Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra i Quattro modi di allontanarsi dal sentiero primncipale della meditazione Mahamudra.
Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
DOMANDA: quali sono i possibili errori che ci fanno deviare dal corretto sentiero?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
Allontanarsi dal sentiero, deviando dal percorso corretto della meditazione che conduce al Mahamudra, può essere visto principalmente in quattro modi:1) Il primo errore è scambiare un facsimile o rappresentazione della realtà per la realtà vera.
“Realtà” è la realtà nel suo senso ultimo: significa Mahamudra, o vacuità. Deviamo dal sentiero quando ci basiamo su una semplice comprensione intellettuale della realtà, non importa quanto precisa, invece di sperimentare davvero la realtà. Vogliamo andare a Bodhgaya e chiediamo ad un altro come sia. L’altra persona è stata lì e può descrivere in dettaglio tutta la strada fino a Bodhgaya, dove girare, dove si trova una fila di alberi, dove sono i templi ed il grande stupa. Anche se quella persona descrive con grande cura e dettaglio, l’altro che non è stato lì, ma vuole andarci, può, al massimo, crearsi un’immagine mentale di come sia. Tale immagine mentale sarà qualcosa di sua invenzione e non sarà mai la cosa reale.
Se, invece di andare là e vedere per proprio conto, si accontenta di quel facsimile, di quell’immagine creata nella sua mente, egli devia dal sentiero. Così, chi vuole vedere davvero Bodhgaya deve andarci lì di persona, non può essere soddisfatto dei resoconti altrui.
Allo stesso modo, la persona che intende realizzare Mahamudra, e liberarsi da tutte le limitazioni e le contaminazioni e realizzare tutte le buone qualità, deve effettivamente percorrere il sentiero e sperimentarlo con la propria mente, non basandosi sui resoconti altrui. Se impara solo a dire che la natura ultima non sorge, né dimora, non cessa, ma non va avanti, non avrà niente da mostrare per il proprio sforzo.
Tuttavia, se medita correttamente seguendo i consigli e precetti di un insegnante qualificato, otterrà la visione diretta e sarà in grado di guardare indietro a quei versi e capire la loro verità direttamente. Il maestro Jigten Sumgon disse che è assolutamente indispensabile, per il progredire sul sentiero ed ottenere il suo obiettivo, poter fare correttamente affidamento su di un maestro spirituale qualificato: fin dal principio all’inizio, nel mezzo ed alla fine.
2) Il secondo modo di deviazione dal sentiero è credere che il raggiungimento della piena realizzazione della Mahamudra, il raggiungimento finale della perfetta Buddhità, sia il lasciare tutto alle spalle e diventare qualcosa d’altro, smettere di essere una persona viva e diventare un Buddha , come se fosse qualcosa di completamente diverso. Questo è un grande errore, fa deviare dal sentiero quando cerchiamo di trasformare noi stessi in qualcosa che non siamo. Ad esempio: un bambino figlio di un re. Questo bambino potrebbe pensare che una volta cresciuto e salito al trono, sarà qualcosa di completamente diverso, e questo naturalmente è un errore. Proprio come il principe è un essere umano, così il re è un essere umano. Non vi è alcun improvvisa trasformazione in qualcosa che non si è. Allo stesso modo, la mente di un comune essere umano non può essere eliminata o lasciata alle spalle. Ottenendo lo stato di Buddha, non adottiamo una nuova mente o diventiamo qualcosa di totalmente diverso da quello che eravamo. Se pensiamo così perdiamo di vista il sentiero e deviamo.
Il verso dice che diventare un Buddha è diventare completamente ciò che già siamo. Manifestare pienamente la natura della mente è diventare completamente illuminati, ma non si tratta di ottenere qualcosa che non esiste ora. Anche il più alto stato di perfetto Buddha non è altro che la natura della nostra mente come è attualmente.
(3) il terzo errore che provoca allontanamento dal sentiero è credere che i processi mentali concettuali, i Kalpana, debbano essere completamente respinti e che la mente pura sia da cercarsi separatamente da quei Kalpana. Questo è un errore sottile che fraintende la relazione tra pensieri concettuali e dualistici della mente e la mente stessa. Pensiamo che siano qualcosa di totalmente diverso dalla mente e, così cerchiamo di afferrare una mente totalmente separata da questi mentre in realtà sono della stessa natura della mente.
Ad esempio una pianta o un albero con grande proprietà medicinali. Le proprietà medicinali della pianta pervadono tutti i suoi elementi, dalla sua radice attraverso il suo tronco, ai suoi rami e foglie. Credendo erroneamente che le proprietà medicinali si trovino solo in una parte, potremmo inavvertitamente scartare alcuni delle migliori parti dell’albero. Allo stesso modo i processi concettuali della mente non sono diversi dalla mente. La loro natura è la mente stessa. Se cerchiamo di escluderli, di tagliarli fuori, senza riconoscere la loro natura e la loro fonte, non saremo mai capaci di realizzare che cosa sia davvero la mente.
(4) Proprio come la mente ed i suoi contenuti non devono essere separati o ritenuti di diversa natura, così le apparenze e la vacuità non devono essere distinte in questo modo. Questo è il quarto modo in cui deviamo dal corretto sentiero: cercando la vacuità, che è una realtà ultima, oltre le apparenze. Pensare che le apparenze esistano in sé e che la vacuità sia qualcosa da trovare altrove, andare in cerca della vacuità escludendo tutte le apparenze. Questo è completamente sbagliato. Le stesse apparenze sono vacuità, la vacuità non è separata da esse.
Si dice nella Prajnàpàràmità “La forma è vacuità e la vacuità è forma, la forma non è altro che vacuità e la vacuità non è altro che forma.” Lo stesso vale per tutti i costituenti di esistenza oltre che la forma, come sensazioni, concetti, fattori di composizione nella coscienza, o la mente stessa. Tutte queste cose sono vacuità. La vacuità appare in forma di queste cose e cercare altrove la vacuità è un grande errore e si devia dal corretto sentiero.
Quando pratichiamo Mahamudra correttamente e procediamo lungo il sentiero, incontriamo diversi livelli di realizzazione. E’ molto importante non attaccarsi a nessuno di questi livelli e credere che siano l’ultimo livello di realizzazione. Se lo facciamo, rimarremo certamente bloccati in uno dei reami della forma o senza forma. Migliorando nella meditazione, andando sempre più in alto, arriviamo a stadi simili ad una vasta vacuità dove la nostra percezione, che sia ad occhi aperti o chiusi, è solo di vasta vacuità e pace. Un’esperienza del genere può essere scambiata per la realizzazione della Mahamudra. Se accade e pensiamo che sia l’obiettivo finale e ne siamo soddisfatti, questo ci farà rinascere nei reami della forma.
Allo stesso modo, quando gli ostacoli sono spazzati via nella meditazione Mahamudra, raggiungiamo uno stato di grande pace e felicità, caratterizzato da un livello molto alto e puro di beatitudine. Se ci attacchiamo a questa al momento della morte rinasceremo in uno dei cieli del reame del desiderio.
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