoscere la loro situazione e comprendere il modo migliore per aiutare. Essere compassionevoli e bravi non è sufficiente – abbiamo anche bisogno di essere generosi con il nostro tempo, e avere autodisciplina, pazienza, perseveranza, concentrazione e saggezza. Ecco undici modi per aiutare gli altri. Questi non solo danno aiuto ai bisognosi, ma ci aiutano anche ad evadere dal nostro guscio di solitudine e rendere le nostre vite significative: Continue reading »

Metodi per la meditazione

Il Ven. Prof. Samdhong Rinpoche in meditazione.

Il Ven. Prof. Samdhong Rinpoche in meditazione.

Metodi per la meditazione

Alexander Berzin, Mosca, Russia, Novembre 2005

La meditazione è ovviamente un tema importante se vogliamo mettere in pratica gli insegnamenti di Buddha. Tuttavia, la meditazione non è qualcosa specificamente buddhista. Essa si ritrova in tutte le tradizioni indiane, come pure in sistemi non-buddhisti al di fuori dell’India.

Il termine sanscrito per meditazione è “bhavana.Bhavana viene dal verbo “bhu” che significa “diventare” o “far diventare qualche cosa qualcos’altro.” Bhavana, quindi, è un processo attraverso il quale riceviamo un insegnamento su come sviluppare un certo stato mentale costruttivo e, in senso figurato, “diventiamo” questo stato. In altre parole, attraverso il processo della meditazione, facciamo sì che la nostra mente entri in un particolare stato benefico.

Poiché bhavana deriva dalla radice sanscrita “bhu,” cioè dalla parola “diventare,” bhavana implica una trasformazione. Per esempio, se stiamo meditando sull’amore, a tutti gli effetti ci trasformiamo in qualcuno che ha amore nel suo cuore. Quando il termine è stato tradotto dal sanscrito in tibetano, è stato tradotto con la parola che implica “sviluppare un’abitudine.” Questa è la parola tibetana “gom.Continue reading »

Patrul Rinpoche: Preliminary Teaching the Buddha’s Word

Patrul Rinpoche: When the teacher is a fully enlightened buddha, he teaches through his three types of miraculous ability.

Patrul Rinpoche: When the teacher is a fully enlightened Buddha, he teaches through his three types of miraculous ability.

Preliminary Points

To be Explained when Teaching the Buddha’s Word or the Treatises

by Patrul Rinpoche

Generally, for any kind of Dharma teaching, there is (I) an explanation of preliminary points that precede the teaching and (II) the actual teaching of the topic to be explained

I. The Preliminary Points to be Explained

In this there are three parts:

  1. How the teacher teaches

  2. How the students listen Continue reading »

Shantideva’s Bodhisattvacharyavatara 9th Chapter Analysis

Shantideva: When wisdom has demonstrated the foolishness and self-destructive nature of the mistaken view of an all important and truly existing self, the logical foundation for the practice of compassion becomes clear.

Shantideva’s Bodhisattvacharyavatara, The Way of the Bodhisattva, Ninth Chapter Analysis By Nick Barr (Spring 2004) Emory-IBD Tibetan Studies Program Dharamsala, India.

Preface
Before beginning, I would like to offer my deepest respect, prayers and thanks to all those who continue to serve as teachers of bodhicitta. This paper would not have been possible without my teachers in Dharamsala, most notably Geshe Dorji Damdul-la or Gen-la, to whom I owe whatever philosophical understanding I have gained over the last six months. It was, in addition, the goal of this project to further my own familiarity with and understanding of the text, rather than to offer any real “commentary”, which would require a lifetime of study.

This paper is meant to be read alongside the Padmakara Translation Group’s version of the ninth chapter of The Way of the Bodhisattva, a copy of which I have included. Continue reading »

La Suprema Sorgente


bh-mandLa Suprema Sorgente Kunje Gyalpo

Il tantra radice

Ascolta, Sattvavajra! Ti mostrerò la tua stessa natura.
Tu sei me, la sorgente.
Io sono da sempre pura e totale coscienza.
Cos’è la pura e totale coscienza?
Lo spazio totale di Vajrasattva
E l’immensa dimensione dell’esistenza in cui tutto è sempre bene

(Sa- mantabhadra).

Siccome è la perfetta via universale che tutto libera,
È al di là del nascere e dell’interrompersi, e del pensare.
Essendo amore, realizza il vero scopo,
E non si sforza di esercitare la grande compassione.
Essendo lo stato totale, non c’è bisogno di lodare
Le sue profonde e supreme qualità.
Tutti i fenomeni non si allontanano dalla condizione naturale Continue reading »

Ma gCig, Mistica Tibetana.

Ma gCig

Ma gCig

Ma gCig, Mistica Tibetana.

  1. Il mondo di Ma gCig

Ma gCig (pron. Ma Cig) fu una yogini1 praticante dello yoga, una mistica2 vissuta in Tibet tra il 1055 e il 1145.

Per entrare nel suo mondo dobbiamo soffermarci a dipingere un quadro del contesto in cui la sua esistenza si svolse: un periodo storico che fu per il Tibet momento di grande fermento spirituale, come vedremo.

Alcuni secoli prima – a partire dal VII° secolo d.C. e fino all’ inizio del IX°l’insegnamento buddhista aveva iniziato ad introdursi in Tibet in quella che viene definita la Prima Diffusione del Dharma. In quell’epoca il Tibet conosceva una situazione di grande espansione (spingendosi fino all’Asia centrale, fino alla Cina occidentale e fino ai paesi Himalayani), basata su una capacità di spostamento e di attacco efficiente e rapida3, e godeva di sicurezza politica sotto il potere centrale di una dinastia di re iniziata dal II° sec. a.C. La Prima Diffusione del Dharma Buddhista in Tibet avvenne ad opera, da un lato, di re divenuti buddisti che invitarono studiosi ed eruditi dall’India e, dall’altro, grazie all’attività di questi stessi eruditi e maestri buddisti. Tra questi ultimi ricordiamo Vimalamitra, Santaraksita, invitato dal re Trisong Detsen, e soprattutto il maestro Padmasambhava Continue reading »

Shri Bhadra: Refuge and Bodhichitta

bbbhhVerses of Refuge and Bodhichitta by the Great Kashmiri Pandita Shakya Shri Bhadra

Motivated by the wish to free all beings,

Continually, I shall take refuge

In the Buddha, Dharma and Sangha,

Until the essence of enlightenment is reached.

With wisdom and with heartfelt love,

Diligently, for the sake of sentient beings,

I shall place myself before the buddhas,

And generate the perfect mind of bodhichitta.

http://www.lotsawahouse.org/indian-masters/shakya-shri/verses-refuge-and-bodhichitta

Chandrakīrti: Introduction to the Middle Way, Madhyamakāvatāra

Chandrakīrti: Introduction to the Middle Way, Madhyamakāvatāra

The Text Itself

The text we are explaining here is the Introduction to the Middle Way, and to do so we will use its auto-commentary.

There are four main parts to the explanation:

1. The Meaning of the Title

2. The Translators’ Homage

3. The Main Part of the Text

4. The Conclusion

The Meaning of the Title

The Sanskrit title of the auto-commentary is Madhyamakavatarabhashya-nama. In Tibetan, it is dbu ma la ‘jug pa’i bshad pa zhes bya ba, or A Commentary to the Introduction to the Middle Way. Continue reading »

Lama Zopa: Rendete la vostra auto di beneficio a tutti

Ven Lama Zopa Rinpoche

Ven Lama Zopa Rinpoche

“Il Veicolo Vajra: far sì che la vostra automobile sia di beneficio a tutti gli esseri senzienti”

Diversi anni fa, in California, Roger [Kunsang, l’assistente di Rinpoce] comprò un’auto per i nostri usi giornalieri. Una macchina rossa, penso che l’abbia avuta da un amico del marito di una nostra studentessa, per un prezzo molto ragionevole. Dentro la macchina c’era una piccola televisione. La macchina era piuttosto rumorosa. Roger era molto contento e così portò la macchina fino alla casa dei Jackson, vicino al Vajrapani Institute, dove alloggiavo a quel tempo. Io non andai a vedere la macchina immediatamente, uscii solo la mattina dopo piuttosto tardi. Quando la vidi, provai a pensare: “Questa è la macchina di tutti gli esseri senzienti”, Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: The 27 Commitments

Chögyal Namkhai Norbu: I will not only keep these commitments only for a few days, but until I have total realization relationships with people, relationships with students, will always exist, so I will keep them.

Chögyal Namkhai Norbu: The 27 Commitments. Namgyalgar, Third Level Training, March 31, 2000

Now I have to say something about my personal commitments. It is very important that my students, particularly in Santi Maha Sangha, know this principle. This principle is not only something I write down to say, “This is my commitment”. I apply them. I wrote these commitments when I started to teach Dzogchen. In the beginning I taught Buddhist teaching in general, also Tantrism, and information in the University. Also ISMEO (Institute for Middle East Studies) sometimes organized some kind of public lectures. Those subjects were no problem.

Then, later, many people asked me to teach Dzogchen teaching. So in this case, teaching means I am showing the path, and students apply and follow, and they try to have realization. So that is not only for my students, but for myself also. I am still in the human dimension. I am in samsara just like you. There isn’t much difference. Maybe I have a little more experience of Dzogchen teaching and knowledge. That is true. But we are all in samsara. So we need realisation. To have realization we need the path. We need to apply the path, follow the path, in the correct way. Otherwise we could not have realization. So then when I am going to teach someone, “to teach,” means I am working with transmission, working with my path, which is what I am following.

So it is not something easy, like how people say in America say: “we share everything”. It is easy to say: “we share everything”, but the teaching is something concrete for having realisation. Until we really have total realization, we must respect the path and everything. So then I felt some responsibility. That is the reason why, at the beginning when the Gyalwa Karmapa sent two or three letters to me saying, “Oh, you should teach my students; you should go here and there to teach; there are my centers”, each time I replied to Gyalwa Karmapa, “Please, I have no time, I don’t want to teach, I have a job; I am living an ordinary life, working and earning money, so I cannot go here and there”. And I received letters again and again. I never accepted. Continue reading »

Affrontare la gelosia

vairochana-sx-amitabha-dxAffrontare la gelosia

Alexander Berzin, Marzo 2004. Traduzione italiana a cura di Benedetta Lanza.

Emozioni disturbanti

Tutti noi sperimentiamo emozioni disturbanti (nyon-mongs, sct. klesha, emozioni afflittive): stati della mente che quando vengono generati causano la perdita della pace mentale e ci rendono inabili, tanto da perdere il controllo su noi stessi. Esempi comuni sono avidità, attaccamento, ostilità, rabbia e gelosia. Continue reading »

Le sei perfezioni

bh-mandPanoramica dei “sei atteggiamenti lungimiranti”: le sei perfezioni

Alexander Berzin, Riga, Lettonia, luglio 2004. Traduzione italiana a cura di Valentina Tamiazzo. 

Prima sessione: la bodhicitta e i sei atteggiamenti lungimiranti nel contesto delle due reti
La bodhicitta

Ieri parlavamo della bodhicitta, e abbiamo visto come vi sia quella relativa e la bodhicitta più profonda. La bodhicitta relativa mira alla nostra illuminazione individuale futura, la quale non è ancora avvenuta, ma che sulla base della nostra natura di Buddha e di un gran quantitativo di impegno e di lavoro da parte nostra, è qualcosa che è sicuramente possibile realizzare. E siccome abbiamo la convinzione che sia possibile realizzarla e abbiamo un’idea accurata di cosa essa sia, allora con la bodhicitta relativa miriamo a quella che è effettivamente la futura illuminazione – a quella che sarà, le sue qualità, e così via – con due intenzioni: l’intenzione di raggiungere tale illuminazione attraverso i metodi realistici che ci condurranno realmente ad essa, e di portare il più possibile beneficio a tutti gli esseri, per mezzo di quest’ottenimento. Sappiamo bene che non diventeremo un dio onnipotente che soltanto schioccando le dita – non ha neanche bisogno di schioccare le dita – può far sparire i problemi di tutti. Questo è impossibile. Ma possiamo insegnare agli altri come ottenere l’illuminazione, attraverso effettive istruzioni e attraverso il nostro esempio. Sta poi a loro farlo davvero.

Gli stati mentali che accompagnano la bodhicitta

Questa bodhicitta è accompagnata da altri diversi stati mentali, simultanei ad essa, i quali fanno parte della nostra motivazione ad avere come scopo l’ottenimento dell’illuminazione. Tali stati mentali non si concentrano sulla nostra illuminazione futura; si concentrano su tutti gli esseri – il che significa su ogni essere senziente in assoluto (o essere con un corpo limitato, una mente limitata) in modo assolutamente equo, stiamo quindi parlando di ogni insetto, tutti – con amore, ovvero il desiderio che siano felici e posseggano le cause della felicità, e compassione, ossia il desiderio che siano liberi dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza. L’amore è quindi rivolto alla felicità e al benessere di questi esseri senzienti, ed è il desiderio che questa felicità aumenti e cresca. E la compassione è rivolta alla loro sofferenza: è il desiderio che ne siano liberi. Continue reading »

Parnashavari Sadhana

Parnashavari

The Parnashavari Sadhana from the Collected Works of Kyobpa Jigten Sumgön

Liberating us from the diseases of inexhaustible samsara, with the ocean of great bliss of samsara and nirvana you guide us beings to the supreme awakening – glorious Phagmodrupa, I bow at your feet.

Glorious Goddess Parnashavari, you liberate all others and myself from infliction of great harm. When we have taken refuge in you, sublime goddess, you will protect us from all dangers. Thus, I shall write these brief words.

Those who have purified their mind stream with certainty at the beginning as described above, should engage in the approach, accomplishment, and activities of the deity: Having cleaned your perfectly secluded place well and sprinkled water, take great joy in arranging flowers and so forth. Continue reading »

Yeshe Gyaltsen: The Essential Advice

gelugThe Essential Advice of the Kadam Scriptures: A Fine Vase of Nectar

Chapter One
Making Requests to the Gurus and Relying on a Holy Spiritual Friend

Namo Guru Munindraya

Boundless leader, in the midst of all the constellations
Your share of marvelous courage is fully complete
And you are exceptionally beautified by the signs of compassion;
To you, unrivalled teacher possessing white [aura of] light, I bow. Continue reading »

Namkhai Norbu: Il samsara è irreale

Namkhai Norbu Rinpoche: Non sono interessato al numero degli studenti, ma al fatto che qualcuno di questi capisca ciò che sto davvero comunicando, perché può essere utile per il futuro, per preservare l’insegnamento e per gli esseri senzienti. Particolarmente per gli esseri umani, affinché abbiano meno tensioni e siano più consapevoli.

Namkhai Norbu Rinpoche: Non sono interessato al numero degli studenti, ma al fatto che qualcuno di questi capisca ciò che sto davvero comunicando, perché può essere utile per il futuro, per preservare l’insegnamento e per gli esseri senzienti. Particolarmente per gli esseri umani, affinché abbiano meno tensioni e siano più consapevoli.

Namkhai Norbu Rinpoche: Il samsara è irreale

Una delle pratiche più importanti è essere consapevoli, essere presenti e quindi integrare corpo, voce e mente nello stato naturale. Inoltre quando siete presenti si manifestano i segni in maniera concreta: non sentite che la vita è pesante. Vedete, alcuni sentono di avere sempre molti problemi e tensioni. Altri mantengono tensioni accumulate da molti anni. Poi vi aggiungono più tensioni e covano dentro una specie di rabbia. Ciò è molto negativo. Dovete liberarvene. Liberarvi significa sapere qual è la vostra vera condizione. Continue reading »

La ruota di preghiera

I tibetani utilizzano le ruote della preghiera per elargire a tutti gli esseri senzienti benedizioni spirituali e invocare un buon karma per la vita successiva.

I tibetani utilizzano le ruote della preghiera per elargire a tutti gli esseri senzienti benedizioni spirituali e invocare un buon karma per la vita successiva.

È uno strumento di preghiera buddista esclusivamente tibetano per la crescita spirituale e la guarigione, che porta sempre l’iscrizione mistica OM MANI PADME HUNG. Sono anche dette chokhor (ruota della legge) in Tibetano.
Ne esistono due tipi: quelle portatili, o affisse ai cancelli dei monasteri o attorno agli stupa. Quelle di tipo portatile sono ruote cilindriche con un coperchio removibile che nasconde una cavità entro cui è attorcigliata una striscia di carta molto lunga e sottile, che riporta innumerevoli ripetizioni del mantra om mani padme hung in caratteri tibetani. Il mantra è anche impresso sulla parte esterna della ruota, agganciata a una maniglia di legno tramite un asse di metallo. Un perno di piombo con una catena è attaccato al cilindro al fine di facilitare la rotazione. Continue reading »

Istruzioni essenziali sulla Grande Perfezione

Dilgo Khyentse Rinpoche
Dilgo Khyentse Rinpoche

Istruzioni essenziali sulla Grande Perfezione di Dilgo Khyentse Rinpoche

La pratica quotidiana consiste semplicemente nel generare una completa accettazione, una piena apertura verso tutte le situazioni, le emozioni e le persone – così da sperimentare ogni cosa in maniera totale, senza riserve mentali né blocchi, in modo tale che non ci si ritragga mai in se stessi, che non ci si concentri mai su se stessi.

Questa apertura produce un’energia immensa, che solitamente è bloccata dai vari processi dell’evasione mentale, del pensare, del fuggire dall’esperienza diretta della vita. Negli stadi iniziali, la chiarezza della consapevolezza potrebbe essere spiacevole, o spaventare; se questo accade bisogna aprirsi completamente al dolore o alla paura, dar loro il benvenuto. In questo modo si infrangono le barriere create dalle reazioni emotive abituali e dai preconcetti. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Come prendersi cura dei testi di Dharma

Ghesce Ciampa Ghiatso

Ghesce Ciampa Ghiatso

Ghesce Ciampa Ghiatso: Come prendersi cura dei testi di Dharma

In accordo alla tradizione, il testi di Dharma dovrebbero essere conservati con rispetto, in luoghi alti, puliti, separatamente da altri oggetti mondani. Dovrebbero essere avvolti in un tessuto quando devono essere portati con sé. Si dovrebbe evitare di appoggiarli sul pavimento, di calpestarli, non ci si dovrebbero appoggiare sopra oggetti di essi di qualsiasi tipo – incluso il rosario – e non ci si dovrebbe sedere sopra. Questa, che può sembrare una strana usanza, è in realtà il modo di evitare di creare il karma di non incontrare in futuro il Dharma. La preziosità del Buddhadharma consiste nell’essere una vera fonte di felicità per tutti gli esseri e la causa per abbandonare ogni sofferenza presente e futura. Quindi, ogni testo che contenga insegnamenti o i nomi dei propri Maestri, dovrebbe essere trattato con estrema cura e rispetto. Se in ogni caso si dovesse avere la necessità di eliminare del materiale di Dharma, questo non dovrebbe essere gettato nella spazzatura ma bruciato in un modo speciale. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: Il cantico delle quattro consapevolezze

jetzonkapa

Lama Tzong Khapa: Poni la tua mente, senza permetterle di vagare, in uno stato di profondità e chiarezza.

Lama Tzong Khapa: Una pioggia di ottenimenti. Un canto ornato con le quattro consapevolezze che illustra la visione Madyamika

Sul cuscino immutabile, unificazione di metodo e saggezza,

siede il gentile lama, la natura di tutti rifugi

un Budda che ha completato gli abbandoni e le realizzazioni è lì.

Avendo abbandonato il concepire difetti in lui,

fagli richieste con una pura apparenza.

Poni la tua mente senza permetterle di vagare in uno stato

di apprezzamento e rispetto per lui.

Avendola resa consapevole, priva di dimenticanza,

mantienila in uno stato di apprezzamento e rispetto. Continue reading »

Lama Yesce: Un Approccio Buddhista alla Malattia Mentale

Lama Yesce: La rabbia sorge dall’attaccamento per i piaceri sensoriali. Analizzate bene. Questa è una psicologia meravigliosa, ma può essere difficile da comprendere. Quando qualcuno tocca qualcosa a cui siete molto attaccati, la cosa vi fa sentire estremamente turbati. L’attaccamento è la fonte della rabbia.

Lama Yesce: La rabbia sorge dall’attaccamento per i piaceri sensoriali. Analizzate bene. Questa è una psicologia meravigliosa, ma può essere difficile da comprendere. Quando qualcuno tocca qualcosa a cui siete molto attaccati, la cosa vi fa sentire estremamente turbati. L’attaccamento è la fonte della rabbia.

Lama Yesce: Un Approccio Buddhista alla Malattia Mentale

Sono nato nei pressi di Lhasa, la capitale del Tibet, e ho ricevuto la mia educazione all’Università Monastica di Sera, uno dei tre grandi monasteri di Lhasa. In quei monasteri ci hanno insegnato come porre fine ai problemi umani: non tanto i problemi che le persone devono affrontare nell’ambiente esterno, ma i problemi interiori, i problemi mentali che riguardano tutti gli esseri umani. Questo è ciò che ho studiato: psicologia buddhista; come trattare la malattia mentale. Per i passati dieci anni ho lavorato con gli occidentali, sperimentando per verificare se la psicologia buddhista funzioni anche con la mente occidentale. Secondo la mia esperienza, è stata estremamente efficace. Di recente, alcuni di questi studenti mi hanno invitato in occidente per dare letture e corsi di meditazione, per cui eccomi qui. Noi lama pensiamo che il punto essenziale sia che i problemi umani sorgono principalmente dalla mente, non dall’ambiente esteriore. Ora, invece di parlare di cose che potreste ritenere irrilevanti, forse sarebbe meglio se mi faceste delle domande specifiche, in modo da poter affrontare direttamente le questioni che più vi interessano.

Dr. Stan Gold: Lama, la ringrazio molto di essere venuto. Potrei iniziare chiedendole cosa intende per ‘malattia mentale’?

Lama Yesce: Per malattia mentale intendo quel tipo di mente che non percepisce la realtà; una mente che tende o a esagerare o a sottovalutare le qualità delle persone o degli oggetti che percepisce, fatto che causa sempre il sorgere di problemi. In occidente, non considerereste questa come malattia mentale, ma l’interpretazione della psicologia occidentale è troppo limitata. Se qualcuno è evidentemente disturbato a livello emotivo, considerate ciò un problema, ma se qualcuno ha una fondamentale incapacità di percepire la realtà, di comprendere la propria natura, per voi questo non è un problema. Continue reading »

Ven. Ghesce Gendun Tharchin: Note sul Kalacakra

Ven Ghesce Gendun Tharchin: La pratica dell'amore non è fantascienza, è realtà.

Ven Ghesce Gendun Tharchin: La pratica dell’amore non è fantascienza, è realtà.

Note sul Kalachakra del Ven Ghesce Gendun Tharcin. Graz 2000.

Vorrei condividere con voi alcuni appunti che ho trascritto durante gli insegnamenti su Kalachakra, che Sua Santità il Dalai Lama ha impartito a Graz in Austria nell’ottobre scorso, con lo scopo di chiarire alcuni punti di questa importante pratica. L’iniziazione di Kalachakra è strutturata in due parti: i preliminari e l’iniziazione vera e propria. Quando si parla di preliminari ci si riferisce alla pratica dei sutra che sono contenuti nei tre aspetti principali del cosiddetto sentiero dei sutra ovvero: la rinuncia, il bodhicitta e la comprensione che realizza la realtà ultima.

Le pratiche preliminari sono conosciute anche con il nome di Sentiero delle Paramitayana o delle Pratiche comuni del Lamrim. Le prati­che preliminari infatti sono comuni sia al praticante dei sutra che a quello dei mantra e sono fondamentali, perché le pratiche dei sutra costituiscono la base delle pratiche dei mantra. Continue reading »

The exemplary life and death of Geshe Yeshe Tobden

Ven Gesce Yesce Tobten with his attendant Ven. Lobsang Donden and Dr. Luciano Villa in Dharamsala India

Ven Gesce Yesce Tobten with his attendant Ven. Lobsang Donden and Dr. Luciano Villa in Dharamsala India

The exemplary life and death of Geshe Yeshe Tobden

He was like St. Francis.

The way Geshe Yeshe Tobden, Dharamsala meditator and beloved teacher to students around the world, lived and died is an illuminating example of Dharma in practice. Centro Terra di Unificazione’s Giovanna Pescetti interviewed one of those closest to him, his attendant Ven. Lobsang Dhonden.

Geshe Yeshe Tobden had escaped from Tibet by himself in 1960-61 after years of terror and Communist occupation. He was already well known in his monastery in Tibet, Sera-Me, because of his very strict and rigorous practice. He was like St. Francis; he lived according to a very strict discipline, in poverty, humility, and chastity. Thousands of monks knew him and called him a saint from that time. Even the Chinese respected him. Since his time in Tibet, Geshe-la [affectionate name for a revered teacher] was a well-known disciple of His Holiness the Dalai Lama, from whom he had received the Kalachakra initiation. His Holiness took care of him until the last days of his life. Other teachers of his, like Ling Rinpoche and Trijang Rinpoche, the senior and junior tutors respectively of His Holiness, considered Geshe-la as one of their most important disciples.

After two attempts to flee a Chinese prison, he finally escaped and arrived at the refugee camp in exile, Buxa in India, where he resumed his studies and obtained the highest degree, the degree of Geshe Larampa, at the age of 37. Continue reading »

Sakya Trizin: Meditare in città

Sakya Trizin
Sakya Trizin

Perché e in che modo crearsi uno spazio ed un tempo per la meditazione in città?

Preziosi consigli per la pratica quotidiana da uno dei massimi rappresentanti del Buddhismo tibetano: Sakya Trizin.

Molte persone sostengono che è troppo difficile praticare il Dharma, soprattutto nelle grandi città, dove c’è molta distrazione e molta attività. Tuttavia, il Buddha ha dato molti insegnamenti proprio perché imparassimo a padroneggiare la nostra mente selvaggia.

A causa della nostra mente selvaggia, così coinvolta nelle contaminazioni afflittive, da sempre siamo intrappolati nel reame dell’esistenza ciclica e ne subiamo le conseguenze. Abbiamo sofferto moltissimo in passato, stiamo ancora soffrendo nel presente e, se non ci diamo da fare adesso, soffriremo anche in futuro. Per questo motivo il Buddha ha insegnato molti modi di praticare, e tutti hanno lo scopo di domare la nostra mente. Continue reading »

Patrul Rinpoche: Refuge and Bodhicitta

Patrul Rinpoche: If you apply yourself to these practices, then you will never forget the mind of bodhicitta.

Patrul Rinpoche: If you apply yourself to these practices, then you will never forget the mind of bodhicitta.

An Essential Instruction on Refuge and Bodhicitta

by Patrul Rinpoche

In the Buddha, the Dharma and the Supreme Assembly
I take refuge until I attain enlightenment.
Through the merit of practising generosity and so on,
May I attain buddhahood for the benefit of all beings.

Here I shall explain taking refuge, which is the foundation of the path to liberation, the basis of all vows, the source of all enlightened qualities and the point of differentiation between buddhists and non-buddhists, together with generating the mind of bodhicitta, which is the foundation for accomplishing the level of complete enlightenment and the source of all that is positive in existence and peace. Continue reading »

Il buddhismo nella vita quotidiana

 

Buddha Amitayus

Buddha Amitayus

Utilizzare metodi buddhisti per aiutarci nella vita quotidiana

Alexander Berzin, Mosca, Russia, Settembre 2010. Traduzione italiana a cura di Valentina Tamiazzo.

Questa sera parleremo di come utilizzare metodi buddhisti per aiutarci nella vita quotidiana. Quando parliamo di metodi buddhisti, o di insegnamenti buddhisti, la parola sanscrita che si riferisce a questo è: “Dharma.” Se guardiamo a cosa la parola “Dharma” significhi effettivamente, questa significa: “qualcosa che ci trattiene.” Il Dharma è qualcosa che ci trattiene, o che ci previene, dal soffrire e dall’aver problemi.

Le quattro nobili verità

La prima cosa che il Buddha insegnò furono quelle che sono conosciute come le “quattro nobili verità.” Ciò significa che vi sono quattro fatti che chiunque sia altamente realizzato ed in grado di comprendere la realtà, comprende come veri.Questi quattro fatti sono:

  • I veri problemi che tutti noi affrontiamo.

  • Le vere cause di questi problemi.

  • Come sarebbe se vi fosse una vera cessazione di queste cause, in modo tale da non avere più questi problemi.

  • La maniera di comprendere, agire, e così via, che porterebbe a tale cessazione di tutti i nostri problemi.

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A. Berzin: Bodhicitta dell’Aspirazione

Chenrezig

Chenrezig

Azioni per la pratica derivanti dalla promessa di Bodhicitta dell’Aspirazione

modificato nel marzo 2002 da: Berzin, Alexander: L’Iniziazione di Kalachakra Estratto. Roma: Ubaldini Editore, 2002. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Bodhicitta dell’Aspirazione e Bodhicitta dell’Impegno

I Bodhisattva sono coloro che hanno bodhicitta (byang-sems): un cuore completamente dedicato agli altri e al raggiungimento dell’illuminazione per poterli beneficiare in maniera più completa possibile. Ci sono due livelli di bodhicitta:

Bodhicitta di Aspirazione (smon-sems),

Bodhicitta dell’Impegno (‘jug-sems).

La Bodhicitta dell’Aspirazione è il forte desiderio di superare le nostre limitazioni e di realizzare i nostri potenziali per beneficiare tutti. La Bodhicitta dell’Impegno significa impegnarsi nelle pratiche che portano a questo obiettivo e prendere i voti del Bodhisattva dell’astenersi dalle azioni che siano nocive per questa finalità.

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Theravada e Mahayana

bhTheravada e Mahayana: Ricerca sulle forme basilari del Buddhismo

Originariamente pubblicato come parte di Berzin, Alexander. Buddhism and Its Impact on Asia. Asian Monographs, no. 8. Cairo: Cairo University, Center for Asian Studies, June 1996. Traduzione italiana a cura di Julian Piras.

Theravada Il Theravada pone l´accento sulla meditazione della consapevolezza. Questa pratica si effettua concentrandosi sul respiro e le sensazioni del corpo quando si è seduti, e sui movimenti e le intenzioni di muoversi mentre si cammina in modo molto lento. Con la consapevolezza della nascita e la cessazione di ogni momento, si ottiene una realizzazione dell’impermanenza fondata sull’e sperienza diretta. Quando questa comprensione è applicata all´analisi di tutta la propria esperienza, si realizza che non c`è un io permanente, un io che non cambia e che esiste indipendentemente da tutto e da tutti. Continue reading »

A. Berzin: Il mandala

 Mandala.

Mandala.

Il significato e l’uso di un mandala

Alexander Berzin, Dicembre 2003. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Il significato di un mandala

La parola tibetana per “mandala,” dkyil-‘khor, significa letteralmente “ciò che circonda un centro.” Un “centro” qui è un significato e “ciò che lo circonda” – un mandala – è un simbolo circolare che ne rappresenta il significato. Tuttavia, non tutti i mandala sono circolari.

Ci sono molti tipi di mandala, che vengono usati per diversi scopi sia nelle pratiche buddhiste del sistema di sutra che in quello di tantra. Andiamo a passarne in rassegna alcuni.

Mandala esterno

Un mandala esterno (phyi’i dkyil-‘khor) è una rappresentazione Continue reading »

Offerta del Mandala

mandala-mudra

mandala-mudra

Offerta del Mandala
sa sci po chi ciug scin me tog dram

(Spargendo il terreno con i fiori, spalmando di incensi)

ri rab lin sci gni de ghien pa di

(questi quattro continenti con il Monte Meru decorato di sole e luna)
san ghie scing du mig te pul pa ii

(offro mirando lo stato di Illuminazione.)
dro cun nam dag scin la cio par sciog

(Possano tutti gli esseri senzienti giungere alla terra pura)

THE MANDALA OFFERING PRAYER

Om vajra bhumi ah hung
wang chen ser gyi sa zhi Continue reading »

Sakyong Mipham Rinpoche: Le Nove Tappe del Training Mentale

Sakyong Mipham Rinpoche greets His Holiness the Dalai Lama at Shambhala Mountain Center in 2006

Sakyong Mipham Rinpoche greets His Holiness the Dalai Lama at Shambhala Mountain Center in 2006

Le Nove Tappe del Training Mentale di Sakyong Mipham Rinpoche

Le nove tappe progressive dello sviluppo mentale (Secondo la Pratica di Meditazione Shamatha)

Descrizione: La parola tibetana (shinè) per indicare la meditazione Shamatha significa calma. La pratica della meditazione Shamatha sviluppa la capacità di focalizzare la mente in perfetta e univoca concentrazione ed è un prerequisito per lo sviluppo di vipashyana o insight (meditazione analitica). La meditazione Shamatha dovrebbe idealmente essere praticata in un luogo isolato, sedendosi in una postura meditativa detta di Buddha Vairocana. Di solito, l’oggetto della concentrazione è l’immagine del Buddha o di una divinità. Continue reading »

La meditazione

bh6-2La meditazione

La meditazione (bhavana) è una ginnastica mentale: anziché addestrare i nostri arti, il nostro corpo fisico, si tratta di lavorare sulla mente. E’ un processo di disciplina mentale, mediante il quale si rende familiare la propria mente con un certo oggetto positivo – sia esteriore (come un’immagine) sia interiore (come la mente stessa o le sue qualità) – attraverso il pensare ad esso o il concentrarsi univocamente su di esso, allo scopo di sviluppare uno stato mentale controllato ed elevato. Si tratta dunque di abituare e familiarizzare (tib. sgom) la mente ad un determinato oggetto (ovviamente positivo), così che divenga tanto chiaro, vivido e presente da sembrare concreto: il che presuppone che bisogna riconsiderarlo ripetutamente. Non si tratta affatto di svuotare la mente, cioè nel bloccare o eliminare i pensieri. Si tratta di un lavoro di osservazione esteriore ed interiore il più possibile neutra ed oggettiva, una pratica di attenzione concentrata su ciò che accade nella mente, nel corpo e nel mondo.

La funzione della mente è di conoscere e sperimentare, è la consapevolezza stessa. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: i 27 impegni

Chögyal Namkhai Norbu: Il mio primo impegno è di non insegnare mai solo per il mio esclusivo interesse.

Chögyal Namkhai Norbu: i 27 impegni

Namgyalgar, Addestramento di terzo livello, 31 marzo 2000.

Ora devo dire qualcosa sui miei impegni personali. È molto importante che i miei studenti, in particolare nel Santi Maha Sangha, conoscano questo principio. Questo principio non è solo un qualcosa che scrivo per dire: “Questo è il mio impegno”. Li applico. Ho scritto questi impegni quando ho iniziato ad insegnare Dzogchen. All’inizio ho insegnato insegnamento buddista in generale, anche tantra e docenze all’università. Anche l’ISMEO (Istituto Studi Medio Estremo Oriente) a volte organizzava una sorta di conferenze pubbliche. Quei soggetti non erano un problema.

Poi, in seguito, molte persone mi hanno chiesto di trasmettere l’insegnamento Dzogchen. Quindi, in questo caso, insegnare significa che sto mostrando il percorso, e gli studenti si applicano e seguono, e cercano di ottenere la realizzazione. Quindi non è solo per i miei studenti, ma anche per me stesso. Sono ancora nella dimensione umana. Sono nel samsara proprio come voi. Non c’è molta differenza. Forse ho un po’ più di esperienza nell’insegnamento e nella conoscenza Dzogchen. Questo è vero. Ma siamo tutti nel samsara. Quindi abbiamo bisogno di realizzazione. Per avere la realizzazione abbiamo bisogno del sentiero. Dobbiamo applicare il percorso, seguire il percorso, nel modo corretto. Altrimenti non potremmo avere la realizzazione. Quindi, quando insegno a qualcuno, “insegnare”, significa che sto lavorando con la trasmissione, lavorando con il mio percorso, che è ciò che sto seguendo. Continue reading »

Il Settuplice Ragionamento di Chandrakirti

Joe Wilson, IL SETTUPLICE RAGIONAMENTO di CHANDRAKIRTI (Meditazione sull’assenza di sé della persona)

Traduzione Italiana a cura di CRISTINA MARTIRE. Revisione e Adattamento di Alberto MENGONI. Per conto del CENTRO NIRVANA di ROMA, che profondamente si ringrazia per la sua grande gentilezza. ROMA – 2003

In Ricordo di Cristina Martire

Roma, 15 ottobre 1954 – 7 giugno 1995

Dotata naturalmente di grande dolcezza, altruismo, discrezio­ne, umiltà, pazienza e compassione,

ha lasciato il suo corpo terreno in modo santo e, come al solito, senza voler arrecare il

minimo disturbo. Era, in realtà, una grande praticante spirituale e tenace meditante.

Lascia un enorme vuoto in chi la conobbe e la amò. Sarà sempre nei nostri cuori. Continue reading »

Serkong Rinpoche: Evitare la sofferenza osservando il Dharma

Tsenciab Serkong Rinpoche: Contemplare le varie tipologie di azioni distruttive che abbiamo compiuto e i loro risultati è una maniera molto efficace di assicurarci benessere e felicità.

Tsenciab Serkong Rinpoche: Contemplare le varie tipologie di azioni distruttive che abbiamo compiuto e i loro risultati è una maniera molto efficace di assicurarci benessere e felicità.

Evitare la sofferenza osservando il Dharma.

Tsenciab Serkong Rinpoche I. Nuova Delhi, India, 7 Dicembre 1979. Traduzione di Alexander Berzin, revisione di Nicholas Ribush. Lievemente rivisto da Alexander Berzin, 2003. Pubblicazione originale in: Tsenciab Serkong Rinpoche: “Renunciation.”  In “Teachings at Tushita”,  ed. Glenn Mullin e Nicholas Ribush.  New Delhi: Mahayana Publications, 1981. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Riconoscere la sofferenza

La parola sanscrita Dharma, in Tibetano chö (chos), significa tenere o sostenere. Cosa viene tenuto o sostenuto? L’eliminazione della sofferenza e il raggiungimento della felicità. Questo viene reso possibile dal Dharma non solo per noi, ma per tutti gli esseri.

La sofferenza che subiamo è di due tipi: quella immediatamente visibile a noi esseri umani e quella che non possiamo vedere senza l’ausilio di poteri extrasensoriali. Il primo tipo include il dolore associato alla nascita, la sgradevolezza delle malattie occasionali, la tristezza che accompagna l’invecchiamento e la vecchiaia e il terrore della morte. Continue reading »

Sadhana di Parnashavari

Parnashavari

Parnashavari Sadhana dalla raccolta delle opere di Kyobpa Jigten Sumgön

Liberandoci dalle malattie dell’inesauribile samsara, con l’oceano di grande felicità di s

amsara e nirvana ci guidi verso il supremo risveglio, gloriosa Phagmodrupa, mi inchino ai tuoi piedi.

Gloriosa Dea Parnashavari, tu liberi tutti quanti da un grande pericolo. Quando ci saremo rifugiati in te, dea sublime, ci proteggerai da tutti i pericoli. Quindi scriverò queste brevi parole. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il Sutra del Cuore

Ghesce Ciampa Ghiatso: Meditare vuol dire rendere la propria mente familiare con l’oggetto su cui si medita. Se meditiamo sulla compassione questo significa che stiamo familiarizzando la nostra mente con la compassione.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Meditare vuol dire rendere la propria mente familiare con l’oggetto su cui si medita. Se meditiamo sulla compassione questo significa che stiamo familiarizzando la nostra mente con la compassione.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Introduzione al Sutra del Cuore

Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996.Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

IL SUTRA DEL CUORE DELLA VITTORIOSA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA

Così una volta udii.

Il Bhagavan dimorava a Rajghir, sulla montagna Picco degli Avvoltoi, assieme a un vasto sangha di monaci e a un vasto sangha di bodhisattva. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: I cinquantun fattori mentali.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La saggezza dovuta alla realizzazione del sentiero dell’accumulazione deriva dall’ascolto e dalla riflessione, mentre quella dello stadio della preparazione deriva dalla meditazione.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La saggezza dovuta alla realizzazione del sentiero dell’accumulazione deriva dall’ascolto e dalla riflessione, mentre quella dello stadio della preparazione deriva dalla meditazione.

Seconda parte degli Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996: Introduzione al Sutra del Cuore. Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

Ghesce Ciampa Ghiatso

Vi sono poi i vari fattori mentali, o menti secondarie. Generalmente si parla di cinquantuno fattori mentali: cinque fattori mentali onnipresenti: 1) sensazione, 2) discriminazione, 3) intenzione, 4) impegno mentale, 5) contatto;

cinque fattori mentali determinanti (l’oggetto): 1) aspirazione, 2) credenza o apprezzamento, 3) memoria o consapevolezza, 4) stabilizzazione meditativa, 5) saggezza;

undici fattori mentali virtuosi: 1) fede, 2) vergogna o considerazione per sé stessi, 3) imbarazzo o considerazione per gli altri, 4) non attaccamento, 5) non odio, 6) non ignoranza, 7) sforzo, 8) flessibilità, 9) coscienziosità, 10) equanimità, 11) non essere nocivi;

sei afflizioni mentali disturbanti principali: 1) attaccamento, 2) odio, 3) orgoglio, 4) ignoranza, 5) dubbio, 6) visioni afflittive; Continue reading »

Shakyamuni Buddha: The Heart Sutra

Shakyamuni Buddha: He or she needs to keep in view, fully and in detail, the five aggregate factors of his or her experience and those as devoid of self-establishing nature.

Shakyamuni Buddha: He or she needs to keep in view, fully and in detail, the five aggregate factors of his or her experience and those as devoid of self-establishing nature.

Shakyamuni Buddha: The Heart Sutra

Tib. “Shes-rab snying-po,” Skt: “Bhagavati Prajnaparamita-hrdaya”

These words have I heard. At one time, the Vanquishing Master Surpassing All was dwelling at Vulture Peak Mountain, by the Royal City of Rajagriha, together with a great assembly of the monastic sangha and a great assembly of the bodhisattva sangha.

At that time, the Vanquishing Master Surpassing All was totally absorbed in the absorbed concentration that expresses the multiplicity of phenomena, known as “the appearance of the profound.”

Also at that time, the bodhisattva great-minded mahasattva, the Arya Avalokiteshvara, the Powerful Lord Beholding All Around, conducting his behavior in profound and far-reaching discriminating awareness, was beholding all around, in detail, like this: He was beholding all around, in detail, the five aggregate factors of his experience and even those as devoid of self-establishing nature. Continue reading »

Alexander Berzin: Spiegazione dei mandala

Il significato di un mandala

La parola tibetana per “mandala,dkyil-‘khor, significa letteralmente “ciò che circonda un centro.” Un “centro” qui è un significato e “ciò che lo circonda” – un mandala – è un simbolo circolare che ne rappresenta il significato. Tuttavia, non tutti i mandala sono circolari.

Ci sono molti tipi di mandala, che vengono usati per diversi scopi sia nelle pratiche buddhiste del sistema di sutra che in quello di tantra. Andiamo a passarne in rassegna alcuni.

Mandala esterno

Un mandala esterno (phyi’i dkyil-‘khor) è una rappresentazione di un sistema planetario. Viene usato come un’offerta fatta al maestro spirituale per richiedere un insegnamento, il conferimento di un insieme di voti e per il conferimento di un potenziamento tantrico. Viene usato allo stesso modo come un’offerta di apprezzamento alla fine di un insegnamento o di una cerimonia per il conferimento di un voto o di un potenziamento (iniziazione tantrica).

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Ghesce Ciampa Ghiatso: Le tre porte.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il Buddha ha proposto differenti esposizioni perché qualcuno potrebbe preferire una elaborazione minima, apprezzando una maggiore semplicità e meditare sui cinque aggregati; altri potrebbero preferirne una intermedia e quindi meditare sulle dodici entrate; altri ancora potrebbero preferire una elaborazione più accurata e meditare quindi i diciotto costituenti.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il Buddha ha proposto differenti esposizioni perché qualcuno potrebbe preferire una elaborazione minima, apprezzando una maggiore semplicità e meditare sui cinque aggregati; altri potrebbero preferirne una intermedia e quindi meditare sulle dodici entrate; altri ancora potrebbero preferire una elaborazione più accurata e meditare quindi i diciotto costituenti.

Terza parte degli Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996: Introduzione al Sutra del Cuore. Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

Ghesce Ciampa Ghiatso: LE TRE PORTE

Allo stesso modo, Shariputra, tutti i fenomeni sono vuoti, sono privi di caratteristiche definite; non sono generati e non cessano; sono privi di impurità e non sono separati dalle impurità; non diminuiscono e non aumentano.”Vengono considerati otto aspetti in relazione alle tre porte della liberazione. Continue reading »

Corrado Pensa: Equanimità e fiducia

tara-pujaEquanimità e fiducia di Corrado Pensa

L’equanimità è l’opposto dell’attaccamento, è non-attaccamento. È una dimensione determinante del sentiero interiore. Ovviamente, esistono diversi gradi di equanimità, ma anche un’aspirazione, una sincera aspirazione verso di essa è già un inizio di vera equanimità. Dunque, l’equanimità è l’anima del lavoro interiore, il cuore del sentiero, il cuore della realizzazione e dell’adempimento. L’equanimità è l’anima della presenza mentale che chiamiamo consapevolezza non-giudicante, cioè una consapevolezza che tende all’equanimità. Continue reading »

Kata, la sciarpa di buon auspicio

L’offerta della kata indica che la richiesta non sottintende pensieri corrotti o secondi fini.

L’offerta della kata indica che la richiesta non sottintende pensieri corrotti o secondi fini.

Fra le tradizioni tibetane, la più nota è senza dubbio l’offerta di una kata, o sciarpa bianca, come saluto. La kata è un simbolo di buon auspicio, che dà un impulso positivo a qualsiasi iniziativa o relazione e indica le buone intenzioni della persona che la offre. Le Kata vengono portate in offerta a immagini religiose, come statue raffiguranti il Budda, nonché a lama o a funzionari del governo a cui viene richiesto aiuto, nella forma di preghiera o altro tipo di servizio. L’offerta della kata indica che la richiesta non sottintende pensieri corrotti o secondi fini. Esistono otto tipi di kata. Tre misure dell’elaborata dzod tak, una kata di seta con tessuti simboli di buon auspicio, la kata mongola, di colore blu brillante, la kata ashi, di seta semplice, la subshi, fatta di cotone a tessitura larga, il sothar e il khachi. Continue reading »

Milarepa: Song to the girl Paldarbum

Milarepa: Since it was easy to meditate with your mind, The thoughts are the mind’s magical display, So let them be as the very state of your mind.

Milarepa: Since it was easy to meditate with your mind, The thoughts are the mind’s magical display, So let them be as the very state of your mind.

Milarepa: Song to the girl Paldarbum

Milarepa said to the girl Paltarbum, “If you sincerely wish to practice the Dharma, in my tradition you don’t need to change your name. Since one can awaken to buddhahood as either a monk or layperson, you don’t need to shave your hair off or change your dress.” Then he sang this song on meditation guidance in training the mind with four meaningful analogies.

Listen here, you lay girl Paldarbum,
Listen well, you rich and dedicated maiden.

Take this sky as your example,
And train in the meditation state without center or edge.

Take the sun an moon as your example,
And train in the meditation state without increase or decrease.

Take this mountain as your example,
And train in the meditation state without shifting or change.

Take the great ocean as your example,
And train in the meditation state without surface or base. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: 4 consapevoezze, 12 entrate, 18 costituenti

Ghesce Ciampa Ghiatso: La stabilizzazione meditativa ci porta ad applicarci con impegno, ci porta alla perseveranza. Impegnarci nella meditazione concentrata univocamente su un oggetto porta benessere e felicità mentale, la nostra mente diventa più ferma e stabile.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La stabilizzazione meditativa ci porta ad applicarci con impegno, ci porta alla perseveranza. Impegnarci nella meditazione concentrata univocamente su un oggetto porta benessere e felicità mentale, la nostra mente diventa più ferma e stabile.

Quarta parte degli Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996: Introduzione al Sutra del Cuore. Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

Ghesce Ciampa Ghiatso: LE QUATTRO CONSAPEVOLEZZE o I quattro piazzamenti ravvicinati della consapevolezza. LE DODICI ENTRATE e I DICIOTTO COSTITUENTI.

I testi parlano di quattro consapevolezze:

A) consapevolezza del corpo,

B) consapevolezza delle sensazioni,

C) consapevolezza della mente,

D) consapevolezza dei fenomeni.

Vediamo ora le quattro consapevolezze in relazione ai cinque aggregati: forma, sensazioni, discriminazione, fattori di composizione e coscienza. Continue reading »

Pema Jigdrel: Il dogma del non sé

Il Buddha: “Questo non è mio, questo non sono io, questo non è il mio sé”.

Pema Jigdrel: Il dogma del non sé

La cultura buddhista è dominata da dogmi basati su fraintendimenti o interpretazioni errate. Uno di questi dogmi, forse il più rilevante, è quello del “non sé”: in pāli anattā, in sanscrito anātmā. (Entrambi i termini sono maschili e declinati al nominativo. Le forme non declinate sono anattan e anātman.)

Il dogma del “non sé” purtroppo deriva da un’interpretazione errata del termine originario così come è impiegato nei sutta, i discorsi in lingua pāli attribuiti al Buddha. La fonte più significativa è Il discorso sulla caratteristica del non sé (Anatta-lakkhaṇa-sutta), (Saṁyutta Nikāya 22.59. Vedi Piya Tan, SD 1.2. Testo pāli: suttacentral.net.) qui tradotto. Si ritiene che il Buddha abbia avuto tale dialogo con i primi cinque discepoli. In ogni caso, l’argomentazione centrale è la stessa di un dialogo posteriore (Saṁyutta Nikāya 22.88. Vedi Piya Tan, SD 42.8.) e il tema del “non sé” è trattato con espressioni simili anche in altri sutta (Cfr. Majjihima Nikāya 35 (Piya Tan, SD 26.5, pp. 70-74); Majjihima Nikāya 109 (Piya Tan, SD 17.11); Majjihima Nikāya 148 (Piya Tan, SD 26.6, pp. 85-92); Saṁyutta Nikāya 22.76; Piya Tan, SD 26.7).

La prima frase in cui compare anattā recita così: «La forma, o monaci, è non sé» Rūpaṁ bhikkave anattā. La “forma” (rūpa) è il primo dei cinque aggregati della propria esperienza psicofisica: il corpo con le facoltà sensoriali e i relativi oggetti percepiti. La medesima formula ricorre anche in riferimento agli altri aggregati. «La sensazione è non sé». «Il concetto è non sé». «Gli impulsi sono non sé». «La percezione è non sé».

La sensazione può essere piacevole, neutra o sgradevole. Il concetto è la nozione o idea dell’oggetto percepito. Gli impulsi sono le spinte interiori a compiere determinate azioni. La percezione è la ricezione cosciente dei dati sensoriali e mentali. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: I 12 Anelli e le 4 Nobili Verità.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nella nostra vita, ogni giorno, cerchiamo di mantenere la mente in uno stato felice, cerchiamo di non pensare troppo al passato in quanto, in ogni caso, il passato è andato e non può riproporsi. Non fate neppure troppi progetti per il futuro perché fare troppe supposizioni sul futuro può preoccuparci e perché il futuro ora non c’è e quindi è incerto. Cerchiamo di mantenerci felici nel presente, essere contenti di quello che abbiamo considerandolo sufficiente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nella nostra vita, ogni giorno, cerchiamo di mantenere la mente in uno stato felice, cerchiamo di non pensare troppo al passato in quanto, in ogni caso, il passato è andato e non può riproporsi. Non fate neppure troppi progetti per il futuro perché fare troppe supposizioni sul futuro può preoccuparci e perché il futuro ora non c’è e quindi è incerto. Cerchiamo di mantenerci felici nel presente, essere contenti di quello che abbiamo considerandolo sufficiente.

Quinta parte degli Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996: Introduzione al Sutra del Cuore. Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I DODICI ANELLI e LE QUATTRO NOBILI VERITA’

Il testo recita:

Non esiste ignoranza o estinzione dell’ignoranza, fino a non esistono vecchiaia e morte né estinzione della vecchiaia e della morte.” Continue reading »

Lama Yeshe: Come cercare la felicità?

Lama Tubten Yeshe: “Dovete riconoscere tutte le concezioni sbagliate, dovete conoscerle chiaramente, cosi potrete ottenere la comprensione giusta, seguire la strade giusta e quindi ricevere la realizzazione giusta e definitiva”.

Lama Tubten Yeshe: “Dovete riconoscere tutte le concezioni sbagliate, dovete conoscerle chiaramente, cosi potrete ottenere la comprensione giusta, seguire la strade giusta e quindi ricevere la realizzazione giusta e definitiva”.

Lettura di Lama Tubten Yeshe il 10 marzo 1971.

Siamo molto fortunati a trovarci qui per un breve periodo di tempo ed usare le nostre energie per realizzare lo stato di Buddha.

Sakyamuni Buddha dà la soluzione perfetta al problema dell’ignoranza, cioè la non-conoscenza dei due livelli di verità (1), che è la causa delle afflizioni mentali (2),

Così ripetendo il mantra di Buddha Sakyamuni e meditando su questo soggetto, possiamo trovare una grande soluzione ai problemi interiori. Questa soluzione consista in un grande metodo per eliminare le afflizioni mentali. Puoi vederlo da solo, puoi avere tale esperienza mentre stai ripetendo questo mantra. Meditando su questo soggetto puoi sperimentare come s quanto esso modifichi la tua mente.

Puoi sentire coma fluisce il mantra mentre lo recitiamo. E’ così semplice.

OM MUNI MUNI MAHA MUNAIE SOHA

L’intero Dharma è in questo mantra. Sakyamuni Buddha stesso raggiunse alte realizzazioni tramite il significato di questo mantra. Se capisci il contenuto di questo mantra t’accorgerai anche che la vera natura di ogni cosa è inclusa in esso. Penso che agendo cosi, anche solo per un minuto, possiamo ricevere un grande beneficio. Nella nostra coscienza s’è così impressa una grande impronta che ci dà la possibilità di risolvere i due livelli di problemi, che non sono altro che l’ignoranza dei due livelli di verità. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Riflessioni sugli stadi del sentiero 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Occorre impegnarsi a sviluppare la grande compassione, il desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza e dalle sue cause, e il vero amore, un puro desiderio che tutti gli esseri siano felici e abbiano le cause per ottenere la felicità.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Occorre impegnarsi a sviluppare la grande compassione, il desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza e dalle sue cause, e il vero amore, un puro desiderio che tutti gli esseri siano felici e abbiano le cause per ottenere la felicità.

Ghesce Ciampa Ghiatso

RIFLESSIONI SUGLI STADI DEL SENTIERO

prima parte

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel 1998.

Il modo di fare richieste ai Guru in relazione a una meditazione panoramica sugli stadi del sentiero’

A Voi che mi avete insegnato tutto quello che conosco,

concesso i sutra, i tantra, i trattati e le istruzioni,

conferito i voti e benedetto con le iniziazioni,

a Voi faccio richieste, Guru diretti e del lignaggio.

Attraverso la conoscenza e la compassione

di tutti i Conquistatori e dei loro Figli dei tre tempi,

Tu sei venuto in modo eccellente, Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Riflessioni sugli stadi del sentiero 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: Tutti i fenomeni non esistono intrinsecamente e sono delle mere imputazioni nominali, prive di esistenza intrinseca. Noi li percepiamo come esistenti intrinsecamente, ma questa è un’errata percezione cui ci afferriamo considerandola vera.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Tutti i fenomeni non esistono intrinsecamente e sono delle mere imputazioni nominali, prive di esistenza intrinseca. Noi li percepiamo come esistenti intrinsecamente, ma questa è un’errata percezione cui ci afferriamo considerandola vera.

Ghesce Ciampa Ghiatso

RIFLESSIONI SUGLI STADI DEL SENTIERO

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel 1998.

MORTE E IMPERMANENZA

La meditazione sulla morte e l’impermanenza si svolge in nove punti; tre sono i punti radice e da ciascuno di essi si sviluppano tre ulteriori ragionamenti:

a. la morte è certa,

b. il momento della morte è incerto,

c. al momento della morte non ci saranno di aiuto né i beni materiali, né i parenti o gli amici e neppure questo corpo; solo la pratica del Dharma potrà aiutarci.

Esaminiamo i diversi punti analiticamente.

La morte è certa Continue reading »

Thich Nhat Hanh: La pratica della preghiera

Thich Nhat Hanh: “Annaffiate i semi di pace e gioia in voi, ogni giorno. Gioite del momento presente e condividete pace e amore con gli altri. Questa è vera preghiera. ".

Thich Nhat Hanh: “Annaffiate i semi di pace e gioia in voi, ogni giorno. Gioite del momento presente e condividete pace e amore con gli altri. Questa è vera preghiera. ".

Thich Nhat Hanh: La pratica della preghiera

Cos’è la preghiera? A chi dovremmo rivolgerla? Quali risultati dà?
Un bambino di cinque anni, che amava giocare con il suo criceto, soffrì molto quando l’animaletto scavò una buca nel terreno e scomparve. Il bambino pregò Dio con tutto il cuore affinché il criceto tornasse, ma questo non avvenne. Alcuni anni dopo il bambino, ormai ragazzo, frequentava un college dove si recitava una preghiera prima di cominciare le lezioni. Il più delle volte si trattava di preghiere che a lui apparivano sciocche, come “prego perché domani ci sia il sole, così potremo fare un picnic”. Ma un giorno una compagna di scuola entrò in classe piangendo e disse al professore che sua madre aveva un tumore al cervello e che i medici le avevano dato una settimana di vita. Il professore si alzò in piedi, guardò intensamente i suoi studenti e disse: “Se qualcuno non crede nella forza guaritrice di Dio per favore esca dalla classe”. Continue reading »

Lama Yeshe: I veri praticanti di Dharma danno il benvenuto ai problemi.

Lama Yeshe. Una Lama disse: "Quando le cose vanno bene, sei un grande praticante del Dharma; quando le cose vanno male, la tua pratica di Dharma scompare. Quando lo stomaco è pieno e il sole si riversa nella tua stanza, è facile guardare alla religione; ma quando sorgono le difficoltà, ti trovi a mani vuote."

Lama Yeshe. Una Lama disse: "Quando le cose vanno bene, sei un grande praticante del Dharma; quando le cose vanno male, la tua pratica di Dharma scompare. Quando lo stomaco è pieno e il sole si riversa nella tua stanza, è facile guardare alla religione; ma quando sorgono le difficoltà, ti trovi a mani vuote."

Lama Yeshe: I veri praticanti di Dharma danno il benvenuto ai problemi.

A volte, quando la gente ascolta per la prima volta gli insegnamenti di Dharma sulla felicità e la sofferenza pensa che la felicità dipende dalla sofferenza e che se si fosse completamente liberi dalla sofferenza non ci sarebbe alcun modo per sperimentare la felicità.

Posso vedere da dove proviene quest’idea. In un certo senso è abbastanza logico: se non c’è la sofferenza non c’è felicità, la sofferenza e la felicità sono fenomeni interdipendenti. Questa è l’esperienza umana. E’ pure la mia esperienza.

Quando studiavo al Monastero di Sera in Tibet dall’età di 9 a 24 anni, ricetti molti insegnamenti e molti commentari da eccellenti insegnanti. Ero ben accudito da mio zio, che fece in modo che mai patissi la fame o la sete e si prese cura di me in generale. Era una tipica vita monastica ed era davvero positiva. E, da parte mia, ho fatto del mio meglio per studiare e praticare il Dharma. Continue reading »

A. Berzin: 8 consigli buddhisti per la felicità

Dr. Alexander Berzin: 8 consigli buddhisti per la felicità

La felicità è qualcosa che noi tutti vorremmo provare a prescindere da cosa stia accadendo. Ma come si fa a essere fondamentalmente una persona felice, capace di affrontare qualunque cosa avvenga nella vita? Ecco alcuni suggerimenti buddhisti:

  1. Trova un po’ di tempo tranquillo ogni giorno – calmati concentrandoti sul tuo respiro.

  2. Quando sei con altre persone, sii consapevole di come ti comporti e di come parli; quando sei da solo, sii consapevole di ciò che sta avvenendo nella tua mente – prova ad agire, parlare e pensare in modi costruttivi.

  3. Fai qualcosa di carino per qualcuno ogni giorno – abbi un interesse sincero per la loro felicità.

  4. Sii generoso con altri – incrementerà il tuo senso di autostima.

  5. Concentrati sui tuoi punti di forza e su quelli degli altri – offri suggerimenti utili quando sorgono problemi.

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Cos’è la felicità?

Gentilezza, interesse e compassione per gli altri, allora, sono le cose principali che abbiamo bisogno di coltivare per vivere una vita felice.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è la felicità?

La felicità è una sensazione di benessere di lungo termine, pace mentale e soddisfazione per le nostre vite – è quello che tutti noi ricerchiamo, tutto il tempo. Quando ne abbiamo persino un piccolo assaggio, vogliamo che continui per sempre.

Le persone spesso confondono il piacere con la felicità.

Noi di solito pensiamo che se mangiamo buon cibo, se indossiamo abiti costosi e se ci divertiamo sempre, saremo felici. Ma per qualche motivo questo non funziona mai. Tendiamo anche a pensare che se appaghiamo tutti i nostri bisogni e desideri, saremo felici. Ma in realtà, preoccuparsi solo di noi stessi conduce alla solitudine e alla depressione.

È sgradevole a volte essere soli con i nostri pensieri ed emozioni, quindi troviamo distrazione nella musica, nei giochi al computer, nel cibo, nel sesso, e nelle carriere. Ma questo non ci connette veramente con gli altri, e non offre nemmeno una reale sensazione di felicità.

Volendo sentirci felici e connessi con gli altri, spesso ci rivolgiamo ai social media. Potremmo ottenere una scarica di piacere di breve durata dai “mi piace” sui nostri selfie o dal messaggio di un amico, ma ciò semplicemente porta a volerne di più. Controlliamo i nostri cellulari costantemente, aspettando ansiosi la nostra prossima “dose”, ma a prescindere da quanti “mi piace” e messaggi riceviamo, per qualche motivo finiamo con il sentirci meno connessi con gli altri. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è il karma?

Se cambiamo le nostre abitudini e accumuliamo abitudini benefiche, l’esito sarà positivo a prescindere dalle nostre credenze.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è il karma?

Il karma si riferisce agli impulsi mentali, basati sui nostri precedenti schemi comportamentali, che ci spingono ad agire, parlare, e pensare nel modo che facciamo. Le nostre abitudini aprono percorsi neurali nei nostri cervelli che, quando stimolati dalle giuste circostanze, ci fanno ripetere i nostri schemi ordinari di comportamento. Per farla semplice, proviamo la voglia di fare qualcosa, e poi la facciamo in modo compulsavo.

Il karma è spesso frainteso come destino o predestinazione. Quando qualcuno è ferito o perde molti soldi, le persone potrebbero dire, “Bè, che sfortuna, questo è il loro karma”.

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Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità – 1

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel settembre 2000.

Introduzione

Tutti i fenomeni, tutti gli oggetti della conoscenza, sono inclusi nella duplice divisione di verità convenzionale e verità ultima, e queste a loro volta, possono essere definite l’una come verità ingannevole e l’altra come verità non ingannevole.

Queste due verità includono le quattro nobili verità:

  1. verità della sofferenza

  2. verità dell’origine della sofferenza Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola.

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Vaibhashika

La definizione di verità convenzionale per i Vaibhashika è un fenomeno tale che se fosse rotto o mentalmente separato in parti, la mente che apprende quell’oggetto cesserebbe, prendiamo ad esempio un vaso o una coperta. Se un vaso fosse rotto o se una coperta fosse completamente disfatta in singoli fili, la mente che li apprende cesserebbe. Dal punto di vista dei Vaibhashika un tavolo è verità convenzionale. Infatti se lo distruggessimo in più parti, ciò che rimarrebbe non sarebbe più appreso come tavolo. Questa casa è verità convenzionale oppure ultima? Dal punto di vista Vaibhashika è convenzionale. Anche dal punto di vista Cittamatra o Madhyamika il vaso è un esempio di verità convenzionale. Invece, dal punto di vista Sautantrika, questo tavolo è verità ultima in quanto, a livello ultimo, è in grado di svolgere una funzione. Dal punto di vista Sautantrika tutti i fenomeni che possono svolgere funzioni a livello ultimo sono esempi di verità ultima. Quei fenomeni che non hanno la proprietà di svolgere una funzione sono verità convenzionali. La verità ultima per i Vaibhashika è: un fenomeno tale che se fosse rotto o mentalmente separato in parti, la mente che apprende quell’oggetto non cesserebbe, per esempio, le particelle direzionali prive di parti, o gli istanti temporali di coscienza privi di parti, o lo spazio non composto. Continue reading »

Jhado Rinpoche: Introduction to Kalachakra 1

Ven. Jadho Rinpoche

Ven. Jadho Rinpoche

1 – Introduction to Kalachakra by Ven. Jhado Rinpoche

Bodhgaya, January 2002

Today Rinpoche is beginning with the introduction, because many of you have come to Bodhgaya to receive the Kalachakra empowerment from His Holiness the Dalai Lama, so for this Jhado Rinpoche is extremely thankful for your presence. Rinpoche personally is also here to receive the Kalachakra empowerment from His Holiness and hence from this point of view we are all the same in the sense that we are all here to receive this empowerment. Rinpoche is here in order that we do not waste this precious opportunity, he says that we are all here to help each other and he hopes that through tonight’s talk he will be able to be of some benefit or help or service to everybody in providing and sharing with all of us as much knowledge as he has of Kalachakra. Continue reading »

Uno sguardo d’insieme alle quattro nobili verità

Buddha

Buddha

Uno sguardo d’insieme alle quattro nobili verità

Alexander Berzin, Bucarest, Romania, Giugno 2009. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Mi è stato chiesto di dare inizio alla nostra serie di lezioni questa sera parlando delle quattro nobili verità. Questo è un inizio molto appropriato, poiché questo è il modo in cui Buddha ha iniziato quando cominciò ad insegnare. Ci sono molti sistemi di insegnamento, insegnamenti spirituali, li possiamo chiamare religioni oppure filosofie, ci sono molti sistemi e ovviamente Buddha era consapevole della quantità di sistemi che esistevano a quel tempo e oggi ne abbiamo ancora molti di più. Quindi, penso che sia molto importante, quando ci avviciniamo al Buddhismo, cercare di identificare qual è la caratteristica peculiare dell’approccio buddhista. Ovviamente il Buddhismo include anche molti insegnamenti che sono in comune con altri sistemi: essere una persona buona, gentile, amorevole, non fare male a nessuno. Continue reading »

Parinirvana Sutra

The Great Parinirvana Sutra
Chapter 1: Introduction
[605a] Thus have I heard. One time the Buddha was staying at the city of Kusinagara, the birthplace of the great worthy, on the shore of the Ajiravati River between a pair of Sala trees. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 3

Ghesce Ciampa Ghiatso: I nostri problemi, la sofferenza, sono permanenti o impermanenti? Impermanenti. La sofferenza e i problemi sono impermanenti? Sì, lo sono. Pertanto, se sono impermanenti cambiano e quindi non c’è bisogno di preoccuparsene eccessivamente, possono intervenire cause e condizioni e i problemi d’oggi possono mutare. Questo è il modo in cui si deve meditare sull’impermanenza.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I nostri problemi, la sofferenza, sono permanenti o impermanenti? Impermanenti. La sofferenza e i problemi sono impermanenti? Sì, lo sono. Pertanto, se sono impermanenti cambiano e quindi non c’è bisogno di preoccuparsene eccessivamente, possono intervenire cause e condizioni e i problemi d’oggi possono mutare. Questo è il modo in cui si deve meditare sull’impermanenza.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Cittamatra

Per i Cittamatra, la definizione di verità convenzionale è: ciò che è realizzato attraverso un percettore diretto che lo realizza chiaramente con un’apparenza dualistica. Per esempio: qualunque oggetto esclusa la vacuità. Dal punto di vista dei Cittamatra, tutti i fenomeni funzionanti sono verità convenzionale e anche tutti i fenomeni imputati dalla mente sono verità convenzionale. Solo la vacuità è verità ultima.

La definizione di verità ultima è: ciò che è realizzato attraverso un percettore valido diretto che lo realizza chiaramente senza un’apparenza dualistica. Continue reading »

Jhado Rinpoche: Introduction to Kalachakra 2

Jhado Rinpoche: Generally all the Buddha´s teachings are related to world peace.

2 – Introduction to Kalachakra by Jhado Rinpoche

Bodhgaya, January 2002

The speciality of Kalachakra tantra

The third outline was showing how the Vajrayana path is more supreme and superior to the Sutrayana path and the fourth outline was showing how the highest yoga tantra is more supreme than the three lower tantras. And here we come to the fifth outline, which is explaining about the speciality of the Kalachakra tantra.

In the path of secret mantra there’s this practice of Kalachakra, which is extremely profound, extremely well known through all the world. When we try to achieve enlightenment, we try to cultivate the path to buddhahood. Continue reading »

Il triplice addestramento

bh-12IL TRIPLICE ADDESTRAMENTO

Tutto l’insegnamento del Buddha si può riassumere nel Nobile Ottuplice Sentiero che, a sua volta, può essere sintetizzato nel Triplice Addestramento, ossia nell’Addestramento alla Virtù o Etica suprema (adhisila), al Raccoglimento supremo (adhisamadhi) e alla Saggezza Discriminante suprema (adhiprajña):

1. l’etica o moralità :

consiste nell’astensione – cosciente o voluta – dalle 10 azioni negative, allo scopo di evitare di nuocere agli altri.

L’osservanza della morale acquista maggior valore quando è corroborata da un voto o da un impegno (samvara-sila). Basata sugli stessi principi fondamentali, essa varia tuttavia coi diversi stati di vita: gli obblighi di un monaco sono più severi di quelli di un laico.

2. il raccoglimento o concentrazione :

non serve a nulla evitare il male (cioè, osservare la moralità) se la mente e il cuore reagiscono ancora a tutti i richiami delle passioni : occorre pertanto staccarsi dal samsara mediante la purificazione del pensiero, che si ottiene con esercizi mentali di concentrazione (samadhi in senso lato), Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 4

Ghesce Ciampa Ghiatso: Anche nel compiere le azioni più piccole – per esempio nel donare perfino il più piccolo dei doni – bisognerebbe applicare contemporaneamente la pratica della altre cinque perfezioni. Se pratichiamo combinando fra loro le sei perfezioni, allora la raccolta dei meriti aumenterà continuamente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Anche nel compiere le azioni più piccole – per esempio nel donare perfino il più piccolo dei doni – bisognerebbe applicare contemporaneamente la pratica della altre cinque perfezioni. Se pratichiamo combinando fra loro le sei perfezioni, allora la raccolta dei meriti aumenterà continuamente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La pratica delle sei perfezioni in rapporto alle due verità.

È importante sviluppare la bodhicitta, la mente dell’illuminazione, la mente che desidera ottenere lo stato di buddha per prendersi cura degli altri esseri senzienti. Qual è la risposta corretta alla domanda:“E’ sufficiente generare bodhicitta?” La risposta corretta è no. Di che cosa c’è bisogno ancora? Della generosità, della moralità, della pazienza e delle altre perfezioni. Le prime tre sono pratiche importanti per i laici. Il dare si riferisce al donare cose materiali, donare protezione, donare amore e donare insegnamenti di Dharma. Tra queste, la cosa più semplice è il dono materiale; anche donare amore alla propria famiglia non è difficile. Ma abbiamo bisogno di sviluppare il dono dell’amore verso tutti gli esseri senzienti. Questo è più difficile da mettere in pratica. È importante, quindi, iniziare almeno dai membri della nostra famiglia. Dobbiamo sviluppare l’amore l’uno verso l’altro. Continue reading »

Jadho Rinpoche: Practice of Six Sessions Guru Yoga of Kalachakra

Kalachakra Mandala

Question and Answer Session by Jhado Rinpoche

Bodhgaya, January 2002

Q: What are the most important points to focus on in one’s practice after having received the Kalachakra initiation?

A: In general there are many things to practice after having received the Kalachakra empowerments, however the main thing is to train one’s mind in the common path, so Rinpoche quotes a verse from the “Foundation of All Good Qualities”, that was composed by Lama Tsong Khapa which says:

Having trained well my mind in the common pathways,

please bless me to enter the Vajaryana,

the gateway of the fortunate ones.

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A. Berzin: Caratteristiche di base del tantra

Tutte le classi di tantra richiedono che il praticante raggiunga un certo livello di maturità spirituale attraverso le pratiche preliminari

Tutte le classi di tantra richiedono che il praticante raggiunga un certo livello di maturità spirituale attraverso le pratiche preliminari.

Caratteristiche di base del tantra

Alexander Berzin, Luglio 1986, rivisto con ampliamenti nel Febbraio 2002.

Significato di tantra

Il termine tantra (rgyud) indica una continuità eterna. Ci sono tre livelli di tale continuità:

  1. La continuità eterna di base è il continuum mentale individuale (flusso mentale) di ciascun essere limitato (essere senziente), Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 5

ven. Ghesce Ciampa Ghiatso

ven. Ghesce Ciampa Ghiatso

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità per gli Svatantrika Madhyamika. I 108 fenomeni, le 12 entrate, i 18 costituenti, le 20 vacuità, le 16 vacuità, le 4 vacuità.

La definizione di verità convenzionale secondo gli Svatantrika è: un oggetto che è realizzato in un modo dualistico da un valido cognitore diretto che lo realizza direttamente. Per esempio: un vaso. Tutti i fenomeni funzionanti sono, quindi, verità convenzionale.

Quanti fenomeni esistono? Dalla forma fino alla mente onnisciente vi sono 108 fenomeni. Continue reading »

Lama Yeshe: Cercate di mettere il più possibile in pratica gli insegnamenti

Lama Yesce: “Per praticare l'insegnamento del sentiero graduale, eliminate l'arroganza”.

Lama Yesce: “Per praticare l'insegnamento del sentiero graduale, eliminate l'arroganza”.

Lama Thupten Yeshe

Lama Tzong Khapa o Je Rimpoce, il fondatore della scuola Gelug-pa o Ghelug-pa,
“passò gran parte della giovinezza, e in realtà il resto della vita, studiando con i più grandi Lama appartenenti alle diverse tradizioni buddhiste tibetane:
– Nyingma,
– Kadam [da cui la scuola Gelug o Ghelug],
– Kagyu,
– Sakya.
Se per fare riferimento a queste tradizioni mi fossi servito della parola “setta”, avreste probabilmente ricevuto l’impressione erronea di una differenziazione totale e perfino di una certa opposizione tra queste tradizioni. Infatti molti libri occidentali alimentano questo tipo di idee, portando a credere ad una lotta continua tra esse. Tutto questo non corrisponde affatto alla realtà, è una interpretazione completamente erronea. Lo stesso Lama Tzong Khapa ricevette insegnamenti da grandi pandit e maestri di meditazione di tutte queste scuole; studiò con loro, partecipò ai dibattiti nelle loro università, imparò le loro tecniche di meditazione.
Questa sua completa esperienza, piuttosto che essere fonte di conflitti, è stata di immenso beneficio per tutti. Nonostante ciò, molti libri in occidente danno l’impressione che una scuola abbia una buona pratica e una no, che vi siano delle scuole che si concentrano unicamente sullo studio al contrario di altre, e così via. Continue reading »

Kirti Rinpoche: The Kalachakra Mantra

Kirti Tsenshab Rinpoche

The Kalachakra Mantra

Kirti Tsenshab Rinpoche: Graz, Austria, September 1999

In the following the main mantra of Kalachakra will be explained. The mantra is as follows:

OM AH HUM HOH HAM KSHAH MA LA VA RA YA HUM PHET

The first four syllables OM AH HUM HOH of the mantra are the four vajra syllables of body, speech, mind and wisdom: OM is the vajra of body, AH the vajra of speech, HUM the vajra of mind, and HOH is the vajra of wisdom. These are the four vajra syllables.

The next two syllables, HAM and KSHAH, are the seed syllables for the father Kalachakra (HAM) and, correspondingly, his consort Vishvamata (KSHAH).

The subsequent syllable MA is the basis for the inestimable mansion of Kalachakra. The mansion is a threefold mandala: in the center there is the mandala of the mind, around that the mandala of the speech, and again around that the mandala of the body. These are the three mandalas of the mansion and it is represented by the seed syllable MA. The four syllables LA VA RA YA stand for the four elements of earth, fire, water and wind. In the mandala one can see the white border area, separating the outer from the inner. If I continue this may become very boring, technical and difficult; so we stop here. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 6

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sempre prestare attenzione alle qualità e non ai difetti. Se ci concentriamo a cercare i difetti ne troveremmo sempre, all’infinito.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sempre prestare attenzione alle qualità e non ai difetti. Se ci concentriamo a cercare i difetti ne troveremmo sempre, all’infinito.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I fenomeni convenzionali o verità ingannevole

In generale, i fenomeni sono enumerati nella serie dei cinque aggregati,in quella delle dodici entrate e in quella dei diciotto costituenti.

I cinque aggregati sono: l’aggregato della forma, l’aggregato della sensazione, l’aggregato della discriminazione, l’aggregato dei fattori di composizione, l’aggregato della coscienza. L’aggregato della forma si riferisce all’insieme di particelle, quindi agli oggetti della vista, del suono, dell’odorato, del gusto e del tatto. L’aggregato della coscienza include le menti primarie quali le sei coscienze che sono: coscienza dell’occhio, dell’orecchio, del naso, della lingua, del corpo e della mente. Continue reading »

His Holiness the Dalai Lama: Prayer for the Flourishing of the Jonang Teachings

Field of merit from the Jonang tradition

An Aspiration Prayer for the Flourishing of the Jonang Teachings

by Tenzin Gyatso, His Holiness the Fourteenth Dalai Lama

བགྲངས་ཡས་བསྐལ་པར་ཐུགས་བསྐྱེད་ལེགས་གོམས་པས། །

drang yé kalpar tukkyé lek gompé

Having perfectly meditated upon generating the enlightened mind for incalculable eons,

མཐའ་ཡས་འགྲོ་བའི་རེ་སྐོང་དམ་ཆོས་ཆར། །

tayé drowé rekong damchö char

The incomparable sovereign of the Śākyas wisely brought down the rain Continue reading »

A. Berzin: Capire il tantra

Capire il tantra

Alexander Berzin, 2002. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Parte I: Domande di fondo e dubbi riguardo al tantra

1 Il significato del tantra

La definizione della parola tantra

Gli insegnamenti di Buddha includono sia i sutra che i tantra. Continue reading »

Nutrire e domare il demone della paura

chamNutrire e domare il demone della paura, di Alexander Berzin, Marzo 2002

Questo metodo è stato ispirato dal lavoro di Tsultim Allione https://www.sangye.it/altro/?p=6634, ed è stato modificato per adattarsi alla struttura di un rituale che “rispetta e ripristina” (bskang-gso) di un protettore del Dharma.

  • Cercate di identificare ciò che principalmente causa in voi paura ed ansia, ad esempio stare da soli e sentire che nessuno vi ama, ed immaginate che assuma la forma di un demone che vi ha creato ansia e paura.
  • Immaginate che il demone emerge da voi e si posiziona davanti a voi. Chiedetegli cosa vuole.
  • Immaginate di nutrire il demone nel senso di dargli quello che vuole, in questo caso, nutritelo con amore ed affetto.
  • Legatevi al demone e rendetelo il vostro protettore affinché in futuro vi protegga dalla paura di non essere amati da nessuno.
  • Rendetevi conto che se trascurerete di nutrire il demone con regolarità, questi vi attaccherà di nuovo, e stabilite di propiziarvelo con regolarità in futuro. Continue reading »

Gestire la paura

cham1Gestire la paura

Alexander Berzin, Marzo 2002. Traduzione italiana a cura di Benedetta Lanza.

Metodi di emergenza per affrontare la paura

Nel Buddhismo tibetano, la forma di Buddha femminile, Tara, rappresenta l’aspetto di un Buddha che ci protegge dalla paura. In particolare, Tara rappresenta i venti-energia del corpo ed il respiro. Quando sono purificati, Tara raffigura anche la capacità di agire e di ottenere i nostri scopi. Questo simbolismo suggerisce vari metodi di emergenza per gestire la paura, lavorando con il respiro e con le energie sottili.

I metodi di emergenza derivano dalle pratiche preparatorie (preliminari) che facciamo prima di meditare, studiare o ascoltare insegnamenti. In sé e per sé, queste pratiche aiutano a calmarci in situazioni di emergenza, quando siamo estremamente spaventati o in preda al panico. Esse costituiscono anche i primi passi verso l’applicazione di metodi più profondi. Continue reading »

I cinque fattori aggregati dell’esperienza

fioreSchema di base dei cinque fattori aggregati dell’esperienza

Alexander Berzin, Febbraio 2002. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Ogni momento della nostra esperienza è costituito da una moltitudine di variabili. I cinque fattori aggregati dell’esperienza (phung-po, sct. skandha, aggregati) costituiscono uno schema di classificazione di queste variabili – in altre parole, dei componenti non-statici (impermanenti). Continue reading »

Serkong Rinpoche II: Scopo e benefici del dibattito

Tsenshap Serkong Rinpoche II: La vostra motivazione deve sempre essere quella di aiutare il vostro partner a sviluppare una chiara comprensione e una ferma convinzione in ciò che può essere logicamente dimostrato.

Tsenciab Serkong Rinpoche II: Scopo e benefici del dibattito. Tratto da spiegazioni tradotte e riassunte da Alexander Berzin. Mundgod, India, 20 Agosto 2001. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Uno degli scopi principali del dibattito all’interno della formazione buddhista è quello di aiutarvi a sviluppare una consapevolezza risoluta (nges-shes).

Voi assumete una posizione e il vostro partner di dibattito la mette in dubbio sotto molti punti di vista. Se riuscite a difendere la vostra posizione a fronte di tutte le obiezioni e trovate che non ci siano incoerenze logiche o contraddizioni, allora potete focalizzarvi su questa posizione o punto di vista con una consapevolezza del tutto risoluta che non può venire scossa. Questo stato mentale viene anche chiamato ferma convinzione(mos-pa). Dovete avere questa consapevolezza risoluta e questa ferma convinzione quando meditate con la mente concentrata singolarmente su un qualsiasi argomento, come l’impermanenza, l’u guaglianza tra sé ed altri, il considerare gli altri più preziosi di noi stessi, bodhicitta, vacuità e così via. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 7

Ghesce Ciampa Ghiatso: È possibile trovare un io che mangia, beve, cammina, studia, medita, e così via, questo esiste convenzionalmente. È solo un io convenzionale, non è un io ultimo.

Ghesce Ciampa Ghiatso: È possibile trovare un io che mangia, beve, cammina, studia, medita, e così via, questo esiste convenzionalmente. È solo un io convenzionale, non è un io ultimo.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Prasangika Madhyamika

La definizione di verità convenzionale secondo i Prasangika è: un oggettoche è trovato da un valido cognitore che distingue una convenzionalità erispetto al quale un valido cognitore che distingue una convenzionalità diviene un valido cognitore che distingue una convenzionalità. Per esempio: un vaso.

L’esempio del vaso è usato anche dagli Svatantrika, ma nei due modi di concepire la verità convenzionale c’è qualche differenza: per gli Svatantrika la verità della cessazione è una verità convenzionale mentre per i Prasangika è verità ultima. Infatti dal punto di vista degli Svatantrika Madhyamika tutte le quattro nobili verità sono verità convenzionale, mentre per i Prasangika la verità della cessazione è inclusa nella verità ultima e le verità di sofferenza, di origine della sofferenza e di sentiero sono incluse nella verità convenzionale.

La definizione di verità ultima per i Prasangika Madhyamika è: un oggetto che è trovato da un valido cognitore che analizza il modo finale dell’esistenza, rispetto al quale un valido cognitore che analizza il modo finale dell’esistenza diventa un valido cognitore che analizza il modo finale dell’esistenza. Continue reading »

Alexander Berzin: Explanation of the Kalachakra initiation – 1

His Holiness the Dalai Lama prepares the Kalachakra mandala.

His Holiness the Dalai Lama prepares the Kalachakra mandala.

Explanation of the Kalachakra initiation.

By Alexander Berzin at Maitreya Institute, Maasbommel, Netherlands on 26 – 28th of April 1985

Why Kalachakra is special.

Kalachakra means cycles of time. The initiation to Kalachakra is very special for many reasons. It’s special and worthwhile to do. First of all it’s special because His Holiness is giving the initiation some of his qualities. Continue reading »

Il Sur

Una breve ma potente pratica per essere di beneficio a coloro che sono nel bardo e per completare le due raccolte: meriti e saggezza. Generalmente si fa di sera dopo il tramonto.

Il Rituale del Sur

Se desideri offrire il SUR a fine sera, fa’ un impasto pulito di farina, burro, grani, medicine, profumi, essenze e gioielli, mescola queste sostanze del SUR spruzzando dell’acqua e offrile in un contenitore del SUR pulito e senza crepe su un fuoco intenso senza fumo. Continue reading »

Alexander Berzin: Explanation of the Kalachakra initiation – 2

kalachakraBuilding up the correct motivation

Why do we actually want to get involved with Kalachakra? There are many different reasons that might come to our minds and if we are going because it’s something which is very high and something which is so special then that really isn’t a very stable type of reason for going. Because in fact we could have the same type of motivation for going to a big rock concert or any type of festival, because it’s something so exciting so rare and so interesting. In fact there are many different things that we can think of in terms of why we might want to go.

As all the lamas always say: “Everybody wants to be happy and nobody wants to be unhappy or have problems”. And that’s very true. We can look at our lives and although we might want very much to be happy, we find very often that our lives don’t seem to have much meaning to them etc. and we just have the same type of routine, each day. Continue reading »

A. Berzin: Cos’è un’iniziazione di Kalachakra?

Dr. Alexander Berzin: Cos’è un’iniziazione di Kalachakra?

L’iniziazione (potenziamento) di Kalachakra è un rituale buddhista offerto per promuovere la pace nel mondo e per preparare i praticanti alle meditazioni tantriche. A differenza di altri insegnamenti buddhisti avanzati, questa iniziazione è stata data tradizionalmente al grande pubblico e ha attirato il più vasto numero di spettatori, e ai giorni nostri non fa eccezione. Quando il Dalai Lama conferisce questa iniziazione in India, centinaia di migliaia di persone si riuniscono da tutto il mondo. Ma di cosa si tratta?

Kalachakra significa “cicli del tempo” ed effettivamente il tempo è il nostro maggior nemico. Nel corso del tempo diventiamo vecchi, perdiamo tutte le nostre capacità e moriamo. Se pensiamo in termini di rinascita, sembra che dobbiamo passare attraverso questo ciclo ancora e ancora, senza fine. Spaventoso! Persino in questa vita, siamo alla mercé di cicli ormonali, stagionali, e astrologici. Continue reading »

A. Berzin: Il Kalachakra, una pratica tantrica buddhista

Kalachakra

Dr Alexander Berzin: Il Kalachakra, una pratica tantrica buddhista. 

La necessità di avere un approccio realistico.

Diventare un Buddha, qualcuno che è completamente risvegliato, significa annullare tutti i difetti e realizzare tutte le potenzialità per aiutare gli altri. È urgente trovare i metodi più efficaci per raggiungere questo scopo, perché c’è così tanta sofferenza nel mondo. L’iniziazione di Kalachakra offre un’opportunità d’incontrare dei tali metodi. La parola Tibetana per iniziazione, wang, significa potere. Il termine più corretto per parlare di un’iniziazione, quindi, è “ potenziamento.” Un potenziamento conferisce il potere e la capacità di praticare certi metodi meditativi per ottenere l’illuminazione e diventare un Buddha, per beneficiare gli altri il più possibile.

Il Kalachakra è un sistema di meditazione Anuttarayoga, il più alto livello del tantra buddhista. Alcune persone hanno fantasie strane rispetto al tantra e s’immaginano, con grandi aspettative, che l´iniziazione rappresenti la porta di entrata in un mondo magico di sesso esotico e di poteri paranormali. Ma quando apprendono che le cose non stanno così e che la pratica del tantra è complessa, avanzata e richiede un impegno serio a mantenere tanti voti, queste persone si spaventano e sono scoraggiate. Queste reazioni – di eccitazione e paura – sono ambedue inappropriate. Il nostro approccio al tantra e all´iniziazione del Kalachakra devono essere intelligenti. Come il mio maestro principale, Tsenciab Serkong Rinpoche disse una volta: “Se praticate metodi di fantasia, otterrete risultati di fantasia. Se praticate metodi realistici, otterrete risultati realistici.”

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A. Berzin: Introduzione al Kalachakra

Particolare del Mandala di Kalachakra

Dr. Alexandr Berzin: Introduzione al Kalachakra

Il Kalachakra è una complessa pratica meditativa della classe più elevata del tantra, l’anuttarayoga. Questa pratica offre non soltanto un profondo metodo per superare gli effetti dannosi del karma compulsivo e per ottenere l’illuminazione al fine di aiutare tutti gli altri, ma include anche nella sua letteratura un’enciclopedia di scienza indiana antica utile per chiunque, a prescindere dalle loro credenze. Continue reading »

Alexander Berzin: Explanation of the Kalachakra initiation – 3

kalachakraDEITIES

There are all these different deities and all of them have lots of arms and faces and this is something which a lot of western people have difficulty relating to, because they’d say that, “Well, this is some sort of Tibetan thing or Indian thing”. We can’t really relate to it, so, “Why don’t we just throw it out the window and do something a little bit more western style”. This is really missing the point of what’s involved with all these various deities because they have many different levels of purpose and meaning and symbolism for all the different parts they have.

First of all the Tibetan word for these deities is the word “Yi-dam” and a Yi-dam is a personal deity to bind our minds closely with. We shouldn’t get confused by this word “God” or “Deity” and think that we are talking abut the creator God. It’s completely different.

What is being discussed is a certain type of image, being that we want to bind ourselves closely with, so that we take it like an ideal model of what we want to be. Continue reading »

Detailed Outline of the Kalachakra Empowerment – 1

kalachakra tools

kalachakra tools

Detailed Outline of the Kalachakra Empowerment

This is a study document, initially drawn from by Alexander Berzin – Outline of the Kalachakra Empowerment prepared for the Mongolian translator of the Kalachakra empowerment conferred by His Holiness the Fourteenth Dalai Lama in Ulaan Baatar, Mongolia, August 1995 – then modified significantly with content from Kalachakra Tantra – Rite of Initiation by Tenzin Gyatso, the Dalai Lama; translated by Jeffrey Hopkins. Continue reading »

Il metodo Buddhista

Lama Paljin Tulku Rinpoce

Lama Paljin Tulku Rinpoce

Nella religione cristiana si afferma che Dio abbia creato l’uomo a propria immagine e somiglianza e questo nell’intento di ricordare all’uomo stesso, attraverso le sue sembianze divine, che Dio è sempre presente tra noi. Tuttavia, potrebbe venir spontaneo domandarsi se invece non sia possibile l’esatto contrario e cioè che l’uomo, sin dalla sua prima comparsa sulla terra, abbia sentito la necessità di crearsi un Dio onnipotente al quale potersi appellare in tutti i suoi momenti difficili. Se si accetta questa prospettiva, ne consegue allora che questo “Dio personale” non è altro che l’emanazione della natura divina dell’uomo stesso. Il Buddha, 500 anni prima della nascita di Cristo , si prefiggeva appunto di dimostrare, in maniera assolutamente pragmatica, che la mente di ogni uomo possiede veramente questa natura “divina”. Continue reading »

Detailed Outline of the Kalachakra Empowerment – 2

kalachakra mantraThe disciples are instructed to sleep on their right sides, with the kusha grass under their mattresses and pillows, as explained before, and with their heads facing the mandala. Even if their heads are not facing the mandala, they need to imagine that they are. They need to observe and remember the dreams they have at early morning, just as the sky begins to become light. In going to sleep, don’t allow the mind to be polluted by conceptuality; just be mindful of Kalachakra and, within that, think of the altruistic intention to become enlightened and the view of emptiness as much as you can. If you cannot do that, first cultivate faith and compassion and look straight forwardly at the mind itself.The students offer a mandala and then leave as the lama still has various things to do. Continue reading »

A. Berzin: Dare un senso al tantra.

tara bianca -mantraAlexander Berzin: Dare un senso al tantra. Domande fondamentali e dubbi sul tantra.

Vedasi anche https://www.sangye.it/altro/?p=4457, https://www.sangye.it/altro/?p=4464

1.Il senso del tantra

La definizione del termine tantra.

Gli insegnamenti del Buddha comprendono sia i sutra che i tantra.

Nei sutra si trovano i temi essenziali della pratica che permettono di raggiungere la liberazione dai problemi ricorrenti incontrollabili (skt. Samsara) e oltre a questo, lo stato illuminato di un Buddha, la capacità di aiutare gli altri per quanto possibile.

Questi temi comprendono dei metodi per sviluppare un’autodisciplina etica, la concentrazione, l’amore, la compassione e la comprensione corretta di come le cose esistano in realtà. Continue reading »

Lama Yesce e Lama Zopa Rimpoce: La visione corretta

Lama Thupten Yesce con Lama Zopa Rinpoche

Lama Thupten Yesce con Lama Zopa Rinpoche

Lama Yesce e Lama Zopa Rimpoce: La visione corretta.

Il vero problema e’ ritenere che la fonte delle sofferenze e difficoltà sia qualcosa di esterno a noi.

La nostra mente, e in particolare quella di persone anche apparentemente preparate, non e’ mai sotto controllo da innumerevoli vite passate.

Il corpo umano e’ molto fragile ed e’ simile ad una bolla d’acqua. I pensieri negativi disturbano i venti psichici all’ interno del nostro corpo, che a loro volta fanno perdere l’ equilibrio ai quattro elementi. Si avverte nettamente questa situazione di disequilibrio Continue reading »

Lama Yesce: morte, bardo, rinascita.


Lama Yesce: Nella nostra vita prendiamo la cattiva abitudine di rapportarci alle cose o con avidita’ o con paura.

Lama Yesce: Nella nostra vita prendiamo la cattiva abitudine di rapportarci alle cose o con avidita’ o con paura.

Lama Yesce: morte, bardo, rinascita.

Il sentiero rapido del Tantra offre un approccio più radicale ai problemi della vita. Problemi che nascono dall’approccio incontrollato alla morte e da ciò che ne consegue.

Morendo senza consapevolezza siamo spinti ad entrare senza controllo in uno stato intermedio (bardo), da dove sperimenteremo una rinascita incontrollata che ci porterà ad un’ altra vita e un’ altra morte condizionatamente.

La ruota dell’ esistenza ciclica continua a girare, trascinandoci da una esistenza insoddisfacente all’altra.

La morte non e’ affatto un problema, e’ una preziosa opportunità!

Il processo della morte offre la straordinaria occasione di sperimentare la sottile penetrante mente di chiara luce, colma di suprema beatitudine. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: I sedici esercizi del Sutra Anapanasati

Il venerabile maestro Thich Nhat Hanh conduce un marcia per la pace.

Il venerabile maestro Thich Nhat Hanh conduce un marcia per la pace.

I sedici esercizi del Sutra Anapanasati

Commento del venerabile maestro Thich Nhat Hanh, tratto da due discorsi di Dharma tenuti il 18 e 22 gennaio 1998 a Plum Village.

Il Sutra Anapanasati, o Sutra sulla Piena Consapevolezza del Respiro*, tratta dei sedici esercizi per la pratica della respirazione cosciente. Continue reading »

Thanavaro: Meditazione guidata

Mario Thanavaro: Meditazione guidata

Assumete una posizione che vi permetta di sedere senza muovervi. E’ importante che la spina dorsale sia dritta ma non rigida. Portate l’attenzione su tutto il corpo, sulla postura, lasciate andare eventuali tensioni alle spalle, al collo. Ascoltate pure il respiro che entra ed esce dalle narici. Per un momento osservate pure il respiro all’altezza della gabbia toracica, l’espandersi e il chiudersi della gabbia toracica. Successivamente portate l’attenzione all’altezza dell’addome, osservate l’addome che si alza e si abbassa in corrispondenza del respiro. Continue reading »

Song of the Four Mindfulnesses


Kelsang Gyatso, the Seventh Dalai Lama

Kelsang Gyatso, the Seventh Dalai Lama (1708-1757)

A Song of the Four Mindfulnesses as a Guide to the View of the Middle Way by Kelsang Gyatso, the Seventh Dalai Lama

Namo Guru Vajradhara (3x)

On the unwavering cushion of the union of method and wisdom
Sits the kind Lama who is the nature of all protectors.
There is a Buddha in the state of culmination of realizations and cessations.
Beseech him in the light of admiration, through casting away critical thoughts.
Don’t let your mind go astray, but place it within admiration and reverence.
Through not losing mindfulness, hold it within admiration and reverence.

In unending samsara, the prison of suffering, Continue reading »

Realization of the Nature of Mind

Dezhung Rinpoche Kunga Tanpa'i Nyima: Everything that we experience is simply appearance; it has no intrinsic reality, and when we come to understand this, then we understand buddha nature, and we have become free from suffering.

Dezhung Rinpoche Kunga Tanpa’i Nyima: Everything that we experience is simply appearance; it has no intrinsic reality, and when we come to understand this, then we understand buddha nature, and we have become free from suffering.

On Realization of the Nature of Mind by Dezhung Rinpoche Kunga Tanpa’i Nyima

When you come to approach the Dharma you should do so with the attitude that it is for the benefit of others; the concern should be for all sentient beings who have been your mother and father since beginingless time. Out of a concern to help them you are listening to the Dharma in order to become a buddha, for this is the one way in which you can truly help others. But when you listen to the Dharma you should be free from inattention, free from ill feeling or emotional disturbance and you should listen as one who is hoping for some kind of cure for an ailment which is with us intrinsically, all the time. When we listen to the Dharma we should be free from any sense of ordinariness; that is, we think no longer of this world of mundane cares, this world in which we live, but imagine that we are listening to the Dharma in the presence of a buddha whose resplendent form sits shining before us, that the place we are in is a beautiful meadow filled with light, with flowers, with fragrance in the air, that we ourselves are not in our corporeal forms, but that we are all in the form of enlightenment, the bodhisattva, that nothing is weighted down by tangibility, by substantiality, that everything appears, magic, fresh and breathtaking, like a clear dream. If with these ideas in mind we listen to the Dharma, we will understand it and apply it. Continue reading »

Affrontare le esperienze difficili che sorgono in meditazione e in ritiro

meditziAffrontare le esperienze difficili che sorgono in meditazione e in ritiro

Alexander Berzin, Luglio 2002. Traduzione in italiano a cura di Benedetta Lanza.

Introduzione

Il Buddha ha insegnato nei termini delle quattro nobili verità: problemi, loro cause, lo stato della loro completa eliminazione, i sentieri della mente che conducono a questa eliminazione. Pertanto, per affrontare esperienze difficili che si presentano durante la meditazione ed in ritiro e per eliminarle, dobbiamo conoscere le cause dei problemi. Continue reading »

Rifugio

Azioni per la pratica derivanti dal prendere una direzione sicura (Rifugio)

Estratto modificato in Marzo 2002 da: Berzin, Alexander: L’Iniziazione di Kalachakra. Roma: Ubaldini Editore, 2002. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Introduzione

Prendere rifugio (skyabs-‘gro) significa imprimere alla nostra vita, in maniera formale, la direzione sicura e positiva indicata dal Triplice Gioiello – i Buddha, il Dharma e il Sangha – e promettere di mantenere risolutamente questa direzione stabile, finché non ci porti alla liberazione o all’illuminazione. Continue reading »

A. Berzin: Voti radice del bodhisattva

Voti radice del bodhisattva

Estratto modificato in Marzo 2002 da: Berzin, Alexander: L’iniziazione di Kalachakra. Roma: Ubaldini Editore, 2002. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Contesto

Un voto (sdom-pa) è una forma invisibile e sottile in un continuum mentale, che determina il comportamento. In particolare, è l’astensione da un ”azione biasimevole” (kha-na ma-tho-ba), sia che essa sia un’azione naturalmente distruttiva (rang-bzhin-gyi kha-na ma-tho-ba) oppure una che il Buddha ha proibito (bcas-pa’i kha-na ma-tho-ba) per individui specifici che stanno praticando per raggiungere certi obiettivi specifici. Continue reading »

L’impermanenza come risorsa

meditazione sulla impermanenza

Meditazione sulla impermanenza

L’impermanenza come risorsa per costruire relazioni sane

Alexander Berzin, Friburgo, Germania, 15 Marzo 2002. Traduzione in italiano a cura di Benedetta Lanza.

Il titolo di questa lezione suggerisce che la conoscenza o la comprensione dell’impermanenza può essere di aiuto come risorsa per affrontare la vita, in particolare per le difficoltà derivanti dal costruire relazioni sane con gli altri. Continue reading »

Kalama Sutta

amitabha-buddha-copiaKalama Sutta

The Buddha’s Charter of Free Inquiry, translated from the Pali by Soma Thera

Preface

The instruction of the Kalamas (Kalama Sutta) is justly famous for its encouragement of free inquiry; the spirit of the sutta signifies a teaching that is exempt from fanaticism, bigotry, dogmatism, and intolerance.

The reasonableness of the Dhamma, the Buddha’s teaching, is chiefly evident in its welcoming careful examination at all stages of the path to enlightenment. Indeed the whole course of training for wisdom culminating in the purity of the consummate one (the arahant) is intimately bound up with examination and analysis of things internal: the eye and visible objects, the ear and sounds, the nose and smells, the tongue and tastes, the body and tactile impressions, the mind and ideas. Continue reading »

A. Berzin: Voti tantrici secondari

Voti tantrici secondari

Agosto 1997. Parzialmente pubblicato in: Berzin, Alexander: L’Iniziazione di Kalacakra. Roma: Ubaldini Editore, 2002. Traduzione a cura di Francesca Paoletti.

Introduzione

I voti tantrici radice, sia quelli comuni che quelli specifici del Kalacakra, implicano entrambi una promessa di astenersi Continue reading »

Tulku Ghiatso: Powa, la trasferenza della coscienza

Ven. Tulku Gyatzo: “Questa attitudine, questo desiderio di voler aiutare gli altri nel più breve tempo possibile ci stimola a generare, appunto, Bodhicitta che è l’attitudine o la mente altruistica dell’illuminazione, ovvero voler ottenere lo stato di Buddha nel più breve tempo possibile per poter essere di beneficio per tutti quanti gli esseri senzienti.”

Ven. Tulku Ghiatso: Powa, la trasferenza della coscienza nella Terra Pura di Amitabha.

Per ricevere questi insegnamenti della dottrina profonda dovremmo generare una corretta motivazione, cioè prendere rifugio e sviluppare l’attitudine di bodhicitta, o mente dell’illuminazione.

Lama Tzong Khapa insegna che tutti gli aspetti contenuti nelle grandi scritture del Dharma di Buddha che costituiscono il corpo del sentiero graduale verso l’illuminazione sono rivolti ai tre tipi di individui: quelli che hanno uno scopo inferiore, intermedio e superiore. Quindi, dovremmo contemplare i vari aspetti meditativi relativi a questi tre tipi di individui.

In sostanza, l’individuo di scopo inferiore contempla le inevitabili sofferenze e disagi che trovano esperienza in una sfortunata rinascita. Sviluppando un senso di timore e paura verso tale rinascita, l’individuo di scopo inferiore decide di adottare la pratica che costituisce l’antidoto alle rinascite sfortunate. Essa consiste nell’osservare una corretta moralità e nel fare estese preghiere per poter rinascere nei reami superiori. L’individuo di scopo inferiore prende rifugio nei Tre Gioielli proprio con questo tipo di proposito.

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1 – Aryadeva: 400 Verse

1 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

Aryadeva: People receive suffering from their very bodies, but happiness from other (external sources). Why are you so devoted to your body, which acts as a container for all your sufferings?

1 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

(Byang-chub sems-dpa’i rnal-‘byor spyod-pa bzhi-brgya-pa’i bstan-bcos kyi tshig-le’ur byas-pa, Skt. Bodhisattva-yogacarya-catu:shataka-shastra-karika) by Aryadeva translated by Alexander Berzin, 1978 according to the commentary of Gyeltsabjey (rGyal-tshab rJe Dar-ma rin-chen)

I prostrate to the Arya Manjushri.

One: Indicating Methods for Ridding Yourself of Grasping (at the Body as) Permanent

(1) As the master over the three planes of perishable existence,
The Lord of Death, by self-nature, is without a creator,
What could be more improper than  to fall asleep
While the real situation is that he will definitely come.

(2) Having been born for the sake of coming to die
And, under the power of other (things), having the situation
of going (ever closer to your end),
It would appear as though you were going to die,
Not as though you were going to live.

(3) You may see as short your time already spent,
And the future as otherwise,
But (whether) you think of these as equal or unequal,
It would seem as though you should cry out in fear at the obvious.

(4) If death is not fearsome to you because it is something general,
Shared with all others as well,
Does it make you suffer with jealousy
When it ravages someone (else)?
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2 – Aryadeva: 400 Verse

Aryadeva: Why then for one (petty reason) do you have arrogance? 

Aryadeva: Why then for one (petty reason) do you have arrogance? 

2 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

Four: Indicating Methods for Ridding Yourself of Grasping (at the Body as Having) an Impossible “Self” (about Which To Feel Pride)

(1) What hallowed (arhat) in the world
would develop arrogant pride
Thinking, “I (am king and this land is exclusively) mine”?
Why, because all lands are equally (used)
By everybody (on them).

(2) As a servant of the masses, having been apportioned
one-sixth (as your wage),
What is the reason for your arrogant pride?
Whatever (is to be done), you have to do that.
This comes from your having been (appointed) under their power.

(3) It’s vanity for a masterly (king) to think he’s a (generous) patron
When he gives (his people) what ought to be given,
Just as it would be for a masterly (employer) to think of himself as a patron
When he gives his workers (just) their due gain.
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3 Aryadeva: 400 Verse

3 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

Aryadeva: Just as a doctor doesn’t fight with a (patient) likewise, a sage sees the disturbing emotions as the enemy, not the person who’s possessed with these emotions.

3 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

Five: Indicating the Behavior of Bodhisattvas

(1) There are no actions of the Buddhas
That are not causes (for benefiting others).
Even their breath is issued
Only for the sake of (acting as a) medicine for limited beings.

(2) Just as the word Lord of Death
Produces terror for all the world;
Likewise, this word
Omniscient One
Produces terror indeed for the Lord of Death.

(3) The Able Sage (Buddha) possesses (the foresight to know
When) to act and not to act,
What to teach and not to teach.
Therefore, what reason is there to say
that the Omniscient One is not omniscient.

(4) Because you cannot see (any action),
Such as going and so forth, (becoming) positive and so on
Except through the thought (that motivates it),
Therefore the mind is established as crucial for all karma. Continue reading »

4 – Aryadeva: 400 Verse

Aryadeva: Having realized the facts of reality, even if you do not achieve a (nirvana) state beyond sorrow in this (lifetime), it is certain that you’ll achieve it with no effort in your next rebirth, just like (what happens with the type of) karma (that ripens in your next life).

4 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s YogaEight: Training Disciples

(1) Just as dissimilar people
Will not stay close friends for long
(when their attachment is gone);
Likewise, desire will not stay for a long time
In those who realize the faults of all (things).

(2) Some have attachment for a certain (object or person);
Some have repulsion for that very same (thing);
And some are insensitive toward it.
Therefore, an object of desire is not (truly existent as such).

(3) There are no such things as (truly) existent desire and so forth
Without conceptual thought (incorrectly considering them to be so).
Who among those with intelligence would hold
(Both) perfectly established deepest (existence)
and (existence established by merely) conceptual thought?

(4) There’s no such thing as any (male)
being (inherently) bound together
With any (female).
If you were (truly existently) bound together to someone else,
It would be illogical for you ever to become separated.
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5 – Aryadeva: 400 Verse

Aryadeva: The Buddhas never said that particles are static and permanent.

5 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

Nine: Indicating the Meditations for Refuting Static Functional Phenomena

[Starting with this chapter, verses are written as paragraphs rather than divided into lines.]

(1) All (functional phenomena) arise as a fact of being the result (of a collection of causes and circumstances). Therefore, there’s no such thing as a static (functional phenomenon that is causeless and truly existent). Except for the Thusly Gone Able Sage (Buddhas), there isn’t anyone (who can simultaneously cognize, nonconceptually,) just how functional phenomena (are both nonstatic and devoid of true existence).

(2) Whatever (functional phenomena there are) do not exist just at any place or at any time without relying (on causes and circumstances). Therefore, there is no such thing whatsoever as a (functional phenomenon that is) static, anytime, anywhere.

(3) There is no such thing as a functional phenomenon without a cause, and no such thing as something static having a cause. Therefore, concerning (a static functional phenomenon) established from no cause, it is said that such indeed cannot be established (as an object of valid cognition even) by the Omniscient One. Continue reading »

6 – Aryadeva: 400 Verse

Aryadeva:The Buddhas have said that the practice of Dharma is, in short, doing no harm (in order to attain a higher status rebirth) and (realizing) voidness, the (natural) state beyond sorrow (in order to attain liberation or enlightenment).

Aryadeva:The Buddhas have said that the practice of Dharma is, in short, doing no harm (in order to attain a higher status rebirth) and (realizing) voidness, the (natural) state beyond sorrow (in order to attain liberation or enlightenment).

6 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga
Twelve: Indicating the Meditations for Refuting (Attraction to Distorted) Views

(1) A listener who is upright and unbiased, has common sense (discrimination), and takes keen interest is described as being a proper vessel (for these voidness teachings. To the mind of such a suitable disciple,) the good qualities of the propounder (of the teachings) will not change into a different aspect (and appear as faults). Nor will (this change of good qualities into faults) happen with respect to the listener either.

(2) (Buddha) spoke of compulsive samsaric existence (as true suffering) and the method of (entering) compulsive existence(as the true origin of suffering), also the method of pacifying (both as the true pathway mind), and likewise their pacification (as a true stopping).But worldly ones, who (are improper vessels and therefore) cannot comprehend this at all, will attribute (the fault of their inability to understand) as if it were that of the Able Sage (Buddha).

(3) (You Samkhyas and Vaisheshikas) are really amazing – you wish to pass beyond sorrow (to nirvana) by giving up all (and yet you still cling to your belief in truly established existence). What reason is there (for you) not to be happy at these (teachings of voidness, since it’s the understanding of them that) will extricate all (your disturbing emotions and suffering)? Continue reading »

7 – Aryadeva: 400 Verse

Aryadeva: Any position that (asserts either) true existence, total nonexistence, both true existence and nonexistence, (or neither) does not exist (as a valid one with the support of logic). Even after a very long time, (proponents of) such (positions) will never have the ability to expound an answer (that could refute voidness, because voidness is irrefutable).

7 – Aryadeva: Four Hundred Verse Treatise on the Actions of a Bodhisattva’s Yoga

Thirteen: The Meditations for Refuting (Truly Existent) Cognitive Sensors and Cognitive Objects

(1) You do not see absolutely everything about a vase at the timewhen you see (its) form. Who would state “(because) the vase (is perceived by) bare (visual) cognition” as a reason (to prove) its (truly existent) reality?

(2) By this very (same) analysis, those with superior intelligenceshould refute fragrant odors, sweet (tastes), and smooth (tactile sensations as being truly existent and establishing the true existence of physical objects by the bare sensory cognition of them) – all (of them), each one.

(3) Suppose that all (qualities of an object) were to become seen by (the visual cognition that) sees its form. Then, by (the fact that such visual cognition) does not see (that object’s odor – even if you would accept that) it sees its form – how could it not become the case that it does not see (the form either? This would absurdly follow because just as if it sees one quality, it should see all of them; likewise if it does not see one, it should not see any).

(4) It cannot be the case that you have bare (sensory) cognition only simply with respect to forms (as truly existent whole “things”). Why? Because these (forms) have a far portion, a near portion, and a middle (one, and so are only imputations on their parts).

(5) And when you analyze whether the (constituent) particles (of a form) have parts or not, these indeed become included (in the category of that which has parts and therefore they too lack truly established existence). Because of that, it’s unreasonable for composite (forms made up) by composing (particles lacking true existence) to be established (as truly existent whole objects of bare sensory cognition).

(6) Everything indeed becomes a section (of something greater) and then again (itself) becomes something having sections. Because of that, even spoken syllables are (merely conventions) in this (world and) are not (truly) existent. Continue reading »

I quattro assiomi per esaminare un insegnamento di Dharma

Quando Buddha disse “Non credete a quello che insegno solo per fede o per rispetto, ma investigatelo per conto vostro come se steste comprando dell’oro,” intendeva dire di fare un’indagine applicando questi quattro assiomi.

Quando Buddha disse “Non credete a quello che insegno solo per fede o per rispetto, ma investigatelo per conto vostro come se steste comprando dell’oro,” intendeva dire di fare un’indagine applicando questi quattro assiomi.

I quattro assiomi per esaminare un insegnamento di Dharma

Alexander Berzin, Gennaio 2001. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Il successo nella pratica del Dharma dipende dall’avere un atteggiamento realistico. Questo significa esaminare gli insegnamenti di Dharma in maniera coerente con il reale modo di esistere delle cose. Per quest’esame, Buddha ha insegnato quattro assiomi (rigs-pa bzhi), che sono le assunzioni di base nel pensiero buddista. Ricordiamoci le parole del Buddha: “Non accettate quel che sto insegnando solo per fede o per rispetto verso di me, ma investigate gli insegnamenti per conto vostro come se steste comprando dell’oro.” Continue reading »

L’offerta del mandala

Qualunque sia il modo in cui eseguiamo l´offerta, è importante fermarsi un attimo per chiarire la nostra mente, e cercare d’immaginarsi in una terra pura campo di Buddha. Poi, in quello stato, fate l´offerta del mandala.

Qualunque sia il modo in cui eseguiamo l´offerta, è importante fermarsi un attimo per chiarire la nostra mente, e cercare d’immaginarsi in una terra pura campo di Buddha. Poi, in quello stato, fate l´offerta del mandala.

Una breve spiegazione dell’offerta del mandala nella richiesta per un insegnamento

Alexander Berzin, Morelia, Mexico, Aprile 2004 [Trascrizione leggermente redatta]. Traduzione italiana a cura di Julian Piras.

Prima di ricevere un insegnamento, è importante richiederlo con un´offerta del mandala. E facendo quest´offerta, è importante capire il significato del verso che recitiamo.

Dirigendo e offrendo ai campi di Buddha
Questa base profumata con acque fragranti, cosparsa di fiori,
E sormontata dal Monte Meru, da quattro isole, dal sole e dalla luna,
Possano tutti i migratori essere condotti alle terre pure.
Om idam guru ratna mandala-kam nir-yatayami.
Vi offro questo mandala, preziosi guru. Continue reading »

I preliminari per la meditazione o lo studio: la pratica in sette rami

Con le mani giunte vi richiedo  Vittoriosi che potreste andare oltre alla tristezza:  Vi imploro, rimanete per incalcolabili eoni,  Per non lasciare questi esseri migratori nella loro cecità. (Shantideva)

Con le mani giunte vi richiedo Vittoriosi che potreste andare oltre alla tristezza: Vi imploro, rimanete per incalcolabili eoni, Per non lasciare questi esseri migratori nella loro cecità. (Shantideva)

I preliminari per la meditazione o lo studio: la pratica in sette rami

Alexander Berzin. Berlino, Germania, 9 Gennaio 2001. Traduzione italiana a cura di Julian Piras, Novembre 2011.

Questa sera, vorrei spiegare in un modo più pratico i preliminari che eseguiamo all´inizio delle nostre lezioni sul testo di Shantideva, Guida allo stile di vita del Bodhisattva (Bodhisattvacharya-avatara). Essi includono la pratica in sette rami, che deriva da questo testo. La pratica di questi preliminari prima di ascoltare ed imparare il Dharma ci aiuta a stabilire uno stato mentale ricettivo. Usiamo la stessa serie di pratiche prima delle nostre meditazioni quotidiane e prima delle nostre sessioni di studio del Dharma a casa.

Pulire la stanza e disporre le offerte

Se eseguiamo queste pratiche come preliminari per la meditazione a casa, dobbiamo prima pulire e mettere a posto la camera, come facciamo prima delle lezioni. Se per esempio ci sono fogli di carta o vestiti per terra, dovremo raccoglierli e metterli via. Mentre siamo impegnati in quest`attività, pensiamo: “Possa la mia mente diventare chiara, pulita, ben ordinata, come lo sta diventando la stanza.” Continue reading »

Lama Yesce: L’Amore vero di cui parlava Gesù

Lama Thubten Yesce: Il vero amore sorge da un’accalorata comprensione della sofferenza di tutti gli altri esseri e si irradia verso di essi in modo indiscriminato.

Lama Thubten Yesce: Il vero amore sorge da un’accalorata comprensione della sofferenza di tutti gli altri esseri e si irradia verso di essi in modo indiscriminato.

L’AMORE VERO di cui parlava GESU’… di Lama Thubten Yesce

L’insegnamento che segue proviene da ‘Silent Mind, Holy Mind’ una raccolta di discorsi tenuti da Lama Thubten Yesce in India, nel monastero di Kopan, alla fine di uno dei Corsi di Meditazione lunghi diversi mesi. Gli studenti Occidentali si erano riuniti alla vigilia di Natale, sentendosi un po’ fuori posto ed incerti sul da farsi con le loro sensazioni di una “mancanza del Natale”, che per molti di loro era stata la prima pratica spirituale in questa vita. Eccovi alcune frasi del discorso fatto in quella occasione…

Lama Thubten Yesce
‘(…) Alcuni di voi potrebbero pensare, “Oh, non voglio avere più nulla a che fare con Gesù, più nulla a che fare con la Bibbia”. Questo è un atteggiamento emotivo molto irascibile che si ha verso il Cristianesimo. Continue reading »

I quattro armoniosi

i quattro amici armoniosi

i quattro amici armoniosi

Tanto tempo fa, nella densa giungla vicino a Kashi (Varanasi – Benares) convivevano in pace e armonia un fagiano, una lepre, una scimmia e un elefante. Per scoprire chi di loro fosse il più anziano e accordarsi a vicenda il dovuto rispetto, il fagiano chiese a ognuno di riferire come ricordava di aver visto la prima volta un particolare albero. L’elefante e la scimmia dissero di averlo visto quando era grande come loro stessi, la lepre raccontò di aver bevuto gocce di rugiada dalle sue foglie quando ne possedeva solo due, mentre il fagiano riferì di aver mangiato dei semi e che l’albero era nato dalle sue secrezioni. In base alla gerarchia di età così stabilita, si disposero con la scimmia sulla schiena dell’elefante, la lepre sulle spalle della scimmia e il fagiano appollaiato sulla lepre. Decisero di intraprendere il sentiero della virtù, osservando i cinque principali atti morali, evitando di: uccidere, prendere quanto non dato, praticare promiscuità sessuale, mentire e assumere sostanze stupefacenti. Continue reading »

Lama Yesce: Sul sentiero della meditazione

Il nucleo essenziale degli insegnamenti di Lama Tzong Khapache sono questi tre punti, su cui si basa la meditazione del Sentiero Graduale (Lam Rim): rinuncia alla sofferenza, sviluppare un buon cuore, avere una corretta visione della realtà dei fenomeni.

Il nucleo essenziale degli insegnamenti di Lama Tzong Khapache sono questi tre punti, su cui si basa la meditazione del Sentiero Graduale (Lam Rim): rinuncia alla sofferenza, sviluppare un buon cuore, avere una corretta visione della realtà dei fenomeni.

Lama Thupten Yesce: Sul sentiero della meditazione

Sicuramente abbiamo ricevuto molte informazioni in questa vita, abbiamo ascoltato e letto parecchie cose, però nulla ha fatto veramente presa su di noi. La confusione che c’è dentro di noi, non ci ha permesso di raccogliere alcunché e ben poco siamo riusciti a utilizzare per lo sviluppo della nostra saggezza. Perciò abbiamo bisogno di qualcosa di chiaro, semplice e concreto, che possa condurci e dirigerci sulla via giusta, cioè verso un comportamento che ci porti a eliminare  la confusione in noi. Molto spesso pensiamo “io so benissimo quello che voglio” ma in realtà non ci rendiamo conto che  siamo confusi e non sappiamo cosa vogliamo in realtà. La sorgente della confusione e’ la nostra mente. La  mente, il nostro pensiero e’ la causa di ogni nostro problema in società ed in famiglia ed anche per la singola persona; tutto e’ causato dalla mente – anche l’inquinamento, la guerra,  le invenzioni che utilizziamo nella quotidianità, le nostre scelte esistenziali,   i libri che leggiamo,  tutto e’ mente. Quando si   riesce a riconoscere la diversa natura dei  vari tipi di pensieri ed i diversi  atteggiamenti mentali, non si ha più bisogno di qualcuno che ci insegni qualcosa.  Alcuni miei studenti negli  Stati  Uniti hanno tenuto un corso di meditazione in una prigione. I detenuti erano molto soddisfatti, hanno manifestato il desiderio di meditare ed ora vogliono costruire un centro di meditazione  all’interno della prigione. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Abbracciare la Rabbia

Thich Nhat Hanh: Il mio suggerimento è praticare la calma, l’essere concentrati, innaffiare i semi di saggezza e compassione che sono già in noi.

Thich Nhat Hanh: Abbracciare la Rabbia

Cari amici, vorrei dirvi come pratico quando mi arrabbio. Durante la guerra in Vietnam, c’erano molte ingiustizie, e furono uccise molte migliaia di persone, fra le quali molti miei amici e discepoli. Ero molto arrabbiato. Una volta venni a sapere che la città di Ben Tre, una città di trecentomila abitanti, era stata bombardata dall’aviazione americana solo perché alcuni guerriglieri erano scesi in città e avevano cercato di abbattere gli aeroplani americani. I guerriglieri non ebbero successo, e dopo quel tentativo se ne andarono. E la città fu distrutta. In seguito il militare che si era reso responsabile di ciò dichiarò che aveva dovuto distruggere la città per salvarla. Ero molto arrabbiato.

Ma a quel tempo ero già un praticante, un solido praticante. Non dissi nulla, non feci nulla, perché sapevo che agire o dire cose mentre si è arrabbiati non è saggio. Può creare molta distruzione. Tornai a me stesso, riconoscendo la mia rabbia, abbracciandola, e guardai profondamente nella natura della mia sofferenza. Continue reading »

Corrado Pensa: Sulla morte

Il Buddha dice a Patachara: "Pensi che sia la prima volta che piangi per la morte di qualcuno? Ti è successo moltissime volte, talmente tante che per accogliere le tue lacrime non basterebbero i quattro oceani".

Il Buddha dice a Patachara: "Pensi che sia la prima volta che piangi per la morte di qualcuno? Ti è successo moltissime volte, talmente tante che per accogliere le tue lacrime non basterebbero i quattro oceani".

Corrado Pensa: Insegnamento sulla morte

Pubblichiamo dal n°2, anno IV, maggio-agosto 2000, di Buone Notizie (rivista a cura dell’associazione culturale Rete di Indra, che ringraziamo), la trascrizione di un discorso tenuto a Milano il 10 febbraio 1999 da Corrado Pensa per presentare il libro Chi muore di Stephen Levine (Ediz. Sensibili alle Foglie, 1998; sul numero 1 di Dharma ne è stato pubblicato un estratto). Quella che presentiamo è una versione leggermente rivista e annotata dall’Autore stesso.

Il tema di questa sera è una riflessione sull’insegnamento del Buddha sulla morte, che è stata stimolata dalla pubblicazione del libro ‘Chi muore?’, di Stephen Levine, autore che si è occupato a lungo di meditazione e che, da un certo momento in poi, si è dedicato all’assistenza a malati terminali, con seminari molto apprezzati, rivolti sia a persone che stanno vicino a malati terminali, sia ai malati stessi. Dal materiale proveniente da questi seminari è nato questo libro Chi muore? tradotto adesso anche in italiano . Quindi, faremo questa chiacchierata facendo la spoletta tra il Buddha e Stephen Levine, considerando entrambi i modi, quello antico e classico del Buddha e quello contemporaneo di Stephen Levine. Continue reading »

Il Bon e il Buddhismo tibetano

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Il Bon e il Buddismo tibetano

Alexander Berzin, Amsterdam, Olanda, 23 Dicembre 2001, trascrizione leggermente rivista di un corso.

Preliminari

Prima di tutto calmiamoci concentrandoci sul respiro.Se la nostra mente è molto agitata possiamo contare i respiri – espiro, inspiro, uno; espiro, inspiro, due – fino a undici, ripetendo qualche volta. Se invece la nostra mente è abbastanza tranquilla non occorre contare, basta concentrarsi sulla sensazione del respiro mentre entra ed esce dal naso.

Poi riaffermiamo la nostra motivazione. In occidente mi sembra che questo termine indichi le ragioni psicologiche o emotive per fare qualcosa. Ma non è questo il significato del termine tibetano ‘dun-pa, che indica piuttosto lo scopo, ciò che si vuole realizzare. Il nostro scopo, ciò che vogliamo ottenere venendo qui e ascoltando questo discorso è un quadro più chiaro del Bon e dei suoi rapporti con il Buddhismo. E lo facciamo per poter seguire qualunque sentiero abbiamo intrapreso, Bon o buddhista, con maggiore chiarezza e senza opinioni settarie. Questo per poter porre tutta la nostra attenzione sul sentiero spirituale per raggiungere l’illuminazione per il bene di tutti. Riaffermiamo questo scopo. Continue reading »

Shamatha e Vipashyana

monaciPresentazione generale di Shamatha e Vipashyana

Alexander Berzin, Maggio, 2001. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

La stabilità mentale nel contesto di bodhicitta

La bodhicitta è una consapevolezza principale (gtso-sems) che è focalizzata sulla nostra futura illuminazione ed è accompagnata da due intenzioni (‘dun-pa):

1. ottenere tale illuminazione, Continue reading »

Rinuncia: la determinazione ad essere liberi

budh-paradRinuncia: la determinazione ad essere liberi

Alexander Berzin, Morelia, Messico, 10 Ottobre 2001. Traduzione in italiano a cura di Valentina Tamiazzo.

Definizione e implicazioni

La rinuncia (tib. nges-‘byung) è la determinazione ad essere liberi non soltanto da una qualche forma di sofferenza, ma anche dalle sue cause. Essa comporta la volontà di abbandonare quella sofferenza e le sue cause. Richiede quindi un grande coraggio. Continue reading »

I punti principali riguardo il karma

bh-copia-2Breve presentazione dei punti principali riguardo il karma

Alexander Berzin, Berlino, Germania, 28 Marzo 2001. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Il karma e le quattro nobili verità

Questa sera parleremo del karma. Questo è un argomento centrale nel Buddhismo. Possiamo vederne l’importanza osservando come esso si inserisce nel contesto delle quattro nobili verità, i quattro fatti visti come veri da qualsiasi essere altamente realizzato. Queste quattro verità sono ciò che Buddha ha insegnato come struttura di base dei suoi insegnamenti.

Il primo fatto della vita è che la vita è difficile e piena di problemi. Quali sono questi problemi? Sono fondamentalmente le sensazioni di diversi livelli di felicità e infelicità che abbiamo ad ogni istante. Questo è il vero problema. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: Man, Medicine, and Society

Namkha Norbu: “The best thing is for the individuals to become a little bit aware about their own existence, which includes body, speech, and mind.”

Chögyal Namkhai Norbu: Man, Medicine, and Society

You may have noticed that on the poster for our conference there is a figure that may look like either a man or a woman. It depicts Yuthog Yönten Gönpo the Elder, one of the most famous and important Tibetan doctors of the past, who we think lived towards the end of the seventh century CE. Tibetans consider this doctor a Master. I have personally met many masters, spiritual masters, that is. For instance, I spent five or six years in a college where we studied mainly Buddhist philosophy, but the master of our college was a great doctor under whom I studied for the first time the famous Four Tantras of Tibetan medicine.

Later on, I was on the border between China and Eastern Tibet, where I met another teacher who was very famous as a spiritual master, and not so much as a doctor, but who was, in truth, also a great doctor. I studied under him the Four Medical Tantras again. Lastly, I met the man who was for me one of the most important spiritual teachers. Continue reading »

La visione RIMÉ di Lama Yeshe

Lama Yesce: "Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi...".

Lama Yesce: "Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi...".

La visione RIMÉ di Lama Yeshe

Possiamo trovare della saggezza in ogni paese,
in ogni cultura, in ogni religione, in ogni filosofia.
Dobbiamo fare uso di questa saggezza
per creare un’educazione universale,
al di là di tutti i dogmi“.
Lama Yeshe
Permettetemi di citare alcuni brani di insegnamenti del grande maestro tibetano Lama Yeshe (1935-1984). Sono tratti da Il Suono del Silenzio (Chiara Luce Edizioni, Pomaia 1991, richiedibile al ns. centro: e-mail sangye7@gmail.com), una trascrizione di discorsi rivolti a discepoli occidentali e incentrati sul rapporto tra buddhismo e cristianesimo.

Lama Thupten Yeshe

Sono nato nel Tibet, che era una specie di Sciangri-la, poi sono venuto in contatto con il mondo occidentale e ho avuto la fortuna di conoscere la storia di quel santo guru, Gesù. Il suo esempio mi ha aiutato a progredire nel mio sentiero. (p. 79). Continue reading »

Lama Yesce: la natura della mente

Lama Yesce: l'unico modo per ottenere il controllo della vostra mente si ottiene comprendendo la sua natura.

LamaYesce: l'unico modo per ottenere il controllo della vostra mente si ottiene comprendendo la sua natura.

Lama Yesce: Comprendere la natura della mente

Molta gente interpreta in modo sbagliato il buddhismo. Anche alcuni professori di studi buddhisti si limitano alle parole e interpretano l’insegnamento deI Buddha in modo molto letterale.

Non comprendono i suoi metodi, che sono la vera essenza dei suoi insegnamenti. Secondo la mia opinione, l’aspetto più importante di ogni religione è rappresentato dai metodi Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il concentrarsi troppo sul pensiero ‘Io sono il...’ è un’attitudine mentale sbagliata. La mente che pensa ‘Io sono il migliore, il più importante, e tutti gli altri sono peggiori di me ...’, è responsabile di molti dei nostri problemi.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il concentrarsi troppo sul pensiero ‘Io sono il...’ è un’attitudine mentale sbagliata. La mente che pensa ‘Io sono il migliore, il più importante, e tutti gli altri sono peggiori di me ...’, è responsabile di molti dei nostri problemi.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’orgoglio

Tutti noi abbiamo in comune l’identica aspirazione a essere felici e il desiderio di non sperimentare neppure la minima infelicità. Perfino i più piccoli animali, come i vermi e gli insetti, nutrono lo stesso desiderio e soffrono quando incontrano qualche difficoltà.

I problemi che incontriamo possono essere di tipo fisico o mentale.

Sviluppando le condizioni materiali possiamo risolvere, almeno in parte, i primi, ma per quanto riguarda quelli mentali non possiamo affrontarli nello stesso modo.

Gli insegnamenti di cui parleremo ora riguardano le otto preoccupazioni mondane che sono la causa dei nostri problemi, fisici e mentali. Di queste otto, quattro sono riferite a situazioni ritenute piacevoli e quattro invece a situazioni spiacevoli.

Le prime due preoccupazioni mondane sono il sentirsi contenti quando si ricevono lodi e infelici nel venire insultati o criticati. Continue reading »

Lama Yesce: Cos’è l’ego?

Lama Yesce: Il buddhismo si occupa precisamente di ciò che siete e di ciò che la vostra mente sta facendo nel 'qui e ora'. Ecco cosa lo rende così interessante.

Lama Yesce: Il buddhismo si occupa precisamente di ciò che siete e di ciò che la vostra mente sta facendo nel ‘qui e ora’. Ecco cosa lo rende così interessante.

Lama Yesce: Cos’è l’ego?

In occidente, le persone sembrano credere che se non si è una cosa sola con il proprio ego non è possibile vivere una vita, avere un lavoro né fare qualsiasi cosa. Questa è una illusione molto pericolosa – non potete separare l’ego dalla vostra mente, dalla vostra vita. Questo è il vostro grande problema. Voi pensate che se perdete il vostro ego perderete la vostra personalità, la vostra mente, la vostra natura umana. Tutto ciò è semplicemente falso; non dovreste preoccuparvene affatto. Se perdete il vostro ego sarete felici – dovreste essere felici. Ma naturalmente, questo solleva la questione, cos’è l’ego? In occidente, le persone sembrano avere così tanti termini per definirlo, ma sanno realmente cosa sia l’ego? In ogni caso, non importa quanto perfetto sia il vostro inglese o italiano, l’ego non è una parola, un termine; il termine è solo un simbolo. L’effettivo ego è dentro di voi: è la concezione errata che proietta il vostro sé come indipendente, permanente e intrinsecamente esistente. In realtà, ciò che voi credete sia l’io, non esiste per nulla. Se chiedessi qui a tutti i presenti di esaminare bene, al di là delle parole, ciò che ritengono sia l’ego, ogni persona avrebbe una idea differente. Non sto scherzando: questa è una esperienza che ho già fatto. Dovreste analizzare la vostra particolare idea al riguardo. Diciamo spesso, molto superficialmente, ‘Quello è il tuo ego’, ma non abbiamo alcuna idea di cosa l’ego sia realmente. A volte utilizziamo il termine in senso dispregiativo ‘Oh, non preoccuparti, questo è solo ‘il tuo ego’, Continue reading »

Lama Yesce: Cos’è una mente dualistica?

Lama Yesce: La fonte autentica, reale, la profonda radice della negatività si trova all'interno delle nostre menti.

Lama Yesce: La fonte autentica, reale, la profonda radice della negatività si trova all'interno delle nostre menti.

Lama Yesce: Cos’è una mente dualistica?

Perché abbiamo bisogno di un maestro per raggiungere l’illuminazione?

D. Potrebbe per favore spiegare la relazione tra le tecniche di meditazione buddhiste e l’hatha yoga?

Lama Yesce. Nel buddhismo si tende a concentrarsi maggiormente su di una penetrante introspezione, piuttosto che sui movimenti del corpo, sebbene vi siano alcune pratiche in cui le tecniche di meditazione vengono potenziate da particolari esercizi fisici. In generale, la meditazione buddhista ci insegna a guardare dentro di noi, a ciò che siamo, per comprendere la nostra vera natura. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: Quando il nostro attaccamento per quel determinato oggetto si ridurrà, ce ne renderemo conto in quanto ci sentiremo più tranquilli e rilassati.

GhesceCiampa Ghiatso: Quando il nostro attaccamento per quel determinatooggetto si ridurrà, ce ne renderemo conto in quanto ci sentiremo piùtranquilli e rilassati.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’attaccamento

Vi sono vari tipi di attaccamento, un fattore mentale da cui derivano sicuramente problemi di tipo sia fisico sia mentale. Vi è l’attaccamento che sorge quando si desidera fortemente possedere un oggetto e che, fino a quando non lo si sarà ottenuto, creerà disagio e infelicità. Ne esiste un secondo tipo che si manifesta quando si è già in possesso dell’oggetto desiderato e si teme di perderlo, di doversene separare. Continue reading »

Lama Yesce: Come agisce la percezione?

Lama Yesce: Il Karma non è semplicemente una sorta di irrilevante teoria; il karma sono le quotidiane percezioni che formano la nostra vita, tutto qui.

Lama Yesce: Il Karma non è semplicemente una sorta di irrilevante teoria; il karma sono le quotidiane percezioni che formano la nostra vita, tutto qui.

D. La percezione è uno dei cinque aggregati che secondo la filosofia buddhista, costituiscono una persona. Come agisce la percezione?

Lama Yesce. Sì, questa è un’altra buona domanda. La maggior parte del tempo, la nostra percezione è illusoria. non stiamo percependo la realtà. Sicuramente, vediamo il mondo sensoriale – forme attraenti, meravigliosi colori, gusti piacevoli e così via – ma di fatto non siamo consapevoli della reale e autentica natura delle forme, dei colori e dei gusti che percepiamo. Per tale motivo, la nostra percezione è per lo più errata. In tal modo la nostra percezione errata elabora l’informazione fornita dai nostri cinque sensi e trasmette informazioni scorrette alla nostra mente. Il risultato di tutto ciò è che per la maggior parte del tempo noi sperimentiamo allucinazioni, non percepiamo la vera natura delle cose, e non comprendiamo la realtà neppure del mondo sensoriale.

D. Il karma precedente influenza la nostra percezione?

Lama Yesce. Sì, naturalmente. Il karma precedente condiziona molto la nostra percezione. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 3

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo compiere un’attenta analisi per comprendere quali siano i comportamenti che portano risultati positivi e quali, invece, provocano danno a noi stessi e agli altri. Così facendo, diventerà fondamentale per noi riuscire a sconfiggere la collera e praticare la pazienza, poiché comprenderemo che non c’è alcun risultato positivo nel lasciarsi sopraffare da essa, mentre sviluppando la pazienza ne deriveranno molti benefici.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo compiere un’attenta analisi per comprendere quali siano i comportamenti che portano risultati positivi e quali, invece, provocano danno a noi stessi e agli altri. Così facendo, diventerà fondamentale per noi riuscire a sconfiggere la collera e praticare la pazienza, poiché comprenderemo che non c’è alcun risultato positivo nel lasciarsi sopraffare da essa, mentre sviluppando la pazienza ne deriveranno molti benefici.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’odio o collera

Il nostro compito più importante è quello di ridurre le nostre afflizioni mentali e sviluppare le potenzialità e gli aspetti positivi della nostra mente. Vi sono vari oggetti verso cui rivolgiamo la nostra collera. Ci si può arrabbiare con se stessi, con gli altri o addirittura nei confronti di oggetti materiali. A volte ci arrabbiamo persino con la penna perché non scrive! In realtà non vi è alcun motivo per arrabbiarsi, perché si tratta di un oggetto inanimato che non ha nessuna intenzione o volontà di danneggiarci; anche prendersela con se stessi è privo di senso e, del pari, prendersela con gli altri risulta inutile e dannoso. Poiché la collera è la principale causa di disturbo della nostra pace mentale e fisica, dobbiamo impegnarci a eliminarla applicando i relativi antidoti. Vi sono molte meditazioni per eliminare la collera, come quella sull’amore e sulla compassione o sulla pratica della pazienza. Possiamo intanto chiarire che l’amore non ha niente a che vedere con l’attaccamento. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 4

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’ignoranza

Il peggiore difetto presente nel nostro continuum mentale è l’ignoranza.

Vi sono due tipi di ignoranza:

  1. uno è il non conoscere la legge di causa ed effetto;

  2. e l’altro è il non comprendere la vacuità o mancanza di esistenza intrinseca.

A causa del non conoscere la legge di causa ed effetto si crea una lunga serie di azioni negative che portano a sperimentare risultati di sofferenza. Se ne ignoriamo Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 5

Ghesce Ciampa Ghiatso: Non è il caso di offendersi quando ci criticano o di inorgoglirsi quando ci elogiano. Non dovremmo prestare troppa attenzione a ciò che gli altri dicono sul nostro conto, sia che ci lodino sia che ci critichino. Dovremmo sviluppare un’attitudine equanime.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Non è il caso di offendersi quando ci criticano o di inorgoglirsi quando ci elogiano. Non dovremmo prestare troppa attenzione a ciò che gli altri dicono sul nostro conto, sia che ci lodino sia che ci critichino. Dovremmo sviluppare un’attitudine equanime.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: La vacuità sottile della persona

Abbiamo esaminato la vacuità grossolana della persona, ora vedremo quella sottile. L’individuo è vuoto di un’esistenza autosufficiente e sostanziale. Per riconoscere qualcuno è necessario, infatti, vederne gli aggregati. Se la persona esistesse in maniera autosufficiente, indipendente, sostanziale, dovremmo poterla riconoscere anche senza venire a contatto con i suoi aggregati, mentre questo non è possibile, anzi, è proprio vero il contrario; per questo affermiamo che essa è vuota di esistenza autosufficiente e sostanziale. Se si comprende questo, si riuscirà a comprendere la vacuità sottile della persona, che è un livello di comprensione più profondo Continue reading »

A. Berzin: Pratiche comuni per creare una connessione con le famiglie di Buddha

Dr Alexander Berzin: Pratiche comuni per creare una connessione con le famiglie di Buddha. Introduzione

Un potenziamento (iniziazione) per qualsiasi sistema di anuttarayoga o yoga tantra richiede, oltre al prendere i voti del bodhisattva e i voti tantrici, un impegno ad adottare e mantenere certe pratiche che creano strette connessioni (dam-tshig, sct. samaya) con i singoli tratti peculiari delle famiglie di Buddha (rigs). Spesso tradotti come “famiglie di Buddha,” questi tratti peculiari si riferiscono ad aspetti della natura di Buddha, più specificamente agli aspetti dell’attività mentale di chiara luce, che ci permettono di raggiungere l’illuminazione. Come nel caso dei cinque aggregati (sct. skandha), ognuno è rappresentato nella sua forma purificata da una figura di Buddha (yi-dam), associata ad uno dei cinque tipi di profonda consapevolezza (ye-shes, saggezza di Buddha). Continue reading »

Chogyal Namkhai Norbu: Consigli per stabilire la presenza e la consapevolezza – Dzogchen.

Chogyal Namkhai Norbu: La saggezza dell’illuminazione si manifesta spontaneamente, senza limiti.

Chogyal Namkhai Norbu: Consigli per stabilire la presenza e la consapevolezza – Dzogchen.

“Chi comincia a sviluppare interesse per gli insegnamenti, può tendere a prendere le distanze dalla realtà delle cose materiali, come se gli insegnamenti fossero qualcosa di completamente diverso dalla vita quotidiana. Spesso alla base di tutto questo, c’è un atteggiamento di arrendersi e fuggire dai propri problemi, con l’illusione.

Saluti al Guru: Come un’ape che raccoglie nettare da ogni tipo di fiori, cerca insegnamenti ovunque. Come un cervo che trova un posto tranquillo per graziare, cerca isolamento per digerire tutto quello che hai raccolto.

Tutti i vari tipi di insegnamenti e percorsi spirituali, sono correlati alle diverse capacità di comprensione che i diversi individui hanno. Non esiste, da un punto di vista assoluto, alcun insegnamento più perfetto o affettivo di un altro. Un valore di insegnamento risiede unicamente nel risveglio interiore, a cui un individuo può arrivare, attraverso di esso. Se una persona beneficia di un dato insegnamento, per quella persona, quell’insegnamento è la via suprema, perché è adatto alla sua natura e capacità. Non ha senso cercare di giudicarlo più o meno elevato, rispetto ad altri percorsi di realizzazione. Continue reading »

Lama Yesce: Non c’è negatività che non possa essere purificata

LAMA YESCE: Non c’è negatività che non possa essere purificata
Il modo di vedere del Buddhismo è che, indipendentemente da quanto siamo illusi e confusi, da quanti sono i nostri peccati o da quante negatività abbiamo creato, e possibile, assolutamente possibile, sradicare tutto questo completamente.
La negatività è come una nuvola.
Quando il cielo né è ricoperto e piove a dirotto, a volte ci sembra che non ci sia altro. A volte è lo stesso sul piano psicologico, vero ?
Ma quando il mattino dopo splende il sole, le nuvole si sono dissolte, non è vero? La purificazione funziona allo stesso modo: applicando l’energia opposta, la negatività viene spazzata via.
Si purifica .il negativo realizzando il positivo.
La negatività è un fenomeno relativo; è transitoria, è impermanente, o in altri termini, può essere rimossa.
Dovete riconoscerla.
Quando applicate la forza contraria della saggezza, non c’è spazio per la negatività; viene eliminata, consumata.
Così funzione la purificazione.
È di vitale importanza comprendere che l’energia negativa può essere eliminata, indipendentemente da quanta ne avete creata.
Se non vi rendete conto di questo, la vostra pratica del Dharma ne sarà indebolita.
Dopo tutto, la vera pratica del Dharma consiste proprio nello sradicare tutta l’energia negativa.
È questo il suo scopo, e dobbiamo averlo ben chiaro.

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Creiamo delle impronte mentali

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatzo

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Se recitiamo giornalmente, anche solo poche volte, il mantra
TAYATA GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SVAHA
creiamo delle impronte mentali che ci permettono di comprendere intuitivamente la vacuità.
Di fatto questo mantra racchiude l’essenza del Sutra del Cuore della Saggezza, ed è permeato dalla saggezza trascendentale della Prajna Paramita, per cui contiene il
significato profondo della vacuità.
Recitare il mantra alla mattina e prima di addormentarsi,
contemplando il significato della vacuità, pianterà un “seme” che, ora e nel corso delle vite future, ci permetterà di comprendere direttamente l’essenza della vacuità .
Se ci svegliassimo al mattino con l’unico proposito di trarre profitto dagli altri, questa attitudine condizionerebbe negativamente ogni nostra azione.
All’inizio della nostra giornata dobbiamo invece alzarci con la motivazione di dedicare ogni nostra azione al beneficio di tutti gli esseri.
Anche se svolgiamo delle attività che apparentemente hanno poco in comune con il Dharma, per il potere di questa dedica ogni occupazione acquisterà un significato più vasto e più profondo.

Denys Rinpoce: Etica e spiritualità universale

Lama Denys Rinpoce: É agendo su di sé in una responsabilità personale, individuale che si ottiene un’azione reale ed efficace sul mondo.

Lama Denys Rinpoce: É agendo su di sé in una responsabilità personale, individuale che si ottiene un’azione reale ed efficace sul mondo.

Denys Rinpoce: Etica e spiritualità universale

L’unità nella diversità

1. INTRODUZIONE

La tradizione universale

Quando parliamo di etica e di spiritualità universali non si tratta di esporre una nuova spiritualità ma piuttosto di mettere in evidenza il denominatore comune etico e spirituale che si trova in tutte le tradizioni autentiche. Questo denominatore comune è il luogo della loro unità, il cuore vivo che anima la diversità delle loro espressioni.

Questo fondo comune può essere definito “tradizione universale”, “insegnamento universale”, “dharma universale”, espressione della “philosophia perennis”. Dal momento che è presente in tutte le tradizioni sane, metterlo in evidenza permette di promuoverlo, in modo che tutti possano condividerlo in una comprensione comune. Continue reading »

Lama Yesce: investigate la natura della mente

Lama Yesce: La meditazione rivela ogni cosa presente nella vostra mente.

Lama Yesce: La meditazione rivela ogni cosa presente nella vostra mente.

Lama Yesce: Investigate la natura della vostra mente. Alcuni Cenni di Psicologia Buddhista.

Lo studio del buddhismo non è un’arida occupazione intellettuale, oppure una scettica analisi di una dottrina religiosa o filosofica.

Al contrario, quando studiate il Dharma e imparate a meditare, voi siete il principale soggetto di studio; siete principalmente interessati alla vostra stessa mente, alla vostra autentica natura.

Il buddhismo è un metodo per controllare la mente indisciplinata, in modo da condurla dalla sofferenza alla felicità. Al momento, abbiamo tutti una mente indisciplinata, ma se possiamo sviluppare una corretta comprensione della sua caratteristica natura il controllo seguirà naturalmente, e saremo in grado di liberarci dell’ignoranza emotiva e della sofferenza che essa automaticamente provoca. Per cui, non importa se siate credenti o non credenti , cristiani, induisti oppure seguaci della scienza, bianchi o neri, orientali od occidentali, la cosa più importante da conoscere è la vostra mente, e come essa opera.

Se non conoscete la vostra mente, le vostre idee sbagliate vi impediranno di percepire la realtà. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Le sei concordie.

Thich Nhat Hanh: “Se chiedete a qualcuno cosa prova e lei o lui risponde "sono infelice", potete praticare insieme la meditazione camminata e questo, da solo, basterà a portare un po' di gioia".

Thich Nhat Hanh: “Se chiedete a qualcuno cosa prova e lei o lui risponde "sono infelice", potete praticare insieme la meditazione camminata e questo, da solo, basterà a portare un po' di gioia".

Thich Nhat Hanh: Le sei concordie.

Dopo avere visto come i monaci Anuruddha, Kimbila e Nandiya convivevano in armonia, il Buddha pronunciò le Sei Concordie, i principi per essere felici insieme agli altri: “Bhikkhu, la natura di una comunità è l’armonia, che si ottiene seguendo questi principi: condividere uno spazio comune, sia una casa o una foresta; condividere i doveri essenziali della giornata; osservare i precetti insieme; pronunciare parole che creino armonia, astenendosi da quelle che portano divisioni nella comunità; comunicarsi esperienze e comprensioni; rispettare l’opinione altrui e non costringere l’altro ad aderire alla nostra. Seguendo questi principi un sangha vivrà in felicità ed armonia. Bhikkhu, osserviamoli sempre”.
In un recente numero della “Mindfulness Bell”, notiziario internazionale dell’Ordine dell’Interessere, Thay ha brevemente illustrato i sei principi per l’armonia, o Concordie, insegnati dal Buddha. Ecco il suo commento.

“La prima è la Concordia dell’azione che coinvolge tutto il corpo. Un sangha vive insieme come una famiglia. Le nostre azioni coinvolgono tutte le persone con cui viviamo. Bisogna perciò che favoriscano la concordia.
“La seconda è la Concordia della condivisione dei benefici. Condividiamo il cibo, gli alloggi e l’opportunità di praticare la meditazione seduta e camminata. Insieme ascoltiamo il Dharma. Condividiamo ogni tipo di beneficio con tutti. Se una persona può andare a un ritiro di tre giorni, gli altri nel sangha dovrebbero avere la stessa opportunità in un’altra occasione. Ci sosteniamo l’uno con l’altro in ogni attività. Continue reading »

Lama Yesce: sviluppare equanimità per tutti gli esseri.

Lama Yesce. Durante iI processo della morte, la vostra coscienza continua a fluire.

Lama Yesce. Durante iI processo della morte, la vostra coscienza continua a fluire.

Lama Yesce. Perché il buddhismo mahayana ci insegna a sviluppare un sentimento di equanimità per tutti gli esseri viventi? Spesso scegliamo solo una piccola cosa, un piccolo atomo, un singolo essere vivente, pensando: ‘Questo è l’essere che fa per me: questo è il migliore’. Cosi creiamo dei valori estremisti: esageriamo grossolanamente il valore di una cosa che ci piace e disprezziamo tutto il resto. Tullo ciò non è positivo per voi, e per la vostra pace mentale. Al contrario, dovreste analizzare il vostro comporlamento: ‘Perché sto facendo tutto ciò? La mia mente irrealista, egocentrica, sta inquinando la mia coscienza’. Poi, meditando sull’equanimità, sul fatto che tutti gli esseri viventi sono egualmente uguali , dato che tutti vogliono essere felici e nessuno vuole soffrire, potete imparare ad eliminare gli estremismi: l’enorme attaccamento per una persona e l’enorme avversione per altri. In tal modo potete facilmente mantenere la vostra mente equilibrata e sana. Molte persone hanno fatto una simile esperienza. Continue reading »

Lama Yesce: la natura insoddisfacente della nostra esistenza.

Lama Yesce: Sono completamente ottimista. Credo Fermamente che gli esseri umani abbiano la capacità di realizzare qualcosa di buono.

Lama Yesce: Sono completamente ottimista. Credo Fermamente che gli esseri umani abbiano la capacità di realizzare qualcosa di buono.

Domanda. Le sono familiari i concetti induisti di atman e brahman?

Lama Yesce. Al contrario del buddhismo, la filosofia induista accetta l’idea di un’anima (atman). Noi neghiamo completamente l’esistenza di un sé o di un lo che esiste di per se stesso, in modo intrinseco, ovvero di un’anima permanente ed indipendente. Ogni aspetto del vostro corpo e mente è impermanente; cambia di continuo, e’ costantemente mutevole. I buddhisti negano pure l’esistenza di un inferno permanente ed eterno. Ogni dolore, ogni piacere che sperimentiamo è in uno stato di flusso costante; totalmente transitorio ed impermanente, sempre mutevole e mai durevole. Per cui, riconoscendo la natura insoddisfacente della nostra esistenza e rinunciando a quel tipo di vita Continue reading »

Attending Geshe Yeshe Tobten’s teaching

Stupa dedicated to venerable Gesce Yesce Tobden in Lama Tzong Khapa Institute, Pomaia, PI, Italy

Stupa dedicated to venerable Gesce Yesce Tobden in Lama Tzong Khapa Institute, Pomaia, PI, Italy

PRAISE OF DEPENDENT ORIGINATION

Geshe Yeshe Tobten Bodh Gaya, 13-17 December 1996

How can one live a good life, not only making yourself happier and more free, but also awaken some hope that someday perhaps you might do something for others? What is hindering us today? Can we say that we are thoroughly happy with just material well-being? These are questions that surface to a Westerner listening to Geshe Yeshe Tobtens teaching from Bodh Gaya, December 1996. Continue reading »

I termini Hinayana e Mahayana

I termini HinayanaMahayana

Alexander Berzin, 24 febbraio 2002. Traduzione italiana a cura di Ida Buraczewska.

I termini Hinayana (theg-dman, veicolo minore, veicolo modesto) e Mahayana (theg-chen, veicolo superiore, grande veicolo) apparvero per la prima volta nei Sutra della Prajnaparamita (Sher-phyin mdo, Sutra della consapevolezza discriminante di vasta portata, Sutra della perfezione della saggezza) approssimativamente nel II secolo d.C. Continue reading »

Lama Yesce: Superare la condizione di rinascite condizionate del samsara.

Lama Yesce: Bisogna analizzare costantemente la propria mente per eliminare il flusso della confusione e analizzare in che modo esiste la nostra natura relativa ed assoluta.

Lama Yesce: Bisogna analizzare costantemente la propria mente per eliminare il flusso della confusione e analizzare in che modo esiste la nostra natura relativa ed assoluta.

Lama Yesce: Superare la condizione di rinascite condizionate del samsara.
Se l’umanità si educa alla comprensione di entrambi gli aspetti della realtà, quello scientifico e quello spirituale, gli esseri umani potranno ottenere una completa liberazione, fisica e mentale”.

Non esiste alcun fenomeno non della natura dell’impermanenza e immutabilità. Fondamentalmente tutti noi abbiamo sviluppato dei concetti che ci limitano Continue reading »

Lama Yesce: Religione, il Sentiero della Ricerca

Lama Yesce: Coloro che non riescono a comprendere che la natura della loro mente è pura non potranno comprendere la possibilità di scoprire la loro innata purezza, e perderanno ogni opportunità di farlo.

Lama Yesce: Coloro che non riescono a comprendere che la natura della loro mente è pura non potranno comprendere la possibilità di scoprire la loro innata purezza, e perderanno ogni opportunità di farlo.

Lama Yesce: Religione, il Sentiero della Ricerca

La gente ha numerose idee differenti sulla natura della religione in generale, e sul buddhismo in particolare. Coloro che esaminano la religione e il buddhismo con un approccio unicamente superficiale ed intellettuale non potranno mai comprendere il loro vero significato e valore. E coloro che hanno idee ancor più superficiali penseranno che il buddhismo non sia neppure una religione. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Mamma, respira come me.

Thich Nhat Hanh: Io non ho più nemici e perciò mi sento libero e in pace.

Thich Nhat Hanh: Io non ho più nemici e perciò mi sento libero e in pace.

Thich Nhat Hanh: Mamma, respira come me.

Tratto da un discorso di Thich Nhat Hanh del ritiro estivo del 1996.

Correre dietro a uno scopo ci impedisce di essere veramente vivi. Quanta parte della vita si spreca, correndo dietro al guadagno o al piacere dei sensi? Crediamo che la felicità sia qualcosa da ottenere, in realtà la felicità è qualcosa che succede in ogni momento della giornata. La felicità è accettarsi, essere soddisfatti di se stessi, soddisfatti di essere bambini, quando si è bambini, se si è adulti comprendere la meraviglia di essere quello che si è, senza volere diventare qualcun altro. Questo è un punto molto importante. Secondo gli insegnamenti buddhisti, non porta felicità volere cambiare se stessi, l’ambiente, la situazione, volere diventare qualcos’altro. Il Buddha ci ha insegnato ad accettare noi stessi, perciò dobbiamo imparare a gioire della pace e delle cose che abbiamo. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Padre nostro che sei nel Nirvana.

Thich Nhat Hanh: Nirvana significa estinzione. Estinzione di cosa?

Thich Nhat Hanh: Nirvana significa estinzione. Estinzione di cosa?

Thich Nhat Hanh: Padre nostro che sei nel Nirvana.

Nella tradizione buddhista la pratica più profonda consiste nel toccare le radici del nostro essere, la vera profondità del nostro essere, il Nirvana.
Il Nirvana è dentro di noi, è l’autentico fondamento del nostro essere, è ciò che non è nato e non muore. Il livello del nascere e del morire, quello dell’essere e del non essere, non sono separati nel Nirvana. Immaginiamo le onde dell’oceano: a volte sono alte, a volte basse, hanno una fine e un inizio, ogni onda può essere bella o brutta. Noi sappiamo che le onde sono fatte d’acqua e che l’acqua, nel suo insieme, è la base dell’essere onda. Allo stesso modo, il mondo della nascita e della morte ha il Nirvana come sua sostanza intrinseca. Continue reading »

Ven. Geshe Yeshe Tobten: Praise of dependent origination.

Ven. Geshe Yeshe Tobten

Ven. Geshe Yeshe Tobten

1 – Praise of dependent origination. Teaching by Ven. Geshe Yeshe Tobten in Bodh Gaya, 13-17 December 1996.

Part 1 – The causes of Suffering

The following is taken from teachings by Ven. Geshe Yeshe Tobten at Root Institute, Bodhgaya on 13th through 17th of Dec. 1996. The teachings were translated into English by the tireless Ven. Gareth Sparham.

Ven. Geshe Yeshe Tobten

A while ago, the people from this center asked me to give a talk here. I didn’t know what to teach, so I asked the Dalai Lama and he said ‘you should teach the praise of Dependent Origination’, which was composed in the late 14th century by Tsongkapa and is a praise of the historical Buddha. Continue reading »

Ven. Geshe Yeshe Tobten: How to find a spiritual practice

Ven. Geshe Yeshe Tobten

Ven. Geshe Yeshe Tobten

2 – Praise of dependent origination. Teaching by Ven. Geshe Yeshe Tobten in Bodh Gaya, 13-17 December 1996.

Part 2 – How to find a spiritual practice

We all want things to go well. Nobody wants to face any problems in the future. And therefore we have to find a way to make things go well and to stop problems coming. When we say ‘want to go ‘going well’. Then there is another meaning too, ‘going well after you are dead’. Then there is ‘going well’ in the sense of lasting freedom, and even further than that is ‘going well’ in the sense of an Enlightened Being.

So one should have a real hope for oneself. Not just be satisfied with thinking that I hope it goes well until I die, but rather think I hope it will go well forever. If it went on with happiness like the happiness I sometimes now feel, or even a celestial kind of happiness, it would be happiness caught within change. Freedom or Nirvana is not caught within change. It’s a solid, undegenerating, lasting well being.

It’s true, you know, if we were free, if our experience was of an undegenerating, stable peace or well being, it would never change, it would never degenerate. Continue reading »

A. Berzin: La tradizione buddhista tibetana e quella bon: un confronto

È molto importante mantenere un’ottica non settaria in merito alle cinque tradizioni tibetane buddhiste e Bon. Come sottolinea Sua Santità il Dalai Lama infatti, queste diverse tradizioni hanno lo stesso scopo ultimo, in quanto tutte insegnano metodi per raggiungere l’illuminazione così da poter essere di massimo beneficio agli altri.

La tradizione buddhista tibetana e quella bon: un confronto

Dr. Alexander Berzin

Il Bon come quinta tradizione del Tibet

Generalmente si considera che in Tibet siano presenti quattro tradizioni: Nyingma, Kagyu, Sakya e Ghelug, essendo quest’ultima la prosecuzione riformata della precedente tradizione Kadam. Tuttavia al congresso nonsettario di tulku (lama reincarnati) ed abati indetto da Sua Santità il Dalai Lama a Sarnath nel 1988, Sua Santità sottolineò l’importanza di aggiungere a queste quattro la tradizione tibetana pre-buddhista del Bon e di riferirsi sempre alle cinque tradizioni del Tibet. Egli spiegò che non si tratta tanto di stabilire se considerare o meno il Bon una tradizione buddhista. Infatti la forma di Bon che si è andata sviluppando a partire dall’undicesimo secolo d.C. è sufficientemente simile alle quattro tradizioni buddhiste del Tibet da consentire di considerare tutte e cinque le tradizioni in modo unitario.

Gerarchia e decentramento

Prima di approfondire le somiglianze e le differenze fra le cinque tradizioni del Tibet, è importante ricordare che nessuno dei sistemi tibetani costituisce una chiesa organizzata a somiglianza, per esempio, della Chiesa Cattolica. Nessuna delle tradizioni possiede un’organizzazione centralizzata di quel tipo.

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Chögyal Namkhai Norbu: Sogni karmici

Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche: Cosa significa avere questi sogni di chiarezza?

Chögyal Namkhai Norbu: Sogni karmici e sogni di chiarezza

“Possiamo imparare con i sogni quando dormiamo la notte. Abbiamo due tipi di sogni. Un tipo sono chiamati sogni karmici, sogni collegati alle tensioni. Se nella vita abbiamo delle tensioni, ripetiamo sempre questo tipo di sogni. Per esempio, quando ero in Tibet prima che me ne andassi avemmo molti problemi perché in quel periodo c’era la rivoluzione e dovevamo scappare, temendo i soldati cinesi giorno e notte: se li avessimo incontrati avremmo avuto molti problemi. Questo segnò profondamente la mia condizione, per questo ancora oggi quando faccio un sogno karmico faccio quel tipo di sogni. Oggi non ho problemi con i militari. Ho passato diverse volte del tempo con i soldati cinesi facendo accordi con loro e con i loro comandanti senza problemi, ma nei miei sogni è diverso e sono sempre spaventato. Questo tipo di sogni è chiamato sogno karmico collegato alle nostre tensioni. Continue reading »

Chandrakirti: Il Ragionamento in Sette Punti o Il Settuplice Ragionamento.

Chandrakirti

Chandrakirti: Il Ragionamento in Sette Punti o Il Settuplice Ragionamento.

Parte 1: analizzare una macchina (con scuse a Chandrakirti, che utilizzò un carro)

Inizia identificando l’oggetto della negazione: ad esempio una macchina intrinsecamente esistente. Quindi accerta la pervasione: se una macchina esistesse intrinsecamente, dovrebbe esistere in uno di questi sette modi:

1) una macchina è intrinsecamente una con le sue parti? In questo caso, ci dovrebbe essere solo una parte, dato che c’è una macchina; oppure ci dovrebbero essere molte macchine, dato che ci sono tante parti. Inoltre, dovremmo essere in grado di indicare qualcosa, qualche parte della macchina, e dire: “questa è la macchina”. È così?

2) una macchina è intrinsecamente separata dalle sue parti? In questo caso, noi potremmo rimuovere tutte le parti e avere ancora la macchina, oppure potremmo vendere la macchina, ma tenerci tutte le sue parti! Continue reading »

Ven. Geshe Yeshe Tobten: The origin of relativity

Ven. Geshe Yeshe Tobten

Ven. Geshe Yeshe Tobten

3 – Praise of dependent origination. Teaching by Ven. Geshe Yeshe Tobten in Bodh Gaya, 13-17 December 1996

Part 3 – The origin of relativity

The book that we are looking at is called Tendrup Durpa, Praise of Dependent Origination. Lama Tsongkapa wrote it as a praise to the Buddha for explaining the doctrine of Dependent Origination. So now I am going to explain the book.
First it says: I make homage to Manjushri, I make homage to you who, having seen the fact that creation comes into being dependently. Continue reading »

Meditazione sull’impermanenza

tsunami-buddhaMeditazione sull’impermanenza

Meditiamo esercitando l’introspezione profonda: sciogliamo le tensioni all’interno del nostro corpo, sciogliamole dalla cima dei piedi alla sommità del capo. Avvertiamo i nostri blocchi, le contrazioni, il nostro afferrarsi: lasciamoci andare.

Molliamo la presa: non c’è nulla da temere nell’osservare la nostra mente, non ne possono sorgere altro che benefici e virtù. Continue reading »

Cos’è la meditazione?

Sua Santità il XIV Dalai Lama

Sua Santità il XIV Dalai Lama

Cos’è la meditazione?

Alexander Berzin, Mosca, Russia, Giugno 2010. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Quando sentiamo parlare di “meditazione,” molte persone hanno svariate idee di cosa si stia parlando. Certe persone hanno l’immagine di una pratica mistica in cui in qualche modo si raggiunge un particolare reame all’interno della propria mente. Altre persone pensano che sia un certo tipo di disciplina praticata soltanto in Asia. Ma se vogliamo osservare più da vicino cosa è la meditazione, dobbiamo porci tre domande e, ovviamente, dare loro risposta: cos’è la meditazione? Perché dovrei meditare? E, in pratica, come si fa? Continue reading »

Antidoti all’odio

bh-alchiOdio

Breve definizione: fattore mentale erroneo che:

– osserva un oggetto contaminato,

– si focalizza ed esagera le sue qualità negative,

– desidera danneggiarlo.

Una prima classificazione dell’odio può essere fatta in base a come lo si può generare: in questo caso si parla di nove tipi di odio. Continue reading »

La pazienza

bh-3La perfezione della pazienza. Appunti estratti dal Lam-rim.

Nei testi del Lam-rim la pazienza è spiegata in 5 capitoli principali:

1) Cos’è la pazienza

2) Come generare interesse nella pazienza

3) La spiegazione dei diversi tipi di pazienza

4) Come praticare la pazienza

5) Sommario

Per poter praticare la pazienza dobbiamo prima di tutto sapere che cos’è.

Poi dobbiamo generare un forte interesse nella pratica della pazienza.

Poi dobbiamo saper riconoscere i diversi aspetti della pazienza.

A questo punto possiamo iniziare la pratica vera e propria della pazienza.

La pratica della pazienza, sostenuta dalla motivazione di bodhicitta, conduce alla “perfezione della pazienza”. Continue reading »

Ven. Geshe Yeshe Tobten: The Map and the Path

Ven. Ghesce Yesce Tobten

Ven. Ghesce Yesce Tobten

4 – Praise of dependent origination. Teaching by Ven. Geshe Yeshe Tobten in Bodh Gaya, 13-17 December 1996.

Part 4 – The Map and the Path

Having that Nirvana or freedom in mind, the Buddha said you should come to terms with suffering and get rid of what causes your suffering, to bring into actuality the cessation or freedom from suffering by meditating on the way to cease suffering. The four noble truths, that is to come to terms with suffering or to know suffering to be suffering, and get rid of it’s cause. Continue reading »

Scopo e benefici del dibattito

bh3-copiaScopo e benefici del dibattito

Tsenciab Serkong Rinpoche II. Tratto da spiegazioni tradotte e riassunte da Alexander Berzin, Mundgod, India, 20 Agosto 2001. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Uno degli scopi principali del dibattito all’interno della formazione buddhista è quello di aiutarvi a sviluppare una consapevolezza risoluta (nges-shes). Voi assumete una posizione e il vostro partner di dibattito la mette in dubbio sotto molti punti di vista. Se riuscite a difendere la vostra posizione a fronte di tutte le obiezioni e trovate che non ci siano incoerenze logiche o contraddizioni, allora potete focalizzarvi su questa posizione o punto di vista con una consapevolezza del tutto risoluta che non può venire scossa. Questo stato mentale viene anche chiamato ferma convinzione (mos-pa). Dovete avere questa consapevolezza risoluta e questa ferma convinzione quando meditate con la mente concentrata singolarmente su un qualsiasi argomento, come l’impermanenza, l’uguaglianza tra sé ed altri, il considerare gli altri più preziosi di noi stessi, bodhicitta, vacuità e così via. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Gli svantaggi della rabbia.

Lama Zopa Rinpoche: La stessa mente costantemente interpreta e giudica, perché non stiamo cercando di cambiarla, non cerchiamo di sviluppare la nostra mente, per renderla più pura, più positiva.

Lama Zopa Rinpoche: La stessa mente costantemente interpreta e giudica, perché non stiamo cercando di cambiarla, non cerchiamo di sviluppare la nostra mente, per renderla più pura, più positiva.

Lama Zopa Rinpoche: Gli svantaggi della rabbia.

Penso che ci sono dei problemi con i consigli dati da alcune aree della psicologia nella cultura occidentale. L’ho spesso ribadito. Ma credo che al giorno d’oggi, siccome la mente delle persone è più aperta, forse si utilizza più la propria saggezza, piuttosto che accettare la psicologia, le linee guida scritte nei libri di psicologia. Al giorno d’oggi forse si dovrebbe usare più la saggezza, piuttosto che ciò che è scritto in libri in cui sono stati utilizzati dei metodi insegnati in passato.

Come ho spesso citato, ho sentito dire così tante volte che il metodo psicologico di base consigliato per quelle persone che si trovano in uno stato emotivo, come la rabbia, è di dire tutto quello che vogliono dire. L’idea è questa. Qualunque offesa, male parole che vogliamo dire, che sentiamo nel cuore, qualunque sia quel che abbiamo dentro, lo dobbiamo esprimere all’altra persona, dicendole ciò che pensiamo. Qualsiasi pensiero di rabbia lo dobbiamo dire all’altra persona. Probabilmente, questo metodo è più basato su di noi, noi che abbiamo il problema, per il nostro interesse, per la nostra felicità. Continue reading »

Le qualità del Maestro

bh-tankaLe qualità del Maestro e dell’allievo: approfondimenti tratti dal LamRim. Secondo il testo Ornamento dei Sutra Mahayana (Mahayana-Sutralamkara) queste sono le dieci qualità di un maestro Mahayana:

1 La sua mente è controllata dalla pura condotta etica.

2 La sua mente è pacificata e non distratta dalla pratica della concentrazione.

3 La sua mente è completamente pacificata dalla pratica della saggezza. Continue reading »

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Un’indagine sulla mente

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Meditare sui Quattro Sigilli è come meditare sul significato di moltissimi sutra.

Dilgo Khyentse Rinpoche: Un’indagine sulla mente

Pubblichiamo qui per la prima volta questo commentario di uno dei più grandi maestri Tibetani del 20° secolo, Dilgo Khyentse Rinpoche, pubblicato in: The Collected Works of Dilgo Khyentse Rinpoche (Shambhala, 2010).

Il seguente insegnamento è una spiegazione del modo di esaminare la mente secondo un testo scritto da Lama Mipham, intitolato: “La Ruota dell’indagine e della meditazione che purifica totalmente l’attività mentale”.

Perché questo insegnamento è chiamato “la Ruota dell’indagine”?

Perché proprio come una ruota gira continuamente, così abbiamo bisogno di indagare costantemente la vera natura delle cose. Questa costante indagine eliminerà i pensieri illusori e ci porterà a una conoscenza della vera natura della mente. Come facciamo ad indagare la natura della mente e la radice dell’illusione samsarica? L’esatta radice dell’illusione è il pensiero “Io”, l’abitudine ad afferrarci alla nozione di un “sé”. Questo concetto è semplicemente dovuto ad una mancanza d’analisi. Continue reading »

Ven. Geshe Yeshe Tobten: Refuge

Ven. Geshe Yeshe Tobten

Ven. Geshe Yeshe Tobten

5 – Praise of dependent origination. Teaching by Ven. Geshe Yeshe Tobten in Bodh Gaya, 13-17 December 1996.

Part 5 – Refuge

Remember that fist line of this praise to the Buddha, ‘You taught Dependent Origination, having understood that’. So the Enlightened One understands and then explains. The spiritual practice then, is a cessation or the cooling down of the problems which drive one towards that spiritual practice. In order to continue with that spiritual practice one needs support in the form of a spiritual community or a Sangha. These are the three places one resorts, the three refugees as a follower of the Enlightened Beings. Continue reading »

Je Tzong Khapa: L’essenza dell’eloquenza

Lama Tzong Khapa

Elogio del Buddha Shakyamuni per il suo insegnamento sulla relatività

La breve essenza dell’eloquenza di Je Tzong Khapa

Rendo Omaggio al Guru Manjughosha!

Omaggio a quel Buddha perfetto,

Il Sommo Filosofo,

Che ci ha insegnato la relatività,

Libera da distruzione e creazione,

Senza annientamento né permanenza,

Senza andare e venire,

Né unità né pluralità;

Priva di distorsioni,

La beatitudine ultima!

Omaggio a Colui la cui visione e parola

Lo rese insuperabile come Saggio e Maestro,

Il vincitore, che vide la relatività (sé stesso)

E poi l’ha insegnata (a tutti noi)!

L’errata conoscenza è la radice stessa

Di tutti i problemi del mondo; Continue reading »

Lama Zopa: Rabbia e desiderio

Lama Zopa Rinpoche: Gli svantaggi della rabbia e dell'attaccamento.

Lama Zopa Rinpoche: Gli svantaggi della rabbia e dell'attaccamento.

Rabbia e desiderio non portano alcun beneficio; di Lama Zopa Rinpoche

Dalle esperienze della vostra vita quotidiana si può capire che non c’è pace mentale quando non controllare la vostra mente, invece scaturisce la rabbia. C’è pace, tuttavia, quando si applica nella nostra vita quotidiana la meditazione e gli insegnamenti del percorso per l’illuminazione e per controllare la mente con la pratica della pazienza, l’amorevole gentilezza e la compassione. Questo è particolarmente vero nelle circostanze pericolose che causano preoccupanti pensieri negativi.

Non appena la rabbia comincia a sorgere, la si dovrebbe subito riconoscere e ricordare i suoi difetti. La rabbia non porta il minimo beneficio o felicità ne’ a te ne’ agli altri. Porta solo danni, rendendo la mente infelice e sempre più viziosa. Inoltre, permettendoti di essere controllato dalla rabbia, essa lascia un’impronta sulla mente, in modo che la prossima volta che si incontrano condizioni simili, la rabbia nasce di nuovo. Se non si pratica il percorso graduale in queste circostanze pericolose, ogni volta che ti arrabbi, essa lascia impronte sul continuum mentale, che sono il presupposto perché la rabbia si presentai sempre più in futuro. Continue reading »

A. Berzin: Affrontare i comportamenti violenti di maestri spirituali

Dr. Alexander Berzin: Affrontare i comportamenti violenti di maestri spirituali

I comportamenti non etici, violenti, di maestri spirituali, compresi i cosiddetti “maestri tantrici”, non possono essere mai giustificati, condonati o tollerati. Con compassione e interesse per gli effetti disastrosi su tutte le persone coinvolte, i comportamenti violenti devono essere affrontati direttamente e devono terminare per il continuo benessere della comunità spirituale.

Comprendere i maltrattamenti in un contesto buddhista

Alcune persone credono falsamente che il Buddhismo insegni il nichilismo, immaginando che la vacuità significhi che nulla esiste, e per via di questo, non c’è causa ed effetto.

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Lama Yeshe: Perché cambiare la mente?

Lama Yesce: Bisogna sedersi e contemplare la natura della propria mente e prenderci cura di essa iniziando ad avere una sempre maggiore consapevolezza.

Lama Yesce: Bisogna sedersi e contemplare la natura della propria mente e prenderci cura di essa iniziando ad avere una sempre maggiore consapevolezza.

Lama Thubten Yeshe Perché cambiare la mente”

“…Pregherò affinché il vostro viaggio diventi educativo e vi aiuti ad allargare il vostro punto di vista”.

Ora per quanto riguarda la realtà questo è il punto. La realtà può apparire in modi diversi ad ognuno di voi, ognuno può dire questo è giusto a sbagliato a seconda del proprio personalissimo punto di vista. E’ questa la ragione per cui vi sto dicendo che ciò che rappresenta l’Himalaya è totalmente diverso da ciò che vi sembra possa rappresentare nella visione comune di questo luogo che avete nel vostro Paese. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Non nascita e non morte

Thich Nhat Hanh: Il mio consiglio è di non essere troppo indaffarati nella vita quotidiana. Dovremmo avere il tempo per praticare ogni giorno questi insegnamenti, perché, se veramente pratichiamo liberandoci della paura, la nostra felicità aumenterà centinaia di volte, e se sediamo accanto ad una persona in fin di vita senza paura potremo davvero aiutarla a non aver paura.

Thich Nhat Hanh: Non nascita e non morte. Trascrizione del discorso del 1° novembre 2000 a chiusura del ritiro di Castelfusano (Roma).

La prima parte, in corsivo, è l’insegnamento rivolto ai bambini presenti al ritiro. Una signora che era qui con noi ieri è dovuta partire perché le è morta la madre. Credo che le sarebbe piaciuto molto restare con noi e condividere il discorso di Dharma, ma lo ascolterete anche per lei. Quando una persona che ci è molto cara muore non sappiamo dove andrà, e non sappiamo se la incontreremo ancora in futuro, da qualche parte. Nell’insegnamento del Buddha si parla di non venire e non andare. Si tratta di un modo profondo di vedere se quella persona cara è ancora con noi o non c’è più. Continue reading »

Buddhagupta: I Quattro Incommensurabili

Buddhagupta: In ogni momento dobbiamo praticare la virtù.

Buddhagupta: Un ampio commentario sui quattro incommensurabili

Amorevole gentilezza, compassione,

Empatica gioia ed equanimità:

Ora spiegherò come coltivare con diligenza,

Questi grandi incommensurabili.

Concentrarsi sugli esseri senzienti incommensurabili produce accumuli incommensurabili, qualità incommensurabili e saggezza primordiale incommensurabile.

Incommensurabili Esseri Senzienti

Non possiamo calcolare il numero totale di esseri senzienti, dicendo: “Ecco quanti ce ne sono nei tre regni”. E così si dice che gli esseri senzienti sono incommensurabili. Come disse il Bhagavān nel Nobile Sūtra Insegnamento della Grande Compassione dei Tathāgata:

Figlio di nobile famiglia, gli esseri senzienti che vivono in uno spazio dalle dimensioni della ruota di un carro, visibile ad un Tathāgata, sono estremamente numerosi. Ma gli dei e gli umani in tutti i sistemi dei mondi del vasto ed infinito universo non sono così: i reami di questi esseri senzienti impercettibili sono incommensurabili.

Pertanto, poiché i regni incommensurabili degli esseri senzienti sono al di là della comprensione, gli esseri senzienti sono detti incommensurabili.

Potresti chiederti: quando coltiviamo l’incommensurabile, come dovremmo concentrarci sugli esseri senzienti incommensurabili e meditare? Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Come esiste la mente.

Lama Zopa Rinpoce: In questo modo otteniamo la felicità ultima della liberazione.

Lama Zopa Rinpoce: In questo modo otteniamo la felicità ultima della liberazione.

Lama Zopa Rinpoce: Come esiste la mente.

La natura della nostra mente è chiara luce: è vuota di esistenza dalla sua parte. La mente è un fenomeno che il sé possiede. È insostanziale, senza colore, senza forma e chiara in natura; ha la capacità di percepire gli oggetti e non è un oggetto dei cinque sensi. Questo è un modo di definire la mente. In
dipendenza da questa base, un fenomeno che ha tali caratteristiche lo abbiamo etichettato, o mera- mente designato, “mente”. Pertanto, non c’è una mente esistente di per sé. La mente non è nient’altro che ciò che abbiamo meramente designato con la nostra mente in dipendenza da quella base, quel particolare fenomeno. Pertanto non c’è una cosa come una mente reale dal suo lato. La mente è vuota dall’esistere dalla sua parte. Questa è una definizione della natura di chiara luce della mente, che si riferisce alla sua natura ultima. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Alla ricerca dell’io.

ALLA RICERCA DELL’IO Lama Zopa Rinpoce

Tutti i problemi che noi incontriamo nel samsara, il ciclo continuo delle morti e rinascite, sorgono grazie all’ignoranza che si afferra alle cose come se fossero intrinsecamente esistenti. La nostra condizione nell’esistenza ciclica è simile a quella di essere intrappolati all’interno di un grande palazzo con numerose stanze e porte, una sola delle quali è l’uscita. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Vivere con la Bodhicitta.

Lama Zopa Rinpoce: Quando mangi, mangia con la bodhicitta.

Lama Zopa Rinpoce: Quando mangi, mangia con la bodhicitta.

VIVERE CON LA BODHICITTA di Lama Zopa Rinpoce

Lama Atisha ricevette un consiglio dalle statue di Bodhgaya: la via più veloce per ottenere l’illuminazione è quella di praticare la bodhicitta. Esercitare la mente nel buon cuore ultimo, la bodhicitta, è inoltre il miglior modo per una purificazione veloce ed estesa dei karma negativi e per un vasto accumulo di merito al fine di raggiungere l’illuminazione. Anche se sapeste a memoria tutti gli insegnamenti segreti e profondi del primo e secondo stadio del tantra, li sapeste spiegare bene e li praticaste, senza la bodhicitta questo non diventerebbe causa per l’illuminazione. Potete anche essere capaci di generare il calore interiore e far scendere la goccia, ma questi sono ottenimenti generali che possono essere prodotti anche dagli indù che non hanno il rifugio nelle loro menti. Senza la bodhicitta, nulla della pratica tantrica diventa causa per l’illuminazione.

Ci sono molte storie di meditatori che hanno passato la vita meditando sul tantra e generando se stessi come divinità, ad esempio come Yamantaka, e poi sono rinati come preta, simili d’aspetto alla loro divinità visualizzata. Continue reading »

Introduzione alla vacuità

lotusIntroduzione alla vacuità e alla designazione mentale

Alexander Berzin, Berlino, Germania, 14 Febbraio, 2000. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Inconsapevolezza

Buddha ha dato insegnamenti in termini delle quattro nobili verità.Queste verità sono quattro fatti che vengono visti come veri da qualsiasi essere altamente realizzato o arya. Fondamentalmente, esse affermano che:

  1. Tutti affrontiamo problemi nella vita,
  2. Questi problemi nascono da delle cause,

  3. È possibile avere un arresto completo di questi problemi in modo tale che essi non ritornino mai più,

  4. Un tale arresto è raggiunto attraverso una comprensione che elimina la causa dei problemi.

Quando parliamo della causa più profonda dei nostri problemi, fondamentalmente essa si riduce a quello che viene normalmente tradotto come “ignoranza.” In inglese, “inconsapevolezza,” è molto meglio. Ignoranza implica che sei stupido e quindi non è una buona parola. Non significa che siamo stupidi. Continue reading »

Sviluppare la bodhicitta nelle sette parti di causa ed effetto

bhuInsegnamento quintessenziale per lo sviluppo della bodhicitta nelle sette parti di causa ed effetto

Alexander Berzin, Berlino, Germania, 18 Gennaio 2000. Traduzione italiana a cura di Valentina Tamiazzo.

Introduzione

Abbiamo preziose vite umane, con tutte le libertà e le possibilità che ci permettono di intraprendere il sentiero del Dharma. Queste libertà e opportunità, tuttavia, non dureranno per sempre. Dobbiamo quindi sfruttarle appieno. Il modo migliore per sfruttare la nostra preziosa vita umana è utilizzarla per sviluppare la finalità della bodhicitta. Continue reading »

I quattro pensieri che rivolgono la mente verso il Dharma

bh3I quattro pensieri che rivolgono la mente verso il Dharma

Alexander Berzin. Morelia, Messico, 30 Maggio 2000. Trascrizione leggermente rivista di un corso. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Preliminari

Mi piace iniziare gli insegnamenti con alcuni preliminari.Questi sono dei metodi che ci consentono di calmarci e raggiungere uno stato d’animo adatto alla meditazione o all’ascolto degli insegnamenti. Per poterci addentrare completamente in qualche cosa, dobbiamo avere un approccio graduale ed adeguato: questa è lo scopo dei preliminari.

Ci sono molti modi differenti per raggiungere uno stato d’animo che ci consente di meditare o ascoltare. Normalmente scelgo una tra varie possibilità: in questo metodo incominciamo contando il respiro. Quando siamo molto distratti emozionalmente o mentalmente, per via del nostro lavoro, del viaggio per venire qui o di qualsiasi altra cosa, è molto importante come prima cosa calmarci in uno stato neutrale.

Questo ci aiuta a rilassarci. Per fare questo respiriamo attraverso il naso in modo normale, cioè né troppo rapidamente, né troppo lentamente; né troppo profondamente, né troppo superficialmente. Facciamo un ciclo partendo dall’espirazione, facciamo una piccola pausa e poi, siccome abbiamo fatto una piccola pausa, in modo naturale inspiriamo più profondamente. Questa è una maniera molto più rilassata per ottenere una respirazione profonda, rispetto a respirare profondamente in modo consapevole. Quando inspiriamo di nuovo, contiamo mentalmente “uno.” Continue reading »

Lama Tsongkhapa: Il calmo dimorare

Lama Tsongkhapa: Per mantenersi stabile sull’oggetto, la mente ha bisogno di due qualità: ma due fattori impediscono lo sviluppo di queste due qualità.

Lama Tsongkhapa: Il calmo dimorare

Il calmo dimorare consiste principalmente in una meditazione stabilizzante, in cui la mente viene tenuta su un singolo oggetto, diversa perciò dalla meditazione analitica, in cui argomenti come l’impermanenza o la vacuità vengono analizzati per mezzo del ragionamento. Dato che una mente dispersa nei suoi vari oggetti esterni è poco efficace, lo scopo di sviluppare il calmo dimorare è proprio quello di rendere la mente più efficace. Se non possedete quel tipo di concentrazione in cui la mente si trova in una condizione stabile, chiara e non vacillante, la saggezza non può conoscere il suo oggetto così com’è, nei suoi aspetti più sottili; perciò, è necessario avere una mente molto focalizzata. Inoltre, pur possedendo la capacità di concentrazione, questa non può far nulla contro quella concezione errata che vede gli oggetti esistere in sé e per sé. Da qui la necessità di unire la concentrazione con la saggezza che realizza la vacuità di esistenza intrinseca.

In generale, nel Veicolo del Mantra e in particolare nel Tantra Yoga, vengono descritte molte tecniche per facilitare l’ottenimento del calmo dimorare; considereremo prima le tecniche condivise da tutti i sistemi. La postura del corpo è importante. Sedete a gambe incrociate, la spina dorsale dritta come una freccia. Le spalle si trovano allo stesso livello e le mani nella posizione dell’equilibrio meditativo, quattro dita sotto l’ombelico, la mano destra distesa sulla mano sinistra e i pollici che si toccano, a formare un triangolo. Il collo, leggermente piegato verso il basso, come quello di un pavone, permetterà alla bocca e ai denti di stare in una posizione naturale, la punta della lingua tocca il palato, dietro i denti centrali. Gli occhi guardano leggermente verso il basso; non vi è necessità che siano rivolti verso la punta del naso; possono anche essere rivolti verso il pavimento davanti a voi, se vi viene più naturale. Non tenete gli occhi troppo aperti né costringeteli a stare chiusi; solo un po’ aperti. Anche se sono aperti, quando la vostra coscienza mentale sarà stabile sul suo oggetto, ciò che appare alla vostra coscienza visiva, non sarà di disturbo dato che non lo noterete. Va bene anche chiuderli ogni tanto, se vi viene naturale. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatzo: I quattro sigilli del Buddhismo

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Praticando in un modo continuativo, l’amorevole gentilezza e così via, si arriverà ad un punto in cui si avrà questa mente di amorevole gentilezza e compassione nei confronti degli altri. Questa sorgerà spontaneamente, senza sforzo. A quel punto si sarà ottenuta, si sarà realizzata la mente di Bodhicitta, avremo realizzato la mente di Bodhicitta e in quel momento entreremo nel sentiero del bodhisattva.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I quattro sigilli del Buddhismo

Ora parlerò dei quattro sigilli.

Il primo è l’impermanenza: tutti i fenomeni creati composti sono impermanenti, quindi occorre familiarizzarsi o meditare sull’impermanenza. Buddha indicò quattro tipi di impermanenza. Il suo primo insegnamento fu l’impermanenza, e anche il suo ultimo insegnamento, la conclusione, fu l’impermanenza in quanto lasciò il corpo e, quindi, mostrò l’impermanenza. All’inizio parlò delle quattro nobili verità: la prima è la realtà della sofferenza. La prima caratteristica della sofferenza è di essere impermanente.

La considerazione dell’impermanenza è qualcosa che ci sollecita alla pratica del Dharma, a un metodo interiore.

Se non c’è la considerazione o il riconoscimento dell’impermanenza delle cose, allora non ci sarà l’interesse, lo stimolo per una ricerca interiore. Nell’esposizione del Sentiero Graduale verso l’Illuminazione, vengono illustrati esattamente questi punti che riguardano i benefici della consapevolezza dell’impermanenza e gli svantaggi del non esserne consapevoli. Siamo nati e moriamo, nessuno può affermare di essere nato e di non morire. Dopo un incontro di un gruppo di persone alla fine c’è sempre una separazione; dopo ogni accumulazione di ricchezze alla fine c’è la consumazione o l’esaurimento; dopo ogni salita, dopo ogni elevazione, c’è una caduta. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Commentario a “Le cinquanta stanze di devozione al Guru”

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’intelligenza consente di discernere ciò che è positivo da ciò che è negativo, e si sviluppa con la pratica della sesta perfezione, la saggezza.

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’intelligenza consente di discernere ciò che è positivo da ciò che è negativo, e si sviluppa con la pratica della sesta perfezione, la saggezza.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatzo: Commentario a “Le 50 Stanze di devozione al guru” di Ashvagosha.  Per poter raggiungere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri ci apprestiamo a seguire gli insegnamenti così come sono stati dati in passato da innumerevoli Lama, seguendo la tradizione

Mi è stato chiesto di dare un commentario delle 50 stanze di devozione al Guru. Vi sono differenti tipi di commentari, di diversa estensione: il commentario che ho scelto per questa occasione è stato scritto da Pang Tuce e mi è stato dato da Kiabje Triciang Rinpoce.

Naturalmente, non riuscirò a completare tutto l’insegnamento, ma spero di poter terminare almeno la trasmissione orale e di darvi un’idea abbastanza generale di questo commentario in modo che in futuro possiate avere insegnamenti più dettagliati che potranno arricchire la mia trasmissione.

Il commentario inizia con il significato etimologico del titolo, che in sanscrito è Guru Panchashika.

Guru sta per Maestro spirituale, dotato di qualità, pancha significa cinquanta, shika significa stanze: le cinquanta stanze (in relazione) al Guru. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le otto stanze dell’addestramento mentale 1

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: Un metodo efficace da adottare per il beneficio della nostra mente è il meditare sulla morte e l’impermanenza, sulle sofferenze dei reami inferiori e, in generale, dell’esistenza ciclica.

Insegnamenti sul testo Le otto stanze dell’addestramento mentale” di Langri Tangpa Dorje Senghe, https://www.sangye.it/altro/?p=27 conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, nel settembre 1995. Trascrizione di Ivan Zerlotti e Francesco La Rocca, Revisione Edizioni JTK.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La preziosa rinascita umana

Se intendiamo migliorare la nostra mente, dobbiamo addestrarla. Tutti i problemi che incontriamo quotidianamente derivano da cause e condizioni interne, che sono presenti nella nostra mente e sono radicate nella nostra ignoranza, nel nostro attaccamento e nel nostro odio. Oltre a questi, che sono i veleni mentali principali, vi sono molte altre afflizioni che turbano la nostra mente e che vanno riconosciute per poterle abbandonare. È essenziale cercare di sviluppare buon cuore, compassione, amore e ogni qualità positiva, sforzandosi di eliminare le afflizioni mentali; perciò dobbiamo addestrare la nostra mente. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: I Benefici della Pratica.

Lama Zopa Rinpoche: Senza disciplina morale, creerete molti ostacoli oscurando la mente.

Lama Zopa Rinpoce: I Benefici della Pratica.

Tutta la felicità e la pace degli esseri senzienti derivano soltanto dagli insegnamenti di Buddha poiché la causa delle loro sofferenze non si trova al di fuori di loro bensì è all’interno della loro mente: i pensieri negativi disturbanti, il karma motivato da queste afflizioni e le loro impronte negative depositate nel continuum mentale. L’antidoto, la medicina che cura la malattia, è soltanto l’insegnamento del Buddha che, come viene citato nei testi, include due punti: gli insegnamenti e le realizzazioni. Gli insegnamenti fondamentali e le realizzazioni sono i tre addestramenti superiori. Il terzo addestramento superiore è la visione suprema, che taglia alla radice le afflizioni.

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Lama Thubten Zopa Rimpoché: la verità del Sentiero

Lama Thubten Zopa Rimpoché: lo scopo originale di Buddha Gautama non era di spiegare il problema della sofferenza in sé, ma di mostrare la vera natura della vita.

Lama Thubten Zopa Rimpoché: Lo scopo originale di Buddha Gautama non era di spiegare il problema della sofferenza in sé, ma di mostrare la vera natura della vita.

Lama Thubten Zopa Rimpoché: la verità del Sentiero

Lama Thubten Zopa Rimpoché è nato in Nepal nel 1946. Riconosciuto in età molto giovane come reincarnazione del grande Lama Lawudo, ha iniziato in Tibet i suoi studi monastici, continuati in India, dove ha incontrato Lama Thubten Yesce, da cui è stato seguito come il suo discepolo preferito, e che accompagnò fino alla sua morte. Dirige la FPMT – Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana. Il guru radice di Lama Zopa e Lama Yeshe è Trijang Rinpoche.

Domanda: Vorrei sapere di più sulla vostra “nuova” interpretazione delle Quattro Nobili Verità. In tutti i libri che ho letto sul Buddismo, le Quattro Nobili Verità sono state spiegate in relazione alla sofferenza, alla causa della sofferenza e alla forma della liberazione finale dalle sofferenze, e quindi ritengo sia un po’ difficile mettere in relazione queste idee con la sua descrizione del primo discorso dato da Gautama Buddha ai suoi discepoli.

Lama Thubten Zopa Rinpoce: Sì, posso capire la tua confusione. L’interpretazione delle Quattro Nobili Verità che tu hai appena descritto è molto famosa. Nella maggior parte dei libri sul Buddismo, le Quattro Nobili Verità sono riassunte in uno schema molto semplice di causa ed effetto. Secondo questo schema, la prima verità è la verità della sofferenza. Le nostre vite sono piene di dolore, angoscia e delusione. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Come costruire una comunità basata sulla’amore?

Thich Nhat Hanh: Nel nostro sangha buddhista la comunità è il nucleo di ogni cosa. Il sangha è una comunità dove dovrebbero regnare armonia, pace e comprensione. E questo è un frutto della nostra vita quotidiana in comune. Se c'è amore nella comunità, se siamo stati nutriti dall'armonia che vi regna, non ci allontaneremo mai dall'amore.

Thich Nhat Hanh: Nel nostro sangha buddhista la comunità è il nucleo di ogni cosa. Il sangha è una comunità dove dovrebbero regnare armonia, pace e comprensione. E questo è un frutto della nostra vita quotidiana in comune. Se c’è amore nella comunità, se siamo stati nutriti dall’armonia che vi regna, non ci allontaneremo mai dall’amore.

Thich Nhat Hanh: Come costruire una comunità basata sulla’amore?

Intervista di Bell Hooks a Thich Nhat Hanh. Tratta da “Buone Notizie”, anno IV n°1 (www.reteindra.org). Versione originale su “Shambala Sun”, gennaio 2000.

Bell Hooks ha attraversato i movimenti degli anni settanta e ottanta con ancora nel cuore l’insegnamento di Martin Luther King, senza smettere mai di seguire un cammino guidato dall’amore. Scrive tra l’altro nell’articolo che introduce l’intervista che pubblichiamo integralmente: “Il messaggio di Luther King sull’amore come cammino per mettere fine al razzismo e per guarirne le ferite fu rimpiazzato da un movimento per il potere nero che incitava alla resistenza militante.

Mentre Luther King aveva fatto appello alla nonviolenza e alla compassione, il nuovo movimento ci esortava a indurire i nostri cuori e a muovere guerra contro i nostri nemici. Amare i nemici, ci ripetevano i nuovi leader, non fa altro che renderci più deboli e facilmente manipolabili e di conseguenza molti voltarono le spalle al messaggio di Luther King.(…) Anche il movimento delle donne criticò l’amore e invitò le donne a dimenticarlo in modo da poter prendere il potere.(…) Questi due movimenti per la giustizia sociale che erano entrati nei cuori e nell’immaginazione dei nostri movimenti e che erano nati da un’etica dell’amore erano stati trasformati da leader molto più interessati alle questioni del potere. Alla fine degli anni settanta, non era più necessario mettere a tacere le discussioni sull’amore, il tema non veniva più toccato in nessun ambiente progressista”. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le otto stanze dell’addestramento mentale 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: Per neutralizzare l’odio o collera dovremmo meditare sull’amore.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Per neutralizzare l’odio o collera dovremmo meditare sull’amore.

Insegnamenti sul testo “Le otto stanze dell’addestramento mentale” di Langri Tangpa Dorje Senghe, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=27, conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, nel settembre 1995. Trascrizione di Ivan Zerlotti e Francesco La Rocca, Revisione Edizioni JTK.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le cause della sofferenza e La mente dell’illuminazione

Cerchiamo di riconoscere la sofferenza Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le otto stanze dell’addestramento mentale 3

Ghesce Ciampa Ghiatso: Qualunque essere dovessimo incontrare, cerchiamo di considerarlo più importante di noi. Considerando gli altri come estremamente cari, il nostro orgoglio e la nostra presunzione si ridurranno.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Qualunque essere dovessimo incontrare, cerchiamo di considerarlo più importante di noi. Considerando gli altri come estremamente cari, il nostro orgoglio e la nostra presunzione si ridurranno.

Insegnamenti sul testo “Le otto stanze dell’addestramento mentale” di Langri Tangpa Dorje Senghe, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=27, conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, nel settembre 1995. Trascrizione di Ivan Zerlotti e Francesco La Rocca, Revisione Edizioni JTK.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I metodi per realizzare la mente dell’illuminazione: “Sei cause e un effetto” e ‘Lo scambiare se stessi con gli altri’. Equalizzare i nostri sentimenti.

Il Commentario

Con l’intenzione di ottenere il significato supremo,

mi prenderò costantemente cura

di tutti gli esseri senzienti,

che sono più preziosi della gemma che esaudisce i desideri. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le otto stanze dell’addestramento mentale 4

Ghesce Ciampa Ghiatso e Lama Yesce a Pomaia. Ven. Ghesce Ciampa Ghiats : È l’attaccamento, soprattutto, che ci vincola all’esistenza ciclica e impedisce la liberazione da essa perché bramiamo i cinque oggetti dei sensi: forme visive, suoni e musica, profumi e aromi, sapori e cibo delizioso, oggetti tangibili soffici e morbidi.

Lama Yesce e Ghesce Ciampa Gyatzo

Insegnamenti sul testo “Le otto stanze dell’addestramento mentale” di Langri Tangpa Dorje Senghe, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=27, conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, nel settembre 1995. Trascrizione di Ivan Zerlotti e Francesco La Rocca, Revisione Edizioni JTK.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Esaminare il nostro comportamento

Al tempo del Buddha precedente a Buddha Shakyamuni, Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Maitreya e Asanga

Lama Zopa Rinpoche: Maitreya e Asanga.
Ora vi racconterò una storia per darvi un’idea di quanto sia potente la Bodhicitta nella mente. Asanga, il grande Pandita, aveva fatto un ritiro per 12 anni in attesa di vedere Maitreya Buddha. Dopo tre anni non aveva ancora visto alcun segno di Maitreya, così pensò che nulla era successo e lasciò l’eremo.
Mentre andava, vide un vecchio che tagliava la roccia con una corda e la roccia diventava calda, anche solo con un pezzo filo.
Poi pensò: “Se anche un solo pezzo di filo può tagliare la roccia, perché io non
posso vedere il Buddha Maitreya?” Così, tornò all’eremo a meditare.
Purtroppo, però, anche dopo diversi anni, egli ancora sentiva che nulla era cambiato. Non aveva visto il Buddha Maitreya e così ancora una volta abbandonò il suo ritiro. Continue reading »

Il guru come Buddha nel tantra

I punti di vista della base, del sentiero e del risultato

La maggior parte dei testi tibetani che parlano dell’essere Buddha dei maestri tantrici spiegano l’argomento delle apparenze impure e pure da un punto di vista specifico. Spesso, tuttavia, i testi trascurano di esprimere il proprio punto di vista e ciò può causare confusione.

Nel Continuum sublime Maitreya spiegò tre punti di vista del guardare alle apparenze impure e pure come inseparabili. Si possono considerare queste apparenze dal punto di vista di una natura di Buddha non ancora realizzata, parzialmente realizzata o completamente realizzata. In altre parole, le apparenze inseparabili impure e pure appaiono in modo diverso quando le macchie fugaci si sovrappongono alla natura di Buddha, quando sono parzialmente scomparse e quando sono completamente assenti.

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Lama Yesce: consigli di un maestro spirituale … prima della sua morte

Affinché le mie tre porte non siano mai separate dal santo Sentiero, io mi terrò sempre saldamente nella grandiosità dell’addestramento mentale.

Affinché le mie tre porte non siano mai separate dal santo Sentiero, io mi terrò sempre saldamente nella grandiosità dell’addestramento mentale.

Lama Thubten Yesce: Esperienze e consigli di un maestro spirituale … prima della sua morte.

(Una lettera scritta da Lama Thubten Yesce nel 1983 al ven. Ghesce Ciampa Wangdu). Consapevoli del nostro guru-radice che è senza pari in gentilezza, re di grande beatitudine, Heruka Continue reading »

Il cuore di Vajrasattva

Vajrasattva

Vajrasattva

Il cuore di Vajrasattva

ཨོཾ༔ གཞི་ཐོག་དང་པོའི་སངས་རྒྱས་ཀུན་ཏུ་བཟང༌༔

om, shyi tok dangpö sangye kuntuzang

Oṃ! Buddha primordiale Samantabhadra, Base dell’essere:

རྡོ་རྗེ་སེམས་དཔའ་རྡོ་རྗེ་དེ་བཞིན་གཤེགས༔

dorjé sempa dorjé deshyin shek

O Vajrasattva, Vajra Tathāgata,

དཔའ་བོ་ཆེན་པོ་འགྲོ་བ་སྐྱོབ་པའི་མགོན༔

pawo chenpo drowa kyobpé gön

grande eroe, Signore e protettore degli esseri: Continue reading »

Lama Yesce: bodhicitta e karma

 

Lama Yesce e Renato Sulli che ricordiamo con affetto

Lama Thubten Yesce: Gli occidentali hanno bisogno della pratica di bodhicitta. Così, quando tornate dal lavoro, sdraiatevi comodamente e meditate sulla bodhicitta. Ne varrà la pena. Molto meglio che scapicollarsi a casa, ingurgitare un caffè ed afflosciarvi sul vostro cuscino di meditazione “tentando” di meditare…il vostro sistema nervoso ha bisogno di tempo e spazio…tutto ha bisogno di tempo e spazio…non punitevi se siete troppo stanchi per meditare…siate saggi. Trattate voi stessi, la vostra mente, con molta simpatia, con amorevole gentilezza. se siete gentili con voi stessi, diverrete gentili con gli altri, per cui, non fatevi pressione. Abbiamo a che fare con la mente, non con pietre o cemento: è qualcosa di organico.

Siamo in grado di esaminare le nostre menti e comprendere che tipo di mente porta problemi quotidiani e non ne vale la pena, sia oggettivamente che soggettivamente. Questo è il modo in cui la meditazione ci permette di correggere i nostri atteggiamenti e le nostre azioni. Non pensare: “I miei atteggiamenti e le azioni vengono dal mio karma precedente, quindi non posso fare nulla”.

Non pensare: “Io sono impotente.”… Noi abbiamo il potere di cambiare i nostri stili di vita, cambiare i nostri atteggiamenti, cambiare le nostre abitudini. Possiamo chiamare questa potenziale capacità di Buddha, il potenziale Dio, o come volete chiamarlo. Ecco perché il buddismo è semplice.

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Namkhai Norbu: Lo Dzogchen nella vita quotidiana.

 

Namkhai Norbu Rinpoche: Per comprendere come si possa integrare la consapevolezza presente con tutte le attività della propria vita quotidiana, prendiamo l’esempio del camminare.

Namkhai Norbu Rinpoche: Lo Dzogchen nella vita quotidiana.
Alcune persone sono disturbate quando sentono dei rumori provocati da altre persone che camminano, parlano e così via, e diventano irritati da questo, oppure diventano distratti da cose esterne a se stessi, danno vita a molte illusioni. Questo è il percorso errato noto come “il pericoloso passaggio in cui la visione esterna appare come un nemico”. Ciò significa che, anche se si sa come continuare nella conoscenza della condizione sia dello stato di calma che dell’onda del pensiero, non si è ancora riusciti a integrare questo stato con la propria visione esterna. Se questo dovesse essere il caso, pur mantenendo sempre la consapevolezza presente, se si vede qualcosa, non si dovrebbe essere distratti, ma, senza giudicare ciò che si vede come piacevole, si dovrebbe rilassarsi e continuare nella presenza. Se un pensiero sorge giudicando l’esperienza come piacevole e spiacevole, basta riconoscerla con la nuda attenzione e continuare nella consapevolezza presente senza dimenticarla.

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Kyabje Lama Zopa Rinpoche: How to Benefit the Dying and the Dead

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: His Holiness the Dalai Lama says that is it difficult at the time of death to really meditate as you did in life

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: His Holiness the Dalai Lama says that is it difficult at the time of death to really meditate as you did in life

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: How to Benefit the Dying and the Dead

During the illness the main thing is to take care of the dying person’s mind. Many others can take care of the body, but we can take care of the mind.

The most worthwhile thing to do is to inspire the person to think of others with loving kindness and compassion, to wish others to be happy and free from suffering. If a person dies with the thought of benefiting others, their mind is naturally happy and this makes their death meaningful.

You can teach the person taking-and-giving meditation (tong-len; taking upon oneself others’ suffering and giving others one’s happiness) or loving kindness meditation (metta), according to the capacity of their mind. If the person has a more strong nature of compassion, a “brave mind,” they will be able to do tong-len, to take others’ suffering and give out happiness. If the person can do tong-len, it’s the best way to die, as it means dying with bodhicitta. His Holiness the Dalai Lama calls this a “self supporting death.” For those who don’t think others are more important than themselves, wishing others happiness and to be free of suffering is easier. Continue reading »

Le cinque tradizioni tibetane buddhiste e Bon

A questo punto inizia la vera meditazione di vacuità dove si cerca di rimanere in questo stato di luminosità più tempo possibile.

Introduzione al confronto fra le cinque tradizioni tibetane buddhiste e Bon

Alexander Berzin, Berlino, 10 Gennaio 2001. Completata da passaggi tratti da una conferenza sullo stesso argomento data a Monaco di Baviera, 30 Gennaio 1995.

Il Bon come quinta tradizione del Tibet

Generalmente si considera che in Tibet siano presenti quattro tradizioni: Nyingma, Kagyu, Sakya e Ghelug, essendo quest’ultima la prosecuzione riformata della precedente tradizione Kadam. Tuttavia al congresso nonsettario di tulku (lama reincarnati) ed abati indetto da Sua Santità il Dalai Lama a Sarnath nel 1988, Sua Santità sottolineò l’importanza di aggiungere a queste quattro la tradizione tibetana pre-buddhista del Bon e di riferirsi sempre alle cinque tradizioni del Tibet. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Blessings of the Merit Field

Lama Zopa Rinpoche: The selfish attitude, anger and other disturbing thoughts become weaker and smaller by doing the preliminary practices.

Lama Zopa Rinpoche: The selfish attitude, anger and other disturbing thoughts become weaker and smaller by doing the preliminary practices.

Lama Zopa Rinpoche: Blessings of the Merit Field

Generating realizations and actualizing the graduated path to enlightenment, from guru devotion up to enlightenment, all comes from having received blessings. Each time we generate a realization in our mind, we have received a blessing. Each time we generate a realization or our mind changes and becomes more subdued, at that time we are receiving blessings. Before, the mind was completely empty of understanding karma, not knowing the cause of happiness and the cause of suffering at all. But now, we find a little bit of faith slowly arising as our understanding grows. That means many blessings have been received. Continue reading »

Lama Yeshe: I pensieri sono come raggi di sole

Sua Santità il Dalai Lama e Lama Yesce nel 1982 al Tushita Meditation Centre di Dharamsala

Sua Santità il Dalai Lama e Lama Yesce nel 1982 al Tushita Meditation Centre di Dharamsala

Lama Thubten Yeshe “I pensieri sono come raggi del sole, per cui ciò che dovete fare è penetrare attraverso i suoi raggi sino ad arrivare al sole (che è la mente). Il pensiero è il raggio della mente, per cui contemplate i vostri pensieri, i raggi del vostro pensiero. Non intellettualizzate, semplicemente lasciate fluire, mollate la presa del vostro intelletto. Non pensate che l’intelletto sia qualcosa di speciale: abbiamo utilizzato l’intelletto per moltissimo tempo, per ricavarne solo agitazione e insoddisfazione. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: La pratica della presenza mentale

Thich Nhat Hanh: Sedere in meditazione è come ritornare a casa.

Thich Nhat Hanh: Sedere in meditazione è come ritornare a casa.

La pratica della presenza mentale – Thich Nhat Hanh

La pratica della presenza mentale insegnata dal maestro di meditazione dhyana (chan in cinese, thien in vietnamita e zen in giapponese) Thich Nhat Hanh sottolinea il ritorno al respiro consapevole, in ogni istante della propria vita, per potersi fermare (samatha) e guardare in profondità (vipasyana). La meditazione seduta, ma anche la meditazione camminata, la meditazione del lavoro, la meditazione del pasto, la consapevolezza nel mettersi in comunicazione con gli altri, sono alcuni dei mezzi abili per poter assumere uno stile di vita “meditativo”.
Thich Nhat Hanh esorta inoltre a essere totalmente attenti e consapevoli in tutti i momenti della giornata – sia quando si lavora che quando si cucina, si lavano i piatti o si va in bagno – e a fare attenzione ai piccoli richiami che ci aiutano a far tornare al “qui e ora” la mente sempre distratta. Ogni volta che suona una campana o il telefono si respira tre volte, con la raccomandazione di sorridere (anche se si è tristi, perché il sorriso influisce sullo stato d’animo), e si recita in silenzio una breve poesia:
“Ascolta, ascolta Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Contemplazione del non andare e non venire

 Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh

Contemplazione del non andare e non venire

da Il Canto del Cuore, Thich Nhat Hanh e la comunità monastica di Plum Village, ed. Essere Pace.

Questo corpo non è me.
Non sono limitato da questo corpo.
Sono vita senza confini.
Non sono mai nato e non sono mai morto.

Guardo l’oceano e il cielo stellato,
manifestazioni della mia meravigliosa Vera Mente.

Sono libero al di là di ogni tempo.
Nascita e morte sono soltanto porte che oltrepassiamo,
sacre soglie nel nostro viaggio.
Nascere e morire sono come giocare a nascondersi.

Allora ridi con me,
prendimi per mano, Continue reading »

L’Ars Moriendi nel Vajrayana Indo-Tibetano

I cinque Dhyani Buddha

I cinque Dhyani Buddha

Intervento del Dott. Massimiliano A. Polichetti al CONVEGNO SULLA MORTE: riflessioni sull’ultimo capitolo della vita, tenutosi a Roma, il 18 e il 19 novembre 1995

Quae valde longe sunt non timentur:

sciunt enim omnes, quod morientur;

sed quia non prope est, nihil curant.

Aristotele, Retorica – II

La necessità di rinunciare alle illusioni sulla propria condizione

è la necessità di rinunciare a una condizione che ha bisogno di illusioni

C.Marx

Introduzione: rinascita e reincarnazione

Nel linguaggio che si sta formando all’interno del Buddhismo nella sua diffusione in occidente, vengono distinti il concetto di “rinascita” da quello di “reincarnazione”. Continue reading »

Sakya Pandita: Prostration

Sakya Pandita Kunga Gyaltsen

Sakya Pandita Kunga Gyaltsen

The Purpose and Benefits of doing Full Prostration by Sakya Pandita Kunga Gyaltsen

NAMO GURUBAE. The recitation of one mantra is transformed into 1,000 prostrations.

OM NAMO MANJUSHRI YE.

To Lord Manjushri I prostrate, NAMO SUSHRIYA.

To the incomparable glory I prostrate.

NAMO UDA DHARMA SHRIYE SVAHA.

To the most excellent glory I prostrate.

By prostrating to the most superior Triple Gems, defilements and obscurations of sentient beings and myself are purified. Continue reading »

King of Concentrations – Samadhi Sutra

Shakyamuni Buddha: Monks, these are the four developments of concentration.

Shakyamuni Buddha: Monks, these are the four developments of concentration.

The King of Concentrations sutra – King of Samadhi Sutra, the Samādhirāja Sūtra or Candrapradīpa Sūtra (Sanskrit) is a buddhist sutra dating to c. 2nd century CE.

The Samádhi Suttas (One Through Five)

Samádhi Sutta – Immeasurable Concentration

Translated from the Pali by Thanissaro Bhikkhu. For free distribution only.

“Wise and mindful, you should develop immeasurable concentration [i.e., concentration based on immeasurable good will, compassion, appreciation, or equanimity]. When, wise and mindful, one has developed immeasurable concentration, five realizations arise right within oneself. Which five?

“The realization arises right within oneself that ‘This concentration is blissful in the present and will result in bliss in the future.’ Continue reading »

His Holiness Sakya Trizin: Lam Dre

His Holiness Sakya Trizin: “Buddha Nature is within every human being”.

His Holiness Sakya Trizin: “Buddha Nature is within every human being”.

A Brief Overview of the Lam Dre by His Holiness Sakya Trizin

Virupa

Virupa was born in a royal family and from a very young age had very special qualities. Seeing that all samsara was suffering, he renounced his station, became a monk and entered the great monastery of Nalanda. He began by studying the Sutrayana teachings and also received and practiced Mantrayana teachings. He became so renowned for his learning that after the passing away of his teacher, he succeeded him as the abbot of Nalanda monastery. During the day he gave Mahayana teachings to the monks, taught debate, and composed texts. In secret, however, he undertook Mantrayana practices for a very long period of time. Continue reading »

H.H. Sakya Trizin: Tantra

Buddhist Tantra: Some Introductory Remarks

His Holiness Sakya Trizin

There is a common misconception among many non-Buddhists (and even among certain Buddhists) that the Tantras are late and corrupt additions to the Buddha’s Teachings. This is false. The Tantras are genuine teachings of the Lord Buddha, and they occupy a paramount position within the overall framework of Buddhist doctrine.

Some of the misconceptions about the Tantras stem from their esoteric nature. Since the time of the Buddha the Tantras were always taught secretly and selectively. For their correct understanding they have always required the oral instructions of a qualified master; without such explanations they can easily be misunderstood in wrong and harmful ways. In order to uphold this tradition I am prevented from discussing most aspects of Tantra here. But it is perhaps permissible here to say a few general things about Buddhist Tantra and about how it is related to other systems of Buddhist and non-Buddhist thought and practice. I shall base myself on the teachings of our tradition such as the Rgyud sde spyi’i rnam gzhag (“General System of the Tantras”) of Lobpon Sonam Tsemo. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è l’etica?

Un forte senso dell’etica ci consente di creare relazioni amichevoli con chiunque incontriamo.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è l’etica?

L’etica è un sistema di valori morali che modellano il nostro comportamento per causare una vita più felice. Con l’etica, viviamo onestamente, e ciò porta ad instaurare fiducia e amicizia con quelli che ci circondano. L’etica è la chiave per la felicità.

L’etica nel Buddhismo

Nel Buddhismo, l’etica è basata sulla consapevolezza discriminante: utilizziamo la nostra intelligenza per distinguere tra ciò che crea una felicità duratura e cosa genera problemi ricorrenti. Non si tratta di obbedire ciecamente ad una lista di regole, ma di essere convinti che seguire linee guida etiche ha senso. Continue reading »

Matt Lindén: Apprendimento SEE, un programma di formazione in valori universali

Matt Lindén: Apprendimento SEE: un programma di formazione in valori universali. Apprendimento sociale, emotivo e etico, Università di Emory, Struttura concisa

L’apprendimento sociale, emotivo ed etico (SEE) è un programma per formare persone, gruppi sociali e comunità più ampie emotivamente sane ed eticamente responsabili. Sebbene sia stato creato principalmente per l’uso nelle scuole e negli istituti di istruzione superiore, il programma è adatto anche per l’uso in altri contesti.
Questo programma di formazione, sviluppato dal Centro per la Scienza Contemplativa e l’Etica basata sulla Compassione presso l’Università di Emory, si concentra principalmente sull’etica. 
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Adeu Rinpoche: Dzogchen and Mahamudra, Two Great Paths

Trulshik Adeu Rinpoche

Adeu Rinpoche: Dzogchen and Mahamudra, Two Great Paths

Dzogchen and Mahamudra, the Great Perfection and the Great Seal, are powerful meditative systems for revealing the nature of mind, explains Adeu Rinpoche. While their methods may differ, their essence is the same.

The meditation approach of Mahamudra as found in the Tibetan Kagyu tradition and the Dzogchen approach from the Nyingma tradition are identical in essence, you may follow one or the other, however, each has its own unique instructions. In each system, Mahamudra and Dzogchen, various methods are used to reveal the nature of bare awareness itself. Continue reading »

Lama Ghendun Rimpoche: Libertà ed agio

Lama Gendün Rinpoche nacque nel 1918 in Tibet. Praticò la meditazione per circa trentanni e visse intensamente il ritiro nella sua cella monastica e nelle caverne tra il Tibet e l’India.

Lama Ghendun Rimpoche: Libertà ed agio

La felicità non può essere trovata

attraverso un grande sforzo e volontà

ma è già presente,

nel rilassamento e nel lasciare andare.

Non sforzarti;

non c’è niente da fare.

Qualunque cosa sorga nella mente

non ha nessuna reale importanza,

perché non ha una qualsivoglia realtà.

Non attaccarti ad essa;

non identificarti con essa

e non giudicarla.

Lascia che l’intero gioco accada da sé

balzando in alto e ricadendo come onde,

senza cambiare o manipolare alcunché,

ed ogni cosa svanisce e riappare,

magicamente, senza fine.

Solo la nostra ricerca della felicità

ci impedisce di vederla. Continue reading »

Meditazione sulla vacuità

Per capire la vacuità ed essere convinti che sia corretta dobbiamo compiere un’analisi utilizzando la logica. Come conosciamo le cose? Qual è un modo valido di conoscere? Nel Buddhismo parliamo di due modi validi di conoscere qualcosa.

Dr. Alexander Berzin: Meditazione sulla vacuità

Identificare il falso “io”

La continuità dell’“io” convenzionale

Secondo la tradizione buddhista indo-tibetana, abbiamo un “io” convenzionale, e in realtà esso è un’astrazione: consiste in un’imputazione sul flusso di continuità, in continuo cambiamento, dei cinque fattori aggregati che costituiscono ogni momento della nostra esperienza soggettiva individuale. Questo “io” convenzionale è incluso nell’aggregato delle altre variabili influenzanti – il grande aggregato che include tutto ciò che è non statico e non negli altri, come tutte le emozioni. L’“io” convenzionale è qualcosa che cambia di istante in istante, non è statico. “Ora sto facendo questo, ora sto facendo quello”. Cambia, ovviamente, attimo dopo attimo. Inoltre può produrre degli effetti. “Posso lavare i vestiti; posso rendere felice qualcuno; posso rendere infelice qualcuno”.

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Mipham Rinpoche: Come coltivare la concentrazione

Mipham Rinpoche: Come coltivare la concentrazione

Potresti desiderare di bere il nettare della calma dimorante,
ma a meno che tu non interrompa il flusso dell’attività esterna,
non c’è modo di evitare la distrazione interiore.
E devi sradicare questo vagare all’interno.

A meno che tu non arresta il flusso di distrazione mentale,
non arriverai mai alla concentrazione al singolo punto.
Costruisci una diga sicura, quindi, con consapevolezza.
E applica la vigilanza ogni volta che riposi per un po’.

Torna continuamente nello stato di non distrazione,
e cerca di prolungare la durata dell’esperienza.
Quando diventa familiare, applicati ulteriormente.
Conquista il nemico, i pensieri attuali, e genera calma.

Quando ottieni stabilità,
continua fino a quando la pratica è senza sforzo e raggiungi la flessibile
e genuina śamatha – calma dimorante.
Applicati ininterrottamente, equilibrando la tensione e il riposo.

L’allenamento prolungato in ciò che è difficile può essere scoraggiante,
quindi inizia rafforzando la tua determinazione e diligenza.
Poi, nel mezzo, sforzati continuamente senza interruzione.
Alla fine, guadagnerai forza e assaporerai i frutti della gioia.
Questo è il modo in cui i tuoi sforzi daranno la loro eccellente ricompensa.

Composto il settimo giorno del sesto mese.

https://saggezzabuddhista.wordpress.com/2018/04/17/come-coltivare-la-concentrazione/

Lama Yeshe: How Delusions Arise

Lama Thubten Yeshe: How Delusions Arise

Kathmandu, Nepal (Archive #090). From Wisdom Energy by Lama Yeshe and Lama Zopa Rinpoche. Edited by Jonathan Landaw with Alexander Berzin. Published by Wisdom Publications, Boston, MA, USA.

The purpose of meditation is to gain realizations leading to the cessation of delusion and superstition. This cessation depends, first of all, on recognizing the character or function of the deluded mind. In addition, it is necessary to understand the various factors causing such a deluded mind to arise. Continue reading »

A. Berzin: Mind and the Five Aggregates, Karma Kagyu

Mind is the individual, subjective mental activity of experiencing something, and it constitutes a beginningless and endless individual continuum. 

Mind and the Five Aggregates: Karma Kagyu

Dr. Alexander Berzin

The Importance of Understanding the Mind

Mind is important to understand, since we all want to be happy and not to suffer and be unhappy. The source of a stable and lasting happiness, however, is not material wealth or physical pleasure, but the mind and our attitudes and emotions. Therefore, we need to understand what mind is and how it works in each moment. We also need to understand everything that makes up each moment of our minds, which is what the five aggregates are all about. When we understand them, we will understand our attitudes and emotions and how they work. If we understand how they work, we can gain confidence that we can overcome the destructive ones and we can change our attitudes. In short, we need to work on our minds, and doing that requires understanding our minds.
All Buddhist schools agree on what mind is, but there are several ways of presenting it and several different analyses in Buddhism of how mind works. Here, we shall present the sutra explanation given by the Karma Kagyu school.

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Chögyal Namkhai Norbu: Introduzione all’Ati Guru Yoga

Chögyal Namkhai Norbu: Come si manifestano queste infinite potenzialità e quali sono le loro qualità?

Chögyal Namkhai Norbu: Introduzione al ritiro di insegnamenti dell’Ati Guru Yoga

Benvenuti a tutti. Questo ritiro non è molto utile per i praticanti più anziani i quali conoscono più o meno molte cose, per cui sarebbe più utile che facciano la pratica. Non potete ottenere la realizzazione solo ascoltando gli insegnamenti. Per prima cosa dovete capire il significato e il senso dell’insegnamento, poi applicarlo e integrarlo. È il motivo per cui ripeto più volte gli stessi ritiri. Lo faccio perché ci sono persone nuove che non hanno la trasmissione e non sanno cosa devono fare.

Per questo motivo ho spiegato cosa faccio nel programma di questi pochi giorni. È molto importante che cercate di capire cosa andremo a fare. Così se ascoltate bene potrete capire. Ok, molte grazie e do il benvenuto a tutti.
Buon giorno a tutti dappertutto. Siamo a Dzamling Gar e cominciamo il nostro ritiro il cui titolo è ‘Insegnamento Ati Yoga’. Questo è qualcosa di importante che dovete capire. Le persone sono sempre concentrate sui titoli dei libri o degli insegnamenti, ma è più importante comprendere il senso dell’insegnamento altrimenti non funziona.
In generale insegno Ati Yoga. Innanzitutto, cercate di capire cosa significa Ati. La parola Ati è nella lingua di Oddiyana. In sanscrito si dice “Adi”. Ati significa lo stato primordiale. Tutti hanno questo stato ed è quello che dobbiamo scoprire per poi cercare di rimanere in questo stato. Quando diciamo ‘yoga’, lo conoscete bene, lo yoga oggi è molto diffuso ovunque.
L’origine della parola ‘yoga’ è sanscrita.
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Chögyal Namkhai Norbu: Ati Yoga 2

Sua Santità il Dalai Lama con Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche: In Tibet diciamo “Quando le circostanze sono tali da compiere azioni virtuose dobbiamo sempre compierle”.

Chögyal Namkhai Norbu: Ritiro di insegnamenti Ati Yoga. Parte 2.

Abbiamo cause primarie e secondarie, collegate alle circostanze. A volte abbiamo molti problemi perché nella nostra condizione possiamo avere un karma positivo o negativo. Questa è la vera causa e quando ci troviamo in circostanze che hanno forti cause secondarie, il nostro karma matura e quel problema si manifesta. Quindi non dipendiamo veramente dalle cause secondarie, ma ne abbiamo la potenzialità e
dobbiamo sapere che tutte le possibilità possono esistere.

Quando pratichiamo pronunciamo la A, facciamo visualizzazione usando la mente, giudicando e pensando. Questo non è lo stato della meditazione, ma andiamo in quella direzione. Dopo un po’ che facciamo questa visualizzazione, sentiamo che è qualcosa di vivo, e dobbiamo essere rilassati. Molte persone non sanno come fare la pratica rilassati.

Se quando facciamo la visualizzazione non siamo rilassati e ci carichiamo, nessuna trasformazione funzionerà. Dobbiamo essere presenti quando pratichiamo. Sappiamo bene come essere presenti quando facciamo l’Ati Guruyoga in modo rilassato senza caricarci. Così non avremo problemi. Alcuni dicono che sebbene abbiano fatto l’Ati Guruyoga molte volte si sentono a disagio nel proprio corpo. Questo succede perché non sono rilassati.

Così facciamo la visualizzazione in questo modo e continuiamo a rimanere in questa presenza. Poi gradualmente ci rilassiamo. Cosa significa rilassarsi? Significa che non pensiamo più, non facciamo più nulla come visualizzare. L’abbiamo appena fatto e siamo in quella presenza. Questo è essere rilassati. Quando ci rilassiamo può sorgere qualche pensiero, come anche qualche emozione. Cosa dobbiamo fare? Allo stesso modo ci rilassiamo con la A bianca e il thigle. Non troviamo questi pensieri e queste emozioni dappertutto. Semplicemente ci rilassiamo. Come è la nostra condizione quando ci rilassiamo? Non è qualcosa di facile da definire. Non è lo stesso come essere nella mente. Continue reading »

Who Was Patrul Rinpoche?

Patrul Rinpoche’s few personal belongings. Photo by Matthieu Ricard.

Who Was Patrul Rinpoche?

by Matthieu Ricard

Buddhist monk Matthieu Ricard provides a glimpse into the life of Patrul Rinpoche, a wandering yogi who became one of the most illustrious masters of Tibetan Buddhism. From the Spring 2018 issue of Buddhadharma: The Practitioner’s Quarterly.

Patrul Rinpoche, Orgyen Jigme Chökyi Wangpo (1808–1887), a wandering practitioner in the ancient tradition of vagabond renunciants, became one of the most revered spiritual teachers in Tibetan history, widely renowned as a scholar and author while at the same time living a life of utmost simplicity. A strong advocate of the joys of solitude, he always stressed the futility of worldly pursuits and ambitions. The memory of his life’s example is still very much alive today, offering an ever-fresh source of inspiration for practitioners of Tibetan Buddhism. Continue reading »

Patrul Rinpoche: Guide to the Stages of Visualization for the Ngöndro

Patrul Rinpoche

Patrul Rinpoche

Brief Guide to the Stages of Visualization for the Ngöndro Practice

by Patrul Rinpoche

Namo Samantabhadraye!

When Tibet was shrouded in the darkness of the five degenerations,[1]
With the chariot of your great and immeasurable bodhicitta,[2]
You brought the sunlight of the teachings of secret mantra-
Orgyen, King of Dharma, I keep you forever in my mind!
The enlightened vision of the vajra vehicle of Ancient Translations,
All condensed into its quintessence, like a drop of ḍākinīs’ life-blood;
A treasure arising as the spontaneous expression of reality itself—
O Guru, Lord of Dharma, you who brought us these teachings, protect me! Continue reading »

51 Fattori mentali

36-potalaI 51 Fattori mentali secondo le scuole Mahayana

I 5 fattori onnipresenti.

  1. Sensazione: Un’entità dell’esperienza che sperimenta individualmente le fruizioni delle azioni virtuose e non-virtuose. I suoi oggetti sono il piacevole, lo spiacevole e il neutrale.

  2. Discriminazione: Apprende, sulla base dell’aggregazione di un oggetto, un potere sensoriale e una coscienza, i segni non-comuni di un oggetto. Continue reading »

Tsenshap Serkong Rinpoche: Stati extracorporei nel Buddismo

Lama Tsenshap Serkong Rinpoche: Con una guida adeguata, una buona motivazione ed un’intensa pratica meditativa si può espandere il proprio potenziale per aiutare gli altri e se stessi a beneficio di tutti.

Tsenshap Serkong Rinpoche: Stati extracorporei nel Buddismo

La letteratura buddista e la tradizione orale registrano molti esempi di coscienza che viaggia con una forma sottile al di fuori del corpo grossolano. Tali fenomeni sono stati notati anche in Occidente e spesso etichettati come “viaggi del corpo astrale”. Sebbene sia difficile correlare le esperienze ed identificare casi individuali da una cultura all’altra all’interno dello schema di classificazione di quell’altra cultura, tuttavia può essere utile delineare alcune varietà di questo fenomeno così come si trova nelle tradizioni buddiste dell’India e del Tibet. Continue reading »

Saraha: Mahamudra

Saraha

SARAHA

Kye Ho! Do not fear distraction, trying to keep attention on the mind. If you realize the nature of your own mind, then even the wandering mind will be seen as the Mahamudra. In the state of Great Bliss all dualistic features become auto-liberated.
Like awakening from a dream, pleasure and pain then seem to have had no reality whatsoever.
So, abandon hope and fear. Let go of trying to accomplish something or exhibiting anything. Since all the phenomena of both Samsara and Nirvana are devoid of “self-nature,” any clinging to hopeful or doubtful thoughts is simply meaningless. What is the point of striving to accept or reject anything?
Even visible form and sound vibration are like a magical illusion, a hologram or a reflection in a mirror — they possess no substantiality.

That which realizes this, the magician, is the sky-like mind itself. This one true nature is without centre or circumference, nor is there anyone separate therefrom who can comprehend this. Just as all the great rivers, the Ganga, etc., equally flow into the one Great Ocean, so mind and mental content have only one taste in the Dharmadhatu.”

Story of SARAHA.
Wisdom of a Dakini.
One day Saraha asked his wife for some radish curry. She prepared the dish, but in the meantime Saraha entered a deep meditation from which he did not emerge for twelve years. He then immediately asked for his radish curry. His wife was astonished, “You have been in meditation for twelve years; now it is summer and there are no radishes.”
Saraha then decided to go to the mountains for more meditation.
“Physical isolation is not a real solitude,” replied his wife.
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Kyabje Khenchen Jigme Phuntsok: My Heart’s Advice

Khenchen Jigme Phuntsok

Khenchen Jigme Phuntsok

The Heart Essence: My Heart’s Advice

by Kyabje Khenchen Jigme Phuntsok

  1. May the youthful sun of speech, Mañjuśrī, in his enlightened form,
    With its signs and marks, embodying the secret body, speech and mind
    Of all the infinite buddhas and their bodhisattva heirs,
    Turn your minds towards the path to perfect awakening!

  2. There are countless Dharma teachings, profound and extensive,
    Suited to the mental capacities and inclinations of limitless beings, Continue reading »

Shabkar Tsok Druk Rangdrol: Compassion

Zhabkar Tsokdruk Rangdrol

Zhabkar Tsokdruk Rangdrol

Shabkar Tsok Druk Rangdrol (1781-1851)

If someone has compassion, he is a Buddha;
Without compassion, he is a Lord of Death.

With compassion, the root of Dharma is planted,
Without compassion, the root of Dharma is rotten.

One with compassion is kind even when angry,
One without compassion will kill even as he smiles.

For one with compassion, even his enemies will turn into friends,
Without compassion, even his friends turn into enemies. Continue reading »

Rongtön Sheja Künrig: The Three Conceptions

Rongtön Sheja Künrig: When we are meditating on emptiness, if we consider that this meditation has any real characteristics, that will only serve to entangle us.

Rongtön Sheja Künrig: When we are meditating on emptiness, if we consider that this meditation has any real characteristics, that will only serve to entangle us.

How to Meditate on the Three Gateways to Liberation According to the Mahāyāna by Rongtön Sheja Künrig

Homage to the guru and the supreme deity!

Your wisdom is perfectly clear like the sphere of the sun,
And in your compassion, you care for all limitless beings,
Your enlightened actions continuing until the ends of time—
Supreme sage, in devotion I bow down before you!

Ācārya Haribhadra, in explaining the practice of meditating upon the three gateways to liberation, explains how the three gateways can be related to meditation upon the sixteen aspects of the four noble truths, beginning with impermanence. Here, when we explain the three gateways, i.e., emptiness, absence of characteristics and wishlessness, according to the tenets of the Mahāyāna, emptiness is applied to the basis, signlessness is applied to the path, and wishlessness is applied to the result.

Firstly we must explain the three conceptions which block these gateways to liberation:

Credi alla rinascita?

L´idea della rinascita spiegava anche perché le cose avvenute nella mia vita erano successe.

L´idea della rinascita spiega anche perché le cose avvenute nella mia vita erano successe.

Credi alla rinascita?

Singapore, 10 agosto del 1988. Estratto rivisto da Berzin, Alexander e Chodron, Thubten. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999.

Domanda: Credi alla rinascita?

Risposta: Si, ci credo. Tuttavia, c’è voluto molto tempo per me prima d’arrivare a questo punto. Non si crede alla rinascita subito. In alcune aree del mondo, per esempio in molte parti dell’Asia, credere alla rinascita fa parte della cultura: le persone ne hanno sentito parlare fin dalla loro infanzia e per questo ci credono automaticamente. Per chi proviene da culture occidentali, invece, può sembrare strano credere alla rinascita. Normalmente, non ci si convince di colpo della sua esistenza: non è che tutto d´un tratto appaiono arcobaleni e musica… e poi gridiamo “Alleluia! Ora credo!” Di solito le cose non avvengono così.

La maggior parte delle persone ha bisogno di molto tempo per abituarsi all´idea della rinascita. Continue reading »

Le paramita o perfezioni

LE SEI PARAMITA o PERFEZIONI

Dopo aver sviluppato il bodhicitta, si deve cominciare a seguire la pratica delle “paramita” (perfezioni o virtù trascendenti): generosità, moralità, pazienza, impegno entusiastico, meditazione, saggezza discriminativa.

Delle 6 paramita, le prime 5 costituiscono il “metodo” (mezzi salutari o azione appropriata), mentre la sesta è la “saggezza discriminante” : la pratica di quelle comporta l’“accumulazione di meriti”, mentre questa comporta l’”accumulazione di saggezza (consapevolezza)”. Le due accumulazioni sono le cause per ottenere – finchè si sta nel samsara – un corpo umano pienamente qualificato, nonché per raggiungere rispettivamente il Rupakaya e il Dharmakaya : esse sono quindi i mezzi per maturare la mente e diventare un Buddha. Gli occhi sono la saggezza, i piedi sono le altre 5 paramita, che devono andare – per così dire – di pari passo, se si vuole arrivare al nirvana: sono indispensabili entrambe come le due ali ad un uccello per poter volare. La pratica delle paramita – purché sia ispirata dal bodhicitta – è la via percorsa da tutti coloro che seguono i sutra ed un preliminare per chi intende poi dedicarsi al tantra. Il bodhisattva le coltiva così lungo i 5 Sentieri, soprattutto a partire da quello della Visione Interiore.

Oltre alle 6 paramita vi sono 4 “perfezioni supplementari o realizzazioni supreme”, che sono aspetti della 6° paramita – per cui si parla anche di 10 paramita in totale.

1) generosità (dana). Consiste nel donare senza attaccamento o desiderio di remunerazione, ma solo per il benessere degli altri. Si distingue in:

a) offerte fatte, con fede e rispetto, ai Tre Gioielli: cose reali (come incenso, musica, ecc.) e mentali (ad es., offrendo mentalmente cose che esistono in realtà, ma di cui non abbiamo la disponibilità: il mare, una bellissima aurora, ecc. oppure visualizzando ricchezze, belle forme, suoni gradevoli, ecc.). I Tre Gioielli non hanno ovviamente bisogno di queste offerte, che in realtà servono solo a noi per eliminare il nostro attaccamento.

b) doni fatti con compassione a chi si trova nel samsara:

doni materiali: ad es., dare cibo ad un affamato;

dono della protezione: ad es., proteggere una persona dal pericolo di un incendio;

dono dell’amore: ad es., confortare chi è infelice;

dono del Dharma: ad es., insegnare il Dharma verbalmente.

Nel dare, dobbiamo considerare ciò che serve veramente al destinatario e non ciò che piace a noi; inoltre, si deve dare nell’ambito della nostra effettiva disponibilità e non sulla scia dell’emotività, che ci potrebbe poi procurare rimpianti o ripensamenti.

2) etica (sila). Il comportamento corretto consiste nell’abbandonare i “10 atti negativi” (uccidere, ecc.) e nel compiere i “10 atti virtuosi”.

Vi sono 3 tipi di moralità, che consistono nel controllare il proprio comportamento:

  1. mantenendo i propri voti, nonché gli impegni presi nelle iniziazioni;

  2. aiutando gli esseri senzienti (ad es., mostrando loro gli effetti negativi delle azioni non-virtuose) ;

  3. avendo il bodhicitta come unico movente in tutte le nostre azioni.

Inoltre il nostro comportamento dev’essere di buone maniere: stare composti, non parlare con durezza o in modo sboccato, non desiderare ardentemente guadagni e onori, ecc.

I semi delle azioni negative che non sono ancora maturati in sofferenza possono esser distrutti col pentimento, che consiste:

a) nel sentire che quella data azione è sbagliata, cioè provare un’angoscia di

coscienza oppure il risveglio di una migliore comprensione;

b) nell’ammettere a noi stessi l’errore che abbiamo fatto;

c) nel rivolgerci al Buddha e pentirci profondamente;

d) nel promettere di non farlo più (come chi si è ammalato per aver ingerito del veleno, si ripromette di non prenderlo più).

Per le nuove colpe commesse ci si deve pentire subito, in meno di un’ora (considerando anche che la morte può arrivare in ogni momento).

3) pazienza kshanti. Questa virtù consiste nella capacità di sopportare e tollerare (senza reagire con collera o vendicarsi):

A) gli atteggiamenti sgradevoli o cattivi delle altre persone, pensando che:

a] se qualcuno è negativo con noi, significa che non sa essere migliore di così perchè è accecato dai suoi klesha (difetti mentali), non può controllare se stesso e sta soffrendo lui stesso;

b] quando tali suoi atti negativi matureranno, dovrà soffrirne molto e quindi col suo comportamento attuale sta costruendo qualcosa di cattivo per se stesso ; il che ci deve far sorgere una grande compassione per lui;

c] d’altronde, quel suo comportamento negativo verso di noi sta rimuovendo un po’ del nostro cattivo karma (è come il gusto cattivo di una medicina, che ci farà bene in seguito);

d] inoltre, quella persona che ora ci fa del male può essere stata nostra madre o padre o fratello o amico o maestro nelle vite precedenti, nelle quali siamo stati da essa amati e aiutati (amore e aiuto certamente superiori al male che ci fa oggi);

e] il male che ora stiamo soffrendo fu causato karmicamente da un’azione simile da noi commessa in precedenza; perciò, poiché è colpa nostra, sarebbe ingiusto rendere la pariglia;

B) le difficoltà che si incontrano nell’accettare il dolore e le contrarietà fisiche e mentali (ad es., nell’assumersi le sofferenze derivanti dal salvare la vita ad una persona);

C) la fatica derivante dallo sforzo di capire il Dharma il più profondamente possibile, di compiere pratiche come le 100.000 prostrazioni o nel sedere a lungo nella posizione del loto mentre si medita.

4) vigore o perseveranza entusiastica.

E’ l’impegno entusiastico (l’opposto dell’apatia, dello scoraggiamento, della pigrizia e della procrastinazione), che consiste in una grande diligenza nel comprendere ed attuare il Dharma: diligenza gioiosa, e non vista come un dovere pesante. Quindi significa:

innanzitutto, usare energia e zelo nel rivolgersi al Dharma, compiendo azioni e pratiche positive (anziché perdere tempo in banali attività mondane);

non stancarsi della pratica spirituale o non cadere nell’indifferenza che ce la fa rimandare di giorno in giorno;

continuare con entusiasmo ad agire in modo positivo (ad es., praticando le

paramita): da un lato, senza la presunzione di ritenersi soddisfatti delle esigue azioni virtuose che abbiamo finora compiuto; e dall’altro, con l’ottimistica convinzione della nostra capacità innata d’ottenere dei risultati positivi.

5) concentrazione meditativa (dhyana).

La “perfezione della concentrazione meditativa” è lo stato in cui la mente è mantenuta ferma sui pensieri positivi (senza distrazione nè torpore) ed è in grado di controllare – come un potente governante – l’attività mentale stessa e il sorgere dei difetti mentali (klesha).

Tale paramita si ottiene quando si sono realizzati i dhyana tanto del Rupadhatu che dell’Arupadhatu.

Entrando nei dettagli, vi sono 3 tipi di concentrazione meditativa:

a) un modo di meditare in cui si ha l’intenzione di voler provare esperienze di piacere, chiarezza ed assenza di pensieri;

b) un modo di meditare in cui si è superato l’attaccamento a quelle esperienze e si resta attaccati al concetto di vacuità come antidoto;

c) un modo di meditare in cui si è superato anche l’attaccamento al concetto di vacuità e ci si trova nella condizione priva di pensiero discorsivo nella quale si coglie la vacuità in maniera diretta, immediata, intuitiva e spontanea.

Come allenamento secondario alla “perfezione della concentrazione meditativa” è necessario meditare su:

l’uguaglianza fra sé e gli altri, perché tutti quanti desideriamo la felicità e non vogliamo la sofferenza;

lo scambio di sé con gli altri, offrendo a questi la nostra felicità ed accogliendo in noi tutte le loro sofferenze;

l’aver cari gli altri più di noi stessi, augurandoci che la loro sofferenza ricada su di noi e che essi possano esser felici prendendo la nostra felicità.

6) saggezza discriminante (prajña). Si tratta della consapevolezza discriminante o intelligenza discriminativa, che deve ispirare il compimento di tutte le paramita precedenti.

Essa consiste nella consapevolezza dell’essenza, delle differenze, delle caratteristiche (particolari e generali) di ogni oggetto di percezione: ossia, è la facoltà dell’intelligenza presente nel continuum mentale di tutti gli esseri senzienti che permette di esaminare gli oggetti e di formulare giudizi e decisioni. Continue reading »

Dodrupchen Jigme Tenpé Nyima: Tre modi per portare la malattia sul sentiero

Dodrupchen Jigme Tenpé Nyima

Dodrupchen Jigme Tenpé Nyima: Tre modi per portare la malattia sul sentiero

Ci sono tre modi per portare la malattia sul sentiero: il migliore, l’intermedio e l’inferiore.

Il modo migliore è semplicemente lasciare qualsiasi dolore intenso che accompagna la malattia così com’è, senza cercare di porvi rimedio, e, stabilendosi in essa in modo rilassato, lasciare che l’essenza del dolore sorga come esperienza del vuoto al di là dell’elaborazione concettuale.

Il modo intermedio è quello di considerare che le sofferenze e le influenze dannose (dön) che affliggono gli esseri senzienti sono tutti inclusi nel dolore intenso che accompagna la vostra malattia. Poi, portando questo dolore sul sentiero ed eliminandolo insieme alle afflizioni mentali, può diventare un supporto per la pratica virtuosa.

Il modo inferiore è quello di riconoscere la malattia come risultato di azioni negative passate. Senza utilizzare alcun metodo per alleviarlo, non reagite con avversione, ma capite che sorge attraverso la compassione dei Tre Gioielli, e, in questo modo, si purificheranno le azioni dannose e le oscurazioni. https://saggezzabuddhista.wordpress.com/2018/08/06/tre-modi-per-portare-la-malattia-sul-sentiero/

Ngorchen Kunga Zangpo: La fonte della felicità degli esseri

Ngorchen Kunga Zangpo 1382 – 1456

Ngorchen Kunga Zangpo: La fonte della felicità degli esseri

Possa l’unica fonte di felicità tra gli esseri,
i preziosi insegnamenti del Conquistatore Onnisciente,
non decadere mai in nessun luogo o in nessun momento,
ma fiorire e diffondersi ai confini più remoti del mondo!

Possano coloro che possiedono saggezza e amore sconfinati,
chi ama gli insegnamenti del Conquistatore come la propria vita,
i guru e le guide spirituali che sono senza eguali,
godersi un lungo periodo di vita!

Possano coloro che rivelano agli esseri il nobile sentiero della virtù,
e chi si dedica all’insegnamento e alla pratica,
il saṅgha dei praticanti del Dharma, costantemente resistere,
e possa la loro attività estendersi in ogni direzione!

Possano le persone non avere paura della malattia, dell’invecchiamento e della morte
e mantenere solo le opinioni corrette sul mondo,
possano avere menti piene di amorevole gentilezza per gli altri,
in modo che la loro gioia si possa espandere e non conoscere limiti!

Possano le città e i paesi essere ovunque meravigliosamente ornati
con bandiere bianche di preghiera che svolazzano nella brezza delicata;
e possano tutti i loro abitanti essere prosperosi,
finemente vestiti e adornati con gioielli.

Come nuvole che lampeggiano con folgori che abbelliscono il cielo,
e pavoni che illuminano la terra con la loro danza gioiosa,
possano fiumi di pioggia dolce scendere continuamente,
per accrescere la gioia degli esseri viventi!
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Lama Zopa Rinpoche: The Basis of the Dissatisfied Mind.

Lama Zopa Rinpoche: The Basis of the Dissatisfied Mind.

One of the fundamental problems in our life is the concept of permanence, apprehending phenomena—which are in the nature of impermanence—as permanent.

We ourselves, our own life, our body, enemy, friend and stranger, the sense objects and so forth—all these things are in the nature of perishing, in the nature of changing within every second and can be stopped at any time. Continue reading »

Machik Labdrön’s Prayer to All Lineages

Machig Labdron: Bless me to develop the ability to experience the single flavor

Machik Labdrön’s Prayer to All Lineages

I supplicate the father lineage of method.

I supplicate the mother lineage of wisdom.

I supplicate the non-dual lineage of meaning.

I supplicate the lineage of fortunate ones with experience.

I supplicate the Chöd lineage of siddhas.

I supplicate the symbolic lineage of the dakinis.

I supplicate the lineage of powerful dharma protectors.

Bless me so that I may develop disgust

For deluded appearances and worldly activities.

Bless me so that I may stop cherishing

This illusory body of the four elements. Continue reading »

Lama Yeshe: Karma and Emptiness

Lama Yesce: The ego’s misconceptions about reality keep us in bondage.

Lama Yesce: The ego’s misconceptions about reality keep us in bondage.

Lama Thubten Yeshe: Karma and Emptiness

You are all interested in Dharma and meditation. But what is Dharma, and how do we meditate? Basically, Dharma is anything that causes our delusions, our disturbing thoughts, to subside; it is anything that brings us peace of mind and liberation from confusion and suffering.

Buddhadharma teaches methods to purify the mind of negativities and to develop our human potential to the fullest. Some of these methods, such as not harming others, generating compassion, and practicing generosity, are shared by other philosophical and religious traditions. Other methods are uniquely Buddhist. Two of these, karma and emptiness, are the heart of Dharma. Karma is the law of cause and effect, and emptiness is the ultimate nature of reality, devoid of all misconceptions.

Let us begin with karma. Every single action performed by body, speech, or mind eventually produces a specific reaction. For example, an unwholesome attitude will definitely culminate in problems and suffering, while a wholesome, clean, clear mind always brings happiness. Continue reading »

Meditazione di Autoguarigione

meicine-buddhaMeditazione di Autoguarigione

Cerchiamo d’assumere una buona posizione, anzi una corretta posizione, la postura corretta di meditazione: osserviamo il nostro corpo dal di dentro. Troviamone i punti di tensione: e lasciamoci andare.

Partiamo dal capo. Rilassiamo i muscoli del viso, iniziando dalla fronte, rilassiamo le nostre mandibole, rilassiamo le labbra, posiamo dolcemente la lingua sulla volta del palato, rilassiamo le braccia, lasciamole leggermente discoste: la mia mente mi osserva.

Rilassiamo il collo, le spalle, scendiamo lungo gli arti superiori fino alla punta delle dita.

Procediamo nello stesso modo rispetto all’addome, al torace, ai glutei, alle gambe fino alla punta delle dita dei piedi: il mio corpo lentamente e progressivamente si rilassa, fino a sentirsi sprofondare nel cuscino. Continue reading »

Milarepa: Abituato

Milarepa: Abituato a lungo a contemplare l’amore e la compassione,
Ho dimenticato ogni differenza tra me e gli altri.

Abituato a lungo a meditare sulle segrete verità sussurrate,

Ho dimenticato tutto quello che si dice nei libri scritti o stampati.

Abituato, come sono stato, allo studio della Verità eterna,

Ho perso ogni conoscenza dell’ignoranza.

Abituato, come sono stato, a contemplare sia il Nirvana che il Samsara

vieni inerenti a me stesso,

Ho dimenticato di pensare alla speranza e alla paura.

Abituato, come sono stato, a meditare su questa vita e sulla prossima come una,

Ho dimenticato il terrore della nascita e della morte.

Abituato a lungo a studiare, da solo, le mie esperienze,

Ho dimenticato la necessità di cercare le opinioni di amici e fratelli.

Abituato a lungo ad applicare ogni nuova esperienza alla mia crescita spirituale,

Ho dimenticato tutti i credo e i dogmi. Continue reading »

H. H. Gyalwang Drukpa, Jigme Pema Wangchen: Be Grateful

His Holiness Gyalwang Drukpa: We can even be inspired by our fears because breaking through them is often the biggest catalyst for transformation.

His Holiness Gyalwang Drukpa, Jigme Pema Wangchen: Be Grateful

While we are busy complaining and looking for reasons to dislike or be angry with our circumstances and the people around us, we still expect ourselves to be happy. But if our minds are only looking for problems, how can we be? If gratitude and appreciation are lacking in our lives, we will miss the path to happiness.

What is going well in your life?

People often tend to focus on what is going wrong in their lives, rather than giving themselves a chance to dwell on what’s going well. It is true that we can learn very helpful lessons from things that happen which we would describe as mistakes. And learning such lessons allows us to develop our skills, our compassion and the ability to see things from alternative points of view. However, sometimes I think we forget there are great lessons to be had from the parts of life that fill us with joy. Simply the act of shining a light on those good feelings encourages them to grow and infuse the rest of our life, or at least the rest of our day. Continue reading »

Namkhai Norbu: Cosa desidero di più?

Namkhai Norbu: Il mio desiderio più grande? Vorrei che i miei studenti si rendano conto e facessero quello che ho fatto io per il bene di tutti gli esseri senzienti. Questo è il mio desiderio più grande.

D: Come fai a riconoscere che i tuoi studenti hanno imparato bene il tuo insegnamento? Quali qualità dovrebbero manifestare?

Namkhai Norbu: Quando gli studenti comprendono la conoscenza di Dzogchen, non hanno molte tensioni, non hanno molti problemi di samsara; possono capire come sia la condizione del samsara e come sia la vera condizione che siano più rilassati e più presenti, non sempre condizionati da tensioni ed emozioni.

D: Potresti consigliarmi tre principi Dharma che sono i più importanti per coltivare la mente nella vita quotidiana?

Namkhai Norbu: Ad esempio, c’è il principio del Dharma nel Mahayana Sutra che dice che dovremmo controllare che tipo di intenzione abbiamo e coltivare sempre buone intenzioni e se c’è la possibilità di beneficiare degli altri dovremmo sempre essere pronti a farlo. Questo è quello di cui abbiamo bisogno.

D: Quali sono, secondo te, i principi fondamentali dell’etica buddista?

Namkhai Norbu: Dipende se sei seguace dell’insegnamento allora devi essere presente, è la cosa più importante nell’insegnamento. Se sei presente, stai facendo tutto con consapevolezza e lavorando con le circostanze, aiutando gli altri, rispettando gli altri, ecc.

D: Credete che diverse tradizioni buddiste (Theravada, Zen, Vajrayana) o anche altri insegnamenti spirituali (cristianesimo, Yoga, sciamanesimo, ebraismo, Islam, ecc. ) hanno lo stesso obiettivo e risultato spirituale?

Namkhai Norbu: sono praticante di Dzogchen, conosco tutti quei percorsi buddisti, le loro condizioni e la loro essenza. Unifichiamo le essenze di tutti i percorsi e poi le applichiamo. Certo, li rispettiamo, ma questo non vuol dire che io creda che io debba fare tutto quello che fanno loro. Non da quella parte. Quando abbiamo una conoscenza fondamentale dell’insegnamento di Dzogchen, possiamo integrare tutto, anche cristiano o qualche altra tradizione. Non necessariamente deve essere la tradizione buddista. Tutti gli insegnamenti vanno più o meno nella stessa direzione ma in un modo molto diverso. Questo è ciò che credo.

D: Cosa desideri di più?

Namkhai Norbu: Il desiderio più grande per me? Ora che ho tutta la responsabilità dei miei studenti, [vorrei] facessero tutto in modo perfetto, che si rendano conto e facessero quello che ho fatto io per il bene di tutti gli esseri senzienti. Questo è il mio desiderio più grande.

D: Sei a volte arrabbiato o triste? Come lo affronti?

Namkhai Norbu: Certo. Vedete, la rabbia è una delle emozioni che posso provare, ogni tipo di emozioni, perché sono ancora “in carne ed ossa” ho un corpo fisico normale, bevo tè e mangio cibo quindi, ovviamente, se qualcuno mi fa arrabbiare, posso arrabbiarmi. Ma non è che io sia sempre arrabbiato e penso: “Questa è una brutta cosa, questa è una brutta persona”. Perché sono praticante, vado con la mia presenza. Integro il più possibile la mia presenza in presenza istantanea, sapendo come è la nostra vera natura. Questo è il principio dell’insegnamento di Dzogchen.

Melong 155

Sakya Paṇḍita: Istruzioni per il momento della morte

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Si deve abbandonare ogni attaccamento.

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte

Si renda omaggio a Manjusri, lama e protettore.

Primo, si prende rifugio nei tre gioielli.
Poi si deve coltivare il bodhicitta.
E meditare Amitabha, colui il quale mi sta dinanzi.
A lui si rende omaggio e si facciano offerte.
PRELUDIO

Si deve avere la certezza che le opere negative sono state purificate,
Si deve abbandonare ogni attacco.
E con una mente che non teme la morte
Si metterà in pratica Amitabha Samadhi.
PRATICA PRINCIPALE

Poi dissolvi Amitabha nel tuo corpo e
Visualizza te stesso come la sua essenza.
La virtù dedicala a tutti gli esseri senzienti.
Più volte bisogna esercitarsi in tutto questo.
LA CONCLUSIONE

Non sorgeranno allora malattie e spiriti cattivi e
Quando sarà il tempo della morte non vi saranno sofferenze.
Nel bardo, Shakyamuni si prenderà cura di te
E nella vita futura otterrai la liberazione.
BENEFICO.

Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte redatte in poche parole dal glorioso Sakya Pandita, secondo quanto insegnato dal venerabile Sakya lama e dai suoi figli.

(Tratto dal sito https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/sakya-pandita/wondrous-instruction-moment-of-death che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Parafrasi di Consigli di un anziano saggio

Parafrasi di Consigli di un anziano saggio

(Nyams-myong rgan-po’i ‘bel-gtam yid-‘byung dmar-khrid) Ghesce Ngawang Dhargyey. Tratto da appunti presi da Alexander Berzin. Dalla traduzione orale di Sherpa Rinpoche. Dharamsala, India, 5 – 12 Settembre 1975. Traduzione in italiano a cura di Claudio Li Calzi. [La parafrasi del testo è in nero. I commenti di Ghesce Dhargyey sono in viola tra parentesi quadre.]

[Questi insegnamenti sulla sofferenza provengono dal testo Consigli di un anziano saggio composto dal prezioso maestro Gungtang Rinpoche (Gung-thang-bzang dKon-mchog bstan-pa’i sgron-me) (1762-1823). Composto nella forma di parabole, il testo scorre come una storia in versi, basata sulle scritture. Il punto principale di quest’insegnamento è di aiutarci a sviluppare uno spirito di rinuncia e determinazione a essere liberi, e in generale a preparare il terreno per lo sviluppo della bodhicitta per ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti.]

Omaggio all’incorrotto Buddha che ha abbandonato i semi dell’incontrollabile rinascita ricorrente causati dalla forza del karma e delle emozioni disturbanti e che, di conseguenza, non prova più le sofferenze della vecchiaia, della malattia e della morte. Continue reading »

Karma e rinascita

bhudDomande fondamentali sul karma e sulla rinascita

Singapore, 10 Agosto 1988. Estratto rivisto di: Berzin, Alexander e Chodron, Thubten. Glimpse of Reality. Singapore, Centro buddhista Amitabha, 1999.

Domanda: La teoria del karma è empirica e scientifica, oppure è accettata per fede?

Risposta: Per vari motivi, l’idea del karma è ragionevole, ma a volte il significato del “karma” viene frainteso. Continue reading »

Il fascino del Buddhismo nel mondo moderno

Buddha

Buddha

Il fascino del Buddhismo nel mondo moderno

Singapore, 10 Agosto 1988. Estratto riveduto da Berzin, Alexander e Chodron, Thubten. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999. Traduzione italiana a cura di Julian Piras.

Domanda: Quest´anno hai intrapreso un tour di conferenze che ti ha condotto in ventisei paesi. Raccontaci le tue osservazioni su come il Buddhismo si sta diffondendo in posti nuovi.

Risposta: Oggigiorno, il Buddhismo si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo. Ci sono centri buddhisti in tanti paesi europei, nell´America del Nord, nell´America del Sud, in Africa del Sud, in Australasia, e così via. In Europa, non ci sono buddhisti soltanto nell´occidente capitalista, ma anche nei paesi socialisti dell´est. Per esempio, in Polonia ci sono circa cinquemila buddhisti attivi. Continue reading »

Lama Denys Rinpoche: Lo Specchio.

Lama Denys Rinpoche, Centro Namdeling, Napoli 17-19.11.17

Insegnamenti di Mindfulness sulla base del testo di Chogyam Namkhai Norbu “Lo Specchio. Un consiglio sulla piena presenza e consapevolezza”.

Sono impressionato dal fatto che i napoletani si sono dimostrati molto più puntuali degli svizzeri. Siamo qui per celebrare il 10° anniversario del Namdeling, la Comunità Dzogchen di Napoli, e vorrei definire quest’incontro come inter Sangha, tra la comunità Dzochen e Rimè. Ci sono praticanti, ed è molto bello, da diverse origini che si trovano insieme per fare questo tipo di pratica. Continue reading »

Changkya Rölpai Dorjé: Recognizing My Mother, An Experiential Song on the View

Changkya Hutuktu Rolpai Dorje (1717-1786)

Changkya Rölpai Dorjé: Recognizing My Mother, An Experiential Song on the View

E ma ho!

1. You who reveals bare the wonder
of profound dependent arising nature,
O my guru, your kindness is boundless indeed. Kindly reside in my heart
as I utter these spontaneous words
from thoughts flickering through my mind.

2. This lunatic child,
who lost his old mother long ago, is about to realize by chance what he has not recognized:
She has been with him all along!

3. She is perhaps that “is” and “is not”
quietly spoken by my brother dependent arising.
This diverse subject-object world is my mother’s gentle smile;

this cycle of birth and death her deceptive words.

4. My undeceiving mother, you have betrayed me!
While I hope to be saved by my brother dependent arising, it is ultimately in your kindness alone, O mother,
that my hopes for freedom lie.

5. If the duality of subjects and objects is as it seems to be, then not even the buddhas of the three times can save us. But this ever-shifting spectacle is in truth
my changeless mother’s expressions.
Hence there is indeed a way out.
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Gyalsé Tokmé Zangpo: Come trasformare la malattia e altre circostanze

Gyalsé Tokmé Zangpo: Qualunque cosa accada, coltiviamo sempre la gioia!

Gyalsé Tokmé Zangpo: Come trasformare la malattia e altre circostanze

Namo guru!

Questo mucchio illusorio di un corpo che, come gli altri, io posseggo:
Se si ammala, così sia! In malattia mi rallegrerò!
Perché esaurirà il mio karma negativo dal passato.
E, dopo tutto, molte forme di pratica del Dharma,
sono per la purificazione delle due oscurazioni.

Se sono sano, così sia! In libertà dalla malattia mi rallegrerò!
Quando il corpo e la mente stanno bene e a proprio agio,
la pratica virtuosa può svilupparsi e guadagnare forza.
E, dopo tutto, il modo di dare significato a questa vita umana
è quello di dedicare alla virtù il corpo, la parola e la mente.

Se mi trovo di fronte alla povertà, così sia! Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Meditazione di base per tutte le occasioni

Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh: Meditazione di base per tutte le occasioni

1. Inspirando, so che sto espirando, espirando, so che sto espirando. Inspiro, espiro.

2. Inspirando il mio respiro si fa profondo, espirando il mio respiro si fa lento. Profondo, lento.

3. Inspirando, calmo il mio corpo, espirando metto il corpo a suo agio. Calma, agio.

4. Inspirando sorrido, espirando lascio andare tutte le tensioni. Sorrido, lascio andare

5. Inspirando, dimoro nel momento presente, espirando so che è un momento meraviglioso. Momento presente, momento meraviglioso.

Sequenza da imparare a memoria:

1. Inspiro, espiro

2. Profondo, lento

3. Calma, agio

4. Sorrido, lascio andare

5. Momento presente, momento meraviglioso

https://zeninthecity.org/wp-content/uploads/2013/08/meditazione_di_base_tnh.pdf

Śākyaśrībhadra: An Instruction on Pure View and Conduct

Śākyaśrībhadra

Śākyaśrībhadra

An Instruction on Pure View and Conduct by Śākyaśrībhadra

In the language of India: Viśuddhadarśanacarya upadeśa nāma
In the language of Tibet:
lta spyod rnam dag gi man ngag

Homage to the Lord Lion of the Śākyas!

As in a dream, the outer world is not,
As in an illusion, there’s no true reality,
Like space, without characteristics,
All phenomena, by nature, are clear light.
Beyond going, coming or remaining,
bodhicitta, Continue reading »

Il Rifugio: una direzione sicura e significativa nella vita

Il Rifugio: una direzione sicura e significativa nella vita

Dr. Alexander Berzin

Prendere rifugio è il fondamento di tutti gli insegnamenti e le pratiche buddhiste. È chiamato “la via d’accesso al sentiero buddhista”. Quando capiamo che prendere rifugio significa lavorare su noi stessi, allora è chiaro che si tratta di un processo in cui attivamente diamo una direzione sicura e significativa alla nostra vita. Lavoriamo su noi stessi mettendo in pratica i metodi che ci sono stati insegnati dal Buddha per liberarci dalla confusione, dalle emozioni disturbanti e dai comportamenti compulsivi nonché per sviluppare tutte le qualità positive. Questo è tutto ciò che i Buddha hanno fatto, ciò che maestri altamente realizzati stanno facendo e ciò che noi possiamo provare a fare seguendo le loro orme. Continue reading »

Le Quattro Nobili Verità: una sintesi

Alexander Berzin. Le Quattro Nobili Verità: una sintesi

Nel corso della vita tutti noi affrontiamo problemi e infelicità; e nel corso della storia sono stati proposti metodi differenti per combattere la sofferenza. Nel mondo di oggi, internet offre un accesso immediato a un gran numero di filosofie, e in questo articolo esamineremo l’originale approccio adottato dal Buddha, più di 2500 anni fa, sui motivi per cui soffriamo e come possiamo trovare la pace e la felicità nelle nostre vite.

Introduzione

Quando ci avviciniamo per la prima volta al Buddhismo, è bene esaminare le Quattro Nobili Verità. È appropriato anche perché quando il Buddha iniziò ad insegnare, cominciò proprio in questo modo. Ai tempi del Buddha, c’erano già numerosi sistemi religiosi e filosofici, e oggi ci troviamo di fronte a una gamma ancora più ampia di insegnamenti spirituali. Pertanto, quando parliamo del Buddhismo, è importante cercare di identificare le caratteristiche originali dell’approccio buddhista.

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Ven. Ghesce Dorje Wanciuk: I Tre Aspetti Principali del Sentiero

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk

Insegnamenti del Ven. Ghesce Dorje Wanciuk al Centro buddhista Rimé Cenresig di Robbiate il 1 novembre 2014 sul testo: “ I Tre Aspetti Principali del Sentiero” di Lama Tzong Khapa. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Dorje WanciukGeneriamo la motivazione per la liberazione dalla sofferenza, non solo personale, ma per tutti gli esseri senzienti e, prima ancora, perché raggiungano la conoscenza profonda, quella che li porta a vedere la vera realtà. L’offerta del mandala dell’universo, che faremo tra poco, con le offerte interne ed esterne, è generata per aprirsi e richiedere gli insegnamenti, per diventare idonei ricettacoli per ricevere ed applicare queste istruzioni per la crescita spirituale. Continue reading »

Ven. Geshe Yeshe Tobden: Introduction to Atisha’s Jewel Mala

Geshe Yeshe Tobden: In order to develop a determination within our mind, we have to first see the qualities of such methods and means.

Ven. Geshe Yeshe Tobden: Introduction to the Commentary on Atisha’s Jewel Mala

Presented November 12, 1997, at the DFF Center. The great teacher Geshe Yeshe Tobden passed away in July 1999 in Dharamsala, India. Geshe Yeshe Tobden gave a commentary on Atisha’s Jewel Mala, at DFF in November of 1997. Venerable Chodron recommends that students recite the King of Prayers and pray for Geshe Yeshe Tobden to again manifest to guide us on the path to enlightenment. Transcribed from tapes by Julie Rae.

see text here https://www.sangye.it/altro/?p=1615

Ven. Geshe Yeshe Tobden

I’m very honored and glad to be at your center and to have the opportunity to speak on whatever I know of the Buddha’s teachings. I also thank you for coming tonight. Continue reading »

Gli 11 fattori mentali positivi

Moralità e coscienziosità sono strettamente connesse, infatti, quanto più si è coscienziosi più il nostro comportamento risulterà etico.

Moralità e coscienziosità sono strettamente connesse, infatti, quanto più si è coscienziosi più il nostro comportamento risulterà etico.

Gli Undici Fattori Virtuosi o positivi (Kushula) sono:

1)  Fede   (shraddha)
2) Vergogna  (hri)

3) Imbarazzo ( apartrapya)

4) Distacco   (alobha)

5) Non-avversione (advesha)

6) Non-confusione (amoha)

7) Sforzo gioioso (virya)

8) Docilità   (prasrabdhi)

9) Coscienziosità (apramada)

10) Equanimità (upeksha)

11) Non-nocività (avihimsa)

FEDE. È un fattore mentale virtuoso che possiede convincimento, chiarezza e desiderio di ottenere risultati veramente dotati di valore. È la base per l’aspirazione. Ci sono tre tipi di fede: di chiarezza, di convinzione, che induce a conseguire il risultato o che è un desiderio ad ottenere.

La fede di chiarezza si ha con la comprensione delle perfette qualità dei tre gioielli oggetto di rifugio, che porta ad una purificazione fonte di chiarezza fiduciosa.

Maturiamo la fede di convinzione comprendendo che occorre abbandonare la sofferenza e la sua origine (gli oggetti d’abbandonare) e che occorre praticare la cessazione della sofferenza ed il metodo per conseguirla (gli oggetti da praticare).

La fede del conseguimento (definita anche “come desiderio a ottenere) si basa sullo studio ed il ragionamento, ed è tesa ad ottenere, ad es. il definitivo abbandono della sofferenza.

La fede non è l’apprezzamento, pur potendo apprezzare il darma, possiamo non avere fede, ma possiamo maturare fede perché convinti dell’esistenza della sofferenza ma non apprezzare il dharma. Generiamo sia fede che apprezzamento quando pensiamo al nostro maestro od alla legge di causa ed effetto. Con la fede maturiamo l’aspirazione, da cui nasce la perseveranza, perciò l’essere intelligente è connesso alla fede. Essa è come la madre che rimane accanto ai figli proteggendoli. Maturando fede si acquisisce tranquillità e gioia. Continue reading »

Atiśa: The Bodhisattva’s Garland of Jewels

Atiśa Dīpaṃkara

The Bodhisattva’s Garland of Jewels
by Atiśa Dīpaṃkara

In the language of India: Bodhisattvamaṇyāvalī
In the language of Tibet: 
changchub sempé norbü trengwa
In the English language: 
The Bodhisattva’s Garland of Jewels

Homage to great compassion!
Homage to the deities who inspire faith and devotion!
Homage to the masters!

Be done with doubt and indecision,
And embrace your practice with all your heart.
Shake off lethargy, dullness and laziness,
And strive always with enthusiasm and joy.

Mindful, vigilant and careful,
Guard the doorways of your senses at every moment.
Three times each day, three times at night,
Again and again, examine your thoughts.
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Ven Chusang Rinpoche: Insegnamenti sulla “Preziosa Ghirlanda” di Nagarjuna

Ven Chusang Rinpoche: Qual'è il vero problema all'origine della sofferenza? Ven Chusang Rinpoche col Ven. Lobsang Donden, sua sorella Dechen, la Dr.ssa Alessandra Vannelli e Graziella Romania

Ven Chusang Rinpoche: Qual'è il vero problema all'origine della sofferenza? Ven Chusang Rinpoche col Ven. Lobsang Donden, sua sorella Dechen, la Dr.ssa Alessandra Vannelli e Graziella Romania

Insegnamenti del Ven Chusang Rinpoche sulla “Preziosa Ghirlanda” o Ratnavali di Nagarjuna, conferiti il 23-24 settembre 2016 all’Istituto Samanthabadra, Roma. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Lündrub Ghialzen Trinle Namghiel è il quarto Chusang Rinpoche del Sciungpa Khangtsen di Sera Me.

È nato il 15 novembre del 1976 a Namsciöl, Scigaze, in Tibet. Nel 1988 S. S. il Dalai Lama lo ha riconosciuto, dopo accurati accertamenti, come la reincarnazione del terzo Chusang Rinpoche ed è stato ufficialmente dichiarato tale durante una solenne cerimonia nel monastero di Sera nel Tibet centrale. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: The Disadvantage of Anger

Lama Zopa Rinpoche: Since there is no change to the mind, the nature of life is always the same, constantly filled with problems.

Lama Zopa Rinpoche: Since there is no change to the mind, the nature of life is always the same, constantly filled with problems.

Lama Zopa Rinpoche: The Disadvantage of Anger

I think there are some problems with the advice given by some areas of the psychology in Western culture. I quite often mention this. But I think nowadays as people’s minds are more open, maybe you use your own wisdom more rather than accepting the psychology, the guidelines written in [psychology] books. Nowadays maybe you should use your own wisdom more, rather than what is written in the books, the methods taught in the past or that have been used.

As I often mention, I’ve heard so many times that the basic psychological method that is advised for those people who are in an emotional state, such as anger, is to say whatever they want to say. The idea is this. Whatever hurting, bad words we want to say, we feel in the heart; whatever the mind wants to feel, we should express it to the other person, telling them whatever we think. Whatever comes out of anger, we just tell everything to the other person. Probably, that method is more based on us, we who have the problem, for our own interest, for our own happiness. Continue reading »

Penor Rinpoche: Visione, compassione, meditazione e Dzogchen.

Sua Santità Penor Rinpoche: Benché sia di fondamentale importanza perseguire il proprio beneficio spirituale e la propria illuminazione, bisogna capire che questo stato risvegliato lo si può ottenere soltanto avendo a cuore la felicità di tutti gli altri esseri senzienti.

Penor Rinpoche: Visione, compassione, meditazione e Dzogchen.

La mente è un “qualcosa” che possiamo vedere, individuare in quanto tale? Se pensiamo che ciò che è chiamato mente sia un “qualcosa” che ha la sofferenza, il dolore, i problemi e così via, allora finiremo per percepire la mente come un oggetto esistente in sé, come ad esempio una sostanza sferica o qualcosa del genere. Quando invece indaghiamo sulla mente in quanto tale, ci rendiamo conto che è impossibile percepire “una mente”. Però, allo stesso tempo, la mente non muore – non ha una fine. Da un numero di vite senza inizio fino ad oggi, la mente del samsara non ha fatto altro che prendere rinascita senza interruzioni. La mente che si esprime attraverso i concetti di un soggetto (interno) e di un oggetto (esterno) è ciò che incatena gli esseri all’esistenza condizionata. È ciò che proietta il “mondo esterno”, il proprio corpo e così via. Ma per quanto si possa indagare a fondo, non si riuscirà mai a trovare/identificare “una mente”. Tutti gli esseri illuminati del passato hanno spiegato che la mente non può essere trovata cercando nel passato, nel presente o nel futuro. Se fosse esistente in sé e per sé allora potremmo percepirla, come si può percepire un oggetto qualsiasi! Allora perché crediamo che sia possibile percepirla come un oggetto? Tutti i cosiddetti “oggetti” sono in realtà creati dalla mente: tutte le esperienza di felicità e sofferenza del samsara e del nirvana sono puramente e semplicemente create dalla mente. Dunque se riflettiamo sulla natura ultima della mente, scopriremo senza alcun dubbio che questa è vacuità. Qualcuno potrebbe pensare: “La mia mente è molto dinamica e multicolore; forse è questa la sua vera natura!”. O qualcun altro potrebbe dire: “La mia mente ha la natura di una luce chiara!”. Ma non sono questi i modi in cui la mente esiste. Se non acquistiamo una padronanza sulla mente e la lasciamo semplicemente in balia di se stessa, questa inizia a creare ogni sorta di pensieri e attività maldestri e controproducenti. Continue reading »

Loving-Kindness Metta Sutra

Metta Bhavana: The Cultivation of Universal Loving-kindness

Metta Bhavana: The Cultivation of Universal Loving-kindness

Discourse On Loving-Kindness Karaniya Metta Sutta (Sutra) – Loving-Kindness Meditation

This is what should be done by one who is skilled in goodness
and who wishes to attain the State of Peace and Wisdom (Nirvana):
Let one be capable, upright, exceedingly upright,
easy to instruct, gentle, and humble.

Let one be content, not a burden to others but easily supported,
with but few responsibilities, and living simply,
with the senses composed and serene, let one be prudent, courteous,
not proud or demanding, unswayed by the emotions of others;
and let one not commit the slightest wrong
for which the wise would later reprove. Continue reading »

Karma

bh-copia-4Karma: The Possession That Follows Us Everywhere

It is mental volition, O monks, that I call karma. Having willed, one acts through body, speech or mind. The Buddha (Anguttaranikaya, III, p. 41)

Karma is a very important subject, one which we should understand clearly. Karma is not a concept or a theory; karma is a natural law of the universe. Comprehending karma is the Right Understanding (or Right View) of Buddha’s Noble Eightfold Path. With right understanding, we realize the wholesome, life-affirming actions that bring benefit and happiness to all beings, as well the unwholesome, negative actions which bring unhappiness and suffering. Continue reading »

S. S. Dilgo Khyentse Rinpoche: Quando arriva il momento della morte

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Ci sono molte istruzioni note e celebrate su come trasferire la coscienza nel momento della morte, ma nessuna è così sublime, sorprendente o meravigliosa come questa.

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Quando arriva il momento della morte

Ora, quando arriva il momento della morte, questo è quello che dovresti fare. Proprio come ha fatto il Buddha quando è morto, sdraiati sul fianco destro, poggia la testa sulla mano destra. Inspira attraverso la narice sinistra, bloccando la narice destra con il mignolo della mano destra.

Medita sull’amore, augurando felicità a tutti gli esseri, numerosi come il cielo è vasto, e genera compassione con il desiderio di liberarli da ogni sofferenza.

Usando il sostegno dei tuoi respiri in entrata e in uscita, immagina di espirare tutta la tua felicità, conforto e ricchezza, inviandoli a tutti coloro che soffrono. E inspirate tutte le malattie, il male, le emozioni negative e le oscurazioni degli altri esseri, prendendole su voi stessi.

In seguito, dovresti riflettere che samsara e nirvana sono essi stessi illusori, proprio come un sogno o la magica mostra di un mago. Tutto è privo di auto-esistenza. Tutto è tranne la percezione della mente e dove non esiste nulla, non c’è motivo di paura, qui o nel bardo. Cerca di rimanere in quella convinzione, senza alcuna presa mentale. Continue reading »

Pema Chödrön: Usare il veleno come medicina

Pema Chödrön: Tutto ciò che ci accade non solo è utilizzabile e “lavorabile”, ma è in realtà il sentiero stesso. Possiamo usare tutto ciò che ci capita come mezzo per svegliarci.

Pema Chödrön: Usare il veleno come medicina. I momenti più difficili, quelli più problematici a livello individuale o sociale, possono diventare quelli spiritualmente più potenti… se siamo abbastanza coraggiosi da accettare e convivere con l’incertezza. Tra i vari approcci che Pema Chödrön descrive per usare i nostri problemi come sentiero per il risveglio e la gioia c’è “usare il veleno come medicina”.

Possiamo usare le situazioni difficili, il veleno, come carburante per il risveglio.

In generale, questa idea è illustrata dalla pratica di meditazione chiamata tonglen che consiste nell’assumere su di sé la sofferenza ed emanare energia positiva.

Quando si presenta qualcosa di indesiderabile – qualsiasi tipo di conflitto, il nostro abituale senso d’inadeguatezza, qualsiasi cosa che ci appaia come sgradevole, imbarazzante o dolorosa – invece di cercare di liberarcene, la respiriamo. Continue reading »

Realizing the Ultimate Nature of Phenomena

Cutting the Source of Suffering: Realizing the Ultimate Nature of Phenomena

From a talk in Singapore by Lama Thubten Zopa Rinpoche

Let’s bring our attention to the ultimate nature of phenomena–the ultimate nature of the I, actions, objects, and all there is. Everything–what is called “this” and “that”–is all name coming from the mind, given by the mind. Continue reading »

Dzogchen Ponlop Rinpoche: Born to be Free

Dzogchen Ponlop Rinpoche: what frees us from illusion is the discovery of truth.

Dzogchen Ponlop Rinpoche: Born to be Free

Rebel Buddha is an exploration of what it means to be free and how it is that we can become free. Although we may vote for the head of our government, marry for love, and worship the divine or mundane powers of our choice, most of us don’t really feel free in our day-to-day lives. When we talk about freedom, we’re also talking about its opposite—bondage, lack of independence, being subject to the control of something or someone outside ourselves. No one likes it, and when we find ourselves in that situation, we quickly start trying to figure out a way around it. Any restriction on our “life, liberty, and pursuit of happiness” arouses fierce resistance. When our happiness and freedom are at stake, we become capable of transforming ourselves into rebels. Continue reading »

Namkhai Norbu Rinpoche: Il senso di colpa

Chögyal Namkhai Norbu: Se rimani in questa conoscenza, nel modo in cui ti manifesti anche quando parli con altre persone, la tua visione e la tua situazione cambia.

Namkhai Norbu Rinpoche: Il senso di colpa.

Le persone che vivono in Occidente hanno l’abitudine di vivere nel passato e hanno la tendenza a pensare tipo: “Molti anni fa, ho sbagliato e mi sento in colpa. “Pensaci prima di andare a letto invece di dormire serenamente e fare sogni interessanti. State pensando “mi ricordo tutto il male che ho fatto” ecc. Il giorno dopo ti svegli incazzato. Questo non va bene. È inutile. Il passato è passato. Dimenticatelo! Se vuoi scrivere un libro su quello che hai fatto due anni fa, allora prova a ricordarlo e scrivilo. Ma se hai fatto qualcosa di sbagliato, è passato.. Se pensi di aver fatto qualcosa di male in passato e fai pratica per pulirlo – ottimo, la pratica è buona comunque per pulire. Puoi dedicarlo al passato, al futuro e a tutto in generale. Ma poi non pensare troppo al passato. Sii nel momento presente!

Essere presenti nel presente ti permette di ricevere gioia nella tua vita. La vita non è poi così male finché sei vivo. Poi un giorno sparisci. Fino ad allora, ci stiamo godendo, facendo del nostro meglio, rilassati. Questo è il primo. Perché non possiamo rilassarci? Perché pensiamo sempre: “Ecco, basta così. ” Ieri qualcuno ha detto… “? Continuiamo a pensarci ancora e ancora, arrabbiandoci e arrabbiati. Lascia perdere e goditelo!

Se non riesci a divertirti, vieni a cantare e ballare con me. Questo ti aiuterà a non pensare a nessuna sciocchezza. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Mangiare Insieme

Thich Nhat Hanh: Stabiliamoci nel momento presente, mangiando in modo che durante il pasto possano realizzarsi stabilità, gioia e pace.
Thich Nhat Hanh: Stabiliamoci nel momento presente, mangiando in modo che durante il pasto possano realizzarsi stabilità, gioia e pace.

Thich Nhat Hanh: Mangiare Insieme

Nella meditazione del pasto mangiamo in silenzio. Questo ci permette di gustare realmente il cibo e di entrare profondamente in contatto con le persone che ci siedono attorno. La prima volta che ti capiterà di mangiare in silenzio potrà sembrarti strano o innaturale, ma dopo un po’ ti accorgerai che un pasto in silenzio può dare molta felicità, pace e comprensione profonda.

Mangiare insieme è una vera e propria meditazione. Possiamo iniziare a praticare fin da quando ci serviamo da mangiare: riempiendo il piatto siamo consapevoli che molti elementi – pioggia, sole, terra, aria e amore – sono riuniti a formare quel cibo meraviglioso. Vediamo che attraverso quel cibo l’intero universo sostiene la nostra esistenza. Mentre ci serviamo siamo consapevoli degli amici che ci circondano, e prendiamo la quantità di cibo che è giusta per noi. Prima di iniziare a mangiare la campana viene invitata a suonare tre volte, e possiamo allora godere del nostro respiro mentre pratichiamo le cinque contemplazioni del cibo: Continue reading »

A. Berzin: Consigli buddhisti per la vita

Dr. Alexander Berzin: Impegnati per superare i tuoi difetti e realizzare appieno i tuoi potenziali positivi

 Alexander Berzin: Consigli buddhisti per la vita

A volte ci sentiamo persi e proprio non sappiamo come affrontare le sfide della vita e conseguire i nostri obiettivi positivi. Siamo anche perplessi su come andare più d’accordo con gli altri. Quando consideriamo gli insegnamenti buddhisti tradizionali, troviamo moltissime linee guida pratiche che sono utili per chiunque, in qualsiasi momento e in ogni cultura. 

Qualità da coltivare per aiutare gli altri

  • Generosità – [essere generosi] con il vostro tempo e con i vostri averi, consigliare ed aiutare gli altri;

  • Autodisciplina – per evitare maniere

    distruttive di comportarsi o di parlare, e per aiutare gli altri in qualunque modo possibile;

  • Pazienza – con le difficoltà [che sorgono] nell’aiutare gli altri, in modo tale da non arrabbiarsi o essere frustrati;

  • Coraggio e resistenza – per andare avanti, a prescindere da quanto le cose diventino difficili;

  • Stabilità mentale ed emotiva – per rimanere concentrati e non andare fuori strada;

  • Discernimento – tra ciò che è utile e ciò che è dannoso, e tra cosa è appropriato e cosa non lo è. 

    Modi per essere un’influenza positiva sugli altri

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The Jewel Mine, Ratnākara

The Noble Mahāyāna Sūtra “The Jewel Mine”, Āryaratnākaranāmamahāyānasūtra,

’phags pa dkon mchog ’byung gnas zhes bya ba theg pa chen po’i mdo

s.1 In this sūtra the Buddha Śākyamuni recounts how the thus-gone Sarvārthasiddha purified the buddha realms in his domain. In his explanation, the Buddha Śākyamuni emphasizes the view of the Great Vehicle, which he explains as the fundamental basis for all bodhisattvas who aspire to attain liberation. The attendant topics taught by the Buddha are the six perfections of generosity, discipline, patience, diligence, concentration, and wisdom. The Buddha explains each of these six perfections in three distinct ways as he recounts the past lives of the buddha Sarvārthasiddha. First, he describes how Sarvārthasiddha learned the practices that purify buddha realms, namely the six perfections. Next, he explains how to seal these six virtuous practices with the correct view so that they become perfections. Finally, he recounts how Sarvārthasiddha, as a bodhisattva, received instructions for enhancing the potency of the perfections. Continue reading »

Mahasiddha Tilopa: Fermate tutte le attività

Mahasiddha Tilopa: Fermate tutte le attività

Fermate tutte le attività fisiche: sedetevi naturalmente a vostro agio.

Non parlare e non parlare: lascia che il suono sia vuoto, come un’eco.

Non pensare a niente: guarda l’esperienza oltre il pensiero.

Il tuo corpo non ha nucleo, vuoto come il bambù.

La tua mente va oltre il pensiero, aperta come lo spazio.

Lascia andare il controllo e riposa lì.

La mente senza proiezione è Mahamudra.

Allenati e sviluppa questo e arriverai al risveglio più profondo.

Chögyal Namkhai Norbu: What is integration?

Chögyal Namkhai Norbu: So, first of all, we need to understand the basis and work with it very well.

Chögyal Namkhai Norbu: What is integration?

What does ‘direct introduction’ mean? It does not mean reading a book or making a commentary on a book by Garab Dorje or a text like a Tantra. It means touching something as if you were being burnt. This must be understood. Especially people who already know and have followed the teaching may feel, “I am an old practitioner”. You really must observe a little what ‘old’ means in this case. Each of you should observe your own practice. How do you feel when you meet someone who may be unpleasant or disturbing? Do you really have the capacity to integrate this feeling? Do you feel the same when you meet a person you love very much, such as friends, and when you meet someone unpleasant? If, through distraction, you hate or get angry, but with presence are immediately able to liberate this feeling, it means that you are practitioners and that practice is something living in yourselves. It is not so difficult to understand that the function of the teaching is something concrete. Continue reading »

Longchen Rabjam Drime Wozer: Homage to glorious Samantabhadra!

Longchenpa

Longchen Rabjam Drime Wozer (1308 – 1364): Homage to glorious Samantabhadra!  

Naturally occurring timeless awareness-utterly lucid awakened mind, is something marvelous and superb, primordially and spontaneously present. It is the treasury from which comes the universe of appearances and possibilities, whether of samsara or nirvana.

Homage to that unwavering state, free of elaboration.

The very pinnacle of spiritual approaches, the expanse in which the sun and moon orbit the most majestic mountain, is the expanse of the vajra heart essence-spontaneously present and utterly lucid, the expanse of the naturally settled state that entails no effort or achievement. Listen as I explain this superb, timelessly infinite expanse.

WITHIN THE EXPANSE of spontaneous presence is the ground for all that arises. Empty in essence, continuous by nature, it has never existed as anything whatsoever, yet arises as anything at all.

Within the expanse of the three kayas, although samsara and nirvana arise naturally, they do not stray from basic space-such is the blissful realm that is the true nature of phenomena. Continue reading »

Geshe Chekawa: L’addestramento mentale in sette punti. Edizione annotata di Togme Zangpo

Gheshe Chekawa

Geshe Chekawa: L’addestramento mentale in sette punti. Edizione annotata di Togme Zangpo.
Secondo punto: L’addestramento effettivo nella bodhicitta.
L’addestramento nella bodhicitta più profondo.

Pondera che i fenomeni sono come un sogno. Vedi distintamente la natura fondamentale della consapevolezza che non ha nessuna nascita. L’opponente stesso si libera da solo nel proprio posto. La natura essenziale del sentiero è di stabilizzarsi in uno stato della base onnicomprensiva. Tra le sessioni, agisci come una persona illusoria.

L’addestramento nel bodhichitta convenzionale

Addestrati sia nell’offrire che nel ricevere, alternandoli, agganciando questi due al respiro.

(Riguardo ai) tre oggetti [quegli esseri che trovo attraenti, non attraenti, o neutri], (ricevi) i tre atteggiamenti tossici [il desiderio bramoso, la repulsione, o l’ingenuità] e (offri) le tre radici di ciò che è costruttivo [distacco, imperturbabilità, o assenza di ingenuità], (mentre) ti addestri con le parole in tutti i sentieri del comportamento.

Quanto all’ordine di ricevere, devo cominciare da me stesso.

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Serkong Rinpoche: Exchanging 
One’s Attitudes

Kyabje Tsenshab Serkong Tugse Rinpoche: On that basis, we will be able to develop the exceptional resolve to alleviate the problems and sufferings of everyone and bring them happiness.

Equalizing and Exchanging One’s Attitudes about Self and Others

by Tsenzhab Serkong Rinpoche I,
translated by Alexander Berzin 
Dharamsala, India, June 4, 1983

Contents

Mere Equanimity

Visualization of Three Persons

Stopping Repulsion from Someone We Dislike

Stopping Attachment for Someone We Like

Stopping Indifference toward Someone Neutral

Distinguished Mahayana Equanimity

The Way to Actualize the Equanimity that Depends on Our Own Points of View

The Way to Actualize the Equanimity that Depends on the Points of View of Others

The Way to Actualize the Equanimity that Depends on the Deepest Point of View

The Five Decisions Continue reading »

Misunderstandings about Buddhism

Common Misunderstandings about Buddhism by Alexander Berzin

This is the printer-friendly version of: http://www.BerzinArchives.com /web/x/nav/group.html_721414008.html Contents: Common Misunderstandings about Buddhism; Misunderstandings about Ethics and Vows; Misunderstandings about Rebirth; Misunderstandings about Dharma; Misunderstandings about Karma; Misunderstandings about Gurus; Misunderstandings about Practice; Misunderstandings about Tantra; Misunderstandings about Protectors; Misunderstandings about Initiation; Conclusion Continue reading »

Serkong Rinpoche: Introduction to Lam rim

Tsenciab Serkong Rinpoche I: Develop a kind and warm heart, dedicate your heart to others and to achieving enlightenment, and you develop bodhichitta.

General Introduction to the Initial Scope Teachings 
of the Graded Path (Lam-rim)

by Tsenzhab Serkong Rinpoche I, translated by Alexander Berzin, 
edited by Samaya Hart 
Huizen, Holland, May 1980[Lightly edited transcript of an incomplete recording]

Contents

Day One: Spiritual Teachers, Precious Human Life, Death and Impermanence

Healthy Relationships with Spiritual Teachers

The Rarity of Opportunities to Meet with the Dharma

The Meaning of Dharma and the Three Levels of Dharma Practice

Achieving Happiness

Becoming Mindful of Death and Impermanence

A Precious Human Life

The Pointlessness of Working for Accomplishments Only for This Lifetime

Refraining from Taking the Life of Others

Refraining from Stealing

Refraining from Inappropriate Sexual Behavior

Refraining from Lying

Refraining from Using Divisive Language

Day Two: Karma and Refuge Continue reading »

Patrul Rinpoche Talk by Vessantara

Patrul Rinpoche: Considering the good fortune of having been born a human being, and having come in contact with the Dharma.
Patrul Rinpoche:The way we live our lives is enough to make any bodhisattva weep.

Patrul Rinpoche: Talk by Vessantara

HERE YOU ARE AGAIN, DRIVING YOURSELF CRAZY!’

According to some scientists all human beings, all the billions of us on this planet, are traceable back to a common ancestor in Africa. Just as genetically it seems we can trace our lineage back to that one individual, similarly spiritually we can trace our lineage as Buddhists back to the Buddha Shakyamuni. Whether we are Theravadins, Zen practitioners, Tibetan Buddhists and so forth, we all ultimately draw our spiritual inspiration from his enlightenment experience under the Bodhi-tree. Continue reading »

Khandro Rinpoche: La nostra vera natura

Khandro Rinpoche: Lo scopo degli insegnamenti è aiutarci a vedere la profondità della sofferenza del mondo e la sua causa, l’ignoranza. L’ignoranza è l’unica, anche se invisibile, causa dell’infelicità.

S. E. Mindrolling Jetsün Khandro Rinpoche: La nostra vera natura

Siamo molto orgogliosi in quanto essere umani e ci consideriamo le creature viventi più intelligenti ed evolute del pianeta. Eppure, con tutte le nostre qualità e doti, non riusciamo a trovare né felicità né pace. Incapaci di realizzare il nostro vero potenziale, permettiamo che la vita ci scivoli via, quando potrebbe invece essere di enorme beneficio per noi stessi e per gli altri. Qual è l’ostacolo all’altruismo, alla compassione e all’amorevolezza verso tutti gli esseri senzienti? Perché le nostre convinzioni e il nostro modo di essere diventano barriere a una comunicazione umana sincera? E perché viviamo perennemente in bilico tra speranza e paura, senza il buon senso di fare qualcosa al riguardo? Dobbiamo davvero pensarci su. Continue reading »

Gheshe Chekawa: L’allenamento mentale in sette punti

Gheshe Chekawa: Questa essenza del nettare dell’insegnamento quintessenziale è trasmessa nel lignaggio di Serlingpa.

Gheshe Chekawa: L’allenamento mentale in sette punti o L’addestramento mentale in sette punti

1) I preliminari

Prima allenati nei preliminari.

L’allenamento mentale in sette punti

2) L’effettivo allenamento alla mente dell’illuminazione

Considera tutti i fenomeni simili a un sogno.

Analizza la natura della consapevolezza non nata.

Lascia che anche l’antidoto si liberi naturalmente.

Riposa nell’essenza, la base di tutto.

Tra le sessioni sii come un illusionista

Esercitati nel dare e nel prendere alternandoli,

questi due devono essere messi a cavallo del respiro.

Tre oggetti, tre veleni e tre radici di virtù:

esercitati in ogni attività mediante le parole.

Inizia da te stesso la sequenza del prendere. Continue reading »

Robert Thurman: La rivoluzione del Buddha

Sua Santità il Dalai Lama con Robert Thurman

Robert Thurman: La rivoluzione del Buddha

Agli albori del Buddhismo, in India, il Buddha insegnò con grande enfasi che era necessario rompere con le convenzioni sociali a cui tutti erano soggetti. La società del suo tempo non era l’India illuminata, bella, splendente e raffinata che conosciamo oggi, emersa gradualmente dopo secoli di oppressione coloniale. Continue reading »

Chandrakirti: Le Chiare Parole

Chandrakirti: Ciò che sono solo aggregati di sofferenze in questo modo cessano completamente.

1 དbu་མ་rʦ་བའི་འgrེལ་བ་ཚ-ག་གསལ། རབ་byེད་ཉེར་druག་པ། srིད་པའི་ཡན་ལག་བrtག་པ།

Le Chiare Parole di Chandrakirti

Commentario al Fondamento di Madhyamika “Saggezza” di Nagarjuna

Capitolo 26 L’analisi Delle Dodici Diramazioni dell’Esistenza

Tutto ciò che sorge per relazione dipendente è stato spiegato come vacuità .
Essa è designata in dipendenza
e questo è il sentiero Madyamika

Questa strofa dice che ciò che si chiama vacuità è spiegato come origine per relazione dipendente. Nello stesso modo anche il seguente:

Colui che vede il sorgere per relazione dipendente vede
la sofferenza, l’origine,
la cessazione e il sentiero stesso.

Poiché bisogna comprendere il sorgere per relazione dipendente, le sue diramazioni vengono quindi analizzate dettagliatamente con queste parole:

1. A causa dell’ignoranza che ostruisce si rinasce.

Ciò che forma1 ha tre aspetti
e le azioni formative
portano avanti la migrazione.

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Lama Zopa Rinpoche: Come Praticare il Mantra di Tara Verde

Tara Verde

Lama Zopa Rinpoche: Come Praticare il Mantra di Tara Verde

Ci sono molti modi di praticare Tara – e molti aspetti diversi di Tara da praticare – da una semplice sadhana di Tara Verde al più alto aspetto del tantra yoga di Tara Chittamani. Anche se non fai una pratica formale, è molto bello visualizzare Tara quando reciti il suo mantra.

Visualizza Tara nello spazio davanti a te, all’altezza della fronte, ad una distanza confortevole di circa una lunghezza del corpo. Se lo desideri, puoi visualizzare Tara sul tuo capo. Continue reading »

Tulku Urgyen Rinpoche: Confusion Dawns as Wisdom,

Tulku Urgyen Rinpoche

Tulku Urgyen Rinpoche: Confusion Dawns as Wisdom, Quintessential Dzogchen

“Our basic nature is essentially identical with the ground, has two basic aspects: primordial purity (kadag) and spontaneous presence (lhundrub). Our mind’s empty essence is related to primordial purity, while it’s cognizant nature is linked to spontaneous presence.

Spontaneous presence literally means “that which appears and is present by itself” and—besides our cognizant nature—includes the deities that are experienced in the bardo, as well as all the Tögal displays. In the same way, the pure wisdom realms that unfold out of the expanse of the three kayas, which is the state of rigpa devoid of clinging, are also experienced as a natural presence. To rephrase this, all the self-appearing and naturally present Tögal displays, the kayas and wisdoms, that unfold out of the state of dharmakaya, free of grasping, manifest from the primordially pure essence and spontaneously present nature, kadag and lhundrub. Continue reading »

Il Tibet di Chögyal Namkhai Norbu

Chögyal Namkhai Norbu: Cominciò allora a spiegare le più semplici tecniche di rilassamento, la base per ottenere una mente non turbata dal continuo movimento del pensieri.

Il Tibet di Chögyal Namkhai Norbu, di Raimondo Bultrini

Scrittore e giornalista Raimondo Bultrini racconta il suo viaggio con Chögyal Namkhai Norbu, con l’aiuto del suo diario e ricordi, attraverso la Cina e poi in Tibet avvenuto nei primi mesi del 1988.

Per trentatré anni ho voluto raccontare le mie esperienze di viaggio con Chögyal Namkhai Norbu agli altri suoi studenti. Avevo già scritto un piccolo libro in italiano (In Tibet, Shang Shung Editions) subito dopo essere tornato in Italia nell’inverno del 1988, grazie all’editore della rivista di Merigar che a quel tempo era Cesare Spada. Il libro, che contiene i momenti salienti di questo viaggio, era troppo corto e troppo fresco per poter dare la profondità e il fascino dei dettagli di una esperienza unica e ora irripetibile. Negli anni seguenti ho trascritto, dando loro la forma di un resoconto di viaggio, gli appunti del mio diario dal giorno in cui Rinpoche arrivò a Beijing a metà febbraio del 1988, invitato a dare una serie di conferenze per l’Istituto Nazionale delle Minoranze che ci avrebbe portato dalla capitale cinese a Chengdu e da lì al Tibet orientale fino a Lhasa. Ho continuato a trascrivere i miei appunti e impressioni per tutto il turbolento e straordinario pellegrinaggio dalla capitale tibetano verso il monte Kailash, in compagnia di altri settanta studenti, tutti più o meno collegati a diverse comunità Dzogchen in giro per il mondo.

Invecchiato e con la memoria che comincia ad appannarsi la trascrizione del diario è, credo, un documento importante di per sé e, spero, per gli studenti del Maestro, anche se la mia intenzione quando l’ho scritto era quello di rivolgermi a un vasto pubblico. Così molte cose saranno scontate per chi di voi ne leggerà alcuni passaggi.

Oggigiorno la narrazione romanzata della storia mi sembra che manchi di profondità e spero di essere in grado di usarla come base e di ripulirla degli errori grossolani di trascrizione dei nomi, di fatti e circostanze imprecisi. Ciò nonostante  non credo che certe carenze distorcano completamente il significato di quello che ho visto e sentito, spesso dalla voce del Maestro che per molti mesi è stato l’unico interlocutore e interprete di quello che ci accadeva intorno, visto che le uniche parole in tibetano che conoscevamo erano quelle dei mantra, imparate a memoria ma che non sempre collegavamo al loro significato. Continue reading »

Instructions on The Seven Points of Mind Training by Atisha

atisha-dipamkara

His Eminence the Third Jamgon Kongtrul Rinpoche, Karma Lodrö Chökyi Senge
Instructions on The Seven Points of Mind Training by Lord Atisha

Introduction

I am very happy to be here and would like to thank the Berkeley Dharmadhatu/Shambhala Center for providing the opportunity to make this connection with you. It is a great pleasure for me to be here and to talk to you.

Generally speaking, at a Dharma seminar, both the teacher and the students should generate the pure motivation of the altruistic mind of Bodhicitta. The purpose of presenting and receiving the teachings is to benefit all living beings. So, please generate the altruistic mind of awakening.

From the three levels of teachings that Lord Buddha presented, the subject of this seminar is Lo-jong in Tibetan, which means “mind training,” and accords with the great Bodhisattva vehicle. The Bodhisattvayana is also known as Mahayana. Maha means “great” and is translated into Tibetan to mean “heightened.” The weight of what is lifted and heightened is in no way light or small. Now, Mahayana should not be seen as greater than Hinayana, i.e., Hinayana should not be considered inferior. All vehicles teach the means to overcome delusiveness and lead to enlightenment. Continue reading »

Jetsünma Khandro Rinpoche: Bringing about change in one’s own self.

Jetsünma Khandro Rinpoche

Jetsünma Khandro Rinpoche: Bringing about change in one’s own self.

Teachers throughout the times have always said: Dharma is not about doing things. Buddhadharma does not become Buddhadharma, until through the methods applied one is bringing about change, transformation, transition in one’s own self completely, that change and transition must manifest and be seen by the others …

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Lama Zopa Rinpoce: Alla ricerca dell’io.

Lama Zopa Rinpoce: In ognuno di noi sorge istintivamente la convinzione di un io concreto e esistente in modo indipendente.

Lama Zopa Rinpoce: In ognuno di noi sorge istintivamente la convinzione di un io concreto e esistente in modo indipendente.

ALLA RICERCA DELL’IO di Lama Zopa Rinpoce

Tutti i problemi che noi incontriamo nel samsara, il ciclo continuo delle morti e rinascite, sorgono grazie all’ignoranza che si afferra alle cose come se fossero intrinsecamente esistenti. La nostra condizione nell’esistenza ciclica è simile a quella di essere intrappolati all’interno di un grande palazzo con numerose stanze e porte, una sola delle quali è l’uscita. Noi vaghiamo impotenti da una parte del palazzo all’altra alla ricerca della porta giusta. La porta che conduce fuori dal samsara è la saggezza che realizza la vacuità dell’esistenza indipendente.

Questa saggezza è l’antidoto diretto per l’ignoranza che è sia la causa che l’effetto dell’aggrapparsi all’io e che crede che il sé o ‘io’ sia esistente intrinsecamente e in modo indipendente. In altre parole l’io appare per quello che in realtà non è: una entità concreta, immutabile, esistente indipendentemente – e la nostra mente oscurata dall’ignoranza aderisce a questa visione errata. Si diventa, quindi, dipendenti da questo io fantomatico e lo accudiamo come se fosse la cosa più preziosa che possediamo. Continue reading »

Il Potere del Karma

bh-copia-5Il Potere del Karma di Domo Ghesce Rinpoce

Ora, con tutta probabilità, starete pensando che sperimentare il karma è un fatto che riguarda completamente il livello fisico o mentale dell’essere, ma non è del tutto così. Esso è sperimentato come se sorgesse a livello sottile, così come in un più denso manifestarsi di questo karma, che poi culmina negli eventi fisici, finché essi diventano il nostro stesso stato e ambiente. Ciò accade nel mondo esterno, tuttavia voi lo sperimenterete attraverso il filtro di una sorta di magia: l’intera massa del vostro karma, che è ancora incompiuto perché non sono ancora arrivate le condizioni idonee.
Studente: Mi piace il movimento da sottile a manifesto come dici tu, quindi la domanda che mi viene è, va bene, se proviene da quel piano sottile, esso deve avere una via di sbocco nel piano grossolano. Qual’è questa via?
Rinpoche: Questo è come se tu fossi in piedi davanti ad una porta aperta, e dicessi: “Facciamo entrare il disastro!”. Continue reading »

Pratityasamutpada di Nagarjuna

La dottrina fondamentale del ’Pratityasamutpada’ di Nagarjuna; di Ewing Chinn  (Trinity University, Dipartimento di Filosofia Orientale) Gennaio 2001. Vol. 51, Iss. 1;  pg. 54, 19 pgs.

Nagarjuna contende che la dottrina del Pratityasamutpada (originazione dipendente), propriamente compresa, costituisca la base filosofica per il rifiutare ed evitare tutte le teorie e concetti metafisici (incluso quello della causalità). La similare dottrina di ‘shunyata’ costituisce il rifiuto di un metafisico realismo (o “essenzialismo”), anche se essa non implica una convenzionale prospettiva anti-realistica della realtà (come Jay Garfield sostiene).

Sembra proprio che lo stesso ultimo verso del Mulamadhyamakakarika (Versi Fondamentali della Via di Mezzo), la provocatoria opera di Nagarjuna, presenterebbe al lettore quello che sembra essere un indovinello: “Io mi prostro a Gautama, che tramite la compassione, insegnò la vera dottrina che conduce all’abbandono di tutte le visioni” Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Meditazione per i malati ed i moribondi

Meditazione per i malati ed i moribondi. Discorso di Dharma tenuto da Thich Nhat Hanh l’11 agosto 1996 a PlumVillage, in Francia.

Oggi è l’undicesimo giorno di agosto del 1996, siamo nel Lower Hamlet, e il nostro discorso di Dharma sarà in Inglese. Oggi ci accingiamo ad imparare la pratica dei quattro mantra, perché questo è il tipo di pratica che io vorrei che tutti potessero fare a casa loro ogni giorno. E’ molto facile, ed è anche piacevole. Un mantra è una formula magica. Continue reading »

Lama Tsultrim Allione. Eliminare la paura: Cinque Stadi per Nutrire i Demoni

lungtaVersione abbreviata dei Cinque Stadi per Nutrire i Demoni per la Pratica Individuale Sviluppata da Lama Tsultrim Allione

Nove Respiri di Rilassamento

Chiudete gli occhi e teneteli chiusi quanto più possibile fino alla fine del quinto stadio. Fate nove respiri di rilassamento con lunghe espirazioni. Con i primi tre respiri, inspirate e immaginate che il respiro raggiunge ogni tensione presente nel corpo, la aggancia e con l’espirazione la rilascia all’esterno. Con i secondi tre respiri, inspirate dentro qualunque tensione emotiva state trattenendo, sentite dove viene trattenuta nel corpo, e con l’espirazione rilasciatela all’esterno. Infine, inspirate dentro qualsiasi tensione mentale sia presente, sentendo in quale parte del corpo sono trattenute preoccupazioni o blocchi mentali, e con l’espirazione rilasciateli all’esterno.

Motivazione. Generate una sentita motivazione di effettuare la pratica per vostro beneficio e per quello di tutti gli esseri. I Cinque Stadi Continue reading »

Terminologia della concentrazione

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Terminologia della concentrazione

Alexander Berzin, Monaco, Germania, 17 Novembre, 1999. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Attenzione, chiarezza e consapevolezza

L ‘attenzione (yid-la byed-pa) è il fattore mentale (sems-byung, consapevolezza ausiliaria) che mette a fuoco uno specifico oggetto.

Essendo un fattore mentale continuamente funzionante (kun-‘gro), l’attenzione accompagna tutti gli istanti dell’ attività mentale (sems, mente) e dunque è simultanea alle due caratteristiche definenti dell’attività mentale:

I dodici anelli dell’origine dipendente

the_twelve_links_of_dependent_originationI dodici anelli dell’origine dipendente

Alexander Berzin, Morelia, Messico, 2-4 giugno 2000. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Primo giorno: inconsapevolezza

Introduzione

I dodici anelli dell’origine dipendente (rten-‘brel yan-lag bcu-gnyis) descrivono il meccanismo della rinascita. La rinascita riguarda la continuità della mente.Quando nel Buddhismo parliamo della mente, non stiamo parlando di una specie di “cosa” dentro la nostra testa. Piuttosto, parliamo di un’attività che avviene tutto il tempo. Non stiamo facendo una divisione, come facciamo nel pensiero occidentale, tra mente e cuore oppure l’aspetto razionale-intellettuale da un lato e l’aspetto emozionale-intuitivo dall’altro. Piuttosto, stiamo parlando di un tipo di attività che include sia il lato razionale che quello emozionale, sia il pensiero che le sensazioni. Stiamo anche parlando di percezione: vedere, udire, sentire gli odori, gustare e provare sensazioni fisiche. Continue reading »

Il concetto buddhista di merito

bh-copiaIl concetto buddhista di merito: la felicità ha bisogno di essere guadagnata?

Alexander Berzin, Monaco, Germania, aprile 1999, edito da Lucy Costa. Traduzione italiana a cura di Davide Curzio.

Il concetto buddhista di merito

Questa sera l’argomento è il merito. Nel Buddhismo si parla spesso dell’importanza di accumulare merito. La parola “merito,” tuttavia, è piuttosto fuorviante. Ha un significato in inglese; la parola tedesca, Verdienst, ha un significato piuttosto differente; e l’originale tibetano significa qualcosa di diverso da entrambe. Così, di fatto, si crea una certa confusione perché quando la sentiamo, in effetti l’associamo a ciò che la parola significa nella nostra lingua. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: The Good Heart

The Good Heart: A Talk by Lama Zopa Rinpoche

Sakya Monastery, Seattle, WA, September 3, 1997

I want to say hello to everyone and thank you very much. I’m very happy to meet with those who I have met before in this life and those I haven’t met. Before the talk, before my blessing to the ears (along with my coughs) I want to do the preliminaries – to give torma to the interferers to receive the permission to practice the blessing of Vajrasattva’s holy body, holy speech, holy mind. Continue reading »

Padmasambhava: Istruzioni alle donne per realizzare l’illuminazione senza abbandonare le attività quotidiane.

Padmasambhava: Il non attaccamento è la via dell’azione di un Buddha. Qualunque cosa accada nella tua mente, non seguirla. Chiarisci dove si manifesta, giacché è essa stessa lo stato di risveglio. È come una bolla d’acqua che viene dall’acqua e si dissolve nuovamente nell’acqua.

Padmasambhava: Istruzioni alle donne per realizzare l’illuminazione senza abbandonare le attività quotidiane.

Il grande maestro conosciuto come Padmasambhava, non contaminato da un grembo materno, nacque miracolosamente da un fiore di loto. Il potente re del Tibet lo invitò nella Terra delle Nevi.

Dopo aver propiziato il terreno per erigervi il monastero di Samye, risiedette al Crinale del Ginepro delle Perle di Cristallo. Fu in questa occasione che sette donne straordinarie – Lady Tsogyal di Kharchen, Lady Diamante del Lago Shelkar, Lady dello Splendido Culto di Chokro, Continue reading »

Padmasambhava: Instruction for women on attaining enlightenment without abandoning daily activities

Padmasambhava: The true nature of dharmata is not an object that the mind can grasp; it has no dimension and belongs to no category.

Instruction for women on attaining enlightenment without abandoning daily activities

The great master known as Padmasambhava, untainted by a womb, was born miraculously from a lotus flower. The mighty king of Tibet invited him to the Snowy Land. After he had tamed the land for Samye, he resided at the Juniper Ridge of Crystal Pearls. It was at this occasion that seven extraordinary women — Lady Tsogyal of Kharchen, Lady Diamond Lake of Shelkar, Lady Splendid Worship of Chokro, Lady Matingma of Dro, Lady Jewel Crest of Margong, Lady Sparkling Light of Chim and Lady Mati of Ruyan — arranged a golden mandala, the size of one cubit, with turquoise flowers as the seven royal possessions. Continue reading »

Saraha: Il Canto Reale

Il Canto Reale di Saraha

Mi inchino al nobile Manjushri

mi inchino a Colui che ha conquistato il mondo finito.

Come l’acqua limpida sferzata dal vento

è trasformata in onde ed in gorghi,

così il re ripensa a Saraha

in mille forme, benché sia un’unica entità.

Ad uno sciocco affetto da strabismo

una luce appare come duplice,

in realtà colui che vede e ciò che è visto

non sono separati; ahimè! La mente

agisce sulla sostanza dei due fenomeni.

Benché la lampada sia stata accesa

il cieco vive nell’oscurità.

Benché la spontaneità tutto circondi ed abbracci,

per gli illusi resta sempre lontanissima.

Benché possano esservi molti fiumi, essi si fondono

in un unico mare. Continue reading »

Kirti Tsenshab Rinpoche: Il mantra di Kalachakra

Il Ven. Kirti Tsenshab Rinpoch

Il mantra di Kalachakra

Kirti Tsenshab Rinpoche: Graz, Austria, settembre 1999

Di seguito verrà spiegato il mantra principale di Kalachakra. Il mantra è il seguente:

OM AH HUM HOH HAM KSHAH MA LA VA RA YA HUM PHET

Le prime quattro sillabe OM AH HUM HOH del mantra sono le quattro sillabe vajra di corpo, parola, mente e saggezza: OM è il vajra del corpo, AH il vajra del discorso, HUM il vajra della mente e HOH è il vajra del saggezza. Queste sono le quattro sillabe vajra.

Le successive due sillabe, HAM e KSHAH, sono le sillabe seme per il Kalachakra padre (HAM) e, di conseguenza, la sua consorte Vishvamata (KSHAH). Continue reading »

Alexander Berzin: L’importanza di tenere gli occhi aperti

bh4Alexander Berzin, Monaco, Germania, giugno 1996.
Traduzione italiana a cura di Benedetta Lanza.

Prima sessione: abbattere i muri. Introduzione

Questo fine settimana mi è stato chiesto di parlare di un argomento che non è facile da definire: “Affrontare le fantasie sul Buddhismo” oppure “Affrontare il Buddhismo con un atteggiamento realistico” o forse “Affrontare il Buddhismo con i piedi per terra.” Devo ammettere una certa difficoltà nel farmi venire in mente cosa vorrei esattamente dire e fare durante questo fine settimana. Potrei parlare delle difficoltà che ho dovuto affrontare nella mia esperienza con il Buddhismo o di quelle incontrate da amici e conoscenti, ma niente di questo potrebbe essere di particolare interesse in relazione alle difficoltà che potreste trovare voi. Questo è il problema. Quindi da una parte potrebbe essere utile parlare delle difficoltà che incontrano le persone in generale; dall’altra potrebbe anche essere utile dare a questo corso un taglio per il quale siete voi a dire ciò che vi interesserebbe sapere o i problemi che avete incontrato. Continue reading »

Milarepa: Suffering of Old-Age

Milarepa: Unless one realizes the Truth of non-decay,  He has to suffer old-age and not be gay.

Milarepa: Unless one realizes the Truth of non-decay, He has to suffer old-age and not be gay.

Milarepa: Suffering of Old-Age

When one’s body has been brought
To be frail and all worn out,
It dislikes old-age,
There is of this no doubt.
One’s straight body becomes bent,
Steps are not firm and patent.
Black hairs turn white, Arms have no might.
One’s eyes grow dim, Ears are not keen.
The head shakes, Pale are cheeks.
Blood becomes dry, One feels to die.
One’s nose will sink in,
Teeth can’t chew anything.
Losing control of tongue,
Sweet sugar isn’t fun.
One gathers foods and wine,
But one can’t keep them fine.
Trying not to suffer anymore,
One only gets suffering in store.
When one is told the Truth,
But one’s faith is not growth,
Though one has some kinsmen, Continue reading »

The body as a text and the text as the body: Kalaciakratrantra

Vesna A. Wallace: The body as a text and the text as the body: a view from the Kalaciakratrantra’s perspective

Vesna A. Wallace, University of California, Santa Barbara

  1. Introduction

When contemporary geneticists study the body, they look at it as a genetic text and strive to intelligibly read it as a blueprint for how the body is formed and maintained. In this sense, for geneticists, a malleable genetic text serves as a metaphor of the body. The holders of the Kalaciakra tradition in India saw the body in a similar way. They viewed it as a tantric text, consisting of mantras and letters that provide a blueprint of the mind-body complex, its operations, habitual propensities, and potentialities for transformation. They devised their own method of interpreting, editing, and changing that text in order to transmute the ordinary body characterized by afflictions into the blissful body of empty form.

One can say that in the context of the Kalaciakra tradition, a tantra is also interpreted as a metaphor of the body, since the tantric text and its discourse themselves are treated as blueprints of the individual’s mind and body. Moreover, a tantric text is also understood as representational body of ultimate reality, manifesting in a literary form, as a literary reproduction of Vajrasattva, the Buddha’s gnosis of bliss. Continue reading »

Namkhai Norbu: agire e vivere nelle circostanze

Namkhai Norbu Rinpoche: Quello che io insegno è che una delle cose più importanti nella vita di qualsiasi persona è essere presenti, non distratti.

Namkhai Norbu Rinpoche: Quello che io insegno è che una delle cose più importanti nella vita di qualsiasi persona: è essere presenti, non distratti.

Namkhai Norbu Rinpoche: Agire e vivere nelle circostanze.

D. Lei è arrivato in Italia negli anni ’60, insegnando subito scrittura e letteratura tibetana. Come è cambiato l’interesse per la cultura tibetana in Italia?
R. A me sembra molto cambiato. Io sono un tibetano e mi sono sempre interessato e occupato con tutta la mia energia per proteggere la cultura tibetana. Ma nei miei primi anni all’Università, tutte le cose più ufficiali sulla cultura tibetana, storia del Tibet ecc, tutti seguivano principalmente i primi professori occidentali che avevano avuto il contatto con il Tibet, ma loro non avevano fatto ricerche profonde sulla nascita e le fonti della cultura tibetana.
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Lama Zopa Rinpoce: Commentario a L’Offerta Bruciante a Dorje Khadro

Lama Zopa Rinpoce: Commentario a L’Offerta Bruciante a Dorje Khadro

Una pratica per purificare il karma negativo e le oscurazioni

Questi significati che illustrerò sono punti estremamente importanti e insegnamenti tantrici molto segreti. Ma se chi ascolta ha fede e l’intenzione di ricevere le iniziazioni e praticare, allora anche se ora non ha l’iniziazione, può essere di beneficio conoscere queste spiegazioni. Continue reading »

Lama Zopa: The Mantra Destroying the Negative Karmas

Lama Zopa, 1975

Lama Zopa, 1975

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: The Mantra Destroying All the Negative Karmas and Defilements

I prostrate to the bodhisattva, the mahasattva (great being), the one who has great compassion, the superior Compassionate-Eye Looking One Enriched with Power.

This mantra destroying all the negative karma and defilements is taught by the Great Compassionate One from the twenty-seventh chapter of action from the fifty-eighth Tantra Liberating from Samsara:

Then, fully qualified foe destroyer gone beyond tathagata Limitless Light One (Amitabha) who is overlord to Dakini Enriched in the Power of Dance (Khadroma Kargyu Wangchug) said:

“Beyond the numberless, innumerable worlds of the eastern direction, there is what is called World Unforgettable. The delusions of the sentient beings who abide in that world are very gross. They are difficult to satisfy and very difficult to subdue. Continue reading »

Dagpo Rinpoche : I consigli in 100 versi di Padampa Sangye

dagpo-rinpoce-hhInsegnamento di Dagpo Rinpoche sul testo: “I consigli in 100 versi di Padampa Sangye” all’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, 9-10.07.16. Traduzione dal tibetano in italiano di Fabrizio Pallotti. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore ed omissione.

Dagpo Rinpoche.

Un carissimo ed affettuoso saluto a tutti voi che siete venuti qui ad ascoltare gli insegnamenti. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: The Importance of Retreat

The Importance of Retreat by Lama Zopa Rinpoche

Edited from the newsletter of Vajrapani Institute, November, 1992. (Vajrapani Institute, Box I, Boulder Creek CA 95006).

What is the importance of doing retreat? Why do people need to do retreat? It is not simply to be quiet, to have a break from one’s family. Instead, there are very crucial reasons for doing retreat, very urgent reasons. Continue reading »

Preghiera di Atisha ad Arya Tara

greentara21Preghiera di Atisha ad Arya Tara

ཨོཾ། འཇིགས་པ་བརྒྱད་སྐྱོབ་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །

om, jikpa gyé kyobma la chaktsal lo

Om. Rendo omaggio a Colei che ci protegge dalle otto paure!

བཀྲ་ཤིས་དཔལ་འབར་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །

tashi palbarma la chaktsal lo

Rendo omaggio a Colei che risplende del fulgore di buon auspicio!

ངན་སོང་སྒོ་འགེགས་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །

ngensong go gekma la chaktsal lo

Rendo omaggio a Colei che chiude la porta delle rinascite inferiori!

མཐོ་རིས་ལམ་འདྲེན་མ་ལ་ཕྱག་འཚལ་ལོ། །

tori lam drenma la chaktsal lo

Rendo omaggio a Colei che ci conduce sul sentiero dei regni superiori! Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: Physical Body and Mind

Chögyal Namkhai Norbu: When we observe ourselves, we can discover how many limitations we have, how these limitations create many problems, and we can free ourselves from those problems.

Chögyal Namkhai Norbu: Relationship Between Physical Body and Mind

I am very happy to be here with all of you. This is the first time I have been in this place. In general most of the time I live in Tenerife. My origin is Tibetan and I received all my education when I was in Tibet. When I was 20 years old I came to India and two years later I was invited by the famous Tibetologist, Giuseppe Tucci, to Italy, and worked at the university in Italy for many years.As you know, for many centuries Tibet remained isolated and for that reason ancient spiritual knowledge and many ancient sciences have remained as they were up to this moment.

When I was studying in Tibet, I did not realize the value of all the education that I received there, but after working for many years at a university in the Western world, I have understood that Tibet has many things that are valuable not only for Tibetans but for all human beings.

So a little later when I finished working at university I dedicated myself to trying to communicate this knowledge to people.

I have been requested to explain a little about the relationship between body and mind. In general, in the Tibetan sciences and the spiritual path, when we speak about a human being we speak about three gates. A gate means something for entering into knowledge, or a way to come out of a problem. For example, if we want to visit a museum, we have to go through a gate or door. When we enter then we can discover what is inside. In the same way if we are inside a prison, in order to free ourselves, we need to go through the door. For that reason our physical body, our energy, and our mind are called our three gates. It is important to understand that we all have this base. If we study Tibetan medicine, it is explained and people learn it that way. That is the basis of the relationship between the physical body and the mind. Continue reading »

Khensur Ciampa Thegchog, Commentario al testo di Je Tzong Khapa: L’Essenza delle Buone Spiegazioni

Khensur Ciampa Thegchog: La saggezza che realizza la vacuità è la causa principale per tagliare la radice dell’esistenza condizionata.

Khensur Ciampa Thegchog, Commentario al testo di Je Tzong Khapa: L’Essenza delle Buone Spiegazioni.

Proprio come la desideriamo noi, tutti gli esseri desiderano la felicità; e proprio come non la vogliamo noi, tutti gli esseri non vogliono la sofferenza. Ebbene, gli insegnamenti di Buddha contengono i metodi per eliminare la sofferenza e stabilire definitivamente la felicità, non solo per noi, ma anche per tutti gli altri.
All’inizio occorre coltivare l’amorevole gentilezza e la compassione verso ogni essere, e l’aspirazione di aiutarli ad abbandonare la sofferenza e trovare la felicità. Se non siamo in grado di sviluppare subito amore e compassione nei confronti di ognuno, almeno possiamo smettere di causare loro del male. Sempre più persone si stanno rendendo conto dell’importanza degli insegnamenti di Buddha, sia per se stessi che per la società. Seguendo il sentiero che lui ha mostrato, non danneggiamo nessuno, e procuriamo benefici a tanti. D’altra parte, se non riusciamo a praticarli, il difetto è nostro, e non degli insegnamenti!
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Ven. Khensur Ciampa Thegchog: Insegnamenti sulla vacuità

Ven. Khensur Ciampa Thegchog

Ven. Khensur Ciampa Thegchog: Insegnamenti sulla vacuità tratti dall’esperienza.

Sviluppare la motivazione corretta. Perché meditare sulla vacuità. La realizzazione della vacuità recide la sofferenza alla radice. Differenti livelli di sorgere dipendente. Il sorgere dipendente dei fenomeni permanenti. Come la concezione di una vera esistenza genera attaccamento ed odio. Come la concezione di un’esistenza intrinseca conduce alla produzione di karma negativo. Le due differenti modalità d’afferrasi alla vera esistenza. L’io convenzionalmente esistente. Sorgere in dipendenza di una designazione mentale. Base valida e conoscitore valido. Vuoto o vacuità d’esistenza intrinseca e sorgere dipendente sono sinonimi. 

Sviluppare la motivazione corretta All’inizio di ogni pratica spirituale occorre riflettere su quale sia la nostra motivazione: si tratta di un punto estremamente importante!

Ciò vale quando recitiamo mantra o leggiamo scritture, quando facciamo un ritiro, ma anche quando svolgiamo una qualsiasi azione a beneficio degli altri, e di certo prepararsi generando una buona motivazione è fondamentale sia per chi impartisce che per chi riceve insegnamenti. I lama della tradizione Khadam del Tibet erano soliti dire: “Vi sono due atteggiamenti mentali fondamentali, uno all’inizio e uno alla fine!”. Il tipo di pensieri che generiamo intraprendendo un’azione ha un grande valore, e anche dopo che la si è conclusa, ve ne sono altri che è bene non manchino. Se non abbiamo una buona motivazione iniziale, può succedere che, per quanto ci impegniamo a livello fisico, verbale o mentale, non otteniamo alcun buon risultato. Continue reading »

Determine to Be Free of Problems as a Way to Happiness

Determine to Be Free of Problems as a Way to Happiness

Dr. Alexander Berzin

To deal with the stress of the Information Age, we need to examine the ways we use the Internet, with its social media, messaging, and so forth. Once we identify our self-defeating habits that just cause us further stress, we need to recognize that the source of our unhappiness is in our own minds. Continue reading »

Bodhichitta and the Two Truths in Anuttarayoga Tantra

Bodhichitta and the Two Truths in Anuttarayoga Tantra

by Dr. Alexander Berzin
Conventional and Deepest Bodhichittas

Conventional bodhichitta (kun-rdzob byang-sems, relative bodhichitta) focuses on the superficial truth (kun-rdzob bden-pa, conventional truth, relative truth) of enlightenment, such as its qualities of omniscience. Deepest bodhichitta (don-dam byang-sems, ultimate bodhichitta) focuses on its deepest truth (don-dam bden-pa, ultimate truth), namely its voidness (stong-nyid, emptiness).

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Condurre la gioia e il dolore sulla via verso l’illuminazione

Condurre la gioia e il dolore sulla via verso l’illuminazione

di Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

Omaggio

Rendo omaggio al nobile Avalokiteśvara elogiandone le virtù: Colui che gioisce sempre per la gioia degli altri
e che soffre per il dispiacere degli altri con estremo dolore;
colui che ha realizzato la virtù della Grande Compassione;
egli rinuncia, abbandonando sia la propria gioia sia il proprio dolore.”
[1]

Comunicazione d’intento

Illustrerò brevemente come condurre sulla retta via la gioia e il dolore. L’insegnamento più inestimabile al mondo e strumento essenziale per la vita spirituale. Esso si divide in due parti: Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: La mente non ha inizio

Lama Zopa Rinpoce: La natura della mente è chiara luce priva di forma e la mente ha la capacità di percepire gli oggetti.

Lama Zopa Rinpoce: La natura della mente è chiara luce priva di forma e la mente ha la capacità di percepire gli oggetti.

LA MENTE NON HA INIZIO di Lama Zopa Rinpoce

Se la mente avesse il suo inizio con la nascita dell’essere, allora non ci sarebbe scopo per la vita né alcuna ragione per l’esistenza della mente. Se non ci fosse motivo per la nascita o rinascita e la morte, allora non ci sarebbe la continuità delle vite l’esistenza dei differenti esseri e certamente non ci sarebbe motivo per la ricerca della verità (metodo interiore), per correre desiderosi dietro i possedimenti esterni.

Se non ci fosse la continuità della mente non ci sarebbe motivo logico di esistere per la sofferenza nella vita, nonostante tutti i tentativi umani di trovare la felicità, per esempio, mediante la comodità materiale e il progresso scientifico. Comunque, il mondo attuale sta diventando più insoddisfacente, aggressivo e indomabile. Continue reading »

Offering prayer before a meal

Offering prayer before a meal or mealtime prayer, prayer before eating

To the Unsurpassable Guide, the Precious Buddha.

TON PA LA ME SANG GYE RINPOCHE

To the unsurpassable Protector, the Precious Dharma.

KYOB PA LA MED DAM CHO RINPOCHE
To the Unsurpassable Savior, the Precious Sangha.

DREN PA LA MED GENDUN RINPOCHE

I offer to Three Supreme Sources of Refuge. Continue reading »

Satipatthana sutra

Sakyamuni Buddha: Chiunque pratichi i quattro fondamenti della consapevolezza per una settimana, può aspettarsi uno di questi due frutti: la più alta comprensione in questa vita o, se rimane qualche residuo di afflizione, il frutto del non-ritorno.

Sakyamuni Buddha: Chiunque pratichi i quattro fondamenti della consapevolezza per una settimana, può aspettarsi uno di questi due frutti: la più alta comprensione in questa vita o, se rimane qualche residuo di afflizione, il frutto del non-ritorno.

Il Sutra sui quattro fondamenti della consapevolezza

Satipatthana sutta (Theravada) dal Majjhima Nikaya, 10. Tradotto dal pali da Thich Nhat Hanh e Annabel Laity. (Prima versione)

Sezione prima

Udii queste parole del Buddha a Kammassadharma, una città del popolo dei Kuru. Il Buddha si rivolse ai bhikkhu: “O bhikkhu”. I bhikkhu risposero: “Venerabile Signore”.

Il Buddha disse: “Bhikkhu, c’è una via meravigliosa per aiutare gli esseri viventi a realizzare la purificazione, superare direttamente il dolore e la tristezza, porre fine alla sofferenza e all’ansia, percorrere il retto sentiero e realizzare il nirvana. È la via dei quattro fondamenti della consapevolezza. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Practicing Patience

Practicing Patience by Lama Zopa Rinpoche

Zopa Rinpoche gave this talk at Vajrapani Institute in May, 1997. It was transcribed and edited by Bhikshuni Thubten Chodron and is a chapter from A Chat about Heruka: Skillful Means to Take an Everlasting Holiday in the Pure Land of Vajrayogini, Tagpa Kacho, to be published by Lama Yeshe Wisdom Archives.

Q. I’m not at the level yet where I can use meditation on emptiness or the illusory nature of phenomena as an antidote to my anger. Continue reading »

Risveglio, coltivare la mindfulness nella vita quotidiana

Il mistero della consapevolezza è che è veramente al di là delle parole.

La prefazione al libro di Jon Kabat-Zinn, Risveglio

Che cosa intendiamo quando parliamo di «coltivare la mindfulness»? Per noi esseri umani la mindfulness, la consapevolezza, è sicuramente una delle cose più difficili del mondo a cui poter attingere in modo coerente (anche se non è una «cosa»), pur potendone avere un assaggio e potendo riconoscere questa esperienza in un istante, in ogni istante.

L’invito è sempre quello: fermarsi un momento, solo un momento, e lasciarsi cadere nella veglia.

È tutto qui. Fermati e lasciati cadere, ossia: entra nell’esperienza di sperimentare e, anche per il più breve dei momenti, tienila semplicemente nella consapevolezza così com’è in un attimo, o in altre parole in questo momento senza tempo che chiamiamo ora, il solo momento che abbiamo davvero.

Per fortuna, se perdiamo questo momento perché siamo distratti da una cosa o da un’altra, o perché siamo presi nei nostri pensieri o nelle nostre emozioni, oppure perché siamo impegnati a fare ciò che sembra sempre aver bisogno di essere fatto, c’è sempre il momento successivo per ricominciare, per fermarsi e per calarsi nella veglia in questo momento, ora. Sembra così semplice. E lo è. Ma non è facile. Anzi, da un certo punto di vista, per noi esseri umani un momento di mindfulness, senza alcun altro fine se non quello di essere consapevoli, è la cosa più difficile che ci sia. E per noi è ancora più complesso mettere insieme due momenti di mindfulness.

Eppure, paradossalmente, la mindfulness non implica affatto fare qualcosa. In realtà, è un non fare, un non fare radicale. Proprio in ogni momento di non fare si trovano pace, intuizione, creatività e nuove possibilità riguardo a vecchie abitudini mentali e a vecchie abitudini di vita. Proprio in questo o in qualsiasi momento del non fare, sei già giusto, già perfetto, nel senso di chi e che cosa sei.

Quindi, proprio in quel momento hai già raggiunto lo scopo in maniera profonda, sei ben oltre ciò che pensi di essere e oltre quelle idee e opinioni che possono condizionare e talvolta limitare drasticamente la tua visione dell’insieme più ampio. Per non parlare delle tue possibilità di sperimentare quella integrità e di trarne beneficio. E la cosa più interessante di tutte è la consapevolezza che «quel momento» non esiste in un altro tempo, se non nel pensiero. In realtà, c’è solo questo momento di caduta.

Niente di tutto ciò significa che non riuscirai a portare a termine quello che fai.

Infatti, quando il tuo fare viene fuori dall’essere, quando è veramente un non fare, è un fare decisamente migliore e più creativo e persino più facile di quando ci sforziamo di fare qualcosa senza averne consapevolezza momento per momento. Quando il nostro fare nasce dall’essere, diventa parte integrante e intima di una storia d’amore con la stessa consapevolezza e con la nostra capacità di abitare quello spazio nella mente e nel cuore nonché di condividerlo con chi è altrettanto impegnato a realizzare quel modo di essere: potenzialmente tutti noi. E niente di questo significa, come viene spiegato in dettaglio in tutti e quattro i volumi di questa serie, che ciò che stai vivendo deve essere sempre piacevole, sia durante la pratica della meditazione formale sia nello svolgimento della tua vita. Non lo sarà. E non lo può essere.

L’unica ragione per cui la mindfulness vale qualcosa è che è profondamente e assolutamente all’altezza della sfida di relazionarsi con saggezza con qualunque esperienza, che sia piacevole, spiacevole o neutra, voluta o indesiderata, persino orribile o impensabile.

La mindfulness è in grado di incontrare e di abbracciare la sofferenza a testa alta, se e quando è la sofferenza che predomina in un particolare momento o periodo della tua vita. Non impariamo molto sul non fare a scuola, anzi, ma molti di noi hanno vissuto da bambini momenti di un eccellente non fare. In realtà, tanti di noi. A volte giunge come una meraviglia, a volte sembra un gioco. E a volte emerge come la preoccupazione per qualcun altro, un momento di gentilezza. In altre parole, la mindfulness è tutta relativa all’essere, e alla vita che si svolge qui e ora, così com’è, e abbracciata nella consapevolezza. Pertanto, non ha bisogno praticamente di nessuno, perché sta già accadendo.

Tutto ciò che richiede è imparare a risiedere nell’esperienza diretta di questo momento, qualunque esso sia, senza pensare per forza che il momento sia «tuo» in particolare. Dopo tutto, se lo esamini al microscopio, anche «tu» è solo un costrutto del pensiero. Potresti infatti scoprire che chi pensi di essere non è che un resoconto molto scarso e almeno in parte inaccurato di chi e di che cosa sei in realtà. In un istante, puoi riconoscere quanto è veramente grande la dimensione completa del tuo essere. Sei già completo, già integro come sei. Allo stesso tempo fai parte di un insieme molto più ampio, comunque tu lo voglia definire. E quell’intero più grande, chiamiamolo mondo, ha bisogno di quella versione pienamente incarnata e più realizzata di te. La nostra interezza si manifesta nella vita di tutti i giorni come veglia, consapevolezza pura.

La nostra consapevolezza è una capacità umana innata a cui di rado prestiamo attenzione o che altrettanto di rado apprezziamo o impariamo ad abitare. E, per ironia della sorte, è già tua, formalmente parlando. Sei nato con essa. Non hai quindi bisogno di acquisirla, hai solo bisogno di familiarizzare con questa dimensione del tuo essere. La tua capacità di consapevolezza rappresenta maggiormente quello che sei «tu» ed è più utile di qualsiasi altra cosa per te, inclusi tutti i tuoi pensieri e tutte le tue opinioni (avere pensieri e opinioni è ugualmente importante finché non ci crediamo e ci aggrappiamo a loro come fossero la verità assoluta).

E poiché il paradosso è che tutti noi siamo già chi siamo nella nostra pienezza questo significa che nel coltivare la mindfulness non c’è letteralmente nessun posto dove andare, niente da fare e nessuna esperienza straordinaria che ti manca o che si suppone tu debba avere.

Il fatto che tu sia in grado di provare qualsiasi cosa è già estremamente speciale. Per assurdo, tuttavia, questa verità non viene quasi mai riconosciuta e cerchiamo invece quel qualcosa di speciale che sembra sempre in qualche modo eludere o frustrare il nostro desiderio, forse quel perfetto momento meditativo nella tua fantasia di ciò che la meditazione dovrebbe produrre se tu la «praticassi» in maniera corretta.

Non c’è nulla da acquisire perché non ti manca nulla e non c’è bisogno di niente, nonostante quello che i tuoi abituali schemi di pensare e di desiderare potrebbero suggerirti in un dato momento. Sei già integro, già completo, già vivo in questo momento, già magnifico come sei adesso. Quindi, nessun «miglioramento» è necessario o possibile. Questo è tutto! L’unica cosa che ci manca è riconoscere l’attualità della vita che si sta svolgendo in questo momento – in quanto «tu», in quanto «me» – in ogni dimensione di quel dispiegarsi nel presente senza tempo che chiamiamo ora e realizzarlo, permettendogli di essere catturato e quindi reso reale nella sua pienezza.

Non ci sono parole per questo perché le parole, in tutta la loro potenza e bellezza, quando sono abilmente messe insieme sono semplicemente elementi con cui pensiamo alle cose una volta rimosse dalla comprensione diretta. A questo punto, entriamo nel dominio della poesia pura, dove cerchiamo di usare le parole per andare oltre le parole, per trasmettere ciò che non è possibile dire con una frase in prosa.

A questo punto, stiamo attingendo a quello che un collega chiama «significato olistico implicito», molto più simile a provare direttamente qualcosa e a conoscerlo nelle ossa, nel cuore, al di sotto delle parole e dei concetti che potremmo applicare all’esperienza successiva. Forse, infine, è questa capacità che ci rende umani piuttosto che automi. Ed è proprio qui che incrociamo il dominio della pratica innata della mindfulness.

Il mistero della consapevolezza è che è veramente al di là delle parole. È intrinseca al nostro essere. Tutti noi già la possediamo e ne siamo sempre in possesso. È più vicina che mai. Eppure, incredibilmente, ho già usato moltissime parole per indirizzarti verso la comprensione di qualcosa che già ti appartiene, già fa parte di te, di chi sei davvero in quanto essere umano.

Spero di averlo sottolineato con efficacia e che le mie parole risuonino con te e in te a un livello profondamente intuitivo, al di là dei termini adottati e delle storie raccontate nelle pagine che leggerai. Questo libro e gli altri di questa serie sono pieni di parole. Ce ne sono a migliaia. Eppure tutti e quattro i volumi vogliono offrire solo suggerimenti, prospettive perché tu possa guardare, sentire, sentire mentre ti fermi e ti lasci cadere, perché tu possa fermarti e lasciarti cadere e poi, ancora, fermarti e lasciarti cadere, momento dopo momento. Cadere in che cosa? In qualunque cosa sia più a portata di mano, più attinente, più rilevante per te nel momento. Nell’attualità di adesso, delle cose come sono.

Jon Kabat-Zinn, Risveglio – Corbaccio

(Tratto dal sito https://nalandaedizioni.it/2019/07/12/risveglio-coltivare-la-mindfulness-nella-vita-quotidiana/ che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Alan Wallace: Le Dimensioni Nascoste

Sua Santità il Dalai Lama con Alan Wallace

Le Dimensioni Nascoste: un’intervista con Alan Wallace

Nel suo libro “Hidden Dimensions”, “Le Dimensioni Nascoste”, Alan Wallace colma il divario fra il mondo della scienza ed il reame spirituale. La teoria della relatività ontologica di Alan Wallace suggerisce che i fenomeni mentali non emergono dal cervello. Piuttosto, essi sorgono da una dimensione della realtà che è più profonda della biforcazione fra mente e materia.

Domanda: Cos’è la coscienza? Può darci un significato base dei vari modi di come viene compresa questa concezione da parte degli scienziati e buddhisti?

Alan Wallace

Un primario punto di forza della scienza è la sua gamma di metodi empirici per misurare oggettivamente fenomeni fisici e quantificabili per poi sottoporre questi dati misurati all’analisi quantitativa. La coscienza invece è soggettiva, non manifesta caratteristiche fisiche ed è qualitativa e non quantitativa. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: La punizione dell’altro è la punizione di sé stessi.

Thich Nhat Hanh: Quando dici qualcosa di veramente scortese o quando agisci per ritorsione
..la tua rabbia aumenta.
Tu fai soffrire l’altra persona e lei, a sua volta, farà di tutto per risponderti con qualcosa che la faccia sentire meglio.
Ecco come nasce l’escalation dei conflitti;
è successo così tante volte in passato!
…eppure, l’esperienza, non vi ha insegnato niente.
Cercare di punire l’altro non fa che peggiorare la situazione.
La punizione dell’altro è la punizione di sé stessi.

Ghesce Ciampa Ghaiatzo: recitare ogni giorno il Sutra del Cuore della Saggezza

Ven. Ghesce Ciampa Ghaiatzo: Preghiamo affinché questa preziosa rinascita umana venga utilizzata positivamente e, vita dopo vita, tutti possano progredire nel Dharma e accrescere la propria saggezza.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatzo: È estremamente utile recitare ogni giorno il Sutra del Cuore della Saggezza, perché come risultato svilupperemo la nostra intelligenza e diminuiremo la nostra ignoranza.

Inoltre, leggere o ascoltare questi insegnamenti del Sutra del Cuore della Saggezza genere una incredibile quantità di energia positiva, che è bene dedicare affinché, in ogni angolo del mondo, cessino le guerre, i conflitti, gli omicidi e tutti gli uomini possano sperimentate una autentica e infinita gioia.
L’ azione del dedicare l’energia positiva che abbiamo creato è importante, perché anche solo un attimo di rabbia può spazzare via dalla nostra mente tutti i meriti positivi che abbiamo accumulato in passato, e questo significa sprecare miseramente il nostro tempo e la nostra vita. Al contrario, dedicare i meriti è come avere dei certificati di credito che danno interessi : i meriti continueranno a produrre incessantemente dei frutti e in questo modo, superando gli eventuali momenti negativi, si conserveranno sino al momento della nostra illuminazione.
Preghiamo affinché questa preziosa rinascita umana venga utilizzata per un buon fare e, vita dopo vita, tutti possano progredire nel Dharma e accrescere la propria saggezza.

Shantideva: La preghiera in sette rami

Shantideva: La preghiera in sette rami

Prendo una direzione sicura, fino al mio stato purificato, dai Buddha, dal Dharma, e dall’Assemblea Suprema. Grazie alla forza positiva della mia generosità e così via, che io possa attuare la Buddhità per aiutare coloro che vagano.
Che la superficie della terra in ogni direzione possa essere pura, senza nemmeno un sassolino, liscia quanto il palmo della mano di un bimbo, naturalmente splendente, come lo è una gemma di berillo.
Che oggetti umani e divini di offerta, effettivamente disposti e quelli immaginati come nuvole impareggiabili di offerte di
Samantabhadra, possano riempire completamente la sfera dello spazio.
(1) Mi prostro a tutti voi Buddha che hanno adornato i tre tempi, al Dharma e all’Assemblea Suprema, inchinandomi con corpi numerosi quanto tutti gli atomi del mondo.
(2) Proprio come
Manjiushri e altri hanno fatto offerte a te, il Trionfante, così anch’io faccio offerte a voi, i miei Guardiani Così Andati, ed alla vostra progenie spirituale.
(3) Per tutta la mia esistenza samsarica senza inizio, in questa e in altre vite, ho involontariamente commesso atti negativi, o fatto sì che altri li commettessero, e
d inoltre, oppresso dalla confusione dell’ingenuità, me ne sono rallegrato: qualunque cosa io abbia fatto, li considero come errori e li dichiaro apertamente a voi, i miei Guardiani, dal profondo del mio cuore.
(4) Con piacere, gioisco dell’oceano di forza positiva per il fatto che avete sviluppato obiettivi di
bodhicitta per dare felicità ad ogni essere limitato, e delle vostre azioni che hanno aiutato esseri limitati.
(5) Con i palmi premuti insieme, vi supplico Buddha di tutte le direzioni: per favore fate risplendere la lampada del Dharma per esseri limitati che soffrono e brancolano nel buio.
(6) Con i palmi premuti insieme, ti supplico Trionfante che andrebbe oltre il dolore: ti imploro, rimani per eoni infiniti per non lasciare nella loro cecità questi esseri erranti.
(7) Grazie a qualunque forza positiva che ho accumulato mediante tutti questi che ho fatto così, che io possa rimuovere ogni sofferenza di tutti gli esseri limitati.
Indirizzando e offrendo ai campi di
Buddha questa base – infusa di acque profumate, disseminata di fiori, e adornata con Monte Meru, quattro isole, un sole, e una luna – che tutti gli esseri erranti siano condotti verso le terre pure.
Om idam guru ratna mandal -kam nir-yatayami. Offro questo mandala a voi, guru preziosi.

Yan-lag bdun-gi smon-lam” da Shantideva, “Impegnarsi nel comportamento dei bodhisattva” (sPyod-‘jug, scr. Bodhisattvacharya-avatara) tradotto da Alexander Berzin; traduzione italiana a cura di Claudio Li Calzi.

(Tratto dal sito https://studybuddhism.com/it/buddhismo-tibetano/testi-originali/testi-sutra/la-preghiera-in-sette-rami che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Longchenpa: Finding Comfort in Ease and Meditation – 1

The first chapter of Longchenpa‘s Finding Comfort in Ease and Meditation (samten ngalso).

A Guide to Locations for Cultivating Samādhi by Longchen Rabjam

On mountaintops, in secluded forests and on islands and the like,
Places which are agreeable to the mind and well suited to the season,
Cultivate tranquil samādhi, which is single-pointed and unwavering— Continue reading »

The 1° Panchen Lama: Root Text for Mahamudra

The First Panchen Lama Lozang-chokyi-gyeltsen (Pan-chen Blo-bzang chos-kyi rgyal-mtshan): Root Text for Mahamudra “dGe-ldan bka’-brgyud rin-po-che’i phyag-chen rtsa-ba rgyal-ba’i gzhung-lam”.

Namo mahamudraya – homage to mahamudra, the great seal of reality.

I respectfully bow at the feet of my peerless guru, lord of that which pervades everywhere, master of those with actual attainment, who expounds, in a denuding manner, the diamond strong vajra sphere of mind, parted from (what can be expressed in) speech, inseparable from mahamudra, the great seal of reality, the all pervasive nature of everything. Continue reading »

The Third Karmapa: The Mahamudra Prayer

The Third Karmapa Rangjung-dorjey (Kar-ma Rang-byung rdo-rje): The Mahamudra Prayer, “Nges-don phyag-rgya chen-po’i smon-lam”

Homage to my Gurus.

(1) Gurus, yidams, and mandala figures, Triumphant Ones in the ten directions and three times, with your spiritual offspring, please regard me with affection. Inspire me that my prayers come true just as I’ve made them. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: A Letter of Practical Advice on Sutra and Tantra

Lama Tzong Khapa: A Letter of Practical Advice on Sutra and Tantra

Opening Remarks

Homage to Manjughosha. May I always be cared for by (you,) the foremost of the peerless (Dharma) expounders. Your flawless knowledge and wisdom are unimpeded even concerning the subtlest points. This is due to your familiarization, over a long time, with the methods of profound (voidness) and extensive (enlightening actions, gained) through many magnificent skillful means. Continue reading »

Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoche: Living an Appearance-Emptiness Life.

Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoche: Even your enemies become friends of your Dharma practice.

Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoche: Even your enemies become friends of your Dharma practice.

Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoche: Living an Appearance-Emptiness Life.
You know the supreme path that is free from coming and going,
And you teach the true nature of all phenomena,
While never leaving a single being out of your compassion’s embrace,
Great mother, noble Tara, I bow at your feet.
Since all phenomena, outer and inner, are dependently existent mere appearances,
They have no inherent nature, they are just appearance-emptiness.
If you know how they resemble dreams and illusions,
All comings and goings will be open and relaxed.
Since appearances of friends and enemies are dependently existent,
Both are appearance-emptiness, like rainbows, and if you know this,
That is called, “meditation on illusion.”
Within openness you will achieve inner peace.
A planet and a particle are equal,
An aeon and an instant are equal, the Buddha taught.
If you gain uncontrived certainty in this,
Within spaciousness, any work you do will come out alright.
When you are expert at studying your own mind
All that appears becomes your guru,
And even your enemies become friends of your Dharma practice.

E ma! What a wonderful miracle!
Verses composed for a student, June 24, 1998. Translated by Ari Goldfield.http://www.ktgrinpoche.org/quote/living-appearance-emptiness-life

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Il desiderio della felicità.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Discriminare correttamente le azioni positive dalle negative.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Discriminare correttamente le azioni positive dalle negative.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Il desiderio della felicità.

1. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Tutti noi desideriamo essere felici e tutti noi desideriamo non essere infelici, perciò la felicità va realizzata e l’infelicità va abbandonata, eliminata.

Così come uno desidera essere felice, allo stesso modo, tutti gli altri esseri senzienti, viventi, vogliono anche loro essere felici; così come uno non desidera di essere infelice, allo stesso modo tutti gli altri non vogliono essere infelici.

Ora, come la propria felicità personale va realizzata, ottenuta, allo stesso modo anche la felicità degli altri va realizzata, ottenuta. Come la sofferenza, il dolore personale, va eliminato, allo stesso modo anche il dolore, la sofferenza degli altri devono essere eliminati e abbandonati. Continue reading »

Vincenzo Piga: La meditazione sulla morte

Milarepa: Meditare sulla morte insegnerà agli anziani che la vita è impermanente e li spronerà alla rinuncia.

Vincenzo Piga: La meditazione sulla morte

Il pensiero della morte occupa una posizione rilevante in tutte le culture. L’Occidente produttivistico ed edonistico ha tentato di rimuoverlo dalla coscienza collettiva fino a costringere nelle metropoli quasi alla clandestinità lutti, funerali e cimiteri, con l’unico risultato di accentuare l’artificiosità del contesto psicologico qui dominante, trasformando un sentimento tra i più naturali in fonte di paure e disperazioni, ogni qualvolta l’insopprimibile realtà è riproposta dal trapasso di persone care o dai segreti presentimenti della propria fine.

È forse per reagire a simili manipolazioni che i contemplativi di vocazione cristiana ricorrono con più frequenza alle tecniche meditative di S. Ignazio, ancorate a terrificanti evocazioni della propria morte.

Che la realtà sia ben diversa da quanto appare è testimoniato anche da personaggi che più sembrano immersi nell’Oceano del Samsara: il Generale De Gaulle diceva allo scrittore Malraux che solo l’idea della morte dà un senso alla vita.

II Mahaparinirvana Sutra attribuisce al Buddha questa dichiarazione: «Fra tutte le impronte quella dell’elefante è la più grande; fra tutte le meditazioni quella della morte è la suprema».

Nel Buddhismo esistono due diverse meditazioni sulla morte. Continue reading »

Kontrul Rimpoce: L’importanza del connubio fra i sutra e i tantra

Kongtrul Rinpoche: “Nei sutra si mette l’accento sulla conoscenza e la vacuità, nei tantra sui metodi e la compassione…”

Kontrul Rimpoce: L’importanza del connubio fra i sutra e i tantra

Gli insegnamenti dei sutra e quelli dei tantra sono tra loro complemetari; è questo un concetto che è necessario comprendere bene per una buona pratica. Il Buddha ha proposto questi due insegnamenti proprio perché si completassero a vicenda.

Con gli insegnamenti dei sutra si raggiunge una giusta comprensione nel contesto della conoscenza trascendentale; con gli insegnamenti dei tantra si raggiunge una giusta comprensione nel contesto dei metodi.

Quello che conta è soprattutto il loro intreccio, che va salvaguardato in ogni caso.

Con gli insegnamenti dei sutra si può sviluppare la conoscenza della vera natura dei fenomeni e con gli insegnamenti dei tantra si possono sviluppare i mezzi abili, che permettono di conseguire le realizzazioni. Stiamo bene attenti a non separarli durante la nostra pratica! Continue reading »

Amitabha Mönlam

Amitābha, il Buddha dalla Luce Infinita.

Amitabha Mönlam

dal terma di Namchö Mingyur Dorje

ཨེ་མ་ཧོ༔ ངོ་མཚར་སངས་རྒྱས་སྣང་བ་མཐའ་ཡས་དང་༔

emaho, ngotsar sangye nangwa tayé dang

Emaho! O Amitabha, magnifico buddha di Luce infinita,

གཡས་སུ་ཇོ་བོ་ཐུགས་རྗེ་ཆེན་པོ་དང་༔

yé su jowo tukjé chenpo dang

tu che hai alla tua destra il grande e compassionevole Avalokiteshvara,

གཡོན་དུ་སེམས་དཔའ་མཐུ་ཆེན་ཐོབ་རྣམས་ལ༔

yöndu sempa tuchen tob nam la

e alla tua sinistra il possente bodhisattva Vajrapani, Continue reading »

Kyabje Dilgo Khyentse Rinpoche: Lamé Naljor

Dilgo Khyentse Rinpoche

Kyabje Dilgo Khyentse Rinpoche: Lamé Naljor

ཨ། རང་རིག་མ་བཅོས་གདོད་ནས་རྡོ་རྗེ་སེམས། །

a, rangrik machö döné dorje sem

A! Il mio rigpa, lo stato primordialmente inalterato, è Vajrasattva,

ལྷུན་གྱི་གྲུབ་པའི་སྤྱི་བོར་རིགས་ཀུན་བདག །

lhün gyi drubpé chiwor rik kün dak

spontaneamente perfetto; sul mio capo vi è colui che incarna tutte le famiglie dei buddha,

འཇམ་པའི་དབྱངས་དངོས་ཆོས་ཀྱི་བློ་གྲོས་ཆེ། །

jampé yang ngö chökyi lodrö ché

Manjushri in persona: il grande Jamyang Khyentse Chökyi Lodrö, Continue reading »

Dedication by Lama Zopa Rinpoche

Dedication by Lama Zopa Rinpoche

Zopa Rinpoche gave this dedication during the Most Secret Hayagriva retreat at Vajrapani Institute, Sept./Oct., 1997. Lightly edited by Ven. Chodron.

We give all the merits collected today from the various practices we have done, including the extensive water bowl offerings, to all sentient beings. We share all our past, present and future merits—the merits of the three times—collected by ourselves and by all Buddhas, bodhisattvas and sentient beings with all sentient beings. Continue reading »

Lama Denis Tendrup: La pratica del rifugio

Sua Santità il Karmapa con Lama Denys Rinpoche: La pratica del rifugio ci accompagna così lungo tutto il sentiero, dal primo passo fino alla sua conclusione.

Lama Denis Tendrup: La pratica del rifugio

1. Per capire bene il significato del rifugio, è opportuno prima di tutto evitare malintesi, dovuti al fatto che al “rifugiarsi” può essere attribuito un significato negativo, come di una manifestazione di debolezza e di rinuncia. “Prendere rifugio” evoca spesso in effetti l’idea di un arrendersi, di uno sfuggire di. qualcuno che “si rifugia” in ricoveri d’ogni genere per non confrontarsi con la realtà e con le proprie responsabilità.

Nel Dharma, “prendere rifugio” implica l’idea di protezione, ma anche quella di un cammino da fare e del coraggio necessario per farlo. Non si tratta affatto di arrendersi, ma, al contrario, di far fronte alla realtà assumendo pienamente la propria responsabilità di essere umano. Continue reading »

Le domande di Milinda

Nagasena: «Se questi venissero di fronte a te mentre stanno disputando, quale parte, gran re, sosterresti?».

Le domande di Milinda

Dal Milindapanna, le domande del re Milinda (Editore Ubaldini) pubblichiamo il brano dove il monaco buddhista, Nagasena dimostra al re indo-greco Menandro (in lingua pali, Milinda) il legame karmico tra lesistenza attuale e l’esistenza futura. Il vocabolo namarupa significa «nome e forma» e indica l’organismo psico-fisico.

Il re dice: «Chi rinasce, venerando Nagasena? ».

«Il namarupa rinasce, gran re».

«Che cos’è questo namarupa che rinasce?».

«Non è propriamente il namarupa che rinasce, gran re, ma, gran re, è a causa di questo namarupa che uno compie buone e cattive azioni e a causa di queste azioni un altro namarupa rinasce».

«Ma se, signore, questo namarupa non rinascesse, uno non sarebbe allora libero dai cattivi kamma?».

L’anziano dice: «Se non rinascesse, uno sarebbe libero dai cattivi kamma, ma, proprio perché rinasce, gran re, non è libero dai cattivi kamma».

«Fai un esempio».

«Gran re, se un uomo rubasse un mango di un altro ed il padrone del mango lo catturasse e lo portasse dal re e facesse vedere: “Signore, un mio mango è stato rubato da costui”; e così l’altro rispondesse: “Io non ho rubato i manghi di quest’uomo, una cosa erano i manghi che egli piantò e un’altra cosa sono i manghi che io ho rubato; io non merito una punizione”.

Gran re, non dovrebbe essere punito quest’uomo?».

«Certo, Signore, dovrebbe essere punito».

Per quale ragione?».

«Qualsiasi cosa possa dire, senza tener conto del primo (senza far riferimento al primo) quest’uomo sarà punito per il secondo (che però deriva dal primo)».

«Proprio così, gran re, se uno fa un buono o cattivo kamma a causa del namarupa, un altro namarupa rinasce a causa di questo kamma, così quello non è libero dai cattivi kamma».

«Fai un altro esempio». «Come gran re un uomo che, avendo acceso un fuoco d’inverno ed essendosi riscaldato, se ne andasse via senza spegnerlo, cosicché quel fuoco bruciasse il campo di un altro uomo ed il padrone del campo, condotto quel primo uomo dal re, facesse vedere:

Da questo uomo il mio campo è stato bruciato”, e quello replicasse:

Gran re, io non ho bruciato il suo campo, uno è il fuoco che io non ho spento, un altro il fuoco che ha danneggiato il suo campo, pertanto io non devo essere punito”.

«Non dovrebbe, gran re, essere punito quest’uomo?».

«Sì, signore, dovrebbe essere punito».

«Per quale ragione? ».

«Qualsiasi cosa dica, non tenendo conto del primo fuoco, quest’uomo deve essere punito per il secondo fuoco (che però deriva dal primo)».

«Proprio così, gran re, un kamma buono o cattivo compiuto da questo namarupa, a causa di tale kamma un altro namarupa nasce, perciò quello non è libero dal cattivo kamma».

«Fammi di nuovo un esempio».

«Come, gran re, un uomo che, prendendo una lampada e salendo nel sottotetto, la usasse e la lampada bruciando desse fuoco all’erba e l’erba bruciando desse fuoco alla casa e la casa bruciando desse fuoco al villaggio e che gli abitanti del villaggio, preso quest’uomo, facessero vedere: “Perché tu, o uomo, hai dato fuoco al villaggio?” E così costui rispondesse: “Io non ho dato fuoco al villaggio, il fuoco della lampada che io ho usato come lume è uno, il fuoco che ha bruciato il villaggio è un altro”.

«E se questi discutendo venissero alla tua presenza, quale parte, gran re, sosterresti? ».

«Quella degli abitanti, signore».

« Per quale ragione? ».

«Qualsiasi cosa costui dica, questo fuoco è stato prodotto da quello».

«Così, gran re, anche se un namarupa finisce con la morte, un altro namarupa è in atto di riprodursi e questo per di più è prodotto precisamente da quello, quell’uomo pertanto non è libero dai cattivi kamma».

«Fammi ancora un esempio».

«Come, gran re? Un uomo che, chiesta una bambina in matrimonio e, datone il prezzo, se ne andasse e lei dopo un certo tempo (attraverso una successiva condizione) raggiungesse l’età adulta e un altro uomo, avendone pagato il prezzo, la sposasse, il primo, ritornato, portrebbe parlare così:

Perché mai tu, pezzo di mascalzone, hai preso mia moglie?”

E quello potrebbe rispondere: “Io non ho preso tua moglie, una era la ragazza che hai chiesto in sposa, giovane e tenera e per cui hai pagato il prezzo, un’altra è la ragazza cresciuta ed in età adulta che io ho chiesto in sposa e per cui ho pagato il prezzo”.

Se costoro venissero alla tua presenza qual parte, gran re, sosterresti? ».

«Quella del primo uomo, signore».

«Per quale ragione? ».

«Qualsiasi cosa possa dire, è a causa di quella bambina di prima che (la ragazza) adulta esiste ».

«Proprio così, gran re, anche se un namarupa finisce con la morte… non è completamente libero dai cattivi kamma ».

«Fammi ancora un esempio».

«Come, gran re, un uomo che avendo comprato una tazza di latte dalla mano di un pastore e lasciatala nella mano di lui se ne andasse e pensasse: tornerò domani a prenderla. Ma se il giorno seguente (il latte) si fosse cambiato in caglio ed egli, tornato, così parlasse: “Dammi il barattolo di latte”. E, se (il pastore) gli mostrasse il caglio, potrebbe l’altro dire così: “Io non ho comperato latte cagliato da te, dammi il mio barattolo di latte” e potrebbe allora il pastore parlare così: “Senza che tu lo sapessi il latte è divenuto caglio”.

«Se questi venissero di fronte a te mentre stanno disputando, quale parte, gran re, sosterresti?».

«Quella del pastore, signore».

« Per quale motivo? ».

« Qualsiasi cosa possa dire, esso è prodotto precisamente da quello».

«Proprio così, gran re, anche se un namarupa finisce con la morte… non è completamente libero dai cattivi kamma ».

«Sei sagace, venerando Nagasena». https://maitreya.it/wp-content/uploads/2020/02/Paramita-23.pdf

Lama Denis: Lo Yoga della divinità come alchimia spirituale

Lama Denys Rinpoche con Luciano Villa, Antonello Marzocchella e Graziella Romania

Lama Denis: Lo Yoga della divinità come alchimia spirituale

È questo il secondo articolo sul vajrayana, tradotto dalla rivista “Dharma” (n. 9/90) dell’Istituto Karma Ling di Arozllard (Savoia).

1. Il vajrayana è uno sviluppo del Mahayana di base o Paramitayana, pratica delle sei paramita o perfezioni (v. Paramita 38, p. 12); la motivazione comune ai due sentieri è il bodhicitta, che peraltro nel vajrayana è praticato con maggiore intensità. Il vajrayana (letteralmente: veicolo di diamante) è scelto in quanto metodo ritenuto potente e rapido; ma chi vi si impegna, oltre a possedere una buona preparazione ed eccezionali capacità, deve essere animato da una aspirazione altruistica cosi forte da non poter sopportare che per tutto il tempo necessario alla realizzazione del proprio risveglio gli altri esseri continuino a trasmigrare e a soffrire nei sei mondi. La principale motivazione del praticante è di essere quanto prima in grado di aiutare gli altri a realizzare il risveglio. Continue reading »

Sakya Trizin: Nettare dell’immortalità

The 41st Sakya Trizin

The 41st Sakya Trizin

La buona pioggia del nettare dell’immortalità

Preghiera per la lunga vita di Sogyal Rinpoche

Composta da Kyabjé Sakya Trizin

མཐའ་ཀླས་སྤྲོས་མཚན་ཉེར་ཞི་ཆོས་སྐུའི་ཀློང༌། །

talé trötsen nyershyi chökü long

Nella vastità del dharmakaya, al di là degli estremi, là dove ogni elaborazione concettuale è pacificata, Continue reading »

La preghiera di Yeshe Tsogyal

Yeshe Tsogyal

Yeshe Tsogyal

La preghiera di Yeshe Tsogyal

ན་མོ་གུ་རུ༔

namo guru

Namo Guru

སློབ་དཔོན་ཆེན་པོ་པདྨ་འབྱུང་གནས་ལྷོ་ནུབ་སྲིན་པོའི་ཡུལ་དུ་གཤེགས་པའི་དུས༔ མང་ཡུལ་གུང་ཐང་ལ་ཐོག་ཏུ་ཡེ་ཤེས་མཚོ་རྒྱལ་གྱིས་ཕྱག་དང་བསྐོར་བ་བྱས༔ གུ་རུའི་ཞབས་སྤྱི་བོར་བླངས་ནས་སྨོན་ལམའདི་ལྟར་བཏབ་པ༔

Quando, al passo di Gungthang nel Mangyul, il Grande Maestro Padmasambhava stava per recarsi a sud ovest, nella terra dei rakshasa, Yeshe Tsogyal si prosternò, fece una circoambulazione intorno a lui, e, ponendo il piede del Maestro sul proprio capo, pronunciò questa preghiera: Continue reading »

Preghiera a Guru Rinpoche

Chokgyur Dechen Lingpa

Chokgyur Dechen Lingpa

Preghiera a Guru Rinpoche per eliminare gli ostacoli e realizzare i desideri

Terma di Chokgyur Dechen Lingpa

དུས་གསུམ་སངས་རྒྱས་གུ་རུ་རིན་པོ་ཆེ༔

dü sum sangye guru rinpoche

Guru Rinpoche, tu che incarni i buddha del passato, del presente e del futuro,

དངོས་གྲུབ་ཀུན་བདག་བདེ་བ་ཆེན་པོའི་ཞབས༔

ngödrub kün dak dewa chenpö shyab

Signore di tutti i siddhi, Guru di Grande Beatitudine,

བར་ཆད་ཀུན་སེལ་བདུད་འདུལ་དྲག་པོ་རྩལ༔

barché kün sel düdul drakpo tsal

Tu che elimini gli ostacoli, l’Irato che soggioga i mara, Continue reading »

Patrul Rinpoche: Practice of Tārā

Green Tara

Green Tara

Brief Windhorse Practice of Tārā

by Patrul Rinpoche

བསླུ་མེད་མཆོག་གསུམ་སྤྱི་དང་རྗེ་བཙུན་མ། །

lumé chok sum chi dang jetsünma

Through the blessing and power of the unfailing Buddha, Dharma and Saṅgha, and of Jetsünma,

རྒྱལ་ཡུམ་འཕགས་མ་སྒྲོལ་མའི་བྱིན་མཐུ་ཡིས། །

gyalyum pakma drolmé jin tu yi

Mother of the buddhas, Noble Tārā,

བདག་གི་ཚེ་བསོད་དཔལ་འབྱོར་སྙན་གྲགས་རྣམས། །

dak gi tsé sö paljor nyendrak nam

May our lifespan, merit, prosperity and renown Continue reading »

Patrul Rinpoche: Introduction to the Bardos

Patrul Rinpoche: At first, when you are certain that you are going to die, you must cut all ties and attachment to this life. 

A Brief Introduction to the Bardos by Patrul Rinpoche

Patrul Rinpoche: At first, when you are certain that you are going to die, you must cut all ties and attachment to this life.

Generally, whenever physically embodied beings die, they first experience the twenty phases of coarse dissolution, which are as follows:

As the aggregate of form dissolves, the limbs twitch, and the body loses its strength and power.

As the mirror-like wisdom dissolves, the mind grows unclear and hazy.

As the earth element dissolves, the body grows dry.

As the eye faculty dissolves, sight becomes unclear and the eye takes on a rounder shape.

As the object form dissolves, the body loses its vitality and weakens. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Abbandonare le dieci azioni negative

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Se una persona ha vissuto positivamente, quindi ha accumulato sufficientemente delle azioni positive ed ha abbandonato abbondantemente le azioni negative, quando arriverà il giorno della sua morte sarà molto felice di morire, si sentirà sicura; sarà molto contento di come ha vissuto e poi sarà fiducioso di come sarà il suo futuro.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Se una persona ha vissuto positivamente, quindi ha accumulato sufficientemente delle azioni positive ed ha abbandonato abbondantemente le azioni negative, quando arriverà il giorno della sua morte sarà molto felice di morire, si sentirà sicura; sarà molto contento di come ha vissuto e poi sarà fiducioso di come sarà il suo futuro.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Abbandonare le dieci azioni negative

2. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Ecco perché nell’autodisciplina morale, che è uguale per tutti quanti, almeno nel sentiero interiore, è indicato di abbandonare le dieci azioni negative, tra le quali abbiamo: abbandonare l’uccidere, abbandonare il rubare, abbandonare l’avere rapporti sessuali scorretti, tipo adulterio, abbandonare il mentire e via dicendo. Dobbiamo abbandonare queste cose perché queste sono le azioni che portano danneggiamenti, che danneggiano, che feriscono, che disturbano gli altri e quindi diventa importante evitarle.

Diventa importante per esempio, abbandonare la prima, l’uccidere. E’ importante perché come noi riteniamo la nostra vita estremamente preziosa, sacra, estremamente importante, è allo stesso modo uguale anche per tutti gli altri. Tutti gli altri considerano la propria vita preziosa come noi consideriamo preziosa la nostra. Perciò diventa importante evitare di uccidere. Continue reading »

Canto del Vajra

Canto del Vajra

Non nato,
eppure continua senza interruzione,
non compare né scompare,
onnipresente,
Dharma supremo,
spazio immutabile al di là di ogni
definizione,
si autolibera spontaneamente.
Stato perfetto
senza alcuna ostruzione,
esistente sin dal principio,
autocreato, senza dimora,
senza niente di negativo da rifiutare,
e niente di positivo da accettare
spazio infinito onnipervadente,
immenso e senza limiti né confini,
senza nulla da dissolvere
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H.H.The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: On The Short Sadhana of Amitabha

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: This is a non-dual practice of sutra and tantra leading to non-dual realization, and non-dual accumulation of wisdom and merit.

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: This is a non-dual practice of sutra and tantra leading to non-dual realization, and non-dual accumulation of wisdom and merit.

The Oral Commentaries of His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: On The Short Sadhana of Amitabha Buddha and The Pureland of Dewachen

We begin on page 2 of the text. The first word is ‘Namo’. ‘ Namo’ means “I bow down to, prostrate to, or make obeisance to”. To whom? To the Three Jewels, the Buddha, the Dharma, and the Sangha. In addition to, or as another mode of manifestation of the Three Jewels, there is what is called ‘The Three Roots’. They are one’s teachers, the lamas; the chosen deities, the Yidams; and the Dakinis who are the forces of inspiration manifesting as enlightened females. All beings who have attained any stature of enlightenment: Buddhas, Bodhisattvas, any of those in whose mind has arisen enlightenment. In all of them, I go for refuge for the sake of establishing all sentient beings in the state of Buddhahood. In this one stanza of four lines, there are two processes, where both refuge and the generation of bodhicitta are contained. Continue reading »

Tilopa: Canto di Mahamudra

Tilopa: L’azione suprema unisce grande ingegnosità e assoluto distacco.

Tilopa: Canto di Mahamudra

Il Vuoto non ha bisogno di supporto.

Senza compiere alcuno sforzo,

restando sciolti e naturali,

è possibile spezzare il giogo,

e ottenere la Liberazione.

Se, guardando nello spazio, non si vede nulla,

e se, allora, con la mente si osserva la mente,

si distrugge ogni distinzione

e si raggiunge la Buddhità.

Le nubi che vagano per il cielo

non hanno radici, non hanno casa;

e così sono anche i pensieri discriminanti

che attraversano la mente.

Quando si è vista la mente universale,

ogni discriminazione cessa.

Nello spazio nascono forme e colori,

ma lo spazio non è macchiato né dal bianco né dal nero. Continue reading »

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima: Condurre la gioia e il dolore sulla via verso l’illuminazione

Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima: L’orefice purifica le impurità dall’oro sciogliendolo nel fuoco e continua a pulirlo con dell’acqua fino a che questo diventi flessibili; così è per la mente.

Condurre la gioia e il dolore sulla via verso l’illuminazione

di Dodrupchen Jigme Tenpe Nyima

Omaggio

Rendo omaggio al nobile Avalokiteśvara elogiandone le virtù:

Colui che gioisce sempre per la gioia degli altri
e che soffre per il dispiacere degli altri con estremo dolore;
colui che ha realizzato la virtù della Grande Compassione;
egli rinuncia, abbandonando sia la propria gioia sia il proprio dolore.”
[1]

Comunicazione d’intento

Illustrerò brevemente come condurre sulla retta via la gioia e il dolore. L’insegnamento più inestimabile al mondo e strumento essenziale per la vita spirituale. Esso si divide in due parti:

  1. Il modo in cui accettare la sofferenza come cammino verso l’illuminazione.

  2. Il modo in cui accettare la felicità come cammino verso l’illuminazione. Ogni punto si divide ulteriormente in due parti, in base al punto di vista della realtà relativa e della realtà assoluta.

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Le principali scuole buddiste indiane e tibetane

LE PRINCIPALI SCUOLE BUDDHISTE INDIANE E TIBETANE.

1) HINAYANA

Sravaka” (‘uditori’) vengono chiamati tutti gli aderenti all’insegnamento buddhista durante i primi 5 secoli della storia del Buddhismo. Successivamente, col sorgere verso il sec. d.C. del Mahayana e in contrapposizione a questo, quella forma di Buddhismo fu chiamata Hinayana. La figura principale di quest’ultimo fu l’indiano Buddhaghosa (4° sec. d.C.).

Gli Hinayanisti attuali chiamano la loro Scuola “Theravada” (‘dottrina degli antichi’) e se stessi “Theravadin” (che è la forma pali di “staviravõdin”). Sono diffusi in Sri Lanka (dal sec.), Myanmar, Thailandia, Laos e Cambogia.

L’antico sistema degli Sravaka comprendeva i sistemi filosofici detti: Continue reading »

La quintessenza dell’Hevajratantra

Così sapendo, lo yogî perfettamente assorbito nell’esercizio consegue senza dubbio la realizzazione, pur essendo una persona con pochi meriti.

La quintessenza dell’Hevajratantra

La gente si inganna,
non conosce la vera realtà;
priva della vera realtà,
non conseguirà la realizzazione.

Certamente la purezza di tutte le cose
è detta essere la realtà così com’è.

Le sei facoltà sensoriali,[1]
i cinque aggregati,[2]
le sei basi [esterne][3]
e i cinque elementi[4]
sono per natura puri,
ma oscurati dalle afflizioni
[causate] dall’ignoranza.

Gli esseri sono proprio buddha,
ma oscurati dall’impurità accidentale. Rimuovendo tale [impurità],
senza dubbio gli esseri sono proprio buddha.

Gli oggetti, come la forma, eccetera,
e qualsiasi altra cosa appaia agli yogī,
hanno tutti la natura della purezza,
giacché l’universo è fatto di buddha. Continue reading »

Tilopa: Il Tesoro dei Cantici

Tilopa

Tilopa

Il Tesoro dei Cantici di Tilopa


Omaggio al glorioso Essere Adamantino.

Omaggio al Grande Sigillo, autocoscienza immutabile.

Tutti i fattori dell’esistenza scaturiscono dalla sostanza del Grande Sigillo e lì si dissolvono.

Essa non è qualcosa e non è neppure nulla, perché è al di là di qualsiasi determinazione. Siccome non è conoscibile mentalmente, non ricercarne il significato.

Tutti i fenomeni sono per loro natura falsi, perciò non sono da abbandonare né all’inizio né alla fine [del cammino spirituale].

Qualsiasi cosa la mente possa conoscere, qui non è considerato come il vero modo d’essere della realtà: la realtà autentica non è [fatta conoscere] dal maestro né è [conosciuta] dal discepolo. Continue reading »

Milarepa: Entering the Dharma Gate

Milarepa

Milarepa

Entering the Dharma Gate by Jetsun Milarepa

Though grief in the Ocean of Samsara
Is preached, and its renunciation is urged,
Few people are really convinced
And renounce it with determination.
Though knowing that life will ever turn to death,
Few feel uneasy, or think that it will end.
Though their life is blessed with good prospects,
Few can practice abstention for a day.
Though the Bliss of Liberation is expounded
And Samsara’s pains are stressed,
Few can really enter the Dharma Gate.
Though the profound Pith-Instructions
Of the Whispered Lineage are given without stint, few
Without fail can practice them.

Though the teaching of Mahamudra is expounded
And the Pointing-out demonstration is exercised,
Few can really understand the Essence of Mind.
To the hermit’s life and the Guru’s wish
One can always aspire, but few
Can put them into practice.
The perfect, skillful path of Naropa
May be shown, without concealment,
But those who can really follow it
Are very few. My dear lad,
You should follow in my footsteps
If in this life you want to do
Something that is worthwhile.

http://viewonbuddhism.org/resources/texts.html#3

H. H. Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: Refuge

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: The Buddha actually said “I don’t want people developing faith out of respect for me, or because they got a big flash from me. Practice what I teach, and if it works for you, then develop faith in me.”

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: The Buddha actually said “I don’t want people developing faith out of respect for me, or because they got a big flash from me. Practice what I teach, and if it works for you, then develop faith in me.”

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: Refuge Vow Ceremony.

Today I am giving refuge. We are engaged in the ceremony of taking refuge. We say that we take refuge, or go for refuge to the Buddha, the Dharma, and the Sangha. Those are the Three Objects of Refuge. Let us examine what these Three Objects of Refuge mean. First of all, in English and in Sanskrit, the name ‘Buddha’ seems to indicate or point to a particular person, but in actuality what is meant by ‘Buddha’ is a state of awakening which is composed of two factors. In Tibetan, the word is ‘Sangye’. The first syllable of the word is ‘Sang’, Sang means to have completely purified the mindstream of all the stains and defilements deriving from ignorance, or unknowing, in other words the primitive beliefs about the nature of reality. It is the elimination all faults, or negativity, from the mindstream. The second syllable is ‘gye’, which means to completely awaken and maximize all positive qualities innate to the mind itself. Continue reading »

Longchenpa: The Final Instruction on the Ultimate Meaning.

Longchenpa: Whatever occurs and whatever you experience, strengthen your conviction that they are all insubstantial illusions ..

Longchenpa: Whatever occurs and whatever you experience, strengthen your conviction that they are all insubstantial illusions ..

Longchenpa’s Final Instructions, by Erik Pema Kunsang

Mirror to Reflect the Most Essential
Longchen Rabjam: The Final Instruction on the Ultimate Meaning.

Single embodiment of compassionate power and activities,
in the infinite mandalas of all-encompassing conquerors,
glorious guru, supreme lord of a hundred families,
forever I pay homage at your feet.

Ema! Listen here, you fortunate yogis.
At present we have achieved the perfect human body

of freedoms and riches.

We have met the precious teachings of the greater vehicle.

We now have the independence

to genuinely apply the sacred dharma,

so do not squander your life on pointless things. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Cosa significa praticare il Dharma?

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Una volta che abbiamo scoperto l’origine della sofferenza, allora dovremmo conoscere se è possibile eliminarla. 

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Una volta che abbiamo scoperto l’origine della sofferenza, allora dovremmo conoscere se è possibile eliminarla.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Cosa significa praticare il Dharma?

3. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Quale potrebbe essere un esempio per definire che quella azione diventa una azione della pratica di Buddha-Dharma?

Un esempio potrebbe essere quello di:

1) capire innanzi tutto che Buddha Sakyamuni è colui che mostra come uno potrà realizzare la vera protezione, il vero rifugio;

2) capire che la vera protezione, il vero rifugio è la realizzazione personale, cioè Dharma, l’insegnamento;

3) capire che i compagni dei praticanti, Sangha, sono compagni che incoraggiano a realizzare questo rifugio, questa protezione.

Quindi, avendo capito questo, dovremo fare la richiesta a Buddha, Dharma, Sangha, di darci la forza necessaria per la nostra pratica. Sulla base di questo dovremo cercare di applicare la massima attenzione o prudenza, coscienziosità, sui propri comportamenti, cioè sulle azioni del corpo e della parola. Un esempio della pratica di Buddha Dharma a livello basilare potrebbe essere di agire consapevolmente, correttamente, evitare le azioni negative e invece compiere il più possibile le azioni positive. Continue reading »

Pabongka Rinpoche: Heart-Spoon

Heart-Spoon By Pabongka Rinpoche

Lama Zopa Rinpoche explains about Heart-Spoon:

“What is a heart-spoon? When you’re eating, you use a small spoon to extract the very best portion of the food in front of you. Similarly, this teaching on impermanence and death by Pabongka Dechen Nyingpo helps you extract the most precious essence from this human life: the ability to secure the happiness of all future lives, liberation from cyclic existence, and enlightenment for the sake of all sentient beings.” Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La mente dell’illuminazione

Ven. Ghesce Yesce Tobden: C’è un segno esteriore che può indicare la presenza della mente dell’illuminazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: C’è un segno esteriore che può indicare la presenza della mente dell’illuminazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La mente dell’illuminazione

4. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Domanda: Come bisogna fare in occidente, secondo Ghesce-la, per entrare in connessione con gli esempi dell’insegnamento intesi come maestri?

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Un modo potrebbe essere quello, innanzitutto, di ascoltare il maestro, cioè la persona che parla, e analizzare se quello che lui dice è di beneficio per sé o no. In altre parole mettendo in pratica quello che ci viene detto se produce l’effetto detto dal maestro o no. Continue reading »

La meditazione analitica e la meditazione stabilizzante

Dr. Alexander Berzin: La meditazione analitica e la meditazione stabilizzante

Calmarsi

Lavorare su noi stessi in termini di rifugio o bodhicitta implica ascolto, riflessione e la meditazione sugli insegnamenti. Il concentrarsi sul respiro per calmarsi (cosa che alcune persone pensano sia tutto ciò in cui consiste shamatha), è soltanto un preliminare a questi tre. Il solo calmarci non elimina le cause dei nostri problemi anche se può renderci più lucidi nell’affrontarli.

Ascolto

Dall’ascolto (thos) otteniamo la consapevolezza discriminante (shes-rab, san. prajna, saggezza) che sorge dall’ascolto, che consiste nel distinguere le parole. Distinguiamo (‘du-shes, riconoscere) le asserzioni buddhiste da altre asserzioni e siamo sicuri di ciò. Ci facciamo un’idea di parole del Dharma come “possiedo una preziosa rinascita umana,” ma non sappiamo assolutamente cosa vogliano dire. Possiamo supporre (yid-dpyod) che siano vere per rispetto verso il Buddha, ma non le comprendiamo.

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Ven. Ghesce Yesce Tobden: Il karma

Il Ven. Ghesce Yesce Tobten col Ven. Ghesce Ciampa Ghiatzo

Il Ven. Ghesce Yesce Tobten col Ven. Ghesce Ciampa Ghiatzo

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Il karma

5. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

In che modo solo la loro pratica del Buddha-Dharma, del sentiero interiore, potrà aiutare queste persone durante la morte e dopo la morte? Per rispondere a questo dobbiamo analizzare all’indietro. Il corpo che abbiamo ora è la maturazione o lo sviluppo di due semi che abbiamo ottenuto dal padre e dalla madre. Quindi lo spermatozoo dal padre e l’ovulo, il sangue, dalla madre, e dall’unione di queste due sostanze, materie, si è sviluppato il nostro corpo. Il fatto di essere nato come essere umano deriva da un karma, cioè è frutto di un karma positivo che è stato accumulato precedentemente. Continue reading »

Patrul Rinpoche: Bodhichitta

annap1Aspiration to Generate Bodhichitta, Utterly Pure and Supreme

by Patrul Rinpoche

Namo guru!

Your mind, many aeons ago, rid itself of all deceit,
Your speech, honest and true, is free of any form of artifice,
Your body’s acts are disciplined and unpretentious—
Great sage, genuine and wise, to you I prostrate!

Buddha’s heirs, who have seen the ultimate meaning,
Speakers of truth, whose words have prophetic power, Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La sofferenza dell’esistenza ciclica

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Non riusciamo a trovare un oggetto che esiste come tale, di per se stesso.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Non riusciamo a trovare un oggetto che esiste come tale, di per se stesso.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La sofferenza dell’esistenza ciclica

6. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Parlando della sofferenza della esistenza ciclica parliamo di sei tipi di sofferenze generali:

1. la prima sofferenza dell’esistenza ciclica in generale, vale a dire il primo tipo di sofferenza che viene affrontato da qualsiasi essere senziente, da qualsiasi forma di vita, è l’insoddisfazione Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Trattato di pace con la Terra

Thich Nhat Hanh: Mi impegno a praticare ciò che ho segnato in questa lista, così da ridurre l’impatto ecologico del mio stile di vita.

Thich Nhat Hanh: Mi impegno a praticare ciò che ho segnato in questa lista, così da ridurre l’impatto ecologico del mio stile di vita.

Thich Nhat Hanh: Trattato di pace con la Terra

Questo foglio suggerisce un certo numero di passi da intraprendere per ridurre l’impatto delle tracce che lasciamo sulla Terra, in senso ecologico. Ti invitiamo a leggerli e, se ti ispirano, a prendere l’impegno di rispettarne alcuni o tutti, marcandoli con il segno “√”. I passi che stai già praticando andranno invece segnati con una “X”. Quando hai terminato, copia i tuoi impegni su un foglio che potrai portare con te come promemoria.
[
Per chi conosce l’inglese e usa il computer: ti invitiamo a scaricare la versione inglese in formato pdf da www.earthpeacetreaty.org o dal sito del Deer Park Monastery www.deerparkmonastery.org/peace_treaty.pdf e a spedire il tuo Trattato di pace all’indirizzo riportato in nota a fine testo. I tuoi impegni saranno pubblicati su un sito web dove altri praticanti e amici potranno leggerli e trarre ispirazione dalle tue azioni.]

Io, _______________________________________________, mi impegno a: Continue reading »

Thich Nhat Hanh: I quattro mantra dell’amore.

Thich Nhat Hanh: Nel vero amore, non c'è posto per l'orgoglio.

Thich Nhat Hanh: Nel vero amore, non c'è posto per l'orgoglio.

Thich Nhat Hanh: I quattro mantra dell’amore.

Tratto da un discorso di Thich Nhat Hanh del ritiro estivo del 1996.

Quando amate qualcuno, dovete essere veramente presenti per l’altro. Ho conosciuto un bambino di dieci anni al quale il padre aveva chiesto cosa desiderasse per il suo compleanno. Il bambino non seppe rispondere: il padre era ricco e avrebbe potuto permettersi di comprargli qualsiasi cosa. Ma il ragazzino disse soltanto: ‘Papà, voglio te!’. Il padre era sempre troppo occupato e non aveva tempo per la moglie e i figli. Per dimostrare vero amore, dobbiamo renderci disponibili. Se quel padre imparasse a respirare consapevolmente e a essere presente per suo figlio, potrebbe dire: ‘Figlio mio, sono veramente qui per te’. Continue reading »

Lama Yeshe: True Dharma Practitioners Welcome Trouble

Lama Thubten Yeshe: If you understand your own attitude and level and know what you need at any particular moment in time.

Lama Thubten Yeshe: If you understand your own attitude and level and know what you need at any particular moment in time.

Lama Yeshe: True Dharma Practitioners Welcome Trouble

Sometimes when people first hear Dharma teachings on happiness and suffering they think that happiness depends upon suffering and that if they were to be completely free of suffering there would be no way to experience happiness. I can see where the idea comes from. In a way it’s quite logical: if there’s no misery there’s no happiness; misery and happiness are interdependent phenomena. This is human experience. It’s my experience too.

When I was studying at Sera in Tibet from the ages of nine to twenty-four, I took many teachings and received many commentaries from excellent teachers. I was well looked after by my uncle, who made sure I never went hungry or thirsty and took care of me in general. It was a typical monastic life and it was really good. And from my side I tried my best to study and practice Dharma.
But still, in 1959, the Chinese kicked us out. Well, not exactly, but they did not allow people to practice Dharma, so I thought that if I want to keep practicing there was no reason to stay in Tibet. So I escaped to India. Not only were the Chinese preventing us from practicing, they were shooting people dead and even though I had been studying and practicing, I didn’t feel ready to die. Continue reading »

Lama Yesce: That’s the Lam-rim!

Lama Yesce: Don't think that renunciation means giving something desirable up. But there's a dangerous fire burning inside you. That's what you have to extinguish; what you have to renounce, is the flaming mind of grasping attachment. That's what's burning you.

Lama Yesce: Don't think that renunciation means giving something desirable up. But there's a dangerous fire burning inside you. That's what you have to extinguish; what you have to renounce, is the flaming mind of grasping attachment. That's what's burning you.

Lama Yesce: That’s the Lam-rim!

Those who understand the entire evolution of samsara see that it’s ignorance that makes people dedicate their whole lives, beginning to end, to the pursuit of temporal pleasure without getting bored. Therefore there’s a need for meditation, not only for religious people but also for those who are not religious. Liberation is not only for religious people. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Integrating What You’ve Heard

Lama Yesce: Where do samsaric beings come from and why are we born on this earth?

Lama Yesce: Where do samsaric beings come from and why are we born on this earth?

Lama Thubten Yeshe: Integrating What You’ve Heard

In the early 70s, Lama Yeshe used to give Sunday afternoon lectures at Kopan Monastery and people would come from where they were staying in the immediate vicinity (very few people were able to stay at Kopan at the time) or Kathmandu. If any of these were recorded, as far as we know, none of the recordings have survived…except this one. This is the earliest recorded Lama Yeshe teaching by at least two years.

Lama Thubten Yeshe

You’ve spent quite a lot of time with me now, listening to my explanations of Lama Tsongkhapa’s approach to both the fundamental human problem and your individual ones. After all these months, you need to come to a conclusion from what you’ve read and heard; you need to integrate the teachings within yourself.

Listening to my words you might think, “Yes, what he’s saying is true,” but experience and actualization are very different from mere intellectual understanding. Continue reading »

La Preghiera di Kuntzangpo, il Buddha Primordiale Samanthabadra.

primordial-buddha-kuntuzangpo-sergey-noskovLa Preghiera di Kuntzangpo, il Buddha Primordiale Samanthabadra.

Ho! Tutte le cose – apparenza ed esistenza, samsara e nirvana, hanno una singola base, eppure hanno anche due sentieri e due realizzazioni, che magicamente si manifestano come consapevolezza e non consapevolezza.

Attraverso la preghiera di Kuntuzangpo, possano tutti gli esseri diventare dei Buddha, completamente perfezionati nella dimora del Dharmadhatu. La base di tutto è non condizionata, e la grande espansione autoemergente, al di là di ogni espressione, non ha né il nome di “samsara”, né il nome di “nirvana”. Realizzando soltanto questo, si è dei Buddha; non realizzando qusto, si è esseri vaganti nel samsara.

Prego, affinché tutti gli esseri dei tre reami possano realizzare il vero significato della base inesprimibile.

Io, Kuntuzangpo, ho realizzato la verità di questa base, libera da cause e condizioni, che è questa consapevolezza che sorge da sé. Essa è non macchiata da espressione esterna o pensiero interno, affermazione o negazione, e non è contaminata dall’oscurità della non consapevolezza. Perciò questa espansione che si manifesta da sé è libera da difetti. Continue reading »

A Short Dharma Teaching by His Holiness Sakya Trizin

His Holiness Sakya Trizin: “We all possess the seed of the Buddha - the true nature of our mind is pure right from the beginning. All sentient beings have this seed”.

His Holiness Sakya Trizin: “We all possess the seed of the Buddha - the true nature of our mind is pure right from the beginning. All sentient beings have this seed”.

A Short Dharma Teaching by His Holiness Sakya Trizin
Given on Monday, September 24th, 1984. Bristol, England.

Tibetan Buddhism is one of the richest traditions as it contains all the different levels of teaching give by Lord Buddha: Hinayana, Mahayana and Vajrayana. The teachings have now spread to many countries and many people are practicing them, which is good as they are the only source of benefit and happiness. Through the Buddhas great activity many different schools arose. In Tibet there are four major schools, They are like one family which has 4 jewels, if one jewel is lost, it is a great loss. Therefore it is important that all 4 traditions are preserved and continued.

Lord Buddha resolved to attain enlightenment for the sake of all sentient beings. He had accumulated a tremendous amount of merit and wisdom over 3 countless aeons. He then appeared in India as a son of the Shakya kingdom and performed the 72 great deeds. He set an example by showing that enlightenment can be attained by an ordinary person through following the noble path. Continue reading »

Ven Samdhong Rinpoche: Quattro Posizionamenti o Piazzamenti della Consapevolezza

Samdhong Rinpoche: Nel Buddismo tibetano, esiste la meditazione di concentrazione sul proprio respiro, inspirare ed espirare, come preliminare.

Il 30 luglio 2020 e il 3 agosto 2020, su richiesta di altri, Sua Eminenza il Prof. Samdhong Rinpoche ha tenuto un discorso di orientamento in due parti sui Quattro Posizionamenti o Piazzamenti della Consapevolezza, tramite webcast, come parte di una serie di discorsi di orientamento tramite webcast in Luglio – agosto 2020, su richiesta di altri sulle pratiche spirituali.

Il primo giorno del discorso di orientamento sulla collocazione della consapevolezza dei quattro, Sua Eminenza ha iniziato con l’intuizione che i quattro sono la prima sezione dei trentasette attributi che conducono all’illuminazione (Quattro consapevolezze https://www.sangye.it/altro/?p=6507, Quattro abbandoni completi https://www.sangye.it/altro/?p=6507, Quattro fattori di poteri miracolosi (quattro “gambe”) https://www.sangye.it/altro/?p=6507, Cinque facoltà https://www.sangye.it/altro/?p=6510, Cinque poteri https://www.sangye.it/altro/?p=6510, Sette diramazioni del sentiero verso l’illuminazione https://www.sangye.it/altro/?p=6515, Nobile ottuplice sentiero https://www.sangye.it/altro/?p=6518, che appartengono al percorso del praticante di livello inferiore, il che significa che non esiste un quarto collocamento o piazzamento qualificato della consapevolezza nel continuum mentale di coloro che non sono entrati nel percorso. Tuttavia, le pratiche dei quattro possono essere eseguite fin dall’inizio. Dato che si tratta di un argomento molto vasto e sarebbe difficile parlarne in breve tempo, il discorso di orientamento sarà rivolto ai principianti per comprendere meglio le quattro posizioni della consapevolezza.

La fonte di istruzioni dei Sūtra sulla collocazione della consapevolezza sono Sūtra come, Il Sūtra sulla collocazione della consapevolezza, che comprende quattro volumi nella traduzione tibetana, ed è quindi così vasto.

Successivamente, Sua Eminenza ha sottolineato che il mezzo per ottenere una visione profonda speciale è d’aver prima raggiunto il calmo dimorare, che, nel contesto dei Tre Addestramenti (Moralità, Concentrazione – meditazione, Saggezza), è l’addestramento alla concentrazione meditativa. E il posizionamento della consapevolezza include la pratica della visione profonda, mentre oggigiorno nella tradizione Ārya Sthāvarī (tradizione Theravada) non sembra esserci menzione del calmo dimorare, piuttosto, in termini di guida di un allievo, direttamente dalla visione speciale la pratica viene fatto e, di conseguenza, nel nome viene descritto come “Vipassana”, che in tibetano è lhag thong: lhag mthoṅ, vipaśyanā, intuizione speciale. E nei loro corsi vengono insegnati principalmente la consapevolezza del corpo e la consapevolezza del sentimento.

Definendo la frase, Sua Eminenza ha spiegato che “mindfulness” è una mente secondaria che ricorda, senza dimenticare, un evento passato, e “piazzamento” è posizionare la consapevolezza per rimanere salda, non perdersi subito, immediatamente. Tuttavia ciò non implica che la mente che pone la consapevolezza debba essere una consapevolezza, ci sono sia consapevolezza che saggezza.

Sua Eminenza ha continuato: Nel Buddismo tibetano, esiste la meditazione di concentrazione sul proprio respiro, inspirare ed espirare, come preliminare alla meditazione sul calmo dimorare. Sebbene non sia una posizione di consapevolezza di tipo qualificato, la include. Quando l’oggetto focale del calmo dimorare non è stato confermato, ci si concentra sull’inspirazione e sull’espirazione; e c’è anche il luogo in cui l’inspirazione e l’espirazione stessa vengono mantenute come oggetto focale del calmo dimorare, e questo è forse simile al posizionamento della consapevolezza.

Successivamente, Sua Eminenza ha parlato dettagliatamente dei quattro piazzamenti o posizioni della consapevolezza.

Poiché esiste già una registrazione video di un discorso di quattro giorni sui Quattro Posizionamenti della Consapevolezza, nel maggio 2018, di Sua Eminenza il Prof. Samdhong Rinpoche, in inglese, visualizzabile su questo link (https://www.youtube.com/ watch?v=aIUYMqLMAKI), la trascrizione del presente discorso di orientamento di due giorni sull’argomento non è stata preparata al momento, anche se alla fine verrà trascritta.

La registrazione video di questo discorso di orientamento di due giorni sui quattro posizionamenti della consapevolezza, in tibetano, è visionabile a questo link: https://www.facebook.com/Samdhongrinpoche%20/videos/vb.516299501756817/616247919092893/

Chögyal Namkhai Norbu: Bodhicitta

Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche: Fondamentale nel Mahayana è l’intenzione. L’intenzione è considerata molto importante. Quando parliamo di bodhicitta, la prima cosa menzionata è l’intenzione. Nella vita, in ogni circostanza, possiamo osservare che tipo di intenzione abbiamo. Se siamo presenti nella nostra intenzione, allora non dobbiamo seguire regole e tutto funziona.

Nessuno sarà realizzato o illuminato solo studiando i concetti della mente. Bisogna ritrovarsi nello stato della conoscenza e rendere concreta questa conoscenza. Buddha disse: “Ho trovato una conoscenza molto profonda e molto illuminata, uno stato molto pacifico, al di là di ogni concetto. E quando lo comunico agli altri non capiscono”.

Questa è conoscenza, non qualcosa che viene analizzato a livello logico. Non sto dicendo che i termini logici non servano, ma dipende.

Fin dall’inizio, gli insegnamenti Dzogchen sono stati spiegati in molti modi dai maestri. Ci sono vie intellettuali e poi la via simbolica, che è collegata allo stile tantrico. Esiste anche il metodo diretto: dalla conoscenza direttamente alla conoscenza. Questa è quella che viene chiamata la trasmissione della conoscenza degli esseri realizzati.

È essenziale capire che anche se gli insegnamenti vengono spiegati intellettualmente, ciò che viene comunicato non è intellettuale. E, se non si riesce a trasmettere questa conoscenza, tutto diventa solo aride parole. Molte persone hanno una sorta di convinzione di possedere un qualche tipo di conoscenza. Quando ho incontrato il mio Maestro Changchub Dorje, ero davvero convinto di avere molta conoscenza, soprattutto degli insegnamenti buddisti. Non pensavo a me stesso come a una persona molto stupida. Quando ho incontrato il mio Maestro per la prima volta, ero molto orgoglioso, perché quando il mio Maestro insegnava parlava a persone non molto istruite. Ero un po’ sconvolto e ho pensato, beh, conosco i sutra, i tantra e la filosofia buddista. Credevo davvero che questo fosse il significato degli insegnamenti.

Molte persone hanno questo tipo di atteggiamento e pensano di sapere davvero qualcosa. Ma devi capire cosa significa conoscenza. Un buon esempio di ciò fu quando Manjushrimitra incontrò Garab Dorje. Manjushrimitra fu uno dei più grandi studiosi di quel periodo in India e la guida principale della scuola Yogācāra. Era considerato il Pandit supremo.

Quando seppero che Garab Dorje dava un insegnamento che andava oltre la legge di causa ed effetto, i buddisti si preoccuparono molto. Gli insegnamenti buddisti, soprattutto i sutra, si basano sul principio di causa ed effetto quindi, ovviamente, è strano quando qualcuno parla di andare oltre causa ed effetto. Molti studiosi e pandit sentivano di dover andare a trovare Garab Dorje e scoprire cosa stava succedendo. Come dice un famoso proverbio: “Se c’è un piccolo incendio, è meglio spegnerlo subito. Altrimenti si svilupperà e non potrai più spegnerlo”. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu on Bodhicitta

His Holiness the Dalai Lama con Chögyal Namkhai Norbu: “If the teachings are being explained intellectually, that which is being communicated is not intellectual.”

No one will be realized or enlightened just by studying the concepts of the mind. One has to find oneself in the state of knowledge, and really make this knowledge concrete. Buddha said, “I have found a knowledge that is very profound and very enlightened, a very peaceful state, beyond all concepts. And when I communicate this to others they do not understand”. This is knowledge, not something that is analyzed on the level of logic. I am not saying that logical terms have no use but it depends.

From the beginning, Dzogchen teachings have been explained in many ways by the masters. There are intellectual ways and then the symbolic way, which is connected with the tantric style. There is also the direct method: from knowledge directly to knowledge. This is what is called the transmission of the knowledge of realized beings.

It is essential to understand that even if the teachings are being explained intellectually, that which is being communicated is not intellectual. And if you do not succeed in transmitting this knowledge, everything just becomes dry words. Many people have a kind of conviction that they have some kind of knowledge. When I met my Master Changchub Dorje, I was really convinced that I had a lot of knowledge, especially of the Buddhist teachings. I did not think of myself as someone who was very stupid. When I met my Master for the first time, I had a lot of pride, because when my Master was teaching he was speaking to people who were not very educated. I was a bit blown up and thought, well, I know the sutras, the tantras and Buddhist philosophy. I really believed this was the meaning of the teachings.

Many people have this kind of attitude and think that they really do know something. But you have to understand what knowledge means. A good example of this was when Manjushrimitra met Garab Dorje. Manjushrimitra was one of the greatest scholars of that period in India and the principal guide of the Yogācāra school. He was considered the supreme Pandit. Continue reading »

Generare e sostenere la motivazione della responsabilità universale

Generare e sostenere la motivazione della responsabilità universale

Nagarjuna dal Fondamento della Saggezza:

Spinto dalla tua suprema mente compassionevole

hai insegnato il puro Dharma
per eliminare tutte le visioni (distorte):
mi prostro a Gothama.

Chandrakirti, la strofa dell’omaggio all’inizio del “Supplemento della Via di Mezzo”:

Solo la mente compassionevole è il seme per il grande raccolto dei Vittoriosi, nel mezzo è come

l’acqua per il suo sviluppo e
infine la maturazione che porta l’usufrutto continuo.

Quindi, fin dall’inizio lodo la Grande Compassione.

Ancora dallo stesso testo:

Uditori e i Realizzatori solitari della realtà nascono dal Re dei Soggiogatori,

I Buddha nascono dai Bodhisattva,
la mente compassionevole, la comprensione non duale
e la mente dell’illuminazione sono le cause dei Figli dei Vittoriosi.

Sua Santità il Dalai Lama: Continue reading »

La Preghiera In Sette Rami

La Preghiera In Sette Rami

1. Prostrazioni.
A tutti i Tathagata dei tre tempi che sono i leoni della razza umana

In tutte le dieci direzioni degli universi
A tutti voi senza eccezione
Mi prostro con il corpo, parola e mente.

Per il potere di questa preghiera delle Buone Azioni
Tutti i Vittoriosi appaiono direttamente alla mia mente:
Mi prostro con un numero di corpi pari agli atomi degli universi

Che si inchinano a tutti i Vittoriosi.

2. Offerte.
In ciascun atomo risiedono tanti Buddha per quanti atomi esistano

E sono circondati dai Figli dei Vittoriosi:
Immagino che tutta la sfera della realtà
sia completamente pervasa da loro

Con un oceano inesauribile di lodi
Con il suono di un oceano di melodie differenti

Esprimo le supreme qualità di tutti i Vittoriosi E lodo tutti i Tathagata.

A ciascuno di questi Vittoriosi offro

Ghirlande perfette di fiori bellissimi

Musiche, unguenti e parasoli

Lampade supreme e ottimo incenso,

Vestiti eccellenti e profumi buonissimi
Cumuli di incenso in polvere come il monte meru

Tutti disposti in modo stupendo
Li offro a tutti questi Vittoriosi.

Queste vaste offerte insuperabili

Visualizzando tutti i Vittoriosi
Con la spinta della fede nelle Buone Azioni

Le offro prostrandomi a tutti i Vittoriosi. Continue reading »

Cos’è l’illuminazione?

Lavoriamo per aiutare gli altri senza aspettarci nulla in cambio.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è l’illuminazione?

L’illuminazione significa diventare un Buddha – l’apice dello sviluppo e del potenziale umano – ed è l’obiettivo finale nel Buddhismo. È qualcosa che ogni singolo essere sulla terra ha il potenziale di raggiungere.

Al momento non siamo dei Buddha, al contrario sperimentiamo una vita piena di problemi e di costanti alti e bassi. Siamo bloccati in questo modo perché le nostre menti proiettano automaticamente assurdità su ogni cosa e crediamo veramente che sia la realtà. Agiamo in modi che pensiamo ci portino felicità vera, ma che finiscono soltanto con il causarci sofferenza. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è la mente?

Mediante l’allenamento delle nostre menti, possiamo trasformare in modo radicale le nostre esperienze migliorandole, e con uno sforzo sostenuto, questo cambiamento positivo diventerà spontaneo

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è la mente?

La mente è l’esperienza soggettiva, individuale, di “qualcosa” che cambia sempre, momento per momento.

Il concetto di “mente” è difficile da catturare, e lingue differenti lo concettualizzano in modo diverso. Il termine buddhista per mente in sanscrito è chitta, e possiede un ampio spettro di significato. Esso include la percezione sensoriale, il pensiero verbale e astratto, le emozioni, sentimenti di felicità e infelicità, attenzione, concentrazione, intelligenza e di più. Quando il Buddhismo parla della mente, si riferisce ad ogni tipo di attività mentale. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Un giorno nella vita di un buddhista

Decidiamo che oggi proveremo ad aiutare gli altri in qualunque modo sia possibile, e se non è possibile, almeno ci asterremo dal causare qualunque danno.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Un giorno nella vita di un buddhista

Gli insegnamenti buddhisti offrono moltissimi consigli su come condurre le nostre vite quotidiane. Dai un’occhiata qui sotto.

Quando ci svegliamo

Dopo esserci svegliati e prima di alzarci, dovremmo sentirci incredibilmente felici e grati che siamo ancora in vita, pronti ad affrontare un nuovo giorno. Stabiliamo una forte intenzione di:

  1. Rendere il giorno significativo.

  2. Non sprecare la preziosa opportunità che abbiamo per lavorare su noi stessi e per aiutare gli altri.

Se dobbiamo andare al lavoro, decidiamo di provare ad essere concentrati e produttivi. Non ci arrabbieremo, non diventeremo impazienti o scontrosi con i nostri colleghi. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è la compassione?

La compassione è particolarmente efficace quando è unita alla conoscenza e alla saggezza, in modo tale da prendere la decisione giusta su come agire.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è la compassione?

Nel Buddhismo, la compassione è il desiderio che gli altri siano liberi dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza. Essa è basata sul comprendere i sentimenti delle altre persone, specialmente quando abbiamo patito i stessi tormenti. Anche se non abbiamo mai sperimentato quello che hanno sofferto, possiamo metterci nei loro panni e provare quanto terribile dev’essere stato. Immaginando quanto vorremmo esserne privi, desideriamo fortemente che anche gli altri siano liberi da tale sofferenza. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è l’amore?

È quando realmente arriviamo ad amare noi stessi, che possiamo veramente amare gli altri.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è l’amore?

L’amore è il desiderio che gli altri siano felici e abbiano le cause della felicità. Basato sulla comprensione che tutti vogliano ugualmente essere così, è universale e senza riserve. Esso include la qualità di essere sensibile ai bisogni degli altri e la disponibilità a contribuire alla loro felicità. Può essere esteso in egual modo verso tutti, indipendentemente dalla loro relazione con noi o da cosa abbiano fatto, e non aspetta nulla in cambio. Nel Buddhismo, l’amore è la fonte più grande di felicità.

Amore vs. attaccamento

L’amore è spesso accompagnato da altre emozioni. Con un attaccamento poco salutare, noi esageriamo le buone qualità di una persona – che sia reale o immaginaria – e neghiamo i suoi difetti. Ci aggrappiamo a loro e diventiamo turbati quando non ci prestano attenzione, pensando, “Io ti amo; non lasciarmi mai; non posso vivere senza di te”.

Il vero amore è il desiderio di mantenere la felicità di tutti gli esseri in modo imparziale, senza considerare se ci piacciono o no. – Yongdzin Ling Rinpoche

L’amore nel Buddhismo include un sentimento di vicinanza con gli altri, ma non è basato sul fatto che anche loro ci amino e si prendano cura di noi o no, e quindi non c’è dipendenza con nessuno. L’amore mischiato all’attaccamento e alla dipendenza è instabile. Se la persona che amiamo fa qualcosa che ci ferisce, potremmo non amarla più. Semplicemente osserva quanti matrimoni cominciano con l’amore e finiscono con il divorzio! Quando siamo liberi dalle aspettative, nulla ci può smuovere. Proprio come i genitori amano sempre e vogliono il meglio per il loro bambino monello, sviluppare un amore stabile ci dà la forza di affrontare persino le persone più impegnative. Ci vuole allenamento, ma tutti noi ne abbiamo la capacità. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è la meditazione?

Nessuno è perfetto, e tutti noi possiamo trovare qualche cattiva abitudine che vorremmo eliminare. Fortunatamente, queste abitudini non sono scolpite nella pietra, ma possono essere cambiate.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è la meditazione?

La meditazione è un metodo per sviluppare stati mentali benefici. Facciamo questo generando ripetutamente certi stati mentali finché non diventino un’abitudine. Fisicamente, è stato dimostrato che in effetti la meditazione crei nuovi percorsi neurali.

I benefici della meditazione

Ci sono molti differenti stati mentali benefici che possiamo sviluppare attraverso la meditazione:

  • Essere più rilassati, e meno stressati;

  • Essere più concentrati, e meno disorientati;

  • Essere più calmi, liberi da preoccupazioni costanti;

  • Avere una comprensione migliore di noi stessi e delle nostre vite, e degli altri;

  • Avere maggiori emozioni positive, come amore e compassione.

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A. Berzin, M. Lindén: Cos’è la pratica buddhista?

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è la pratica buddhista?

Il punto centrale nel Buddhismo consiste nel lavorare per superare i nostri difetti e realizzare i nostri potenziali positivi. I difetti includono la mancanza di lucidità e uno squilibrio emotivo, che generano confusione sulla vita. Di conseguenza, agiamo in modo compulsivo, spinti da emozioni disturbanti come rabbia, avidità, e ingenuità. I nostri potenziali positivi includono la nostra abilità di comunicare in modo chiaro, di comprendere la realtà, di immedesimarci con gli altri, e di migliorare noi stessi.

Il punto di partenza della pratica buddhista consiste nel calmare le nostre menti ed essere consci, il che significa ricordarsi costantemente di essere consapevoli di come stiamo agendo e parlando con altri, e di come stiamo pensando quando siamo da soli. Continue reading »

HH Dudjom Rinpoche: Prayer to Recognize my own Faults

HH Dudjom Rinpoche: “If you want to establish the teachings, Make them firm in your mind. In the depths of mind, you will find Buddhahood.

HH Dudjom Rinpoche: “If you want to establish the teachings, Make them firm in your mind. In the depths of mind, you will find Buddhahood.

Prayer to Recognize my own Faults by HH Dudjom Rinpoche, Jigdral Yeshe Dorje

I pay homage to the Guru!

Shakyamuni, Victorious One.
Supreme guide of the realm for this fortunate aeon,
Sons of the Victorious one,
Assembly of noble Bodhisattvas who tame sentient beings,
Lord guru, matchless savior of beings in the dark age,
The three Roots and oath-bound Dharma guardians—
Again and again, I ask from my heart,
Recalling you with longing and one-pointed mind—
Please turn your attention toward me.

Take hold of me with your lovingkindness
And with the power of your unhindered compassion
Grant your blessings that my thoughts and aims
be carried out in accord with Dharma.

Through past acts, not without merit,
I have obtained this precious human birth.
Through past merit, not slight,
I have met the sublime Dharma.

Accepted by the guru, I was able to obtain empowerments,
Blessings, and the essential instructions—
All this wealth I now hold in my hands. Continue reading »

Lama Geshe Gedun Tharchin: Dove è la mente?

Lama Geshe Gedun Tharchin: Da questi interrogativi risulta evidente come la nostra visione del mondo sia assolutamente illusoria.

Lama Geshe Gedun Tharchin: Da questi interrogativi risulta evidente come la nostra visione del mondo sia assolutamente illusoria.

Lama Geshe Gedun Tharchin: Dove è la mente?

Dov’è la mente? Questo è il problema principale da affrontare, la mente è invisibile, senza forma, si presenta come fenomeno psicologico, di pensiero, è l’aspetto più difficile da comprendere, non è maneggevole, eppure tutta la nostra felicità o infelicità dipendono dalla mente, per questo è fondamentale saperla riconoscere, dunque meditare.

La connessione tra la meditazione e la mente è basilare così come lo è il legame tra i concetti, l’immaginazione, i pensieri con la struttura biochimica del corpo, perché lo stato biologico condiziona inevitabilmente quello mentale.

Poiché in Europa viviamo in una società avanzata culturalmente, scientificamente, tecnologicamente, siamo in grado di analizzare i fattori biochimici del corpo e la loro influenza sullo stato meditativo, un armonico funzionamento fisiologico favorisce una buona meditazione.
E’ sorprendente constatare come alcune reazioni emotive siano determinate da precise condizioni fisiche. Nella mia cultura, nei miei studi, si tendeva a considerare esclusivamente l’aspetto mentale e psicologico degli eventi, incluse le emozioni, mentre ora sappiamo che questo non è l’unico fattore che le determina, anche il corpo ha il suo peso. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Visione dell’ignoranza e visione della saggezza.

Ven. Ghesce Yesce Tobden:  Dopo aver compreso la natura dell’esistenza ciclica (che è nella natura della sofferenza) ed averne scoperto le cause, s'inizia a desiderare di liberarsi dalla sofferenza, cioè a liberare solo se stesso dalla esistenza ciclica, dalla sofferenza.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Dopo aver compreso la natura dell’esistenza ciclica (che è nella natura della sofferenza) ed averne scoperto le cause, s’inizia a desiderare di liberarsi dalla sofferenza, cioè a liberare solo se stesso dalla esistenza ciclica, dalla sofferenza.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Visione dell’ignoranza e visione della saggezza.

7. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Noi abbiamo due tipi di visione: una visione dell’ignoranza e una visione della saggezza.

La visione della nostra ignoranza è quella di mantenere questa nostra convinzione che le cose esistono di per sé, cioè in modo indipendente, inerente, a sé stante, senza dipendere dalla nostra etichetta concettuale. Questa è la visione dell’ignoranza.

Però abbiamo anche la visione della saggezza, cioè quella di afferrare esattamente come è l’oggetto, cioè percepire l’oggetto non come un oggetto che esiste di per sé, come tale, ma che esiste in dipendenza alla etichetta concettuale. La visione dell’ignoranza dell’aggrapparsi al sé viene, quindi, eliminata sviluppando la visione della saggezza, cioè realizzando la visione dello sunyata o vacuità.

La nostra ignoranza sostiene, percepisce e autoconvince che la cosa esiste in modo indipendente, che cioè l’esistenza della cosa non dipende da niente, che esiste grazie alla sua capacità autonoma, inerente, naturale: quindi la cosa esiste in modo naturale, autonomo, inerente, senza dipendere da niente. Questa è la nostra visione della ignoranza. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Le sei perfezioni.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Cosa è più vantaggioso per noi: praticare l’aggressività o la pazienza? 

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Cosa è più vantaggioso per noi: praticare l’aggressività o la pazienza?

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Le sei perfezioni.

8. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Questa persona, una volta che ha realizzato dentro di sé questo tipo di determinazione, cioè la mente dell’illuminazione, si impegna, con questa motivazione, nelle azioni, che sono principalmente sei:

la perfezione della generosità,

la perfezione della autodisciplina morale,

la perfezione della concentrazione,

la perfezione dello sforzo entusiastico,

la perfezione della saggezza,

la perfezione della pazienza. Continue reading »

Padmasambhava: Liberation Through Hearing in the Bardo

Padmasambhava: Through these gradual instructions, one will certainly be liberated within seven rebirths.

Padmasambhava: Through these gradual instructions, one will certainly be liberated within seven rebirths.

Liberation Through Hearing in the Bardo:
From the Six Wonderful Methods for Enlightenment Without Cultivation
.

Here I [Padmasambhava] shall explain the profound meaning of liberation through hearing
for the ones who have arrived at the time of death.
Among the three kinds of bardos, the first is the time of the bardo of dying.

Fortunate one of noble family, listen one-point­edly. Pay heed. Do not wander.
Every experience in this world is Mara’s dream-like illusion.
Everything is impermanent, everyone is subject to death.
Noble one, turn away from further painful states.

The experiences of whiteness, redness and blackness are all the magical display of your mind. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Uscire definitivamente dall’esistenza ciclica, dal samsara.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Se si possiede l’amore e la compassione, si ha tutta la forza necessaria per affrontare qualsiasi difficoltà e le fatiche per realizzare l’illuminazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Se si possiede l’amore e la compassione, si ha tutta la forza necessaria per affrontare qualsiasi difficoltà e le fatiche per realizzare l’illuminazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Uscire definitivamente dall’esistenza ciclica, dal samsara.

9. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Successivamente, il secondo livello, o secondo grado, di cui noi abbiamo bisogno è quello di uscire definitivamente da questa esistenza ciclica, dal samsara. Per uscire fuori definitivamente da questa esistenza ciclica abbiamo bisogno di tagliare le cause radice che ci fanno circolare in questa esistenza ciclica. Le cause radici sono le nostre personali attitudini mentali distorte che devono essere abbandonate. Dunque, abbandonando le attitudini mentali distorte realizzeremo la definitiva uscita dalla esistenza ciclica. Per abbandonare queste nostre attitudini mentali distorte dovremo applicare gli antidoti che sono i tre addestramenti superiori: Continue reading »

Mipham Rinpoche: Le strofe degli Otto Nobili Esseri d’Auspicio

bh-bodisattv༄༅། །འཕགས་པ་བཀྲ་ཤིས་བརྒྱད་པའི་ཚིགས་སུ་བཅད་པ་བཞུགས་སོ།

Le strofe degli Otto Nobili Esseri d’Auspicio, di Mipham Rinpoche

ལས་གང་ཞིག་རྩོམ་པ་ན་ཐོག་མར་འདི་ཚར་གཅིག་བརྗོད་ན་གྲུབ་པ་བདེ་བ་ཡིད་བཞིན་དུ་བྱེད་པར་འགྱུར་བས་ཅི་ནས་ཡིད་ལ་བྱའོ།

ཨོཾ། སྣང་སྲིད་རྣམ་དག་རང་བཞིན་ལྷུན་གྲུབ་པའི།

om, nang si nam dag rang scin lhün drub pé

Oṃ! Omaggio al Buddha, al Dharma e al Nobile Saṅgha—

བཀྲ་ཤིས་ཕྱོགས་བཅུའི་ཞིང་ན་བཞུགས་པ་ཡི།

Ta shi ciog ciü scing na sciug pa yi

Tutto ciò che dimora nei lieti reami delle dieci direzioni,

སངས་རྒྱས་ཆོས་དང་དགེ་འདུན་འཕགས་པའི་ཚོགས།

San ghie ciö dang ghen dün pag pé tzog

dove apparenza ed esistenza è completamente pura, la sua natura spontaneamente perfetta,

ཀུན་ལ་ཕྱག་འཚལ་བདག་ཅག་བཀྲ་ཤིས་ཤོག

kün la ciag tzel dag ciag ta sci sciog

possa tutto essere d’auspicio per noi tutti! Continue reading »

Ven. Ghesce Thupten Dargye: La Mente Liberata

Ven. Geshe Thupten Dargye: Il glorioso maestro indiano Chandrakīrti spiegò che la moralità è la causa non comune e indispensabile di rinascita nei reami superiori di felicità, in forma umana o divina.

Ven. Ghesce Thupten Dargye: La Mente Liberata.

Dialoghi sulla pratica del Buddhismo nell’era della crisi e della globalizzazione. Intervista di Leonardo Libenzi al Ven. Ghesce Thupten Dargye.

Leonardo Libenzi: Com’è avvenuto il suo incontro con il Buddhismo?
Ven. Ghesce Thupten Dargye. Mio nonno era un monaco di origini tibetane. Anche mio padre era un praticante buddhista, e mi ha insegnato i fondamenti del Dharma e della lingua tibetana scritta e parlata. Date queste premesse, il mio incontro con il Buddhismo è stato spontaneo e naturale sin dal primo momento.
Successivamente ho iniziato a studiare e praticare sotto la guida di un monaco, che era stato a sua volta in Tibet. A seguito del suo trapasso, mi sono recato in India per prendere parte ai riti funebri che si sarebbero tenuti in un distretto al confine tra l’India e il Buthan: lì ho assistito a un grande raduno di monaci tibetani che si erano trasferiti in India insieme a Sua Santità il Dalai Lama a seguito del suo esilio del 1959. Vedendoli, ho subito provato il desiderio di prendere i voti e di unirmi a loro. Così mi sono trasferito nel sud dell’India, dove via via venivano ricostruiti nuovi monasteri, e dove ho studiato a lungo per ottenere il titolo di Ghesce.
C’è stato poi un successivo incontro, quello con l’Europa, e in particolare con l’Italia.
Nel 2005 sono stato incaricato di guidare un tour in Occidente dei monaci del mio monastero di Gaden Jangtse. In quell’occasione ho subito creato un legame con l’Istituto Samantabhadra di Roma, dove sono stato invitato tre anni più tardi per condurre un ciclo di insegnamenti, e dove infine mi sono trasferito stabilmente. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Sei cause ed un effetto

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Rinforzare la motivazione, l’aspirazione di voler diventare illuminato per poter beneficiare tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Rinforzare la motivazione, l’aspirazione di voler diventare illuminato per poter beneficiare tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Sei cause ed un effetto

10. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Per far nascere dentro di noi i due tipi di aspirazione di amore e compassione abbiamo dei metodi dell’addestramento mentale. Uno dei diversi metodi è chiamato delle sei cause ed un effetto. Questo metodo dell’addestramento mentale viene chiamato “Istruzione orale sulle sei cause ed un effetto”. Sono sei punti:

1. Conoscere la madre

2. Ricordarsi o capire la sua gentilezza.

3. (Conoscendo e ricordando la sua gentilezza) Voler ripagare la sua gentilezza

Quindi il primo punto è riconoscere che tutti gli esseri senzienti sono stati nostra madre, ricordare la loro gentilezza quando sono stati nostra madre e voler ripagare tale gentilezza. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Scambiare se stesso con gli altri

Ven. Ghesce Yesce Tobden: L’attitudine mentale egoistica, quella di vedere e curare esclusivamente se stesso, di aggrapparsi a se stesso, è l’origine di moltissimi problemi e dolori, moltissime sofferenze, quindi diventa necessario abbandonarla.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: L’attitudine mentale egoistica, quella di vedere e curare esclusivamente se stesso, di aggrapparsi a se stesso, è l’origine di moltissimi problemi e dolori, moltissime sofferenze, quindi diventa necessario abbandonarla.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Scambiare se stesso con gli altri

11. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Cosa significa esattamente “scambiare se stesso con gli altri”? Per capire questo bisogna capire il nostro comportamento fisico e mentale. Finora ci siamo presi cura solo ed esclusivamente di noi stessi, ci preoccupiamo principalmente della nostra felicità e ci preoccupiamo principalmente di eliminare la nostra sofferenza, ignorando, trascurando, gli altri, quindi non prendendo in considerazione gli altri nello stesso modo in cui ci preoccupiamo di noi stessi. Nello scambiare se stesso con gli altri si tratta di spostare la considerazione sugli altri, cioè anziché continuare a considerare esclusivamente noi stessi e quindi preoccuparci solo della propria felicità e sofferenza, noi spostiamo questa considerazione, prendiamo in considerazione principalmente gli altri, quindi pensiamo principalmente alla sofferenza degli altri ed alla felicità degli altri e lasciamo per il momento da una parte la nostra, non ci preoccupiamo fortemente di noi stessi.

Perché dovremmo prendere in considerazione gli altri, considerarli come cari e curarli? Dovremmo fare tutto questo per una semplice ragione: perché siamo tutti uguali nel non desiderare la sofferenza, nel non voler soffrire; siamo tutti uguali nel voler essere felici. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Death and Dying

lama-zopa-rinpoche-pomaia-june-2014Lama Zopa Rinpoche: Death and Dying, Heart Practices and Advice

Heart Practices for Dying and Death

These are Lama Zopa Rinpoche’s Heart Practices to perform when someone is dying or has died. The Medicine Buddha Puja and 8 Prayers are the most essential practices to do.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: I tre oggetti del rifugio

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La prima richiesta agli esseri illuminati dovrebbe partire da noi.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La prima richiesta agli esseri illuminati dovrebbe partire da noi.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: I tre oggetti del rifugio

12. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Dei tre oggetti del rifugio prima abbiamo Buddha che è l’essere illuminato che non ci protegge con la sua mano, con il suo potere; egli ci mostra come realizzare la protezione, come realizzare il rifugio. Quindi Buddha, il primo oggetto del rifugio, è colui che mostra il sentiero del rifugio, della protezione.

Il secondo oggetto del rifugio è il Dharma che sarebbe la pratica personale. La salvezza, cioè il vero rifugio, viene dalla pratica personale. Quindi il Dharma è la vera protezione, la sicurezza, che uno può avere.

Se uno pratica, cioè abbandona le azioni negative, distruttive, e quindi non accumula delle impronte negative, e invece si impegna sempre nelle azioni positive, lasciando un’impronta positiva, in questo modo evita di rinascere nelle esistenze inferiori e si salva dal rinascere nelle esistenze inferiori perché non ha accumulato impronte negative. La pratica personale, Dharma, è il passaporto, la garanzia, che uno può avere per non avere la sofferenza, per non rinascere nella esistenza di infelicità. Continue reading »

His Holiness the 14th Dalai Lama: Prayer to the Eight Medicine Buddhas

His Holiness the 14th Dalai Lama: Supplication removing all sorrow from the world Prayer to the Eight Medicine Buddhas

(The Protectors [of beings] of great degeneration)

1. You who, having perfected all that is to be realized or abandoned, excellently teach dependent arising and fondly love the wretched migrators of great degenerations;

I respectfully bow to You, O Blessed One, King of Shakyas (1)!

2. I reverently bow to you, O Assembly of Sugatas, the Medicine Buddhas:

At the feet of the glorious King of an excellent name (Tsenlek) (2), and to the King of Melodious Voice (Drayang Gyalpo) (3), and at the feet of the Sugata Pure Gold (Serzang) (4), and of the Sorrow-less Sugata (Nya-ngan-Mechok) (5) and of the Sugata Proclaimer of Dharma (6), at the feet of the Omniscient King (7) and of the King of Lapis-lazuli (8).

3. To the Dharma – which is the actual Supreme Refuge, the true cessation and the true paths of the three vehicles, Continue reading »

Sua Santità il Dalai Lama: Preghiera agli Otto Buddha della Medicina

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Supplica che allontana ogni sofferenza dal mondo.

Preghiera agli Otto Buddha della Medicina

(I Protettori [degli esseri] della grande degenerazione)

1. A te che, avendo perfezionato tutto ciò

che è da realizzare o da abbandonare,

insegni in modo eccellente

l’origine dipendente e nutri un affetto straordinario

per i migratori tormentati dalle grandi degenerazioni;

M’inchino rispettosamente, a Te o Beato, Re di Shakya! Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Affidarsi alla propria saggezza

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Quando avremo accumulato delle conoscenze e fatto delle esperienze del Buddha-Dharma si verificheranno dei cambiamenti nella nostra persona.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Quando avremo accumulato delle conoscenze e fatto delle esperienze del Buddha-Dharma si verificheranno dei cambiamenti nella nostra persona.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Affidarsi alla propria saggezza

13. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

La cosa principale è di affidarsi soprattutto alla propria saggezza, ma prima bisogna sviluppare la saggezza per potervisi affidare. La nostra saggezza si sviluppa attraverso l’accumulo del maggior numero possibile di conoscenze, di più materiale possibile, di più elementi possibile, sui quali riflettere, analizzare, contemplare. Attraverso questo svilupperemo la nostra saggezza, conoscenza, che ci permetterà di poter discriminare le cose correttamente, di conoscere correttamente come stanno le cose, cioè di discriminare tra ciò che è positivo e ciò che è negativo, ciò che è gentile e ciò che non è gentile, ciò che è utile e ciò che non è utile. Abbiamo questa capacità, la nostra saggezza ci permette di fare tutto questo lavoro da soli. Dobbiamo affidarci principalmente alla nostra saggezza e per far manifestare la nostra saggezza dobbiamo accumulare più conoscenze possibili da analizzare.

In realtà Buddha Sakyamuni ha già dato, in un certo senso, la risposta a questo problema perché in un verso dice: “L’insegnamento (quindi qualsiasi discorso) va analizzato come il commerciante analizza l’oro”.

Il commerciante analizza l’oro attraverso tre procedimenti: tagliare, grattare, bruciare. Attraverso questi tre procedimenti è possibile stabilire l’originalità dell’oro. Allo stesso modo, per poter stabilire quando l’insegnamento è valido o meno, va analizzato in questo modo: tagliare, grattare, bruciare. Chiaramente vuol dire analizzare mentalmente. Continue reading »

Dirigere la rinascita: il sistema tibetano dei tulku

Dirigere la rinascita: il sistema tibetano dei tulku

Alexander Berzin, Jaegendorf, Germania, Giugno 1996

Questa sera mi è stato chiesto di parlare di come si possono dirigere le nostre rinascite. Non si tratta di essere in grado di guidarle in modo da rinascere in una villa in riva al mare bella e confortevole, in piena salute e circondati da servitori; piuttosto si tratta del sistema dei lama reincarnati, che troviamo nel Buddhismo tibetano. Questi sono chiamati tulku (sprul-sku) in tibetano, e sono conosciuti con il titolo di Rinpoche (rin-po-che).
Comunque non tutti i rinpoche sono lama reincarnati che hanno diretto la propria rinascita, perché il titolo di Rinpoche viene dato anche agli abati dei monasteri.

Contesto storico

E’ piuttosto interessante osservare che questo sistema di lama (bla-ma, grande maestro), in grado di indirizzare le loro rinascite si trova non solo nel Buddhismo, e in particolare nella forma tibetana del Buddhismo, ma anche nel Bon che è la religione originaria del Tibet. 
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Rongtön Sheja Künrig:

butter-_lampsThe Garland of Jewel Ornaments:

The Stages of Meditating on the Bodhicaryāvatāra

by Rongtön Sheja Künrig

Homage to the gurus and supreme deities!

With your infinite emanations in realms beyond limit,
You turn the wheel of Dharma on a vast scale,
And bring disciples to full maturity—Lord of Sages,
And Mañjughoṣa, in devotion I pay homage to you!
With your delightful discourse, wondrous beyond measure,
And splendid to hear, you enthralled the learned— Continue reading »

Dudjom Lingpa: The Verse for Offering Water

Düdjom Lingpa

Düdjom Lingpa

DÜDJOM LINGPA (1835-1904)

The Verse for Offering Water

From the Pure Vision: The Verse for Offering Water: An Ocean of Accomplishments

ཧཱུྂ༔ ཡན་ལག་བརྒྱད་ལྡན་བདུད་རྩིའི་རྫིང་བུ་འདི༔
hung yenlak gyeden dütsi dzingbu di
Hūṃ! This pool of nectar possessing the eight qualities of pure water

བཅོམ་ལྡན་འཁོར་དང་བཅས་ལ་འབུལ་བར་བགྱི༔
chomden khor dangché la bulwar gyi
I offer now to all the buddhas and their retinues,

བཞེས་ནས་བདག་དང་སེམས་ཅན་ཐམས་ཅད་ཀྱི༔
shyé né dak dang semchen tamché kyi
As you accept it, may I and all sentient beings Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Prepararsi alla Morte

Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatso: Confessare, riconoscere e purificare qualunque azione negativa compiuta nel passato causa di sofferenza futura. 

Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatso: Confessare, riconoscere e purificare qualunque azione negativa compiuta nel passato causa di sofferenza futura.

Prepararsi alla Morte

Relazione del Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatso al Convegno: Ciclo di Vita, dicembre 1998. trad. A.Y.D.

Non vi è nulla di più certo che la nostra morte. Tutti noi sicuramente moriremo ma non sappiamo quando. Il momento della nostra morte è del tutto imprevedibile. La morte non potrà, comunque, essere evitata. Non importa dove saremo, la morte ci raggiungerà e a quel punto non potremo fare molto per allungare la nostra vita.

In quel momento sarà troppo tardi per pensare ai preparativi per la morte.

Sarà troppo tardi per iniziare ad applicarsi in una pratica spirituale che ci aiuti nel momento della morte. Abbiamo forse pensato tante volte oggi sono stanco e praticherò domani così facendo la morte arriva. Dobbiamo ora generare una forte determinazione a iniziare a prepararci per la morte applicandoci nel sentiero spirituale, praticando le pratiche spirituali che sviluppano le qualità interiori. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Esercizio per la respirazione “di pancia”

Thich Nhat Hanh

Thich Nhat Hanh: Esercizio per la respirazione “di pancia”

Quando ci concentriamo su questa zona e cominciamo a respirare in consapevolezza riusciamo a calmarci. Ci concentriamo soltanto sul respiro, sulla pancia che si alza e s’abbassa, nient’altro.

  • Inspirando, porto tutta l’attenzione giù alla pancia. Espirando, porto tutta l’attenzione alla pancia…
    Pancia, pancia.
  • Inspirando, mi tengo al livello della pancia. Espirando, rimango al livello della pancia… Livello della pancia, rimango.

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The Four Noble Truths and The Noble Eightfold Path

Shakyamuni Buddha: The Fourth Noble Truth is the Way, the Path leading to the end of dissatisfaction and suffering. 

Shakyamuni Buddha: The Fourth Noble Truth is the Way, the Path leading to the end of dissatisfaction and suffering.

The Four Noble Truths and The Noble Eightfold Path

The First Noble Truth: The Truth of Dissatisfaction and Suffering

The First Noble Truth describes the nature of life and our personal experience of this impermanent, ever-changing world. All beings desire happiness, safety, peace, and comfort. We desire what is satisfying, pleasurable, joyful, and permanent. However, the very nature of existence is impermanent, always changing, and therefore incapable of fully satisfying our desire. Inevitably, we experience frustration, anger, loss, unhappiness, and dissatisfaction. Life is in constant change, and changes such as birth, old age, sickness, and death can bring dissatisfaction or suffering. Suffering may arise from being associated with people or conditions that are unpleasant, from being separated from people we love or conditions we enjoy, from not getting what we desire, or from getting what we desire then losing it. Continue reading »

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: La Pratica

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Chi, quindi, s’arrabbia per una semplice illusione?

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: La Pratica

Gli insegnamenti di cui abbiamo bisogno sono quelli che realmente rafforzeranno e ispireranno la nostra pratica. E’ cosa molto buona ricevere insegnamenti alti quanto il cielo, ma il cielo non è facilmente a portata di mano. Comincia con pratiche che puoi veramente assimilare, sviluppando determinazione a essere libero da preoccupazioni ordinarie, nutrendo amore e compassione; e quando otterrai stabilità nella pratica sarai finalmente capace di padroneggiare tutti gli insegnamenti più elevati. L’unica maniera di raggiungere la liberazione dal samsara e ottenere l’onniscenza dell’illuminazione è fare affidamento su un autentico maestro spirituale. Un autentico insegnante spirituale è come la vela che rende una barca capace di attraversare l’oceano velocemente. Il sole e la luna si riflettono istantaneamente sulla superficie chiara e quieta dell’acqua. Allo stesso modo, le benedizioni dei Tre Gioielli sono sempre presenti per coloro che hanno completa fiducia in loro. I raggi del sole cadono uniformemente ovunque, ma solo dove essi si focalizzano tramite una lente di ingrandimento possono dar fuoco all’erba secca. Quando i raggi omnipervadenti della compassione di un Buddha sono focalizzati dalla lente d’ingrandimento della fede e della devozione, la fiamma delle benedizioni divamperà nel tuo essere. Gli ostacoli possono sorgere sia da buone che da cattive circostanze, ma mai dovrebbero distoglierti o sopraffarti. Continue reading »

S. S. Dilgo Khyentse Rinpoche: Sè e gli altri

La vera generosità è l’assenza di attaccamento, la disciplina somma è l’assenza di desiderio e l’autentica pazienza è l’assenza di odio.

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Sè e gli altri

Come tu desideri essere felice, così dovresti desiderare che anche gli altri possano essere felici. Come tu desideri essere libero dalla sofferenza, così dovresti desiderare che anche tutti gli esseri possano essere liberi dalla sofferenza. Dovresti pensare: “Possano tutte le creature viventi trovare la felicità e le cause della felicità. Possano essere liberi dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza. Possano tutti possedere sempre la perfetta felicità libera dalla sofferenza. Possano essi vivere nell’equanimità, senza attaccamento e odio ma con amore verso tutti, senza discriminazione alcuna”. Sentire un amore traboccante e una compassione quasi intollerabile per tutte le creature viventi è il miglior modo di esaudire i desideri di tutti i Buddha e Bodhisattva. Anche se per il momento non puoi aiutare alcuno in una maniera esterna, medita su amore e compassione costantemente per mesi ed anni finché la compassione non si sarà saldata inseparabilmente con l’edificio della tua mente. Mentre cerchi di praticare e progredire sulla via, è essenziale ricordare che i tuoi sforzi sono per il bene degli altri. Sii umile e ricorda che tutti i tuoi sforzi sono giochi da bimbi comparati alla vasta e infinita attività dei Bodhisattva. Continue reading »

Jamyang Khyentse Chökyi Lodrö: The Bright Lamp of the Heart Essence

Jamyang Khyentse Chökyi Lodrö: The Bright Lamp of the Heart Essence: A Guru Yoga

ན་མོ་གུ་ར་ཝེ།

Namo Gurave!

རང་རིག་བླ་མར་ཕྱག་འཚལ་ནས།།རྡོ་རྗེའི་ཡེ་ཤེས་འབེབས་པའི་ཐབས། །བྱིན་རླབས་བླ་མའི་རྣལ་འབྱོར་ནི། །མདོར་བསྡུས་ཉུང་གསལ་སྙིང་པོར་སྤེལ།།

I pay homage to the guru, my own rigpa awareness! I shall now set out this method for invoking indestructible wisdom, the practice of uniting with the blessings of the lama, clearly and in its essence. Continue reading »

Jhado Rinpoche: Question and Answer Session on Kalachakra

Jhado Rinpoche: If you are able to recall the form and nature of the deity, the virtue accumulated with these actions becomes more powerful, so it’s very beneficial.

Question and Answer Session on Kalachakra by Jhado Rinpoche, Bodhgaya, January 2002

Q: What are the most important points to focus on in one’s practice after having received the Kalachakra initiation?

A: In general there are many things to practice after having received the Kalachakra empowerments, however the main thing is to train one’s mind in the common path, so Rinpoche quotes a verse from the “Foundation of All Good Qualities”, that was composed by Lama Tsong Khapa which says:

Having trained well my mind in the common pathways,

please bless me to enter the Vajaryana,

the gateway of the fortunate ones.

So in this particular verse it shows that one must have trained well one’s mental continuum in the common pathways, the pathways that are common to the sutra path such as renunciation, bodhicitta and emptiness. Having placed such imprints on one’s mind stream, if then one trains in the generation and completion stages, one will have great success. And also if one has already established firmly these three principles of the path or the common pathways in one’s mind stream, then when one receives the Kalachakra empowerments, one receives greater blessings. The difference between having had the training of the common pathways in one’s mind stream before the Kalachakra empowerments and not having that, is like travelling to a destination in a plane or going there by bicycle – in terms of the speed there’s a huge difference. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: La non dualità.

Lama Thubten Yeshe: Ogni fenomeno è caratterizzato da due qualità o nature.

Lama Thubten Yeshe: Ogni fenomeno è caratterizzato da due qualità o nature.

Lama Thubten Yeshe: La non dualità.

Studiare questo argomento semplicemente per soddisfare l’intelletto è una attività priva di valore o di scopo – sarebbe solo uno spreco di tempo. La conoscenza contenuta negli insegnamenti di Maitreya è incredibilmente profonda, ma vale la pena affrontarla solo se si possiede la giusta motivazione. Se non ci cimentiamo in questo studio con il fine di sradicare i nostri problemi psicologici, allora sarebbe meglio spendere il nostro tempo a preparare una bibita – così facendo almeno riusciremo a placare la nostra sete.

Probabilmente abbiamo sentito molto parlare della meditazione sul mahamudra.“Maha” significa grande e “mudra” significa sigillo. Se io possiedo il sigillo Reale, nessuno può ostacolarmi o infastidirmi. Quando il mio passaporto viene vistato con il sigillo di Stato, io posso andare e viaggiare liberamente. Il sigillo che è mahamudra è una cosa molto simile anche se stiamo parlando di uno stato della mente che è oltre la nostra ordinaria visione dualistica dell’esistenza. Questo è il grande sigillo che ci libera dal samsara. Continue reading »

Milarepa: Suffering of Birth

Milarepa

Milarepa

Milarepa: Suffering of Birth

In the Bardo state the wanderer
Is the Alaya. It stays nowhere,
Driven by one’s own sorrow,
It enters a womb unknown.
Therein it feels like a fish
Caught into crevice of rock,
Sleeping in blood red and pus yellow,
In all discharges it must pillow.
Crammed in filth, it suffers pain,
From bad karma one is to gain,
Though remembering past lives,
It cannot count four or five.
Now scorched by heat,
Now cold it does meet.
For nine months it remains,
In the womb with all pains,
From womb by pliers as if pulled out,
Head is squeez’d but safety is nought,
Like being thrown into a bramble,
When it bears all of a-tremble,
Its body on mother’s lap with sorrow,
It feels gripped by a hawk like a sparrow.
When his body blood and dirt is cleansed,
Like flayed alive its pains increas’d,
When umbilical cord is being cut,
It feels as if the spine does jut, Continue reading »

Milarepa: Il canto del tummo

Milarepa: La lotta per la vita e la morte può essere vinta.

Milarepa: La lotta per la vita e la morte può essere vinta.

Milarepa: canto sulla pratica del tummo

Disgustato della vita del mondo

cercavo la solitudine

sulle pendici del Latchi Khang.

Il cielo e la terra, tenuto consiglio,

mi inviarono la tempesta

come loro messaggero.

Gli elementi dell’aria e dell’acqua,

alleati alle fosche nebbie del sud,

imprigionarono il sole e la luna,

soffiarono via dal cielo le piccole stelle

ed avvilupparono le grandi in un sudario di foschia.

Nevicò poi senza sosta per nove giorni e nove notti,

i grossi fiocchi erano spessi

come fiocchi di lana,

essi discendevano e volavano come uccelli. Continue reading »

Le pratiche preliminari

Le pratiche preliminari tipiche del Vajrayana costituiscono i “preliminari straordinari” Thun-mon ma-yin-pa’i snon-‘gro bzi, che consistono in 100.000, o, meglio, 111.111:

prostrazioni e prese di Rifugio;
• recitazioni del mantra di Vajrasattva;

offerte del mandala;
• recitazioni del guru-yoga;

da compiersi ovviamente in successive sedute di meditazione.
Nell’Ordine Ghelupa a un praticante possono essere assegnati fino a 9 tipi di “preliminari straordinari”, ossia 9 serie di “centomila”: rifugio, prostrazioni davanti al simbolo dei Tre Gioielli (che costituiscono un ‘preliminare’ a sé stante), offerte d’acqua, offerte del mandala semplice, fabbricazione e offerte di tsa-tsa, mantra lungo di Vajrasattva, mantra dei voti di purificazione (mantra di Vajradakiniu e mantra di Samayavajra), offerta del fuoco, guru-yoga.
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Bokar Rimpoce: L’essenza del Vajrayana

Kyabje Bokar Rinpoche: Praticando nel modo giusto i profondi insegnamenti vajrayana, si potranno percorrere rapidamente i diversi sentieri della evoluzione spirituale.

Bokar Rimpoce: L’essenza del Vajrayana

Iniziamo la pubblicazione di alcuni articoli sul vajrayana, apparsi sulla rivista “Dharma” n. 9/90; questo primo articolo è ricavato da un insegnamento che ha avuto luogo all’Istituto Karma Ling di Arvillard (Francia) nel novembre 1988, tradotto dal tibetano in francese da Lama Denis.

Bokar Rimpoce

In linea generale l’evoluzione dell’Universo è ciclica, con una successione di cicli cosmici chiamati Kalpa. Kalpa è il tempo che passa dalla nascita di un Universo alla sua dissoluzione dopo una lunga fase evolutiva. Nascita, evoluzione e scomparsa di un Universo formano un ciclo cosmico, un kalpa e dalle lontane origini se ne sono avuti un numero incalcolabile. Alcuni di questi cicli cosmici sono considerati luminosi, altri oscuri: sono luminosi i kalpa nei quali è apparso un Buddha ed ha dato l’insegnamento, sono oscuri quelli che non hanno avuto la luce fiammeggiante e l’insegnamento. Questi ultimi sono molto più numerosi dei primi. Il kalpa o ciclo cosmico nel quale viviamo è particolarmente propizio perché è stato predetto che avrebbe avuto l’insegnamento di mille Buddha; questo kalpa è cominciato con dei presagi molto positivi, sotto forma di mille fiori di loto che hanno annunciato l’avvento di mille Buddha nel corso del ciclo. Quattro di questi Buddha sono già apparsi: tre nei millenni passati ed il quarto è Sakyamuni e noi oggi siamo i detentori dei suoi insegnamenti. Continue reading »

The Prayer to Guru Rinpoche for Removing Obstacles and Fulfilling Wishes

Padmasambhava

Padmasambhava

The Prayer to Guru Rinpoche for Removing Obstacles and Fulfilling Wishes

This is a very famous prayer, usually called ‘du sum sangye’ or ‘dorje tsik kang druk’ (Eng: Six Vajra Lines) to Guru Rinpoche as the embodiment of the buddhas of the three times―past, present, and future―in order to remove obstacles and ensure any aspirations are easily fulfilled. It’s a terma revelation of the great tertön, Chokgyur Dechen Lingpa. As it says in the colophon of the prayer:

Discovered by the great terma-revealer Chokgyur Dechen Lingpa, from the right hand side of the Sengchen Namdrak rock on Mount Rinchen Tsekpa, ‘The Pile of Jewels’.Because the blessing of this prayer, one intended for this present time, is so immense, it should be treasured by all as their daily practice.”

In the life-story of Chokgyur Dechen Lingpa it tells of the discovery of another very famous terma, where this prayer was recited just before the terma was extracted:

Everyone went to Karma Taktsang. At the end of town was a big cave where Guru Rinpoche had appeared as Dorje Drollö. There Chokgyur Lingpa sang many songs, saying, Continue reading »

Nâropa: La sintesi del Grande Sigillo

 

Nâropa

Nâropa

La sintesi del Grande Sigillo di Nâropa

Tutti i fenomeni sono la propria coscienza. La visione della realtà esterna è la mente che si inganna; è come un sogno, priva di sostanza. Anche la coscienza è soltanto il movimento della consapevolezza. Non ha un’identità propria, perché è l’energia del prâna: come lo spazio celeste, è vuota di un’identità.

Tutti i fenomeni si trovano nell’equanimità come nel cielo, e ciò vien detto “Grande Sigillo”. Non ha un’identità propria che possa essere indicata, perciò la vera natura della coscienza è la stessa condizione del Grande Sigillo. In essa non c’è nulla da correggere né da trasformare.

Se si comprende direttamente proprio questo, tutta l’esistenza è il Grande Sigillo, il vasto e onnipresente “corpo spirituale” (dharmakâya).

Essendo rimasti rilassati nel proprio stato naturale non corretto, [lo stato di coscienza] senza nulla da pensare è il corpo spirituale. La pratica è rimanere [naturali], senza [nulla] cercare. La pratica che consiste nel cercare [alcunché] è la mente che si inganna. Così come non c’è dualità tra il cielo e i fenomeni, non c’è dualità fra la pratica e la non pratica. Continue reading »

Glenn H. Mullin: Lo Yoga del Sogno

 

Mes Aynak Buddha

Mes Aynak Buddha

Lo Yoga del Sogno, di Glenn H. Mullin, al Centro EWAM Firenze 14-15 Novembre 1995, trascrizione di Ciampa Yesce Bruno Vannucchi che si ringrazia di cuore per la sua grande gentilezza e generosità.

Glenn H. Mullin

Nella traduzione buddista l’illuminazione è una nostra responsabilità.Se noi otteniamo l’illuminazione questo porta noi stessi a rinascita divina e porta anche un grande beneficio per il mondo. Se noi non andiamo nella direzione dell’illuminazione allora semplicemente seguiamo le circostanze, le condizioni nelle quali ci troviamo. Quindi, se ci troviamo in circostanze positive è possibile che seguiremo una direzione positiva. Di solito però le condizioni che ci circondano non sono positive ma sono piuttosto di attaccamento, di avidità, di antagonismo, di rabbia, di gelosia e quindi quello di cui abbiamo bisogno è un metodo che ci può aiutare a trovare la realtà in tutte queste attività che ci circondano, che sono a disposizione nostra, tutto quello che esiste al di fuori della nostra mente. Continue reading »

Ghesce Yesce Tobden: La Sorgente della Felicita’

Il Ven. Ghesce Yesce Tobden al suo dibattito conclusivo, in presenza di Sua Santità il Dalai Lama finale ed i grandi lama, per il conseguimento del titolo di Ghesce Larampa o dottorato PhD nella dottrina buddista.

Il Ven. Ghesce Yesce Tobden al suo dibattito conclusivo, in presenza di Sua Santità il Dalai Lama finale ed i grandi lama, per il conseguimento del titolo di Ghesce Larampa o dottorato PhD nella dottrina buddhista.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden sul tema: La Sorgente della Felicita’, al Centro EWAM di Firenze il 19 – 21 Dicembre 1995. Trascrizione di Ciampa Yesce Bruno Vannucchi che ringraziamo di cuore per la sua grande gentilezza e generosità.

Ven. Ghesce Yesce Tobden

Tutti vogliamo essere felici e non desideriamo soffrire, vogliamo ottenere la felicità ed eliminare la sofferenza. La felicità non viene senza una ragione precisa ma sorge da cause e condizioni. Se uno realizza le cause della felicità ottiene la felicità, nello stesso modo eliminando le cause che producono la sofferenza questa viene a cessare. Quindi c’è la necessita per noi tutti di creare le cause che portano alla felicità ed abbandonare le cause che producono la sofferenza. Le cause che producono la sofferenza sono ignoranza, odio ed attaccamento; le azioni verbali e fisiche che commettiamo con queste attitudini mentali producono sofferenza. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: La gentilezza della madre

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: la mente nella bodhicitta usando le sette tecniche del Mahayana basate sulle sei cause e un effetto

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: Sviluppate la mente nella bodhicitta usando le sette tecniche del Mahayana basate sulle sei cause e un effetto

Lama Zopa Rinpoce: La gentilezza della madre

Il testo che segue è estratto da una serie di consigli dati da Lama Zopa Rinpoce ai partecipanti al ritiro presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Italia, nel Settembre del 1983.

Lama Zopa Rinpoce

Mentre praticate questo ritiro cercate quanto più possibile di avere presente il pensiero: “Ciò che faccio non è per me, lo faccio per la felicità di ogni essere senziente, madre gentile. Lo faccio per ogni essere umano, per ogni essere senziente madre gentile presente in questa stanza, in questo centro, per ciascuno di loro, per la loro felicità.” Poi pensate: “Faccio questo per tutti gli esseri umani, in questo paese, in Italia, e in tutto il resto del mondo – per liberare ciascuno di essi da tutte le vere sofferenze e tutte le vere origini. Faccio questo per ciascuno di loro.” Tutti gli esseri umani su questa terra sono così confusi, hanno così tanti problemi. Le gentili madri esseri senzienti, che sono state così gentili con me, che sono state gentili da rinascite senza inizio fino ad ora, estremamente gentili, hanno così tanta sofferenza, così tanta confusione, così tanti problemi. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Ricominciare da capo

Thich Nhat Hanh: Non avrebbe nessun significato se ci prostrassimo ai nostri antenati senza però perdonare i nostri fratelli e sorelle. Nella Bibbia si ritrova lo stesso insegnamento.

Thich Nhat Hanh: Non avrebbe nessun significato se ci prostrassimo ai nostri antenati senza però perdonare i nostri fratelli e sorelle. Nella Bibbia si ritrova lo stesso insegnamento.

Thich Nhat Hanh: Ricominciare da capo. Discorso di Dharma di Thich Nhat Hanh tenuto a Plum Village il 27 dicembre 1998.

Ogni mattina quando ci svegliamo dovremmo essere consapevoli che ci viene offerto un nuovo giorno da vivere ci viene offerto un giorno di 24 ore nuove di zecca. Sarebbe un peccato se noi non fossimo capaci di ricevere il regalo della vita ogni mattina. Forse potete organizzarvi in maniera che ogni mattina appena vi svegliate possiate essere consapevoli che ha inizio un nuovo giorno e avete varie maniere per prepararvi ad accogliere quel giorno. Sappiamo che il Sole è molto fedele, la Terra è molto fedele, ogni volta che ci svegliamo la Terra è lì per noi, il Sole è lì per noi, non mancano mai all’appuntamento; sono sempre lì per voi. Guardate la Terra, il Sole, il cielo, toccateli profondamente e toccate voi stessi profondamente in modo da imparare a comportarvi come la Terra, come il Sole, come il Cielo. Se la mattina la Terra è a nostra disposizione, se il Sole è a nostra disposizione, se il cielo è a nostra disposizione, allora anche noi dovremmo essere a loro disposizione. Usate la vostra intelligenza, il vostro talento organizzativo in modo che ogni mattina quando vi svegliate possiate essere consapevoli che un nuovo giorno, un giorno di 24 ore nuove di zecca vi viene offerto e che siete pronti ad accoglierlo e promettete di viverlo intensamente, profondamente con pace, gioia e apprezzamento. Continue reading »

H.H. Sakya Trizin: Parting From the Four Desires

His Holiness Sakya Trizin: “By meditating on this precious human life and impermanence, you will be liberated from the sufferings inherent in this life.”.

His Holiness Sakya Trizin: “By meditating on this precious human life and impermanence, you will be liberated from the sufferings inherent in this life.”.

Parting From the Four Desires: A Basic Teaching by His Holiness Sakya Trizin

History of the Teaching

We begin with a brief history of this teaching. When the great yogi, the Lama Sakyapa, Sachen Kunga Nyingpo, was twelve years old, one of his Gurus, Bari Lotsawa, advised him, “Since you are the son of a great spiritual teacher, it is necessary to study the Dharma, and to study the Dharma requires wisdom. The best way of acquiring wisdom is to practice Manjushri.” So, Bari Lotsawa gave Sachen Kunga Nyingpo the empowerment of Manjushri with all the necessary “lungs.” Then Sachen Kunga Nyingpo undertook a six-month retreat on Manjushri. At the beginning, there were some signs of obstacles, which he managed to purify through the practice of the wrathful Deity, Achala. He continued his meditation and at one time, in his pure vision, he saw Arya Manjushri in the preaching mudra, sitting on a jewelled throne with two other attendants. He received immense insight-wisdom at that moment and Manjushri bestowed this four-line teaching directly to Sachen Kunga Nyingpo:

If you desire the worldly aims of this life,
you are not a spiritual person; Continue reading »

Khenchen Thrangu Rinpoche: Appearances Are Mind

Khenchen Thrangu Rinpoche: Appearances Are Mind

Khenchen Thrangu Rinpoche

Khenchen Thrangu Rinpoche


In the Ninth Karmapa’s great Mahamudra text called, ‘The Ocean of Definitive Meaning’, he presents three ways in which one can directly recognize the nature of the mind: looking at the mind within stillness; looking at the mind within movement; and looking at the mind within appearances. If any one of these approaches brings recognition, then that is sufficient, so if you are not able to recognize the mind’s nature through one method, try another. Continue reading »

Lama Yeshe: the Spirit of Christmas

Lama Yesce: Jesus had exceptionally great compassion.

Lama Yesce: Jesus had exceptionally great compassion.

Silent Mind, Holy Mind: Lama Yeshe on the Spirit of Christmas

This week many of us head into a long holiday weekend with family and friends. We’d like to share an excerpt from Lama Yeshe’s Christmas teachings originally published by Wisdom Publications in 1978 under the title Silent Mind, Holy Mind.

This is the week of Holy Jesus’ birth, and I suggest that in honor of this special event we make some sort of celebration. But we should try to make it meaningful. It should not be some sort of physical sensation, bringing only more confusion and superstition to our minds.

For a Christmas celebration to be a good one, it must be of a truly religious nature. Jesus came to this Earth and presented his teachings, but worldly beings completely disregard this fact. For them, Christmas means – first and foremost – spending money, buying presents, and creating confusion. Such confusion is entirely of our own making. We have the power to make Christmas meaningful, peaceful, and truly religious, but instead of using this power we succumb to worldly negative energy. We go shopping to buy presents, but this is not done with anything even resembling a loving attitude. We think, “I really must buy something for my sister, because if I don’t give her anything, maybe she won’t like me anymore. Continue reading »

Cos’è il rifugio?

Matt Lindén: Cos’è il rifugio?

Tutti noi cerchiamo un significato nella nostra vita. Alcuni lo inseguono nella carriera, altri stando al passo con l’ultima moda, e altri ancora viaggiando verso destinazioni lontane. Alla fine, però, la carriera termina con la pensione, la moda cambia costantemente e le vacanze finiscono in un batter d’occhio. Nessuna di queste ci fornisce soddisfazione o felicità permanenti. Visti i milioni di scelte – materialistiche e spirituali – disponibili nel nostro mondo moderno, c’è molta confusione rispetto a ciò che potremmo fare della nostra vita.
Nel Buddhismo, il rifugio consiste nel porre una direzione significativa nella nostra vita. Tale direzione consiste nel lavorare su noi stessi per superare tutti i nostri difetti e realizzare tutti i nostri potenziali, in modo da essere di aiuto a noi stessi e a tutti nel miglior modo possibile. Il rifugio buddhista funge da riparo da qualcosa di più della semplice noia, della fame o dello stress temporanei. Non si tratta di cambiare nulla esternamente: non abbiamo bisogno di indossare abiti speciali o modificare la nostra acconciatura. Il rifugio nel Buddhismo riguarda il cambiamento del nostro stato mentale. Ciò significa approfondire la nostra comprensione di ciò che dà uno scopo alla vita e di ciò che ci porterà felicità ora e in futuro. In breve, il rifugio buddhista ci protegge dalla sofferenza.
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Ghesce Ghedun Sanpo: Shiné

Sua Santità il Dalai Lama in meditazione

Ghesce Ghedun Sanpo: Shiné

Shiné sarebbe una capacità mentale che riesce a concentrarsi su una cosa, su qualcosa, e questa capacità di concentrarsi può essere utilizzata per vari scopi, per vari motivi e, in particolare, i praticanti utilizzano questa capacità di concentrazione per la propria realizzazione interiore.

E quindi Shiné è una capacità, una qualità indispensabile. La prima cosa che dovremmo ricordare è la nostra motivazione all’inizio di qualunque attività: se all’inizio di qualunque attività la nostra motivazione ha l’aspetto di natura buona, allora la nostra attività avrà maggior effetto positivo, vantaggio, benefici positivi. Quindi, anche all’inizio dell’ascolto è di beneficio controllare la propria motivazione, cioè le attitudini mentali, quindi parliamo dal punto di vista pratico, cioè la pratica del Dharma – parola sanscrita – e quindi all’inizio della pratica è necessario seguire l’ascolto, ovvero è necessario ascoltare, ascoltare con la giusta motivazione.

Ascoltare con la giusta motivazione perché le persone vedono un beneficio che deriva dall’ascolto. Nell’insegnamento del Sutra si parla di quattro vantaggi o benefici derivati dall’ascolto. I quattro vantaggi o benefici che si ottengono dall’ascolto sono: Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Renunciation

Lama Thupten Yesce: You need to abandon your grasping attitude and other useless actions and actualize things that make your life meaningful and liberated.

Lama Thubten Yeshe: Renunciation

We would all like to be free from ego mind and the bondage of samsara, but what is it that binds us to samsara and makes us unhappy? It’s not having renunciation. So, what is renunciation? What makes us renounced?
The reason we are unhappy is that we have extreme craving for sense objects, samsaric objects, and we grasp at them. We are seeking to solve our problems, but we are not seeking in the right place. The right place is our own ego grasping; we have to loosen that tightness, that’s all.
According to the Buddhist point of view, monks and nuns are supposed to hold renunciation vows. The meaning of monks and nuns renouncing the world is that they have less craving for and grasping at sense objects.
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Serkong Tsenshab Rinpoche: Renunciation

Serkong Tsenshab Rinpoche: If you want to gain complete liberation from cyclic existence, you have to follow the teachings of the Buddha completely and precisely. If you do so correctly, liberation from cyclic existence is definitely possible.

Serkong Tsenshab Rinpoche: Renunciation. New Delhi, India, 1979

Dharma protects us from suffering

The Sanskrit word Dharma [Tib: chö] means to hold, or uphold. What is it that Dharma upholds, or maintains? It is the elimination of suffering and the attainment of happiness. Dharma does this not only for us but for all other sentient beings as well.

The sufferings we experience are of two types: those immediately visible to us as humans and those we cannot see without psychic powers. The former include the pain involved in the birth process, the unpleasantness of occasionally becoming sick, the misery experienced by growing old and aging, and the terror of death.

The sufferings that come after death are not visible to an ordinary person. We might think that when we die we will probably be reborn as a human being.

However, this is not necessarily the case. There is no logical reason for us to assume that such an evolution will occur. Nor is it the case that after we die we will not take rebirth at all.

As for the particular type of rebirth we will take, this is very difficult to predict; it’s not within our present sphere of knowledge. If we generate positive karma during this life, it will naturally follow that we will take happy forms of rebirth in the future. Conversely, if we create mostly negative karma, we will not take a happy rebirth but experience great difficulties in lower states of being. This is certain. That’s the way rebirth works. If you plant a wheat seed, a wheat plant grows; if you plant a rice seed, a rice plant is produced. Similarly, if you create negative karma, you’re planting the seeds of rebirth in one of the three lower states as a hell being, a hungry ghost or an animal. Although the sufferings of the hell beings and hungry ghosts may be invisible to us, we can see those of the animals with our own eyes. If we wonder what it would be like if we ourselves were to be reborn as animals, we can just look at those around us and imagine what it would be like to be in their condition. Dharma is that which holds us back and protects us from experiencing the suffering of the three lower realms. Continue reading »

Come affrontare l’ansia

Matt Lindén, Dr. Alexander Berzin: Come affrontare l’ansia.

Spesso il mondo sembra come un luogo matto. Guardate semplicemente i notiziari: I terroristi stanno per attaccare! L’economia è un disastro! E l’ambiente – non chiederlo neppure. È abbastanza per farti convincere a rimanere a letto per il resto della settimana.

E questo è soltanto il mondo esterno. Dobbiamo anche affrontare le nostre vite. Dove andare per la nostra prossima vacanza? Come far fronte a quel collega che ha appena ottenuto la promozione che volevamo disperatamente? Cosa fare effettivamente con le nostre vite? Continue reading »

S. S. Dilgo Khyentse Rinpoche: I Pensieri e la Mente

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: Le belle immagini non sono di alcun beneficio alla mente, né possono in alcun modo danneggiarci immagini spregevoli.

Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche: I Pensieri e la Mente

Come onde, tutte le attività di questa vita scorrono una dopo l’altra incessantemente, e ci hanno lasciato un sentimento di mani vuote. Miriadi di pensieri hanno pervaso la nostra mente, ognuno dando nascita a molti altri, ma ciò che hanno fatto è aumentare la nostra confusione e insoddisfazione. Quando esaminiamo da vicino le abitudini ordinarie che costituiscono il fondamento di qualsiasi cosa facciamo e cerchiamo di scoprire da dove provengono, troviamo che la loro vera fonte è la nostra incapacità a indagare su loro in maniera appropriata. Noi agiamo sotto l’assunto illusorio che qualsiasi cosa abbia qualcosa di vero, di sostanzialmente reale. Ma quando guardiamo più attentamente, scopriamo che il mondo fenomenico è come un vivido arcobaleno, pieno di colore ma senza esistenza tangibile. Quando appare un arcobaleno nel cielo vediamo molti bei colori: tuttavia un arcobaleno non è qualcosa che possiamo vestire o indossare come un ornamento. Non c’è nulla a cui aggrapparsi; è semplicemente qualcosa che appare a noi attraverso la congiunzione di varie condizioni. I pensieri sorgono nello stesso modo. Essi non possiedono realtà tangibile o un’esistenza intrinseca. Non c’è quindi una ragione logica perchè i pensieri debbano avere potere su di noi, né una ragione per cui dobbiamo essere asserviti da loro. La Mente è ciò che crea sia samsara che nirvana. Continue reading »

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce: Il sentiero graduale verso l’illuminazione Lam rim, prima parte

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce: Il sentiero graduale verso l’illuminazione Lam rim, prima parte.
La paura di invecchiare, di morire, del caldo, del freddo e così via fanno parte integrante della nostra esistenza e la rende sempre occupata.

Se uno fosse libero dalla schiavitù dell’essere legato a questi cinque aggregati samsarici, sarebbe anche libero dalla continua sofferenza della paura, della malattia, del dover continuamente difendere questo corpo da ogni tipo di disagio, e da tutti i problemi che sono legati al fatto dell’avere un corpo. Se uno fosse libero non sarebbe così occupato nel cercare la gratificazione e il benessere del corpo. Se non fossimo legati al corpo samsarico, non avremmo tutte le preoccupazioni dell’avere case, automobili, vestiti, e dalle preoccupazioni di indebitarci per avere tutte queste cose, del lavorare e del mantenere tutta la nostra vita occupata per servire questi cinque aggregati. Non dovremmo lavare tutte le mattine questo corpo che si sporca facilmente, non dovremmo avere vestiti leggeri per l’estate, né pesanti per l’inverno, abiti belli per la domenica o abiti brutti per i giorni di lavoro, né dovremmo preoccuparci di lavorare per avere denaro per comprare tutte queste cose. Tutti questi problemi e queste sofferenze dipendono dal fatto che a causa del karma noi siamo legati a questo corpo samsarico. Continue reading »

Guru Yoga di Dudjom Lingpa

Guru Yoga di Dudjom Lingpa, Dodrupchen Jikmé Tenpé Nyima e Tertön Sogyal

di Tertön Sogyal Lerab Lingpa

ཧཱུྃ། རིག་པའི་རང་སྣང་འོག་མིན་ཞིང༌།།

hung, rigpé rangnang womin shying

Hūṃ! Il mio rigpa si manifesta come il paradiso di Akaniṣṭha.

གསང་མཆོག་བདེ་ཆེན་ཕོ་བྲང་དུ།།

sang chok dechen podrang du

Qui, nel palazzo supremamente segreto della grande beatitudine,

རང་བྱུང་ངོ་མཚར་མཆོད་སྤྲིན་དབུས།།

rangjung ngotsar chötrin ü

fra favolose nuvole di offerte sorte spontaneamente, Continue reading »

Lama Thubten Yeshe. Bodhicitta: La perfezione del Dharma.

Lama Thubten Yeshe L’ambiente occidentale offre tantissime condizioni di sofferenza che agiscono come causa per realizzare la Bodhicitta

Lama Thubten Yeshe L’ambiente occidentale offre tantissime condizioni di sofferenza che agiscono come causa per realizzare la Bodhicitta

Lama Thubten Yeshe: Bodhicitta, La Perfezione del Dharma

Penso che sia assolutamente essenziale avere amorevole gentilezza verso gli altri. Su questo non ci sono dubbi. L’amorevole gentilezza è l’essenza della Bodhicitta, l’attitudine del bodhisattva. È il sentiero più agevole, la meditazione più confortevole.Da questo non si può dissentire, né con motivazioni filosofiche, né scientifiche o psicologiche. Con la Bodhicitta non esiste conflitto occidente-oriente. Questo sentiero è il più comodo, il più perfetto, quello al cento per cento meno complicato, esente dal pericolo di condurre le persone agli estremi. Senza la bodhicitta, nulla funziona. E, soprattutto, non funziona la propria meditazione e non arrivano le realizzazioni.

Perché la bodhicitta è necessaria per il successo nella meditazione? A causa dell’afferrarsi all’autogratificazione. Se avete una buona meditazione, ma non avete la bodhicitta, vi aggrapperete a qualsiasi piccola esperienza di felicità: “Io, io; ne voglio ancora, ne voglio di più”. Allora l’esperienza piacevole scomparirà del tutto. L’afferrarsi è la più grande distrazione alla realizzazione di un’esperienza di intensiva consapevolezza univoca nella meditazione. Continue reading »

Gampopa: The Jewel Ornament Of Liberation

The Jewel Ornament Of Liberation. The Wish-Fulfilling Gem Of The Noble Teachings by Gampopa.

HOMAGE

I prostrate to the noble Manjushri in youthful form.

I pay homage to the Victorious Ones, their followers, the holy Dharma, and to the lamas who are their foundation.

This noble teaching, which is like the wish-fulfilling jewel,

Will be written for the benefit of myself and others by depending on the kindness of Mila and Lord Atisha. Continue reading »

Buddhagupta: An Extensive Commentary on the Four Immeasurables

Padmapāṇi, Ajanta

Buddhagupta: An Extensive Commentary on the Four Immeasurables

Loving kindness, compassion,
Sympathetic joy, and equanimity—
How to cultivate with diligence
These great immeasurables, I shall now explain.

Focusing on immeasurable sentient beings brings about immeasurable accumulations, immeasurable qualities, and immeasurable primordial wisdom.

Immeasaurable Sentient Beings

We cannot calculate the total number of sentient beings, saying, “This is how many there are in the three realms.” And sentient beings are thus said to be immeasurable. As the Bhagavān said in the Noble Sūtra Teaching the Great Compassion of the Tathāgatas:

Son of noble family, the sentient beings living in a space the size of a chariot wheel, visible to a Tathāgata, are extremely numerous. But the gods and humans throughout the world-systems of the vast billionfold universe are not like that: the realms of these imperceptible sentient beings are immeasurable.

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Il Nobile Sutra Mahayana Sapienza Nell’Ora Della Morte

Buddha: “Non cercate la buddità altrove!”

Il Nobile Sutra Mahayana Sapienza Nell’Ora Della Morte

In lingua Indiana: Āryātyaya jñāna nāma mahāyāna sūtra.
In lingua Tibetana: ’
Phags pa ’da’ ka ye shes zhes bya ba theg pa chen po’i mdo.
In lingua Italiana:
Il Nobile sutra Mahayana, chiamato “sapienza nell’ora della morte”.

Si renda omaggio a tutti i buddha e bodhisattva!

Una volta udii queste parole: Il Beato risiedeva nel palazzo del re degli dei nella terra altissima e pura e insegnava a tutti. Il bodhisattva mahasattva, Essenza del Cielo (Ākāśagarbha), rese omaggio al Beato e fece le seguenti domande: “O Beato, in quale modo il bodhisattva dovrà osservare la mente al momento della morte?”

Il Beato rispose: “Essenza del Cielo (Ākāśagarbha), un bodhisattva dovrà meditare sulla sapienza nell’ora della morte. Perciò, a riguardo della sapienza nell’ora della morte, poiché tutti i fenomeni sono naturalmente puri, un bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione dell’incorporeità. Poiché tutti i fenomeni sono contenuti nella bodhicitta, il bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione della grande compassione. Poiché tutti i fenomeni sono naturalmente luminosi, un bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione della non-referenzialità. Il bodhisattva dovrà meditare completamente sulla percezione riguardante il non essere attaccati a nulla, poiché tutte le entità sono impermanenti. Il bodhisattva dovrà completamente meditare sulla percezione che non cerca la buddità altrove, poiché, se tu realizzi la mente, questa è sapienza. Il Beato disse così in versi: Continue reading »

Milarepa: Jangphan Namkha Dzong

 Milarepa: “Abbandonate le cattive azioni, praticate le virtù.”

Milarepa: Jangphan Namkha Dzong. Da: I Canti di Milarepa.

In quel tempo, i benefattori di Drothang ricevettero udienza da Milarepa e gli chiesero quali fossero le qualità di questo posto. Egli rispondendo così cantò.

Oh lama, mio signore, ti supplico.
Benefattori, conoscete voi le qualità di questo posto?
Se non conoscete le qualità di questo posto,
codeste sono: è solitario e si chiama Jangphan Namkha Dzong.
Nel palazzo di Namkha Dzong,
Al di sopra si radunano le nuvole gentili del sud,
Al di sotto, scorre il fiume blu,
Dietro, le rocce rosse e la distesa del cielo,
Di fronte, i fiori sfavillano nel prato,
A lato, le bestie feroci ruggiscono,
Lontano, l’avvoltoio, il re degli uccelli, si libra in aria,
Dal cielo, una pioggia leggera scende gentile,
L’ape, incessantemente canta,
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Astrologia tibetano-mongola e karma

Astrologia tibetano-mongola e karma

Alexander Berzin, Monaco, Germania, 13 giugno 1996. Traduzione italiana a cura di Valentina Tamiazzo

I benefici di conoscere l’astrologia

In un contesto buddhista, quando riaffermiamo la nostra motivazione all’inizio di una lezione, sottolineiamo sempre come il nostro obbiettivo nell’ascolto sia quello di imparare qualche cosa che possa aiutarci nella vita. Nello specifico, desideriamo imparare non soltanto qualcosa che possa aiutarci a far fronte ai nostri problemi, ma anche ciò che ci permetta di aiutare al meglio gli altri. Continue reading »

Saraha: The Royal Song

Saraha

Saraha

Saraha: The Royal Song

I bow down to noble Manjushri
I bow down to Him who has conquered the finite.

1 As calm water lashed by wind
Turns into waves and rollers,
So the king thinks of Saraha
In many ways, although one man.

2 To a fool who squints
One lamp is as two;
Where seen and seer are not two, ah! the mind
Works on the thingness of them both.

3 Though the house-lamps have been lit,
The blind live on in the dark.
Though spontaneity is all-encompassing and close,
To the deluded it remains always far away. Continue reading »

Longchenpa: Thirty Pieces of Heart Advice

Thirty Pieces of Heart Advice

by Longchen Rabjam (1308—1363)

From his great clouds of prayers arising through wisdom, which permeates the dimension of reality completely, and through the sunrays of compassion, amṛta falls down unceasingly onto the field of students, ripening the offshoots of the three kāyas. I bow down at the feet of the lama, who protects as the embodiment of the Three Jewels. Continue reading »

Ghesce Choe-Khor Tshang Rinpoche: Il Bardo

Gheshe Choe-Khor Tshang Rinpoche riceve una speciale benedizione dal suo maestro Sua Santità Menri Trizin Rinpoche

Ghesce Choe-Khor Tshang Rinpoche. Roma 04-06.11.2016 “Il Bardo”.

Venerdì 04.11.16 conferenza introduttiva

Bardo significa stato intermedio, significa lo stato intermedio tra la morte e la rinascita.

In tibetano, bar significa “in mezzo” e “do” due, quindi assume il significato di “in mezzo a due cose, a due situazioni”, il che è in riferimento a due vite: quella presente e quella futura.

Se abbiamo un’idea di “mente”, come intesa nella cultura tibetana, è più facile affrontare l’argomento. Per noi tibetani il cervello è un po’ come l’ufficio, mentre la mente è il cuore, la casa. È questo il concetto da comprendere. Che rapporto c’è tra mente e corpo? Continue reading »

A. Berzin: Introduzione a Guhyasamaja

Guhyasamāja mandala

Introduzione al sistema Guhyasamaja di Anuttarayoga Tantra

Alexander Berzin, Mosca, Russia, ottobre 2012, trascrizione inedita

Questa sera mi è stato chiesto di parlare del sistema Guhyasamaja della più alta classe di tantra, l’Anuttarayoga.

Il mio background su Guhyasamaja

Vorrei iniziare raccontandovi un po’ della storia del mio coinvolgimento con esso. Ho iniziato a studiare il sistema Guhyasamaja nel 1968 quando ero all’Università di Harvard come studente laureato. A quel tempo avevamo una lezione in cui stavamo leggendo il primo capitolo di Guhyasamaja, confrontando le versioni sanscrita, tibetana e cinese. Il mio amico Bob Thurman era in classe con me; eravamo compagni di scuola insieme ad Harvard. Ed ero molto attratto dal sistema. Mi piaceva molto. Anche se ovviamente non avevamo idea di cosa significasse veramente o in cosa fosse coinvolto. Stavamo principalmente esaminando il modo in cui è stato tradotto. Ma il mio professore, il dottor Nagatomi, un professore giapponese, mi ha suggerito di studiare il sistema Guhyasamaja per la mia tesi di dottorato e di scriverne. Così ho ricevuto una borsa di studio Fulbright per andare in India a studiare Guhyasamaja con i tibetani. Ma avevo studiato solo la lingua tibetana scritta. Non conoscevo la lingua parlata. E non c’erano libri di testo a quel tempo, quindi come un antropologo ho dovuto capire la struttura del suono ed imparare la lingua parlata una volta arrivato in India. Continue reading »

Lama Zopa Rimpoche: Meditazione sui Quattro Incommensurabili.

Lama Zopa Rirnpoche: Col pensiero incommensurabile della gioia, si dona agli esseri senzienti.

Lama Zopa Rirnpoche: Col pensiero incommensurabile della gioia, si dona agli esseri senzienti.

Lama Zopa Rimpoche: Meditazione sui Quattro Incommensurabili.

Questa meditazione è ottima per i principianti, è molto rilevante per dare un grande senso alla vita. La meditazione per generare i quattro pensieri incommensurabili è ottima.

Potete fare così:
Per primo si genera il pensiero incommensurabile dell’equanimità.

Possano tutti gli esseri separarsi dall’attaccamento Continue reading »