Ghesce Ciampa Ghiatzo: Le potenzialità della mente umana 1
Come trasformare i principali difetti mentali nelle 5 saggezze trascendentali che conducono all’illuminazione. A cura di Bruno Vannucchi Ciampa Yesce.
È molto importante cercare di generare una buona motivazione e in particolare la motivazione del buon cuore che desidera ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti quanti gli esseri viventi.
Nella meditazione ci sono due cose molto importanti: all’inizio la motivazione e alla fine la dedica.
La buona motivazione va fatta all’inizio di qualsiasi azione che noi facciamo; se l’azione è motivata da un pensiero positivo sarà la causa di azioni positive, virtuose.
Alla fine si dedica l’energia che si è creata con queste azioni positive; la si dedica affinché tutti quanti gli esseri viventi possano ottenere l’illuminazione e diventino la causa per l’ottenimento della loro illuminazione.
In questo modo noi creiamo energia positiva e anche, particolarmente, non sprechiamo la nostra esistenza, non sprechiamo l’energia che così si mantiene. E’ un po’ come accumulare dei soldi : generalmente mettiamo i soldi in banca e, se rimangono in banca, riusciamo ad avere degli interessi, così quando ne abbiamo bisogno li possiamo prendere. Così, allo stesso modo, noi creiamo, generiamo, energia positiva e alla fine manteniamo questa energia positiva. Questa che rimane dentro di noi fino a quando raggiungeremo l’illuminazione. Siccome noi dedichiamo questa energia affinché porti come risultato l’illuminazione per tutti quanti gli esseri viventi, allora questa energia positiva si mantiene finche non venga ottenuto questo risultato.
Come trasformare le afflizioni mentali nelle 5 saggezze trascendentali.
Tutte quante le afflizioni non si possono trasformare nella saggezza, è impossibile, ma possiamo purificare le nostre afflizioni e quindi possiamo ottenere le 5 saggezze finali. Queste afflizioni, una volta che sono purificate, si manifestano nelle 5 saggezze.
Nella nostra vita quotidiana desideriamo essere felici, sperimentare gioia, contentezza: questa è una idea generale che abbiamo tutti. Abbiamo tutti questo desiderio, questa aspirazione, però nessuno di noi vuole soffrire. Penso che questo sia uguale per tutti, però ci sono tante persone diverse con mentalità diverse, quindi possiamo domandare a noi stessi: “Perché desideriamo la felicità?” Possiamo chiederci: “Per quale motivo noi desideriamo essere felici? Perché la nostra aspirazione è quella ma il nostro risultato non è la felicità? E siamo costretti sempre a sperimentare sofferenza, siamo costretti a sopportare diversi tipi di sofferenze, difficoltà, ostacoli, malesseri?” È molto importante domandarsi perché.
Pensiamo che siano le altre persone la causa delle nostre sofferenze, che i problemi ci vengano a causa degli altri, che sono le altre persone che causano il danno. E, sempre nelle azioni, abbiamo vari ostacoli, interferenze, e quando questo avviene pensiamo sempre che è colpa di qualcosa o di qualcuno di esterno. Ho l’impressione che noi pensiamo in questo modo. Io penso che però pensare soltanto sotto questo punto di vista non sia corretto perché ci sono effettivamente delle condizioni esteriori che determinano il nostro sperimentare di problemi, però la causa principale è nella nostra mente, nelle emozioni disturbanti che sono nella nostra mente. E la causa principale è proprio l’ignoranza come mancanza di conoscenza di come funzionano i fenomeni e quindi a causa di questo facciamo molti errori. Soprattutto agiamo in una maniera sbagliata e questo porta come risultato a qualcosa di non piacevole. Quindi abbiamo bisogno di eliminare le emozioni disturbanti in generale e soprattutto l’emozione disturbante radice che è l’ignoranza che noi dobbiamo eliminare completamente. E quindi una volta eliminata l’ignoranza potremo essere sempre soddisfatti, contenti e quindi saremo felici.
Quindi ci sono 5 saggezze di cui si parla, spiegate in maniera diversa dai sutra e dai tantra; anche se hanno gli stessi nomi sono spiegate in maniera diversa.
Noi siamo attaccati a qualcosa: che cosa? Alle cose esteriori o a quelle interiori? Siamo aggrappati o c’è propensione verso gli oggetti esterni che sono in relazione ai 5 sensi. Quindi abbiamo attaccamento per:
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gli aspetti belli, le forme piacevoli;
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i suoni piacevoli come la musica;
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i profumi, i buoni odori;
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il gusto, i sapori;
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gli oggetti del tatto.
Questi sono i nostri attaccamenti.
Quando si creano le condizioni mentali per cui entriamo in contatto con questi organi e con questi oggetti sensoriali, gli oggetti sono come delle condizioni e poi abbiamo bisogno di un’altra condizione, della condizione immediatamente precedente. Per esempio, se andiamo al cinema, quello che noi vogliamo è di andare per vedere il film. Quindi significa che c’è questo film che viene proiettato che è la condizione dell’oggetto. La condizione immediatamente precedente è : “Io voglio andare al cinema a vedere il film”. Questa è una condizione indispensabile. Un’altra condizione è che la facoltà o l’organo della vista sia funzionante, c’è bisogno di questo, deve essere perfettamente a posto. Se l’organo della vista non funziona, anche se andiamo al cinema non possiamo vedere niente. Quindi abbiamo bisogno di tre condizioni:
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la condizione dell’oggetto,
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la condizione dominante,
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la condizione immediatamente precedente.
Se queste tre condizioni vengono insieme è possibile che l’organo della vista possa percepire l’oggetto. Dopo questo sorge il percettore mentale, colui che percepisce direttamente mentalmente. Quindi c’è l’aspetto mentale della memoria ed il concetto che sorge da questo, quindi il ricordo. E anche magari dopo 1 o 2 anni noi siamo in grado di ricordarci: “sono andato in questo posto, ho visto questo film”. C’è qualcosa che rimane dentro e quindi pensandoci ancora attraverso la memoria possiamo sviluppare attaccamento e ripensandoci ripetutamente questo attaccamento può aumentare.
Funziona in questo modo. Quindi, nella mente noi abbiamo bisogno costantemente di esaminare, di meditare.
Noi sempre seguiamo le sensazioni, i sentimenti. Ci sono delle cose che noi percepiamo e subito sorge una sensazione piacevole. In altri momenti guardiamo qualche cosa e invece salta fuori una sensazione spiacevole, abbiamo una esperienza spiacevole. Il terzo tipo è che delle volte percepiamo delle cose e c’è la produzione di una sensazione neutrale. Noi quindi sperimentiamo questi tre diversi tipi di sensazione.
A noi piace moltissimo la prima esperienza, l’esperienza di sensazioni piacevoli, quindi c’è la generazione del desiderio di continuare a sperimentare sensazioni piacevoli. Per esempio, vediamo degli oggetti e nella nostra mente li percepiamo come qualcosa di piacevole, quindi ci aggrappiamo a quello e cerchiamo di afferrarlo e quindi desideriamo questa felicità, questa gioia. Così cerchiamo di soddisfare questa sensazione tenendo fermo questo oggetto. Però, quando incontriamo delle difficoltà in questa realizzazione, poiché è difficile trovare che tutte queste condizioni rimangano insieme, allora ci proviamo, ci sforziamo.
Anche le sensazioni piacevoli, la felicità, si possono dividere in due tipi:
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la sensazione fisica,
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la sensazione mentale.
Anche queste sono un po’ diverse ma noi siamo aggrappati a tutte e due, vogliamo sperimentarle entrambe. Quindi non vogliamo assolutamente avere sensazioni spiacevoli, sentimenti spiacevoli, non vogliamo sperimentare il dolore, il malessere, l’insoddisfazione. Abbiamo la sensazione che queste esperienze di infelicità mentale, queste esperienze spiacevoli, producano il rancore, la repulsione, fino ad arrivare all’odio. Questo disturba la tranquillità della nostra mente; lo stato mentale pacifico, tranquillo della mente viene disturbato da queste emozioni. Noi lo sperimentiamo quotidianamente. Se ci pensiamo arriveremo a questa conclusione.
Quindi l’attaccamento come funziona? Come sorgono la rabbia ed il rancore? Analizziamo queste cose. Per esempio prendiamo un vostro caro amico, voi siete di fronte al vostro caro amico e quando siete in compagnia di questa persona siete molto contenti. Poi visualizzate di fronte a voi una persona che non vi sta particolarmente simpatica, che considerate il vostro nemico. Se voi siete di fronte a lui, o a lei, cercate di osservare come la vostra mente genera il malessere, o questa insoddisfazione, questa mancanza di gioia ; o come, piano piano, da questa iniziale sensazione di fastidio si incrementa e aumenta il rancore fino a diventare odio. E sorge quel desiderio di volerlo danneggiare, di cercare di fargli del male. Si comincia a pensare :” Come posso fare per farlo stare male?”
Poi si visualizza una persona che non conosciamo, quindi avete di fronte a voi questo sconosciuto. Analizzate il vostro sentimento. E’ un sentimento neutrale. Questo sentimento neutrale, neutro, è proprio un sentimento che ignora la persona , non la prende in considerazione. Questo sentimento neutrale o indifferente produce ignoranza perché non prende in considerazione questa persona ma la ignora completamente. Analizzate se questo è giusto o sbagliato. Quindi provate, cercate di provare: avete di fronte a voi il vostro migliore amico e pensate :” Questa persona mi piace veramente, lo amo tantissimo, gli voglio un gran bene” Perché? Magari ci sono ragioni diverse , però proviamo :” Perché mi piace questa persona, perché io amo questa persona, perché sono attaccato a questa persona? Forse perché lui o lei mi dà dei benefici, perché mi aiuta, mi è di beneficio?” Probabilmente pensiamo anche: “ Questa persona mi porterà dei benefici in futuro e proprio per queste ragioni mi piace, amo questa persona.” Quindi ancora proviamo: “Questa persona sarà sempre amica, di beneficio, mi è sempre stata amica, di beneficio? E’ una cosa permanente che questa persona mi sia amica?” No, non è così, non c’è assolutamente certezza, non succede. Il nostro amico del cuore a volte cambia, anche i nostri sentimenti cambiano e vogliamo avere queste persone un po’ più lontane. In quei momenti ci chiediamo anche : “Come mai stare insieme a questa persona prima mi causava tanta gioia mentre adesso non ci sto così tanto bene insieme perché è spiacevole, mi causa un po’ di infelicità? Piano piano non voglio più stare insieme a questa persona”. Così spesso avviene che comincia ad esserci del malcontento fino a degenerare nella disarmonia. Quando si verifica questo piano piano avvengono le separazioni; a volte ci sono persone che si separano però mantengono relazioni amichevoli, invece certe altre volte queste persone si separano e non c’è più assolutamente verso che stiano ancora insieme e anzi non riescono a sopportare nemmeno di vedersi. In questi giorni avvengono molto spesso fatti di questo genere. Quindi anche il fatto che ci siano delle persone che sono amiche non è una cosa definitiva o fissa; non è una cosa che rimane così nel tempo.
I nostri sentimenti cambiano e quindi anche le nostre relazioni interpersonali cambiano o avviene che possano rompersi e da amici si trasformino in persone nemiche. Questo lo possiamo vedere costantemente. Perché ciò si verifica? Perché avviene questo? Cerchiamo di pensare.
Poi ci sono persone che non ci piacciono, verso le quali nutriamo sentimenti di repulsione. Delle volte ci si ferma a parlare con loro: queste persone si mostrano piacevoli, carine, e piano piano da indifferenti e nemiche queste persone diventano amiche. Anche questo succede, quindi anche i nemici non sono una cosa definitiva o fissa.
Questo secondo esempio è verso le persone che consideriamo nemiche, verso le quali nutriamo avversione. E proprio pensiamo: “Questa persona non mi piace”. Perché noi pensiamo in questo modo?
Quindi c’è il terzo tipo di persona: è una persona sconosciuta, verso la quale non nutriamo sentimenti di avversione, ci è indifferente perché questa persona che non conosciamo non ci ha danneggiato, non ci ha beneficiato e non pensiamo che lo farà. Dobbiamo cercare di pensare: “Sarà sempre così?” No. Possiamo essere più vicini a queste persone e diventare amici , possono diventare nostri amici o nemici. Tutte le nostre relazioni sono in questi tre modi. Abbiamo sempre la generazione di questi tre tipi di sensazioni o sentimenti nei confronti degli altri.
La natura è la sensazione, l’esperienza. La sensazione è un fattore mentale che si sperimenta. Questa sensazione può essere piacevole, spiacevole o neutrale. La natura, la sensazione, è la stessa, ma l’esperienza è diversa.
La saggezza di base è la saggezza come lo specchio cioè riflette come uno specchio, che è qualcosa nel quale possiamo vedere la nostra faccia, il nostro volto; lo specchio riflette l’immagine del nostro volto. Cioè la saggezza di base come lo specchio significa che nello specchio si riflettono molte immagini. Allo stesso modo nella nostra mente ci sono tantissime cose che appaiono in diverse forme. Quindi noi guardiamo e ci sono tantissime cose diverse. Questa saggezza percepisce tutte quante le cose, le forme, i colori, il grande, il piccolo e così via. Vengono riflesse tutte le diverse forme, i diversi colori, i diversi aspetti nella mente. Quindi si parla della saggezza di base come lo specchio. Questo è il significato essenziale di questa saggezza.
Quando si parla di saggezza di base dell’equanimità questo vuol dire che questa equanimità è ad esempio nelle tre sensazioni di cui si è parlato (amore, odio, neutralità) : la sensazione di base è uguale (è l’esperienza), è la possibilità di sperimentare il piacere ed il dispiacere che sono determinati dalla sensazione. Quindi la sensazione è la base, la cosa uguale per tutti per poter sperimentare queste sensazioni diverse, ma abbiamo bisogno della saggezza di base dell’equanimità, di questo potere di base equanime.
Poi abbiamo la saggezza che analizza, la saggezza discriminativa, la capacità di comprendere individualmente i diversi oggetti. In questo contesto significa ad esempio: “Questi sono i miei parenti, questo è mio figlio, questa è mia figlia”. E’ quindi la capacità di discriminare, riconoscere i nomi, quindi riuscire a discriminare i vari fenomeni individualmente come individualmente noi conosciamo le persone, il nome, la loro famiglia, le loro sofferenze. Questa comprensione è tradotta come la saggezza dell’ analisi. E’ come la realizzazione individuale dei singoli fenomeni.
Poi c’è un altro tipo di saggezza che è la saggezza che realizza le attività. Significa che noi siamo in grado di compiere varie azioni e abbiamo la capacità di comprendere come impegnarci in varie azioni e anche come poter arrivare al successo, perché attraverso determinate azioni possiamo ottenere determinati risultati che ci prefiggiamo. Quindi se noi ci impegniamo in un certo tipo di azione allora otterremo dei risultati: questa è la saggezza di base dell’ottenimento delle attività. Per esempio noi ci impegniamo in certe azioni, facciamo dei lavori, compiamo delle azioni e possiamo ottenere come risultato qualcosa come noi vogliamo. Come per esempio il contadino pianta nel campo il seme e potrà ottenere come risultato i frutti che potrà utilizzare.
Delle volte noi ci impegniamo, ci prefiggiamo di realizzare dei progetti, abbiamo progetti diversi. Quindi prima di tutto abbiamo dei progetti mentali. Ad esempio una ragazza si fa il progetto mentale:” Adesso mi metto a studiare, quindi se studio potrò ottenere il diploma e dopo potrò lavorare, impegnarmi in un buon lavoro e quindi potrò trovare un bel ragazzo, un ragazzo veramente carino e gentile e mi sposerò. Poi faremo due o tre bambini e dopo magari costruiremo insieme qualche cosa”. Questi sono progetti mentali. Tutti noi abbiamo tantissimi progetti mentali. Per esempio se noi studiamo è perché abbiamo già un progetto mentale per il futuro. Ad esempio: “ Io faccio questo studio perché così in futuro potrò insegnare. Io voglio studiare questo argomento perché così potrò diventare un avvocato” Oppure “Studio queste cose e poi diventerò un ingegnere. Studio e poi diventerò un giudice” Poi qualcun altro pensa:” Studio per diventare un bravo politico”. E allora si impegna nelle scienze politiche. Quindi se uno si impegna in questo tipo di studi vuol dire che vuole poi intraprendere la carriera politica. Quindi fa un sacco di progetti mentali:” Quando avrò terminato farò questo o quest’altro. Potrò avere una posizione più alta, sarò più famoso, potrò diventare ministro, magari primo ministro oppure presidente.” Tutti questi sono progetti mentali e dopo occorre un lavoro di attualizzazione e di studio per ottenere il risultato finale, lo scopo che ci si è prefissi. E’ un tipo di saggezza di base che ci aiuta a realizzare le azioni.
Noi abbiamo bisogno di fare anche un altro progetto mentale :” Io voglio impegnarmi nella meditazione, quindi devo studiare e particolarmente devo studiare la filosofia, la religione. Quindi potrò arrivare ad avere una maggiore comprensione: più approfondirò la mia comprensione più potrò impegnarmi nella meditazione e quindi realizzare il progetto finale che sarà l’ottenimento dell’illuminazione. Questo dovrebbe essere il nostro progetto mentale, quindi dobbiamo metterci di impegno nella nostra pratica, nel nostro studio, dobbiamo sforzarci.
Se non abbiamo un progetto mentale non c’è impegno nella pratica, non c’è studio. Con un progetto mentale di sicuro otterremo qualche risultato. Se invece non abbiamo alcun progetto mentale, non ci prefiggiamo alcuno scopo, non c’è un punto a cui si vuole arrivare, allora non c’è neanche l’energia, non c’è l’impegno nella pratica, non c’è studio.
Per esempio ci sono dei bambini che non vogliono assolutamente studiare, penso che ce ne siano parecchi che sprecano il loro tempo. Conosco certi bambini tibetani che dicono proprio “Non voglio studiare. Per quale motivo devo studiare? E’ soltanto difficile, mi fa diventare nervoso studiare, per cui magari è meglio che io non studi”. E si convincono che è meglio non studiare. Quindi non avranno assolutamente alcun progetto mentale di diventare insegnanti o qualcos’altro. Magari hanno altri progetti mentali che sono i lavori o avere successo nel lavoro materiale, o nei lavori di casa, come casalinga, o così via. I ragazzi pensano ;” Io non ho bisogno di studiare, magari posso fare dei business, impegnarmi in una attività lavorativa e posso ottenere quello che desidero semplicemente andando a lavorare invece di impegnarmi in tanti anni di studio”. Non c’è molta differenza tra uno che studia continuamente ed una persona che non ha studiato perché noi possiamo trovare cibo allo stesso modo. Con tanto studio si diventa molto intellettuali e ancora più cervellotici, con il cervello verde (è un modo di dire tibetano).
E’ importante avere progetti mentali, porsi degli obiettivi per poter ottenere di realizzare questa saggezza in modo tale da potersi impegnare in vari tipi di azione. Un altro esempio che vi faccio è per quanto riguarda gli obiettivi mentali, gli scopi mentali. Mentalmente uno pensa: “ Voglio fare un computer, voglio un computer piccolino. Faccio il progetto di questo piccolo computer iniziando da fare il disegno:così mi piace proprio”. Poi per poter attualizzare questo bisogna compiere delle azioni per arrivare alla realizzazione. Quindi una volta che si è determinati è possibile costruire un piccolo computer carino.
Abbiamo sempre bisogno di un obiettivo, di un progetto mentale, per compiere una azione. Ad esempio io oggi voglio fare una pizza margherita. Quindi mentalmente bisogna fare il progetto e poi bisogna muovere le mani in un certo modo, fare l’azione che ci porta ad ottenere quel risultato. Quindi alla fine possiamo avere una pizza margherita bella e anche gustosa e quindi possiamo goderne. E questo è semplicemente un esempio. C’è sempre una spinta mentale e ne abbiamo bisogno. Ad esempio “Voglio diventare santo, che cosa si deve fare per diventare santi?” La cosa fondamentale è sviluppare buon cuore, generare amore, compassione e interesse per poter aiutare gli altri, interesse verso gli altri. Quindi con questo tipo di attività mentale cerchiamo di aumentare lo sviluppo di questo sentimento e quindi si prega verso dio che ha queste qualità. Chiediamo le benedizioni, che per favore mi conceda le benedizioni affinché possa purificare tutte le mie negatività. Io desidero far sì che le mie aspirazioni, il mio desiderio, possano avere successo. Quindi in questo modo uno prega Gesù, Dio, la Madonna. Questo è un esempio, queste persone pregano, si impegnano e si forzano giorno e notte per ottenere questi risultati. Attraverso lo sforzo è possibile ottenere, realizzare, lo stato dei santi: così se una persona si impegna in questo modo può diventare santo.
Nessuno può fermare il pensiero. Nessuna persona esterna può fermare le realizzazioni mentali. Quindi nessuno può fermare questo sviluppo, nessuno può fermare questo miglioramento verso questo fine. Quindi è possibilissimo, tutti quanti voi potete diventare santi. Se ci impegniamo tutti quanti noi possiamo diventare arant, bodhisattva, santi. Sono denominazioni diverse per questi esseri dovute a culture diverse, sono termini diversi per indicare questi esseri che si impegnano verso il miglioramento degli uomini.
Comunque quello di cui noi abbiamo bisogno è un obiettivo mentale, un progetto mentale molto forte e anche la determinazione: “Voglio purificare tutte le afflizioni disturbanti e quindi voglio ottenere lo stato della liberazione, della illuminazione”. Questo è un progetto mentale, una aspirazione molto forte che dobbiamo avere e allora, in questo modo, metteremo dello sforzo nella pratica, ci impegneremo con entusiasmo nella pratica.
Perciò abbiamo bisogno veramente di analizzare e osservare come funziona la nostra mente e come le varie sensazioni vengono prodotte. Ci sono molte persone che cercano di ottenere sensazioni di felicità, di gioia e molte persone vogliono bloccare, cessare, tutte le sensazioni spiacevoli di infelicità. Però ognuno di noi segue metodi e sistemi diversi. Quindi ci sono alcuni metodi o sistemi che non sono proprio corretti, che sono sbagliati. Ci sono dei metodi che portano poi a sperimentare difficoltà, infelicità. Siccome sperimentiamo varie sensazioni spiacevoli, allora c’è il desiderio di fermare, bloccare l’esperienza spiacevole di infelicità. Si cercano vari metodi per ottenere l’eliminazione dell’infelicità. Per esempio ci sono alcune persone che per eliminare l’infelicità usano le droghe, allora c’è come la sensazione immediata che uno sia felice, apparentemente è felice. Poi c’è la sensazione di volare, è come se i nostri occhi vedessero infiniti colori, come arcobaleni, apparizioni molto piacevoli e belle. Così uno è spinto ad usare sempre di più le droghe e invece aumentano i problemi. Sorgono tre problemi principali: 1) il problema fisico 2) il problema mentale 3) il problema finanziario.
C’è veramente il desiderio di provare ad essere felici. Poi uno usa qualcosa e all’inizio c’è l’apparenza di felicità, ma in realtà non è felicità e quindi immediatamente dopo c’è l’opposto, l’esperienza dell’infelicità e quindi c’è la sofferenza. Fisicamente cominciano le malattie, cominciano i disturbi fisici. Mentalmente si è infelici perché non c’è gratificazione. Il terzo problema è il problema economico perché c’è bisogno continuamente di comprare e siccome non sono sufficienti i soldi allora si compiono azioni negative come rubare e così via. E quindi ci sono un sacco di problemi. Questo significa che c’è qualcosa di non molto corretto nel metodo; quindi abbiamo bisogno di un buon metodo.
Poi ci sono molte persone infelici che bevono vino e dopo sono ubriachi e quando sono ubriachi non capiscono niente e allora, in quel momento, pensano che la loro sensazione, i loro sentimenti di infelicità sono scomparsi, sono eliminati. In realtà no. Molti tibetani sniffano la natta, il tabacco, e pensano: ”Questo mi fa stare bene” e se gli si chiede perché rispondono: ”Perché questo mi fortifica”. Questa natta , che è tabacco tibetano molto fine che si sniffa, dà la sensazione di essere più svegli , come per noi il caffè. Poi però non si riesce a smettere questa abitudine. Così come ci sono delle persone che fumano tantissimo, delle volte cercano di smettere ma non ci riescono. Perché? Per l’abitudine: è proprio l’abitudine della familiarità con quella azione. Questo lo possiamo capire direttamente perché è nostra esperienza.
Se noi ci impegniamo nella meditazione della compassione, dell’amore, della pazienza, quando familiarizziamo con questi sentimenti, allora arriverà un momento in cui non avremo bisogno di sforzarci. E anche una volta che questi sentimenti della compassione, dell’amore e così via si saranno generati nel proprio continuum mentale non potranno essere abbandonati; non potremo lasciarli andare perché è proprio a causa della familiarità e delle abitudini che saranno come attivi.
E’ possibile effettivamente ottenere, realizzare, la compassione e l’amore nel nostro continuum mentale. Non dobbiamo essere troppo attaccati alle sensazioni di piacere e di gioia, quindi non essere troppo aggrappati alle sensazioni samsariche perché la natura ci appare come un qualcosa di felice ma in realtà non lo è. Una volta che si è sperimentata l’esperienza di felicità, dopo c’è qualche cosa che sorge e questo qualche cosa è sofferenza quando termina l’esperienza di felicità. Per esempio andiamo al mare, andiamo sulla spiaggia, e pensiamo “Ah, come sto bene, mi faccio proprio una bella abbronzatura, mi siedo al sole per prendere il sole” E poi c’è l’errore di stare esposti al sole troppo a lungo e quindi ci prendiamo una insolazione oppure si diventa rossi e bruciati e dopo un po’ c’è il desiderio di andare all’ombra per rinfrescarsi. C’è il desiderio di sperimentare aria fresca e in quel momento, quando si sperimenta l’aria fresca c’è la sensazione di piacevole del fresco. Ma dopo un po’ che uno sta all’ombra c’è la sensazione di avere freddo e quindi ancora si va al sole e quindi la sensazione è proprio questa che cambia continuamente.
Quindi la cosa importante è di non essere troppo aggrappati a queste diverse esperienze, cercare di diminuire l’attaccamento verso le sensazioni piacevoli e verso le sensazioni spiacevoli, perché la sensazione è una delle cause radice dell’esistenza ciclica, del samsara: particolarmente l’essere aggrappati a sensazioni piacevoli. Noi ci attacchiamo a qualche cosa, ci aggrappiamo a qualche cosa quindi, per questa ragione ci impegniamo in vari tipi di azioni. Ad esempio se siamo attaccati o desideriamo la carne abbiamo bisogno di uccidere gli animali e quindi questa azione diventa negativa. Delle volte siamo attaccati alle corna degli animali e perciò certi animali vengono uccisi proprio per il valore delle loro corna. A volte gli animali vengono uccisi perché le persone nutrono attaccamento per la pelle dell’animale.
L’attaccamento si manifesta in maniere diverse e quindi spinge poi gli individui a compiere azioni diverse. Il più delle volte l’attaccamento appare come un qualche cosa di piacevole, come un qualche cosa di buono però in realtà l’attaccamento è veramente molto dannoso sempre ed è sempre presente. Delle volte per esempio per rabbia uccidiamo anche, magari non uccidiamo degli animali molto grandi però uccidiamo le zanzare perché arrivano sempre . All’inizio magari cominciamo a soffiare per mandarle via, poi tornano tante volte e quindi ci si arrabbia e le ammazziamo. Perché le zanzare cercano il nostro sangue? Perché hanno fame e vogliono mangiare un poco, hanno bisogno di un po’ di cibo. Quindi dovremo cercare di sviluppare un po’ di pazienza perché ci prendono soltanto una goccia di sangue e poi se ne vanno. Cerchiamo di pensare in questo modo. Bisogna pensare che chi danneggia non è esterno ma l’essere che ci danneggia maggiormente è proprio dentro di noi. Quindi dobbiamo veramente riconoscere che il nostro nemico principale sono le emozioni disturbanti, le afflizioni mentali, quindi quello che abbiamo bisogno di fare è di distruggerle completamente, eliminarle.
Shantideva, un grande saggio indiano, diceva: “Se uno si arrabbia con le altre persone non è giusto , poi così danneggia gli altri. Se ti arrabbi, se ti vuoi veramente arrabbiare, devi farlo con le tue emozioni disturbanti e quindi cercare di distruggerle completamente in quanto sono i veri nemici.” Se volessimo distruggere tutti i nostri nemici avremmo bisogno di molti tipi di armi. E invece dobbiamo distruggere le emozioni disturbanti interiori e ci sono delle armi mentali che noi possiamo, utilizzare per esempio ci sono la compassione, l’amore, la pazienza. Queste tre sono gli antidoti alla rabbia, al rancore e queste sono esattamente le armi che possono distruggere la rabbia. Quindi c’è ancora l’attaccamento: noi facciamo diversi tipi di meditazione o di concentrazione. Per esempio cerchiamo di realizzare la stabilizzazione meditativa su diversi aspetti per esempio se abbiamo attaccamento per il colore marrone uno non è attaccato al colore bianco, non ci piace il colore bianco invece abbiamo attaccamento, desiderio, per il colore marrone. Questo colore non è effettivamente marrone ma diventa come il colore bianco: nella visualizzazione dobbiamo cercare di farlo bianco. E quindi se una persona è per esempio molto attaccata al volto di un’altra persona, ad un ragazzo, ad una ragazza, e se uno ha molto attaccamento verso questa persona sorgono molte emozioni disturbanti e desiderio che non si riesce a soddisfare, allora in questo momento bisogna cercare di pensare, di visualizzare , per esempio questo viene spiegato negli insegnamenti di Buddha, nei testi di Buddha, bisogna pensare che alla propria fronte c’è un po’ di carne marcia che piano piano comincia a cadere e mano mano che questa carne salta via si cominciano a vedere le ossa e questo piccolo buco piano piano si estende completamente e il nostro corpo appare come uno scheletro e vediamo le ossa e quindi estendiamo questa visione a tutti quanti gli altri esseri e così vedremo anche tutti quanti gli altri esseri nell’aspetto di scheletri. Quindi noi dobbiamo pensare che tutte queste ossa, tutti questi scheletri, sono veramente orripilanti, non hanno niente verso i quali generare attrazione e quindi cerchiamo di pensare, di fare questa meditazione. Ogni tanto possiamo assorbire, visualizzare, che tutte queste ossa le assorbiamo, che tutto quanto il nostro corpo viene assorbito al nostro capo e quindi proviamo mentalmente a fare questa visualizzazione meditando in questo modo. E questa è una meditazione che serve da antidoto all’attaccamento. Si può anche pensare al volto con molti buchi, con molti vermi che entrano e escono nel corpo : questo tipo di visioni sono terrifiche con tanti buchi estremamente brutti. Cercate quindi di immaginare in questo modo e così è possibile ridurre l’attaccamento; possiamo meditare anche su un corpo morto, su un cadavere. Per esempio meditiamo sui cadaveri che non sono veramente attraenti, il colore del corpo è abbastanza repellente: queste sono meditazioni che servono da antidoto per l’attaccamento.
Abbiamo vari tipi di malattie ; ci sono le malattie fisiche e quelle mentali.
Per le malattie fisiche si possono usare alcuni rimedi, si può essere operati, dopo l’operazione uno può stare bene; poi uno può ammalarsi ulteriormente. Le malattie fisiche in realtà non si possono curare completamente, non c‘è la possibilità di curarle completamente, neanche con le medicine. le malattie mentali invece sono un po’ peggio, sono peggiori, per cui abbiamo bisogno di prendere medicine che possano effettivamente curare la nostra mente. Per esempio una persona può essere pazza e ci sono gli psicofarmaci per calmare l’individuo, che apparentemente calmano un pochettino l’individuo. Perché? Ai giorni nostri ci sono queste malattie che sono un po’ diverse, l’armonia dei nostri quattro elementi interni è distrutta, per cui c’è uno squilibrio tra i vari elementi e questi squilibri degli elementi interni producono dei problemi mentali e a volte si manifesta la pazzia, la follia. Quindi con gli psicofarmaci c’è semplicemente un acquietare o cercare di creare una armonia apparente fra gli elementi e in questo modo la mente è più tranquilla, addormentata. Però la soluzione migliore è praticare la meditazione che è la vera medicina che può curare le malattie mentali. Se noi curiamo le malattie mentali anche fisicamente potremo avere un corpo sano.
Adesso parlerò delle 5 saggezze di base.
Ieri non abbiamo parlato di un tipo di saggezza che è in relazione ai fenomeni:
La saggezza del Dharma dato o della sfera del Dharma , la sfera di tutti i fenomeni. Ci sono vari tipi di tradizioni per questa saggezza del Dharma dato, viene anche chiamata la saggezza di base alla natura di tutti i fenomeni. La natura vuol dire che ogni fenomeno ha praticamente due nature: 1) una natura, una realtà, convenzionale 2) una natura ultima o finale . In altri termini si può parlare anche di due verità: una verità convenzionale ed una verità ultima. Questo vuol dire che noi conosciamo la natura dei fenomeni. La nostra mente comprende la base di questa natura che è natura convenzionale e natura ultima. Noi a livello intellettuale abbiamo questa comprensione. Un altro modo di spiegare è che anche la nostra mente ha due tipi di natura: una che è convenzionale e poi c’è la natura ultima della mente. La nostra mente a livello convenzionale ha la capacità di conoscere, è chiara e limpida : questa è la definizione di mente a livello convenzionale. La natura ultima della mente significa che la nostra mente è vuota di esistenza inerente e questo significa che la nostra mente sorge dipendentemente, in dipendenza a qualcos’altro, e quindi è vuota, è priva dell’avere una esistenza inerente.
Le 5 saggezze sono :
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La saggezza di base come lo specchio.
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La saggezza di base dell’equanimità.
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La saggezza di base dell’analisi o saggezza discriminativa.
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La saggezza dell’essere in grado di compiere le attività.
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La saggezza del Dharmadatu.
Possiamo anche abbinare questi 5 tipi di saggezze al sentiero che noi dobbiamo intraprendere per ottenere questo stato finale delle 5 saggezze. Quindi abbiamo queste 5 saggezze di base e ci sono 5 sentieri per realizzarle e i sono anche 5 saggezze risultanti. Quindi c’è la base, il sentiero ed il risultato.
Saggezza come lo specchio e del sentiero relativo ad essa. Per esempio il sentiero è quello delle quattro nobili verità e queste sono suddivise in 16 attributi che appaiono alla coscienza, alla mente, si riflettono nella coscienza e nella saggezza come lo specchio. Appaiono questi due livelli di verità che sono la verità convenzionale e la verità ultima e questa saggezza come lo specchio ha il sentiero relativo a questa realizzazione.
Saggezza dell’equanimità e sentiero che conduce a questo. Noi cerchiamo di equalizzare gli amici, i nemici e gli sconosciuti, gli indifferenti, e quindi cerchiamo di equalizzare il nostro sentimento nei confronti di questi pensando che non ci sono differenze, sono tutti quanti uguali, la sensazione è la stessa. Soprattutto se si vuole realizzare il sentiero mahayana è indispensabile equalizzare la sensazione. Quindi nella nostra mente tutte le persone che noi incontriamo, tutti gli esseri che noi incontriamo devono risultare essere la stessa cosa come parenti, amici, perché non c’è assolutamente differenza fra di loro, sono tutti quanti amici. Dobbiamo cercare di generare questo sentiero, sviluppare, incrementare questa attitudine verso l’ equanimizzare la nostra attitudine nei confronti degli altri: questo è estremamente importante. Per esempio si deve pensare come noi stessi e gli altri siamo perfettamente uguali e cercare di equanimizzare questo interesse per gli altri, generare per gli altri lo stesso tipo di interesse che abbiamo per noi stessi Il desiderio di essere felici, di stare bene è esattamente uguale sia quello che hanno gli altri che quello che abbiamo noi: non c’è differenza. E se noi desideriamo eliminare la sofferenza e i problemi, questo tipo di sentimento o di desiderio è esattamente uguale nella mente degli altri esseri. Quindi bisogna cercare di generare il desiderio, proprio l’aspirazione, ad eliminare la sofferenza anche negli altri. Dobbiamo cercare di rendere la nostra mente equanime nei confronti di ciascuno di questi esseri, di questi tre tipi di persone (amici, nemici, indifferenti) cercare di riconoscere anche come questi tre sentimenti sono in realtà lo stesso, sono uguali, sono della stessa natura; si può dire anche che sono come visioni. Quindi cerchiamo di sviluppare questa convinzione e di arrivare all’attitudine del grado di equalizzare tutti perché siamo tutti quanti uno diverso dall’altro, però dobbiamo cercare di sviluppare un sentimento di equanimità nei confronti degli altri e senza differenziare, senza discriminare, per quello che riguarda differenze di colore della pelle , differenze di abitudini, di religione e così via: dobbiamo cercare di realizzare che siamo tutti quanti esseri umani e abbiamo tutti gli stessi desideri. Quindi cerchiamo di sviluppare questa comprensione dentro e riconoscere anche che le religioni sono fatte per far sì che gli esseri umani generino una maggiore armonia fra di loro, diventino degli esseri umani migliori. Però delle volte le religioni sembrano quasi la causa o diventano come la scusa per sviluppare conflitti, diventano la causa di settarismo. Penso che questo sia sbagliato, non sia corretto. Magari i nostri maestri non sono così, non insegnano queste cose, però i seguaci delle varie religioni interpretano in questo modo. Ho incontrato una persona che veniva dalla Giordania e che era musulmana e ho parlato con lui: diceva che uno dei problemi era che la religione era molto legata con la politica e che la politica si avvantaggiava della religione o utilizzava la religione per i suoi vantaggi. Come le diverse divinità tengono in mano diversi simboli e quindi utilizzano questi simboli per rappresentare qualche cosa, più o meno la politica utilizza la religione come bandiera. Questa persona aveva utilizzato questo esempio: i musulmani parlano di guerra santa e la politica invece utilizza la guerra per uccidere altre persone e quindi da parte dell’islam vedono questo come una buona pratica. Però in realtà questa è una cosa sbagliatissima però è una cosa generalizzata a livello mondiale. La cosa veramente importante che bisogna fare è intraprendere la guerra santa però a livello interiore. Io gli ho detto “O.K. questo, però come si fa ?” E lui mi ha risposto che interiormente abbiamo un sacco di pensieri negativi o cattivi, emozioni disturbanti, afflizioni, e abbiamo bisogno di utilizzare metodi diversi attraverso la saggezza che ci aiutino a distruggere le nostre emozioni disturbanti interiori. Questa è veramente la guerra santa. Io penso che questo discorso che mi ha fatto questa persona era veramente significativo, aveva un buon significato. Lui era molto giovane , aveva soltanto 22 anni e poi lui mi ha fatto delle domande :” Perché S.S. il Dalai Lama è andato a visitare Israele ma non è andato in Giordania?” “Perché in Giordania non lo hanno invitato.” “Ma io vorrei tantissimo che S.S. il Dalai Lama venisse in Giordania, sarebbe una cosa molto buona, vorrei che in futuro questo potesse realizzarsi”.
La cosa principale che dobbiamo cercare è di provare a far sì che la nostra mente riesca a conservare un sentimento di equanimità qualunque cosa facciano le altre persone. In questo modo la nostra mente sarà pacifica, tranquilla e quindi riusciremo a vedere tutti quanti gli altri uguali nel senso che i loro bisogni sono uguali. Quindi da parte nostra ci impegneremo con lo stesso interesse verso gli altri. Questo è molto importante.
Saggezza della analisi, saggezza discriminativa . Analisi significa riconoscere i vari fenomeni e riconoscere la natura dei vari fenomeni, oppure riconoscere anche le 4 nobili verità. Dal punto di vista buddhista riconoscere la capacità della saggezza analitica (che può comprendere la natura di tutti fenomeni, la natura di 108 diversi fenomeni, dalla forma fino all’onniscienza) questa capacità di analisi discriminativa serve per conoscere tutti i fenomeni, comprendere tutti i fenomeni e quindi anche le quattro nobili verità . Cioè la verità della sofferenza e questo significa che la natura è sofferenza e questa sofferenza ha 4 attributi, cioè si manifesta in 4 modi diversi:
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Con l’impermanenza.
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Sofferenza in se stessa.
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Il fatto che si è vuoti.
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Sono privi di sé.
Dobbiamo cercare di analizzare individualmente questi quattro attributi.
1) Impermanente significa che attimo dopo attimo i fenomeni cambiano, quindi per questa ragione si dicono impermanenti. Poi si può dire ancora che l’impermanenza può essere grossolana, sottile ed estremamente sottile. Per esempio un vetro che si rompe, la casa che crolla, una tazza che si rompe: possiamo vedere che le cose si rompono. Questo è un livello di impermanenza grossolano. Impermanenza significa che cambia attimo dopo attimo. In Tibet per esempio un maestro, un monaco , era con il suo discepolo e sempre diceva verso tutti quanti gli oggetti “Questo è impermanente”. In Tibet non avevamo gli acquedotti come abbiamo qua con l’acqua che ci arriva in casa, e avevamo bisogno di andare alla fonte a prendere l’acqua. Quindi i giovani prendevano dei carichi e li portavano in spalla, avevano dei contenitori di terracotta. A un certo punto un giovane che era andato a prendere l’acqua è scivolato per terra e ha rotto il contenitore. Lui si sentiva abbastanza preoccupato perché pensava che il maestro lo avrebbe sgridato poiché aveva rotto il contenitore, però ha anche pensato che non poteva scappare per questo. Quindi è andato vicino al maestro e ha detto al maestro: “L’acqua è permanente o impermanente?” Il maestro ha risposto “E’ impermanente” “Ecco, è proprio così, oggi si è rotto il contenitore!” Così il maestro non lo ha sgridato. Un altro maestro diceva ai suoi discepoli: “Appena abbiamo finito questo lavoro andiamo a fare un picnic” Però non riuscivano mai ad andare a fare il picnic. Un giorno il maestro e i discepoli andarono fuori, stavano camminando e c’era un gruppo di persone che stava celebrando un funerale e stavano portando in spalla il cadavere. Un discepolo chiese al maestro: “Sta andando a fare il picnic?” E il maestro rispose: “No, è morto”. E il discepolo disse al maestro : “Tu hai detto che quando abbiamo finito il lavoro andremo a fare un picnic, ma il lavoro non finirà fino a quando non moriremo, quindi non avremo mai il tempo di fare il picnic”. Quindi il maestro capì che era ora di andare a fare il picnic. Dobbiamo pensare che anche noi moriremo, questo significa che la morte è già una esemplificazione dell’impermanenza e abbiamo bisogno di meditare su questa impermanenza. L’unica cosa certa che abbiamo è che di sicuro moriremo e il momento in cui questo avverrà non è sicuro. Al momento della morte l’unica cosa che potrà esserci di aiuto è la pratica del Dharma che abbiamo fatto; gli altri non ci possono assolutamente aiutare. L’unica cosa sicura che abbiamo è che definitivamente moriremo. Non c’è assolutamente certezza del suo momento perché il signore della morte si avvicina sempre più ogni attimo che passa e non possiamo assolutamente tornare indietro. Questa è una delle ragioni per cui possiamo dire che definitivamente moriremo. Anche non possiamo allungare la durata della nostra vita, aggiungere dei giorni in più, degli anni in più, non possiamo assolutamente farlo: definitivamente ci stiamo avvicinando alla morte. Quindi è importante cercare di fare questa analisi, questa meditazione analitica fino ad arrivare a sentire il bisogno di dover praticare , a dire: “Io voglio praticare”. Però spesso succede che sì, io voglio praticare, però devo lavorare, devo fare un sacco di altre cose; abbiamo sempre un sacco di impegni. Il momento della morte non è sicuro. In generale nel nostro continente la durata o la lunghezza della vita degli esseri umani è incerta : ci sono alcuni che vivono a lungo , che hanno una vita lunghissima, e poi la vita si accorcia e ancora la durata della vita degli esseri umani all’inizio era molto lunga, adesso sta diminuendo sempre di più. Questo è quello che viene detto in generale. Adesso comunque stiamo vivendo nell’epoca delle degenerazioni. Ci sono molte condizioni che accorciano la nostra vita, che ci portano via la vita, ci sono tantissime condizioni che mettono in pericolo la nostra vita. Noi abbiamo alcune condizioni che facilitano, aiutano e sostengono la nostra vita, però queste a volte si trasformano nell’opposto e accorciano la nostra vita. Per esempio le case che sono una buona condizione di sostegno alla nostra vita, un buon supporto alla nostra esistenza, per esempio il cibo: delle volte mangiamo del cibo che ci può causare dei dolori, dei problemi; alle volte addirittura questo cibo diventa anche velenoso e ci può far morire; oppure alle volte sperimentiamo terremoti e quindi la casa stessa che ci proteggeva ci crolla addosso e si può morire. Queste cose succedono continuamente, le possiamo verificare. Delle volte il nostro corpo appare forte ma in realtà è esattamente come una bolla di sapone, è fragile come una bolla di sapone perché basta anche una condizione piccolissima perché possiamo ammalarci. Per esempio ci sono certi animali che possono morderci o pungerci ed essere così velenosi che possono causare la morte anche a persone che apparentemente sono fortissime e in grande salute. Noi possiamo trovare tantissimi esempi in cui la nostra vita è in pericolo. Il momento della nostra morte non è sicuro, lo possiamo verificare anche nel passato intorno a noi, ad esempio muoiono prima i figli dei genitori, i nipoti prima dei nonni. Quindi non si può dire che la durata della nostra vita è fissata o predeterminata. Se fosse così allora non ci sarebbero i giovani che muoiono prima degli anziani.
E’ quindi importante che noi pensiamo e riflettiamo sul fatto che moriremo: dobbiamo cercare di esser pronti per quel momento in ogni attimo in cui dobbiamo fare qualcosa. Per esempio al momento della morte dobbiamo cercare di essere in grado di riconoscere quello che avviene in quel momento, nel momento del passaggio, e per questo occorre avere familiarità con questo processo e per poter fare questo dobbiamo sviluppare una mente tranquilla che non abbia paura al momento della morte. Dobbiamo cercare di familiarizzare con lo stato mentale di pace e tranquillità e per questo abbiamo per forza bisogno di impegnarci adesso per sviluppare questa preparazione. Per esempio se noi andiamo in India o in qualsiasi altro paese noi abbiamo bisogno di prepararci il bagaglio, abbiamo bisogno di pensare a quello che ci servirà e ci impegniamo in una serie di azioni che ci portano a vedere il bagaglio pronto. Adesso dobbiamo pensare: “Di sicuro io morirò, quindi è adesso il momento in cui devo svilupparmi nella preparazione per poter morire con una mente gioiosa”. Quindi pensare a che cosa mi sarà di aiuto nel momento in cui avverrà la morte: di vero aiuto sarà l’aver coltivato questo tipo di pratiche. I benefici non possono assolutamente arrivarci da tutte le persone che ci staranno intorno in quel momento. Uno in quel momento, se è molto vicino agli amici e ai familiari potrebbe sviluppare proprio un maggior dispiacere perché si rende conto di dover affrontare la separazione dagli amici e dai parenti. E questi effettivamente non sono di beneficio perché non possono aiutare. Se durante la nostra vita abbiamo cercato di accumulare un sacco di possedimenti, se abbiamo cercato di diventare ricchi, abbiamo ricchezza materiale ma di tutto questo non possiamo portarci via neanche uno spillo con noi; quindi possiamo capire che anche questo non ci sarà più di nessun aiuto al momento della morte, non ci sarà di beneficio. Anche il corpo, che noi consideriamo così importante, di cui ci prendiamo così tanta cura, e spesso per prenderci cura di questo corpo abbiamo bisogno di lavorare perché abbiamo bisogno di mangiare, di vestirci, della casa e di tantissime cose per proteggerlo e sostenerlo corpo in buona salute; però al momento della morte non ci è di nessun aiuto, da questo corpo non ci viene alcun beneficio e non possiamo prendere neanche un po’ di questo corpo con noi, lo dobbiamo lasciare, andremo da soli.
Fonte, che sentitamente si ringrazia di cuore http://ge.tt/8pYrmpK1/v/0