Una volta c’erano dei falegnami che vivevano su una riva di un fiume vicino ad una grande foresta. Ogni giorno i falegnami andavano in barca fino alla foresta per tagliare gli alberi e farli diventare legname.
Un giorno mentre erano al lavoro, un Elefante venne da loro zoppicando su tre piedi. Esso alzò un piede ed i falegnami videro che era gonfio e dolente. Poi l’Elefante lo posò giù e gli uomini videro che nel piede dolente c’era una grande scheggia. Essi la estrassero e lavarono con cura la zampa indolenzita così che in breve tempo l’elefante stette di nuovo bene.
Grato per la cura, l’Elefante pensò: “Questi falegnami hanno fatto molto per me, io dovrò ricambiare essendo utile a loro.” …Quindi, in seguito, l’Elefante aiutò i falegnami a tirar giù gli alberi ed a trasportare i tronchi. Talvolta quando essi tagliavano gli alberi lui rotolava i tronchi fino giù al fiume. Altre volte lui portava i loro attrezzi. Ed i falegnami lo alimentavano bene, mattina, mezzogiorno e sera.
Ora questo Elefante aveva un piccolo, che era tutto bianco – ed era bello, forte e giovane. Il vecchio Elefante disse, “Io porterò mio figlio nella foresta nel luogo dove vado a lavorare ogni giorno, così che lui potrà imparare ad aiutare i falegnami, perché io non sono più così giovane e forte”.
Quindi il vecchio Elefante disse a suo figlio come i falegnami si erano presi buona cura di lui quando si era fatto male e lo portò da loro. L’Elefante bianco fece come suo padre aveva detto di fare ed aiutò i falegnami e loro l’alimentarono bene.
Quando il lavoro era finito, il giovane Elefante di notte andava a giocare nel fiume. I bambini dei falegnami giocavano con lui, nell’acqua e sulla riva. Gli piaceva prenderli per il corpo con la sua proboscide e metterli sui rami alti degli alberi e poi permettere loro di scivolare in giù sulla sua schiena.
Un giorno il re era venuto giù al fiume e così vide questo bell’ Elefante bianco che lavorava per i falegnami. Il re subito volle l’Elefante per sé e pagò ai falegnami una grande somma d’oro per lui.
Allora, con un’ultima occhiata ai suoi compagni di gioco, i bambini, il bell’Elefante bianco seguì il re ed il suo corteo.
Il re era così orgoglioso del suo nuovo Elefante Bianco che si prese la miglior cura di lui finché visse.
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