Ghesce Ciampa Ghiatzo: Le potenzialità della mente umana 2
Quindi dobbiamo meditare in questo modo sulla impermanenza e sulla morte e impegnarci nella meditazione analitica. Ecco quando si parla di saggezza dell’analisi, saggezza discriminativa si intende proprio l’impegnarsi in questi tipi di riflessioni e analisi. Si parla dell’impermanenza: l’esempio dell’impermanenza è che noi siamo nati e la nascita è la causa stessa della morte, per forza moriremo. Quindi noi accumuliamo tantissime cose però, prima o poi, avverrà la separazione da queste cose, perché per ogni incontro c’è la separazione, non si può stare per sempre insieme. Sicuramente in futuro ci sarà una separazione: questa è l’unica cosa sicura che abbiamo, però noi quando avviene anche una piccolissima separazione abbiamo questo dispiacere, abbiamo questa esperienza di infelicità: “Come posso fare senza questa persona ?” Noi abbiamo questo modo di comportarci. Perché? Vediamo che effettivamente ci sarà una separazione, è importante renderci conto che presto o tardi ci sarà la separazione. Questa è una cosa importante da realizzare e meditare continuativamente, in un modo continuativo, sulla natura dell’impermanenza. Quindi noi accumuliamo un sacco di cose, alla fine finirà la nostra relazione con questi fenomeni. con questi oggetti. Per esempio in estate gli alberi hanno tantissime foglie, sono pieni di foglie, sono bellissimi, poi in autunno piano piano le foglie si seccano e cadono, poi il vento le accumula insieme e ancora il vento soffia dall’altra parte e sparpaglia le foglie da altre parti. Ecco questo è un modo anche per vedere, visualizzare, per studiare la natura dell’impermanenza. Cerchiamo di sviluppare questa comprensione della vera natura dei fenomeni e della loro impermanenza. Sono impermanenti e proprio perché sono impermanenti, cioè cambiano, hanno questa possibilità del cambiamento. Delle volte noi sperimentiamo dei problemi, abbiamo delle difficoltà: allora in questi momenti noi dobbiamo pensare che i problemi sono impermanenti, quindi se sono impermanenti possiamo applicare vari metodi, vari sistemi, e quindi arrivare alla soluzione dei problemi. Interiormente possiamo sviluppare la determinazione che effettivamente noi possiamo cambiare i problemi, possiamo trasformarli. Quindi è importante sviluppare questo modo di pensare, se non si sviluppa questo modo di pensare, ciò che si manifesta è la depressione è questo stato di insoddisfazione: in questo modo soffriamo mentalmente proprio per la mancanza di questa comprensione dell’impermanenza: per cui è assolutamente indispensabile comprendere l’impermanenza.
Il secondo attributo della sofferenza è la sofferenza: questo vuol dire che noi sperimentiamo continuamente la sofferenza, ci sono vari livelli di sofferenza. Il nostro corpo è il risultato di aggregati contaminati e questa è la verità della sofferenza e questo, per esempio, è permanente. Noi abbiamo la comprensione che il corpo sia permanente. Per esempio un giorno il nostro corpo è molto forte e sano, ha un buon colorito ; poi un altro giorno se ci ammaliamo abbiamo la sensazione di malessere e quindi pensiamo “Il mio corpo è molto pesante e debole”. Poi vediamo che il colorito, ad esempio cambia e prima quando il corpo era smagliante, era molto bello, mentre quando siamo ammalati diventa brutto. In questo modo possiamo vedere che c’è cambiamento e quindi vuol dire che non è permanente, questo corpo è sofferente e infatti sperimenta dolore, malattie e quindi sperimentiamo la sofferenza del caldo, del freddo, della fame, della sete. Sono tutti tipi di sofferenze in relazione a questo corpo. Quindi dobbiamo capire quando si parla di sofferenza di cosa si intende. Poi ancora proprio perché abbiamo questo corpo oltre alla malattia sperimentiamo la sofferenza dell’invecchiamento. Per esempio ci sono persone che dicono di non voler invecchiare, non vogliono che il loro corpo diventi vecchio. Quindi mentalmente non vogliono invecchiare, però fisicamente il corpo invecchia comunque anche se uno non vuole. Aumentano le rughe nel corpo, il colore del corpo cambia, quindi ci si abbruttisce e c’è una sofferenza interiore di vedere questo cambiamento. Ci sono molte persone che cercano di far finta che questo non avvenga e fanno le operazioni di plastica, si tirano la pelle per eliminare le rughe perché loro non vogliono invecchiare. Però, comunque, la vecchiaia avanza. Per esempio anch’io non avevo difficoltà a muovermi, camminavo abbastanza facilmente, mi alzavo velocemente, adesso invece non ce la faccio più, ho sempre bisogno di appoggiarmi quando mi alzo in piedi, ho bisogno di sostenermi quando mi alzo in piedi. Questi sono tipi di sofferenze che noi sperimentiamo e come queste ci sono tantissime sofferenze. Per esempio noi vogliamo continuamente possedere gli oggetti per i quali abbiamo attaccamento, desiderio, però non riusciamo a trovare, non riusciamo a possedere, questi oggetti dell’attaccamento per cui soffriamo, mentalmente ci sentiamo depressi per non riuscire a soddisfare questo desiderio. E delle volte quando troviamo questi oggetti che ci piacciono molto, ai quali siamo attaccati, quando li possediamo sorge un’altra preoccupazione, quella di perdere l’oggetto, che l’oggetto venga rubato e quindi c’è un altro tipo di preoccupazione che sorge e quindi questa è una sofferenza mentale. Poi ci sono altre cose, tipo gli oggetti che non desideriamo che sono proprio qualche cosa che noi non vogliamo però arrivano le situazioni spiacevoli. Quindi ancora c’è la sofferenza di dover incontrare ciò che non ci piace. In questo modo se ci pensiamo bene possiamo renderci conto che l’esistenza ciclica è della natura della sofferenza e così possiamo riconoscere come tutto quanto sia della natura della sofferenza. Allora pensando in questo modo qua forse le nostre preoccupazioni diminuiscono: io penso che sia così. Perché la natura dell’esistenza ciclica è sofferenza. Per esempio siamo circondati dal fuoco: se noi tocchiamo ci bruciamo perché la natura stessa del fuoco è che è caldo e brucia. Così, allo stesso modo, se noi continuiamo a rimanere nell’esistenza ciclica in questo mondo, allora qualsiasi cosa con cui entriamo in contatto diventa la causa di sofferenza. Per esempio il fuoco brucia e il nostro corpo sperimenta dolore, sperimenta sofferenza. Così possiamo prendere questo esempio ed applicarlo a molte situazioni e riconoscere come soffriamo. Così possiamo capire che questo corpo stesso è la base per cui noi sperimentiamo i vari tipi di sofferenza, cioè questo accade perché abbiamo questo corpo. Però anche questo corpo è veramente ottimo, il corpo umano è veramente prezioso perché è come il gioiello che esaudisce i desideri. Il gioiello che esaudisce i desideri può portarci qualche tipo di benessere materiale e soddisfare qualche desiderio però una volta che moriamo questi benefici, questi vantaggi, non ce li possiamo portare dietro e invece questo corpo può essere utilizzato per ottenere la felicità finale dell’illuminazione. Ci sono tante cose che possono essere portate avanti con questo corpo, abbiamo questa intelligenza umana; se questo corpo umano viene utilizzato sulla base dell’intelligenza umana si possono realizzare, portare a termine, a compimento moltissime cose positive fino appunto all’illuminazione. Attraverso l’intelligenza umana possiamo riconoscere che moltissimo del progresso tecnologico, del progresso scientifico, che è stato fatto deriva proprio da questa intelligenza umana che ha facilitato l’esistenza su questo pianeta. Per esempio adesso siamo in grado di entrare in contatto in pochissimi secondi con posti distanti migliaia e migliaia di chilometri, siamo in grado di entrare in contatto con l’altra parte del mondo, possiamo mandare i messaggi in tempo reale nell’altra parte del mondo con la posta elettronica. Con il computer basta schiacciare due bottoni per entrare in contatto con l’altra parte del mondo in tempo reale. E quindi questo è molto facile ed è possibile grazie al lavoro degli esseri umani. Gli altri esseri viventi come gli elefanti, i leoni, le tigri sono molto forti ma hanno solo forza, non possono fare niente per migliorare, possiamo vederlo. Questo significa che hanno un grande corpo però questo corpo non è effettivamente molto utile, è un corpo di animali, la mente di quegli esseri è molto stupida perché in quel momento è completamente oscurata.
Ci sono i quattro tipi di oscurazione di cui si può parlare, la classificazione generale che si dà alle oscurazioni le divide in quattro tipi :
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L’oscurazione delle afflizioni mentali o dei pensieri disturbanti che coprono la propria mente, quindi oscurano la nostra capacità di comprensione degli altri fenomeni .
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L’oscurazione all’ottenimento dell’onniscienza.
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L’oscurazione karmica.
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L’oscurazione alla maturazione : è quella che hanno gli animali. Cioè il loro corpo stesso è una oscurazione ed è il risultato maturato delle loro azioni passate, del loro karma. Per cui questo risultato è maturato come oscurazione. Per esempio noi possiamo effettivamente insegnare qualche cosa agli animali e gli animali possono comprendere, però non qualche cosa di tipo culturale. Non possono imparare l’alfabeto, sono oscurati dalla stupidità, così possiamo capire la natura degli animali. Il corpo umano che noi abbiamo possiede le 18 qualità e ricchezze: è importante cogliere l’essenza di questa rinascita umana e pensare come non sprecarla ma utilizzarla al massimo, riconoscendo come questo corpo contaminato deve essere usato per ottenere la saggezza non contaminata, il corpo della saggezza non contaminata. Noi la possiamo ottenere attraverso l’utilizzazione di questo corpo umano. Quindi questo corpo umano è estremamente utile e possiamo anche trasformare questo corpo in un corpo mentale e quindi arrivare a realizzare il più alto livello del corpo di saggezza.
Il terzo attributo della sofferenza è il vuoto. Sono i vuoti dal sé, vuol dire che il sé è vuoto,è impermanente, è vuoto dall’essere permanente, è vuoto dall’essere privo di parti, è vuoto dall’essere indipendente ovvero non possiede queste caratteristiche. Come il sé della persona è impermanente e possiede delle parti, quindi dipende dalla persona, è dipendente dagli aggregati del corpo . Abbiamo 5 aggregati che sono:
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L’aggregato della forma.
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L’aggregato della sensazione.
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L’aggregato della discriminazione.
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L’aggregato dei fattori compositi.
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L’aggregato della coscienza.
Questi 5 aggregati sono la base di designazione per etichettare, dare un nome, denominare e quindi noi diamo il nome alla persona sulla base di questi aggregati. Ogni persona ha un suo nome specifico e questo dipende da questi 5 aggregati e anche dal pensiero che denomina, che dà il nome, che dà i diversi nomi. In questo modo si danno i diversi nomi. Per esempio quando si incontra per la prima volta una persona noi possiamo vedere direttamente i suoi aggregati però noi non conosciamo il nome della persona Quando la persona dice il suo nome, dopo siamo in grado di riconoscere quella persona e quando ci appare il corpo di quella persona immediatamente ci viene in mente il nome di quella persona. Quindi i nomi sono diversi e dipendono ognuno dagli aggregati. Bisogna pensare, analizzare in questo modo come ci appaiono i fenomeni. Questo corpo è impermanente e ha molte parti, è costituito da molte parti. E’ dipendente, dipende da cause e condizioni, dipende dalle sue parti, dipende da moltissime cose, dipende anche dal pensiero, l’imputazione dipende dal pensiero che dà il nome. In questo modo il nostro corpo è vuoto, è impermanente, è vuoto dall’esser privo di parti e dall’essere essere indipendente. Quindi se noi pensiamo in questo modo, pensiamo che il corpo è impermanente perché dipende da diverse parti, per esempio anche il pugno dipende da ciò che lo compone, dalle cinque dita: se le cinque dita sono aperte non otteniamo il pugno, invece quando sono chiuse le chiamiamo pugno. Per esempio se teniamo chiuso soltanto un dito non lo chiamiamo pugno, neanche se teniamo chiuse due o tre dita lo chiamiamo pugno, invece se ne teniamo chiuse quattrolo chiamiamo pugno. Quindi il pugno dipende da queste quattro o cinque dita e dal fatto che loro siano chiuse o aperte. In questo modo tutte quante le cose dipendono da altre, quindi non esistono in un modo permanente o privo di parti o in un modo indipendente: sono dipendenti. Cercate di pensare un po’ in questi termini
Ci sono due aspetti della mancanza del sé: A) un aspetto della mancanza del sé grossolano e B) una mancanza del sé più sottile.
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la mancanza del sé grossolana è il sé della persona, il sé dell’essere non esiste in un modo sostanziale o autoesistente come esistente in un modo indipendente o sostanziale perché la persona è imputata sulla base di qualcosa. Cercate di pensare così. Questo sé non esiste in un modo sostanziale. Esistente sostanzialmente significa che se apparisse alla nostra mente, non dipendente da altri fattori, allora questo apparirebbe sempre più chiaro. Per la sua esistenza, per il suo apparire ha bisogno, è dipendente da altri fattori. Questo sé esiste, però la sua esistenza sostanziale, indipendente, questa non esiste; perché che ci appaia la persona occorrono altri fenomeni, occorrono gli aggregati. Quindi provate a pensare in questo modo.
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Poi c’è un aspetto più sottile della mancanza del sé. Vuol dire che il sé non esiste inerentemente e le ragioni per cui non esiste inerentemente, è perché dipende da cause e condizioni. Se sorgono cause e condizioni sorge il sé e quindi dipende dalla originazione dipendente come il nostro corpo dipende dalle sue cause, dal padre e dalla madre ; dipende proprio dalle sostanze del padre e della madre unite. La nostra coscienza è potuta entrare nell’unione di queste due sostanze, quindi queste sostanze si sono potute sviluppare regolarmente, con le giuste condizioni, quando arrivano al completamento, vengono stabilizzate e cresce il corpo completo. In questo modo possiamo capire che il nostro corpo è dipendente, dipende dal padre e dalla madre quindi non esiste in un modo indipendente. Anche il corpo è basato sull’originazione dipendente. Quindi cerchiamo di meditare sull’originazione dipendente, sull’originazione delle relazioni e per eliminare questo occorre eliminare l’ignoranza. E man mano che noi realizziamo la relazione dipendente dei fenomeni allora facilmente riusciremo a capire e a realizzare la vacuità. In questo modo noi, facendo la meditazione analitica, possiamo anche controllare ogni tanto, pensare “Io sono “, quindi pensiamo all’”io” e al “mio” ai quali noi ci aggrappiamo, al nostro io e alla sensazione di possesso che generiamo. La prima cosa a cui ci aggrappiamo è alll’”io”, poi al “mio” : i miei amici, il mio nemico, e in questo modo facciamo le divisioni e le separazioni. E dopo c’è una generazione di attaccamento, si sviluppa, si incrementa l’attaccamento oppure sorge la rabbia o il rancore. E dietro a questi due disturbi mentali, attaccamento e rabbia, c’è sempre l’ignoranza. Questa ignoranza vuol dire “Io sono, io esisto inerentemente, io sono esistente come autoesistente in un modo sostanziale” L’ignoranza è proprio la radice che crea questi due fattori mentali velenosi: l’attaccamento e l’odio. Questi due fattori mentali sono quelli che causano le nostre azioni verbali e fisiche, sono ciò che dà la spinta alle nostre azioni fisiche e verbali.
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Nel reame del desiderio c’è l’attaccamento molto forte che è sempre negativo. Anche l’odio è sempre negativo. L’attaccamento delle volte non è negativo però si manifesta in un modo diverso. Comunque, generalmente, l’attaccamento fa compiere delle azioni non virtuose. In questo modo noi creiamo moltissimo karma negativo di cui sperimenteremo poi il risultato in futuro e risulterà sofferenza. Ora noi stiamo sperimentando un po’ di sofferenza ogni tanto e questo è il risultato del karma negativo che abbiamo creato nelle vite passate e quindi ora stiamo sperimentando questi risultati. Bisogna cercare di capire che quando sperimentiamo delle difficoltà o dei problemi anche questi sono stati causati da delle azioni e queste azioni erano state motivate da afflizioni mentali. Quindi se pensiamo in questo modo capiamo. Per esempio in questo modo riusciremo a capire che siamo noi stessi i creatori dei problemi, ovvero sono le nostre afflizioni mentali, i nostri pensieri disturbanti che coltiviamo spinti da ignoranza. Noi in questo modo possiamo riconoscere chi è il vero creatore dei problemi. Quando lo troviamo dobbiamo cercare di meditare per coltivare gli antidoti al fine di eliminarlo. In questo modo possiamo purificare leoscurazioni. Impegnarsi in questo modo è proprio coltivare questa saggezza analitica.
La quarta saggezza è la saggezza del realizzare le attività, del completamento delle attività .Per quello che riguarda la base è diverso, per adesso parliamodel sentiero per ottenere questa saggezza e questo è in relazione al sentiero mahayana. Bisogna impegnarsi per realizzare questa saggezza che ottiene, che realizza, le attività si riferisce alle azioni, alle attività del Bodhisattva. Perché le attività del bodhisattva sono proprio le pratiche delle 6 paramite, delle 6 perfezioni. Para vuol dire andato dall’altro lato, andato dall’altra parte, andato al di là della sofferenza, andato al di là del samsara, ha superato il samsara e quindi ha realizzato il nirvana, la liberazione.
Per realizzare questo occorre praticare le 6 perfezioni che sono in relazione alla pratica della generosità. Stiamo sempre parlando delle azioni, delle attività del bodhisattva. Il bodhisattva pratica tre tipi di generosità:
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la generosità del dare le cose materiali.
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dare gli insegnamenti di Dharma
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dare protezione
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Dal punto di vista del tantra c’è anche:
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dare amore.
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Questo significa che si può praticare la generosità in quattro modi diversi:
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Dare cose materiali significa che si può praticare la generosità dando varie cose. Si può dare ogni cosa materiale: cibo, bevande, indumenti, tutte le cose che sono necessarie per il sostentamento degli esseri a livello esteriore. Quindi l’attitudine è comunque la mente che desidera dare. La generosità in effetti è un fattore mentale che vuole dare. Mentalmente è il desiderio di dare agli altri e quello che si dà chiaramente sono degli oggetti, sono delle sostanze. Noi possiamo praticare questo nella nostra vita quotidiana. Per esempio al mattino quando ci svegliamo fino a che non andiamo a dormire, durante il giorno, possiamo praticare la generosità in un modo molto semplice. Al mattino quando ci svegliamo dobbiamo pensare se per esempio ci laviamo la faccia che stiamo offrendo il bagno agli altri esseri viventi. All’interno del nostro corpo ci sono 84.000 tipi diversi di esseri e quindi pensiamo che loro hanno bisogno di essere puliti, di essere lavati. Così noi pratichiamo la generosità offrendo il bagno a tutti questi esseri. Dopo ci vestiamo e qui pensiamo di praticare la generosità offrendo gli indumenti a questi esseri . Dopo quando facciamo colazione ancora pensiamo che tutti questi esseri hanno bisogno di fare colazione con noi e quindi stanno facendo colazione con noi perché hanno fame: abbiamo bisogno di dare a loro. Quindi mentre noi mangiamo simultaneamente pensiamo che stiamo praticando la generosità con tutti questi esseri, questi organismi. Possiamo provare effettivamente in questo modo: cioè mentre noi ci prendiamo cura del nostro corpo ogni cosa che facciamo possiamo pensare che la facciamo perché stiamo praticando la generosità per tutti gli esseri che sono nel nostro corpo e pensiamo “Adesso sono in grado di poter fare delle offerte materiali a questi esseri e quindi in futuro questi esseri quando moriranno possano essere trasformati in esseri umani e quindi darò loro gli insegnamenti di Dharma”. Cerchiamo di pensare in questo modo generando questa motivazione e così noi possiamo addestrare la nostra mente e mentre facciamo così, pensando in questo modo, stiamo compiendo le azioni del Bodhisattva. Quindi qualsiasi cosa, qualsiasi azione noi facciamo possiamo avere questa motivazione.
Un altro modo di praticare la generosità è: qualsiasi cosa il nostro corpo abbia bisogno interiormente, prima di farla, pensiamo che stiamo praticando la generosità per gli altri esseri
Oppure un altro modo è anche di praticare la generosità e fare offerte. Magari potete meditare nel vostro cuore. Per esempio potete pensare che nel vostro cuore c’è il vostro guru o la vostra divinità di meditazione o Buddha Sakyamuni molto piccolo all’altezza del vostro cuore, dentro di voi e quindi immaginate questo. In questo modo ogni cosa che voi fate la offriamo al vostro cuore, la offrite all’essere santo, al Buddha che è al vostro cuore: il bagno, i vestiti, gli indumenti, le bevande, il cibo, qualsiasi cosa è un’offerta all’essere santo al nostro cuore. Anche questo è un modo di praticare la generosità che significa offrire. Offrire è l’attitudine mentale che vuole dare, che dà, dona. Questa è generosità. La generosità non vuol dire fare la carità ad una persona che magari consideriamo inferiore, non è fare l’elemosina.
Per esempio possiamo meditare all’altezza del nostro cuore Tara e le ragazze che si truccano o indossano ornamenti possono pensare di offrirli alla divinità di meditazione Tara. Sono offerte di ornamenti a Tara. In questo modo possiamo accumulare meriti, energia positiva. E quindi vi potete truccare e pensate che anche Tara viene truccata e le vengono offerti i trucchi e gli ornamenti, i profumi. Qualsiasi azione voi facciate, se pensate in questo modo, diventa una azione virtuosa, diventa una azione positiva.
Delle volte ci sono delle persone che vogliono abbellirsi con il trucco, altre volte si può pensare anche “Devo essere bella perché in questo modo posso far contente le altre persone quando mi vedono”. Quindi la mente delle altre persone che mi vedono bella diventa immediatamente felice, sta bene. Quindi abbellendomi posso causare un pensiero positivo posso far felici le altre persone e per questa ragione mi trucco. Quindi anche truccarsi diventa una azione virtuosa. Così in tutte le nostre azioni quotidiane dobbiamo cercare di far sì che si generi dentro di noi una energia positiva, una energia virtuosa. Sempre cerchiamo di coltivare l’attitudine che quello che facciamo è per gli altri e che possa essere di aiuto, di beneficio per gli altri. In questo modo dovete pensare che offrite ogni cosa per metterla a disposizione, a servizio degli altri. In questo modo si coltiva veramente la generosità.
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Dare insegnamenti: per esempio state camminando mentre cantate un mantra o recitate le preghiere cristiane, mentalmente la motivazione deve essere che io sto dando gli insegnamenti a quegli infiniti esseri che io non sto vedendo ma so che ci sono intorno, che sono nell’ambiente. Ci sono gli spiriti, ci sono tantissimi esseri che noi non vediamo ma che comunque esistono intorno a noi e quindi pensiamo che mentre cantiamo, mentre recitiamo queste preghiere stiamo dando degli insegnamenti. E questo è anche un modo per praticare la generosità. Questi esseri sottili hanno la capacità, possono sentirci e facendo così si crea, comunque si mette nella loro mente il seme, la potenzialità di ottenere la liberazione. In questo modo voi statedando qualcosa, questo è un modo di praticare la generosità.
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dare protezione: per esempio noi cerchiamo di proteggere tutti quegli esseri che sono nel nostro corpo e quindi anche dobbiamo cercare di salvaguardare, proteggere, la vita degli altri esseri. Ci sono anche delle persone che sono in pericolo di vita perché non hanno le medicine necessarie e quindi noi diamo le medicine e la possibilità di alleviare il loro dolore, di aiutarli.
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dare amore, praticare la generosità dando amore . Quando si parla di dare amore non è quel tipo di amore che conosciamo noi quando diciamo :”Io ti amo”. Non è proprio questo. Noi questo qua lo chiamiamo amore ma in realtà il significato è “Io sono molto attaccato a te”: questa è la traduzione vera del nostro “Io ti amo”. Invece abbiamo bisogno del vero amore che significa il puro amore. “Io ti amo” vuol dire che io sono molto attaccato. Noi diciamo così però non è così buono, ma anche a sentirle queste parole “Amore, ti amo” sono un bel suono. Invece dare amore veramente significa che la vostra mente è tutt’uno con l’amorevole gentilezza e che mostra agli altri qualcosa di veramente piacevole di veramente bello, una grande gentilezza. Questo è dare un cuore caloroso, un senso di vicinanza con gli altri. Così voi mostrate alle altre persone che in questo modo è più facile comunicare con gli altri perché la comunicazione attraverso l’amore è molto facilitata. In questo modo le altre persone si sentono felici, hanno una sensazione di benessere: questo significa che così voi date amore, questo è il modo di praticare amore. E anche incoraggiamo le altre persone a praticare proprio con il nostro esempio del dare amore. Questo lo possiamo coltivare e questo vuol dire praticare la generosità del dare amore. Quindi praticare la generosità in questo modo vuol dire che noi cerchiamo di sviluppare la saggezza del bodhisattva, del realizzare le attività del bodhisattva. Ora noi la chiamiamo soltanto generosità, poi questa potrà migliorare sempre di più e quindi si può raggiungere il vero stato di Buddha e a quel punto si è realizzata la perfezione della generosità.
Perfezione della moralità
Che cos’è la moralità, cosa significa? E’ qualcosa di esterno o di interno al corpo? Pensiamoci. Io penso che ci sono diversi tipi di addestramento, però il modo più facile per capirla è che moralità significa l’attitudine mentale che desidera abbandonare il comportamento scorretto e abbandonare le idee malvagie e cattive. Questa è la moralità, questa è la vera moralità, questo è il vero significato di moralità. Vuol dire che si vuole abbandore il nostro cattivo comportamento o il nostro modo sbagliato di pensare. Vuol dire che la mente abbandona quel comportamento, quel modo di pensare: questa è la moralità.
Adesso dal punto di vista del Dharma e dal punto di vista della religione, dal punto di vista della nostra vita quotidiana anche in politica si parla di moralità, c’è bisogno di moralità: in questi giorni si parla tantissimo di moralità soltanto sulle labbra e questo non funziona, non è la vera moralità, non è la moralità realizzata nel proprio cuore. Magari se ne parla soltanto a livello intellettuale, pensandoci col cervello. Ma naturalmente vediamo che è diversa, quello che è veramente moralità è questo desiderio di voler abbandonare le azioni dannose, gli errori, quindi abbandonare l’imbrogliare gli altri, l’ingannare gli altri, quindi abbandonare tutti questi tipi di azione, questo tipo di attitudine che noi cerchiamo di proteggere e di mantenere. Se uno ha veramente chiaro questo di sicuro non si trova coinvolto ad agire negativamente e facilmente si riusciranno ad abbandonare le azioni dannose. Per cui abbiamo bisogno di praticare la moralità. Moralità è anche l’autodisciplina, vuol dire che noi stessi dobbiamo darci una disciplina.
Se qualcun altro ci dice “Voi fate questo e quest’altro” magari diventa un po’ difficile, magari ci arrabbiamo anche, diciamo “Ma cosa mi dici?” Se qualcuno ci dice quello che dobbiamo fare magari reagiamo dicendo “Anche tu hai bisogno di farlo!”. E quindi in questo modo ci arrabbiamo per esempio con i genitori, con il padre, la madre, o, nella famiglia, con i figli. In alcune famiglie ci sono i genitori che sempre danno ordini continuamente . Adesso per esempio nel nostro mondo occidentale ci sono bambini di otto anni che dicono “Io sono libero” e vuol dire che mentalmente pensano di non aver assolutamente bisogno di ascoltare gli ordini dei genitori: questa non è libertà , è una interpretazione sbagliata della libertà. Forse se voi ascoltate gli ordini che danno i genitori nel futuro sarete persone migliori: questo è quello che io penso. Adesso per esempio, parlando dal punto di vista del karma e delle azioni, noi non ubbidiamo alla famiglia e pensiamo di pensare bene. sembra che vada bene, poi in futuro ecco quello che avviene: voi diventate padre o madre e vostro figlio o vostra figlia non vi ascoltano e non ascoltano i vostri ordini, qualsiasi cosa diciate non vi ascoltano e quindi in quel momento cominciate a sperimentare quello che avete fatto prima con la vostra famiglia, la avete fatta diventare matta, siete stati veramente cattivi. In quel momento vi sentite veramente tristi. Succede veramente così. Questo è il modo come funziona il karma.
Ad esempio a scuola gli studenti non ascoltano l’insegnante e sempre sono lì ma non ascoltano questo è un comportamento veramente scorretto, e gli studenti agiscono in questo modo poi magari uno di quegli studenti diventa insegnante e i suoi studenti fanno esattamente come faceva lui prima e a questo punto c’è la comprensione. Ho sentito una storia: c’era una ex monaca che si era sposata con un ex monaco in Francia. Lui era veramente attaccatissimo a lei e lei se lo portava sempre dietro e gli dava un sacco di ordini e anche ha portato questo ragazzo fino a Lado dove è nato Lama Zopa e gli ha detto “Adesso per favore costruisci una bella piccola camera per me perché voglio fare un ritiro” E lui lo fece, restò lì a fare il muratore, ha costruito la camera, lui la ha seguita; lei non è che lo amasse molto. Lui era molto triste, soffriva terribilmente perché qualsiasi cosa lei gli dicesse di fare lui subito la eseguiva e lei non voleva più stare con lui, non lo amava più. Questo ex monaco soffriva terribilmente. Dopo questa ragazza si è innamorata perdutamente di un altro monaco e ovunque andasse questo monaco lei gli andava dietro. Ad un certo punto anche questo monaco ha dato indietro l’ordinazione, è diventato un ex e immediatamente lei ha telefonato al suo precedente marito “Abbiamo bisogno assolutamente di divorziare, di separarci legalmente” e quindi lui ha cercato di fare la separazione, si sono separati, hanno divorziato e quindi questa ex monaca ha cercato di stare insieme a questo nuovo ex monaco, però lui non ne voleva sapere. E lei è andata fuori di testa, a momenti diventava matta, ha cercato di suicidarsi due volte ma non è riuscita a portare a termine la sua azione, quindi ha scritto una lettera lunghissima al suo ex marito “Per favore ho fatto moltissimi errori in passato ; ho realizzato che ti ho fatto soffrire tantissimo. Per favore riprendimi sono molto triste adesso che sperimento tutta questa sofferenza, adesso capisco la sofferenza che ti ho arrecato.” E quindi lei ha scritto al suo ex. Queste sono esperienze : prima non lo sapeva cosa stava creando, una volta che lei stessa ha sperimentato lo stesso tipo di sofferenza ha capito. Questo è il modo in cui poi uno sperimenta le varie sofferenze.
Quindi abbiamo bisogno di coltivare la moralità che vuol dire cercare di impegnarsi in azioni positive, in azioni che siano giuste. E questo è il modo corretto per praticare la moralità. e poi ci sono altri modi per impegnarsi più strettamente nella pratica della moralità: ed è quello di prendere anche dei voti . Ci sono i voti per il praticante laico che sono i cinque voti upasica e poi ci sono gli otto voti che si prendono per 24 ore soltanto. Questo è il modo in cui anche le persone laiche possono praticare la moralità. Per esempio è possibile provare a mantenere questi otto voti per 24 ore , e questa è una cosa facile da praticare, attuabile. 24 ore passano velocemente e quindi se uno si impegna per farlo magari il giorno della luna piena, il giorno della luna nuova oppure quando la luna è metà, tipo il settimo giorno o il ventunesimo, ecco allora in questo modo è possibile gradualmente creare, coltivare delle azioni meritorie, virtuose, positive.
Poi ci sono i 5 precetti del praticante laico che si riferiscono alle azioni di :
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Non uccidere.
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Non rubare.
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Non avere rapporti sessuali scorretti.
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Non mentire.
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Non prendere intossicanti.
Questi sono i cinque voti Upasica. Magari ci sono delle persone che non riescono a tenerli tutti quanti per cui possono tenerne quattro, tre, due o anche soltanto uno. Una promessa è una cosa che possiamo fare. In questo periodo l’energia sta crescendo, noi non possiamo vedere con gli occhi però effettivamente l’energia positiva aumenta. E’ un tipo di energia sottile che cresce e può veramente portare un grande risultato. Per esempio esternamente possiamo vedere che l’atomo è molto piccolo, però ha una forte energia, molto potente, e quindi è come una piccola bomba, può distruggere in un modo molto esteso. Non necessariamente un grosso masso, rotolando da una montagna, può uccidere una persona, anche se è molto grosso non causa così tanta distruzione come invece può portarla una piccola bomba. Una cosa piccola può portare un grande risultato. Quindi dobbiamo cercare di pensare in questo modo: il mantenere una energia, il fatto di non uccidere che può sembrare una piccola cosa, può portare un grande risultato. Per esempio se noi pensiamo “Oggi io ho promesso di non uccidere alcun essere vivente” oppure “Oggi non mi impegno in attività sessuali”. Fate questa promessa davanti all’immagine di Buddha, all’immagine di Tara o all’immagine di un essere santo (Gesù Cristo, la Madonna). E di fronte a questi esseri che consideriamo santi, che sono santi che noi non possiamo vedere però ci sono veramente di fronte a noi, cerchiamo di mantenere le promesse. Oggi per 24 ore io non mi impegno in questa azione. Per esempio oggi io non rubo, non uccido, non mi impegno in attività sessuali . Quando si prendono gli otto voti per 24 ore ci si impegna a non avere attività sessuali per 24 ore, poi non mentire , non prendere intossicanti, non indossare ornamenti, non usare profumi, non danzare, non cantare e quindi ancora non sedersi sui letti o troni molto alti e quindi ancora mangiare una volta sola al giorno prima di mezzogiorno. E quindi voi potete promettere di fare questo per 24 ore. Questi otto voti che si prendono per 24 ore sono simili agli otto precetti mahayana. Altri voti che si possono prendere sono chiamati Sojon :è una parola composta di due parole, So vuol dire come rinnovare e Jon vuol dire purificare e pulire. Quindi vuol dire che il karma negativo che si è creato viene rimosso, si cerca di purificarlo e la nostra virtù di prendere i voti, fare le promesse, e cerchiamo di rinnovarle e renderle più forti.
Questo è il modo di prendere i voti upasica e anche prendendo questi otto voti per 24 ore che si chiamano Sojon, in questo modo impegnandosi nelle 24 ore, possiamo purificare gli eventuali errori che si possono essere fatti nell’aver preso i cinque precetti. Qualcuno per esempio non uccide alcun essere vivente però non crea molte energie. Se una persona si è determinata a non uccidere alcun essere vivente, di fronte ad un essere santo, allora quella azione del non uccidere aumenta e cresce. Questa è la moralità, è abbandonare le dieci azioni non virtuose e invece è praticare le dieci azioni virtuose. In questo modo possiamo effettivamente fare qualcosa, in questo modo possiamo purificare le azioni, le energie negative.
Pazienza: abbiamo bisogno di pazienza, essere pazienti, tolleranti, nella nostra vita quotidiana. Quindi dobbiamo cercare di svilupparla quotidianamente. Se qualcuno vi critica o vi calunnia in questo momento dovete pensare che ci sta dando insegnamenti su come sviluppare la pazienza: lui è il mio maestro, il mio migliore maestro di pazienza. Cerchiamo di coltivare questo modo di pensare perché questo può essere veramente buono. Altre volte siamo costretti a sperimentare sofferenze, problemi, allora in quei momenti dobbiamo cercare di accettare la situazione in cui ci troviamo e quindi cerchiamo di applicare dei metodi per risolvere i problemi: se non possono essere risolti allora è completamente inutile essere preoccupati o sviluppare rabbia, è meglio stare tranquilli . Abbiamo bisogno della pazienza nella nostra vita quotidiana, nella famiglia, e molto di più abbiamo bisogno di praticare la pazienza. Dobbiamo diventare sordi, dobbiamo fare quelli che non sentono, dobbiamo proprio far finta di non sentire così in questo modo non ci arrabbiamo. Gli altri magari si stancano perché voi non rispondete e si zittiscono anche loro.
Per esempio fra marito e moglie sembra che il marito si stia arrabbiando e la moglie cerca di essere molto carina e gentile, non risponde e quindi anche il marito che stava per arrabbiarsi non ha più la spinta e piano piano la rabbia magari sbollisce e non si litiga. E se il marito vede che la moglie sta per arrabbiarsi il marito deve cercare di essere gentile, farla contenta, sorridere e quindi anche lei non avrà più la base per arrabbiarsi. Dobbiamo cercare di fare così, non sto scherzando. Questo è veramente una cosa che noi possiamo fare ed effettivamente possiamo sviluppare una maggiore calma. Se uno si arrabbia perché dice qualcosa e l’altro controbatte, allora questa rabbia che si è generata non fa altro che aumentare e moltiplicarsi. Per esempio se c’è un piccolo fuoco e noi ci mettiamo dell’olio sopra, questo aumenta, la fiamma aumenta, esattamente come la rabbia: se una persona è arrabbiata e qualcuno gli risponde questi non fa altro che arrabbiarsi ancora di più, è come buttare benzina sul fuoco. Quindi dobbiamo cercare di portare la calma, se c’è un fuoco cerchiamo di buttarci l’acqua sopra, si cerca di applicare un antidoto al fuoco con l’acqua, con la sabbia, si cerca di calmare. Così allo stesso modo quando c’è qualcuno che è arrabbiato cerchiamo di generare amore e gentilezza in modo da calmare questo fuoco della rabbia. In questo modo possiamo condurre una vita più tranquilla. Quando c’è tranquillità c’è la possibilità di discutere, di parlare e quindi il problema di base lo possiamo chiarire. Delle volte le incomprensioni, i problemi, sorgono da non capirsi, da non capire le parole che si dicono e quindi dobbiamo cercare di essere calmi e tranquilli e parlare. E sulla base del dialogare c’è la possibilità di avere chiarezza. I problemi in questo modo poi finiscono.
Abbiamo bisogno di fare meditazione per migliorarci.
E’ importante lavare il cervello con la saggezza, il lavaggio del cervello viene fatto attraverso la meditazione, le preghiere. E’ molto grande l’efficacia delle parole usate per le parole sante delle preghiere perché entriamo in contatto con persone sante che così sono compiaciute e mandano energia positiva. Ci sono persone che recitano solo delle preghiere e ottengono realizzazioni alte.
Una volta c’era uno studente che doveva affrontare un esame e all’esame si era dimenticato completamente il soggetto per cui aveva scritto sopra al foglio continuativamente soltanto Sita Ram: Ram e Sita che è una divinità indiana che ha molti seguaci. Quando questo ragazzo è arrivato davanti al maestro a dare l’esame questi ha letto tutto Sita Ram e il maestro lo ha promosso. Questo è il potere della parola ram perché il maestro era un seguace ed un devoto di questa divinità non poteva rifiutarla, non poteva negarla, per cui ha promosso lo studente. Questo è un esempio di come può essere potente la parola. Lui non ha scritto niente dell’argomento che gli era stato richiesto, però aveva studiato prima per cui l’insegnante lo conosceva ma in quel momento non riusciva a scrivere niente, aveva completamente la mente vuota, buia. Comunque noi possiamo purificare completamente le oscurazioni, fino a realizzare la vacuità meditando sull’originazione dipendente e possiamo così realizzare la vacuità e quindi così eliminare, tagliare, la radice del samsara e quindi potremo ottenere il nirvana e la liberazione e quindi l’illuminazione.
Da DOMANDA E RISPOSTA:
Ci sono due tipi di desiderio:
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per realizzare scopi solo per questa vita: lo abbiamo tutti molto forte. Le nostre azioni sono spinte dal desiderio di soddisfare i nostri sensi. Può essere utilizzato anche per riuscire a incrementare le nostre qualità interiori (ad esempio possiamo desiderare amore, compassione) e quindi possiamo desiderare di migliorare.
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per ottenere lo stato della liberazione: voglio essere libero dalla sofferenza. Anche questo è un tipo di desiderio che dal punto di visto del Dharma è molto positivo, molto utile.
Il desiderio è comunque qualcosa che ci spinge ad agire. Bisogna distinguere tra un tipo di desiderio giusto e quello sbagliato. Dobbiamo incrementare il desiderio giusto e diminuire o eliminare quello sbagliato. Noi siamo nel mondo del desiderio e quindi abbiamo bisogno di utilizzare il desiderio.
Dal punto di vista del Sutra l ’attaccamento può essere utilizzato per trasformarlo.
Dal punto di vista del Tantra si utilizza l’attaccamento per ottenere le trasformazioni interiori. Coscienza grossolana: funziona nella vita quotidiana.
Coscienza sottile: nella vita quotidiana c’è ma non è manifesta. Talvolta l’attaccamento può manifestarsi nella mente sottile che può comprendere la vacuità. Genera quindi una beatitudine, questa può essere attivata attraverso l’uso dell’attaccamento, del desiderio, perché è possibile attivare le energie sottili del nostro corpo, come la bodhicitta, che fluiscono all’interno del corpo , si sciolgono dal capo e aumentano l’esperienza di beatitudine che deve essere utilizzata per comprendere la vacuità. Quindi si dice che il tantra è il sentiero veloce per ottenere l’illuminazione.
Quindi il desiderio è utile per ottenere queste realizzazioni. Natura delle sensazioni:
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della sensazione convenzionale,
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della sensazione ultima.
Bisogna meditare sulla natura della sensazione ultima e così eliminare ignoranza, attaccamento, odio. Meditando sulla natura della sensazione convenzionale non possono essere eliminati l’attaccamento, l’odio, l’ignoranza. Meditando possiamo ottenere la concentrazione: anche questo è molto buono e possiamo far sì che la nostra mente rimanga sull’oggetto in modo univoco; quindi, dopo, le distrazioni non ci toccano. Quando la mente è più stabile, allora possiamo fare molte più cose, quindi fa bene meditare.
Per bloccare l’insorgere dell’ira sul momento dobbiamo meditare su amore e compassione. Quando si familiarizza su amore e compassione l’insorgere dell’ira diminuirà e quando sorge dobbiamo pensare ad amore e compassione. Quando si ha familiarità questo fa sì che l’ira non sorga. Poi dobbiamo pensare che non è positivo ma dannoso per me stesso e per gli altri e quindi bisogna cercare di pensare agli svantaggi.
L’altro modo è sviluppare pazienza, tolleranza, e pensare di esserlo. E’ importante cercare di impegnarci in questo modo continuativamente anche se all’inizio è difficile ma gradualmente la nostra pazienza si svilupperà e l’ira sorgerà sempre meno. Più lasciamo uscire la rabbia quando si manifesta e più familiarizzeremo con la rabbia che aumenta e non ci porta nessun beneficio, nessun vantaggio. E’ importante cercare di impegnarsi, meditare osservando il respiro e pensare che i blocchi in relazione a rabbia e ira vengono sciolti e buttati via.
Nella vita dobbiamo avere uno scopo chiaro per utilizzarlo nel migliore dei modi. Dobbiamo utilizzare il nostro corpo umano nel migliore dei modi per valorizzarlo ed ottenere i più grandi risultati. Quindi è estremamente importante meditare.
BARDO: sono i 49 giorni di intervallo tra morte e rinascita
Ci sono tantissimi esseri viventi che non siamo in grado di percepire e vedere, ad esempio gli spiriti famelici o Preta che hanno un corpo sottile e una capacità mentale di avere un tipo di chiaroveggenza, potersi muovere velocemente. Possono danneggiarci e essere danneggiati da noi perché non li vediamo. Gli esseri dello stato intermedio hanno una vita che può durare al massimo 7 giorni. Se alla fine dei 7 giorni l’essere non trova un corpo dove poter rinascere o la connessione per poter rinascere c’è come una piccola morte e si rinasce allo stato intermedio. Questo processo può avvenire un massimo di volte, quindi la vita massima è di 49 giorni e in questo periodo trova una situazione in cui rinascere. Questi esseri hanno un corpo mentale, la capacità di viaggiare molto velocemente, hanno tre tipi di ostruzioni mentali. Possono attraversare i muri, la materia non è per loro un ostacolo. Non possono entrare nel ventre materno se non ci sono relazioni karmiche con quell’essere particolare. Quindi quando un uomo e una donna hanno un rapporto sessuale l’essere dello stato intermedio è in osservazione per entrare, vede solo gli organi femminili ma talvolta non riesce ad entrare. Deve riuscire ad entrare nel momento dell’unione tra ovulo e sperma, quindi l’essere in quel momento ha preso rinascita. Quindi c’è la ricerca. Se si toglie la spinta a prendere rinascita allora è possibile realizzare il nirvana, quindi non c’è bisogno di dover rinascere perché non si è più spinti da altre forze (afflizioni mentali, pensieri disturbanti) a prendere rinascita. Ma se uno vuole rinascere può farlo ma è per propria scelta.
MEDITAZIONE
Espiriamo, buttiamo fuori tutte le energie negative e inspiriamo tutte le energie positive.
Cerchiamo di generare la giusta motivazione e particolarmente ascoltiamo gli insegnamenti affinché possiamo essere in grado di aiutare tutti quanti gli esseri viventi perché possano generare nella loro mente la mente di illuminazione, di bodhicitta, e quindi della responsabilità universale. Per questo abbiamo bisogno di cause. Dobbiamo generare nella nostra mente la meditazione dell’equanimità. Equanimità significa che non si pensa alle differenze tra gli esseri o tra le persone e considerare tutti quanti uguali e avere uno stesso tipo di sentimento verso tutti quanti e quindi cercare di equalizzare la nostra predisposizione nei confronti degli altri . Noi abbiamo tre diverse sensazioni a seconda del tipo di persone che incontriamo e quindi dobbiamo cercare di equalizzare queste tre persone, cioè avere lo stesso tipo di sentimento nei confronti di queste persone. Quindi dobbiamo prima cercare di realizzare dentro di noi l’equanimità nei loro confronti, poi dobbiamo cercare di imparare, studiare, meditare affinché la nostra mente si familiarizzi proprio con questo sentimento di equanimità, con questa attitudine mentale di equanimità. Quindi dobbiamo cercare di generare, sviluppare la sensazione, l’attitudine, e quindi considerare l’incontro con gli altri piacevole: generare un sentimento di amicizia nei confronti degli altri e una volta che si sviluppa questo sentimento, considerare tutti quanti gli esseri senzienti come cari amici, come cari parenti. Dobbiamo cercare di generare questo sentimento verso tutti quanti gli esseri senzienti e per far questo dobbiamo pensare a come tutti quanti gli esseri senzienti sono estremamente gentili con noi. Per esempio al momento il nostro più caro amico, la persona che adesso consideriamo il nostro più caro amico è una persona che ci piace molto e quando noi pensiamo perché ci piace molto questa persona ci accorgiamo che ci piace perché è gentile e così via. Pensiamo alla sua gentilezza nei nostri confronti. Così allo stesso modo anche tutti gli esseri viventi sono stati gentili come lo è il nostro caro amico e in questo modo possiamo sviluppare questa comprensione che tutti quanti gli esseri viventi sono uguali nel senso che bisogna considerarli proprio come cari amici e quindi cercare di riconoscere la gentilezza di tutti gli altri esseri viventi nei nostri confronti e come sono effettivamente tutti gentili allo stesso modo con noi. Dobbiamo cercare di sviluppare il sentimento che desidera ricambiare questa gentilezza. Quindi cerchiamo di pensare tutti quanti gli esseri senzienti nello stato di felicità. Pensare “Io voglio veramente ripagare la gentilezza di tutti quanti gli esseri viventi per quello che hanno fatto per me”. Cerchiamo di meditare sull’infinito amore, sull’infinita amorevole gentilezza. Cerchiamo di comunicare sempre con gli altri con l’attitudine mentale di amorevole gentilezza, proprio dal profondo del cuore, qualche cosa di sentito, di caloroso. E’ possibile tranquillamente coltivare questo tipo di attitudine e come risultato ci sarà proprio la felicità da parte degli altri, la gioia, il benessere di incontrarci. In questo modo effettivamente ci renderemo conto che coltiviamo la felicità e dovremo cercare sempre e continuamente di essere in contatto ed esprimere nel nostro comportamento questo amore, questa amorevole gentilezza, questo cuore caloroso. E questo causerà proprio agli altri di avere la sensazione il pensare: ”Questa persona è veramente gentile, questa persona è veramente carina”. Sarà come l’esempio o l’input da parte degli altri di voler realizzare lo stesso tipo di attitudine mentale. Così, in questo modo, noi veramente possiamo coltivare queste attitudini mentali; possiamo così far sì che gli altri siano felici. Dopo aver meditato inquesto modo sull’amore, sull’amorevole gentilezza, noi possiamo impegnarci anche a meditare sulla compassione. Meditare sulla compassione è che nella nostra mente questa attitudine si genera continuamente e diventa manifesta. Quando diventa manifesta e la riconosciamo, cerchiamo di mantenerla cioè la nostra mente diventa amore e compassione, diventa amorevole gentilezza e cerchiamo di mantenere questo atteggiamento mentale in una maniera continuativa , che sia il sostegno portante della nostra esistenza. Quindi anche la compassione, così come l’attitudine di amorevole gentilezza, che è un po’ più elementare, desidera che tutti gli esseri viventi, tutti gli esseri senzienti, siano liberi dalla sofferenza e da tutte le cause della sofferenza. Noi dobbiamo cercare di generare questo tipo di attitudine nella nostra mente e di mantenerla in maniera continuativa, facendo sì che sia la spinta delle nostre azioni, quindi in questo modo noi possiamo crescere e anche riuscire a sviluppare ulteriore compassione. Man mano che la familiarizzazione aumenta non avremo più bisogno di sforzo perché più familiarizzeremo con questa attitudine mentale e più questa sorgerà spontaneamente, sarà una cosa spontanea.
Pensare che desideriamo che tutti quanti gli esseri senzienti siano liberi dalla sofferenza e che tutti gli esseri senzienti possano avere la felicità e le sue cause, non è sufficiente, cioè cercare di generare questa attitudine mentale non è abbastanza, occorre impegnarci a fare qualcosa e quindi cerchiamo di generare l’attitudine che si prende la responsabilità su di sé e quindi far sì che tutti quanti gli esseri senzienti siano liberi dalla sofferenza e portarli ad uno stato di felicità. Quindi cerchiamo di generare questo tipo di mente straordinaria e pensiamo interiormente : “Io mi impegno in questa attività, mi impegno in questo lavoro, però non posso farlo adesso, cioè non sono in grado di farlo adesso. “Chi è che può fare questo, che può aiutare gli esseri veramente?” L’unico esser che è in grado di aiutare in modo efficace tutti gli esseri senzienti è un essere illuminato: Buddha è in grado di aiutare tutti gli esseri, quindi io desidero lo stato dell’illuminazione, voglio diventare buddha e in questo modo uno genera la mente di bodhicitta, la mente dell’illuminazione, o anche la mente della responsabilità universale. A questo punto quando si genera spontaneamente questo desiderio, il desiderio dell’illuminazione, come unico metodo per poter essere in grado di aiutare gli altri, a quel punto si è generato la mente dell’illuminazione, si è generato bodhicitta. Quindi una volta che si è attivato questo tipo di mente occorre poi impegnarsi a renderla sempre più stabile, a incrementarla, e impegnarsi anche nel comportamento che sia coerente a questo scopo e quindi impegnarsi nell’attività del Bodhisattva. Quindi impegnarsi nelle 6 perfezioni o 6 paramita.
Fonte, che sentitamente si ringrazia di cuore http://ge.tt/8pYrmpK1/v/0