Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, inizia ad illustrare la meditazione Vipashyana: analisi della natura della mente.
Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: Santità, ci potrebbe parlare del processo di addestramento Vipashyana?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
Il prossimo è il processo di addestramento vipashyana, o l’intuizione perfetta che ci porta alla conoscenza della realtà ultima, concentrandoci sulla mente stessa ed analizzandola. Il che fa parte del ritiro di tre anni. Per praticarlo, osserviamo la mente stessa. Per mettere a fuoco la mente, abbiamo la necessità di raggiungere la quiete mentale, in modo che la mente sia controllata, focalizzata su un punto e non distratta da varie concezioni. E’ anche molto utile trovarsi un luogo adeguato. Questa è l’importanza del ritiro, in cui si è liberi dalle distrazioni di tutti i giorni e ci si può concentrare sulla natura della mente in un modo calmo e aperto. Il Signore del Dharma, Gampopa ha insegnato che il modo in cui dovremmo affrontare la meditazione vipashyana è quello di guardare la mente stessa analizzandola, cercando di capire cos’è, quali sono le sue caratteristiche peculiari e così via. Egli illustrò diversi modi di vagliare la mente:
Innanzitutto, cos’è la sostanza, l’entità della mente?
In secondo luogo, qual è la sua natura?
In terzo luogo, quali sono le sue caratteristiche distintive?
Di questi, in primo luogo è la sostanza essenziale della mente. Quando guardiamo la mente, la prima sostanza essenziale, o entità che si incontra è la chiarezza. Troviamo che la mente stessa è priva di concettualizzazione. Poi si guarda la natura della mente. Il Signore del Dharma, Gampopa affermò: “La natura della mente è libera dai tre attributi di generazione (nascita), dissoluzione e permanere.” Terzo, la caratteristica del suo aspetto, il suo aspetto, è che sorge in ogni momento. Sia nel samsara che nel nirvana, c’è sempre il sorgere della mente.
L’essenza della mente è un po’ difficile da spiegare, cosicché la vediamo da un punto di vista negativo, vale a dire: ciò che la mente non lo è. Prima di tutto, vediamo che non è qualcosa che sorge o cessa o dimora. E’ libera di queste tre caratteristiche. Da tempi senza inizio, non c’è nascita o sorgere, né cessazione e nemmeno dimorare in termini di stare in un posto, non c’è movimento né cambiamento. E’ completamente libera di tutti questi tre.
E’ anche libera di essere una cosa od una sostanza composta di particelle. L’entità essenziale, o sostanza, della mente non è un qualcosa che può essere contaminato o macchiato afferrandosi al soggetto ed all’oggetto. E’ completamente priva di macchie di tali attività.
Inoltre, se guardiamo alla sostanza essenziale della mente, troviamo che non importa quanto la cerchiamo, non importa quanto l’analizziamo, non esiste alcunché che possa essere trovato. Non v’è nessuna entità che si posa trovare con la ricerca, l’indagine e l’analisi. Non importa quanto cerchiamo la sua sostanza essenziale, il fatto è che non si riesce a trovarla. Il ricercatore, colui che conduce la ricerca della sostanza essenziale della mente, non riesco a trovarla. Perciò, si dice che la sostanza essenziale della mente stessa è la vacuità.
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