Sangye Khadro: Solo la conoscenza spirituale ci può aiutare al momento della morte.
Niente di tutto quello che abbiamo acquisito o accumulato durante la nostra vita in termini di famiglia ed amici, ricchezza, potere, esperienze di viaggi e così via, ci segue dopo la morte. Solo il flusso della nostra coscienza continua portando in sé le impronte di tutto quello che abbiamo pensato, sentito, detto e fatto. Dovremmo cercare di morire in pace con noi stessi, sentendoci soddisfatti di come abbiamo vissuto la nostra vita e senza lasciarci dietro dei conflitti irrisolti con delle persone.
Le uniche cose da cui trarremo momentaneamente beneficio al momento della morte saranno le impronte lasciate dallo sviluppo del nostro amore, della nostra saggezza, pazienza, compassione ed altre attitudine positive.
Se possiamo renderci conto di questo adesso, avremo l’energia e la determinazione di vivere una vita significativa. Potete provare una forte sensazione di questa realtà esaminando i seguenti tre punti visualizzando voi stessi in punto di morte. A: I vostri beni e i vostri piaceri non possono aiutarvi: mentre siete sdraiati sul vostro letto di morte, e il vostro corpo diventa sempre più debole ad ogni istante, a che cosa pensate? Quando siete infelici o malato generalmente vi rifugiate in comodità materiali, ma il cibo, le medicine, il sonno, la musica, il sesso, le droghe o l’alcool possono aiutarvi adesso? Pensate ai vostri bene, a tutte quelle cose che avete tanto faticato ad ottenere per soddisfare le vostre necessità e desideri: come possono aiutarvi adesso? Cercate di riconoscere la vostra dipendenza da queste cose e ricordatevi che non potete portare nessuna di queste con voi. Non solo non possono aiutarvi al momento della morte, ma il vostro attaccamento ad esse sarà solo un ostacolo a morte serena.
B: Quelli che amate non possono aiutarvi: Cercherete aiuto specialmente presso i vostri cari che sentono per voi molto interesse ed affetto e chi vi hanno dato tanto conforto e tanta sicurezza. Ma adesso, mentre la vostra coscienza scivola via, non possono fare molto per voi: siete totalmente soli nella vostra esperienza di morte. Aggrapparsi ai propri cari, e sentire del dolore al pensiero di separarsi da loro, creerà solo agitazione nella vostra mente e renderà impossibile una morte serena. Ammettete l’attaccamento che avete per la vostra famiglia e per i vostri amici, rendetevi conto che è assolutamente inappropriato sentire un attaccamento così forte sia nella vita che nella morte.
C: Il vostro stesso corpo non potrà esservi d’aiuto: Il vostro corpo è stato il vostro compagno costante sin dalla nascita. Lo conoscete più intimamente di qualunque altra cosa o persona. Ne avete avuto cura, lo avete protetto, vi siete preoccupati per lui, lo avete mantenuto nelle comodità e sanno, lo avete nutrito e pulito, con lui avete provato tutti i tipi di piacere e dolore: è stata la proprietà cui avete dato maggiormente valore Ma adesso state morendo e questo significa che verrete separate dal vostro corpo che diventerà debole e di conseguenza completamente inutile: lo abbandonerete ed è destinato al cimitero. Di quale utilità potrà essere adesso?
Conclusione – E’ Possibile che vi sentiate depressi o preoccupati dopo aver fatto questa meditazione. Da un lato questo dimostra che avete preso sul serio le idee e che le avete contemplate bene, Ma dimostra anche che siete arrivati ad una conclusione errata e non sarebbe saggio finire la vostra sessione in un stato mentale del genere. Ricordatevi che la morte è solo un aspetto naturale ed inevitabile della vita e che è la vostra incapacità ad accettarla come tale che vi spaventa. Il timore e il dispiacere sorgono a causa di un aggrapparsi non realistico ad un Io permanente, se ci ricordiamo della morte in modo sereno ed aperto, questo attaccamento diminuirà permettendoci di essere attenti e di fare ogni azione positiva e benefica per noi e per gli altri. Una consapevolezza della morte ci dà un’enorme energia per non sprecare la nostra vita, e per viverla nel modo più significativo.
Tratto dal sito http://www.centronirvana.it/home.htm, http://www.centronirvana.it/articolididharma104.htm che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.
Sangye Khadro (Kathleen McDonald) è nata in California nel 1952. Ha vissuto per tre anni nella comunità di monaci e monache occidentali al Monastero di Kopan, a Kathmandu, studiando e partecipando a ritiri di meditazione. Ha insegnato in Australia, in Nepal, è stata insegnante-residente nel Centro Buddhista Amithaba, a Singapore, e in seguito ha viaggiato e dato insegnamenti in varie parti del mondo. Frequenta attualmente il Masters Program di cinque anni all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia-Pisa. È autrice del noto volume “Come meditare” http://www.chiaraluce.it/index_file/ChiaraLuceEdizioniLibriComemeditare.htm