2 – I tre addestramenti e l’ottuplice sentiero nella vita quotidiana. Seconda sessione: retta azione, retto sostentamento e retto sforzo.
Alexander Berzin, Kiev, Ucraina, Giugno 2013.
Revisione
Ieri sera abbiamo iniziato la nostra discussione sui tre addestramenti, e abbiamo visto che possiamo discuterne in termini di:
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Scienza e filosofia buddhista, il che significa affrontare la scienza di base della mente e la filosofia dell’etica, affrontare quelle che sono le nostre emozioni e così via. Il punto focale qui sta nell’utilizzare il materiale di questi tre addestramenti, al fine di, fondamentalmente, migliorare la qualità della nostra vita.
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E poi vi è la religione buddhista, con la quale ci si concentrerebbe su temi come il karma e la rinascita, la liberazione, l’illuminazione. In questo caso dunque useremmo questi tre addestramenti per aiutarci ad ottenere rinascite migliori, ottenere la liberazione, o l’illuminazione.
Ma a prescindere dal livello in cui stiamo attuando questi addestramenti, ci si focalizza sempre sul fatto di aiutarci a superare i problemi e la sofferenza che abbiamo. Ed il metodo sta nel cercare di identificare le cause dei nostri problemi e delle difficoltà, e nell’applicare quello che viene chiamato ottuplice sentiero per aiutarci ad eliminare queste cause.
Sto ridendo perché sembra che io piaccia a questa mosca e che voglia stare vicino alla mia faccia. Dal punto di vista buddhista, ci si chiede sempre: “chi sarà stata questa mosca nella sua vita precedente che vuole così tanto stare con me?” Un modo un po’ più pacifico di guardare ad essa, rispetto al volerla schiacciare solamente.
Comunque, i tre addestramenti sono nell’auto-disciplina etica (tshul-khrims), nella concentrazione (ting-nge-‘dzin), e nella consapevolezza discriminante (shes-rab), e sono estremamente utili da coltivare nella nostra vita quotidiana:
Se abbiamo a che fare con gli altri, allora ovviamente è molto importante guardare il modo in cui agiamo con loro, come gli parliamo, oppure, se siamo in una sorta di transazione commerciale con loro, il modo in cui interagiamo ad un livello commerciale. Dobbiamo avere disciplina etica per astenerci dal commettere cose che potrebbero ferire o essere distruttive.
E’ necessario anche essere in grado di concentrarci su quello che gli altri stanno dicendo, su quali siano i loro bisogni, su quello che accade loro, per essere capaci di interagire in un modo appropriato. Se non prestiamo attenzione, la nostra mente vaga da tutte le parti, oppure ogni minuto o quasi, durante il dialogo, mandiamo un altro sms, e via dicendo, allora questo rende veramente molto difficile comunicare con quella persona.
E se siamo capaci di concentrarci sull’altra persona, cosa sta dicendo, come sta agendo, allora saremo in grado di utilizzare la consapevolezza discriminante per saper decidere quale sia la risposta appropriata e quale sarebbe una risposta non appropriata. Dobbiamo distinguere tra le due. E questo porta nuovamente ad agire adeguatamente, parlare adeguatamente, in una maniera appropriata, verso l’altra persona.
Quindi questi tre addestramenti s’intrecciano e si rinforzano l’uno con l’altro, ed è per questo che diciamo sia necessario applicarli tutti e tre simultaneamente.
E anche quando non stiamo con altre persone, non stiamo interagendo con loro, abbiamo comunque bisogno di questi addestramenti in termini di noi stessi. Nel nostro avere a che fare con noi stessi, è importante:
Non agire in una maniera auto-distruttiva.
Avere la nostra mente concentrata, in modo che possiamo realizzare qualsiasi cosa vogliamo realizzare.
Ed usare la nostra intelligenza di base per distinguere tra cosa sia appropriato fare e cosa non lo sia.
Dunque questi tre addestramenti superiori si applicano sia alla nostra situazione personale, sia alla nostra interazione sociale. Pertanto, in quanto tali, sono principi molto, molto basilari che possiamo applicare nella nostra vita quotidiana.
Questo è stato un lapsus. Ho detto addestramenti superiori. Questa è la terminologia che troviamo utilizzata più frequentemente. Quando sentiamo addestramenti superiori, i tre addestramenti superiori (lhag-pa’i bslab-pa gsum), ci si riferisce a quando li utilizziamo col fine di ottenere la liberazione o l’illuminazione. Per questo sono chiamati superiori (lhag-pa’i). Ci si riferisce al fatto di applicare questi tre addestramenti per ottenere uno scopo più alto, uno scopo che è più alto rispetto a questa vita e alle vite future.
Abbiamo poi iniziato con uno sguardo più dettagliato di questi tre addestramenti in termini del cosiddetto ottuplice sentiero. E il primo di questi, il primo gruppo, sono divisi in tre gruppi, include i tre che sono coinvolti nell’auto-disciplina etica, l’addestramento nell’auto-disciplina etica. Va bene, quindi stiamo parlando in termini di auto-disciplina etica, e qui abbiamo quanto è noto come:
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retta parola (yang-dag-pa’i ngag).
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giusti confini dell’azione (yan-dag-pa’i las-kyi mtha‘), quindi giusto comportamento.
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retto sostentamento (yan-dag-pa’i ‘tsho-ba).
Ieri abbiamo parlato della retta parola, e abbiamo visto che abbiamo bisogno della disciplina per astenerci da quattro modi distruttivi di parlare: mentire, parlare in modo da creare discordia, parlare in modo duro e crudele, e le chiacchiere; e della disciplina invece per parlare in un modo appropriato e costruttivo, un modo che sia sincero, che cerchi di creare armonia, che sia educato e gentile, che abbia senso, e che sia fatto al momento appropriato e nella misura appropriata (non interrompendo le persone con sciocchezze). E abbiamo bisogno della disciplina per parlare in un modo che sia d’aiuto agli altri, ad esempio rispondendo alle loro domande, confortarli se sono infelici, e via dicendo.
Comportamento scorretto
Quindi ora proseguiamo. Il secondo passo dell’ottuplice sentiero è parlare dei giusti confini dell’azione (yang-dag-pa’i las-kyi mtha’). Questo è il termine tecnico. Quando parliamo di un confine (mtha‘), stiamo parlando di un certo limite, per il quale “agirò fino a questo confine ma non andrò oltre.” Ci si riferisce a tre tipi di comportamento distruttivo:
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Uccidere esseri viventi (quindi togliergli la vita).
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Rubare, prendere ciò che non ci appartiene.
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Comportamento sessuale inappropriato.
Dunque, di cosa parlano?
Uccidere
Uccidere è praticamente togliere la vita a qualcun altro. E non stiamo parlando soltanto in termini di esseri umani, ma stiamo parlando in termini di caccia, pesca, uccisione di insetti, e via dicendo.
Ora, credo che per molti di noi smettere di cacciare e di pescare non sia forse così difficile. Uccidere gli insetti lo è molto di più. Ma vi sono molti modi per affrontare questo tema senza andare a parlare di vite future e passate e “questa mosca era mia madre nella vita precedente,” e via dicendo. Credo che l’enfasi principale qui sia sul fatto che se c’è qualcosa che ci dà fastidio, non dobbiamo ucciderla come nostra prima reazione. Questo costruirebbe l’abitudine di voler distruggere qualsiasi cosa non ci piaccia in una maniera violenta, e finisce poi con l’andare oltre la mosca che ci sta ronzando attorno alla faccia. Quello che vogliamo invece è trovare una sorta di maniera pacifica di affrontare qualcosa di fastidioso. Quindi con gli insetti, una mosca o una zanzara, o qualcosa del genere, quando si appoggiano sul muro, è possibile metterci un bicchiere sopra, un pezzo di carta sotto il bicchiere, e portarli fuori. In moltissime situazioni possiamo trovare una maniera molto più pacifica di trattare con qualcosa che non ci piace, e vi sono molte maniere semplici.
Se vivete in India, come ho fatto io, imparate a vivere con gli insetti. Voglio dire, non c’è modo di potersi sbarazzare di tutti gli insetti che ci sono in India. Ho sempre pensato che una campagna di pubblicità per agenti di viaggio per l’India potrebbe essere: “se ti piacciono gli insetti, amerai l’India.” Quando iniziai a vivere in India per la prima volta, il mio retaggio era tale che certamente non andavo matto per gli insetti, ma ero un grande fan della fantascienza. Quindi immaginai che se fossi andato in un altro pianeta e la forma di vita in quel pianeta fosse stata come quella di quegli insetti, sarebbe stato abbastanza brutto se ogniqualvolta avessi incontrato qualcuno lì, tutto ciò che avrei voluto fare fosse stato passarci sopra o schiacciarlo. Se iniziaste a mettere voi stessi al posto dell’insetto, “l’insetto sta solamente facendo le sue cose,” allora comincerete a rispettarlo in quanto forma di vita.
Ma ovviamente vi sono insetti dannosi, proprio come vi sono persone dannose, e a volte si devono usare misure forti per controllarli. Ma la prima cosa che si prova è un metodo pacifico, sia che si stia parlando di conflitti tra esseri umani, o che si stia parlando della vostra casa infestata da formiche o scarafaggi o qualcosa del genere. Dunque questo per quanto riguarda uccidere.
Rubare
Il secondo quindi è rubare, prendere ciò che non ci appartiene. Ovviamente le persone, almeno la maggior parte di esse, sono più attaccate alle loro vite che non ai loro possedimenti, ma ciononostante, se sottrai una cosa di proprietà di qualcuno, questo causa una grande dose d’infelicità, e poi ci si sente a disagio: “verrò scoperto?” E così via.
Ora, quando discutiamo di questo, ricordate che quello che vogliamo evitare sono i problemi con noi stessi. Ovviamente è un problema per l’insetto o per il pesce se li uccidiamo. Ma il problema per noi stessi è che… Ad esempio, se siete molto disturbati dagli insetti, allora siete costantemente paranoici, non è vero, siete sempre preoccupati: “sta entrando una zanzara ad invadere il mio spazio?” Così siete sempre in allerta a guardare. Oppure, nel mezzo della notte, sentite che c’è qualcosa, e vi alzate e andate a caccia nella vostra stanza, cercando di trovarlo. E’ uno stato mentale non proprio tranquillo, non è così? Quindi se proviamo ad usare un metodo pacifico per affrontare qualcosa che non ci piace, le nostre menti sono calme. Siamo rilassati.
Se si pensa sempre a ricorrere a qualche metodo violento, allora si è molto tesi, non è vero, molto paranoici, uno stato della mente quindi infelice, e si è fuori controllo. Andate a schiacciare la zanzara o la mosca, e rompete qualche oggetto prezioso sul quale si era posata, perché volevate soltanto prenderla. E quindi distruggete le vostre stesse cose. Siete fuori controllo. Mentre se cercate di trovare qualche soluzione pacifica a questo, potete utilizzare la vostra capacità di discriminazione in maniera molto più tranquilla e razionale per trovare un altro metodo, un metodo pacifico, di affrontare il problema.
La stessa cosa quindi con il rubare, prendere qualcosa che non vi appartiene. Dovete essere subdoli, siete preoccupati che vi sorprendano, e questo atteggiamento è solitamente basato su di un desiderio molto molto forte, per il quale non si è abbastanza pazienti da fare il lavoro che sarebbe richiesto per ottenere qualcosa, e quindi la si ruba a qualcun altro.
Naturalmente vi è anche il rubare e l’uccidere con la motivazione opposta:
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si potrebbe uccidere perché si è molto avidi di mangiare quell’animale o quel pesce. E, nuovamente, le cose dipendono dalle circostanze. Se non c’è assolutamente nient’altro da mangiare, è una cosa. Se ci sono invece alternative da mangiare, allora è un’altra.
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E si potrebbe anche rubare a causa della collera. Si vuole ferire qualcuno, allora si prende qualcosa che gli appartiene.
Quindi questi modi distruttivi di agire sono basati, come dicevamo ieri, su emozioni disturbanti.
Comportamento sessuale inappropriato
Quindi il terzo tipo di comportamento distruttivo è il comportamento sessuale inappropriato. E’ sempre un argomento difficile perché per la maggior parte di noi la forte spinta dietro al nostro comportamento sessuale è il desiderio bramoso (‘dod-chags). Vi sono linee guida di base, i confini, che stabiliamo in questo caso, i quali sono:
Non causare dolore con il nostro comportamento sessuale, come stuprare qualcuno o violare qualcuno in una maniera violenta, che gli farà del male. E’ abbastanza ovvio, abbastanza chiaro, che si tratti di qualcosa che vorremmo evitare.
Imporci su qualcuno è una forma più blanda dello stesso atteggiamento, che è realmente fare pressione su qualcuno, anche sul proprio partner, a fare sesso quando non vuole farlo.
Quindi vi è anche fare sesso con il partner di qualcun altro, oppure, se si ha un partner, fare sesso con qualcun altro. Adulterio quindi. Non importa quanto stiamo attenti, questo fatto porta sempre ad avere problemi, non è vero?
Vi sono tuttavia molti altri aspetti da considerare qui a proposito del comportamento sessuale. L’idea che sta dietro a questo è che vogliamo cercare di non agire soltanto come animali. Un animale salta semplicemente sopra qualsiasi altro animale ogniqualvolta ne ha voglia, non importa chi, non importa chi ci sia lì attorno, e così via. E’ totalmente sotto il controllo del desiderio e della libidine. Questo è quanto vogliamo evitare.
Quello che vorremmo fare, perciò, è stabilire certi confini, ricordate che sono chiamati confini dell’azione, stabilire certi confini per i quali “è all’interno di questa sfera che terrò il mio comportamento sessuale, e non oltre.” Potrebbe trattarsi di quanto frequentemente lo si fa. Potrebbe trattarsi delle posizioni in cui lo si fa. Potrebbe trattarsi di qualsiasi altra cosa, ma avere certe linee guida, non fare solamente qualsiasi cosa si abbia voglia di fare, in qualsiasi momento, e così via, come un animale. “Farò questo con te, ma quello non lo farò:” questo modo di stabilire confini. Ciò è veramente molto importante in termini di disciplina. Disciplina significa astenersi dall’andare oltre quel confine, perché vediamo che farlo sarebbe soltanto sulla base della libidine e non sarebbe per niente necessario. Come ad esempio quando siamo ad un ritiro di meditazione. “Durante questo ritiro di meditazione non farò sesso.” Questo tipo di confine, qualsiasi cosa possa essere. Il punto è avere dei confini.
Prendere intossicanti
Ora, sebbene il prendere intossicanti non sia incluso in queste azioni scorrette o distruttive, abbandonare le sostanze intossicanti è molto importante in termini del nostro sviluppo. Vogliamo sviluppare la concentrazione. Vogliamo sviluppare la disciplina. Beh, ubriacarsi: si perde ogni disciplina, non è così? Prendete certi tipi di droghe psichedeliche, e perdete ogni concentrazione: vagheggio mentale costante con la marijuana, ecc. Perciò se si guarda agli effetti di varie droghe e dell’alcool, e così via, e li si mettono a confronto con quanto vogliamo realizzare in termini del nostro personale sviluppo della mente, delle nostre emozioni, del nostro comportamento, e via dicendo, vediamo come ubriacarsi o sballarsi sia completamente contraddittorio rispetto a tutto questo. Crea ostacoli, e questi ostacoli non durano soltanto mentre siamo ubriachi o sballati, ma tendono ad esserci delle rimanenze di questo anche più tardi (malessere da dopo sbornia, ecc.). Quindi, inizialmente stabilite dei confini in termini di limitazioni; e la cosa migliore poi, è abbandonarli completamente.
Giusti confini dell’azione (retto comportamento)
Dunque un aspetto dell’auto-disciplina etica è quello di astenersi da tipi di comportamento distruttivi. L’altro aspetto è quello di impegnarsi in modi costruttivi di agire, ciò che è chiamato retta azione.
Quindi, invece di togliere la vita degli altri, si aiuta a preservare la vita. Voglio dire, si può vedere una vasta applicazione di ciò: invece di distruggere completamente l’ambiente in modo che gli animali non possano vivere, ed inquinare i laghi in modo che tutti i pesci muoiano, si prende a cuore l’ecologia. E’ un modo di aiutare a preservare la vita. Nutrire il proprio cane: è aiutare a preservare la vita. Nutrire il proprio maiale: non ingrassandolo così lo si può uccidere e mangiare, ma nutrirlo in modo che cresca bene. Ma questo include anche prendersi cura delle persone malate, aiutare a preservare la loro vita. Se qualcuno viene ferito, si cerca di aiutarlo. Questo genere di cose. Preservare la vita.
Se pensate ad una mosca, in India si deve avere a che fare con le mosche, ma pensate ad una mosca, o ad un’ape, che vola dentro la vostra stanza. Ora, la mosca, o l’ape, non vuole essere lì, non è così? Specialmente l’ape, vuole andarsene fuori, ma non sa come. Perciò, se la uccidete solamente per il suo errore di essere entrata nella vostra stanza, non è molto carino, non è vero? L’aiutate ad andare fuori, anche se si tratta soltanto di aprire la finestra e dire “sciò,” così, per farla uscire. State aiutando a preservare la sua vita. Vuole vivere. Se un uccello entrasse per sbaglio nella vostra stanza, non prendereste la pistola e gli sparereste, non è così? Cercherete probabilmente di aprire la finestra e fare in modo che esca. Quindi qual è la differenza fra l’uccello e la mosca? La misura. Il suono che emettono: non vi piace il suono che emette la mosca; vi piace il suono che emette l’uccello. Se non vi piace particolarmente che le mosche entrino nella vostra stanza, non aprite la finestra, o potete metterci una cortina.
Quindi, la retta azione in termini di non rubare sarebbe cercare di aiutare a proteggere le cose delle altre persone. Se qualcuno vi presta qualcosa, cercate di non danneggiarla. Ve ne prendete cura. Questo genere di cose. Aiutare gli altri ad avere belle cose.
E invece di un comportamento sessuale non appropriato, e stiamo parlando non solamente del sesso con altre persone ma anche del sesso con se stessi, agite in una maniera gentile, delicata, in una misura appropriata, e così via, non soltanto per libidine, come un cane in calore.
Altri esempi di comportamento giusto e scorretto
Se guardiamo ad un’estensione di questa nostra discussione, dal mio addestramento alla sensibilità (come ne abbiamo parlato prima rispetto alla parola), possiamo anche vedere come vi siano molti altri aspetti coinvolti in questi tre tipi di comportamento.
Un’estensione dell’uccidere è quella di smettere di trattare gli altri in una maniera fisicamente rude. Non si tratta soltanto di colpire gli altri, ma anche di sovraccaricarli di lavoro e costringerli troppo duramente in termini di fare cose; in altre parole, causare qualche sorta di danno fisico.
Anche nei confronti di noi stessi: smettere di maltrattare fisicamente noi stessi, sovraccaricandoci di lavoro, mangiando male, non dormendo a sufficienza, questo genere di cose. Di solito pensiamo in termini del nostro comportamento verso gli altri, ma in realtà abbiamo anche spesso comportamenti autodistruttivi, non facendo abbastanza esercizio ad esempio.
Quindi, per quanto riguarda il rubare, non è soltanto prendere le cose degli altri, ma, ad esempio, usare le cose degli altri senza chiederglielo. Prendete il telefono di qualcuno senza chiederglielo e fate chiamate costose. Usiamo cose senza averne il permesso. Questo è rubare. Intrufolarsi dentro il teatro o in qualsiasi altro posto senza pagare. Poi si entra in un tema complesso, che alla gente non piace: non pagare le proprie tasse. Ora, ovviamente potreste argomentare: “beh, non voglio pagare le tasse perché vengono usate per fare le guerre e comprare armi.” Tuttavia servono anche a costruire strade, ospedali e altre cose, avere una scuola. Se volete avere questi servizi, beh, su, dovete pagare delle tasse.
Ma potremmo anche pensare rispetto a noi stessi: quello che vogliamo fare è smettere di sprecare il nostro denaro in cose futili. Questo è fare cattivo uso dei nostri possedimenti, della nostra ricchezza, come giocare d’azzardo ad esempio. Oppure essere avari nello spendere per noi stessi quando in realtà potremmo permetterci di farlo. Si ha il denaro per essere in grado di avere una dieta adeguata e acquistare cibo adeguato, ma si è avari, quindi si compera il cibo più economico, della più orribile qualità. Questo è rubare a se stessi praticamente.
E in termini di comportamento sessuale inappropriato, non è soltanto imporsi sugli altri o sui loro partner, ma si tratta anche di smettere di assumere atteggiamenti sessuali che possono mettere in pericolo la nostra salute fisica o emotiva. Un esempio semplice: incontrate qualcuno e siete attratti da questa persona. Da una parte, vorreste fare sesso con questa persona. Ma questa persona ha un sacco di problemi emotivi e altre difficoltà, e comprendete che se vi impegnate con questa persona, ci saranno problemi; sarà difficile. E dunque per la vostra salute personale, non lo fate, non toccate questa persona; non vi fate coinvolgere. Non fatevi soltanto guidare dalla vostra libidine perché è carina o carino.
Domande e risposte sul comportamento corretto e scorretto
Va bene, quindi questa è la nostra discussione a proposito di quanto è normalmente chiamato giusto comportamento e comportamento scorretto. Avete domande al riguardo?
Partecipante: La mia domanda riguarda il rubare. Voglio discutere questo complicato tema dei diritti d’autore perché, beh, vi sono molte opinioni al riguardo. Alcune persone dicono che ci sono dei diritti; altre che non ve ne sono. Vorrei discutere con te se, ad esempio, scaricare qualche software senza licenza o video pirata sia una sorta di rubare oppure no.
Alex: Beh, penso questo sia rubare. Non vi è modo di dire che non lo sia. Se viene detto molto esplicitamente: “non scaricare questo senza pagare,” allora è chiaro.
Credo che il principio qui stia nello stabilire certi confini del nostro comportamento. Per questo vengono chiamati confini dell’azione. In termini della nostra disciplina etica, vi è un intero spettro, non è vero? Quindi lo spettro va dal fare qualsiasi cosa si abbia voglia di fare, incuranti di quali potrebbero essere le conseguenze sugli altri o su di noi stessi, fino a, se parliamo di comportamento sessuale inappropriato, essere un monaco o una monaca completamente celibi e non fare nulla. Ma vi sono moltissime possibilità tra i due estremi. Il punto è stabilire qualche sorta di confine e sviluppare una sorta di disciplina in modo che non si vada oltre quel confine.
Perciò, in termini di uccidere, potrebbe essere: “non ho intenzione di cacciare o pescare od uccidere persone. Ma gli insetti? Beh, non posso ancora affrontarlo.” Stabilite qualche sorta di confine. O per quanto riguarda rubare, potreste dire: “non ho intenzione di rapinare una banca o di rubare qualcosa da un negozio. Ma scaricare senza pagare? Non posso proprio evitarlo.” Ma almeno avete stabilito una sorta di confine. Comunque, ci si deve rendere conto che scaricare senza pagare è rubare. E’ prendere qualcosa senza permesso. Vi è inoltre una grossa differenza tra lo scaricare senza pagare quando in realtà si potrebbe pagare, quando si hanno i soldi per farlo, e farlo invece quando non si hanno i soldi. Penso sia molto più serio quando potresti pagare e non lo fai soltanto per essere tirchio. Questo credo sia sicuramente da evitare.
Ora, in quanto autore, voglio dire, ho questo enorme sito web, il modo in cui ho evitato tutto questo è rendendo tutto gratuito. Quindi non vi sono problemi col fatto che qualcuno possa scaricare, usare una cosa e metterla sul proprio sito web, o qualsiasi altra cosa. Se è per il beneficio degli altri, bene. E quindi si vive soltanto di donazioni: questa è la vera maniera buddhista, ma non molte persone fanno così.
Sostentamento giusto e sbagliato
Va bene, passiamo quindi al sostentamento, il modo in cui ci guadagniamo da vivere, e alla disciplina che sarebbe necessaria in questo caso. Quello che vogliamo fare è avere la disciplina di evitare di guadagnarci da vivere in qualche settore dannoso o in una maniera dannosa, una maniera che sia dannosa per gli altri o per noi stessi. Quindi ad esempio:
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Fabbricazione o commercio di armi;
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Macellazione di animali, caccia, pesca, sterminare insetti;
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Produrre o vendere o servire alcool o droghe;
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Gestire un casinò;
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Pubblicazione o distribuzione di materiale pornografico.
Questo genere di mezzi di sostentamento, i quali sono dannosi per gli altri, oppure fanno, come nel caso della pornografia, soltanto aumentare il loro desiderio e la loro libidine.
Ma anche se siamo coinvolti in un genere di sostentamento regolare, che non è dannoso per gli altri o per noi stessi, vogliamo essere onesti. Quindi vogliamo evitare di essere disonesti:
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Facendo pagare maggiormente i clienti. Si vuole ottenere da essi quanto più denaro possibile.
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Appropriazione indebita. Ciò significa prendere i fondi di un’attività per il proprio uso personale.
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Estorsione, minacciare gli altri al fine di ottenere soldi da loro. “Se non mi dai una grossa quantità di denaro, pubblicherò qualcosa di terribile su di te.” Questa è estorsione. Sarebbe come un sequestro di persona: “se non mi dai tutti i soldi che ti chiedo, ucciderò tuo figlio.” Non un buon modo di guadagnarsi da vivere.
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Corruzione.
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Sfruttamento altrui.
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Pubblicità ingannevole.
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Adulterare il cibo o il prodotto al fine di guadagnare più soldi.
Vi sono quindi moltissimi modi disonesti di guadagnarsi da vivere. E, nuovamente, vogliamo applicare l’auto-disciplina etica per evitare questo tipo mezzi. Vogliamo invece cercare di guadagnarci da vivere in un modo che sia onesto e che possa essere di beneficio alla società, il miglior tipo di occupazione, perciò:
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Medicina.
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Lavoro sociale.
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Commercio equo e solidale.
Produzione o vendita di prodotti o servizi che siano d’aiuto per gli altri.
Fare quindi qualsiasi cosa che contribuisca al sano funzionamento della società e al benessere degli altri. E:
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Non imbrogliare gli altri, non farli pagare di più, tutto questo genere di cose.
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Stabilire un prezzo equo. Uno ovviamente ha bisogno di trarne qualche profitto, ma entro limiti ragionevoli.
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Pagare bene i propri dipendenti. Non cercare di sfruttarli pagandoli pochissimo al fine di fargli fare più lavoro possibile.
Inoltre, è compreso qui anche il fatto di evitare gli estremismi del completo ascetismo: da un lato, vivere in una maniera molto molto povera, quando ci si può invece permettere di vivere meglio; o l’eccesso del lusso, il quale è totalmente inutile, dall’altro: rubinetti d’oro nel vostro bagno, ecc. Questo ovviamente è un estremo. Ma gli esempi più probabili sono quelli di persone che conosco, che hanno un sacco di soldi, e che vanno a comprarsi i vestiti più costosi, ed hanno così tanti vestiti, specialmente le donne tendono a far questo, talmente tanti vestiti, talmente tanti abiti, e vanno a fare spese perché sono annoiate e pensano che in qualche modo troveranno una qualche felicità nel comprare un altro vestito da mille euro, il quale non porta loro proprio alcuna felicità. Dunque anche questo lusso eccessivo è una maniera non appropriata di condurre la propria vita.
Vi è un punto a proposito del giusto sostentamento che viene spesso sollevato nelle domande. Permettetemi di affrontarlo. Una volta stavo traducendo per un maestro tibetano in Australia, e parlò di questo giusto sostentamento. E in Australia vi è un numero enorme di pecore, sia in Australia che in Nuova Zelanda, e qualcuno domandò: “Nella città in cui vivo, è l’unica cosa che è disponibile, rasare le pecore, le quali sono usate per la lana e poi per la carne.” E quindi chiese: “Cosa dovrei fare? Non posso semplicemente trasferirmi in una città o in qualche altro posto e cercare di trovare un altro lavoro. Voglio dire, questo è ciò che è disponibile qui dove vivo, dove vive la mia famiglia, ecc.” E il lama tibetano disse: “Beh, la cosa principale è essere onesto nel tuo lavoro e non ingannare le persone, ecc., e non trattare male le pecore ma trattarle gentilmente, nutrirle bene, prendersi cura di loro in una buona maniera.” Questo genere di cose. Quindi disse che l’enfasi principale sta nell’essere gentile e nell’essere onesto nella maniera in cui ci si sta guadagnando da vivere, anche se questo dev’essere rasare pecore. Ora, ovviamente questo sarebbe difficile se l’unica industria nella vostra città fosse la costruzione di armi. Vendere le proprie armi ad un prezzo equo? Voglio dire, non è sufficiente, credo.
Questi sono dunque i tre fattori, i tre aspetti, che sono coinvolti nel nostro ottuplice sentiero, nell’addestramento nella disciplina etica. Vogliamo cercare di impegnarci nella disciplina etica, o di allenarci ad essa, per astenerci dal parlare in modo distruttivo, dai comportamenti distruttivi, dai modi distruttivi di guadagnarsi da vivere, e per impegnarci in modi costruttivi di comunicare, di comportarsi, di guadagnarci da vivere. Per impegnarci poi inoltre a parlare, agire e sostenerci in un modo che sia di beneficio per gli altri. E questo si applica al modo in cui affrontiamo la società e gli amici, il modo in cui trattiamo, a casa nostra, le nostre famiglie, il modo in cui trattiamo noi stessi.
Domande e risposte sull’auto-disciplina etica
Ci sono domande sull’auto-disciplina etica prima che passiamo alla concentrazione?
Partecipante: C’è una situazione nel Mar Baltico: sono apparsi alcuni granchi giganti, e stanno uccidendo tutto ciò che vive lì. Alcune compagnie stanno pescando questi granchi per farne un business. Questi granchi uccidono tutto il resto, sarebbe dunque etico ucciderli o no?
Alex: E’ una questione difficile. Non è limitata soltanto a questi granchi giganti, ho quest’immagine di qualche film di fantascienza horror, ma riguarda anche ad esempio quando arrivano le locuste e mangiano tutto il raccolto dei campi, oppure quando si ha la casa infestata dagli scarafaggi nei letti, o qualcosa del genere. Si tratta della questione di base dello sterminio dei parassiti, dei parassiti dannosi.
Credo che molto abbia a che fare con la motivazione. Vi è un esempio classico che viene usato: in una vita precedente, il Buddha era un navigatore in una nave. Qualcuno all’interno della nave stava pianificando di uccidere tutti quelli che si trovavano lì, e il Buddha vide che non vi era alcun modo di impedire tale uccisione di massa in una maniera pacifica; l’unico modo in cui avrebbe potuto impedirla era uccidendo il potenziale omicida stesso. Per cui il Buddha uccise questa persona, ma lo fece con la motivazione della compassione piuttosto che della rabbia o della paura, la compassione di risparmiare le vite di tutti gli altri della nave, e di impedire inoltre a questa persona di accumulare un karma talmente negativo per il quale avrebbe sofferto terribilmente nelle sue vite seguenti. Tuttavia il Buddha accettò e riconobbe il fatto che si trattava comunque di uccidere una persona, e che era un’azione distruttiva nonostante la motivazione, e disse “Sono disposto ad accettare le conseguenze karmiche di questo su di me, al fine di risparmiare gli altri.” Anche se non pensiamo in termini di conseguenze karmiche nelle vite future, se si spara a qualcuno, ad un omicida di massa, si deve comunque andare dalla polizia, avere un processo, ci saranno un sacco di problemi che si dovranno affrontare come conseguenza di ciò. Ma il Buddha disse: “Sono disposto ad assumermi e ad accettare tali conseguenze, al fine di risparmiare la vita degli altri.”
Quindi, se è necessario uccidere un predatore per salvare il raccolto o per salvare il resto dei pesci e così via, allora non per rabbia, e non per paura, non con la volontà di farne un sacco di soldi con la vendita, ma se è per compassione, le conseguenze di questo atto saranno molto minori rispetto al farlo con rabbia. Ma si deve riconoscere che è un’azione negativa, ed accettare qualsiasi conseguenza ne possa derivare.
Partecipante: Menzionavi il fatto di mettere un sovrapprezzo a diversi prodotti. Cosa intendi con questo? Quando si ha un profitto che supera lo zero, si sta sovraccaricando il prezzo o no?
Alex: No, non si sta sovraccaricando il prezzo se il profitto è ragionevole. Vi è una differenza tra produrre qualcosa in Cina che costa tre centesimi di euro, e venderla per cento euro. E’ un profitto eccessivo, non è vero? E le persone lo fanno. Magari tre centesimi è troppo poco, ma quanto costa produrre una camicia firmata in Bangladesh? Quanto effettivamente pagano le persone? E a quanto la vendono nel tuo bel negozio?
Uno deve guadagnarsi da vivere, uno deve crescere una famiglia, e via dicendo, pertanto c’è bisogno di trarre del profitto. Ma è difficile dire se un certo numero o una certa percentuale sia ragionevole o no. Tuttavia penso che uno lo sappia. Se si usa il buonsenso di base, si ha un’idea generale di quanto sia troppo, di quanto sia irragionevole.
Addestramento nella concentrazione
Va bene, proseguiamo con la concentrazione. Abbiamo qui le seguenti tre parti dell’ottuplice sentiero:
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Retto sforzo (yan-dag-pa’i rtsol-ba).
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Retta cosciente consapevolezza (yan-dag-pa’i dran-pa).
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E retta concentrazione (yan-dag-pa’i ting-nge-‘dzin).
Retto sforzo significa liberarsi dei pensieri distruttivi e sviluppare stati mentali che sono favorevoli alla concentrazione.
La cosciente consapevolezza (dran-pa) è come una colla mentale per mantenere e non lasciare andare qualcosa; ci impedisce dunque di dimenticarci di qualcosa. E quindi la retta cosciente consapevolezza è:
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Non dimenticarsi della vera natura del proprio corpo, delle sensazioni, della mente, e dei fattori mentali, in modo che non si viene distratti da essi.
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Ed è anche non perdere di vista le proprie varie linee guida etiche, precetti o, se ne abbiamo presi, voti.
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E non lasciare andare, o dimenticarsi di, un oggetto di attenzione.
Perciò, se stiamo meditando, ovviamente abbiamo bisogno di cosciente consapevolezza per non perdere l’oggetto sul quale ci stiamo concentrando. Ma se state avendo una conversazione con qualcuno, o se state lavorando, dovete avere questa cosciente consapevolezza per mantenere la vostra attenzione sulla persona e su quanto sta dicendo, e non perderla, perdere la vostra attenzione, in modo da essere distratti da qualcosa.
E quindi la concentrazione stessa è il posizionare la mente su di un oggetto di attenzione. Perciò se stiamo ascoltando qualcuno, se stiamo avendo una conversazione con loro, concentrazione significa che la nostra attenzione è posta su quanto queste persone stanno dicendo, su come sono, sul modo in cui stanno agendo, e la cosciente consapevolezza è la colla che ci tiene lì in modo che non diventiamo annebbiati o distratti o qualsiasi altra cosa.
Sforzo scorretto
Va bene, dunque partiamo con lo sforzo. Sforzo scorretto significa dirigere la nostra energia in pensieri dannosi, pensieri distruttivi. Giusto? Questi pensieri negativi o distruttivi sono cose che ci distraggono completamente. Non siamo per nulla in grado di concentrarci.
Pensiero bramoso
Il primo di questi pensieri è quello che chiamiamo pensiero bramoso. Significa pensare con gelosia a quanto gli altri hanno realizzato, o ai piaceri che hanno, o alle cose materiali che posseggono e pensare: “Come posso averli per me?” Per cui estrema gelosia e desiderio, attaccamento. Non possiamo sopportare che qualcun altro abbia cose che noi non abbiamo: qualsiasi cosa in cui abbiano successo, che loro abbiano un partner e noi siamo molto soli, che abbiano una macchina nuova e noi non abbiamo macchina, qualsiasi cosa sia; pensare costantemente a questo e tramare su questo. E’ uno stato mentale molto molto disturbante. Impedisce la nostra concentrazione, non è così?
Credo che anche il tipo di pensiero che è collegato con l’essere un perfezionista rientri in questa categoria. Ne è una sotto categoria. “Come posso superare me stesso? Quanto ho fatto non è stato buono abbastanza e quindi ora devo fare molto di più ed averne il controllo.” E’ gelosia di se stessi, in effetti.
Pensare con cattiveria
Quindi il secondo è pensare con cattiveria a proposito di come ferire qualcuno. “Se questa persona dice o fa qualcosa che non mi piace o che non mi è piaciuta, posso vendicarmi.” Oppure complottare: “La prossima volta che vedo questa persona, ho intenzione di dirle questo o quello.” E rimpiangiamo di non averle risposto qualcosa quando ci ha detto qualcosa di brutto, e non riusciamo a togliercelo dalla testa, e ci pensiamo tutto il tempo.
Voglio dire, vi sono anche molti modi auto-distruttivi di pensare, pensare di fare qualcosa che davvero saboterà quanto stiamo cercando di fare nella vita. Sebbene potremmo non essere consapevoli del fatto che ci recherà danno, ci pensiamo. “Non posso permettermi quella cosa, ma la voglio davvero, perciò mi indebiterò ancora di più per comprarla.” Questo è auto-distruttivo. E’ pianificare e tramare inconsapevolmente di ottenere qualcosa che ti porterà ancora più problemi a causa di maggiori debiti.
Pensiero distorto e antagonistico
Il terzo è ciò che è chiamato pensiero distorto e antagonistico (log-lta). Quindi, se qualcun altro si sta sforzando per migliorare se stesso o per aiutare gli altri, pensare che “Beh, sono stupidi. Quanto stanno facendo è inutile perché non è qualcosa che a me piace.” Qualcun altro sceglie qualcosa, e voi pensate: “Oh, sono così stupidi a far questo.”
Ad alcune persone non piacciono gli sport, e allora pensano che chiunque a cui piacciano gli sport e a cui piaccia guardare le partite di calcio alla televisione o andare a vedere una squadra, sia completamente stupido. Non vi è nulla di dannoso nell’amare gli sport, ma voi pensate, in una maniera distorta, che questo sia stupido, che sia una perdita di tempo. E’ anche uno stato mentale molto antagonistico.
Oppure qualcuno sta cercando di aiutare qualcun altro, diciamo che dia un po’ di denaro a un mendicante, e allora pensate “oh, sei molto stupido a far questo, è ridicolo,” ecc., questo tipo di cose. Voglio dire, anche se il mendicante sta davvero facendo questo come professione e non è così povero e via dicendo, comunque è uno stile di vita orribile da scegliere, quello di essere un mendicante. Voglio dire, non è certamente divertente sdraiarsi sul marciapiede e scuotersi, o fare qualsiasi altra cosa, per cercare di fare qualche soldo.
Se stiamo costantemente a pensare come tutti gli altri siano stupidi e come quello che fanno sia irrazionale, in questo modo non possiamo proprio concentrarci. Quindi questi sono tipi di pensieri dei quali ci vogliamo, se possibile, liberare. Ovviamente ci vuole molta disciplina per farlo. Ma se abbiamo sviluppato la disciplina in termini del modo in cui agiamo e parliamo, questo ci dà la forza per essere in grado di disciplinare le nostre menti, in modo che si fermino quando iniziamo a pensare in questi modi distruttivi, e non percorrano quel viaggio mentale.
E’ chiaro?
Retto sforzo
Quindi, cos’è il retto sforzo? Il retto sforzo è dirigere le nostre energie lontano dai pensieri dannosi, distruttivi, e dirigere il nostro sforzo verso lo sviluppo di qualità benefiche. Rispetto a questo parliamo in termini di quattro sforzi corretti (quanto ci stiamo sforzando di raggiungere). [Sforzi corretti è il nome dato ad essi nella letteratura pali, sammappadhana.Nella letteratura sanscrita e tibetana, sono chiamati i fattori per ottenere corrette liberazioni (yang-dag spong-ba, sct. Samyakprahana; quattro puri abbandonamenti).]
I quattro sforzi corretti
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Primo, cerchiamo di sforzarci di prevenire l’insorgere di qualità negative che ancora non abbiamo sviluppato. Quindi quali sono le qualità negative che potremmo non avere ancora ma che vogliamo evitare in modo tale che non insorgano? Beh, se abbiamo un tipo di personalità molto incline alla dipendenza, potremmo voler evitare di unirci, diciamo, a qualche sorta di… Non so se li avete qui in Ucraina, ma noi abbiamo dei video club. Voglio dire, ora si possono scaricare cose da internet da un servizio che mette a disposizione film. Li avete anche voi? Ecco, se vi iscrivete ad uno di quelli, beh, sapete che scaricherete qualcosa ogni giorno e ogni giorno lo vedrete. E dal momento che sapete che questo sarebbe molto dannoso per voi, sforzatevi di non iscrivervi in modo che evitate di entrare in questa cosa nella quale sapete che rimarrete fissati. Avremo una migliore concentrazione se evitiamo cose del genere. Ci sono persone adesso che sono così dipendenti dai loro iPod, non possono andare da nessuna parte senza ascoltare musica. E quindi come potete concentrarvi su qualcosa se sentite anche la musica allo stesso tempo? Non avete una concentrazione fortemente determinata. Partecipante: Ma ci si può concentrare sulla musica. Alex: Puoi concentrarti sulla musica, ma questo non ti aiuta ad avere una conversazione con qualcuno o a fare il tuo lavoro. Voglio dire, è una distrazione. Molte persone hanno paura di stare nel silenzio, paura di pensare a qualcosa, perciò devono costantemente sentire musica. Quindi quello che vogliamo fare è sforzarci di evitare questo, se non abbiamo questo tipo di qualità dannosa, di abitudine dannosa.
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Quindi il secondo è sforzarci di liberarci delle qualità negative che sono già sorte. Se siamo già dipendenti da qualcosa del genere, beh, lo limitiamo almeno. Non lo abbiamo costantemente.
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Coltivare dunque nuove qualità positive, sforzarci di coltivare nuove qualità positive.
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E poi impegnarci a mantenere ed accrescere le qualità positive che già sono presenti.
E’ molto interessante quando si considerano questi sforzi e si cerca di vederne delle applicazioni pratiche. Vi farò un esempio, magari un semplice esempio, tratto dalla mia esperienza personale: ho avuto un’abitudine molto difficile. Ho questo grande sito web, e ogni giorno ricevo costantemente moltissimi file che le persone mi mandano di traduzioni o di versioni modificate, o cose simili. Molti, molti [file] arrivano ogni giorno: dieci, venti, o di più. Ho all’incirca centodieci persone che lavorano per questo sito web, perciò ogni giorno arrivano un sacco di cose. E scaricavo tutto in una cartella, questa era la mia cattiva abitudine, invece che inserirli ciascuna nella cartella appropriata dove posso trovarli e possono trovarli anche i miei assistenti. Quindi questa è una cattiva abitudine, molto inefficiente, e impedisce la concentrazione, perché si perde tempo (non si può trovare nulla). Quali sarebbero quindi le qualità positive? Creare un sistema in modo che non appena arrivi qualcosa, questo vada immediatamente nella giusta cartella e non soltanto in questa grande cartella di file scaricati. E poi impegnarsi a mettere sempre le cose, quando arrivano, al loro posto; non essere pigro e scaricarle in un unico posto, così in questo modo tutto funziona molto più efficientemente.
Quindi vedete, qui c’è una qualità negativa, un’abitudine che non è per nulla produttiva, e qui ce n’è una più positiva. Mi sono impegnato ad evitare questa qualità negativa che avevo. Ho creato un sistema di file appropriato in modo che posso prevenire che continui, mi sono impegnato a fare questo sistema di file, e impegnato a mantenerlo. Questo è ciò di cui stiamo parlando qui ad un livello di pratica molto semplice. Va bene.
Superare i cinque ostacoli alla concentrazione
Il retto sforzo sta anche nel cercare di lavorare sul fatto di superare i cinque ostacoli alla concentrazione. Quali sono dunque questi ostacoli?
L’intenzione di perseguire uno dei cinque tipi di oggetti sensoriali del desiderio
Il primo è l’intenzione di perseguire uno dei cinque tipi di oggetti sensoriali del desiderio. Cosa significa questo? Significa che sono seduto e sto cercando di concentrarmi su qualcosa, diciamo il mio lavoro o qualsiasi cosa stia facendo, ma cosa potrebbe impedirmi di essere concentrato? Cosa potrebbe danneggiare quella concentrazione? Potrebbe essere il pensare: “Oh, voglio guardare un film” oppure “Oh, voglio controllare le email.” Ma qui è più in termini di piacere sensoriale: “Oh, voglio mangiare qualcosa,” “voglio ascoltare della musica,” “voglio chiamare un amico,” qualsiasi cosa. Quindi impegnarsi a non perseguire ciò, a non avere l’intenzione di andare a farlo, ma di rimanere concentrati.
Pensieri di rancore
Il secondo è pensieri di rancore, come ferire qualcuno. E’ come pensare con cattiveria. Se stiamo sempre a pensare con rancore: “Oh, questa persona mi ha fatto del male. Non mi piace. Come posso vendicarmi?” Questo è un grosso ostacolo alla concentrazione.
Quindi il primo era desiderio:
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“Voglio questo o quel piacere.”
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“Quando andrò mai in vacanza?”
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“Quando finirà questo lavoro?”
Questo tipo di pensiero.
E il secondo è pensare a tutte le sorti di pensieri brutti e dannosi sugli altri o su noi stessi. Dobbiamo quindi impegnarci correttamente ad evitare queste cose, a contrastarle quando insorgono.
Offuscamento mentale e sonnolenza
Il terzo è l’offuscamento mentale e la sonnolenza. L’offuscamento mentale è quando la nostra mente è annebbiata: siamo in pallone, e non riusciamo a pensare in modo chiaro. E poi la sonnolenza, si vuole solamente andare a dormire. Dovete cercare di combattere ciò. Che lo facciate con una tazza di caffè, o alzandovi e aprendo la finestra, qualsiasi cosa facciate, cercate di sforzarvi a non cadere in questo stato. Tuttavia, se diventa davvero troppo difficile, stabilite un confine, un limite. “Faccio un pisolino,” ovviamente se siete in ufficio non potete farlo, ma se state lavorando a casa, “faccio un pisolino o mi prendo una pausa di venti minuti.” “Mi prendo una pausa caffè di dieci minuti.” Stabilite un limite e poi tornate al vostro lavoro.
Il primo, questa intenzione di perseguire i cinque oggetti sensoriali, credo che possiamo inserire in essa anche questa cosa del lavorare e avere questo forte desiderio di mettersi a navigare su internet, a guardare qualcosa su YouTube, oppure, se si è un drogato di notizie, a guardare ancora le notizie su internet. Queste cose ostacolano la vostra concentrazione. Oppure voglio controllare Facebook o Twitter. E’ la stessa cosa.
Volatilità della mente e rimorsi/rimpianti
Il quarto è la volatilità della mente ed i rimorsi. Quindi la volatilità della mente è quando la nostra mente vola sulla pagina Facebook, su qualcos’altro. E provare rimorsi, voglio dire, questi sono messi assieme in una stessa categoria qui, è quando la vostra mente vola su pensieri come “Oh, mi pento davvero di aver fatto questo o aver detto quello:” questi sensi di colpa. Queste cose sono molto, molto distraenti, e davvero c’impediscono di concentrarci.
Indecisione vacillante e dubbi
E quindi l’ultima cosa che è necessario sforzarsi di superare, l’ultimo ostacolo alla concentrazione, è dato dall’indecisione vacillante e dai dubbi. “Cosa dovrei fare?” “Cosa dovrei mangiare per pranzo? Dovrei mangiare questo? Dovrei mangiare quello?” Non essere in grado di decidersi. Questo spreca una tremenda quantità di tempo. Non siete in grado di concentrarvi e andare avanti col vostro lavoro se siete costantemente pieni di dubbi e indecisioni, quindi sforzatevi di risolvere la cosa.
Conclusione
Questo è quindi il primo fattore dell’ottuplice sentiero che utilizziamo per aiutarci a sviluppare la concentrazione. Si tratta di sforzarci di liberarci dai pensieri distraenti, dagli stati emozionali che non sono favorevoli alla concentrazione, e sforzarci di sviluppare buone qualità e liberarci da abitudini non produttive. In generale, se vogliamo realizzare qualcosa nella nostra vita, dobbiamo impegnarci. Le cose non vengono dal nulla, e nessuno ha mai detto che sia facile. Ma, come ho detto prima, se abbiamo sviluppato un po’ di forza dall’aver lavorato con la disciplina etica in termini di come agiamo, come parliamo, come trattiamo gli altri per guadagnarci da vivere, questo ci dà la forza d’impegnarci a lavorare sui nostri stati mentali ed emozionali in modo da essere maggiormente concentrati.
Questo ci porta alla fine della nostra ora, o sessione mattutina, e continueremo dopo pranzo. Grazie.
(TRATTO DAL SITO: http://www.berzinarchives.com/web/it/archives/approaching_buddhism/introduction/3_trainings_8-fold_path_in_daily_life/session_2.html