L’Importanza del Dalai Lama nel mondo moderno
Alexander Berzin, Riga, Lettonia, Agosto 2013. Traduzione italiana a cura di Benedetta Lanza.
Questa sera vorrei parlare dell’importanza del Dalai Lama nel mondo moderno perché qualunque sia il ruolo del Dalai Lama nel mondo al giorno d’oggi, questo dev’essere un ruolo importante, significativo e di beneficio per il maggior numero di persone possibili; non il ruolo di qualcuno che fa intrattenimento o che come un fenomeno, una superstar, è lì per soddisfare la nostra curiosità. Questo non ha nulla a che fare con il Dalai Lama. L’unico obiettivo nella vita del Dalai Lama è quello di beneficiare gli altri.
Al servizio degli altri
Anche se c’è un gran numero di persone al mondo che affermano di essere totalmente dedite al benessere altrui, credo che la cosa meravigliosa di Sua Santità, di solito è così che lo chiamiamo, “Sua Santità,” sia la sua completa sincerità. Questa sincerità è un qualcosa che si trasmette agli altri, a coloro che si trovano in sua presenza quando vanno ad ascoltarlo, a capire ciò che egli fa effettivamente. Egli afferma sempre che sono tre gli scopi principali che persegue nella sua vita. Uno è l’etica secolare, il secondo è l’armonia religiosa, e il terzo è occuparsi del benessere del Tibet e della popolazione tibetana, dal momento che questo è il ruolo che gli è stato trasmesso.
Etica
Gli argomenti dell’etica e dell’armonia religiosa sono spesso oggetto dei suoi discorsi, e la ragione di ciò è che nel mondo c’è un gran bisogno di etica. Esiste tanta corruzione, disonestà, tanto disaccordo tra le persone e tutto questo a causa della mancanza di etica. Il Dalai Lama ha una mente aperta e universale, e le sue parole ed i suoi pensieri riguardano ciò che potrebbe essere di beneficio ai sette miliardi di persone in questo pianeta. Tra questi sette miliardi, ci sono coloro che credono in una qualche religione, e ci sono i non credenti; c’è quindi bisogno di un sistema etico, una base etica, che possa essere accettata da tutti. Questo è ciò che egli chiama “etica laica,” la quale non consiste nell’essere contrario a qualche religione o sistema, ma piuttosto nel rispettare tutte le forme di fede. Essa si basa su ciò che egli chiama “valori umani di base.” A volte, invece di dichiarare che l’argomento di cui sta parlando è l’etica laica, egli dice che è la promozione dei valori umani fondamentali, e che questi sono fondati sulla biologia di base. L’affetto e la cura di una madre verso un bambino appena nato, queste sono cose estremamente basilari e primitive, non solo per gli esseri umani, ma anche per gli animali: prendersi cura degli altri. Lo possiamo osservare nella vita del Dalai Lama stesso, questo è un aspetto molto toccante del suo messaggio.
Programma
Sua Santità viaggia in tutto il mondo seguendo un programma che, se ci si pensa, è assolutamente incredibile. Egli ha 78 anni e gira il mondo fermandosi in molti luoghi e spesso, come in questo caso qui in Lettonia, trattenendosi solo per un giorno. I suoi programmi sono veramente impegnativi se ci pensate. Ho viaggiato insieme a Sua Santità come intermediario, come traduttore ecc., quindi so di che tipo di programma si tratta. E’ incredibile: varie conferenze durante il giorno, incontri con la stampa, incontri privati, a volte non ha quasi il tempo di mangiare. In più, al mattino si sveglia ogni giorno alle 3.30, a prescindere dal fuso orario o da cose del genere, ed ogni mattino fa circa quattro ore di intensa pratica meditativa. La sua energia è così intensa ed è sempre pervaso da buon umore e interesse per chiunque egli incontri. E’ veramente sorprendente vedere ed osservare come egli, con chiunque s’incontri, si mostri assolutamente felice d’incontrare quella persona. “Ecco un altro essere umano, che meraviglia!”
L’amore
Nel Buddhismo si parla di un amore che riscalda il cuore, un amore che, quando si incontra qualcuno, ti riempie il cuore di calore e ti fa sentire tanto contento per quell’incontro e interessato al benessere di quella persona. Questo lo si può osservare nel modo in cui il Dalai Lama interagisce con chiunque, anche solo quando cammina tra la folla, il modo in cui guarda le persone dedicando la sua totale attenzione a ciascuna persona che vede. Ciò che egli comunica è il suo vero interessamento per il benessere altrui, per quello di tutti gli esseri in egual misura. Quindi l’idea di promuovere i valori umani nel suo complesso, l’etica laica, è ciò che egli ha identificato come il più grande beneficio per tutti. Il suo modo di pensare non è ristretto a quello “esclusivamente buddhista.” Egli ha a cuore il progetto di introdurre nel sistema educativo mondiale degli insegnamenti a livello secolare grazie ai quali i bambini apprendano i benefici dell’onestà, della gentilezza e dei valori umani di base, che sarebbero di grandissimo beneficio per il mondo.
L’armonia religiosa
Per quanto riguarda l’armonia religiosa, egli osserva che a causa delle dispute tra gruppi religiosi, sono molti i problemi che si manifestano nel mondo. C’è diffidenza; c’è paura, tutti fattori che possono essere causa di problemi. Egli sostiene che ciò di cui abbiamo bisogno è istruzione, ecco di nuovo l’importanza dell’istruzione, non solo nell’etica laica ma istruzione uno nei confronti dell’altro. Siamo spaventati da ciò che non conosciamo e proiettiamo ogni tipo di fantasia su questi altri gruppi, sulle altre religioni. Racconta che a questi incontri tra leader religiosi ai quali egli partecipa, tutti sorridono e si comportano con estrema gentilezza verso gli altri; si recitano insieme delle preghiere o semplicemente si medita in silenzio, cose di questo tipo. Tutto ciò è molto bello ma non molto produttivo. Affermare “parliamo tutti della stessa cosa, siamo una cosa sola” ed evidenziare soltanto le somiglianze, anche questo non aiuta ad imparare l’uno dall’altro.
Nel giugno di quest’anno, Sua Santità ha avuto un incontro con dei sufi, dei maestri della tradizione musulmana del Sufismo; in quell’occasione Sua Santità ha detto di voler conoscere le differenze, non soltanto le somiglianze. Ha detto che non bisognerebbe vergognarsi delle differenze ma che da esse possiamo conoscere qualcosa l’uno dell’altro, e ciò potrebbe forse aiutarci nel nostro sforzo per migliorare noi stessi. Egli afferma che tutte le religioni hanno lo stesso fine, il fine di rendere la vita di coloro che le praticano più felice. Questo è certamente un aspetto in comune, ma i metodi sono differenti, e dev’essere necessariamente così perché le persone sono differenti.
Egli dice: “Tutti noi cerchiamo di insegnare ai nostri seguaci a sviluppare amore, compassione e così via; voi quale metodo usate? E quale metodo usiamo noi? Questo è un qualcosa che possiamo imparare da voi. Osserviamo queste differenze e rispettiamole quali opportunità per imparare qualcosa. Promuoviamo incontri tra praticanti di varie religioni che siano estremamente seri, affinché si incontrino e possano condividere le loro esperienze; non parlo d’incontrarsi davanti ad un pubblico, ma solo tra di loro, in modo che l’incontro possa svolgersi solo tra praticanti molto impegnati. Questo sarebbe di grande beneficio.”
La scienza
Vedete, il suo impegno principale è beneficiare tutti… Naturalmente egli ha una specifica responsabilità nei confronti del popolo tibetano, una specifica responsabilità nei confronti delle tradizioni tibetane del Buddhismo, ma questo non è il suo unico interesse. Tutto ciò è evidenziato in modo molto chiaro dal suo atteggiamento nei confronti della scienza. Sua Santità, fin da bambino, è sempre stato molto interessato alla scienza, alla meccanica ed al modo di funzionare delle cose. Partecipa ad incontri con gli scienziati da…, non so da quanti anni, ma certamente dall’inizio degli anni ’80, ed è suo desiderio apprendere dagli scienziati.
Uno dei principi di base del Buddhismo è che la causa dei nostri problemi nella vita sta nel fatto che non siamo realistici, non capiamo, non vediamo la realtà e di conseguenza proiettiamo ogni sorta di fantasie. Lo scopo principale è essere realistici, il che porta naturalmente alla compassione perché, realisticamente, dobbiamo tutti vivere insieme agli altri e se si deve vivere insieme agli altri, insieme a tutti gli altri su questo pianeta, bisogna andare d’accordo. Questo è semplicemente realismo di base.
Egli afferma che se gli scienziati dimostrano qualcosa che è in contraddizione con quello che si trova negli insegnamenti buddhisti, ad esempio la descrizione dell’universo, di come l’universo ha avuto inizio e così via, egli è perfettamente disponibile a rimuovere ciò dagli insegnamenti buddhisti. La comprensione scientifica occidentale sul funzionamento del cervello, tutti gli aspetti riguardanti la chimica, il funzionamento delle varie parti del cervello ecc., tutto ciò sarebbe un’ottima integrazione alla comprensione buddhista. Non è in contraddizione.
Allo stesso tempo, il Buddhismo possiede una grande conoscenza che può condividere con gli scienziati. Si tratta delle categorie della scienza buddhista, della conoscenza buddhista, della filosofia buddhista. Ad esempio, una mappa molto dettagliata delle emozioni, di come l’intero mondo interiore delle emozioni funzioni e di come rapportarsi ad esso; quest’analisi buddhista è estremamente scientifica. Anche questo è molto utile per gli scienziati occidentali. Egli ha istituito lo studio della scienza nei monasteri, aggiungendola al curriculum scolastico dei monaci e delle monache. Ha commissionato la traduzione dall’inglese al tibetano di vari testi scientifici, relativi a vari campi della scienza. Tutto questo mostra un’incredibile apertura mentale se pensiamo che egli è il leader di una delle principali religioni al mondo, ed una grande sincerità. Lo si vede da questo tipo di iniziative, dai gesti che compie.
L’apertura verso le altre tradizioni
Sua Santità vuole aprirsi al mondo musulmano. Egli ha incoraggiato e sponsorizzato i miei archivi sul Buddhismo, affinché gli insegnamenti fondamentali del Buddhismo ed il materiale generale riguardante il suo messaggio sui valori umani di base, l’etica e così via, venissero tradotti nella lingua dell’Islam, cosa che abbiamo fatto. L’Islam è stato molto demonizzato e questa è una cosa davvero deplorevole. E’ molto importante che essi vengano riconosciuti nel mondo, non esclusi come fossero un pericolo. Dobbiamo fare in modo di informarli circa il credo buddhista, non certo cercando di convertirli o cose di questo genere, ma semplicemente condividendo queste informazioni di base ed allo stesso tempo apprendendo da loro. L’istruzione: questo è il modo per sviluppare la comprensione. Tramite la comprensione si svilupperanno fiducia ed amicizia.
Nell’ambito del Buddhismo stesso, c’è la forma o stile di pratica tibetano del Buddhismo che proviene dall’India, la cosiddetta tradizione “Mahayana.” Poi ci sono le tradizioni Theravada praticate nel sud est asiatico. Sfortunatamente entrambe conoscono molto poco una dell’altra. Sua Santità ha commissionato e contribuisce a sostenere uno studio molto dettagliato, una comparazione, sulla quale sta lavorando una mia amica, una monaca buddhista americana. Per ciascuna delle differenti pratiche: qual è la versione Mahayana e qual è quella Theravada? Egli vuole che questo studio venga tradotto nelle lingue dell’Asia sud orientale. Vuole condividere le conoscenze; questo è molto, molto importante.
L’ordinazione per le donne
Osserviamo lo sviluppo della tradizione monastica tra i tibetani. Il lignaggio delle monache ordinate, completamente ordinate, non ha mai raggiunto il Tibet per varie ragioni, principalmente geografiche. Nei tempi antichi era troppo difficile per un gruppo di monache indiane viaggiare a piedi fino al Tibet. Non fu mai trasmesso, quindi il lignaggio si è interrotto. Affinché il lignaggio venisse trasmesso, ci voleva un gruppo di dieci monache pienamente ordinate, e questo non avvenne.
Nuovamente, il Dalai Lama ha sponsorizzato vari studi e progetti per verificare se è possibile riprendere questo lignaggio, affinché le donne che vogliono prendere la piena ordinazione nella tradizione tibetana, abbiano l’opportunità di farlo. Potete vedere come si manifesta questo interessamento, non solo a parole ma perfino con finanziamenti ed incoraggiamento, aiuto e strutture e così via, affinché si espanda in tutte le aree dove possa essere di beneficio a molti, a molte persone.
“Sono solo un semplice monaco”
Credo che uno degli aspetti più commoventi di Sua Santità sia il fatto che egli è totalmente con i piedi per terra, semplice e per nulla pretenzioso o arrogante. Egli afferma sempre: “Sono solo un semplice monaco. Sono un essere umano qualsiasi, proprio come voi.” Ogni qualvolta incontra qualcuno egli dice: “Tutte le volte che incontro una persona mi rivolgo ad essa come ad un altro essere umano. La nostra è una comunicazione che va da essere umano a essere umano, non dal Dalai Lama ad una persona comune, non da un tibetano ad uno straniero. Non [si basa] su differenze secondarie ma su questo livello fondamentale: solo da essere umano ad essere umano.”
Immediatamente si preoccupa di smontare qualunque tipo di fantasia che le persone possano avere, per esempio che è un dio, un re, o che è dotato di poteri magici, o che è una divinità o qualcosa del genere. Si trova sempre alla presenza di un pubblico vastissimo, parla sempre a grandi folle, decine di migliaia di persone, ed è totalmente rilassato, come se fosse a casa. Non è mai imbarazzato. Se sente prurito, si gratta, proprio come un normale essere umano. Non cerca mai di dare spettacolo. Se deve incontrare il presidente di un qualche paese e si trova ad indossare sandali di gomma per la doccia, indosserà quelli. Non cerca mai di fare colpo su nessuno; indossa quelli e basta.
L’umorismo
Prende tutto con umorismo. E’ davvero sorprendente come possa dire le cose con umorismo… Noi diciamo “riesce a farla franca!” E’ stupefacente. Una volta si trovava ad un incontro dove faceva una lezione e la sua sedia era estremamente scomoda; così alla fine del discorso si rivolse agli organizzatori, e naturalmente anche al pubblico, dicendo che tutta l’organizzazione era fantastica e così via, ma per favore la prossima volta datemi una sedia migliore perché questa è davvero scomoda! Ma lo ha detto in modo così leggero, amorevole, che tutti si sono messi a ridere. Nessuno si è assolutamente offeso per questo. Rimprovera anche le persone, il che è fantastico.
In visita da Vaclav Havel
Mi trovavo con Sua Santità quando fu invitato da Vaclav Havel, non ricordo se era il Primo Ministro o il Presidente della Repubblica Ceca, quando era Cecoslovacchia. Sua Santità era la seconda persona che egli invitava. La prima era stata Frank Zappa, sapete, la rock star, ma la seconda fu il Dalai Lama. Havel voleva che Sua Santità insegnasse a lui ed al suo consiglio dei ministri a meditare perché egli diceva: “Non abbiamo esperienza; non abbiamo idea di come gestire un governo, la nostra mente è stressata e non riusciamo a dormire. Per favore potrebbe insegnarci come diventare più calmi? Altrimenti non ce la faremo mai a far funzionare un governo, un nuovo paese.”
Vaclav Havel era un tipo molto pratico, molto concreto. Invitò Sua Santità ed i ministri nel suo palazzo estivo, non saprei come chiamarlo, era una specie di luogo di ritiro, una specie di castello fuori Praga. Lui stesso non c’era mai stato prima. Era molto grande e tutti si perdevano nelle varie sale perché nessuno conosceva il posto. Egli disse al Dalai Lama “Questo era il bordello dei leader comunisti.” Questo non è il tipo di linguaggio ed argomento che si usa con il Dalai Lama, ma lui era così, molto terra terra. Ciò che accadde fu che tutti, incluso il Dalai Lama, si sedettero per terra in tuta da ginnastica -non il Dalai Lama- ma Havel e i suoi ministri erano tutti in tuta da ginnastica, ed il Dalai Lama insegnò loro la respirazione di base e le meditazioni sull’energia per calmarsi.
Normalmente Sua Santità non mangia di sera, segue i suoi voti monastici in modo piuttosto stretto e per questo non mangia di sera ma è comunque molto flessibile. Havel aveva preparato -non lui personalmente- aveva fatto preparare la cena per Sua Santità nel palazzo estivo e Sua Santità accettò di cenare con lui. Mi vollero con loro, quasi come un dizionario vivente dall’altra parte del tavolo. La conversazione si svolgeva in inglese ma una delle cose davvero degne di nota fu che durante questa conversazione il Dalai Lama rimproverò Vaclav Havel! Vaclav Havel era un fumatore incallito e fumava al tavolo del Dalai Lama, accanto a lui; voglio dire, questa è veramente una cosa che non va bene. Era il presidente di un paese, ma il Dalai Lama si sentiva perfettamente a suo agio mentre lo rimproverava, dicendogli: “Lei fuma troppo, e questo le farà venire il cancro e la farà ammalare, deve assolutamente smettere.” Pensai che questo era davvero molto, molto bello, molto gentile da parte di Sua Santità. In effetti, più tardi a Vaclav Havel venne un cancro ai polmoni. Ho citato questo esempio solo per mostrare che l’interesse principale di Sua Santità è quella di beneficiare le altre persone. Non è certo quello che gli altri possono pensare di lui.
L’intelligenza e la memoria
In cima a tutto questo potete aggiungere il fatto che è certamente la persona in assoluto più intelligente che io abbia mai incontrato. Ha una memoria assolutamente fotografica. Quando insegna, ha la padronanza di tutto il più ampio corpus degli studi buddhisti di qualunque differente tradizione. Può fare citazioni da tantissimi testi. I tibetani durante la loro formazione memorizzano tutti i testi principali che studiano. La maggior parte delle persone possono aver memorizzato mille pagine o qualcosa del genere, ma nel caso del Dalai Lama, è incredibile il numero di commentari che ha memorizzato. Quando insegna, cita un breve passaggio da qui ed un breve passaggio da lì e così via, è molto difficile. Se uno memorizza un testo, normalmente, per la maggior parte delle persone, per poterlo ricordare, è necessario recitarlo e ripeterlo tutto; non iniziare da una qualunque parola del testo o da un breve passaggio e poi continuare da quel punto. Ecco come funziona la memoria fotografica del Dalai Lama. Questo naturalmente è segno di grande intelligenza: essere in grado di mettere insieme le cose, osservare come varie cose si incastrano tra loro ed avere in mente lo schema. Come ha fatto una persona come Einstein a scoprire e=mc2? Dall’abilità di mettere insieme varie cose, trovare lo schema ed ecco qui. Il Dalai Lama è capace di farlo con questo enorme bagaglio di conoscenza e di letteratura che è il corpus tibetano.
Egli non ha soltanto una memoria fotografica per i testi, ma anche per le persone. Ne ho avuto la prova. E’ incredibile. Ricorda le più svariate persone che ha incontrato. Poteva incontrare qualcuno… Una volta ho assistito alla visita di un vecchio monaco che era venuto dal Tibet fino a Dharamsala. Sua Santità lo guardò e disse: “Oh, mi ricordo di te. Trent’anni fa mentre ero in viaggio per l’India ci fermammo al tuo monastero e ci fu una qualche cerimonia; tu dovevi reggere un piatto con le offerte e ricordo che fu davvero difficile per te reggerlo durante tutta la cerimonia. Ti ricordi?” Ecco il monaco trent’anni più tardi e Sua Santità lo riconosce, si ricorda. E’ incredibile. Il mio principale maestro, Serkong Rinpoche, fu uno dei maestri del Dalai Lama; egli diceva che quando al Dalai Lama da bambino veniva insegnato qualcosa da lui o dagli altri insegnanti, era sufficiente spiegargliela una volta sola, non aveva mai dovuto spiegare una seconda volta. Sua Santità capiva e ricordava tutto.
I risultati
Si tratta di una delle persone più eccezionali dei nostri tempi; in cosa consiste la sua importanza? In questo: guardate ciò che si può realizzare come essere umano. Beh, come egli stesso ha detto, ha lavorato molto duramente per evolversi e la stessa cosa possiamo farla anche noi. Guardate il modo in cui si comporta davanti ai vari problemi. Riuscite ad immaginare cosa vuol dire essere considerato il nemico pubblico numero uno da un miliardo di persone sul pianeta? Di fronte a questo, Sua Santità semplicemente ride perché sa che non è vero, non ha le corna sulla testa o qualcosa del genere; ma noi come reagiremmo se venissimo etichettati nemico pubblico numero uno, un demone vestito da monaco?
Non si deprime mai. Voglio dire, ha affermato di non aver mai provato la depressione, mai! E che per lui in realtà è piuttosto difficile capire cosa voglia dire essere depressi. E’ interessante, no? E’ come quando diceva, ed io ero presente quando l’ha detto, quando ha ammesso di non aver mai sentito parlare dell’idea di avere poca stima in se stessi o odio verso se stessi. Non ha mai incontrato qualcosa del genere. Certamente non ne ha mai fatto esperienza lui stesso, ma non ne aveva neppure sentito parlare.
Rimane ottimista, realista e si relaziona alla realtà delle situazioni. Riguardo alla situazione attuale del mondo, ai problemi, egli afferma: “I problemi del mondo sono stati creati dal genere umano e possono essere eliminati dal genere umano,” e lui sta facendo delle cose in questo senso. Promuove i valori umani di base, porta l’etica nell’istruzione dei bambini, cerca di promuovere l’armonia tra varie culture e religioni, imparando l’uno dall’altro, ricevendo informazioni riguardo all’altro in modo che non ci sia nulla di cui aver paura. Sta promuovendo attivamente il benessere del mondo intero, di tutti, restando allo stesso tempo completamente umile, con i piedi per terra, con un atteggiamento di “non ho niente di speciale.” Questa è la cosa davvero commovente. E in cima a tutto ciò l’umorismo ed un’energia incredibile, è sorprendente.
I suoi segretari e consiglieri gli dicono sempre: “Sua Santità, se la prenda più comoda, Non viaggi così tanto.” Sua Santità viaggia ed il suo programma è incredibile: ogni minuto della giornata è impegnato, con un appuntamento dopo l’altro. Dopo aver viaggiato prendendo aerei e tutto il resto, diciamo per una settimana o dieci giorni, ritorna in India e poi in aereo o in auto, il viaggio in auto per Dharamsala è di dodici ore o più, e poi ci resta magari per una settimana e poi riparte per un altro viaggio. E’ sempre così. Così gli dicono: “Per favore Sua Santità non si strapazzi” e Sua Santità risponde: “No.” Dice: “Fino a quando ho l’energia per farlo, viaggerò in questo modo perché è di beneficio per gli altri.”
L’importanza, credo, sta nel fatto che ci dà speranza. Ecco qualcuno che è veramente sincero, che ha lavorato molto duramente. Quando dice come si può riuscire a migliorare il genere umano, parla in termini assolutamente realistici: istruzione, comprensione reciproca, ed etica. Questo è realistico; non stiamo parlando di metodi miracolosi. Quando viene in visita nel nostro paese, nella nostra città, questa è certamente un’opportunità meravigliosa e vale la pena di cogliere l’occasione per fare personalmente l’esperienza di incontrare Sua Santità il Dalai Lama.
Quali sono le vostre domande?
Domande
Partecipante: quali lingue conosce o parla Sua Santità?
Alex: Sua Santità parla l’inglese anche se sostiene che è un inglese stentato, ma parla l’inglese ed ovviamente parla la sua lingua, il tibetano. Conosce un po’ di cinese perché l’area in cui è nato è molto vicina ad una vasta zona abitata da popolazione cinese, quindi da bambino ha imparato un po’ di cinese, ma solo poche parole. Credo che a questo punto conosca anche qualche parola di hindi.
Partecipante: come fa Sua Santità a combinare tutti i suoi doveri spirituali con il suo ruolo di capo spirituale del Tibet ed anche con cose molto pratiche quali organizzare la vita dei rifugiati?
Alex: Beh, credo che una delle chiavi sia… Come hai detto, non solo era molto impegnato nello studio e nella pratica meditativa, ma era anche il capo del governo in esilio anche se poi, in modo molto coraggioso ed intelligente, con grande lungimiranza, ha lasciato la posizione ed ha istituito la democrazia nel governo tibetano in esilio. Ciononostante per molti, molti anni è stato impegnato nell’organizzare o nel supervisionare i vari sforzi per sistemare i rifugiati, per dare il via a varie istituzioni e cose di questo genere. Ritengo che la principale strategia da lui utilizzata fosse quella di essere molto, molto realistico. Senza ingigantire la cosa, “questo è troppo, non ce la faccio, è impossibile.” Appena si inizia a proiettare tutto ciò su una situazione del tipo: “povero me. E’ impossibile che io ci riesca, è troppo per me,” si è persi. Si fa ciò che va fatto in modo ben organizzato. Egli ha un’intelligenza e una memoria incredibili, è capace di tenere a mente tutti i progetti che dipendono da lui come farebbe un ottimo dirigente di una compagnia multinazionale che deve ricordare tutto, e che con intelligenza sa come delegare e come fare le cose. Egli semplicemente realizza cose, niente di più.
Spesso scherzo dicendo che il sistema del Kalachakra è molto, molto utile per addestrarsi a fare una gran quantità di cose differenti; lo dico un po’ per scherzo. Nel mandala di Kalachakra, se sapete di cosa sto parlando, si visualizzano 722 figure. Forse il Dalai Lama è in grado di visualizzarne 722, io no di certo, ma comunque l’idea generale è che ci sono moltissime figure radunate in gruppi attorno a sé e si ha la sensazione che la propria immagine di sé le includa tutte, l’intera cosa. Ci sono divinità che hanno a che fare con ciascuno dei 360 giorni dell’anno lunare, che hanno a che fare con le configurazioni astrologiche, che hanno a che fare con tutti i vari aspetti del corpo e dei sistemi del corpo, ci sono divinità che includono tutto. Quando si pensa a se stessi mediante questo sistema di pratica così ampio e complesso, se poi arriva un nuovo impegno o un nuovo problema, beh, sarà solo un altro gruppo di dieci figure lì nell’angolo del mandala; niente di speciale. Ecco qui un gruppo e lì ce n’è un altro. Siamo in grado di occuparcene perché siamo in grado di affrontare l’immensa complessità dell’intero sistema e tutto è integrato e funziona correttamente; non si ha paura di nulla, di nessun nuovo compito che si aggiunge. Qualsiasi cosa accada, non ne fai un problema.
E’ vero, la vita è complessa e la vita di alcune persone è ancora più complessa di altre, le nostre vite sono complesse. Invece di aver paura della complessità, bisogna accettare la complessità: più ce n’è, meglio è. Perché no? Con questa mentalità sono in grado, parlo di me personalmente e del mio sito web, di lavorare con 20 lingue. Niente di speciale, posso aggiungerne altre se necessario. Aggiungere un’altra lingua, perché no? Non mi fa paura. Questo è un piccolo progetto se confrontato a tutte le cose con cui ha a che fare il Dalai Lama. Credo che questo sia il modo di renderlo possibile. Non lamentarsi: “povero me,” no “questo è impossibile;” fatelo e basta. Come avrebbe detto mia madre “Avanti a testa alta.” Fallo e basta! Niente “non so se ce la faccio a farlo,” ansie e cose del genere. Fallo e basta!
Partecipante: Per favore può spiegare perché il Dalai Lama viene chiamato Sua Santità, anche se egli stesso insiste sul fatto che è un semplice essere umano?
Alex: C’è da dire che il Dalai Lama non chiama se stesso Sua Santità. Non so chi per primo ha iniziato ad usare questo appellativo in inglese, probabilmente è stato tratto da un qualche titolo cristiano, e poi in inglese è rimasto così. E’ un’espressione di rispetto che viene usata dalle persone allo stesso modo in cui un re viene chiamato “Sua Altezza.” In tibetano sono molti i termini onorifici usati per rivolgersi al proprio maestro spirituale, e ce ne sono alcuni speciali usati per il Dalai Lama. Cos’è che viene tradotto come Sua Santità? Niente letteralmente, è solo una convenzione che è stata adottata, ed egli non può evitare che le persone smettano di chiamarlo così, ma certamente non gli fa piacere se le persone lo venerano come una specie di dio.
Partecipante: Visto che lei conosce il tibetano, forse può suggerire qualcosa in inglese che suoni in modo più appropriato rispetto a Sua Santità, qualcosa che provenga dal tibetano.
Alex: Il titolo principale che viene usato è “Kundun,” che vuol dire “la Suprema Presenza.”
Partecipante: La Suprema Presenza?
Alex: Giusto. Non saprei come si potrebbe tradurre in altre lingue; non è facile. Presenza vuol dire che egli incarna e rappresenta tutte le buone qualità dei più grandi esseri realizzati. Siete alla presenza di qualcuno che è davvero altamente realizzato, la Suprema Presenza. Ho cercato di introdurre questa cosa ma nessuno si è mostrato interessato.
Nient’altro? Bene. Forse possiamo terminare qui. Grazie mille per essere venuti, spero che questo incontro sia stato di qualche beneficio. Grazie.
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