Ghesce Rabten Rinpoche: Lo sviluppo del corpo e la meditazione
Lo sviluppo del corpo
In tempi diversi si sviluppano differenti generi di energie che a loro volta completano lo sviluppo dei vari aspetti e funzioni del corpo, stadio dopo stadio.
Il primo stadio è il sorgere dell’energia che sostiene la vita o energia vitale che è l’aria veramente basilare in quanto permette a tutte le altre di svilupparsi a tempo debito. Una parte di questa energia discende nella zona pelvica tra il sesso e l’ano ove diventa: energia discendente che espelle. Il suo lavoro è quello di facilitare la funzione urinaria, ecc. Poi una parte di questa aria sale al chakra dell’ombelico ove diventa energia regolatrice del calore, facilitando pertanto la digestione. Inoltre, una parte dell’aria sale alla regione pettorale, è chiamata energia ascendente e ci permette di parlare, ecc. Ancora una volta, traendo origine dall’aria che sostiene la vita si genera un‘energia pervasiva che si dispone nelle giunture e nelle parti mobili del corpo rendendo possibili i movimenti delle membra e così via.
Queste cinque sono le cinque arie principali e sono derivate essenzialmente dall’aria che sostiene la vita. Da queste cinque sorgono altre cinque arie che sono la base di tutte le esperienze visive, uditive, tattili, gustative e corporee. Quindi da queste arie se ne producono altre ancora più sottili che restano nei diversi centri, ciascuna a compiere la sua particolare funzione.
Possiamo così vedere che la vita inizia dalla pura combinazione della coscienza sottile e dell’energia sottile. Queste danno origine alla coscienza più grossolana che sostiene la nostra vita fino a quando, nel momento della morte, vengono tutte riassorbite al loro livello più sottile. Questo processo ciclico riguarda il modo in cui siamo esistiti sino ad ora ed è il modo in cui continueremo ad esistere sino a quando prenderemo rinascita.
Una buona comprensione di questo processo aiuterà la nostra comprensione della teoria della reincarnazione.
La meditazione
Le azioni
Benché abbia spiegato questo processo della rinascita basandomi su un individuo che rinascerà in un corpo umano, dovremmo considerare che vi è un gran numero di alternative. La nostra rinascita non è limitata allo stesso tipo di corpo. Il genere di rinascita che viene assunta la risultante delle varie azioni nelle quali ci siamo coinvolti precedentemente. Così, a seconda delle azioni di ciascun individuo, vi sono vari risultati alcuni dei quali noi ora possiamo percepire. Vediamo che alcune persone sono molto ricche e potenti, mentre altre sono povere e misere, alcune sono intelligenti e altre sono stupide e così via. In sostanza queste apparenze, che sono il frutto delle varie azioni, sono transitorie. Una volontà forte diverrà un giorno debole, il ricco diverrà povero, l’ignorante diverrà capace, quindi possiamo imparare a penetrare la superficie di queste apparenze e vedere che nei loro aspetti più importanti cioè come esseri che sperimentano la vita e la morte a seconda delle loro concezioni perturbatrici e azioni accumulate in precedenza tutte le creature sono simili.
Benché la somiglianza esista in questo modo vi sono, naturalmente, differenze nelle apparenze è nelle circostanze dei vari esseri. La maggior parte di noi ha nel continuum mentale un gran numero di impronte; queste impronte portano il potenziale lasciato dalle nostre azioni e permettono che maturi il frutto quando si verificano le condizioni adatte. Per alcune persone queste impronte daranno come risultato molta sofferenza e per altre risulterà felicità. Questo dipende dalla positività e negatività delle singole azioni. Sperimentiamo felicità e infelicità e, nel processo di questa esperienza, continuiamo ad accumulare ancora altre impronte che portano il potenziale di ulteriore felicità e sofferenza nel futuro. Questo ciclo di morte e rinascita, di piacere e di dolore, è chiamato esistenza ciclica (samsara) o esistenza condizionata. Sovente il termine samsara è usato metaforicamente per indicare un luogo, un paese o un pianeta, ma la vera esistenza ciclica è precisamente questo processo di essere sbattuti fra piacere o dolore, ricchezza e povertà, malattia e salute, morte e nascita e così via. La liberazione (nirvana) è precisamente la cessazione di quel processo, il taglio del girare senza fine. Comunque, ciò non significa la fine di tutta la felicità condizionata e ingannevole. Infatti, questo taglio è il principio di un vero, stato di felicità che una può essere minacciata o sparire a causa di condizioni che sfuggono al nostro controllo. Questo processo non può essere interrotto in qualsiasi punto, a caso. Prima dobbiamo osservare in noi stessi la radice di una tale esistenza, le nostre azioni, o in sanscrito karma. Benché la parola sanscrita Karma possa avere molte connotazioni mistiche e magiche, essa significa semplicemente azione o fatto. Il karrna non esiste separatamente da noi stessi, ma è il nome dato alle varie azioni del corpo, parola e mente in cui ci coinvolgiamo giorno e notte. Vi è un numero infinito di azioni, come possiamo constatare osservando noi stessi e gli altri, però è molto utile dividerle in due tipi: azioni il cui risultato pace e la felicità e azioni il cui risultato è ansietà e sofferenza. Benché ora siamo soggetti in modo incontrollabile agli effetti che maturano dalle nostre azioni passate, le azioni presenti sono qualcosa che noi possiamo determinare. Dal momento che il nostro futuro si sta determinando dalle nostre azioni presenti, possiamo dire che il futuro è nelle nostre mani.
Predeterminazione del futuro: non vi è una teoria rigida della predeterminazione o predestinazione, però le nostre esperienze future non sono neppure eventi casuali. In ogni occasione vi è per noi un numero più o meno grande di possibilità, ma sempre e soltanto un numero determinato. Così, benché si dica che come esseri umani abbiamo molto libero arbitrio, siamo liberi solo all’interno di determinati limiti; per esempio, dal momento che non siamo uccelli, non abbiamo la libertà di volare. Poiché la serie di possibilità entro le quali esisteremo nel futuro sono un risultato delle nostre azioni presenti, si dice che le nostre azioni presenti determinano il nostro futuro.
Se viviamo bene, controllando la nostra mente e dominando le azioni negative allora, anche se il mondo intero dovesse sorgere come nostro nemico, non potrebbe in nessun caso spingerci nell’estrema sofferenza dei reami più bassi. D’altro lato, anche se noi fossimo graditi a tutti e circondati da persone beneaugurati, se non poniamo attenzione alle nostre azioni e non c’impegniamo in ciò che è positivo, cadremo senza controllo in stati di esistenza pieni di sofferenza.
Buddha disse che ciascuno è il nemico di se stesso e ciascuno è il proprio amico. Siamo il nostro nemico perché, benché non desideriamo sperimentare la sofferenza, continuiamo nondimeno a creare la sua causa, credendo ancora e ancora che ne risulterà gioia. Siamo i nostri stessi amici perché noi soli abbiamo la capacità di liberarci dall’esistenza ciclica. Perciò dovremmo agire in accordo alla legge di causa ed effetto. Così facendo avremo sempre minor tendenza a indulgere nella felicità imperfetta dell’esistenza ciclica.
Le cose da abbandonare
Dal momento che tutte le azioni del corpo e della parola derivano da quello della mente e poiché i fattori mentali negativi sono precisamente le azioni che ci causeranno futura sofferenza, sono questi fattori mentali, le sei radici e i venti fattori secondari che devono essere abbandonati. Quando sorgono queste tendenze negative, diventiamo agitati e poi a causa della mancanza di discriminazione e di chiarezza mentale, diventiamo ancora più negativi. Tutte le varie azioni negative scaturiscono dalla singola radice dell’ignoranza che afferra un sé come realmente esistente. Se questa concezione erronea cessa, allora tutte le azioni negative cessano e di conseguenza cessa anche tutta la sofferenza. Il successo dipende dalla grande forza della mente che è ottenuta con la meditazione.