Sua Santità Drikung Kyabgön Chetsang Rinpoche ci introduce alla verità della Mahamudra.
Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: Santità, ci vuole per favore illustrare qual’è la verità della Mahamudra?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
L’Uttaratantra afferma che la natura del Buddha non è macchiata da alcuna oscurazione. L’inseparabile natura di tutte le qualità del Buddha equivale a dire che queste sono sempre tutte presenti. La loro natura è chiara, calma, libera da ogni oscurazione, qualunque cosa accada, non può essere macchiata. Questa è la verità della Mahamudra.
Ad esempio, gli occhi di una persona con l’itterizia percepiscono come giallo il guscio bianco d’una conchiglia. Questa percezione della conchiglia come gialla ne dimostra lo stato relativo, o samsàrico, mentre la realtà della conchiglia bianca è lo stato assoluto. Anche se chi è itterico la vedrà gialla, la conchiglia stessa non ha alcuna colpa di cui scusarsi. Quando sarà guarito dalla malattia, vedrà la conchiglia come è effettivamente. Analogamente, nel relativo, nello stato samsàrico, tutte queste apparenze ingannevoli rappresentano la “malattia” dell’ignoranza. In realtà la loro natura è rappresentata dalla vacuità che tutto pervade. Non sono macchiate nel loro stato assoluto: per poterlo vedere dobbiamo solo purificare i nostri oscuramenti temporanei. Questa è l’essenza della Mahamudra. Questo sistema di presentare la Mahamudra in cinque aspetti ha una lunga tradizione. Il grande Pandit indiano Mitrazogi s’iniziò in questo modo alla pratica ed agli insegnamenti della Mahamudra. La tradizione fu tramandata da Milarepa, discepolo di Marpa, che, a sua volta, insegnò quest’impostazione ai suoi discepoli, in particolare al suo grande discepolo Lekzebmn. Milarepa illustrò la Mahamudra insegnando che ci si genera nella forma del Nobile Cenresig meditando sul quintuplice aspetto degli insegnamenti. Tuttavia, fu il Signore del Dharma Gampopa ad evidenziarlo come un insegnamento distinto, il cui nome fu attribuito dal suo discepolo Phagmo Drupa. Pertanto, questa quintuplice pratica dovrebbe essere intesa come una presentazione di tutto il percorso della Mahamudra, contenente tutti gli aspetti degli insegnamenti del Buddha in cinque categorie che vengono presentate e praticate in successione uno dopo l’altro:
(1) Il primo aspetto è la nostra motivazione: la generazione dell’attitudine al bodhisattva;
(2) Il secondo è la generazione della divinità come yidam;
(3) Il terzo è l’identificazione del guru o lama;
(4) Il quarto è l’effettiva Mahamudra (Shamatha e vipashyana);
(5) Il quinto è la dedica.
Quando si parla di generare l’attitudine al bodhisattva, ve ne sono di due tipi: il convenzionale e l’ultimo. L’ attitudine al bodhisattva ultimo non è altro che la realizzazione della Mahamudra stessa, lo stato ultimo di consapevolezza, o illuminazione. Quindi, il primo dei cinque aspetti, la generazione dell’attitudine al bodhisattva, contiene l’effettiva Mahamudra perché l’attitudine ultima al bodhisattva è la Mahamudra.
È così anche col secondo aspetto dei cinque: la generazione della divinità o yidam. Esso contiene la Mahamudra perché l’Yidam è Chakrasamvara, che è qui in unione alla sua consorte. Quando si genera l’Yidam Chakrasamvara con la sua consorte in unione formante un’unica entità, si raggiunge l’esperienza della unione di beatitudine e di vacuità, in modo da realizzare la Mahamudra.
Il terzo aspetto della quintuplice Mahamudra è la generazione del lama.
Il lama ha quattro aspetti, o quattro corpi:
(1) il Corpo di Manifestazione o Nirmanakaya, equivalente a Buddha Shakyamuni;
(2) il Corpo di Perfetto Godimento o Sambhogakaya, rappresentato da Buddha Vairochana;
(3) il Corpo di Verità o Dharmakaya, ossia il Buddha Vajradhara, e
(4) il Corpo di Natura o Svabhavikakaya, ovvero la mente stessa, la realizzazione della natura assoluta o ultima della mente: la Mahamudra.
Il quarto è la pratica della Mahamudra, che consta nella generazione e perfezionamento di Shamatha e Vipashyana. Il primo è uno stato di perfetta quiete mentale (Shamatha), dove si realizza la potenza della focalizzazione della mente in un solo punto. La seconda è lo stato di perfetta intuizione (Vipashyana), con cui la mente penetra la natura della realtà ultima. Questi sono uniti insieme nella pratica reale della Mahamudra.
Il quinto è la dedica, chiamata la dedica perfetta o definitiva: è associato al Buddha Samantabhadra, in cui colui che dedica, l’oggetto di dedizione, e la stessa dedizione non sono separate.
Nella loro natura ultima, sono realizzati per essere un’unità indifferenziata. La mancata differenziazione nella dedica tra soggetto ed oggetto è, infatti, lo stato di Mahamudra, l’unità di tutti gli opposti e la realizzazione della non-dualità. La Mahamudra spiegata in cinque punti rappresenta il patrimonio comune di tutte le scuole del lignaggio Kagyu. Tuttavia, all’interno di questo patrimonio unico esistono diversi commentari, diversi modi di spiegare dettagliatamente tutti e cinque i punti della Mahamudra. In particolare, n’esistono dieci grandi commentari. Questa esposizione è fatta dal punto di vista dei commenti del lignaggio Drikung Kagyu, che sottolineano la necessità della pratica della Mahamudra in cinque punti nel contesto di un ritiro di tre anni in cui si praticano i Sei Yoga di Naropa.
L’unicità dell’interpretazione Drilgung Kagyu della quintuplice Mahamudra proviene dal Grande Maestro Sumgon Jigten.
Praticando seguendo il suo guru, Phagmo Drupa, poté raggiungere lo scopo di tutti i preliminari: l’accumulo di meriti e la purificazione degli ostacoli. Fatto questo, raggiunse il suo maestro di istruzioni vere e proprie, il Signore Jigten Sumgon, grazie alla cui gentilezza fu in grado di purificare ogni oscurazione ed accumulare tutti i meriti necessari ad esercitare la pratica sublime. Da quel momento desiderò solo una pratica su cui concentrarsi, piuttosto che impegnarsi in diversi tipi di meditazioni su vari soggetti: da quel momento desiderò seguire un solo percorso. Così Phagmo Drupa gli comunicò questa quintuplice pratica della Mahamudra, dicendogli che, da quel momento, fino al raggiungimento del perfetto stato senza pari di Buddha, non necessitava di contare su nient’altro che questo quintuplice cammino di Mahamudra.
Quindi, come facciamo a impegnarci in questa quintuplice pratica di Mahamudra? La pratica è divisa in due parti: i preliminari e la pratica effettiva.
Continua qui https://www.sangye.it/altro/?p=1520
Pingback: Progetto Free Dharma Teachings, Insegnamenti sul Dharma e non solo… » Blog Archive » 1 - S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci parla della Mahamudra