Tsenciab Serkong Rinpoche I: Uno sguardo d’insieme al Lam rim, il sentiero graduale della mente.
Londra, Inghilterra, Ottobre 1982. Traduzione e revisione di Alexander Berzin. Revisione successiva di Pauline Yeats. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.
Il migliore uso di una preziosa rinascita umana.
Tutti noi abbiamo ottenuto una preziosa rinascita umana, con un prezioso corpo umano che ci permette il maggior progresso spirituale possibile. Non potremmo avere un’opportunità migliore per raggiungere l’illuminazione che in questo momento, come esseri umani – neppure se rinascessimo come Indra, il re degli dei!
Siccome non c’è migliore base di lavoro di quella che abbiamo in questo momento, è importante che conosciamo tutte le procedure per farne l’uso migliore. La maniera più eccellente per avere un progresso spirituale è lo sviluppare dentro di noi, gradualmente sempre di più, un cuore buono e gentile. Sulla base di un buon cuore, potremmo poi sviluppare un cuore impegnato verso la finalità di bodhicitta. Quest’ultima è il desiderio di ottenere l’illuminazione, in altre parole il desiderio di eliminare tutti i nostri difetti e realizzare in pieno il nostro potenziale, per poter essere in grado di beneficiare chiunque nel migliore dei modi. Quando dedichiamo il nostro cuore agli altri e al raggiungimento dell’illuminazione, questo è il miglior uso che possiamo fare della nostra preziosa rinascita umana.
Il potenziale positivo derivante dal comportamento nelle vite precedenti come causa per il successo in questa vita
Ci sono molti tipi diversi di esseri umani e, tra tutti questi, è molto raro incontrare qualcuno che abbia un qualsiasi interesse nel beneficiare le proprie vite future, per non parlare del raggiungimento dell’illuminazione. La maggior parte delle persone si preoccupa solo di raggiungere la felicità per sé stessi e solo in questa vita. Ma ciononostante, tutti siamo uguali, nel senso che tutti desideriamo essere felici e nessuno vuole soffrire o avere problemi.
Per coloro che si concentrano sul raggiungimento della felicità in questa vita, ci sono due tipi di felicità: quella fisica e quella mentale. La maggior parte delle persone limita la propria attenzione esclusivamente a qualche tipo di felicità fisica. Ma anche per quanto riguarda la felicità fisica, anche se tutti ci sforziamo di averne almeno un po’ nella nostra vita, la maggior parte di noi non sa proprio come fare per ottenere ciò. Per esempio, ci sono quelli che, alla ricerca di cibo, vestiti, protezione e status, se ne vanno in giro ad uccidere, o assassinare o a massacrare creature innocenti. Altri si dedicano al furto o all’inganno o alla rapina, tutto allo scopo di ottenere felicità e nel tentativo di ottenere qualche benessere fisico. Ma in realtà, per quanto possano provare, non conoscono un modo giusto per raggiungere questo benessere. Invece di avere la felicità, non fanno altro che creare altri problemi per sé stessi.
D’altro canto, le persone che fanno del loro meglio per condurre una vita onesta, negli affari, nel commercio, nell’agricoltura, nell’educazione, nelle arti e così via, possono venire divise in due gruppi. Ci sono quelli che hanno successo, che sono in grado di ottenere ricchezze e possedimenti, e ci sono quelli che non hanno successo o addirittura sono un fallimento totale. Se ci chiediamo a cosa si deve questo – perché alcuni hanno successo mentre altri falliscono – è a causa dei semi e dei potenziali che hanno accumulato nelle vite passate. Coloro che nelle vite precedenti sono stati distruttivi hanno accumulato un grande potenziale negativo e, come risultato, falliscono in questa vita. Coloro che hanno agito in maniera costruttiva nelle vite passate hanno accumulato un potenziale positivo e questo determina il loro successo e la loro felicità in questa vita.
Se non volete accettare questa spiegazione riguardo al fatto che alcune persone hanno successo e altre falliscono, considerate che davvero non c’è alcuna ragione per l’esistenza di una tale discrepanza. Se le persone lavorano con lo stesso sforzo e la stessa abilità, dovrebbero avere lo stesso successo. Alcune persone pensano che il successo venga come risultato del tipo di lavoro che fanno per vivere in questa vita – come gli affari o il commercio – ma questo non lo giustifica fino in fondo. Le vere cause del successo sono i potenziali che abbiamo accumulato con azioni costruttive nelle nostre vite precedenti, mentre il lavoro e le attività in cui ci impegniamo in questa vita sono le circostanze o le condizioni affinché tali cause maturino.
Di conseguenza, il successo dipende dall’emergere contemporaneo delle cause e delle condizioni. Le cause provengono da vite passate – potenziali accumulati in quelle vite. Le circostanze si realizzano sulla base del tempo e dello sforzo impiegati in questa vita. Queste due devono andare insieme.
Interesse per le vite future
Non importa quanta ricchezza possano ricevere le persone in questa vita, non importa di quanto splendore possano godere, nonostante ciò, nessuno sembra mai essere soddisfatto di quanto ha accumulato. Nessuno dice: “Ora ho abbastanza, ora non ho bisogno di ricevere altro.” Non sono mai contenti di quello che hanno. Vogliono sempre di più. Passano la loro vita intera lavorando. Eppure il loro lavoro non finisce mai.
Diventa un ciclo che si ripete senza fine, come quello di un contadino, che si affatica in tutte le stagioni dell’anno, seminando, coltivando i campi e raccogliendo. In primavera, di nuovo seminerà, percorrendo l’intero ciclo ancora una volta. Questo è un esempio di come continuiamo solo a lavorare.
Nonostante non pensiamo mai che il lavoro di questa vita possa avere una fine, ciononostante c’è in realtà un momento in cui esso finirà – il momento della nostra morte. A quel punto, finisce in uno stato di afflizione e di dolore, piuttosto che in uno stato di felicità.
E così coloro che lavorano solo per ottenere cibo, vestiti e riconoscimento in questa vita in realtà stanno imbrogliando sé stessi. Questo perché, anche se sono in grado di trovare benessere fisico, non sono in grado di raggiungere la felicità mentale. Senza felicità mentale, la loro vita rimane inappagata e muoiono in uno stato infelice.
Quindi, è importante cercare di lavorare per raggiungere una felicità che sia basata sulla mente e di lungo termine. La felicità fisica che possiamo raggiungere in questa vita non è qualcosa di lunga durata. Se vogliamo la felicità che veramente dura nel tempo, dobbiamo prendere in considerazione le nostre vite future. Questo perché, se prendiamo questo aspetto in considerazione, possiamo lavorare per raggiungere la felicità che veramente dura a lungo.
Se lavoriamo per ottenere la felicità nelle vite future, questo corrisponde alla definizione di una persona spirituale, impegnata in una pratica di Dharma. Se siamo limitati alla preoccupazione per questa vita – per cose che sono deteriorabili – allora siamo semplicemente una persona mondana e materialista. Se iniziamo a tener conto dell’interesse per le vite future, allora diventiamo una persona spirituale.
Astenersi dal comportamento distruttivo come metodo per avere felicità nelle vite future
La maniera per assicurarsi felicità nelle vite future implica il prendere certe “misure preventive” di Dharma. Specificamente, questo significa astenersi dal commettere azioni distruttive. Ci sono dieci azioni distruttive specifiche ed esse includono tre azioni relative al corpo, quattro relative alla parola e tre alla mente. Astenendoci e tutelandoci dall’agire distruttivamente in uno qualsiasi di questi modi, otterremo la felicità nelle vite future.
Abbiamo quindi affermato che se ci comportiamo in una maniera costruttiva, poniamo l’inizio di una pratica spirituale che farà sì che le cose vadano bene sia in questa vita che in quelle future. Questo tipo di comportamento costruttivo implica, per esempio, analizzare l’uccisione intenzionale di un animale o di un insetto, o l’atto intenzionale di rubare, e vedere tutti gli svantaggi e i risultati negativi che ne conseguirebbero. Implica il riconoscere ciò e poi il prendere una ferma decisione di non uccidere o non rubare. Quando le persone prendono una decisione del genere, non è necessario che abbiano un esercito o delle forze di polizia intorno a loro per assicurarsi che agiscano in maniera appropriata. Il loro senso di moralità ed etica fanno sì che si astengano da atti distruttivi.
Il mantenere dunque un comportamento rigorosamente etico è la misura preventiva da prendere in modo da morire con uno stato d’animo felice. Altrimenti, potremmo senz’altro morire in uno stato di grande dolore ed ansietà. In ogni caso, se abbiamo adottato queste misure preventive dell’essere una persona etica, allora al momento della nostra morte non avremo nulla di cui preoccuparci. Possiamo stare sicuri che rinasceremo come un essere umano, o perfino come un dio in uno dei reami divini – come un Indra o qualcosa del genere.
Problemi che ricorrono incontrollabilmente in tutte le vite
Anche se rinasciamo come esseri umani – o perfino come un re degli dei – comunque incontreremo dei problemi nella nostra vita. Ci sono problemi che ricorrono incontrollabilmente, non importa dove o in che forma rinasciamo. Quando adottiamo un’etica dell’astensione dalle azioni distruttive, quindi, non ha alcun senso farlo se il nostro scopo è solamente quello di prevenire la nostra rinascita in uno stato peggiore. Perché a prescindere dal luogo e dalla forma in cui rinasciamo, ci saranno comunque dei problemi.
Questo indica che c’è bisogno di uno scopo più ampio. Per esempio, se sviluppiamo uno stato mentale calmo e posato – chiamato “shamatha” in sanscrito e “shiné” in tibetano – come risultato potremmo rinascere come un dio in uno dei livelli superiori dell’esistenza: il livello delle forme eteree o il livello degli esseri privi di forma. Potremmo allora ottenere tutti gli splendori di questo tipo di rinascita. Ma anche se rinasciamo come un essere in uno di questi livelli superiori dell’esistenza, non c’è nulla di speciale in ciò. È solo come andare al piano più alto di un grattacielo – una volta che siamo lassù, non ci resta altro che ritornare giù.
Acquisire fiducia nelle parole di Buddha
Quindi, è necessario cercare di eliminare i nostri problemi ovunque rinasciamo, ed andare anche oltre ciò. Per poter fare questo, dobbiamo arrivare alla radice dei nostri problemi e della nostra sofferenza, andando in profondità con consapevolezza discriminante in modo da poter distinguere chiaramente tra la realtà e la fantasia. In questo modo, alla fine arriveremo a realizzare la vacuità, ovvero la totale assenza di modi impossibili di esistere. Questa chiara comprensione della realtà elimina le nostre false proiezioni e, in questo modo, elimina per sempre tutti i problemi e le sofferenze che possiamo sperimentare in qualsiasi vita. Ci porta una felicità che dura per sempre, ed è qualcosa che possiamo raggiungere.
Possiamo apprendere gli insegnamenti sulla vacuità dai testi classici che contengono le parole di Buddha. Ma come acquistiamo fiducia nella validità di queste scritture, non soltanto riguardo alla vacuità, ma anche riguardo a tutto quello che vi troviamo di cui Buddha ha parlato? La fiducia nella loro validità deve venire ottenuta sulla base della logica e dell’analisi. Prendiamo per esempio la vacuità. Possiamo stabilire la validità della vacuità basandoci sul ragionamento logico. In aggiunta, possiamo validare gli insegnamenti su come raggiungere la concentrazione di assorbimento ed uno stato mentale calmo e posato mettendo in pratica le istruzioni per ottenerle ed effettivamente ottenere noi stessi questi stati mentali. In aggiunta, possiamo sperimentare di prima persona che, tramite queste pratiche, effettivamente riusciamo a raggiungere i vari tipi di percezione accresciuta, extrasensoriale che vengono descritti come prodotti collaterali dell’ottenimento di questa concentrazione. Possiamo a tutti gli effetti validare, tramite la nostra esperienza, questi vari punti che sono stati insegnati da Buddha.
In questo modo, sulla base dello sforzo e del duro lavoro che facciamo per attualizzare quello che il Buddha ha insegnato riguardo ad argomenti che possiamo convalidare attraverso la logica e l’esperienza personale, sviluppiamo una convinzione fiduciosa nella validità delle parole di Buddha in generale. Con la sicurezza ottenuta da questa convinzione fiduciosa, sviluppiamo profonda fiducia nella validità di altre cose più oscure di cui Buddha ha parlato.
Per esempio, Buddha ha detto che se ci comportiamo in maniera costruttiva, allora come risultato rinasceremo in uno degli stati di rinascita migliori – come un umano o come un dio. D’altro canto, se agiamo in maniera distruttiva e negativa, quello che ne conseguirà è una rinascita come creatura infernale, un cosiddetto spirito “famelico” oppure un animale. Queste sono affermazioni riguardo alla causa ed effetto comportamentale, che sono difficili da provare o convalidare tramite la nostra esperienza o tramite la pura logica. Ma non dobbiamo neppure accettarli sulla base di fede cieca nell’autorità delle scritture. Questo perché se la logica e l’esperienza dimostrano la validità di quanto insegnato da Buddha riguardo all’ottenimento della concentrazione di assorbimento e di una corretta comprensione della vacuità, allora diviene del tutto ragionevole accettare quello che il Buddha ha detto anche riguardo al comportamento e ai suoi risultati.
Di conseguenza, dobbiamo riflettere con molta attenzione sulle affermazioni che Buddha ha fatto riguardo alla vacuità, alla realtà, alla totale assenza di maniere impossibili di esistere. Riconoscendo che esse sono corrette, dobbiamo anche considerare ulteriori affermazioni di Buddha: che il risultato delle azioni costruttive è la felicità, che il risultato dell’agire in maniera distruttiva e negativa è la sofferenza. Allora otteniamo una convinzione fiduciosa riguardo al fatto che queste affermazioni siano corrette e, sulla base di questa, prendiamo una ferma decisione di modificare il nostro comportamento di conseguenza. Se vogliamo avere felicità, dobbiamo comportarci in maniera tale da ottenerla. Per l’esattezza, dobbiamo agire in maniera costruttiva e positiva.
Rinuncia – la determinazione a liberarsi di tutti i problemi
Faremmo anche molto bene a considerare che la base di lavoro che attualmente abbiamo – l’eccellente rinascita umana con tutte le annesse opportunità di progresso spirituale- non è semplicemente comparsa dal nulla. È il risultato dell’accumulazione di un enorme potenziale positivo nelle vite precedenti. Dobbiamo aver agito in maniera molto positiva e costruttiva e questo ha portato al tipo di rinascita e alle opportunità che abbiamo adesso. Quindi dobbiamo cercare di non sprecare questa opportunità. Se siamo completamente presi soltanto dalle faccende di questa vita, come il procurarci cibo e vestiti, fama e buona reputazione, allora questa vita è uno spreco. Se queste sono le nostre uniche preoccupazioni, allora, a causa di questa fissazione, non riusciremo ad allontanarci dalla nostra totale ossessione verso questa vita.
D’altro canto, se applichiamo tutti i nostri sforzi per avere felicità nelle nostre vite future, rinascendo come un dio, come Indra, allora anche questo pone dei problemi. Guardate il tipo di vita di un dio di questo genere. Questo dio ha una felicità tremenda e temporaneamente nessun problema a livello superficiale. Ma al momento della sua morte, questo dio ha enormi rimpianti e rimorsi, perché un’intera vita di piacere gli sembrerà essere stata solamente un sogno e questo creerà sofferenza ed infelicità immense di fronte alla sua morte. Quindi, avere come finalità questo tipo di rinascita non è la soluzione di tutti i nostri problemi.
Inoltre, dobbiamo fare il miglior uso possibile di questa base di lavoro che è il prezioso corpo umano, perché è qualcosa che andrà perso. Non c’è nessuno che, una volta nato, è sfuggito alla morte. La morte è qualcosa che capiterà ad ognuno di noi, sicuramente, ed è soltanto una questione di tempo. Nessuno può dire con certezza quando la sua ora arriverà. Pensando a questa realtà, siamo spinti a riflettere, creando il desiderio di sfruttare a pieno le opportunità che abbiamo ora, finché siamo vivi e in buona salute.
Dunque, abbiamo bisogno di allontanarci dalla nostra ossessione totale per l’ottenere cose soltanto per questa vita. Facciamo ciò riflettendo come le varie cose deperibili di questa vita non abbiano alcuna essenza durevole. In questo modo, ci allontaniamo dalla nostra ossessione per le faccende di questa vita e sviluppiamo una determinazione a liberarci dai problemi basati su questo tipo di ossessione. Questo tipo di determinazione a liberarsi è chiamato “rinuncia.”
Allo stesso modo, dobbiamo considerare le vite future e tutti i vari tipi di situazioni in cui potremmo rinascere. Se pensiamo agli splendori e alla felicità che potremmo ottenere in rinascite future come essere umano o come dio, dobbiamo ricordarci che anche esse implicano dei problemi. Non importa quanto ricchi saremo, i problemi ricorreranno in maniera incontrollabile. Quindi, avere attaccamento ed ossessionati dall’avere queste cose in vite future, è anch’esso qualcosa da cui dobbiamo allontanarci. Facciamo ciò cercando di sviluppare un secondo tipo di determinazione, per l’esattezza la determinazione ad essere liberi dai problemi che derivano da queste ossessioni nelle vite future.
E così ci sono due tipi di determinazione a liberarsi. C’è la determinazione a liberarsi dai problemi in questa vita e la determinazione a liberarsi dai problemi in tutte le vite future.
Impermanenza
Un praticante spirituale è colui che è consapevole del fatto che nessuna situazione nella vita rimane mai statica; che è consapevole dell’impermanenza e della morte; e che è anche consapevole e memore dei propri problemi e di tutti i problemi che ci sono nella vita. Queste sono cose che motivano un tale praticante a prendere varie misure preventive per evitare tutti questi problemi. Sarebbe bello se, semplicemente scordandoci dell’impermanenza, dei problemi e della morte, potessimo farli svanire – sarebbe fantastico. Ma la verità è che non possiamo. Semplicemente ignorare il fatto che moriremo e il fatto che nella nostra vita ci sono dei problemi non fa svanire questi fatti. Dunque è meglio essere consapevoli dei nostri problemi, affrontarli con realismo e poi prendere varie misure per eliminarli. Questo è quello di cui tratta la nostra pratica spirituale.
Il Buddha stesso, quando ha messo in movimento per la prima volta varie tornate di trasmissione di queste misure, ha fatto ciò insegnando l’impermanenza, come nulla rimanga statico. La sua intera ricerca spirituale è iniziata con la realizzazione dell’impermanenza. E allo stesso modo, quando la sua vita è terminata e lui se n’è andato, anche questo fu fatto nel contesto della dimostrazione a tutti della realtà dell’impermanenza.
Le Quattro Nobili Verità
Inoltre, i problemi non vengono dal nulla. Non ci capitano senza alcuna ragione. Piuttosto, tutti i nostri problemi e la nostra infelicità nascono da vere cause – precisamente, il nostro comportamento impulsivo e le nostre emozioni e i nostri atteggiamenti distruttivi – in altre parole, il nostro karma e le nostre delusioni. Agire impulsivamente con emozioni e atteggiamenti disturbanti è quello che crea tutti i nostri problemi.
Ora, tra queste due cause di tutti i nostri problemi, possiamo vedere che il comportamento impulsivo ha le sue radici nelle emozioni e negli atteggiamenti disturbanti. E se andiamo a esaminare gli 84.000 diversi tipi di emozioni ed atteggiamenti disturbanti che sono stati descritti nei testi buddhisti, scopriamo che vengono tutti da una sola fonte, cioè l’ignoranza o l’inconsapevolezza che ci porta ad aggrapparci alla vera esistenza e a delle vere identità.
In ogni caso, non esiste alcuna cosa come una vera identità stabilita, né per noi stessi né per nient’altro – eppure, ci afferriamo alle cose come se avessero davvero una vera esistenza o una vera identità. Dunque, se siamo in grado di realizzare e discriminare che una cosa come una vera identità stabilita è del tutto impossibile, allora questo funge da antidoto per eliminare l’aggrapparsi a cose che abbiano una tale identità.
Quando raggiungiamo una comprensione che non esiste alcuna cosa come una vera esistenza stabilita – che nulla ha una vera identità stabilita – questa comprensione è nota come “vero sentiero della mente,” un “vero sentiero” – una delle Quattro Nobili Verità. È un sentiero della mente che esseri altamente realizzati, gli “arya,” riconoscono come vero o corretto e come sentiero che porta al raggiungimento della liberazione e dell’illuminazione.
Quando avremo raggiunto un vero sentiero della mente – cioè la consapevolezza discriminante che non esiste alcuna cosa come una vera identità stabilita di alcunché – allora non avremo più alcuna emozione o atteggiamento disturbante, poiché queste delusioni sono basate sulla proiezione e sul credere a modi di esistere del tutto impossibili. Quando non avremo più alcuna emozione o atteggiamento disturbante, allora non agiremo più impulsivamente. E quando non agiremo più in maniera impulsiva, non creeremo più alcun problema a noi stessi. Lo stato in cui i problemi non sorgeranno neanche più nella nostra esperienza è conosciuto come un “vero arresto,” una “vera cessazione.”
Questa è la presentazione dei quattro fatti che vengono riconosciuti come veri dagli arya, esseri altamente realizzati. Queste sono le Quattro Nobili Verità. Le prime due verità trattano di quello che ci disturba, cioè i veri problemi e le loro vere cause: il comportamento impulsivo e le emozioni e gli atteggiamenti disturbanti. Quando rivolgiamo la nostra attenzione alle ultime due verità, che trattano di quello che ci libera, allora vogliamo raggiungere un vero arresto di tutti i nostri problemi, eliminandone le cause per sempre. E il modo per fare questo è sviluppare un vero sentiero della mente. Questo è come giungiamo a riconoscere e capire questi quattro fatti che sono riconosciuti come veri da esseri altamente realizzati.
Fondandoci sulla nostra eccellente base di lavoro, la nostra preziosa rinascita umana, ora dobbiamo mettere tutti i nostri sforzi nella realizzazione di queste Quattro Nobili Verità. Una volta che abbiamo fatto questo, avremo fatto un uso adeguato delle opportunità che abbiamo ricevuto con questa rinascita. Quando sviluppiamo, come un’abitudine mentale benefica, una consapevolezza stabile e costante del fatto che non c’è alcuna cosa che abbia una vera esistenza stabilita, allora avremo completamente e per sempre eliminato tutti i nostri problemi.
Sviluppare la compassione
Ora, liberarci di tutti i problemi esclusivamente di nostra pertinenza è molto bello – ma non è abbastanza. Questo è perché noi siamo soltanto una persona, mentre gli altri sono innumerevoli. Non potremo mai contare quanti esseri ci sono, ed ognuno di loro ha problemi – tutti loro soffrono, in un modo o nell’altro. Dunque è ingiusto impegnarci solo per il nostro beneficio personale: dobbiamo cercare una soluzione per tutti quanti.
Riflettendo, appare chiaro che tutti gli altri esseri con menti limitate sono stati estremamente gentili con noi – in effetti, non c’è nulla di più gentile degli altri esseri. Se consideriamo la gentilezza dei Buddha e la gentilezza degli esseri limitati, vediamo che sono uguali. Per esempio, se ci piace il miele, dobbiamo pensare da dove viene. Viene da molte api e queste api hanno dovuto lavorare molto per farlo: volare in giro per cercare così tanti fiori, raccogliere il polline, secernere e depositare il miele in un favo. Se vogliamo avere anche solo la speranza di poter gustare del miele, dobbiamo fare affidamento sul lavoro e sulla gentilezza di questi piccoli insetti. Allo stesso modo, se consideriamo la carne che forse alcuni di noi mangiano, per esempio quando abbiamo bisogno di cibo che dia più forza al nostro corpo quando siamo deboli e malati, da dove proviene? Proviene da animali che hanno dovuto lasciare la loro vita per poterci dare questa carne per la nostra forza e il nostro nutrimento.
Quindi, una volta che abbiamo sviluppato una grande determinazione ad essere liberi da tutti i nostri problemi, dobbiamo trasferire questo atteggiamento anche agli altri. Proprio come abbiamo la determinazione a liberarci dai nostri problemi, così ora dobbiamo avere anche il desiderio che tutti gli altri siano liberi dai loro problemi. Questo atteggiamento è conosciuto come “compassione.”
Se non pensassimo seriamente ai nostri problemi e a come non vogliamo averne – e se non sviluppassimo la determinazione a liberarci da essi – sarebbe molto difficile prendere sul serio i problemi degli altri. Non saremmo in grado di sviluppare una sincera compassione che desideri liberare gli altri dai loro problemi. Per esempio, se c’è un ufficiale che ha sofferto molto nel corso della sua carriera e poi raggiunge un’alta posizione, questa persona avrà comprensione e compassione per i problemi degli altri. Una tale persona sarebbe in grado di aiutare gli altri molto meglio di qualcuno che è diventato un ufficiale vivendo un’intera vita di agi, senza mai sapere cosa significa soffrire.
Bodhicitta
L’atteggiamento tramite il quale desideriamo che gli altri siano liberi dalla sofferenza è conosciuto come “compassione.” L’atteggiamento tramite il quale desideriamo che chiunque sia felice è definito come “amore.” Se consideriamo il desiderio di ognuno di essere felice e libero dai problemi e se decidiamo che, poiché ognuno è stato così gentile con noi, dobbiamo a tutti gli effetti fare qualcosa a questo proposito e non soltanto a un livello superficiale, bensì aiutarli a liberarsi da tutti i loro problemi – questo assumersi la responsabilità è chiamato un “impegno eccezionale.”
Se siamo interamente presi soltanto dalle nostre preoccupazioni egoistiche, non c’è alcun modo in cui possiamo raggiungere alcuna realizzazione o sviluppare le buone qualità di un Buddha. Invece, se ci allontaniamo dall’egoismo e iniziamo a preoccuparci della situazione degli altri, allora questo è la base tramite cui noi stessi possiamo diventare un Buddha illuminato. Solo a causa di una preoccupazione egoistica commetteremmo certe azioni come uccidere, rubare e così via, per poter accumulare risorse per noi stessi. Questi metodi maldestri portano soltanto ulteriori problemi, e la radice di tutto questo è il nostro egoismo.
Buddha Shakyamuni è stato in grado di raggiungere il suo stato di illuminazione e di ottenere una mente completamente chiara e perfettamente evoluta come risultato dell’essere interessato unicamente al benessere degli altri. In effetti, tutti i Buddha di tutti i tempi hanno raggiunto questo stato di piena realizzazione del loro potenziale sulla base del loro interesse per gli altri. Quindi, se siamo realistici, vediamo che anche se abbiamo questo impegno eccezionale di “creare felicità per tutti quanti e liberarli da tutti i loro problemi,” non importa quanto lo desideriamo, non siamo in grado di farlo. Soltanto un Buddha ha quest’abilità di aiutare chiunque a superare i loro problemi e raggiungere la felicità.
Dunque, è necessario dedicare i nostri cuori interamente al beneficio altrui e a raggiungere lo stato illuminato di un Buddha, in modo da poterlo fare nel miglior modo possibile. Questo è conosciuto come una “finalità di bodhicitta.”
Con un cuore così interamente dedicato alla finalità di bodhicitta, immaginate di fare una semplice offerta, ad esempio un fiore. Se l’intenzione di una tale offerta è di beneficiare chiunque e di raggiungere l’illuminazione in modo da poterlo fare nel migliore dei modi, allora il potenziale positivo accumulato con questo gesto così semplice è enorme. In effetti, quando la nostra finalità è di essere in grado di beneficiare chiunque, allora il beneficio è proporzionale a tale finalità. È vasto quanto il numero di esseri. I benefici del dedicare i nostri cuori in maniera pura e sincera in questo modo sono molto più grandi dei benefici del fare a Buddha un’offerta costituita da un intero mondo pieno d’oro e di gemme. Anche se nutrissimo tutti gli esseri dell’universo, i benefici dell’avere soltanto un momento di questo cuore dedicato alla finalità di bodhicitta sarebbero più grandi.
La logica di questo può venire identificata se consideriamo che un pasto per ciascun essere dell’universo potrebbe saziare la loro fame solo una volta. Presto però avrebbero di nuovo fame e i loro problemi legati alla fame persisterebbero. Ma se noi desideriamo, con finalità di bodhicitta, alleviare tutti i problemi di tutte le persone di tutti i tempi, e dedichiamo noi stessi al raggiungimento dell’illuminazione in modo da poter fare questo nel migliore dei modi, allora questo non soltanto allevierebbe la fame di chiunque, ma inoltre svilupperebbe la capacità di mettere fine ai loro problemi una volta per tutte.
Considerazioni conclusive
Dunque, come primo passo verso lo sviluppo di una finalità di bodhicitta, dobbiamo promettere fortemente che non nuoceremo a nessun essere. Quando vediamo tutti gli svantaggi e gli inconvenienti del nuocere ad altri, chiunque essi siano, e promettiamo di non farlo, questo causa grandi benefici. Di conseguenza è un comportamento molto lodevole. Una forte promessa che non feriremo o non faremo del male a nessuno è un provvedimento spirituale che tutti possiamo prendere proprio adesso. Non abbiamo bisogno di pensare alla pratica spirituale come a qualcosa di eccelso e lontano.
In breve, essere un praticante spirituale non implica l’avere una specie di vita esotica. Nella storia si trovano molti racconti di persone che avevano una vita familiare e domestica ma erano anche grandi praticanti spirituali. Se guardiamo le biografie degli ottantaquattro mahasiddha dell’antica India che erano altamente realizzati, vedremo che molto di loro avevano una vita laica.
Né c’è bisogno di buttarci giù se siamo anziani o pensiamo che le persone anziane non possano diventare praticanti spirituali. Se guardiamo alle storie del passato, c’è un esempio del laico Shrijati, che aveva 80 anni quando divenne un praticante spirituale. Fu in grado di ottenere lo stato di un essere liberato, o arhat, durante la sua vita. Quindi non è mai troppo tardi.
D’altro canto, se siamo giovani, non dovremmo semplicemente essere frivoli, ma sfruttare ogni energia che abbiamo per avere molta decisione nella nostra pratica spirituale. E non dobbiamo pensare che possiamo rimandare queste pratiche spirituali preventive fino al momento in cui saremo vecchi, perché non c’è modo di sapere quando la nostra morte arriverà. Inoltre, la vecchiaia è qualcosa che pare impossessarci di noi tutta d’un tratto. Quando questo succede, ci pare come se, tutto di un colpo, la nostra vita sia scivolata via.
Ci sono molte cose semplici ma positive che possiamo fare. Conosco alcune persone in altri paesi che impiegano molto sforzo e denaro per dar da mangiare agli uccelli. Hanno dei contenitori per il becchime davanti a casa e spendono molti soldi per mettere fuori del cibo ogni giorno. Addirittura, rinunciano alle loro vacanze perché non vogliono privare gli uccelli del loro cibo. Questa è una pratica eccellente; mi rende molto felice vedere queste cose, perché questo è veramente il tipo di pratica di un bodhisattva. Ci sono anche molti esempi di tibetani che sono andati in India come pellegrini e che mettono fuori del pane per i piccioni e riso per i vari altri tipi di uccelli. Questa è un’eccellente pratica per ottenere una lunga vita.
Quindi, se vogliamo riassumere la nostra discussione di questa sera, i punti principali sono:
- Sviluppare un cuore buono e gentile per lavorare costantemente per il beneficio di tutti;
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Non nuocere mai a nessuno o a nessuna cosa; non causare mai danno o problemi.
Questi sono i punti principali per un’eccellente pratica spirituale. Dobbiamo sfruttare al massimo questa base di lavoro che abbiamo ricevuto con la nostra eccellente rinascita umana e dobbiamo fare ciò dedicando i nostri cuori in maniera pura, con una finalità di bodhicitta, agli altri e al raggiungimento dell’illuminazione. In questo modo, saremo davvero in grado di raggiungere uno stato in cui la nostra mente è totalmente chiara e noi siamo completamente evoluti – un Buddha completamente illuminato.